IL VALORE EPISTEMOLOGICO DEGLIENDOXASECONDO ARISTOTELE Enrico Berti * l . Il valore epistemologico degli endoxa e divenuto uno dei problemi piu discussi nella letteratura aristotelica da quando la dialettica e stata considerata un candidato forte a costituire il metodo della filosofia di Aristotele, poiché la dialettica, come e noto, e essenzialmente un metodo di argomentazione basato sugli endoxa. Per questo motivo il dibattito sulla cosiddetta "base epistemologica della dialettica aristotelica", sviluppatosi dieci anni fa tra Robert Bolton e J acques Brunschwig, al quale hanno partecipato anche altri interlocutori, e stato quasi per intero un dibattito sul valore epistemologico degli endoxa '. Nel trattato in cui Aristotele presenta, per cosi dire , ufficialmente la sua dialettica e quindi da la piu nota definizione degli endoxa, egli Profesor y Director del Departamento de Filosofia de la Universita degli Studi di Padova, Italia. Cfr. R. Bolton, The epistemological basis of the Aristotelian diale ctic, in D. Devereux et P. Pellegrin (eds .), Biologie, logique et métaphysique chez Aristote, Actes du séminaire du C.N .R.S. , Paris, Ed. du C.N .R.S., 1990, pp. 185-236; J. Brunschwig, Remarques sur la communication de Robert Bolton , ibidem , pp. 238262 ; D. Devereux, Comments on Robert Bolton 's The epistemological basis of Aristotelian dialectic , ibidem, pp . 263-286. lo stesso ho partecipato aquesto dibattito con gli articoli Does Aristotle 's Conception of Dialectic Develop?, in W. Wians (ed.) , Aristotle 's Philosophical Development. Problems and Prospects, Lanham (Maryland), Rowman & Littlefield , 1996, pp. 105-130; L 'utilité de la dialeetique pour les scienees , in A. Motte et J. Denooz (eds.), Aristoteliea secunda. Mélanges offerts Christian Rutten, Liege, c.I.P.L., 1996, pp. 103-115; Philosophie, dialeetique e t sophistique dans Métaphysique G 2 , " Revue a 112 S EMI NA RIOS DE FILOSOFÍA , N°S 14-15, 2001-2002 non dice nulla circa il valore epistemologico di questi, ma fornisce alcune importanti indicazioni circa la loro natura, le quali possono essere utili al fine di determinare il loro valore epistemologico. Egli dice, infatti, che gli endoxa sono quelle opinioni (ta doukounta) "che sono condivise da tutti, o dai piu, o dai sapienti (sophoi), e, se di questi , o di tutti, o dei piu, o dei piu noti e stimati (endoxoi) fra tutti"2, mostrando in questo modo che es si sono un tipo speciale di "cose che sembrano" (ta dokounta), cioe di opinioni (doxai). Ma poi Aristotele aggiunge, parlando della "proposizione dialettica", cioe della premessa del sillogismo dialettico, che essa e "oggetto di opinione notevole (endoxos) per tutti o per i piu o per i sapienti, e, se per questi, o per tutti o per i piu o per i piu noti, e che non e contraria alla opinione comune (me paradoxos). Infatti qualeuno potrebbe asserire l' opinione dei sapienti, qualora non sia opposta alle opinioni (doxai) dei molti"3. E degno di nota, in questa definizione, il fatto che le opinioni candidate, per COSI dire, al titolo di endoxon, son o disposte, come e stato sottolineato da Brunschwig, in ordine di autorevolezza decrescente: es se non sono tutte endoxa, ma, se a proposito di un problema c'e un'opinione accettata da tutti, questa e l' endoxon; se essa non c'e, ma c'e un'opinione accettata dalla maggioranza, l' endoxon sara quest' altra, e cosI via 4 . Infine Aristotele precisa che "tutte quante sono le opinioni (ta dokounta) enunciate secondo le arti (kata technas) sono proposizioni dialettiche . Uno potrebbe infatti asserire le opinioni di quelli che hanno indagato su queste cose; per esempio, circa le cose della medicina potrebbe opinare come il medico, circa quelle della geometria come il geometra, e parimenti anche negli altri casi"5. Quest'ultima precisazione sembra suggerire non solo che gli endoxa possono includere anche aleune verita, quali sono le opinioni dei medici e dei geometri, ma anche che i "sapienti" (sophoi) menzionati sopra sono i tecnici, cioe gli esperti nelle arti e nelle scienze, e non necessariamente i filosofi. Questi ultimi sono menzionati solo a proposito di cio che Aristotele chiama una "tesi", cioe 2 4 Internationale de Philosophie", 51 , 1997, pp . 379-396. In seguito c ' e stato un altro intervento di J. Brunschwig, Dialectique et philosophie che z Aristote el nouveau, in N. L. Cordero (éd.), Onlologie et dialogue. Hommage el Pierre Aubenque, Paris, Vrin , 2000, pp . 107-130. Top. 1 2, 100 b 21-23. Mi servo, con alcune modifiche, della seguente traduzione: Aristotele, 1 Topici, traduzione, introduzione e commento di A. Zadro , Napoli, Loffredo, 1974, la quale rende endoxa con "opinioni notevoli". La piu recente traduzione di Brunschwig e "opinions qui font autorité" . Top. I lO, 104 a 9-12 . Brunschwig , Dialeclique el philosophie , p. 116. Top. I 10, 104 a 33-37 . ENRICO B ERTI : IL VALORE EPISTEMOLOGICO DEGLI ENDOXA SECONDO ARISTOTELE "una supposizione opposta all'opinione comune (paradoxos), appartenente a qualcuno degli uomini noti per la filosofia, come l' affermare che 'non e possibile contraddire', come dice va Antistene, o che 'ogni cosa si muove', secondo Eraclito, o che "cio che e, e uno", come dice Melisso"6. Una precisazione importante per il valore epistemologico degli endoxa e con tenuta nella distinzione, fatta da Aristotele all' inizio dei Topici, tra endoxa autentici e endoxa apparenti. Mentre i primi, come abbiamo visto, sono le premesse del sillogismo dialettico, i secondi sono le premesse del sillogismo eristico, cioe sofistico. Tale differenza e illustrata da Aristotele in un passo dal significato in parte controverso, ma che ai nostri fini e comunque sufficientemente chiaro: "Non tutto cio che appare opinione notevole anche lo e, dato che niente di cio che si dice opinione notevole ha un' apparenza esclusi vamente superficiale (epipolaion echei pantel6s ten phantasian), come accade per i principi dei sillogismi eristici; infatti immediatamente e per lo piti e chiara in essi, per chi puo abbracciare col suo sguardo anche cose piccole (kai mikra), la natura del falso"7. Da que sto passo risulta che gli endoxa autentici non hanno un' apparenza esclusivamente superficiale, come hanno invece quelli apparenti, dunque il consenso che essi possiedono e in qualche misura meritato. 11 fatto, poi, che gli endoxa apparenti siano giudicati senz' altro falsi, come risulta a coloro che sanno abbracciare anche "cose piccole" -e qui non e chiaro se si tratti di cose facili o difficili da capire-, induce a pensare che invece gli endoxa autentici siano, almeno per lo piti, veri 8 . Un'altra importante precisazione fatta da Aristotele nei Topici, e che ci puo essere un conflitto di opinioni, ma non un conflitto di endoxa. 11 conflitto di opinioni e menzionato coma causa di un "problema dialettico", i1 quale e caratterizzato nel modo seguente: "cio intomo a cui o a vviene che non abbiano opinione, né in un senso né nell' altro, o che abbiano opinione opposta, i molti rispetto ai sapienti o i sapienti nei confronti dei mol ti o gli uni e gli altri rispetto a se stessi"9. Queste opinioni non sono tutte endoxa, ma quando una di esse e un endoxon, 6 7 Top. 1 ll , 104 b 19-22. Top. 1 1, LOO b 26-LO la!. Mi discosto in parte dalla traduzione di Zadro, poiché condivido I'interpretazione di questo passo proposta da P. Fait Endoxa e consenso: per la distinzione dei due concetti in Aristotele, "Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici", 15, 1998, pp. 15-48. Nel mio saggio su L'utilité de la dialectique pour les sciences ho interpretato diversamente questo passo, perché non avevo ancora chiaro quanto diro piu sotto, cioe che gli endoxa sono veri nella maggior parte dei casi. Top.I 11, 104 b 1-5. 113 114 SEMI N A RIOS DE FILOSOFfA , N°S 14-15, 2001 -2002 quella ad essa opposta non lo e, come risulta dal passo seguente: "Le proposizioni sono dunque da prescegliersi in tutti i modi nei quali sono state date definizioni della proposizione o prendendo le opinioni di tutti, o quelle dei piu o quelle dei sapienti, e se di questi o quelle di tutti o dei piu o dei piu noti, o quelle che non si oppongono a quelle che appaiono tali, e poi quante sono le opinioni stabilite in base alle arti. E bisogna proporre come proposizioni anche quelle che sono opposte a quelle che risultano opinioni notevoli (tois endoxois), in forma di contraddizione, come si e detto sopra" 10. Aristotele qui si richiama a una regola esposta sopra, secondo la quale "le opinioni opposte alle opinioni notevoli (tois endoxois), enunciate sotto forma della loro contraddizione, appariranno opinioni notevoli. Se infatti e opinione notevole che 'bisogna beneficare gli amici ' , e opinione notevole anche che 'non bisogna danneggiarli ,,, 11. Come prova del fatto che non ci puo essere conflitto tra endoxa Brunschwig cita giustamente un passo riguardante la discussione tra un interrogante e un rispondente, dove Aristotele dice: "se la tesi 'del rispondente' e implausibile (adoxon), e necessario che la conclusione 'che I'interrogante aspira a stabilire ' venga ad essere opinione note vol e (endoxon), e se e opinione notevole la tesi, sara implausibile la conclusione. Infatti colui che interroga conclude sempre con il contrapposto della tesi di chi risponde"12. Da questo passo risulta che il contraddittorio di un endoxon non e un altro endoxon, ma un adoxon. Non contrasta con questa precisazione cio che Aristotele afferma delle proposizioni dialettiche, le quali possono essere proposizioni etiche, fisiche o logiche, dove dice: "quanto dunque alla filosofia , bisogna trattare di tali cose dal punto di vista della verita (kat'aletheiean), ma quanto alla dialettica, guardando all'opinione (pros doxan)"13. Cio infatti significa soltanto che la dialettica, la quale usa come premesse delle sue argomentazioni gli endoxa, non mira a stabilire la verita, come fainvece la scienza, ma solo ad argomentare sul piano dell'opinione. Quanto agli endoxa, come vedremo, essi possono essere tanto veri quanto falsi, anzi quanto piu si avvicinano alla verita, tanto piu sono degni di essere condivisi, ma cio che di loro interessa nella discussione dialettica non e tanto che siano veri, quanto piuttosto che siano condivisi. Questo e confermato dall ' osservazione di Aristotele, secondo la quale un sillogismo e "Iogico", cioe dialettico, anche se 10 II 12 13 Top . Top . Top. Top . 1 14, 105 a 34-b 3. Leggo la linea 37 come Waitz, Ross e Brunschwig. I 10, 104 a 20-23 . VIII 5, 159 b 4-6 . I 14, 105 b 30-3l. ENRICO BERTI : IL VALORE EPlSTEMOLOG/CO DEGLI ENDOXA SECONDO ARIS TOTELE muove da premesse false, purché queste siano endoxa, mentre un sillogismo che muove da premesse vere, ma paradossali, non ha per la dialettica nessun valore l4 . 2. II valore epistemologico degli endoxa e chiarito, a mio avviso, soprattutto nella Retorica, anche se cio e stato riconosciuto solo con riserva dall'unico articolo dedicato a questo tema, cioe I'articolo di Glenn Most sugli endoxa, presentato al Symposium Aristotelicum dedicato alla Retorica l5 . Per questo autore le argomentazioni retoriche, o entimemi , che sono basate sugli endoxa, sembrano aspirare unicamente al successo, cioe alla persuasione, indipendentemente da ogni bonta o verita. Solo nel primo capitolo della Retorica, afferma Most, Aristotele presenta una concezione alquanto diversa da quella che egli professa nel resto del trattato. In questo capitolo la filosofia, l' autentico valore morale e la conoscenza della verita appartengono non solo ai fini della retorica, ma anche ai suoi mezzi. Questa discrepanza, secondo Most, puo essere spiegata o per mezzo del!' approccio cronologico, secondo il quale parti di verse del trattato sono state composte in tempi diversi ; oppure per mezzo del! ' approccio filosofico , secondo il quale il primo capitolo rappresenta una visione idealizzata della retorica; o piuttosto (e que sta e l'opinione dello studioso nordamericano) per mezzo dell' approccio retorico, secondo il quale I'inizio del trattato potrebbe avere la funzione di giustificare perché un filosofo dovrebbe essere la persona adatta a tenere corsi e a scrivere un manuale sulla retorica 16. lo cerchero di mostrare che non solo nel primo capitolo della Retorica, ma anche nel resto del trattato Aristotele attribuisce agli endoxa un valore epistemologico piuttosto alto, il che e confermato da altri trattati quali l' Etica Nicomachea e gli Analitici Primi, anche se questi non lo illustrano in modo cosi ampio come la Retorica. Nel primo capitolo della Retorica troviamo un passo ben noto, dove Aristotele, parlando della differenza tra il sillogismo retorico, cioe l' entimema, che e fondato sugli endoxa, e il sillogismo scientifico, cioe la dimostrazione, che e fondata sulla verita, dice: "chi e in grado di esaminare da quali elementi e in che modo si formi un sillogismo potra anche essere il piu abile nell' uso degli entimemi ... Infatti e funzione della stessa facolta scorgere il yero (to atethes) e cio che e simile al vero 14 15 16 Top . VIII 12, 162b27-28. G . Most, The Uses of th e Endoxa. Philosophy and Rhetoric in the Rhetoric, in D. Furley and A. Nehamas (eds .) , Aristotle's Rhetoric. Philosophical Essays, Princeton, Princeton university Press, 1994, pp . 167-190. ¡vi, pp . 186-188 . liS 116 SEMINARIOS DE FILOSOFfA, N°S 14-15, 2001-2002 (to homoion t(ji alethei), e nel contempo gli uomini hanno una sufficiente disposizione naturale per il yero e nella maggior parte dei casi (la pleió) colgono la verita. Pertanto, un ' abile disposizione a mirare (stochastik(js echein) alle opinioni notevoli (pros ta endoxa) e propria di una persona che e altrettanto abile nel mirare alla verita"17 . Qui gli endoxa sono indicati come "cio che e simile al vero", nel senso migliore del termine "simile", quello per cui es so significa "quasi uguale", cioe "prossimo al vero" . 11 significato di questa espressione sara spiegato, come vedremo, in seguito. Inoltre Aristotele afferma che chi e abile nell' indi viduare il yero e altrettanto abile nell' indi viduare gli endoxa, il che attesta una stretta affinita tra gli endoxa e il yero. Subito dopo Aristotele afferma che "la retorica e utile perché la verita e la giustizia sono per natura piu forti dei loro contrari" 18, sicché un oratore che difende la verita ha piu probabilita di successo. Questo implica che le premesse degli argomenti retorici, cioe gli endoxa, per essere il piu possibile appropriati a tali argomenti, devono essere il piu possibile vicini aBa verita. Lo stesso concetto e implicito in un altro passo, dove Aristotele, dopo avere detto che la dialettica e la retorica sono abili nel trarre conclusioni opposte, aggiunge: "i contenuti, ovviamente, non sono indifferenti, ma, in senso generale, quelli veri e migliori sono sempre per loro natura piu adatti al sillogismo e piu persuasivi"19. Cio significa che le premesse degli argomenti retorici, cioe gli endoxa, sono tanto piu persuasivi quanto piu sono vicini aBa verita. Non c'e dubbio, quindi, che nel primo capitolo della Retorica Aristotele attribuisce agli endoxa un alto valore epistemologico, come sostiene anche Most. Ma la stessa cosa risulta anche dagli altri capitolio Nel capitolo 2, per esempio, Aristotele dice che "la persuasione si ottiene tramite i discorsi -cioe tramite gli argomenti che hanno come premesse gli endoxa- quando mostriamo il yero o il yero apparente attraverso i mezzi di persuasione appropriati a ciascun caso"20. La menzione del "vero apparente" e dovuta al fatto che, come spetta alla dialettica trattare il sillogismo autentico e il sillogismo apparente, cioe quello eristico, cosi spetta aBa retorica trattare l' entimema autentico e l' entimema apparente, 17 18 19 20 Rhet. 1 1, 1355 a 10-18. Mi servo, con modifiche, della seguente traduzione : Aristotele, Reto rica, introduzione di F. Montanari, testo critico, traduzione e note a cura di M. Dorati , Milano, Mondadori, 1996. Rhet. I 1, 1355 a 21-22 . Rhet.I 1, 1355 a 36-38 . Rhet. 1 2, 1356 a 19-20. ENRICO BERTI : lL VALORE EPISTEMOLOGICO DEGLl ENDOXA SECaNDO ARISTOTELE il quale dimostra appunto il vero apparente 21 . Cio non ha nulla a che fare con l' intenzione di persuadere di qualcosa di non vero. In ogni caso la retorica e detta avere a che fare col vero, il che sembra implicare che le premesse dei suoi argomenti, cioe gli endoxa, debbano essere veri. In quale senso o in quale misura es si siano veri, e spiegato dalla definizione stessa di entimema, cioe di sillogismo retorico, data nello stesso capitolo: "di mostrare che, se certe premesse sono vere (tinón ontón), qualcosa di diverso oltre a loro ne risulta in virtu del loro essere vere, interamente o nella maggior parte dei casi (e katholou e has epi to polu), viene detto sillogismo nella dialettica, entimema nella retorica"22. Qui Aristotele introduce, parlando dell'entimema, la nozione di cio che e vera "nella maggior parte dei casi" (has epi to polu), la quale e ' proprio cio che caratterizzera, come vedremo, le premesse del!' argomentazione retorica. n riferimento agli endoxa appare esplicitamente in un altro passo, dove Aristotele afferma: "dal momento che nessuna tecnica considera il particolare -la medicina, per esempio, considera cosa sia salutare non per Socrate o per Callia, ma per un uomo o per uomini di questo o quel genere (cio infatti rientra in una tecnica, mentre il particolare e indeterminato e non costituisce oggetto di scienza)- neppure la retorica analizzera cio che sembra probabile (endoxon) a livello particolare, a Socrate o a Ippia, ma cio che sembra tale a uomini di un dato genere"23. Che gli endoxa siano le premesse delle argomentazioni retoriche, e sottinteso da un passo in cui Aristotele parla di argomentazioni che non sono persuasive, indicando implicitamente i caratteri di quelle persuasive, cioe di quelle retoriche: "E possibile formare sillogismi e trarre inferenze in parte da cio che gia in precedenza e stato dedotto tramite sillogismo, in parte da cio che non lo e stato, ma che lo esige per il fatto di non essere conforme all' opinione comune (endoxa). Tra questi, necessariamente i primi sono difficili da seguire a causa della loro lunghezza -si suppone che un giudice sia un uomo semplice- mentre gli altri non sono persuasivi per il fatto di non derivare da premesse su cui esiste accordo e che rientrano nell' opinione comune (endoxa)"24. Ciü significa che le argomentazioni retoriche sono persuasive perché sono fondate su endoxa. 21 22 23 24 Rhet. 1 2, 1356 a 35-b 4. Rhet. 12, 1356 b 16-18 . Su questa definizione si veda l'articol0 di M. F. Burnyeat, Enthymeme: Aristotle on the Logic of Persuasion, in D. Furley and A. Nehamas (eds.), op. cit., pp. 3-56. Rhet. 1 2, 1356 b 30-34. Rhet.I2,1357a7-13. 117 118 SEMINARIOS DE FILOSOFÍA, N°S 14-15.2001-2002 U valore epistemologico degli endoxa e stabilito chiaramente dove Aristotele parla in general e delle premesse degli entimemi: "e chiaro che le premesse degli entimemi saranno talvolta necessarie, ma per la massima parte soltanto valide per lo piu (hOs epi to polu)"25. Dunque, se le premesse degli entimemi sono endoxa, come abbiamo visto, gli endoxa saranno o necessari, cioe veri sempre, il che forse potrebbe accadere a pochi di essi, oppure veri nel1a maggior parte dei casi, il che invece puo accadere a molti endoxa. Questo e il loro valore epistemologico. Quando essi sono di questo secondo tipo, essi coincidono con cio che Aristotele chiama to eikos, che significa cio che e simile al vera (eikos ha la stessa radice di eikan, immagine), non nel senso che non sia Yero, ma nel sen so che e yero nella maggior parte dei casi. U valore di questo concetto e chiarito, a mio avviso, nel famoso passo della Poetica in cui Aristotele afferma che la poesia e "piu filosofica" (philosophOteron) della storia, perché la poesia si occupa maggiormente dell'universale, mentre la storia racconta i particolari. "Appartiene infatti all'universale il fatto che a qualcuno capiti di dire o di fare certe cose secondo verosimiglianza (kata lO eikos) o necessita, e a questo mira la poesia, aggiungendo successivamente i nomi; appartiene invece al particolare dire cosa ha fatto o cosa e capitato ad Alcibiade"26. Benché non ci sia dubbio che il particolare narrato dalla storia e Yero, Aristotele considera la poesia "piu filosofica", cioe piu scientifica (per lui infatti philosophia equivale ad episteme, scienza) della storia, perché il "verosimile" e piu universale del particolare, cioe e cio che accade nella maggior parte dei casi e quindi sempre si puo dire che potrebbe accadere. Aristotele spiega tutto cio in modo esplicito, dicendo: "gli entimemi, inoltre, si ricavano dalle probabilita (eikota) e dai segni (semeia), e di conseguenza e necessario che questi due elementi corrispondano rispettivamente a questi due tipi di proposizione". E definisce l'eikos cosi: "U probabile (o verosimile) e quanto avviene nella maggior parte dei casi (to has epi to polu ginomenon), non cosi semplicemente come alcuni lo definiscono, ma quanto, tra cio che potrebbe essere anche in un modo diverso, sta, relativamente a quello in rapporto al quale e probabile, in una relazione analoga aquella dell' universale nei confronti del particolare"27. Una probabilita, in conc1usione, e un caso particolare della c1asse dei contingenti, cioe e un contingente che accade nella maggior parte dei casi. Glenn Most 25 26 27 Rhet. 1 2, 1357 a 30-31 . Poet. 8, 1451 b 5-11, traduzione di G. Paduano, Roma-Bari, Laterza, 1998. Rhe/. 1 2, 1357 a 31-b 1. ENRICO BERTI : IL VALORE EPISTEMOLOGICO DEGLI ENDOXA S ECO NDO ARIS TOTELE aggiunge: "con la singola, parziale, ma estremamente interessante eccezione di 11 25, 1402 b 35-1403 a 1 (che considereremo in seguito), l' eikos non puo essere quantificato, come puo esserlo per noi la probabilita. Il termine invece significa "plausibilita e designa cio che, in particolari circostanze, uno e inclinato a credere che possa essere vero"28. Ma questa e una caratterizzazione troppo debole, che tiene conto solo del carattere contingente dell' eikos, e non del suo grado di probabilita, che Aristotele afferma chiaramente. L' altra categoria di premesse per gli entimemi sono i segni, che possono essere o segni necessari, nel quale caso essi sono chiamati "prove" (tekmeria) e non possono essere confutati, oppure segni non necessari, nel qual caso possono essere confutati. Come esempio del primo tipo di segni Aristotele cita il seguente: "segno che uno e malato e il fatto che ha la febbre" o "segno che una donna ha parto rito e il fatto che ha latte", mentre come esempio del secondo tipo di segni egli cita: "del fatto che i sapienti sono giusti e segno il fatto che Socrate era sapiente e giusto"29. Questo secondo tipo non e un caso di deduzione dall' uni versale al particolare, bensi di induzione dal particolare all'universale. Ma cio non ha nulla a che fare con gli endoxa. Il secondo capitolo della Retorica, in conclusione, non e discrepante dal primo, come pretende Most, perché es so attribuisce un altro valore epistemologico agli endoxa identificandoli con il probabile, ossia con cio che e yero nella maggior parte dei casi. 3. In aggiunta aquesta ci sono altre parti della Retorica che sembrano andare nella stessa direzione. Cio vale soprattutto per i quattro capitoli del libro 11 che sono dedicati ai topoi degli entimemi, cioe Rhet. II 22-25. In Rhet. 11 22 Aristotele anzitutto conferma la sua dottrina, secondo la quale gli entimemi muovono da endoxa e gli endoxa coincidono con le premesse che son o vere nella maggior parte dei casi, dicendo: "Non si deve parlare sulla base di tutte le opinioni (ex hapanton ton doukounton), ma solo di a1cune determinate, quelle ad esempio, ammesse dai giudici o da coloro il cui giudizio e accolto dagli uomini 'cioe gli endoxa', e cio perché in questo modo sembrera evidente a tutti, o alla maggior parte delle persone. E non si debbono trarre conclusioni soltanto dalla premesse necessarie, ma anche da quelle valide per lo piu (hós epi to polu)"30. 28 29 30 Most, op. cit., p. 172, n. 18. Rhet. 12,1357 b 1-17. Rhet. 1I 22,1395 b 31-1396 a 3. 119 120 SEMINARIOS DE FILOSOFíA , N°S 14-15, 2001-2002 In seguito Aristotele distingue due tipi di entimemi: "gli uni sono dimostrativi del fatto che qualcosa e o non e, gli altri sono confutativi, e la differenza e la stessa che esiste nelIa dialettica tra confutazione e sillogismo. L' entimema dimostrativo consiste nel trarre conclusioni da premesse sulle quali esiste accordo (ex homologoumenon, cioe gli endoxa), quello confutativo trae conclusioni non accolte dall' avversario (ta anomologoumena, cioe gli adoxa)"31. Infine egli menziona un altro tipo di entimemi, cioe gli "entimemi apparenti (phainomena), che non sono realmente entimemi perché non sono realmente sillogismi"32. Questi ultimi corrispondono, come abbiamo gia detto, a quelli che per la dialettica sono i sillogismi eristici, cioe apparenti, oppure i paralogismi . In Rhet. II 23 Aristotele illustra i "luoghi" (topoi) degli entimemi dimostrativi, che sono entimemi autentici (i contrari, le forme grammaticali simili, i termini in rapporto reciproco, il piu e il meno, la considerazione del tempo, la ritorsione, la definizione, i diversi significati di una parola, la divisione, l'induzione, ecc.), mentre in Rhet. II 24 illustra i luoghi degli "entimemi apparenti" (phainomena) , cioe quelli che sembrano autentici, ma non lo sono (lo stile, l' omonimia, l' argomentare combinando , l' esagerazione, il segno, l' accidente, il conseguente, ecc.) . A proposito di quest'ultimo tipo di entimemi egli afferma: "un entimema apparente si basa su cio che non e verosimile in senso assoluto (hapLOs eikos) ma e verosimile in un caso particolare (ti eikos)". E aggiunge: "e cio non e universale ... Infatti accade anche cio che e contrario al verosimile (to para to eikos) e di conseguenza e verosimile anche cio che e contrario al verosimile. E se e cosi , l'inverosimile e verosimile. Ma non in sen so assoluto (haplos): come nel caso delle dispute eristiche, il fatto di non aggiungere la circostanza, il rapporto e il modo crea l'inganno, e cosi succede anche qui, perché il verosimile non e assoluto, ma solo particolare"33. Questo passo spiega molto chiaramente, secondo me, la natura del verosimile, o probabile: esso e cio che accade nella maggior parte dei casi, ma in qualche caso puo non accadere 34 . Se noi assumiamo come premessa della nostra argomentazione solo il caso in cui es so non accade, noi non assumiamo una probabilita assoluta, ma una probabilita particolare, e la nostra argomentazione non sara un yero entimema, ma un entimema apparente. 31 32 33 34 Rhet. II 22, 1396 b 22-27 . Rhet. II 22, 1397 a 3-4. Rhet. II 24, 1402 a 8-17 . E questo spiega anche perché, nel cosiddetto "argomento acutissimo" (cfr. sopra, nota 11), sia possibile dedurre una conclusione adossale da premesse entrambe endossali . ENRICO BERTI : IL VALORE EPISTEMOLOGICO DEGLI ENDOXA SECONDO ARISTOTELE Rhet. 11 25 e dedicato alla confutazione (lusis), e tratta sia di quella autentica che di quella apparente. La confutazione consiste nel proporre un sillogismo contrario (antisullogizesthai) o nell' avanzare un' obiezione (enstasis). Proprio in questo contesto troviamo quella che spesso e stata considerata un' ammissione, da parte di Aristotele, di un conflitto tra gli endoxa 35, ma in verita, non deve essere considerata tale, come ved remo subito. HE evidente -egli dice- che e possibile formare un sillogismo contrario a partire dagli stessi luoghi 'del sillogismo che si vuole confutare', poiché i sillogismi derivano dalle opinioni comuni (endoxa) e molte opinioni (doukounta) sono opposte le une alle altre"36. lo non condivido la maggior parte delle traduzioni di questo passo, perché danno J'impressione che gli endoxa in esso nominati coincidano con i dokounta Üa loro opposti, ed in tal modo conducono all'ammissione di un conflitto tra gliendoxa. Se questo conflitto esistesse realmente , iI valore epistemologico degli endoxa sarebbe irrimediabilmente compromesso, perché la contraddizione e il segno piu evidente della falsita di una delle sue parti. In realta per Aristotele gli endoxa non coincidono con i dokounta , ma sono solo una classe speciale di questi, cioe sono i dokounta accettati da tutti, o dalla maggior parte, o dai sapienti, ecc. Oltre agli endoxa, i dokounta includono anche gli adoxa, che son o accettati solo da qualcuno, o da una piccola parte, o dagli uomini non sapienti, nonché i paradoxa, che sono sostenuti da alcuni sapienti, come i filosofi (Antistene, Eraclito ed altri), ma solo da questi. Questa differenza, che io ho una volta segnalato 37 , e stata sottolineata anche da Brunschwig, il quale per questa ragione ha confermato la sua esclusione della possibilita di conflitti tra gli endoxa 38 . Cio che Aristotele sta dicendo nel passo sopra citato, e che noi possiamo costruire dei sillogismi contrari usando g!i stessi luoghi che son o usati nei silJogismi che vogliamo confutare (per esempio i contrari, le forme grammaticali simili , i termini in rapporto reciproco, il piu e il meno, ecc.), purché assumiamo come premessa un' opinione che contraddice la premessa assunta da! 35 36 37 38 Cfr. Bolton , op. cit., p. 199. Rhet. JI 25, 1402 a 32-34. E. Berti, L 'utilité de la diale ctiqu e pour les sci enc es, p. 114 . Grazie ad un ' osservazione di J. Brunschwig , che gentilmente cita questo articolo (vedi la nota successiva), devo correggere ciD che in esso ho scrilto, eliminando le parole "et qui soit a so n tour un endoxon" . Brunschwig, Dialectique el philosophie chez Aristote a nouveau , p . 117 , n. l. Brunschwig sostenne questa tesi anche in Remarques sur la communication de Robert Bolton , pp. 245-246 . 121 122 SEMINARIOS DE FILOSOFfA, N°S 14-15, 2001-2002 sillogismo opposto . Entrambe le premesse che si contraddicono sono dokounta, cioe opinioni, ma solo una di es se e un endoxon, cioe un' opinione autorevole. L' entimema fondato sull' endoxon e un entimema autentico, mentre l' altro, fondato sull' opinione opposta, non e un entimema autentico, perché e fondato su un'opinione che sembra autorevole, e non lo e. Del resto, come potrebbero due endoxa, cioe due affermazioni vere nella maggior parte dei casi, essere in contrasto fra di loro? Se contrasto c' e, es so sara tra cio che e vero nella maggior parte dei casi e cio che e vero in quei casi che non rientrano nella maggior parte, e quindi non sono oggetto di endoxa. Questa interpretazione e confermata dalle osservazioni di Aristotele sul comportamento dell'obiezione (enstasis), che e l'altro modo per confutare un entimema, analogo al sillogismo contrario. Egli infatti stabilisce un perfetto parallelismo fra gli entimemi e le obiezioni che possono essere portate contro di essi. Come gli entimemi sono basati su probabilita, esempi, prave e segni, cosI lo sono anche le obiezioni. Consideriamo il caso degli entimemi basati sul probabile, che e il piu interessante per il nostro tema, a causa della coincidenza tra endoxon ed eikos. Aristotele ripete cio che ha detto prima, cioe che "gli entimemi sono tratti dal probabile (ek ton eikoton) quando sono basati su cio che e o sembra essere (ek dokounton) per lo piu (has epi to polu)"39. Ed aggiunge: "E dal momento che il probabile non e cio che e sempre, ma solo cio che e per 10 piu, e evidente che gli entimemi di questo genere possono sempre essere confutati sollevando un' obiezione, ma che la confutazione e apparente e non vera sempre. Chi so lleva l' obiezione confuta mostrando non che l' argomento non e probabile, ma che non e necessario"40. Qui la confutazione basata su una premessa che non e probabile, cioe oggetto di un endoxon, ma e solo oggetto di un'opinione (dokoun), e considerata una confutazione apparente. Cio prova che non vi e conflitto tra gli endoxa. Piu avanti Aristotele afferma che un'obiezione consistente nell' osservare che cio che accade nella maggior parte dei casi non accade sempre, e un paralogismo, cioe un ragionamento sbagliato, perché "non e la stessa cosa confutare di mostrando che un argomento non e probabile o dimostrando che es so non e necessario, e cio che e vera per lo piu si presta sempre all'obiezione, altrimenti non sarebbe vero per lo piu, ma sarebbe vero sempre e di necessita". Se un giudice 39 40 Rhet. II 25, 1402 b 14-16. Rhet. II 25, 1402 b 20-23. ENRICO BERTI : lL VALORE EPISTEMOLOGICO DEGLI ENDOXA SECONDO ARISTOTELE pensasse che, a causa di una simile obiezione la poslzIOne attaccata e stata confutata, farebbe un ragionamento sbagliato (paralogizomenos) . Per fare una obiezione autentica, "non basta confutare un argomento perché non e necessario, ma si deve confutarlo perché non e probabile. Questo accadd qualora l' obiezione sia basata su cio che e per lo piu in misura maggiore (mallo n has epi to polu) della posizione attaccata"41. A questo punto Aristotele introduce cio che Most considera un caso eccezionale di quantificazione della probabilita, dicendo che I'obiezione puo essere "in misura maggiore per lo piu", cioe piu probabile, "in due modi, in considerazione o del tempo o dei fatti, ma nel modo piu efficace se e tale in considerazione di entrambi, perché una cosa e tanto piu probabile (eikos mallon) quanto piu numerosi e piu frequenti (ta pleió kai pleonakis) sono i casi in cui essa e cosj"42. La quantificazione della probabilita e un problema complesso, ma non si deve considerare eccezionale il fatto che Aristotele ne parli solo in questo passo, perché qui egli sta mettendo a confronto argomenti opposti che pretendono entrambi di essere probabili 43 . In ogni caso essa non infirma il fatto che il probabile (eikos), e quindi anche l' endoxon (che e identificato con esso), ha per Aristotele il valore epistemologico di cio che e vera nella maggior parte dei casi, qualunque possa essere la sua quantita, e che Aristotele non ammette mai un conflitto tra endoxa . Un caso apparente di conflitto tra gli endoxa si presenta nel caso di quello che Aristotele chiama 1"'argomento acutissimo" (logos drimutatos), in cui a partire da premesse massimamente endossali si puo dedurre una conclusione contraria ad un altro endoxon 44 . Ma, come dimostra un efficace esempio introdotto al riguardo dal commentatore J. Pacius, in tale sillogismo si fa valere un'eccezione ad una regola come se essa fosse un endoxon, cioe un' affermazione valida per lo piu, mentre essa e appunto un'eccezione. L'esempio di "argomento acutissimo" in questione e il seguente: tutte le madri amano i loro figli (endoxon) , Medea era madre 41 42 43 44 Rhet. 1I 25, 1402 b 26-36 . Rhet. 11 25, 1402 b 36-1403 a 1. COSI leggono Ross (Aristotelis Ars rhetorica , Oxford 1959) e Dufour (Aristote, Rhétorique, Paris 1967), in analogia con 1403 b 9. ¡nvece Kassel (Aristotelis Ars rh eto rica, Berlin-New York 1974), seguendo i manoscritti , legge solo pleonakis. Su questo tema si veda il saggio di M. Mignucci , Hós epi to polu et nécessaire, in E. Berti (ed.) , Aristotle on Sci ence, Proceedings of the eighth Symposium Aristotelicum held in Padua from September 7 to 15 , 1978, Padova, Antenore, 1981, pp . 173-204, il quale attribuisce al concetto in questione il significato di operatore temporale, indicante cio che e vera non sempre , ma "quasi sempre". Cfr. Soph. el. 33, 182 b 37 -38. 123 124 SEMINARIOS DE FILOSOFÍA, N°S 14-15, 2001-2002 (altro endoxon), dunque Medea amava i propri figli (conclusione derivante necessariamente dalle premesse, ma in contrasto con l' endoxon secondo il quale Medea non amava i propri figli, perché li uccise). Anche se qualcuno ha interpretato I'argomento in questione come un paradosso del tipo di quello del mentitore o dei parados si teorizzati da Russe1l 45 , a me sembra che esso sia reso possibile dal margine di non verita contenuto in una delle due premesse (tutte le madri amano i propri figli), la quale e vera "per lo piu", e dunque in qualche raro caso non lo e. Non mi sembra pertanto che esso configuri un yero e proprio conflitto tra endoxa. L'esempio di Medea dimostra solo che tutte le regole possono avere del1e eccezioni, ma cio non toglie loro il carattere, appunto, di regole. Resta Yero, infatti, che nella maggior parte dei casi le madri amano i propri figli. 4. Come abbiamo gia detto, la Retorica, in virtu della sua attenzione per gli entimemi, e il trattato di Aristotele che stabilisce nel modo piu chiaro il valore epistemologico degli endoxa. Ma la dottrina in essa esposta e confermata anche da altri trattati, uno dei quali ha la massima importanza dal punto di vista epistemologico, cioe gli Ana/itici primi. Nell'ultimo capitolo di questo trattato, dando la definizione "ufficiale" di entimema, Aristotele afferma: "L'entimema e un sillogismo che procede da premesse probabili (ex eikoton) o da segni. Il probabile e il segno non sono la stessa cosa: il probabile e la premessa fondata suB' opinione autorevole (protasis endoxos), probabile infatti e cio che si sa che avviene o non avviene o che e o non e per lo piu (hOs epi to po/u), come per esempio che gli invidiosi odino o che gli amati amino"46. Qui ritroviamo tutte le equivalenze affennate nella Rhetorica, cioe l'identificazione degli endoxa con i probabili e la definizione del probabile come cio che accade nella maggior parte dei casi. Anche l'esempio e molto illuminante. Il valore epistemologico degli endoxa e cosi indicato come il valore delle proposizioni che sono quasi sempre vere. Quando il grado di "endossalita", per cosi dire, e massimo, cioe quando un endoxon e accettato da tutti, allora la sua verita puo essere assoluta, almeno in certe materie, come risulta dal famoso passo dell' Etica Nicomachea , dove Aristotele dichiara: "diciamo che cio che ognuno pensa 45 46 Cfr. W. Cavini, Modalita dialettiche nei Topici di Aristotele, in AA . Vv., Le teorie della modalita, Atti del Convegno Internazionale di Storia della logica (San Gimignano, 5-8 dicembre 1987), Bologna, CLUEB, 1989, pp . 15-46. An. Pro 11 27 , 70 a 2-5 (traduzione di M. Mignucci, in Aristotele, Gli Analitici Primi , Napoli 1969, leggermente modificata) . Ross, a differenza dai manoscritti, colloca la riga 10 all'inizio di questo passo, ma in ogni caso il senso non cambia. E N RI CO B ERTI : lL VA LORE EPISTEMOLOGICO DEGLI ENDOXA S ECON DO ARISTO T ELE e realmente COSi"47. Il fatto che tale affermazione si trovi in un' opera di etica fa pensare che essa si riferisca a problemi di tipo etico, dove il consenso di tutti costituisce l' ethos, il costume, il quale per Aristotele e effettivamente fonte di moralita. Non si dovrebbe percio estendere questa affermazione a tutti i settori trattati dalla filosofia aristotelica. Ovviamente, l' alto valore epistemologico degli endoxa fa si che essi possano essere usati non solo nelle argomentazioni dialettiche o retoriche, ma anche in quelle scientifiche. Aristotele stesso dichiara negli Analitici posteriori -il trattato dedicato alla teoria della scienza- "di cio che accade per caso non c' e scienza dimostrati va, perché cio che accade per caso non e né necessario né per lo piu"48, e in tal modo ammette che ci possa essere scienza anche di cio che accade nella maggior parte dei casi. Una scienza di questo tipo e la fisica, come risulta da))' affermazione contenuta nella Fisica, secondo la quale "tutte le cose naturali accadono in un certo modo sempre o per lo piu"49; ma lo e anche la "scienza politica", cioe l'etica, come risulta dall'analoga affermazione, concernente il metodo di questa scienza, secondo la quale "parlando di cose che accadono per lo piu e argomentando da cose tali perveniamo anche a conclusioni di questo tipo"50. Dunque gli endoxa, funzionando da premesse per le argomentazioni fisiche ed etiche, ci permettono di ottenere conclusioni che hanno valore scientifico, nello stesso senso in cui possono essere considerate scienze filosofiche la fisica el' etica. Un problema aperto e se anche la metafisica possa usare gli endoxa come premesse per le sue argomentazioni. C'e un passo, aquesto proposito, che normalmente viene interpretato in senso negativo, cioe una delle aporie di Metaph. B: "Riguardo all'identico e al diverso, e al simile e al dissimile, e alla contrarieta, e all' anteriore e al posteriore, e a tutte le altre cose di questo tipo, in torno aBe quali i dialettici fanno prova di indagare (p eirantai skopein) svolgendo la loro indagine a partire dai soli endoxa (ek tan endoxan monan), a chi spetta teorizzare riguardo a tutte?"51. Ma siamo sicuri che la limitazione "soli" indichi un basso valore epistemologico degli endoxa? Essa potrebbe essere anche 47 48 49 50 51 Eth. Ni c. X 2, 1173 a l . An. Post. 1 30, 87 b 19-21. Phys. II 8, 198 b 35-36. Eth. Ni c. 13 , 1094 b 21 -22 . Metaph . B 1, 995 b 21-25. Mi sembra che peirontai skopein possa essere tradotto con " fanno prov a di indagare", ri spettando cosi il significato di peira ("prova") da cui il verbo peirao de riva. Cfr. F. Montanari , Vo cabalaria della lingua greca, Torino, Loescher, 1995 , p. 1527 c. 125 126 S EMINARIOS DE FILOSOFÍA , N°S 14-1 S, 2001-2002 voler dire che, pur avendo gli endoxa un alto valore epistemologico, da soli essi non bastano a garantire il valore dell' indagine in questione, perché e necessario affiancare ad essi qualche altra cosa. In quest'ultima direzione mi sembra andare la soluzione dell'aporia. fornita da Aristotele in Metaph. G, do ve si afferma: "coloro che indagano su queste cose (cioe i "dialettici" menzionati in Metaph. B) sbagliano non per questo motivo, cioe perché non fanno filosofia, ma perché prima di es se c'e la sostanza, intorno alla quale essi non dicono nulla"52. Da cio si desume infatti che "i dialettici", pur muovendo da endoxa, quando indagano nozioni come identico e diverso, simile e dissimile, ecc., fanno filosofia, dunque gli endoxa possono essere usati anche per fare filosofia; solo che questi dialettici non aggiungono all'uso degli endoxa la distinzione tra i molti significati che i termini in questione possiedono (distinzione che pure rientra fra gli "strumenti" della dialettica S3 ) e quindi non riconoscono iI primato che, fra tali significati, deve essere attribuito all' ousia 54 . Segue poí íl famoso confronto tra filosofía, dialettica e sofistica, cioe: "la sofistica e la dialettica vertono sullo stesso genere su cui verte la filosofia, ma questa differisce dalla seconda per la direzione in cui usa la facolta (toi tropoi tes dunameos) e dalla prima per la scelta del modo di vivere: la dialettica e capace di mettere alla prova (peirastike) riguardo alle stesse cose su cui la filosofia e capace di avere conoscenza (gnoristike), mentre la sofistica e una conoscenza apparente, non reale"55. Per intendere esattamente questo passo, spesso frainteso, bisogna avere presente quanto Aristotele dice della dialettica peirastica negli Elenchi sofistici. Quest'ultima viene definita come quella parte della dialettica, che e poi la dialettica propriamente detta 56 , la quale ha il compito di mettere alla prova (peiran) coloro che pretendono di sapere e di smascherarne l'ignoranza 57 , argomentando dalle opinioni di colui che risponde e da cio che chiunque pretende di sapere deve ammettere necessariamente 58 . La peirastica dunque si limita a interrogare e a confutare, dimostrando l' ignoranza di colui che risponde col dedurre 52 53 54 55 56 57 58 Metaph . G 2,1004 b 8-10. Cfr. Top . 1 13, 105 a 23-24. Cio e stato chiarito bene da C. Rossitto, Studi sulla dialettica in Aristotele, Napoli, Bibliopolis, 2000, pp. 35-66. Metaph . G 2, 1004 b 22-26 . Soph. el. 34, 183 a 39. Soph. el. 8, 169 b 24-25. Soph. el. 2, 165 b 4-6. ENRICO BERTI : IL VALORE EP1STEMOLOG1CO DEGLl ENDOXA SECONDO AR1STOTELE dalle sue tesi il fals0 59 , mentre c'e un'altra parte della dialettica la quale, "a causa della sua vicinanza alla sofistica", e in grado "non solo di mettere alla prova dialetticamente, ma anche di rendere conto di una tesi come se essa ne avesse scienza". Delia prima, cioe della dialettica peirastica, Aristotele cita come modello Socrate, il quale "interrogava e non rispondeva, perché ammetteva di non sapere"60. E chiaro che nel passo della Metafisica sopra citato Aristotele si riferisce alla dialettica peirastica: questa si limita a interrogare e a confutare sugli stessi oggetti di cui si occupa la filosofia, cioe l' essere in quanto essere e l'uno, nonché le "specie" di quest'ultimo, cioe l'identico e il diverso, il simile e il dissimile, l'uguale e il disuguale, l'anteriore e il posteriore, la parte e il tutto, e lo fa a partire "solo" da endoxa, i quali comprendono le ri"sposte dell' interlocutore e le cose che deve necessariamente sapere chi pretende di avere scienza, cioe probabilmente i princlpi comuni (principio di non contraddizione e princpio del terzo escluso)61. Invece la filosofia , essendo capace di conoscere, e in grado di rispondere sugli stessi oggetti. La differenza tra dialettica e filosofia non e dunque la differenza tra chi ha sol tanto opinioni, come generalmente si crede, e chi invece possiede autentica scienza, perché la dialettica non pretende di gabellare le opinioni per verita (come fa invece la sofistica); ma e la differenza tra colui che doman da, confutando le false pretese di sapere, e colui che invece risponde sapendo. Cio e indicato dall'espressione tropos tes dunameos , che allude al "verso" (da trepo, volgere), cioe alla direzione, in cui si usa la stessa facolta, che e quella del discutere: la dialettica la usa per domandare e per confutare, la filosofia per rispondere e per dimostrare. La facolta in questione e la capacita di sillogizzare, di argomentare, la dunamis tou dialegesthai di cui si parla all'inizio dei Topió (dunesometha sullogizesthai)62. Invece la sofistica differisce dalla filosofia "per la scelta del modo di vivere", cioe per un' intenzione immorale, quella di gabellare per sapere autentico un sapere soltanto apparente6 3 . Dunque gli endoxa a partire dai quali "i dialettici menzionati" in Metaph. B, -che sono probabilmente Socrate e i Socratici in generale, 59 60 61 62 63 Soph. el. 8, 169 b 25-27 . Soph. el. 34, 183 b 1-8 . Cfr. Soph. el. 19,170 a 38-39, e 11, 171 b 6-7. Top. I 1, 100a2 . Per una trattazione piu ampia di questo passo rinvio al mio articolo Philosophie, dialectique el sophistique dans Métaphysique G 2, "Revue Internationale de phi1osophie", 51, 1997, pp. 379-396. 127 128 SEMI N ARIOS DE FILOSOFÍA . N°S 14-15 , 2001-2002 come risulta dalla citazione di Socrate a proposito della peirastica-, "fanno prova di indagare" l'identico e il diverso, il simile e il dissimile, ecc ., comprendono cio che chiunque pretende di sapere deve necessariamente ammettere, cioe i principi comuni, che sono sicuramente veri, e le risposte dell' interlocutore da cui si possa dedurre la falsita della tesi da lui sostenuta, le quali, per consentire tale deduzione, devono essere anch' es se vere. Certo, da tali endoxa i dialettici non deducono delle verita, perché li usano solo per mettere alla prova, cioe per confutare coloro che pretendono di sapere, ma le confutazioni che essi fanno sono autentiche confutazioni, cioe dimostrazioni della falsita delle posizioni esaminate. 11 pass o dunque non infirma il valore epistemologico degli endoxa , ma anzi lo conferma.