I N T E R V I S TA A cura di Giulia Basile Il Pancreas La sentinella dell'apparato digestivo Intervista a Pierluigi di Sebastiano, Primario di Chirurgia addominale di "Casa Sollievo della Sofferenza", Centro di riferimento per i programmi di ricerca sul Pancreas Che cosè il pancreas e che funzioni ha? R. Il pancreas è una ghiandola situata nelladdome, al di dietro dello stomaco, lunga circa 15 cm e larga 2-3 cm. Può essere approssimativamente suddiviso in 3 parti: testa, corpo e coda. La testa del pancreas è in diretta connessione con la prima parte del piccolo intestino, chiamata duodeno. La coda del pancreas si estende a sinistra fino a raggiungere la milza, mentre il corpo del pancreas si trova davanti ad una serie di vasi importanti che partono dallaorta e che vascolarizzano il fegato, lo stomaco, la parte superiore dellintestino, e il pancreas stesso. Il pancreas ha due funzioni: ha un ruolo fondamen­ tale nella digestione degli alimenti (funzione esocrina) e controlla il livello di zucchero nel sangue mediante la produzione di ormoni (es. insulina), adempiendo alla funzione endocrina.Il pancreas produce importanti enzimi digestivi, fornendo giornalmente da 1.5 a 3 litri di secrezione ricca di enzimi. Tale produzione è regolata da cellule specializzate che producono il succo pancreatico e lo riversano nel dotto pancreatico principale chiamato dotto di Wir­ sung. La bile prodotta dal fegato si unisce alla secre­ zione pancreatica poco prima di riversarsi nel duodeno, attraverso un piccolo orifizio chiamato Papilla del Vater. Gli enzimi pancreatici rimasti inattivi fino allentrata in duodeno vengono attivati dal contatto con la bile e acquisiscono il loro potere digestivo. pugliasalute - trenta - Il cibo che arriva dallo stomaco può essere ora digerito. Il pancreas produce più di 20 tipi diversi di enzimi. Pierluigi di Sebastiano ottobre 2008 I tre enzimi più importanti sono: la­ milasi, che digerisce i carboidrati, la tripsina, che digerisce le proteine e la lipasi che digerisce i grassi. La degra­ dazione del cibo nei suoi elementi di base è necessaria perché esso possa essere assorbito dallintestino. In assenza di secrezione pancreatica le proteine, i grassi e gli zuccheri non vengono digeriti, il che può generare diarrea, gonfiore addominale e crampi. Possono associarsi perdita di peso, carenze di vitamine e malfunzionamento di altri organi, i quali si indeboliscono non ricevendo nutrimento e risultano carenti nella loro funzione. D. Quali sono le malattie più comuni del pancreas e come si arriva alla dia­ gnosi? R. Fatta eccezione per alcune pato­ logie ereditarie, esistono sostanzialmente tre affezioni principali del pancreas: la pancreatite acuta, la pancreatite cronica ed i tumori del pancreas. D. Emerge dai dati che il tumore del pancreas porta alla morte nel 99% dei casi. Quali le buone pratiche per la prevenzione e quali i fattori di rischio? R. Allo stato attuale, la chirurgia in fase precoce è lunico modo per combattere con successo questa neoplasia. Negli ultimi anni la chirurgia del pancreas ha fatto registrare sensibili progressi con una netta riduzione dei rischi ad essa connessi ma, ciononostante, solo pochi pazienti sopravvivono a 5 anni dopo lintervento. Nei casi in cui non sia stato possibile asportare il tumore il paziente raramente sopravvive oltre i due anni. Tuttavia, i progressi della ricerca scientifica migliorano di anno in anno la sopravvivenza in questi pazienti grazie alladozione di terapie aggiuntive alla chirurgia. Ad ogni modo, la prognosi rimane infausta e solo studi futuri potranno dirci quanto lontani siamo nella compren­ sione genetico molecolare e quindi terapeutica del cancro pancreatico. In questo senso, la terapia genica potrebbe rappresentare il futuro per questa malattia. Attualmente la prevenzione del cancro pancreatico consiste nellevitare i fattori di rischio quando possibile. Il fumo di sigaretta è considerato il fattore di rischio più significativo. Mantenere un peso salutare e fare esercizio fisico può essere utile. Inoltre, si raccomanda un adeguato consumo di frutta e vegetali e di privilegiare pane e cereali a grano intero. Il consumo di carni rosse andrebbe limitato. D. Alcuni ricercatori affermano che assumere più vitamina D può sostanzialmente tagliare il rischio di pugliasalute cancro pancreatico (così come di altri tumori) fino al 50%. È un dato attendibile? R. I risultati di un recente studio della Harvard Univer­ sity hanno dimostrato che il consumo di vitamina D sem­ brerebbe in grado di abbattere il rischio di tumore del pancreas. Si è stimato, in questo studio, che un consumo di vitamina D giornaliero di 10 µg porti ad una riduzione del 43 per cento del rischio di insorgenza di tumore del pancreas. Questo fenomeno era stato già evidenziato per i tumori del colon retto e della prostata, ma si tratta comunque di dati preliminari che andrebbero confermati da studi ran­ domizzati e controllati con farmaco/placebo per divenire realmente attendili. La ricerca in questo senso dovrebbe essere maggior­ mente supportata, in quanto non disponendo di metodi di screening efficaci per la diagnosi precoce, identificare i fattori di rischio per la patologia è essenziale e consentirebbe di sviluppare strategie in grado di prevenire questo tipo di tumore, particolarmente pericoloso. D. Lintervento più sicuro è ancora quello chirurgico? Quanti sono gli interventi ed i successi di un suo anno di lavoro? R. La chirurgia (con rimozione completa del tumore) è lunica soluzione per il cancro del pancreas. Lintervento ha senso ed è oncologicamente corretto - trentuno - ottobre 2008 solo se il tumore non è diffuso ad altri organi, come ad esempio fegato, polmoni o strutture vascolari adiacenti al pancreas. I dati della letteratura scientifica dimostrano che solo il 25% dei pazienti affetti da cancro del pancreas sono operabili con intento curativo. In stadi avanzati della malattia la rimozione completa del tumore può non essere possibile e non ha valenza oncologica: lintervento avrà allora lobiettivo di alleviare i sintomi della malattia e possibilmente migliorare la qualità di vita. I benefici delle cosiddette terapie adiuvanti come la radioterapia e/o la chemioterapia non sono in grado di conseguire la guarigione ma possono migliorare i risultati della chirurgia. La ricerca scientifica sta lavorando molto in questa direzione e diverse nuove strategie terapeutiche sono al vaglio di trials clinici. Il centro di chirurgia addominale di San Giovanni Rotondo da me diretto esegue circa 100 procedure pancre­ atiche allanno; di queste il 40% circa è costituito da interventi di resezione, cioè di asportazione del tumore con intento curativo. Il restante 60% dei casi è costituito da procedure cosiddette palliative. La tecnica, utilizzata a partire dal 1970 per interventi ostetrico ginecologici, si è in seguito estesa alla chirurgia addominale. La prima colecistectomia laparoscopica è datata 1987: da allora, in un susseguirsi di innovazioni tecniche associato alla sempre maggior esperienza dei chirurghi addominali, la laparoscopia è utilizzata per interventi fino a pochi anni fa impensabili. Si può correttamente affermare che la laparoscopia eseguita in centri con alta specializzazione è sovrapponibile alla tecnica classica aperta in termine di risultati oncologici. Ciò vale però in ambito addominale solo per la patologia del colon-retto. Per quanto riguarda la chirurgia laparoscopica del pancreas siamo ancora in una fase sperimentale, anche per lalta complessità dellatto chirurgico e per tale motivo non può essere considerata tecnica standard per la chirurgia pancreatica. D. Lei ha fatto ricerca e ha lavorato in due città tedesche. Cosa ha portato il confronto nella sua attività? R. Il Diabete Mellito comprende un gruppo di disturbi metabolici accomunati dal fatto di presentare una persistente instabilità del livello di zucchero nel sangue (glicemia), passando da condizioni di iper­ R. Fare ricerca rappresenta la base da cui ogni medico dovrebbe partire per poi specializzarsi in un singolo settore. Dai miei maestri in Germania ho appreso limportanza della ricerca scientifica in un settore come la chirurgia dove spesso il chirurgo, soprattutto nel secolo scorso, è stato considerato quasi animale da sala operatoria, avulso dai processi di studio e comprensione della genesi delle malattie, ambito riservato ai ricercatori. In realtà quando la ricerca è effettuata da o insieme a professionisti con esperienza clinica, la interpretazione dei risultati e la loro applicazione è focalizzata sulla malattia e sui suoi sintomi, cosa che spesso sfugge al ricercatore confinato in laboratorio e che non ha contatto con il paziente. Pertanto da circa 20 anni, allorquando mossi i primi passi in Germania, la ricerca rappresenta una parte inte­ grante della mia attività clinica di chirurgo. Inoltre, il confronto tra la mia esperienza estera e quella italiana ha evidenziato un certo gap tra le due realtà ma allo stesso tempo ho realizzato che qui da noi esistono tutte le potenzialità per colmarlo, così come dimostra lesperienza del nostro gruppo multidisciplinare a Casa Sollievo della Sofferenza. D. Spesso il cancro pancreatico provoca collateral­ mente il diabete, ed alcuni autori hanno suggerito che il cancro possa provocare linstaurarsi del diabete e viceversa. Lei è daccordo? D. Oggi la chirurgia si incanala sulla strada di tecniche poco invasive, in questo la laparoscopia dà risultati ugualmente affidabili? Pancreas saercnaP R. Il termine laparoscopia significa letteralmente osservazione delladdome. pugliasalute - trentadue - ottobre 2008 Il diabete potrebbe stabi­ lizzarsi dopo la chirurgia, in al­ cuni casi mi­ gliorare, in altri peggiorare. In questi casi spesso si rende necessaria la te­ rapia con insu­ lina. glicemia, più frequente, a condizioni di ipoglicemia. Il diabete mellito si distingue in diabete di tipo 1, caratterizzato da una mancanza di produzione dell'insulina (diabete giovanile, della pancreatite cronica e post pancre­ actomia) e diabete tipo 2 causato dalla insensibilità all'insulina e deriva spesso dal peso corporeo eccedente e dalla inattività fisica, tipico delletà adulta. Riguardo alla relazione tra diabete e cancro pancreatico due sono le ipotesi maggiormente dibattute: il carcinoma del pancreas come causa di diabete o il diabete come fattore di rischio per linsorgenza della neoplasia. In effetti circa il 70% dei casi di diabete cancro-associati vengono diagnosticati contemporaneamente al carcinoma o nel breve periodo precedente la sua scoperta; il diabete spesso è causato proprio dalle alterazioni del pancreas da parte del tumore. A questo proposito, un diabete di recente insorgenza in individuo adulto magari associato ad altri sintomi aspecifici come inappetenza o perdita di peso devono far scattare lallarme e portare a indagini volte ad escludere un possibile tumore al pancreas. Altro discorso riguarda la chirurgia pancreatica. Lincidenza di diabete dopo chirurgia del pancreas varia dal 20 al 50% ed è più frequente nei casi di interventi nella regione della coda e del corpo pancreatici. Infatti, in questa porzione del pancreas sono localizzate la maggior parte delle Isole del Langherans, piccole strutture che producono linsulina ed il glucagone, i due ormoni responsabili del metabolismo del glucosio. Talvolta non è possibile prevedere se i cambiamenti che si registreranno nel post-operatorio sono effettivamente conseguenza diretta dellintervento o se sono solo delle sequele di un malfunzionamento preesistente o come anche una combinazione dei due eventi. pugliasalute D. Emerge da più parti la necessità di ag­ giornare la de­ finizione di pa­ ziente oncologico e di tener conto delle nuove proble­ matiche in am­ bito di riabili­ tazione oncolo-gica, legate sia alla qualità della vita per i pazienti a lunga prognosi, che alla ripresa ed al rein­ serimento. Che cosa suggerisce? R. La riabilitazione oncologica è un vero e proprio processo terapeutico che ha lo scopo di assicurare al paziente il migliore livello di vita sotto laspetto fisico, funzionale sociale ed emozionale con la minore restrizione possibile delle sue scelte operative. Garantire una qualità di vita soddisfacente deve rap­ presentare il fine di tutte le terapie oncologiche e chirurgiche effettuate. Trattare chirurgicamente un malato di tumore non è sufficiente per garantire la buona riuscita. Il miglior trattamento per il singolo malato di tumore è il frutto di un lavoro multidisciplinare per offrire la opzione più indicata per il caso in questione. A mio giudizio, e dai dati della recente letteratura, la creazione di centri ad alta specializzazione con alto flusso di malati possono raggiungere questo obiettivo vitale per lammalato oncologico. È possibile con la creazione di centri ad alta specializ­ zazione affrontare questo problema con la concretizzazione della centralità del malato e attuando la multidisciplinarietà con il lavoro dinsieme delloncologo con lanatomopatologo ed il chirurgo, con radioterapista, con il fisiatra, ed anche con gli infermieri, il dietista e lo psicologo, per seguire passo passo l'evolversi della situazione clinica e riabilitativa. D. Nel suo reparto è possibile già realizzare questa multidisciplinarietà, che in molti ospedali sembra ancora lontanissima? Così come sembra lontana una diagnosi precoce - trentatre - ottobre 2008 tanto evocata per la sopravvivenza dei malati, se poi esami basilari richiedono una prenotazione con tempi lunghissimi? R. Listituzione di un centro specializzato sulle malattie del pancreas a San Giovanni Rotondo presso la Casa Sollievo della Sofferenza, lospedale fondato da Padre Pio, ha appunto lo scopo di mettere a di­ sposizione dei pazienti lesperienza del nostro gruppo di lavoro interdisciplinare. Il Nostro Centro è formato da un team di medici specialisti impegnati a garantire il miglior risultato possibile. D. Quali centri scegliere per la cura del tumore del pancreas? R. È consigliabile rivolgersi a centri specializzati detti anche ad alto volume, specialmente in caso di intervento chirurgico. Infatti lesperienza del chirurgo, così come la possibilità di avere a disposizione specialisti di tutte le discipline per questo tipo di tumore, ha un ruolo fondamentale nella prognosi del tumore stesso. Autolinee Noleggio Autobus AllIRRCS di San Giovanni Rotondo grande successo del Corso Internazionale su Patologia Pancreatica: Approccio multidisciplinare per un miglior outcome. Si è tenuto a metà settembre un congresso con numerosi relatori di fama internazionale. È stato un successo sia per laffluenza di pubblico che per lefficiente organizzazione, ma soprattutto per lalto contenuto scientifico della manifestazione. Ospite deccezione é stato il Prof. Markus W Büchler, direttore del Dipartimento di Chirurgia Generale e dei Trapianti dellUniversitá di Heidelberg (Germania), uno dei massimi esperti mondiali di chirurgia pancreatica, nonché maestro e mentore del Dott. Pierluigi di Sebastiano, che collabora con lui da 18 anni, promotore del Convegno, insieme ad Angelo Andriulli ed Evaristo Maiello. Erano presenti come relatori i principali esperti italiani di chirurgia e patologia pancreatica: dai centri di eccellenza di Verona (Prof. Pederzoli e Prof. Bassi) dellOspedale San Raffaele di Milano (Prof. Di Carlo) dellUniversitá di Pisa (Prof. Pietrabissa) dellUniversitá di Roma (Prof. Delle Fave, presidente dellAISP, Associazione Italiana Studio Pancreas) ed anche della Puglia (molti i professori e primari presenti). È stato quindi un momento molto interessante e dal quale è emerso, senza ombra di dubbio, il fatto che lapproccio alla patologia pancreatica deve essere multidisciplinare e pertanto occorerebbe che nelle varie regioni si istituissero dei Centri di riferimento dedicati alla patologia del pancreas in grado di offrire al paziente un approccio integrato. pugliasalute Elenco delle Autolinee Autolinee STATALI BARI - FIUGGI ROMA - GALLIPOLI ROMA - GINOSA ROMA - BRINDISI ROMA - MANDURIA ROMA - LUCERA ROMA - OTRANTO ROMA - METAPONTO ROMA - BARI - TARANTO MATERA - PISA OTRANTO - PISA MANDURIA PISA Autolinee REGIONALI ROMA - AVELLINO ROMA - SORRENTO AMALFI Sito Internet: http://www.marozzivt.it Sede Legale ed Uffici Operativi della Società: Via Bruno Buozzi, 23 - 70123 BARI - trentaquattro - ottobre 2008