degliendoxasecondo

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IL VALORE EPISTEMOLOGICO
DEGLIENDOXASECONDO
ARISTOTELE
Enrico Berti *
l . Il valore epistemologico degli endoxa e divenuto uno dei
problemi piu discussi nella letteratura aristotelica da quando la dialettica
e stata considerata un candidato forte a costituire il metodo della
filosofia di Aristotele, poiché la dialettica, come e noto, e essenzialmente
un metodo di argomentazione basato sugli endoxa. Per questo motivo il
dibattito sulla cosiddetta "base epistemologica della dialettica
aristotelica", sviluppatosi dieci anni fa tra Robert Bolton e J acques
Brunschwig, al quale hanno partecipato anche altri interlocutori, e stato
quasi per intero un dibattito sul valore epistemologico degli endoxa '.
Nel trattato in cui Aristotele presenta, per cosi dire , ufficialmente
la sua dialettica e quindi da la piu nota definizione degli endoxa, egli
Profesor y Director del Departamento de Filosofia de la Universita degli Studi di
Padova, Italia.
Cfr. R. Bolton, The epistemological basis of the Aristotelian diale ctic, in D.
Devereux et P. Pellegrin (eds .), Biologie, logique et métaphysique chez Aristote,
Actes du séminaire du C.N .R.S. , Paris, Ed. du C.N .R.S., 1990, pp. 185-236; J.
Brunschwig, Remarques sur la communication de Robert Bolton , ibidem , pp. 238262 ; D. Devereux, Comments on Robert Bolton 's The epistemological basis of
Aristotelian dialectic , ibidem, pp . 263-286. lo stesso ho partecipato aquesto
dibattito con gli articoli Does Aristotle 's Conception of Dialectic Develop?, in W.
Wians (ed.) , Aristotle 's Philosophical Development. Problems and Prospects,
Lanham (Maryland), Rowman & Littlefield , 1996, pp. 105-130; L 'utilité de la
dialeetique pour les scienees , in A. Motte et J. Denooz (eds.), Aristoteliea secunda.
Mélanges offerts
Christian Rutten, Liege, c.I.P.L., 1996, pp. 103-115;
Philosophie, dialeetique e t sophistique dans Métaphysique G 2 , " Revue
a
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S EMI NA RIOS DE FILOSOFÍA ,
N°S 14-15, 2001-2002
non dice nulla circa il valore epistemologico di questi, ma fornisce
alcune importanti indicazioni circa la loro natura, le quali possono essere
utili al fine di determinare il loro valore epistemologico. Egli dice,
infatti, che gli endoxa sono quelle opinioni (ta doukounta) "che sono
condivise da tutti, o dai piu, o dai sapienti (sophoi), e, se di questi , o di
tutti, o dei piu, o dei piu noti e stimati (endoxoi) fra tutti"2, mostrando in
questo modo che es si sono un tipo speciale di "cose che sembrano" (ta
dokounta), cioe di opinioni (doxai). Ma poi Aristotele aggiunge,
parlando della "proposizione dialettica", cioe della premessa del
sillogismo dialettico, che essa e "oggetto di opinione notevole (endoxos)
per tutti o per i piu o per i sapienti, e, se per questi, o per tutti o per i piu
o per i piu noti, e che non e contraria alla opinione comune (me
paradoxos). Infatti qualeuno potrebbe asserire l' opinione dei sapienti,
qualora non sia opposta alle opinioni (doxai) dei molti"3. E degno di
nota, in questa definizione, il fatto che le opinioni candidate, per COSI
dire, al titolo di endoxon, son o disposte, come e stato sottolineato da
Brunschwig, in ordine di autorevolezza decrescente: es se non sono tutte
endoxa, ma, se a proposito di un problema c'e un'opinione accettata da
tutti, questa e l' endoxon; se essa non c'e, ma c'e un'opinione accettata
dalla maggioranza, l' endoxon sara quest' altra, e cosI via 4 .
Infine Aristotele precisa che "tutte quante sono le opinioni (ta
dokounta) enunciate secondo le arti (kata technas) sono proposizioni
dialettiche . Uno potrebbe infatti asserire le opinioni di quelli che hanno
indagato su queste cose; per esempio, circa le cose della medicina
potrebbe opinare come il medico, circa quelle della geometria come il
geometra, e parimenti anche negli altri casi"5. Quest'ultima precisazione
sembra suggerire non solo che gli endoxa possono includere anche aleune
verita, quali sono le opinioni dei medici e dei geometri, ma anche che i
"sapienti" (sophoi) menzionati sopra sono i tecnici, cioe gli esperti nelle
arti e nelle scienze, e non necessariamente i filosofi. Questi ultimi sono
menzionati solo a proposito di cio che Aristotele chiama una "tesi", cioe
2
4
Internationale de Philosophie", 51 , 1997, pp . 379-396. In seguito c ' e stato un altro
intervento di J. Brunschwig, Dialectique et philosophie che z Aristote el nouveau, in
N. L. Cordero (éd.), Onlologie et dialogue. Hommage el Pierre Aubenque, Paris,
Vrin , 2000, pp . 107-130.
Top. 1 2, 100 b 21-23. Mi servo, con alcune modifiche, della seguente traduzione:
Aristotele, 1 Topici, traduzione, introduzione e commento di A. Zadro , Napoli,
Loffredo, 1974, la quale rende endoxa con "opinioni notevoli". La piu recente
traduzione di Brunschwig e "opinions qui font autorité" .
Top. I lO, 104 a 9-12 .
Brunschwig , Dialeclique el philosophie , p. 116.
Top. I 10, 104 a 33-37 .
ENRICO B ERTI :
IL VALORE EPISTEMOLOGICO DEGLI ENDOXA SECONDO ARISTOTELE
"una supposizione opposta all'opinione comune (paradoxos), appartenente
a qualcuno degli uomini noti per la filosofia, come l' affermare che 'non e
possibile contraddire', come dice va Antistene, o che 'ogni cosa si muove',
secondo Eraclito, o che "cio che e, e uno", come dice Melisso"6.
Una precisazione importante per il valore epistemologico degli
endoxa e con tenuta nella distinzione, fatta da Aristotele all' inizio dei
Topici, tra endoxa autentici e endoxa apparenti. Mentre i primi, come
abbiamo visto, sono le premesse del sillogismo dialettico, i secondi sono
le premesse del sillogismo eristico, cioe sofistico. Tale differenza e
illustrata da Aristotele in un passo dal significato in parte controverso,
ma che ai nostri fini e comunque sufficientemente chiaro: "Non tutto cio
che appare opinione notevole anche lo e, dato che niente di cio che si
dice opinione notevole ha un' apparenza esclusi vamente superficiale
(epipolaion echei pantel6s ten phantasian), come accade per i principi
dei sillogismi eristici; infatti immediatamente e per lo piti e chiara in
essi, per chi puo abbracciare col suo sguardo anche cose piccole (kai
mikra), la natura del falso"7. Da que sto passo risulta che gli endoxa
autentici non hanno un' apparenza esclusivamente superficiale, come
hanno invece quelli apparenti, dunque il consenso che essi possiedono e
in qualche misura meritato. 11 fatto, poi, che gli endoxa apparenti siano
giudicati senz' altro falsi, come risulta a coloro che sanno abbracciare
anche "cose piccole" -e qui non e chiaro se si tratti di cose facili o
difficili da capire-, induce a pensare che invece gli endoxa autentici
siano, almeno per lo piti, veri 8 .
Un'altra importante precisazione fatta da Aristotele nei Topici, e
che ci puo essere un conflitto di opinioni, ma non un conflitto di endoxa.
11 conflitto di opinioni e menzionato coma causa di un "problema
dialettico", i1 quale e caratterizzato nel modo seguente: "cio intomo a
cui o a vviene che non abbiano opinione, né in un senso né nell' altro, o
che abbiano opinione opposta, i molti rispetto ai sapienti o i sapienti nei
confronti dei mol ti o gli uni e gli altri rispetto a se stessi"9. Queste
opinioni non sono tutte endoxa, ma quando una di esse e un endoxon,
6
7
Top. 1 ll , 104 b 19-22.
Top. 1 1, LOO b 26-LO la!. Mi discosto in parte dalla traduzione di Zadro, poiché
condivido I'interpretazione di questo passo proposta da P. Fait Endoxa e consenso:
per la distinzione dei due concetti in Aristotele, "Annali dell'Istituto Italiano per gli
Studi Storici", 15, 1998, pp. 15-48.
Nel mio saggio su L'utilité de la dialectique pour les sciences ho interpretato
diversamente questo passo, perché non avevo ancora chiaro quanto diro piu sotto,
cioe che gli endoxa sono veri nella maggior parte dei casi.
Top.I 11, 104 b 1-5.
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SEMI N A RIOS DE FILOSOFfA ,
N°S
14-15, 2001 -2002
quella ad essa opposta non lo e, come risulta dal passo seguente: "Le
proposizioni sono dunque da prescegliersi in tutti i modi nei quali sono
state date definizioni della proposizione o prendendo le opinioni di tutti,
o quelle dei piu o quelle dei sapienti, e se di questi o quelle di tutti o dei
piu o dei piu noti, o quelle che non si oppongono a quelle che appaiono
tali, e poi quante sono le opinioni stabilite in base alle arti. E bisogna
proporre come proposizioni anche quelle che sono opposte a quelle che
risultano opinioni notevoli (tois endoxois), in forma di contraddizione,
come si e detto sopra" 10. Aristotele qui si richiama a una regola esposta
sopra, secondo la quale "le opinioni opposte alle opinioni notevoli (tois
endoxois), enunciate sotto forma della loro contraddizione, appariranno
opinioni notevoli. Se infatti e opinione notevole che 'bisogna beneficare
gli amici ' , e opinione notevole anche che 'non bisogna danneggiarli ,,, 11.
Come prova del fatto che non ci puo essere conflitto tra endoxa
Brunschwig cita giustamente un passo riguardante la discussione tra un
interrogante e un rispondente, dove Aristotele dice: "se la tesi 'del
rispondente' e implausibile (adoxon), e necessario che la conclusione
'che I'interrogante aspira a stabilire ' venga ad essere opinione note vol e
(endoxon), e se e opinione notevole la tesi, sara implausibile la
conclusione. Infatti colui che interroga conclude sempre con il
contrapposto della tesi di chi risponde"12. Da questo passo risulta che il
contraddittorio di un endoxon non e un altro endoxon, ma un adoxon.
Non contrasta con questa precisazione cio che Aristotele afferma
delle proposizioni dialettiche, le quali possono essere proposizioni
etiche, fisiche o logiche, dove dice: "quanto dunque alla filosofia ,
bisogna trattare di tali cose dal punto di vista della verita
(kat'aletheiean), ma quanto alla dialettica, guardando all'opinione (pros
doxan)"13. Cio infatti significa soltanto che la dialettica, la quale usa
come premesse delle sue argomentazioni gli endoxa, non mira a stabilire
la verita, come fainvece la scienza, ma solo ad argomentare sul piano
dell'opinione. Quanto agli endoxa, come vedremo, essi possono essere
tanto veri quanto falsi, anzi quanto piu si avvicinano alla verita, tanto
piu sono degni di essere condivisi, ma cio che di loro interessa nella
discussione dialettica non e tanto che siano veri, quanto piuttosto che
siano condivisi. Questo e confermato dall ' osservazione di Aristotele,
secondo la quale un sillogismo e "Iogico", cioe dialettico, anche se
10
II
12
13
Top .
Top .
Top.
Top .
1 14, 105 a 34-b 3. Leggo la linea 37 come Waitz, Ross e Brunschwig.
I 10, 104 a 20-23 .
VIII 5, 159 b 4-6 .
I 14, 105 b 30-3l.
ENRICO BERTI : IL VALORE EPlSTEMOLOG/CO DEGLI ENDOXA SECONDO ARIS TOTELE
muove da premesse false, purché queste siano endoxa, mentre un
sillogismo che muove da premesse vere, ma paradossali, non ha per la
dialettica nessun valore l4 .
2. II valore epistemologico degli endoxa e chiarito, a mio avviso,
soprattutto nella Retorica, anche se cio e stato riconosciuto solo con
riserva dall'unico articolo dedicato a questo tema, cioe I'articolo di Glenn
Most sugli endoxa, presentato al Symposium Aristotelicum dedicato alla
Retorica l5 . Per questo autore le argomentazioni retoriche, o entimemi , che
sono basate sugli endoxa, sembrano aspirare unicamente al successo, cioe
alla persuasione, indipendentemente da ogni bonta o verita. Solo nel primo
capitolo della Retorica, afferma Most, Aristotele presenta una concezione
alquanto diversa da quella che egli professa nel resto del trattato. In questo
capitolo la filosofia, l' autentico valore morale e la conoscenza della verita
appartengono non solo ai fini della retorica, ma anche ai suoi mezzi.
Questa discrepanza, secondo Most, puo essere spiegata o per mezzo
del!' approccio cronologico, secondo il quale parti di verse del trattato sono
state composte in tempi diversi ; oppure per mezzo del! ' approccio
filosofico , secondo il quale il primo capitolo rappresenta una visione
idealizzata della retorica; o piuttosto (e que sta e l'opinione dello studioso
nordamericano) per mezzo dell' approccio retorico, secondo il quale
I'inizio del trattato potrebbe avere la funzione di giustificare perché un
filosofo dovrebbe essere la persona adatta a tenere corsi e a scrivere un
manuale sulla retorica 16. lo cerchero di mostrare che non solo nel primo
capitolo della Retorica, ma anche nel resto del trattato Aristotele
attribuisce agli endoxa un valore epistemologico piuttosto alto, il che e
confermato da altri trattati quali l' Etica Nicomachea e gli Analitici Primi,
anche se questi non lo illustrano in modo cosi ampio come la Retorica.
Nel primo capitolo della Retorica troviamo un passo ben noto,
dove Aristotele, parlando della differenza tra il sillogismo retorico, cioe
l' entimema, che e fondato sugli endoxa, e il sillogismo scientifico, cioe
la dimostrazione, che e fondata sulla verita, dice: "chi e in grado di
esaminare da quali elementi e in che modo si formi un sillogismo potra
anche essere il piu abile nell' uso degli entimemi ... Infatti e funzione
della stessa facolta scorgere il yero (to atethes) e cio che e simile al vero
14
15
16
Top . VIII 12, 162b27-28.
G . Most, The Uses of th e Endoxa. Philosophy and Rhetoric in the Rhetoric, in D.
Furley and A. Nehamas (eds .) , Aristotle's Rhetoric. Philosophical Essays, Princeton,
Princeton university Press, 1994, pp . 167-190.
¡vi, pp . 186-188 .
liS
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SEMINARIOS DE FILOSOFfA,
N°S
14-15, 2001-2002
(to homoion t(ji alethei), e nel contempo gli uomini hanno una
sufficiente disposizione naturale per il yero e nella maggior parte dei
casi (la pleió) colgono la verita. Pertanto, un ' abile disposizione a mirare
(stochastik(js echein) alle opinioni notevoli (pros ta endoxa) e propria di
una persona che e altrettanto abile nel mirare alla verita"17 . Qui gli
endoxa sono indicati come "cio che e simile al vero", nel senso migliore
del termine "simile", quello per cui es so significa "quasi uguale", cioe
"prossimo al vero" . 11 significato di questa espressione sara spiegato,
come vedremo, in seguito. Inoltre Aristotele afferma che chi e abile
nell' indi viduare il yero e altrettanto abile nell' indi viduare gli endoxa, il
che attesta una stretta affinita tra gli endoxa e il yero.
Subito dopo Aristotele afferma che "la retorica e utile perché la
verita e la giustizia sono per natura piu forti dei loro contrari" 18, sicché
un oratore che difende la verita ha piu probabilita di successo. Questo
implica che le premesse degli argomenti retorici, cioe gli endoxa, per
essere il piu possibile appropriati a tali argomenti, devono essere il piu
possibile vicini aBa verita. Lo stesso concetto e implicito in un altro
passo, dove Aristotele, dopo avere detto che la dialettica e la retorica
sono abili nel trarre conclusioni opposte, aggiunge: "i contenuti,
ovviamente, non sono indifferenti, ma, in senso generale, quelli veri e
migliori sono sempre per loro natura piu adatti al sillogismo e piu
persuasivi"19. Cio significa che le premesse degli argomenti retorici,
cioe gli endoxa, sono tanto piu persuasivi quanto piu sono vicini aBa
verita. Non c'e dubbio, quindi, che nel primo capitolo della Retorica
Aristotele attribuisce agli endoxa un alto valore epistemologico, come
sostiene anche Most.
Ma la stessa cosa risulta anche dagli altri capitolio Nel capitolo 2,
per esempio, Aristotele dice che "la persuasione si ottiene tramite i
discorsi -cioe tramite gli argomenti che hanno come premesse gli
endoxa- quando mostriamo il yero o il yero apparente attraverso i mezzi
di persuasione appropriati a ciascun caso"20. La menzione del "vero
apparente" e dovuta al fatto che, come spetta alla dialettica trattare il
sillogismo autentico e il sillogismo apparente, cioe quello eristico, cosi
spetta aBa retorica trattare l' entimema autentico e l' entimema apparente,
17
18
19
20
Rhet. 1 1, 1355 a 10-18. Mi servo, con modifiche, della seguente traduzione :
Aristotele, Reto rica, introduzione di F. Montanari, testo critico, traduzione e note a
cura di M. Dorati , Milano, Mondadori, 1996.
Rhet. I 1, 1355 a 21-22 .
Rhet.I 1, 1355 a 36-38 .
Rhet. 1 2, 1356 a 19-20.
ENRICO BERTI : lL VALORE EPISTEMOLOGICO DEGLl ENDOXA SECaNDO ARISTOTELE
il quale dimostra appunto il vero apparente 21 . Cio non ha nulla a che fare
con l' intenzione di persuadere di qualcosa di non vero. In ogni caso la
retorica e detta avere a che fare col vero, il che sembra implicare che le
premesse dei suoi argomenti, cioe gli endoxa, debbano essere veri.
In quale senso o in quale misura es si siano veri, e spiegato dalla
definizione stessa di entimema, cioe di sillogismo retorico, data nello
stesso capitolo: "di mostrare che, se certe premesse sono vere (tinón
ontón), qualcosa di diverso oltre a loro ne risulta in virtu del loro
essere vere, interamente o nella maggior parte dei casi (e katholou e
has epi to polu), viene detto sillogismo nella dialettica, entimema nella
retorica"22. Qui Aristotele introduce, parlando dell'entimema, la
nozione di cio che e vera "nella maggior parte dei casi" (has epi to
polu), la quale e ' proprio cio che caratterizzera, come vedremo, le
premesse del!' argomentazione retorica.
n riferimento agli endoxa appare esplicitamente in un altro passo,
dove Aristotele afferma: "dal momento che nessuna tecnica considera il
particolare -la medicina, per esempio, considera cosa sia salutare non
per Socrate o per Callia, ma per un uomo o per uomini di questo o quel
genere (cio infatti rientra in una tecnica, mentre il particolare e
indeterminato e non costituisce oggetto di scienza)- neppure la retorica
analizzera cio che sembra probabile (endoxon) a livello particolare, a
Socrate o a Ippia, ma cio che sembra tale a uomini di un dato genere"23.
Che gli endoxa siano le premesse delle argomentazioni retoriche, e
sottinteso da un passo in cui Aristotele parla di argomentazioni che non
sono persuasive, indicando implicitamente i caratteri di quelle
persuasive, cioe di quelle retoriche: "E possibile formare sillogismi e
trarre inferenze in parte da cio che gia in precedenza e stato dedotto
tramite sillogismo, in parte da cio che non lo e stato, ma che lo esige per
il fatto di non essere conforme all' opinione comune (endoxa). Tra questi,
necessariamente i primi sono difficili da seguire a causa della loro
lunghezza -si suppone che un giudice sia un uomo semplice- mentre gli
altri non sono persuasivi per il fatto di non derivare da premesse su cui
esiste accordo e che rientrano nell' opinione comune (endoxa)"24. Ciü
significa che le argomentazioni retoriche sono persuasive perché sono
fondate su endoxa.
21
22
23
24
Rhet. 1 2, 1356 a 35-b 4.
Rhet. 12, 1356 b 16-18 . Su questa definizione si veda l'articol0 di M. F. Burnyeat,
Enthymeme: Aristotle on the Logic of Persuasion, in D. Furley and A. Nehamas
(eds.), op. cit., pp. 3-56.
Rhet. 1 2, 1356 b 30-34.
Rhet.I2,1357a7-13.
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SEMINARIOS DE FILOSOFÍA,
N°S 14-15.2001-2002
U valore epistemologico degli endoxa e stabilito chiaramente dove
Aristotele parla in general e delle premesse degli entimemi: "e chiaro che
le premesse degli entimemi saranno talvolta necessarie, ma per la massima
parte soltanto valide per lo piu (hOs epi to polu)"25. Dunque, se le
premesse degli entimemi sono endoxa, come abbiamo visto, gli endoxa
saranno o necessari, cioe veri sempre, il che forse potrebbe accadere a
pochi di essi, oppure veri nel1a maggior parte dei casi, il che invece puo
accadere a molti endoxa. Questo e il loro valore epistemologico. Quando
essi sono di questo secondo tipo, essi coincidono con cio che Aristotele
chiama to eikos, che significa cio che e simile al vera (eikos ha la stessa
radice di eikan, immagine), non nel senso che non sia Yero, ma nel sen so
che e yero nella maggior parte dei casi.
U valore di questo concetto e chiarito, a mio avviso, nel famoso
passo della Poetica in cui Aristotele afferma che la poesia e "piu
filosofica" (philosophOteron) della storia, perché la poesia si occupa
maggiormente dell'universale, mentre la storia racconta i particolari.
"Appartiene infatti all'universale il fatto che a qualcuno capiti di dire o di
fare certe cose secondo verosimiglianza (kata lO eikos) o necessita, e a
questo mira la poesia, aggiungendo successivamente i nomi; appartiene
invece al particolare dire cosa ha fatto o cosa e capitato ad Alcibiade"26.
Benché non ci sia dubbio che il particolare narrato dalla storia e Yero,
Aristotele considera la poesia "piu filosofica", cioe piu scientifica (per lui
infatti philosophia equivale ad episteme, scienza) della storia, perché il
"verosimile" e piu universale del particolare, cioe e cio che accade nella
maggior parte dei casi e quindi sempre si puo dire che potrebbe accadere.
Aristotele spiega tutto cio in modo esplicito, dicendo: "gli
entimemi, inoltre, si ricavano dalle probabilita (eikota) e dai segni
(semeia), e di conseguenza e necessario che questi due elementi
corrispondano rispettivamente a questi due tipi di proposizione". E
definisce l'eikos cosi: "U probabile (o verosimile) e quanto avviene nella
maggior parte dei casi (to has epi to polu ginomenon), non cosi
semplicemente come alcuni lo definiscono, ma quanto, tra cio che
potrebbe essere anche in un modo diverso, sta, relativamente a quello in
rapporto al quale e probabile, in una relazione analoga aquella
dell' universale nei confronti del particolare"27. Una probabilita, in
conc1usione, e un caso particolare della c1asse dei contingenti, cioe e un
contingente che accade nella maggior parte dei casi. Glenn Most
25
26
27
Rhet. 1 2, 1357 a 30-31 .
Poet. 8, 1451 b 5-11, traduzione di G. Paduano, Roma-Bari, Laterza, 1998.
Rhe/. 1 2, 1357 a 31-b 1.
ENRICO BERTI : IL VALORE EPISTEMOLOGICO DEGLI ENDOXA S ECO NDO ARIS TOTELE
aggiunge: "con la singola, parziale, ma estremamente interessante
eccezione di 11 25, 1402 b 35-1403 a 1 (che considereremo in seguito),
l' eikos non puo essere quantificato, come puo esserlo per noi la
probabilita. Il termine invece significa "plausibilita e designa cio che, in
particolari circostanze, uno e inclinato a credere che possa essere
vero"28. Ma questa e una caratterizzazione troppo debole, che tiene
conto solo del carattere contingente dell' eikos, e non del suo grado di
probabilita, che Aristotele afferma chiaramente.
L' altra categoria di premesse per gli entimemi sono i segni, che
possono essere o segni necessari, nel quale caso essi sono chiamati
"prove" (tekmeria) e non possono essere confutati, oppure segni non
necessari, nel qual caso possono essere confutati. Come esempio del
primo tipo di segni Aristotele cita il seguente: "segno che uno e malato e
il fatto che ha la febbre" o "segno che una donna ha parto rito e il fatto
che ha latte", mentre come esempio del secondo tipo di segni egli cita:
"del fatto che i sapienti sono giusti e segno il fatto che Socrate era
sapiente e giusto"29. Questo secondo tipo non e un caso di deduzione
dall' uni versale al particolare, bensi di induzione dal particolare
all'universale. Ma cio non ha nulla a che fare con gli endoxa. Il secondo
capitolo della Retorica, in conclusione, non e discrepante dal primo,
come pretende Most, perché es so attribuisce un altro valore
epistemologico agli endoxa identificandoli con il probabile, ossia con
cio che e yero nella maggior parte dei casi.
3. In aggiunta aquesta ci sono altre parti della Retorica che
sembrano andare nella stessa direzione. Cio vale soprattutto per i quattro
capitoli del libro 11 che sono dedicati ai topoi degli entimemi, cioe Rhet.
II 22-25. In Rhet. 11 22 Aristotele anzitutto conferma la sua dottrina,
secondo la quale gli entimemi muovono da endoxa e gli endoxa
coincidono con le premesse che son o vere nella maggior parte dei casi,
dicendo: "Non si deve parlare sulla base di tutte le opinioni (ex hapanton
ton doukounton), ma solo di a1cune determinate, quelle ad esempio,
ammesse dai giudici o da coloro il cui giudizio e accolto dagli uomini
'cioe gli endoxa', e cio perché in questo modo sembrera evidente a tutti,
o alla maggior parte delle persone. E non si debbono trarre conclusioni
soltanto dalla premesse necessarie, ma anche da quelle valide per lo piu
(hós epi to polu)"30.
28
29
30
Most, op. cit., p. 172, n. 18.
Rhet. 12,1357 b 1-17.
Rhet. 1I 22,1395 b 31-1396 a 3.
119
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In seguito Aristotele distingue due tipi di entimemi: "gli uni sono
dimostrativi del fatto che qualcosa e o non e, gli altri sono confutativi, e
la differenza e la stessa che esiste nelIa dialettica tra confutazione e
sillogismo. L' entimema dimostrativo consiste nel trarre conclusioni da
premesse sulle quali esiste accordo (ex homologoumenon, cioe gli
endoxa), quello confutativo trae conclusioni non accolte dall' avversario
(ta anomologoumena, cioe gli adoxa)"31. Infine egli menziona un altro
tipo di entimemi, cioe gli "entimemi apparenti (phainomena), che non
sono realmente entimemi perché non sono realmente sillogismi"32.
Questi ultimi corrispondono, come abbiamo gia detto, a quelli che per la
dialettica sono i sillogismi eristici, cioe apparenti, oppure i paralogismi .
In Rhet. II 23 Aristotele illustra i "luoghi" (topoi) degli entimemi
dimostrativi, che sono entimemi autentici (i contrari, le forme
grammaticali simili, i termini in rapporto reciproco, il piu e il meno, la
considerazione del tempo, la ritorsione, la definizione, i diversi
significati di una parola, la divisione, l'induzione, ecc.), mentre in Rhet.
II 24 illustra i luoghi degli "entimemi apparenti" (phainomena) , cioe
quelli che sembrano autentici, ma non lo sono (lo stile, l' omonimia,
l' argomentare combinando , l' esagerazione, il segno, l' accidente, il
conseguente, ecc.) . A proposito di quest'ultimo tipo di entimemi egli
afferma: "un entimema apparente si basa su cio che non e verosimile in
senso assoluto (hapLOs eikos) ma e verosimile in un caso particolare (ti
eikos)". E aggiunge: "e cio non e universale ... Infatti accade anche cio
che e contrario al verosimile (to para to eikos) e di conseguenza e
verosimile anche cio che e contrario al verosimile. E se e cosi ,
l'inverosimile e verosimile. Ma non in sen so assoluto (haplos): come nel
caso delle dispute eristiche, il fatto di non aggiungere la circostanza, il
rapporto e il modo crea l'inganno, e cosi succede anche qui, perché il
verosimile non e assoluto, ma solo particolare"33. Questo passo spiega
molto chiaramente, secondo me, la natura del verosimile, o probabile:
esso e cio che accade nella maggior parte dei casi, ma in qualche caso
puo non accadere 34 . Se noi assumiamo come premessa della nostra
argomentazione solo il caso in cui es so non accade, noi non assumiamo
una probabilita assoluta, ma una probabilita particolare, e la nostra
argomentazione non sara un yero entimema, ma un entimema apparente.
31
32
33
34
Rhet. II 22, 1396 b 22-27 .
Rhet. II 22, 1397 a 3-4.
Rhet. II 24, 1402 a 8-17 .
E questo spiega anche perché, nel cosiddetto "argomento acutissimo" (cfr. sopra, nota
11), sia possibile dedurre una conclusione adossale da premesse entrambe endossali .
ENRICO BERTI :
IL
VALORE EPISTEMOLOGICO DEGLI ENDOXA SECONDO ARISTOTELE
Rhet. 11 25 e dedicato alla confutazione (lusis), e tratta sia di
quella autentica che di quella apparente. La confutazione consiste nel
proporre un sillogismo contrario (antisullogizesthai) o nell' avanzare
un' obiezione (enstasis). Proprio in questo contesto troviamo quella che
spesso e stata considerata un' ammissione, da parte di Aristotele, di un
conflitto tra gli endoxa 35, ma in verita, non deve essere considerata tale,
come ved remo subito. HE evidente -egli dice- che e possibile formare un
sillogismo contrario a partire dagli stessi luoghi 'del sillogismo che si
vuole confutare', poiché i sillogismi derivano dalle opinioni comuni
(endoxa) e molte opinioni (doukounta) sono opposte le une alle altre"36.
lo non condivido la maggior parte delle traduzioni di questo passo,
perché danno J'impressione che gli endoxa in esso nominati coincidano
con i dokounta Üa loro opposti, ed in tal modo conducono
all'ammissione di un conflitto tra gliendoxa. Se questo conflitto
esistesse realmente , iI valore epistemologico degli endoxa sarebbe
irrimediabilmente compromesso, perché la contraddizione e il segno piu
evidente della falsita di una delle sue parti.
In realta per Aristotele gli endoxa non coincidono con i dokounta ,
ma sono solo una classe speciale di questi, cioe sono i dokounta accettati
da tutti, o dalla maggior parte, o dai sapienti, ecc. Oltre agli endoxa, i
dokounta includono anche gli adoxa, che son o accettati solo da
qualcuno, o da una piccola parte, o dagli uomini non sapienti, nonché i
paradoxa, che sono sostenuti da alcuni sapienti, come i filosofi
(Antistene, Eraclito ed altri), ma solo da questi. Questa differenza, che io
ho una volta segnalato 37 , e stata sottolineata anche da Brunschwig, il
quale per questa ragione ha confermato la sua esclusione della
possibilita di conflitti tra gli endoxa 38 . Cio che Aristotele sta dicendo nel
passo sopra citato, e che noi possiamo costruire dei sillogismi contrari
usando g!i stessi luoghi che son o usati nei silJogismi che vogliamo
confutare (per esempio i contrari, le forme grammaticali simili , i termini
in rapporto reciproco, il piu e il meno, ecc.), purché assumiamo come
premessa un' opinione che contraddice la premessa assunta da!
35
36
37
38
Cfr. Bolton , op. cit., p. 199.
Rhet. JI 25, 1402 a 32-34.
E. Berti, L 'utilité de la diale ctiqu e pour les sci enc es, p. 114 . Grazie ad
un ' osservazione di J. Brunschwig , che gentilmente cita questo articolo (vedi la nota
successiva), devo correggere ciD che in esso ho scrilto, eliminando le parole "et qui
soit a so n tour un endoxon" .
Brunschwig, Dialectique el philosophie chez Aristote a nouveau , p . 117 , n. l.
Brunschwig sostenne questa tesi anche in Remarques sur la communication de
Robert Bolton , pp. 245-246 .
121
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SEMINARIOS DE FILOSOFfA,
N°S 14-15, 2001-2002
sillogismo opposto . Entrambe le premesse che si contraddicono sono
dokounta, cioe opinioni, ma solo una di es se e un endoxon, cioe
un' opinione autorevole. L' entimema fondato sull' endoxon e un
entimema autentico, mentre l' altro, fondato sull' opinione opposta, non e
un entimema autentico, perché e fondato su un'opinione che sembra
autorevole, e non lo e. Del resto, come potrebbero due endoxa, cioe due
affermazioni vere nella maggior parte dei casi, essere in contrasto fra di
loro? Se contrasto c' e, es so sara tra cio che e vero nella maggior parte
dei casi e cio che e vero in quei casi che non rientrano nella maggior
parte, e quindi non sono oggetto di endoxa.
Questa interpretazione e confermata dalle osservazioni di
Aristotele sul comportamento dell'obiezione (enstasis), che e l'altro
modo per confutare un entimema, analogo al sillogismo contrario. Egli
infatti stabilisce un perfetto parallelismo fra gli entimemi e le obiezioni
che possono essere portate contro di essi. Come gli entimemi sono basati
su probabilita, esempi, prave e segni, cosI lo sono anche le obiezioni.
Consideriamo il caso degli entimemi basati sul probabile, che e il piu
interessante per il nostro tema, a causa della coincidenza tra endoxon ed
eikos. Aristotele ripete cio che ha detto prima, cioe che "gli entimemi
sono tratti dal probabile (ek ton eikoton) quando sono basati su cio che e
o sembra essere (ek dokounton) per lo piu (has epi to polu)"39. Ed
aggiunge: "E dal momento che il probabile non e cio che e sempre, ma
solo cio che e per 10 piu, e evidente che gli entimemi di questo genere
possono sempre essere confutati sollevando un' obiezione, ma che la
confutazione e apparente e non vera sempre. Chi so lleva l' obiezione
confuta mostrando non che l' argomento non e probabile, ma che non e
necessario"40. Qui la confutazione basata su una premessa che non e
probabile, cioe oggetto di un endoxon, ma e solo oggetto di un'opinione
(dokoun), e considerata una confutazione apparente. Cio prova che non
vi e conflitto tra gli endoxa.
Piu avanti Aristotele afferma che un'obiezione consistente
nell' osservare che cio che accade nella maggior parte dei casi non
accade sempre, e un paralogismo, cioe un ragionamento sbagliato,
perché "non e la stessa cosa confutare di mostrando che un argomento
non e probabile o dimostrando che es so non e necessario, e cio che e
vera per lo piu si presta sempre all'obiezione, altrimenti non sarebbe
vero per lo piu, ma sarebbe vero sempre e di necessita". Se un giudice
39
40
Rhet. II 25, 1402 b 14-16.
Rhet. II 25, 1402 b 20-23.
ENRICO BERTI : lL VALORE EPISTEMOLOGICO DEGLI ENDOXA SECONDO ARISTOTELE
pensasse che, a causa di una simile obiezione la poslzIOne attaccata e
stata confutata, farebbe un ragionamento sbagliato (paralogizomenos) .
Per fare una obiezione autentica, "non basta confutare un argomento
perché non e necessario, ma si deve confutarlo perché non e probabile.
Questo accadd qualora l' obiezione sia basata su cio che e per lo piu in
misura maggiore (mallo n has epi to polu) della posizione attaccata"41.
A questo punto Aristotele introduce cio che Most considera un
caso eccezionale di quantificazione della probabilita, dicendo che
I'obiezione puo essere "in misura maggiore per lo piu", cioe piu
probabile, "in due modi, in considerazione o del tempo o dei fatti, ma
nel modo piu efficace se e tale in considerazione di entrambi, perché una
cosa e tanto piu probabile (eikos mallon) quanto piu numerosi e piu
frequenti (ta pleió kai pleonakis) sono i casi in cui essa e cosj"42. La
quantificazione della probabilita e un problema complesso, ma non si
deve considerare eccezionale il fatto che Aristotele ne parli solo in
questo passo, perché qui egli sta mettendo a confronto argomenti opposti
che pretendono entrambi di essere probabili 43 . In ogni caso essa non
infirma il fatto che il probabile (eikos), e quindi anche l' endoxon (che e
identificato con esso), ha per Aristotele il valore epistemologico di cio
che e vera nella maggior parte dei casi, qualunque possa essere la sua
quantita, e che Aristotele non ammette mai un conflitto tra endoxa .
Un caso apparente di conflitto tra gli endoxa si presenta nel caso di
quello che Aristotele chiama 1"'argomento acutissimo" (logos drimutatos),
in cui a partire da premesse massimamente endossali si puo dedurre una
conclusione contraria ad un altro endoxon 44 . Ma, come dimostra un
efficace esempio introdotto al riguardo dal commentatore J. Pacius, in tale
sillogismo si fa valere un'eccezione ad una regola come se essa fosse un
endoxon, cioe un' affermazione valida per lo piu, mentre essa e appunto
un'eccezione. L'esempio di "argomento acutissimo" in questione e il
seguente: tutte le madri amano i loro figli (endoxon) , Medea era madre
41
42
43
44
Rhet. 1I 25, 1402 b 26-36 .
Rhet. 11 25, 1402 b 36-1403 a 1. COSI leggono Ross (Aristotelis Ars rhetorica ,
Oxford 1959) e Dufour (Aristote, Rhétorique, Paris 1967), in analogia con 1403 b 9.
¡nvece Kassel (Aristotelis Ars rh eto rica, Berlin-New York 1974), seguendo i
manoscritti , legge solo pleonakis.
Su questo tema si veda il saggio di M. Mignucci , Hós epi to polu et nécessaire, in E.
Berti (ed.) , Aristotle on Sci ence, Proceedings of the eighth Symposium
Aristotelicum held in Padua from September 7 to 15 , 1978, Padova, Antenore, 1981,
pp . 173-204, il quale attribuisce al concetto in questione il significato di operatore
temporale, indicante cio che e vera non sempre , ma "quasi sempre".
Cfr. Soph. el. 33, 182 b 37 -38.
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SEMINARIOS DE FILOSOFÍA,
N°S
14-15, 2001-2002
(altro endoxon), dunque Medea amava i propri figli (conclusione derivante
necessariamente dalle premesse, ma in contrasto con l' endoxon secondo il
quale Medea non amava i propri figli, perché li uccise). Anche se
qualcuno ha interpretato I'argomento in questione come un paradosso del
tipo di quello del mentitore o dei parados si teorizzati da Russe1l 45 , a me
sembra che esso sia reso possibile dal margine di non verita contenuto in
una delle due premesse (tutte le madri amano i propri figli), la quale e vera
"per lo piu", e dunque in qualche raro caso non lo e. Non mi sembra
pertanto che esso configuri un yero e proprio conflitto tra endoxa.
L'esempio di Medea dimostra solo che tutte le regole possono avere del1e
eccezioni, ma cio non toglie loro il carattere, appunto, di regole. Resta
Yero, infatti, che nella maggior parte dei casi le madri amano i propri figli.
4. Come abbiamo gia detto, la Retorica, in virtu della sua attenzione
per gli entimemi, e il trattato di Aristotele che stabilisce nel modo piu
chiaro il valore epistemologico degli endoxa. Ma la dottrina in essa
esposta e confermata anche da altri trattati, uno dei quali ha la massima
importanza dal punto di vista epistemologico, cioe gli Ana/itici primi.
Nell'ultimo capitolo di questo trattato, dando la definizione "ufficiale" di
entimema, Aristotele afferma: "L'entimema e un sillogismo che procede
da premesse probabili (ex eikoton) o da segni. Il probabile e il segno non
sono la stessa cosa: il probabile e la premessa fondata suB' opinione
autorevole (protasis endoxos), probabile infatti e cio che si sa che avviene
o non avviene o che e o non e per lo piu (hOs epi to po/u), come per
esempio che gli invidiosi odino o che gli amati amino"46. Qui ritroviamo
tutte le equivalenze affennate nella Rhetorica, cioe l'identificazione degli
endoxa con i probabili e la definizione del probabile come cio che accade
nella maggior parte dei casi. Anche l'esempio e molto illuminante. Il
valore epistemologico degli endoxa e cosi indicato come il valore delle
proposizioni che sono quasi sempre vere.
Quando il grado di "endossalita", per cosi dire, e massimo, cioe
quando un endoxon e accettato da tutti, allora la sua verita puo essere
assoluta, almeno in certe materie, come risulta dal famoso passo dell' Etica
Nicomachea , dove Aristotele dichiara: "diciamo che cio che ognuno pensa
45
46
Cfr. W. Cavini, Modalita dialettiche nei Topici di Aristotele, in AA . Vv., Le teorie
della modalita, Atti del Convegno Internazionale di Storia della logica (San
Gimignano, 5-8 dicembre 1987), Bologna, CLUEB, 1989, pp . 15-46.
An. Pro 11 27 , 70 a 2-5 (traduzione di M. Mignucci, in Aristotele, Gli Analitici Primi ,
Napoli 1969, leggermente modificata) . Ross, a differenza dai manoscritti, colloca la
riga 10 all'inizio di questo passo, ma in ogni caso il senso non cambia.
E N RI CO B ERTI : lL VA LORE EPISTEMOLOGICO DEGLI ENDOXA S ECON DO ARISTO T ELE
e realmente COSi"47. Il fatto che tale affermazione si trovi in un' opera di
etica fa pensare che essa si riferisca a problemi di tipo etico, dove il
consenso di tutti costituisce l' ethos, il costume, il quale per Aristotele e
effettivamente fonte di moralita. Non si dovrebbe percio estendere questa
affermazione a tutti i settori trattati dalla filosofia aristotelica.
Ovviamente, l' alto valore epistemologico degli endoxa fa si che essi
possano essere usati non solo nelle argomentazioni dialettiche o retoriche,
ma anche in quelle scientifiche. Aristotele stesso dichiara negli Analitici
posteriori -il trattato dedicato alla teoria della scienza- "di cio che accade
per caso non c' e scienza dimostrati va, perché cio che accade per caso non
e né necessario né per lo piu"48, e in tal modo ammette che ci possa essere
scienza anche di cio che accade nella maggior parte dei casi.
Una scienza di questo tipo e la fisica, come risulta
da))' affermazione contenuta nella Fisica, secondo la quale "tutte le cose
naturali accadono in un certo modo sempre o per lo piu"49; ma lo e anche
la "scienza politica", cioe l'etica, come risulta dall'analoga
affermazione, concernente il metodo di questa scienza, secondo la quale
"parlando di cose che accadono per lo piu e argomentando da cose tali
perveniamo anche a conclusioni di questo tipo"50.
Dunque gli endoxa, funzionando da premesse per le
argomentazioni fisiche ed etiche, ci permettono di ottenere conclusioni
che hanno valore scientifico, nello stesso senso in cui possono essere
considerate scienze filosofiche la fisica el' etica.
Un problema aperto e se anche la metafisica possa usare gli
endoxa come premesse per le sue argomentazioni. C'e un passo, aquesto
proposito, che normalmente viene interpretato in senso negativo, cioe
una delle aporie di Metaph. B: "Riguardo all'identico e al diverso, e al
simile e al dissimile, e alla contrarieta, e all' anteriore e al posteriore, e a
tutte le altre cose di questo tipo, in torno aBe quali i dialettici fanno
prova di indagare (p eirantai skopein) svolgendo la loro indagine a
partire dai soli endoxa (ek tan endoxan monan), a chi spetta teorizzare
riguardo a tutte?"51. Ma siamo sicuri che la limitazione "soli" indichi un
basso valore epistemologico degli endoxa? Essa potrebbe essere anche
47
48
49
50
51
Eth. Ni c. X 2, 1173 a l .
An. Post. 1 30, 87 b 19-21.
Phys. II 8, 198 b 35-36.
Eth. Ni c. 13 , 1094 b 21 -22 .
Metaph . B 1, 995 b 21-25. Mi sembra che peirontai skopein possa essere tradotto
con " fanno prov a di indagare", ri spettando cosi il significato di peira ("prova") da
cui il verbo peirao de riva. Cfr. F. Montanari , Vo cabalaria della lingua greca,
Torino, Loescher, 1995 , p. 1527 c.
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S EMINARIOS DE FILOSOFÍA ,
N°S 14-1 S, 2001-2002
voler dire che, pur avendo gli endoxa un alto valore epistemologico, da
soli essi non bastano a garantire il valore dell' indagine in questione,
perché e necessario affiancare ad essi qualche altra cosa.
In quest'ultima direzione mi sembra andare la soluzione
dell'aporia. fornita da Aristotele in Metaph. G, do ve si afferma: "coloro
che indagano su queste cose (cioe i "dialettici" menzionati in Metaph. B)
sbagliano non per questo motivo, cioe perché non fanno filosofia, ma
perché prima di es se c'e la sostanza, intorno alla quale essi non dicono
nulla"52. Da cio si desume infatti che "i dialettici", pur muovendo da
endoxa, quando indagano nozioni come identico e diverso, simile e
dissimile, ecc., fanno filosofia, dunque gli endoxa possono essere usati
anche per fare filosofia; solo che questi dialettici non aggiungono all'uso
degli endoxa la distinzione tra i molti significati che i termini in
questione possiedono (distinzione che pure rientra fra gli "strumenti"
della dialettica S3 ) e quindi non riconoscono iI primato che, fra tali
significati, deve essere attribuito all' ousia 54 .
Segue poí íl famoso confronto tra filosofía, dialettica e sofistica,
cioe: "la sofistica e la dialettica vertono sullo stesso genere su cui verte la
filosofia, ma questa differisce dalla seconda per la direzione in cui usa la
facolta (toi tropoi tes dunameos) e dalla prima per la scelta del modo di
vivere: la dialettica e capace di mettere alla prova (peirastike) riguardo
alle stesse cose su cui la filosofia e capace di avere conoscenza
(gnoristike), mentre la sofistica e una conoscenza apparente, non reale"55.
Per intendere esattamente questo passo, spesso frainteso, bisogna
avere presente quanto Aristotele dice della dialettica peirastica negli
Elenchi sofistici. Quest'ultima viene definita come quella parte della
dialettica, che e poi la dialettica propriamente detta 56 , la quale ha il
compito di mettere alla prova (peiran) coloro che pretendono di sapere e
di smascherarne l'ignoranza 57 , argomentando dalle opinioni di colui che
risponde e da cio che chiunque pretende di sapere deve ammettere
necessariamente 58 . La peirastica dunque si limita a interrogare e a
confutare, dimostrando l' ignoranza di colui che risponde col dedurre
52
53
54
55
56
57
58
Metaph . G 2,1004 b 8-10.
Cfr. Top . 1 13, 105 a 23-24.
Cio e stato chiarito bene da C. Rossitto, Studi sulla dialettica in Aristotele, Napoli,
Bibliopolis, 2000, pp. 35-66.
Metaph . G 2, 1004 b 22-26 .
Soph. el. 34, 183 a 39.
Soph. el. 8, 169 b 24-25.
Soph. el. 2, 165 b 4-6.
ENRICO BERTI :
IL VALORE EP1STEMOLOG1CO DEGLl ENDOXA SECONDO AR1STOTELE
dalle sue tesi il fals0 59 , mentre c'e un'altra parte della dialettica la quale,
"a causa della sua vicinanza alla sofistica", e in grado "non solo di
mettere alla prova dialetticamente, ma anche di rendere conto di una tesi
come se essa ne avesse scienza". Delia prima, cioe della dialettica
peirastica, Aristotele cita come modello Socrate, il quale "interrogava e
non rispondeva, perché ammetteva di non sapere"60.
E chiaro che nel passo della Metafisica sopra citato Aristotele si
riferisce alla dialettica peirastica: questa si limita a interrogare e a
confutare sugli stessi oggetti di cui si occupa la filosofia, cioe l' essere in
quanto essere e l'uno, nonché le "specie" di quest'ultimo, cioe l'identico e
il diverso, il simile e il dissimile, l'uguale e il disuguale, l'anteriore e il
posteriore, la parte e il tutto, e lo fa a partire "solo" da endoxa, i quali
comprendono le ri"sposte dell' interlocutore e le cose che deve
necessariamente sapere chi pretende di avere scienza, cioe probabilmente i
princlpi comuni (principio di non contraddizione e princpio del terzo
escluso)61. Invece la filosofia , essendo capace di conoscere, e in grado di
rispondere sugli stessi oggetti. La differenza tra dialettica e filosofia non e
dunque la differenza tra chi ha sol tanto opinioni, come generalmente si
crede, e chi invece possiede autentica scienza, perché la dialettica non
pretende di gabellare le opinioni per verita (come fa invece la sofistica);
ma e la differenza tra colui che doman da, confutando le false pretese di
sapere, e colui che invece risponde sapendo. Cio e indicato
dall'espressione tropos tes dunameos , che allude al "verso" (da trepo,
volgere), cioe alla direzione, in cui si usa la stessa facolta, che e quella del
discutere: la dialettica la usa per domandare e per confutare, la filosofia
per rispondere e per dimostrare. La facolta in questione e la capacita di
sillogizzare, di argomentare, la dunamis tou dialegesthai di cui si parla
all'inizio dei Topió (dunesometha sullogizesthai)62. Invece la sofistica
differisce dalla filosofia "per la scelta del modo di vivere", cioe per
un' intenzione immorale, quella di gabellare per sapere autentico un sapere
soltanto apparente6 3 .
Dunque gli endoxa a partire dai quali "i dialettici menzionati" in
Metaph. B, -che sono probabilmente Socrate e i Socratici in generale,
59
60
61
62
63
Soph. el. 8, 169 b 25-27 .
Soph. el. 34, 183 b 1-8 .
Cfr. Soph. el. 19,170 a 38-39, e 11, 171 b 6-7.
Top. I 1, 100a2 .
Per una trattazione piu ampia di questo passo rinvio al mio articolo Philosophie,
dialectique el sophistique dans Métaphysique G 2, "Revue Internationale de
phi1osophie", 51, 1997, pp. 379-396.
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SEMI N ARIOS DE FILOSOFÍA .
N°S
14-15 , 2001-2002
come risulta dalla citazione di Socrate a proposito della peirastica-,
"fanno prova di indagare" l'identico e il diverso, il simile e il dissimile,
ecc ., comprendono cio che chiunque pretende di sapere deve
necessariamente ammettere, cioe i principi comuni, che sono
sicuramente veri, e le risposte dell' interlocutore da cui si possa dedurre
la falsita della tesi da lui sostenuta, le quali, per consentire tale
deduzione, devono essere anch' es se vere. Certo, da tali endoxa i
dialettici non deducono delle verita, perché li usano solo per mettere alla
prova, cioe per confutare coloro che pretendono di sapere, ma le
confutazioni che essi fanno sono autentiche confutazioni, cioe
dimostrazioni della falsita delle posizioni esaminate. 11 pass o dunque
non infirma il valore epistemologico degli endoxa , ma anzi lo conferma.
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