SEE AND TREAT APPARATO: APPARATO DERMATOLOGICO: Ustioni minori, Ciste sebacea, Geloni, Dermatite da contatto, Foruncolo, Orticaria, Infezione ungueale, Idrosadenite, Verruche, Pediculosi, Ustioni solari, Ritenzione di zecca . 1 Introduzione/Epidemiologia/Richiami Anatomia e Fisiologia I sintomi dermatologici incidono approssimativamente per il 5% delle visite nel DEA. Le infezioni della cute e dei tessuti molli sono fra i problemi più comuni che si osservano nel Dipartimento di Emergenza. Esse spaziano da quelle totalmente benigne alle vere emergenze. La maggior parte delle raccomandazioni per il trattamento delle infezioni della cute e dei tessuti molli derivano da osservazioni di pratica clinica in quanto la letteratura su questo argomento è penalizzata dalla scarsità di studi randomizzati e controllati. La descrizione morfologica delle lesioni cutanee prese in esame è essenziale al fine di usare una terminologia comune. Tabella 1. Lesioni cutanee elementari. 2 Tipo di lesione Descrizione Macula: Area circoscritta di variazione del colorito normale della cute senza sollevamento cutaneo Papula: Lesione solida, sollevata, fino a 0,5 cm di diametro; colore variabile Nodulo: Simile alla papula ma collocata più profondamente nel derma e nel tessuto sottocutaneo; più di 0,5 cm di diametro Placca: Sollevamento circoscritto della cute di più di 0,5 cm di diametro; spesso una confluenza di papule Pustola: Area circoscritta di cute contenente liquido purulento Vescica: Lesione circoscritta, sollevata, contenente liquido, fino a 0,5 cm di diametro Bolla: Lesione circoscritta, sollevata, contenente liquido, maggiore di 0,5 cm di diametro Petecchie: Piccole macchie rosse o marroni fino a 0,5 cm di diametro che non scoloriscono con la pressione Porpora: Petecchie circoscritte di più di 0,5 cm di diametro Squame: Eccesso di cellule epidermiche morte prodotte da una cheratinizzazione abnorme; le squame a lamina sono dette desquamazione Tabella 2. Lesioni cutanee. Tipo di lesione Descrizione 3 Erosione: Perdita focale di epidermide; guarisce senza cicatrice Ulcera: Perdita focale di epidermide e derma; guarisce con cicatrice Escoriazione: Erosione lineare o angolare dovuta a grattamento Crosta: Raccolta di siero secco e detriti cellulari Licheinificazione: Area di epidermide ispessita che è la conseguenza del grattamento abituale Atrofia: Depressione della cute che deriva dall’assottigliamento dell’epidermide o del derma Squame: Perdita di un eccesso di cellule epidermiche morte che sono prodotte per cheratinizzazione Quando si valuta, in area Triage o in See and Treat, un paziente con manifestazioni cutanee occorre cercare le seguenti CONDIZIONI/ SEGNALI D’ALLARME 4 di accompagnamento , poiché esse possono indicare una patologia sistemica : Tabella 3. Segnali d’allarme/Condizioni di accompagnamento: Febbre: Esantema virale, setticemia, sindrome da shock tossico, eritema multiforme, malattia di Kawasaki, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica Età infantile : Meningococcemia, malattia di Kawasaki, esantema virale Età anziana: Meningite, pemfigo volgare, sepsi, meningococcemia, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, sindrome da ipersensibilità, sindrome da shock tossico Compromissione dello stato generale: Fascite necrotizzante, meningococcemia, necrolisi epidermica tossica, sindrome di StevensJohnson, sindrome da ipersensibilità, sindrome da shock tossico, Meningococcemia, herpes zoster, setticemia, fascite necrotizzante (asplenia, alcolismo, debilitazione) Adenopatia: Reazione da farmaci, sindrome da ipersensibilità, malattia virale Eritrodermia diffusa: Sindrome stafilococcica della cute scottata, sindrome da shock tossico, sindrome streptococcica da shock tossico, fascite necrotizzante Petecchie/porpora: Meningococcemia, fascite necrotizzante, vasculite, coagulazione intravascolare disseminata, febbre maculosa delle Montagne Rocciose Lesioni orali/mucose: Eritema multiforme major, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens- Johnson, pemfigo volgare 5 Ipotensione: Sindrome da shock tossico, meningococcemia, febbre maculosa delle Montagne Rocciose, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens- Johnson Dolore grave localizzato/Dolorabilità di un’estremità: Fascite necrotizzante, cellulite Recente uso di farmaci nuovi (1-4 settimane): Reazione cutanea a farmaci, fotosensibilità, eritema multiforme, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, sindrome da ipersensibilità Artralgie: Reazione da farmaci La cute è formata da tre strati: l’epidermide, il derma e lo strato sottocutaneo. L’epidermide contiene le cellule basali e i cheratociti, che formano una barriera protettiva. I melanociti producono il pigmento che filtra le radiazioni ultraviolette. Il derma è formato da tessuti connettivi ( collagene, elastina e fibre reticolari) che forniscono la forza e l’elasticità alla cute. Lo strato sottocutaneo contiene per la maggior parte cellule adipose e tessuto connettivo. Le ghiandole sudoripare, i follicoli piliferi, i nervi, i capillari e le vene sono all’interno di questi tre strati. 6 Protocollo: USTIONI MINORI Motivo di presentazione al Triage: Dolore, arrossamento della cute con o senza presenza di “bolle” (vescicole) e fuoriuscita di liquido 7 Segnali d’allarme/esclusione: Età < 10 aa Presenza di traumi associati Presenza di grave comorbilità • Ustione a spessore parziale profondo > 15% della superficie corporea dell’adulto • Ustione a spessore parziale profondo > 10% della superficie corporea del bambino o dell’anziano; • Ustione a tutto spessore > 2% di estensione nell’adulto o nel bambino (escluso faccia, mani, perineo, o piedi) • Ustione elettrica, chimiche (gli alcali producono lesioni > degli acidi), radiazioni • Dolore atroce (Vas 8-10) • Ustioni associate a sospette lesioni da inalazione Conferma elegibilità percorso See and Treat : Dolore, cute arrossata o chiara, con o senza presenza di flittene causata da agenti lesivi: calore, chimici, luce, assenza dei segnali d’allarme/esclusione Attenzioni/trabocchetti: Non utilizzare ghiaccio per applicazione topica sull’ustione a scopo di raffreddamento ed analgesia in quanto tale utilizzo si associa a 8 vasocostrizione che può produrre nella sede di ustione ulteriore dolore e danno tissutale. Sospettare un danno da inalazione se il paziente si trovava in uno spazio al chiuso (es. bagno) o se è osservabile un alterazione dello stato di coscienza (ridotta durata dell’attenzione, agitazione, irrequietezza, dondolamenti). I bambini piccoli non hanno le capacità motorie per ripararsi velocemente dalla sorgente di calore e hanno cute più sottile. Pertanto le ustioni a parità di esposizione sono più severe che in un adulto. La profilassi antibiotica non trova indicazione nel periodo post-ustione precoce, ma solo riservata in caso d’infezione La profilassi antibiotica è di scarsa utilità nella maggior parte delle ferite. Tralasciare un’adeguata pulizia della ferita è ciò che porta all’infezione, non il mancato utilizzo di antibiotici Valutazione “rischio infettivo”: sebbene la decisione di trattare con un regime antibiotico dipende dalla gravità dell’infezione o dal rischio di svilupparla, questo criterio è spesso soggettivo (vedi protocollo trasversale). Eventuale abuso/violenza su minori (sigarette, altro) Trattamento: Scopo/finalità: Interrompere il processo di sviluppo della lesione Assicurare un adeguato controllo del dolore Ridurre il rischio infettivo Ridurre esiti cicatriziali 9 Materiale: • Fonte di luce • Farmaci antidolorifici ( vedi protocollo trasversale) • Pinza “Aprianelli “ • Dispositivi di autoprotezione: visiera, camice, guanti sterili di varia misura, cuffia • Arcella sterile • Telini sterili • Guanti monouso di varia misura • Soluzione salina sterile riscaldata • Soluzione antisettica • Siringa sterile da 60 ml • Agocanula 16 G • Forbici sterili o lama di bisturi e portalama sterili • Pinze sterili • Rasoi • Garze non AD/idrocolloidi • Garze sterili grandi e piccole • Garza semielastica • Rete tubolare • Vaccino antitetanico 10 • Immunoglobuline tetano • Libretto vaccinale • Contenitore per rifiuti speciali • Contenitore per rifiuti urbani • Contenitore per taglienti NB: consigliato la predisposizione di kit apposito Interventi: - Informare il paziente - Lavaggio sociale delle mani - Somministrazione analgesico secondo intensità dolore (vedi protocollo trasversale) - Preparazione del materiale - Liberare il paziente dagli abiti e di eventuali oggetti costrittivi della zona interessata (abiti, anelli, braccialetti ecc.) - Somministrare farmaci antidolorifici (facendo attenzione ad eventuali allergie) in base all’intensità del dolore prima della medicazione, lasciando sufficiente tempo perché producano efficace analgesia (vedi protocollo trasversale) - Lavaggio antisettico delle mani - Valutare sede, estensione e profondità dell’ustione: regola del nove - Indossare indumenti di autoprotezione (camice, guanti, visiera, cuffia) 11 - Irrigare la ferita con soluzione salina sterile riscaldata: siringa da 50 ml e catetere da 18 G per rimuovere il materiale più grossolano - Rispetto delle flittene integre: mantenimento intatto di quelle stabili e di piccole dimensioni ed il possibile drenaggio di quelle estese in via di rottura o già lese - Effettuare una rimozione delicata di membrane e tessuti devitalizzati (quali le membrane delle flittene rotte); successivamente procedere a disinfezione - Applicare garze non AD - Coprire con garze sterili - Fissare il rivestimento con garza semielastica , avvolgendo le estremità dalla parte distale a quella prossimale o usando in bendaggio a rete tubolare: le mani devono essere avvolte in posizione funzionale (dita leggermente flesse); - Avvolgere le dita individualmente per permettere di compiere alcuni movimenti e lasciare le punte delle dita esposte per valutare la circolazione - Sollevare gli arti per ridurre l’edema - Profilassi antitetanica se necessario (vedi protocollo trasversale) - Riordino del materiale - Lavaggio sociale delle mani Istruzioni per la dimissione: • Ricordare che le ustioni superficiali solitamente guariscono in 5-10 giorni, mentre quelle a medio spessore solitamente in 10-14 giorni 12 • Ricordare che le lesioni guarite presentano maggior sensibilità e possono sviluppare manifestazioni pigmentate per cui dovrebbe essere suggerito l’uso quotidiano di creme protettive soprattutto per il sole per almeno 12 mesi. • Informare il pz. che tutte le ferite/ustioni hanno un rischio d’infezione, anche con un trattamento adeguato e che guariscono con una cicatrice, quindi anche se minimo può darsi che un danno estetico rimanga • Prescrizione di antibiotico in caso di “rischio infettivo” (vedi protocollo trasversale) • Prescrizione analgesia (vedi protocollo trasversale) • Controllo nell’arco delle 24-48 ore o presso medico curante o presso struttura dedicata dove presente (la profondità della lesione risulta difficile da valutare nell’immediato periodo post-ustione, risultando sottostimata: diventa pertanto consigliabile l’osservazione periodica per controllare la reale profondità della lesione e impostare la gestione più adeguata) 13 AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER USTIONE MINORE Gentile Signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: • Bere molta acqua e aumentare l’assunzione di alimenti ad alto contenuto proteico per promuovere la guarigione • L’ustione può produrre abbondante essudato nelle fasi iniziali e diventare successivamente asciutta e dare prurito mentre guarisce, tutto ciò è normale • Un certo grado di dolore, rossore, ed edema possono essere normali, ma un essudato verdastro aumento del dolore e dell’edema e la comparsa di febbre sono segni d’infezione e necessitano rivalutazione rapida dell’ustione • Controllo della temperatura corporea per l’insorgenza di febbre. In tal caso rivalutazione proprio medico curante • Tenere l’estremità colpita sollevata nelle prime 24 ore per ridurre l’edema • Le ustioni superficiali solitamente guariscono in 5-10 giorni, mentre quelle a medio spessore solitamente in 10-14 giorni • Le lesioni guarite presentano maggior sensibilità e possono sviluppare manifestazioni pigmentate per cui dovrebbe essere suggerito l’uso quotidiano di creme protettive soprattutto per il sole per almeno 12 mesi. 14 • Le ferite/ustioni hanno un rischio d’infezione, anche con un trattamento adeguato e che guariscono con una cicatrice, quindi anche se minimo può darsi che un danno estetico rimanga Bibliografia di riferimento: 1) Burbulys DB, Bessen HA “Major burn injury and its emergent management“. Critical Decisions in Emergency Medicine 1999;13(8):19 2) Wraa C “Burns”. In “”. pp 349-362 3) American College of Surgeon “Injuries due to burns and cold” in “Advanced Trauma Life Support program for doctors”. Chicago, Illinois; 1997; pp.273-288 4) NSW Burns Management Working Group “Management guidelines for people with burn injury”. NSW Health Department 1996 5) Demling RH, De Santi Leslie, Orgill DP “Initial management of the burn patient part 2 (Resuscitation phase 0-36 hours)” Burnsurgery.org 2000. http://www.burnsurgery.org 15 6) Julia Flltz Patty A. Sturt “Nursing nell’emergenza-urgenza” edizione italiana a cura di Margherita Barbara Pinna e Claudio Ronzani terza edizione pp. 150-184; 704-710; 856-862 7) onafo WW “Initial management of burns”. The New England Journal of Medicine 1996;335(21):1581-1586 Flow-chart riassuntiva: 16 Protocollo: Ciste sebacea 17 Motivo di presentazione al Triage: Dolore localizzato, gonfiore, e arrossamento della cute e talvolta fuoriuscita di materiale purulento; Segnali d’allarme/esclusione: Età inferiore 10 anni Febbre > 38° sede: volto, collo, cavo ascellare, perineo Estensione dei segni di flogosi oltre la lesione Grave comorbilità e condizioni generali recentemente compromesse Diatesi emorragica congenita o acquisita (pz in terapia con TAO etc.) Presenza di favo (raggruppamento di foruncoli) Conferma elegibilità percorso See and Treat: Tumefazione calda, eritematosa, dolorabile, di consistenza più o meno dura e/o fluttuante alla palpazione. Talora si può rilevare la presenza di materiale purulento localizzato, talora fuoriuscita spontanea di sostanza purulenta; con o senza storia di trauma minore (come un corpo estraneo ritenuto); temperatura corporea inferiore a 38° Attenzioni/Trabocchetti: • Non trattare le infezioni profonde della mano come semplice ascesso cutaneo. Quando è presente dolore significativo o edema, o 18 impotenza funzionale, rimandare in area triage per trattamento (esecuzione radiografia, valutazione più approfondita ecc) • Talvolta non è possibile raggiungere un’anestesia locale adeguata per incisione e drenaggio dell’ascesso, perché l’acidosi tessutale locale neutralizza l’anestetico locale. • Valutazione “ Rischio infettivo” per la prescrizione antibiotico (vedi protocollo trasversale) Trattamento: Scopo/finalità: Ridurre la sintomatologia dolorosa Ridurre rischio infettivo Ripristino della funzionalità della zona interessata Materiale: • Fonte di luce • Farmaci antidolorifici ( vedi protocollo trasversale) • Materiale di autoprotezione: visiera, camice, cuffia • Arcella • Rasoio • Telini sterili • Guanti monouso • Guanti sterili • Disinfettante: Clorexidina 2% in base acquosa o Iodio-povidone non alcolico 19 • Anestetico locale: ghiaccio sintetico/lidocaina 1%/Bicarbonato di Sodio • Lama di bisturi (n.11) e portalama sterili • Pinza klemmer • Soluzione salina sterile • Siringa sterile da 10 ml n.2 • Ago monouso sterile da iniezione sottocutanea • Garze sterili grandi e piccole • Cerotto Mefix • Contenitore per smaltimento dei taglienti • Contenitore per rifiuti speciali • Contenitore per rifiuti urbani NB: consigliato la predisposizione di kit apposito Interventi: Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente Liberare il paziente dagli abiti Preparazione del materiale Somministrare farmaci antidolorifici (vedi protocollo trasversale) prima della medicazione, lasciando sufficiente tempo perché producano efficace analgesia 20 Ispezionare l’ascesso: • In caso di ascesso non “maturo” ( non è fluttuante): Rivalutazione prossime 24-48 ore per determinare la necessità di incisione/drenaggio; nel frattempo consigliare applicazione di impacchi caldo-umidi con acqua tiepida e sale per 2/3 volte al giorno per promuove la localizzazione del pus e alleviare il dolore. • In caso di ascesso “maturo”: Lavaggio antisettico delle mani Disinfettare la cute attorno la ferita con Iodio-povidone non alcolico o Clorexidina al 2% in soluzione acquosa Applicare anestetico locale ghiaccio sintetico o Lidocaina 1% + Bicarbonato di sodio ( per ridurre il dolore da inoculazione, rapporto 1:10) Incidere ascesso con una singola incisione per tutta la cavità ascessuale Procedere con klemmer all’allargamento ed esplorazione cavità per permettere il completo drenaggio del materiale purulento Irrigare la cavità con soluzione salina per permettere la rimozione del materiale purulento Applicare garza dentro la cavità per favorire ulteriormente il drenaggio Eseguire medicazione a piatto Riordino materiale Lavaggio sociale delle mani Istruzioni per la dimissione: 21 Prescrive analgesico: (vedi protocollo trasversale) Prescrivere antibiotico in caso di “rischio infettivo” (vedi protocollo trasversale). AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: CISTE SEBACEA Gentile Signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: In caso di ascesso non drenato: Si consigliano impacchi caldo-umidi con acqua tiepida e sale sulla regione infiammata 2/3 volte al dì, per promuove la localizzazione del pus e alleviare il dolore. Nelle 24/72 ore successive l’ascesso può evolvere e secernere materiale purulento e dovrà quindi essere rivalutato dal proprio medico curante o ambulatorio P.S ( in base alle organizzazioni). - In caso di ciste drenata: Controllo ambulatoriale nelle 24/72 ore successive presso medico curante o ambulatorio (in base alle organizzazioni dei PS) Nelle ore successive la medicazione potrà macchiarsi di sostanza mista a sangue e pus, tutto ciò è normale 22 La ferita non può essere richiusa totalmente e deve guarire per seconda intenzione Dopo la risoluzione del processo infiammatorio acuto dovrà sottoporsi in “elezione” ad un successivo intervento per la “completa” asportazione della ciste Bibliografia di riferimento: • Infezioni della cute e dei tessuti molli: comuni, rare e letaliEmergency Medicine Practice Aprile 2001 • Boils. The British Association of Dermatologists. www.bad.org.uk, accessed 7 May 2009 • Fitch MT, Manthey DE, McGinnis HD, et al. Abscess incision and drainage. New England Journal Med. 2007; 357:e20. www.nejm.org • Medicina d’Urgenza pratica e progresso di Valerio Gai anno 2001 • Emergenze dermatologiche: diagnosi e trattamento dei rash cutanei pericolosi per la vita; Emergency Medicine Practice Dicembre 2002 Flow-Chart riassuntiva: 23 Protocollo: 24 I GELONI Modalità di presentazione al Triage: Sensazione di freddo, dolore, intorpidimento, formicolio, prurito dell’area esposta a bassa temperatura Segnali d’allarme/esclusione: Età < 10 aa Ipotermia : TC < 35 °C Grave comorbilità e condizioni generali compromesse Segni di ischemia (assenza dei polsi periferici) Storia di vasculiti Conferma elegibilità percorso See and Treat: Arrossamento (eritema da freddo-umido) circoscritto, cianotico , rilevato e a superficie lucida e liscia localizzato in sedi acroposte: mani, piedi, naso, padiglione auricolare sono le parti maggiormente interessate; temperatura corporea maggiore di 35.5° Attenzioni/trabocchetti: 25 • Dal momento che i traumi e l’ipotermia sono frequentemente associati, si deve mantenere un alto indice di sospetto per le lesioni traumatiche occulte; in tal caso reinvio area Triage • Malattie concomitanti, farmaci e altri fattori possono accelerare e/o alterare il trattamento del ripristino della termoregolazione. I testimoni, i soccorritori preospedalieri e i componenti della famiglia possono aiutare a determinare fattori cruciali come la situazione medica del paziente, le condizioni sociali e un possibile trauma occulto. • Se il paziente sembra ipotermico controlla il reale funzionamento del termometro in uso • Controllare sempre la presenza dei polsi degli arti interessati per escludere l’ischemia dell’arto • Per le persone senza fissa dimora, sarebbe opportuno una valutazione dell’assistente sociale per la sistemazione in un centro adeguato (Caritas, Albergo popolare). Per i pazienti che vivono soli, questo può comportare l’analisi dell’ambiente domestico, inclusa la valutazione del riscaldamento e del cibo. Per i pazienti che si presentano anche intossicati (alcool, altro), questo può comportare l’invio a uno dei centri di disintossicazione. • Non si dovrebbe usare il calore secco poiché può danneggiare e disidratare il tessuto già fragile • Fenomeno di Raynaud: comparsa brusca a seguito dell’esposizione al freddo (acqua o aria) o di uno stress emotivo, di pallore delle porzioni terminali delle dita più frequentemente delle mani a cui segue cianosi accompagnata a formicolio, prurito e/o dolore 26 Trattamento: Scopo/finalità: Ripristino di temperatuta corporea sup a 36° Riduzione della sintomatologia dolore Ripristino della sensibilità e morbidezza cutanea Riduzione rischio infettivo (se presenti lesioni) Materiale: • Guanti monouso di varie misure • “Abiti “ di varia taglia (in particolare, cappelli, guanti e calzature per i pazienti senza fissa dimora) • Dispositivi di autoprotezione • Camici monouso • Coperte di lana • Soluzione fisiologia tiepida • Garze non AD/idrocolloidi • Garze sterili • Garza semielastica • Rete tubolare • Vaccino antitetanico • Immunoglobuline tetano 27 • Libretto vaccinale • Contenitore per rifiuti speciali • Contenitore per rifiuti urbani Interventi: - Lavaggio delle mani - Informare il paziente - - - - - Rimuovere eventuali indumenti bagnati/umidi o stretti (anelli, braccialetti, orologi ecc.) Somministrare terapia analgesica in caso di dolore maggiore 4 (vedi protocollo trasversale) Procedere al riscaldamento passivo della zona interessata con acqua tiepida Coprire il paziente con coperte di lana (meglio se preriscaldate per minimizzare l’ulteriore perdita di calore per conduzione) In caso di presenza di lesioni eseguire trattamento come protocollo ustioni minori - Riordino materiale - Lavaggio sociale delle mani Istruzioni per la dimissione: In caso di paziente “senza fissa dimora” consegnare indirizzi di assistenti sociali, centri di accoglienza/associazioni per le attenzioni del caso (Caritas, Albergo popolare, Associazioni di Volontariato) 28 Educare il paziente a riscaldare la zona del naso e delle mani: il naso può essere riscaldato alitando nelle mani poste a coppa intorno ad esso; le mani dovrebbero essere messe sotto le ascelle del paziente. La pratica un tempo in uso di massaggiare le aree congelate con la neve o di riscaldare le mani ha soltanto come conseguenza ulteriori traumi sulle aree lesionate. Prescrivere Terapia analgesica: (vedi protocollo trasversale) Prescrivere terapia antibiotica se presenta lesioni e rischio infettivo (vedi protocollo trasversale) AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: GELONI Gentile Signore/a 29 Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Astensione al fumo, il fumo esacerba ulteriormente la vasocostrizione durante l’esposizione al freddo Rivalutazione e Controllo nell’arco delle 24-48 ore presso medico curante o ambulatorio Bibliografia di riferimento: • Infezioni della cute e dei tessuti molli: comuni, rare e letali Emergency Medicine Practice Aprile 2001 • Emergenze dermatologiche: diagnosi e trattamento dei rash cutanei pericolosi per la vita Emergency Medicine Practice Dicembre 2002 • L’ipotermia e le altre emergenze connesse con il freddo Emergency Medicine Practice Marzo 2004 Flow chart riassuntiva: 30 Protocollo: DERMATITE DA CONTATTO (eczema) 31 Modalità di presentazione al Triage: Gonfiore ed eritema localizzati, associati a prurito, Segnali d’allarme/esclusione: Età< 10 anni Codice giallo algoritmo triage manifestazioni cutanee Polidistrettuali/generalizzata Anamnesi non chiara per causa scatenante Conferma elegibilità percorso See and Treat: Quadro acuto: dolore, eritema, edema, vescicolazione (sintomo patognomonico, spesso fugace), gemizio nelle zone interessate (in genere le mani). Quadro cronico: papule, lichenificazione (accentuazione della quadrettatura cutanea successivo a microtrauma ripetuto), ipercheratosi (ispessimento dello strato corneo). Sintomo soggettivo dominante è il prurito oggettivato da segni di grattamento. Le cause più comuni includono agenti irritanti come sapone, detergenti, lenzuola Attenzioni/Trabocchetti: Attenzione alla possibile complicanza infettiva dell’eczema (eczema impetiginizzato) 32 Trattamento: Scopo/Finalità: Alleviare sintomatologia pruriginosa Materiale: • Fonte di luce • Guanti monouso non sterili di varie misure • Siringhe sterili monouso da 5 ml • Garze piccole sterili • Cerotto di carta anallergico • Farmaci corticosteroidi e antistaminici • Contenitore per rifiuti urbani • Contenitore per rifiuti speciali Interventi: Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente Liberare il paziente da abiti Somministrazione di corticosteroidi e antistaminici per os : Metilprednisolone 16 mg 1 cp. ; Cetirizina 1 cp. (attenzione se il paziente è solo in PS in quanto l’antistamico provoca sonnolenza; in tal caso consigliarlo di assumerlo all’arrivo al proprio domicilio) In caso di sovrammissione microbica, (eczema impetiginizzato) utile somministrazione antibiotica (vedi protocollo trasversale) 33 Riordino materiale Lavaggio sociale delle mani Istruzioni alla dimissione: Informare il paziente che la somministrazione di antistaminici può provocare sonnolenza Terapia di mantenimento: Metilprednisolone 16 mg. 1 cp. ore 8.00 (dopo colazione ) x 3 giorni Cetirizina 1 cp. ore 21.00 per 3 giorni AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: DERMATITE DA CONTATTO Gentile Signore/a 34 Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Evitare il contatto con il sospetto allergene, circostanziare situazioni scatenanti ( con attenzione ad eventuale attinenza all’attività lavorativa) In caso di: persistenza, peggioramento della sintomatologia rivalutazione medico curante Bibliografia di riferimento: • Infezioni della cute e dei tessuti molli: comuni, rare e letali Emergency Medicine Practice Aprile 2001 • Medicina d’Urgenza pratica e progresso di Valerio Gai anno 2001 • Emergenze dermatologiche: diagnosi e trattamento dei rash cutanei pericolosi per la vita Emergency Medicine Practice Dicembre 2002 Flow-chart riassuntiva: 35 Protocollo: 36 FORUNCOLO Modalità di presentazione al Triage: Tumefazione calda dolente, pruriginosa, talora febbre Segnali d’allarme/esclusione: Età < 10 aa Febbre > 38°C Sede: volto, collo, perineo Estensione dei segni di flogosi oltre la lesione Grave comorbilità e condizioni generali compromesse Diatesi emorragiche congenite e /o acquisite (terapia con A.O.) Favo (raggruppamento di foruncoli) Conferma elegibilità percorso See and Treat: Nodulo dolente con aspetto conico eritematoso e ben presto pustoloso al centro e quindi fluttuante; le sedi più comuni di presentazione sono il volto (naso e condotto auricolari), collo, glutei, arti superiori. Un insieme di foruncoli raggruppati costituisce il cosiddetto “Favo” che appare come un “piastrone” rilevato anche di alcuni cm di diametro con pus che fuoriesce da più orifizi. Attenzioni/trabocchetti: Valutazione “Rischio infettivo”: (vedi protocollo trasversale) 37 Trattamento: Scopo/Finalità: • Alleviare la sintomatologia pruriginosa • Ridurre rischio infettivo • Ridurre esiti cicatriziali Materiale: • Fonte di luce • Guanti monouso non sterili di varie misure • Dispositivi di autoprotezione • Contenitore per smaltimento taglienti • Contenitore per rifiuti urbani • Contenitore per rifiuti speciali Interventi: Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente Liberare il paziente da abiti Incisione e drenaggio (escluso il volto, collo, ascella, perineo) in caso di zona centrale fluttuante (vedi diagnosi semplice cisti sebacee) Riordino materiale Lavaggio sociale delle mani Istruzione alla dimissione: 38 In caso di foruncolo sul volto o “rischio infettivo” prescrivere antibiotico (vedi protocollo trasversale) In caso di follicolite nell’area di distribuzione della barba o su testa rasata avvertire il paziente di sospendere temporaneamente la rasatura e prescrivere terapia antibiotica (vedi protocollo trasversale) AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: FORUNCOLO Gentile Signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Il foruncolo spesso può recidivare soprattutto se favorito dallo stato diabetico o da deficit immunologici La guarigione di foruncoli di dimensioni più rilevanti può avere esiti cicatriziali Non procedere a traumatizzare la regione infiammata nel tentativo di “strizzare” il foruncolo Ripetere impacchi tiepidi della zona interessata più volte al giorno con acqua e sale Accurata igiene personale con sapone neutro In caso di follicolite nell’area di distribuzione della barba o su testa rasata avvertire il paziente di sospendere temporaneamente la rasatura 39 Rivalutazione presso proprio medico curante Bibliografia di riferimento: • Infezioni della cute e dei tessuti molli: comuni, rare e letali Emergency Medicine Practice Aprile 2001 • Medicina d’Urgenza pratica e progresso di Valerio Gai anno 2001 • Emergenze dermatologiche: diagnosi e trattamento dei rash cutanei pericolosi per la vita Emergency Medicine Practice Dicembre 2002 Flow-chart riassuntiva: 40 41 Protocollo: ORTICARIA Modalità di presentazione in Triage: Chiazze rosse edematose pruriginose migranti in vari distretti del corpo. Le cause più comuni di orticaria acuta sono gli alimenti, farmaci o infezioni Segnali d’allarme/esclusione: Età < 10 aa Codice giallo algoritmo manifestazioni cutanee Segni di impetiginizzazione Altri sintomi associati (rinite, congiuntivite, disfonia, angioedema…) Grave comorbilità e condizioni generali compromesse Conferma elegibilità percorso See and Treat: Presenza di pomfi (chiazze rilevate eritemato-edematose di colore roseo con aspetto figurato e con tendenza a diventare biancastro al centro, costituite da infiltrato liquido) che scompare alla digito-vitropressione. I pomfi sono infiltrati liquidi fugaci, subentranti e pruriginosi; insorte da più di 12 ore, in assenza di angioedema, apiretico 42 Quadro acuto (qualche settimana) che in genere è sostenuto da alimenti, farmaci, puntura d’insetto Quadro cronico (persistente per settimane o mesi) in cui l’eziologia più difficile da determinare e può essere espressione di patologie sistemiche Attenzioni/trabocchetti: Attenzione alla presenza di ponfi che durano più di 48 ore e/o che presentato una sfumatura purpurica alla digito-pressione (possibile sintomo di esordio di malattia del collageno) Attenzione alla presenza di febbre Se vengono prescritti antistaminici fare attenzione se il paziente è solo, guida la macchina o altro, in quanto questa categoria di farmaci possono provocare sonnolenza, eventualmente se indicata la prescrizione può essere consigliata la loro assunzione al proprio domicilio Trattamento: Scopo/finalità: Alleviare/ridurre la sintomatologia pruriginosa Materiale: • Fonte di luce • Guanti monouso non sterili di varie misure • Siringhe sterili da 5 ml • Garze piccole sterili • Corticosteroidi e antistaminici: (vedi dermatite) 43 Interventi: Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente sui successivi interventi Far spogliare il paziente per osservare se le lesioni sono limitate diffuse o Terapia in base all’estensione e peso corporeo del paziente : Somministrazione di corticosteroidi e antistaminici per os: Metilprednisolone 16 mg. 1 cp. ; Cetirizina 1 cp.; oppure in base all’estensione e sofferenza (prurito) terapia IM: Metilprednisolone 20 mg. e/o Trimetron 1 fl IM. (può dare sonnolenza) Riordino materiale Lavaggio sociale delle mani Istruzioni per la dimissione: Terapia di mantenimento: 16 mg. 1 cp. di Metilprednisolone da assumere dopo colazione x 3 giorni; Se la causa scatenante si sospetta sia un farmaco, interrompere immediatamente l’uso e consigliarla di rivolgersi al proprio medico curante 44 AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: ORTICARIA Gentile Signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Evitate abiti stretti nella zona/e interessate (orticaria fisica) Evitare l’applicazione sulla pelle di prodotti cosmetici o farmaci che possono provocare allergie Il calore peggiora il disturbo Astensione all’alcool (effetto vasodilatante) Rivalutazione presso proprio medico curante Se l’orticaria non regredisce o notate peggioramento per comparsa di nuovi elementi cutanei o comparsa di altri sintomi (difficoltà alla respirazione, gonfiore al viso, alle labbra e alla gola) ritornare rapidamente a farsi visitare. Bibliografia di riferimento: 45 • Infezioni della cute e dei tessuti molli: comuni, rare e letali Emergency Medicine Practice Aprile 2001 • Medicina d’Urgenza pratica e progresso di Valerio Gai anno 2001 • Emergenze dermatologiche: diagnosi e trattamento dei rash cutanei pericolosi per la vita Emergency Medicine Practice Dicembre 2002 • Guidelines for evaluation and management of urticaria in adults and children BJD vol.157 december 2007 (p111-1123) Flow-chart riassuntiva: 46 Protocollo: 47 INFEZIONI UNGUEALI Modalità di presentazione al Triage: Tumefazione calda con dolore spontaneo ed eventuale perdita di sostanza periungueale dell’estremità interessata Segnali d’allarme/esclusione: Recente trauma Concomitanza di vasculopatie diabetica e non Temperatura sup a 38° Conferma elegibilità percorso See and Treat: Tumefazione calda dolente con possibilità di gemizio purulento; di solito colpisce generalmente l’alluce a livello di uno o di entrambi i margini dell’unghia Attenzioni/Trabocchetti: Valutazione “rischio infettivo”: vedi protocollo trasversale Trattamento: Scopo/finalità: 48 Alleviare la sintomatologia dolorosa Ridurre rischio infettivo Materiale: • Fonte di luce • Farmaci antidolorifici ( vedi protocollo trasversale) • Materiale di autoprotezione: visiera, camice, cuffia • Arcella • Rasoio • Telini sterili • Guanti monouso non sterili di varia misura • Guanti sterili di varia misura • Disinfettante: Clorexidina 2% in base acquosa o Iodio-povidone non alcolico • Anestetico locale: ghiaccio sintetico o lidocaina 1%/Bicarbonato di Sodio • Lama di bisturi (n.11) e portalama sterili • Soluzione salina sterile • Siringa sterile da 10 ml n.2 • Ago monouso sterile da iniezione sottocutanea • Garze sterili grandi e piccole • Cerotto Mefix 49 • Contenitore per smaltimento dei taglienti • Contenitore per rifiuti speciali • Contenitore per rifiuti urbani NB: consigliato la predisposizione di kit apposito Interventi: Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente Somministrare farmaco antidolorifico (vedi protocollo trasversale) Liberare il paziente da abiti Disinfettare la regione infiammata Somministrare farmaci antidolorifici (vedi protocollo trasversale) prima della medicazione, lasciando sufficiente tempo perché producano efficace analgesia Ispezionare l’area infettata: • In caso di sola infezione: Disinfettare la cute attorno la ferita con Iodio-povidone non alcolico o Clorexidina al 2% in soluzione acquosa Eseguire medicazione a piatto • In caso di ascesso: Lavaggio antisettico delle mani 50 Disinfettare la cute attorno la ferita con Iodio-povidone non alcolico o Clorexidina al 2% in soluzione acquosa Applicare anestetico locale ghiaccio sintetico o Lidocaina 1% + Bicarbonato di sodio ( per ridurre il dolore da inoculazione, rapporto 1:10) Incidere ascesso con una singola incisione per permettere il completo drenaggio del materiale purulento Irrigare la cavità con soluzione salina per permettere la rimozione del materiale purulento Eseguire medicazione a piatto Riordino materiale Lavaggio sociale delle mani Istruzione alla dimissione: Prescrivere terapia antibiotica in base a “rischio infettivo” (vedi protocollo trasversale) Prescrivere terapia analgesica (vedi protocollo trasversale) Educare il paziente ad un adeguato taglio delle unghie AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: INFEZIONE UNGUEALE Gentile Signore/a 51 Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Consigliare utilizzo di scarpe “larghe” e comode Evitare traumi nella zona interessata Invitare il taglio corretto delle unghie: le unghie in modo particolare gli angoli, non devono essere tagliate troppo e in modo arrotondato Assumere la terapia prescritta In caso di sola infezione: Consigliare applicazione di impacchi caldo-umidi con acqua tiepida e sale per 2/3 volte al giorno Rivalutazione presso proprio medico curante nelle successive 24/72 ore In caso di ascesso drenato: Controllo nelle 24-72 ore successive per controllo presso proprio medico curante o ambulatorio dedicato Controllo ambulatoriale nelle 24/72 ore successive presso medico curante o ambulatorio (in base alle organizzazioni dei PS) Nelle ore successive la medicazione potrà macchiarsi di sostanza mista a sangue e pus, tutto ciò è normale La ferita non può essere richiusa totalmente e deve guarire per seconda intenzione Bibliografia di riferimento: 52 • Infezioni della cute e dei tessuti molli: comuni, rare e letali Emergency Medicine Practice Aprile 2001 • Emergenze dermatologiche: diagnosi e trattamento dei rash cutanei pericolosi per la vita Emergency Medicine Practice Dicembre 2002 Flow chart riassuntiva: 53 54 Protocollo: IDROSADENITE Modalità di presentazione al Triage: Tumefazione arrossata dolente in regione ascellare o come recidiva di pregressi episodi similari o come evidente conseguenza all’utilizzo di cosmetici locali ( depilazione, uso di deodoranti etc.) Segnali d’allarme/esclusione: Febbre sup a 38° Primo episodio senza cause locali/apparenti Anamnesi patologica positiva per tumore Conferma elegibilità percorso See and Treat: Nodulo duro senza pustole (ascessi cechi) dolente talvolta con perdita di materiale purulento Attenzioni/trabocchetti: Considerare eventuali motivi di linfoadenopatia Trattamento: Scopo/Finalità: Alleviare la sintomatologia dolorosa 55 Ridurre rischio infettivo Ripristino adeguata motilità dell’arto interessato Materiale: • Fonte di luce • Farmaci antidolorifici ( vedi protocollo trasversale) • Materiale di autoprotezione: visiera, camice, cuffia • Guanti monouso non sterili di varia misura • Garze sterili • Cerotto anallergico • Contenitore per rifiuti speciali • Contenitore per rifiuti urbani Interventi: Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente Preparazione del materiale Liberare il pz dagli abiti Somministrare farmaci antidolorifici (secondo protocollo trasversale) Ispezionare l’ascesso: in caso di ascesso “maturo” o “non maturo” vedi interventi protocollo ciste sebacea 56 Esecuzione medicazione Riordino materiale Lavaggio sociale delle mani Istruzione alla dimissione: Prescrivere antibiotico in caso di “rischio infettivo” (vedi protocollo trasversale) Prescrivere analgesica (vedi protocollo trasversale) AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: IDROSADENITE Gentile Signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Si consiglia accurata igiene della cavità ascellare Eliminazione dell’utilizzo di deodoranti locali in caso di sola infiammazione locale o incisione vedi istruzioni ciste sebacea: Bibliografia di riferimento: 57 • Infezioni della cute e dei tessuti molli: comuni, rare e letali Emergency Medicine Practice Aprile 2001 • Emergenze dermatologiche: diagnosi e trattamento dei rash cutanei pericolosi per la vita Emergency Medicine Practice Dicembre 2002 Flow-chart riassuntiva: 58 59 Protocollo: Le VERRUCHE Modalità di presentazione al Triage: Dolore e rilievo di tumefazione indurita Segnali d’allarme/esclusione: non presenti Conferma elegibilità percorso See and Treat: Rilievo papillematoso, iperchereratosico, papulo-nodulare (molto frequente nei giovani). Verruca volgare: sede prevalentemente palmare e plantare (scarsamente rilevate talora vivamente dolenti), talora al volto e in questo caso si presenta spesso come neoformazione filiforme allungate di aspetto digitoforme terminante come un cappuccio ipercheratosico. Verruche piane giovanili: localizzate, al volto, al dorso delle mani e agli avambracci si presentano come piccole papule epidermiche. Possono sembrano avere piccoli fori o minuscoli macchie nere al centro. Si possono sviluppare singolarmente o a gruppi Scopo/Finalità: Ridurre la sintomatologia dolorosa 60 Materiale: • Fonte di luce • Guanti monouso non sterili di varia misura • Farmaci analgesici • Contenitore per rifiuti urbani • Contenitore per rifiuti speciali Interventi: Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente Rimozione di abiti (in base alla collocazione della verruca) Indossare guanti monouso Ispezionare la sede interessata Riordino del materiale Lavaggio sociale delle mani Istruzione per la dimissione: Prescrive terapia analgesica (vedi protocollo trasversale) 61 AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: VERRUCHE Gentile Signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Rivalutazione presso medico curante per prescrizione di visita specialistica per Exeresi Bibliografia di riferimento: • Immunotherapy for childhood warts. 2009 Jul;38(7):3739.Dasher DA, Burkhart CN, Morrell DS. • Molluscum contagiosum and warts. 2003 Mar 15;67(6):1233-40. Stulberg DL, Hutchinson AG. Flow-chart riassuntiva: 62 63 Protocollo: PEDICULOSI Modalità di presentazione al Triage: Prurito cuoio capelluto Segnali d’allarme/esclusione: non presenti Conferma elegibilità percorso See and Treat: Rilevamento delle lendini o uova allungate, traslucide, poco più piccole di una capocchia di spillo, di color bianco o marrone chiaro situate soprattutto all'altezza della nuca e dietro le orecchie Attenzioni/Trabocchetti: Non bisogna confondere le lendini con la forfora. Le lendini sono tenacemente attaccate al capello da una particolare sostanza adesiva, a differenza della forfora, facilmente eliminabile con il pettine. La ricerca del pidocchio e delle uova (lendini) deve essere effettuata in un luogo illuminato con luce diffusa; la luce diretta, infatti, non aiuta nell'individuazione delle uova, a causa dell'aspetto bianco traslucido Nessun prodotto antiparassitario è in grado di svolgere un'azione preventiva. Inoltre, l'impiego indiscriminato espone inutilmente il soggetto alla seppur modesta tossicità del prodotto e potrebbe contribuire all'insorgenza di resistenze. E' molto più efficace procedere ad un controllo periodico del cuoio capelluto 64 Trattamento: Scopo/Finalità: Ridurre la sintomatologia pruriginosa Ridurre/interrompere il contagio Materiale: • Fonte di luce • Dispositivi di autoprotezione • Guanti monouso non sterili di varia misura • Contenitore per rifiuti urbani • Contenitore per rifiuti speciali Interventi: Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente Indossare dispositivi di autoprotezione Ispezione del cuoio capelluto Lavaggio sociale delle mani Istruzione per la dimissione: 65 AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: PEDICULOSI Gentile Signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: La pedicuolosi non è un segno di cattiva igiene e può colpire le persone di diverso strato sociale. E' opportuno inoltre che i componenti della famiglia e tutte le persone che nell'ultimo mese hanno avuto contatti con il soggetto infestato siano sottoposti ad un controllo accurato per escludere la presenza del parassita. I prodotti contro i pidocchi, quando utilizzati in modo appropriato, nel rispetto dei tempi di posa e nella quantità indicata, sono in genere sicuri, ben tollerati e presentano uno scarso assorbimento attraverso la cute integra. Pettini e spazzole dovrebbero essere lavati con acqua calda, aggiungendo eventualmente shampoo antiparassitario, e lasciati a bagno in una bacinella. Per sicurezza, lenzuola, federe, asciugamani o quant’altro possa essere venuto a contatto con i parassiti o con le loro uova, dovrebbero essere passati in lavatrice, utilizzando il ciclo a 60°. I prodotti più efficaci sono shampoo, lozioni e gel a base di piretrina, piperonibutisside, piretroidi, permetrina, o altri antiparassitari che si trovano normalmente in farmacia. Talvolta, si ottiene una maggiore efficacia ripetendo l’applicazione dopo 7-10 giorni se ci sono ancora lendini adese ai capelli e prossime al cuoio capelluto. 66 Bibliografia di riferimento: • Chosidow O. Scabies and Pediculosis. Lancet 2000; 355: 819-826 • American Academy of Pediatrics: Red Book (Report of the Committee on Infectious Diseases). 25° ed. Elk Grove Village; 2000. • Benenson AS. Manuale per il controllo delle malattie trasmissibili. DEA ed; 1997. Flow-chart riassuntiva: 67 68 Protocollo: USTIONI SOLARI Modalità di presentazione al Triage: Dolore, arrossamento della cute Segnali d’allarme/esclusione: vedi ustioni minori Conferma elegibilità percorso See and Treat: Arrossamento (Eritema) dolente della cute successivo a esposizione alla luce del sole, ma anche alla luce di lampade solari, quali quelle utilizzate nei saloni di bellezza, con o senza comparsa di flittene. Attenzioni/Trabocchetti: Valutazione “ Rischio infettivo” (vedi protocollo trasversale) Trattamento: Scopo/Finalità: Ridurre la sintomatologia dolorosa Ridurre rischio infettivo Ridurre rischio estetico 69 Materiale: • Fonte di luce • Farmaci antidolorifici (vedi protocollo trasversale) • Pinza Taglianelli • Materiale di autoprotezione: visiera, camice, guanti sterili, cuffia • Arcella sterile • Telini sterili • Guanti monouso di varie misure • Guanti sterili • Soluzione salina sterile riscaldata • Soluzione antisettica • Siringa sterile da 60 ml • Agocanula 16 G • Forbici sterili o lama di bisturi e portalama sterili • Pinze sterili • Rasoi • Garze non AD/idrocolloidi • Garze sterili • Garza semielastica • Rete tubolare • Vaccino antitetanico 70 • Immunoglobuline tetano • Libretto vaccinale • Contenitore per rifiuti speciali • Contenitore per rifiuti urbani • Contenitore per taglienti NB: consigliato la predisposizione di kit apposito Interventi: Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente Lavaggio antisettico delle mani Trattamento come protocollo ustioni minori Riordino del materiale Lavaggio sociale delle mani Istruzione per la dimissione: • Prescrizione di antibiotico in caso di paziente o ustione a rischio infezione facendo attenzione ad eventuali allergie (vedi protocollo trasversale) • Se il dolore è molto intenso prescrivere analgesico (vedi protocollo trasversale) 71 AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: USTIONE SOLARE Gentile Signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: • Evitare l'ulteriore esposizione ai raggi del sole fino a quando l'eritema non si è risolto. • Applicare impacchi di acqua fresca (ma non troppo) o tiepida per alleviare il dolore. Utilizzare successivamente creme emollienti ed idratanti. • Bere molti liquidi. • Prevenire le ustioni solari esponendosi al sole in modo progressivo nei primi giorni e utilizzando filtri solari con adeguato fattore di protezione. • Ripetute ustioni solari possono provocare un precoce invecchiamento della pelle (perdita di elasticità, formazione di rughe), alterazioni della struttura della pelle e, nei casi più gravi, sviluppo di tumori cutanei quale il melanoma. • Rivalutazione presso proprio medico curante 72 Bibliografia di riferimento: • Ustioni da calore: valutazione rapida e trattamento. Emergency Medicine Practice Dicembre 2000 • Julia Flltz Patty A. Sturt “Nursing nell’emergenza-urgenza” edizione italiana a cura di Margherita Barbara Pinna e Claudio Ronzani terza edizione pp. 150-184; 704-710; 856-862 Flow-chart riassuntiva: 73 Protocollo: RITENZIONE DI ZECCA 74 Modalità di presentazione al Triage: La puntura di zecca non provoca né dolore né prurito, per cui può passare inosservata: casualmente, per esempio durante la doccia o il bagno, si può riscontrarne la sua presenza Segnali d’allarme/esclusione: Febbre Eruzione cutanea circostante Ingrossamento dei linfonodi loco-regionali Conferma elegibilità percorso See and Treat: Ritenzione di zecca o parte di zecca, associata o meno a lieve arrossamento della regione circostante Attenzioni/trabocchetti: Non cercare di staccare la zecca cospargendola di alcool o olio: si tratta di tentativi di interromperne la respirazione, destinati però all'insuccesso, perchè la zecca respira solo poche volte in un'ora. Tali tentativi possono inoltre indurre nella zecca il vomito, contribuendo a mettere in circolo tossine dannose. Non cercare di rimuovere la zecca facendola oscillare o tirandola bruscamente: favorisce il distacco della testa Il rischio infettivo è bassissimo se la zecca viene rimossa nelle prime 3648 ore L’antibiotico profilassi è sconsigliata: secondo le indicazioni del Ministero della Salute italiano è sconsigliata la somministrazione di antibiotici nel periodo precedente la comparsa di sintomi, in quanto questa potrebbe mascherare il loro eventuale manifestarsi rendendo più complicata la diagnosi. 75 Trattamento: Scopo/finalità: Ridurre rischio infettivo Materiali: • Fonte di luce • Materiale di autoprotezione: visiera, camice, cuffia • Guanti monouso di varie misure • Disinfettante: Clorexidina 2% in base acquosa o Iodio-povidone non alcolico • Pinza sterile • Ago sterile • Garze sterili • Vaccino antitetanico • Immunoglobuline tetano • Libretto vaccinale • Contenitore per rifiuti speciali • Contenitore per rifiuti urbani • Contenitore per taglienti Interventi: - Lavaggio sociale delle mani 76 - Informare il paziente - Liberare il paziente dagli abiti - Preparazione del materiale - Disinfettare la cure con iodiopovidone in soluzione acquosa o clorexidina al 2% - Afferrare la zecca con pinza il più aderente possibile alla cute e tirare verso l’alto con leggero e contemporaneo movimento rotatorio - Se rimane una parte di zecca nel tessuto cutaneo rimuoverla con ago sterile - Disinfettare la cute - Somministrazione di profilassi antitetanica se necessario (vedi protocollo trasversale) - Riordino materiale - Lavaggio sociale delle mani Istruzione per la dimissione: AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: RITENZIONE DI ZECCA Gentile Signore/a 77 Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Controllo dell’area interessata per 30-40 giorni per l’eventuale comparsa di eritema cutaneo; in tale periodi se comparsa di febbre, artalgie, astenia, cefalea non abituale rivolgersi al proprio curante e far presente dell’avvenuto recente contatto In caso di successiva ritenzione di zecca non usare alcuna sostanza per uccidere la zecca prima dell’estrazione (benzina, alcool, ecc..) per evitate il rischio di rigurgito; se nel tentativo di autorimozione, rimane conficcata una parte di zecca, estrarla con un ago sterile Misure di profilassi comportamentale: Pur essendo la zecca attiva per la maggior parte dell’anno, il periodo a maggior rischio è quello compreso tra primavera ed autunno. In caso di permanenza o di escursioni in area a rischio ( boschi, prati) è consigliabile l’uso di indumenti chiari, per rendere più visibili l’eventuale presenza di zecche, e con maniche e pantaloni lunghi: le calzature dovrebbero essere chiuse ed alte sulle caviglie. Bibliografia di riferimento: 78 • Practice guidelines for the treatment of Lyme disease. The Infectious Diseases Society of America. Clin Infect Dis. 2000 Jul;31 Suppl 1:1-14. • American Academy of Pediatrics. Committee on Infecious Diseases. Prevention of Lyme disease. Pediatrics. 2000 Jan;105(1 Pt 1):142-7. • Ministero della Salute, Circolare n.10 del 13 luglio 2000 • CDC Lyme Disease Erythema Migrans Disease Retrieved May 13 2007 • Diagnosis and treatment of Lyme disease. Bratton RL, Whiteside JW, Hovan MJ, Engle RL, Edwards FD. Mayo Clin Proc. 2008 May;83(5):566-71. Review. Flow-chart riassuntiva: 79 80 Titolo: INTRAPPOLAMENTO NELLA LAMPO Modalità di presentazione al Triage: Dolore con ritenzione di cute nella cerniera della lampo Segnali d’allarme/esclusione: Età< 6 aa Sanguinamento scarsamente controllabile Ferita profonda Conferma elegibilità percorso See and Treat: Intrappolamento della pelle tra i denti della cerniera, allegando l’abbigliamento alla parte del corpo in questione (più spesso il pene o meno spesso la zona sotto il mento). Di solito tale problematica riguarda i bambini Attenzioni/trabocchetti: In caso di necessità di tagliare la cerniera nei pazienti minorenni prima di procedere a tale intervento cercare di “distrarre” il bambino In caso di necessità di taglio limitarsi al solo della cerniera: la riparazione di essa potrà recuperare l’uso del capo di abbigliamento Valutare rischio infettivo: vedi protocollo trasversale Trattamento: 81 Scopo/finalità: Alleviare la sintomatologia dolorosa Ridurre rischio infettivo Ripristino adeguato confort Materiale: • Fonte di luce • Guanti monouso di varia misura • Forbici (taglia-vestiti) • Sostanza lubrificante • Disinfettante • Garze sterili • Antitetanica • Contenitore per rifiuti urbani • Contenitore per rifiuti speciali Interventi: Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente o in caso di paziente minorenne il genitore Indossare guanti monouso Disinfettare la cute attorno la ferita con Iodio-povidone non alcolico o Clorexidina al 2% in soluzione acquosa 82 Coprire l’area interessata con lubrificante per agevolare il movimento delle parti (spesso libera le parti interessate) Se la manovra con olio lubrificante non funzione tagliare la cerniera nel mezzo con apposite forbici Disinfettare la ferita con Iodio-povidone non alcolico o Clorexidina al 2% in soluzione acquosa Somministrazione di profilassi antitetanica (vedi procedura dedicata) Riordino del materiale Lavaggio sociale delle mani Istruzione alla dimissione: Vedi istruzione per ferite Bibliografia di riferimento: Nolan JF, Stillwell TJ, Sands JP: Acute management of the zipperentrapped penis. J Emerg Med 1990;8:305-307. Kanegaye JT, Schonfeld N: Penile zipper entrapment: a simple and less threatening approach using mineral oil. Pediatric Emergency Care 1993;9:90-91. Flow-chart riassuntiva: 83 84 85