Sui gra hamiltoniani Sandro Rajola e Maria Scafati Tallini Sommario Si fornisce un'espressione per il numero dei circuiti hamiltoniani di un grafo mediante la quale si caratterizzano i gra hamiltoniani speciali. 1 Introduzione Dato un grafo semplice G , ossia privo di cappi e multispigoli, si denisce circuito C di G di lunghezza l, un sottografo di G che consta di l spigoli, che è connesso e tale che ogni suo vertice ha grado 2, ossia tale che non è unione di due gra disgiunti e che ogni vertice è contenuto in 2 lati (ossia deg V = 2, per ogni V vertice di G ). Il circuito C si dirà hamiltoniano, se esso contiene tutti i vertici di G . Indicato con NH il nunero dei circuiti hamiltoniani di G , si forniscono delle espressioni per la determinazione di NH . Deniamo circuito dominante di G un circuito tale che ogni spigolo di G ha un vertice in esso. Diremo che G è un grafo speciale, se contiene un circuito dominante di lunghezza δ , dove δ è il grado minimo dei vertici di G . Si caratterizzano i gra speciali hamiltoniani. 1 2 Gra hamiltoniani Sia G un grafo semplice, ossia privo di cappi e di multispigoli. Un circuito di G è un cammino chiuso, cioè un sottografo (V, E) di G con V = {x1 , x2 , . . . , xl } ed E = {x1 x2 , x2 , x3 , . . . , xl−1 , xl , xl , x1 }. Diremo circuito hamiltoniano di G un circuito di G che contiene ogni vertice di G . Sia ora m un intero non negativo. Diremo che uno spigolo ` di G è un m-spigolo se esso appartiene ad m circuiti hamiltoniani. L'intero m sarà detto indice hamiltoniano di `. Denotiamo con NH il numero dei circuiti hamiltoniani di G . Proviamo il seguente Teorema 1. In un grafo semplice G la somma s degli indici hamiltoniani degli spigoli di G uscenti da un vertice V di G è una costante che non dipende da V e risulta s = 2NH , onde s è pari. Dimostrazione. Sia V un vertice di G e sia n il grado di V . Siano `1 , `2 , . . . , `n gli spigoli di G uscenti da V e sia mi , i = 1, . . . , n, l'indice hamiltoniano di `i . Sia poi mi,j , con i 6= j ed i, j = 1, . . . , n, il numero dei circuiti hamiltoniani contenenti `i ed `j . Evidentemente si ha mi,j = mj,i , per ogni i, j = 1, . . . , n, i 6= j, ed inoltre ogni circuito hamiltoniano di G contiene due spigoli uscenti da V . È immediato vericare che NH = n X (1) mi,j . i,j=1, i<j D'altra parte risulta anche mi = n X mi,j , ∀i = 1, . . . , n. j=1, i6=j 2 (2) Dalla (2) si ha s = n X mi = i=1 n X = n n X X i=1 j=1, i6=j n X mi,j + i,j=1, i<j n X = 2 n X mi,j = i,j=1, i<j n X mi,j = i,j=1, i6=j n X mj,i = i,j=1, i<j n X mi,j + i,j=1, i<j n X mi,j + i,j=1, i>j mi,j = i,j=1, i<j mi,j . i,j=1, i<j Da quanto precede e dalla (1) segue la tesi. Il teorema è cosí provato. 3 mi,j = 3 Esempi in applicazione del Teorema 1 Esempio 1. Si consideri il seguente grafo G1 : V4 V3 m m V1 m V2 Figura 1: G1 Gli spigoli di G1 hanno lo stesso indice hamiltoniano m, in quanto, ssati comunque due spigoli, esiste un isomorsmo di G1 in sé che muta uno nell'altro. Dal Teorema 1 segue, considerando il vertice V2 : (3) m = 2NH . Sempre dal Teorema 1 segue, considerando il vertice V1 : (4) 3m = 2NH . Dalle (3) e (4) segue NH = 0. Dunque G1 non contiene circuiti hamiltoniani. Ne segue che G1 non è hamiltoniano (come si può vericare direttamente). Esempio 2. Si consideri il seguente grafo G2 : 4 V4 m m V7 n V5 z n n n m V8 m m V9 z n V1 V6 z n V2 Figura 2: G2 5 m V3 Gli spigoli {V1 , V2 }, {V2 , V3 }, {V3 , V6 }, {V6 , V4 }, {V4 , V5 }, {V1 , V5 } hanno ovviamente lo stesso indice hamiltoniano m. Gli spigoli {V5 , V8 }, {V8 , V2 }, {V2 , V9 }, {V9 , V6 }, {V6 , V7 }, {V7 , V5 } hanno lo stesso indice hamiltoniano n. Gli spigoli {V7 , V8 } {V8 , V9 } {V9 , V7 } hanno lo stesso indice hamiltoniano z . Applicando il Teorema 1 al vertice V4 , si ha: (5) 2m = 2NH . Analogamente per il vertice V5 , si ha: (6) 2m + 2n = 2NH . Dalle (5) e (6) segue (7) n = 0. Supponiamo ora per assurdo che sia NH 6= 0 e sia C un circuito hamiltoniano di G2 . Dalla (7) e dal fatto che C deve passare per i vertici V7 , V8 e V9 , segue che C coincide con il circuito ({V7 , V8 , V9 } , {{V7 , V8 } , {V8 , V9 } , {V9 , V7 }}) : un assurdo perché C deve passare per tutti i vertici di G2 . L'assurdo prova che non può essere NH 6= 0. Dunque si ha NH = 0 e G2 non è hamiltoniano. 6 Esempio 3. Si consideri il seguente grafo G3 riportato in Figura 3. V1 V2 m m V3 a b V6 d V11 a z m z c V18 d V20 b m b a V22 a V19 c b V15 d d m V21 V14 z b a d z V17 V16 b V13 d V10 d V12 c V9 V8 d m b c b V5 m a V7 a V4 m a V23 V24 V25 Figura 3: G3 Accanto a ciascuno spigolo è segnato il corrispondente indice hamiltoniano. Si hanno le seguenti relazioni, applicando il Teorema 1 ai vertici di seguito indicati: V1 : 2m = 2NH (8) V2 : m + a + b = 2NH (9) 7 V3 : 2a + c = 2NH (10) V7 : 2b + 2d = 2NH (11) V8 : 2d + c + z = 2NH (12) V13 : (13) 4z = 2NH Dalle (8) e (9) si ha (14) m = a + b. Dalle (8) e (10) si ha (15) 2m = 2a + c. Dalle (8) e (11) segue (16) m = b + d. Dalle (14) e (16) segue (17) a = d. Dalle (8) e (12) si ha (18) 2m = 2d + c + z. Dalle (15), (17) e (18) si ha (19) z = 0. Dalle (13) e (19) segue NH = 0. Dunque, G3 non è hamiltoniano. 8 V1 V5 V9 V13 V2 V3 V6 V7 V10 V11 V14 V15 V4 V8 V12 V16 Figura 4: G4 Esempio 4. Si consideri il grafo G4 in Figura 4. Si osservi che esiste un circuito hamiltoniano di G4 , dato da ({V1 , V2 , V3 , V4 , V5 , V6 , V7 , V8 , V9 , V10 , V11 , V12 , V13 , V14 , V15 , V16 }, {{V1 , V2 } , {V2 , V3 } , {V3 , V4 } , {V4 , V8 } , {V8 , V12 } , {V12 , V16 } , {V16 , V15 } , {V15 , V11 } , {V11 , V7 } , {V7 , V6 } , {V6 , V10 } , {V10 , V14 } , {V14 , V13 } , {V13 , V9 } , {V9 , V5 } , {V5 , V1 }}) . Dunque G4 è hamiltoniano. 9 Esempio 5. Si consideri il seguente grafo G5 : A C m m m m n B n n n m m m m Figura 5: G5 Si ha: A: 2m = 2NH , (20) B: 4n = 2NH , (21) C: 2m + n = 2NH . (22) Dalle (20) e (22) segue (23) n = 0. Dalle (21) e (23) segue NH = 0. 10 Dunque G5 non è hamiltoniano. Dato un grafo semplice G , indichiamo con δ il grado minimo dei vertici di G . Denotiamo poi con V l'insieme dei vertici di G che hanno grado maggiore di δ . Un grafo stella è un grafo semplice in cui tutti gli spigoli contengono uno stesso vertice. Dato un vertice V di un grafo semplice G , chiamiamo stella di G di centro V il sottografo stella di G individuato dagli spigoli di G uscenti da V . Dato un grafo semplice G , chiameremo circuito dominante di G un circuito C di G tale che ogni spigolo di G non di C incide C (cioè esce da un vertice di C). Proviamo ora il seguente Teorema 2. La somma s degli indici hamiltoniani degli spigoli di un grafo semplice G , con v = |G|, è data da s s = N H · v ⇔ NH = . v Dimostrazione. In forza del Teorema 1, la somma P degli indici hamiltoP niani degli spigoli di ciascuna stella S di G è data da 2NH . La somma di P tutte le somme S delle stelle di G è dunque data da: X La = 2NH + 2NH + · · · + 2NH = 2NH · v. | {z } S (24) v volte P può essere determinata anche tenendo presente che, ai ni del calcolo P di , l'indice hamiltoniano di ciascuno spigolo di G viene contato due volte. Si ha allora: X (25) = 2s. 11 Dalle (24) e (25) segue s = NH · v, cioè la tesi. Il teorema è cosí provato. 12 4 Gra speciali Proviamo il seguente Teorema 3. Sia G un grafo semplice. Allora ogni circuito dominante di G ha lunghezza maggiore od uguale a δ . Dimostrazione. Osserviamo che, se G è un circuito, la tesi è vera. Infatti in tale caso vi è un solo circuito dominante di G , dato da G stesso. Tale circuito ha lunghezza l ≥ 3, mentre risulta δ = 2 < 3 ≤ l. Ne segue δ < l. L'osservazione è cosí provata. Sia allora G distinto da un circuito, sia C un circuito dominante di G e sia l la lunghezza di C. Poiché G non è un circuito, esiste un vertice V di G non di C. Dal fatto che C è dominante, segue che ciascuno spigolo di G uscente da V incide C. Da ciò e dal fatto che il numero dei vertici di C è uguale ad l, segue che (26) l ≥ deg V. Inoltre si ha evidentemente (27) deg V ≥ δ. Dalle (26) e (27) si ha l ≥ δ, cioè la tesi. Il teorema è cosí provato. 13 Il Teorema 3 suggerisce la seguente denizione. Diremo che un grafo semplice G è speciale, se esiste un circuito dominante di G di lunghezza δ . Un tale circuito sarà chiamato circuito dominante min- imo di G . Osserviamo che un grafo speciale contiene almeno tre vertici. Infatti un circuito dominante contiene almeno tre vertici. Sia ora G un grafo speciale e sia C un circuito dominante minimo di G . È immediato vericare che ogni vertice di V è un vertice di C. Ne segue che |V| ≤ δ . Abbiamo allora cosí provato il seguente Teorema 4. Condizione necessaria anché un grafo G sia speciale è che sia |V| ≤ δ. Se G è speciale e risulta |V| = δ, ogni vertice di C è un vertice di V e diremo che G è iperspeciale. Dunque, se G è iperspeciale, l'insieme dei vertici di C coincide con V, ossia tutti i circuiti dominanti minimi hanno gli stessi vertici. Riportiamo ora due esempi di gra iperspeciali. 14 Esempio 6. Si consideri il seguente grafo G6 . Un circuito dominante minimo è evidenziato in Figura 6. 5 7 7 8 5 5 7 7 5 Figura 6: Si ha, indicando con |C| il numero dei vertici di C: δ = 5; |C| = 5 = |V| ; |G| = 9. 15 Esempio 7. Si consideri il seguente grafo G7 . Accanto a ciascun vertice è indicato il relativo grado. 5 8 8 5 8 5 5 5 8 8 5 Figura 7: Un circuito dominante minimo C è evidenziato nella gura. Si ha: δ = 5; |C| = 5 = |V| ; |G| = 11. 16 Proviamo ora il seguente Teorema 5. Un grafo completo Kn , con n ≥ 4, è un grafo speciale, ma non iperspeciale. Dimostrazione. Sia V un vertice di Kn . Evidentemente esiste un circuito C di Kn i cui vertici sono i vertici di Kn distinti da V . Ovviamente C è un circuito dominante di Kn . Inoltre C è minimo, in quanto la lunghezza di C è data da n − 1 = δ . Dunque G è speciale. Inoltre poiché |V| = 0 < δ , si ha che G non è iperspeciale. Ricordiamo il seguente teorema di Dirac sui gra hamiltoniani [2]. Teorema 6. Se G è un grafo semplice con v ≥ 3 vertici e δ ≥ v/2, allora G è hamiltoniano. Non è nora noto nessun teorema che dia una condizione necessaria e suciente per l'hamiltonianità di un grafo. Pertanto ha particolare interesse dimostrare il seguente Teorema 7. Un grafo speciale G con v vertici è hamiltoniano se, e soltanto se, δ ≥ v/2. Dimostrazione. Se δ ≥ v/2, il grafo è hamiltoniano, in quanto esso contiene almeno tre vertici (G è speciale) e vale il Teorema di Dirac. Viceversa, sia G hamiltoniano e sia C un circuito dominante minimo di G . In forza del Teorema 2, la somma s degli indici hamiltoniani degli spigoli di G è data da (28) s = NH · v. Indichiamo con s1 la somma degli indici hamiltoniani degli spigoli di C e con s2 la somma degli indici hamiltoniani degli spigoli non di C che hanno 17 entrambi i vertici su C. Poiché C è dominante, gli spigoli di G sono tutti e soli quelli che incidono C, compresi gli spigoli di C. Ne segue, considerando gli spigoli di G distribuiti sulle stelle di G aventi centro su C e tenendo conto del Teorema 2, che s = 2NH + 2NH + · · · + 2NH − s1 − s2 , | {z } δ volte da cui (29) s = 2NH δ − s1 − s2 . Dalle (28) e (29) si ha (30) s1 + s2 = NH (2δ − v). Poiché G è hamiltoniano, si ha NH > 0. Inoltre risulta evidentemente s1 ≥ 0, s2 ≥ 0. Dalla (30) segue allora 2δ − v ≥ 0, cioè v δ≥ . 2 Il teorema è cosí provato. Dal Teorema 7 segue in particolare che il grafo dell'Esempio 7 non è hamiltoniano, in quanto esso è speciale e risulta δ = 5 < v/2 = 5, 5. 18 Bibliograa 1. R. Balakrishnan and K. Ranganathan. A textbook of Graph Theory, Springer, New York, Berlin, Heidelberg, 1999. 2. G. A. Dirac. Some theorems on abstract graphs. Proc. London Math. Soc., 2 (1952), 69-81. 3. R. J. Wilson. Introduction to graph theory. Second edition, Longman Groups Ltd, London, 1979. Sandro Rajola Maria Scafati Tallini Dipartimento di Matematica Università degli Studi di Roma La Sapienza Piazzale Aldo Moro, 2 00185 Roma [email protected] 19