informasanita` dicembre 2016 - Azienda Ospedaliera di Padova

informasanità
informa
dicembre 2016
ECCEZIONALE
SCOPERTA SCIENTIFICA:
L’EMBOLIA POLMONARE E’
CAUSA PREVALENTE
DI SINCOPE
Pubblicata sul The New England
Journal of Medicine
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informasanità
PERIODICO d’informazione
dell’Azienda Ospedaliera di Padova
SOMMARIO
Dicembre 2016
DIRETTORE RESPONSABILE
Luisella Pierobon
DIRETTORE GENERALE AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA
Luciano Flor
HANNO COLLABORATO IN QUESTO NUMERO
Silvia Baggio, Eugenio Baraldi, Sofia Barbar, Nadia Battajon,
Franca Bilora, Eliana Camporese, Luigi Cattarossi,
Paola Facchin, Paolo Prandoni, Ezio Zanon e
Ufficio Stampa Terre des Hommes
Servizi fotografici: Pietro Bernardi, Marco Michieli
e Ufficio Stampa Azienda Ospedaliera
Servizi fotografici Bambino Maltrattato: Terre des Hommes
Consulenza Legale: Luisa Longhini
DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE
Via Giustiniani 1— Padova
tel. redazione 049.8213923
fax redazione 049.8218283
[email protected]
Registrazione del Tribunale di Padova
n. 1553 del 21.01.97 Registro Stampa
In copertina immagine dell’Ospedale di Renzo Banzato
Scoperta scientifica del Prof. Paolo Prandoni
Pubblicata su NEJM The New England Journal
Of Medicine
pag. 3
Salvataggio di due neonati con tecnica ECMO.
Sinergia tra Ospedali di Padova, Treviso e Udine
pag. 8
Maltrattamento e Abuso sui bambini: una questione
di salute pubblica - presentato a Roma al Senato,
dossier Terre des Hommes realizzato con la rete
nazionale di eccellenze ospedaliere, tra cui
l’Azienda Ospedaliera di Padova
pag. 11
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ECCEZIONALE
SCOPERTA SCIENTIFICA
L’EMBOLIA POLMONARE E’ CAUSA PREVALENTE
DELLA SINCOPE - PERDITA DI COSCIENZA
Il Prof. Paolo Prandoni (al centro della
foto) dell’A.O./Università di Padova
direttore del Centro Coagulopatie, autore principale della scoperta scientifica, pubblicata dalla prestigiosa rivista
scientifica The New England Journal
of Medicine ha evidenziato come “i
risultati di questo studio aprano uno
scenario completamente nuovo nel
panorama diagnostico della sincope,
richiedano la riformulazione di nuove
linee guida nazionali ed internazionali
che prevedano la ricerca dell’Embolia
Polmonare (EP) in tutti in pazienti che
vengono ricoverati con un episodio di
sincope”.
L’equipe di ricercatori con al centro il prof. Prandoni
Padova è capofila degli 11 Centri italiani che hanno contribuito in modo
significativo al progetto.
Il prof. Paolo Prandoni
la schermata del NEJM
con la scoperta scientifica
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L’EMBOLIA POLMONARE E’ CAUSA PREVALENTE DI SINCOPE
PERDITA DI COSCIENZA - LO CONFERMA UNO STUDIO ITALIANO
L’embolia polmonare è la terza malattia cardiovascolare in ordine di frequenza. In Europa circa 370.000 sono i
decessi legati all’EP ogni anno. La precocità della diagnosi e della terapia ne riduce la mortalità del 75%.
La sincope è una perdita di coscienza transitoria a rapida insorgenza,
di breve durata e con risoluzione spontanea e completa. E’ responsabile del 3%
di tutti gli accessi al Pronto Soccorso e
dell’1% di tutti i ricoveri ospedalieri. Abitualmente avviene per cause banali e facilmente riconoscibili - quale stress emotivo, dolore, vista del sangue, postprandiale,
post-esercizio
fisico,
post-
minzionale, prolungata stazione eretta in
pubblico soprattutto in ambienti chiusi,
calo pressorio – frequentemente indotto
dal recente uso di farmaci ipotensivi, disidratazione, vomito e/o diarrea profusi,
salasso, uso di alcoolici, emorragie, uso
di colletti stretti, malattie neurologiche di
varia natura -
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L’EMBOLIA POLMONARE E’ CAUSA PREVALENTE DI SINCOPE
PERDITA DI COSCIENZA - LO CONFERMA UNO STUDIO ITALIANO
e tende a ripetersi anche più volte
all’anno in soggetti predisposti. I casi di
sincope vengono per lo più gestiti su base ambulatoriale, e se anche – come
spesso accade – i pazienti si recano ad
un Pronto Soccorso vengono rapidamente congedati.
Solo una minoranza - oscillante tra
1/4 ed 1/3 di tutti i pazienti con sincope vengono ricoverati. Trattasi dei casi in cui
la caduta ha provocato seri traumi, di
quelli che hanno patologie concomitanti
che ne richiedono il ricovero, di coloro
che hanno un’elevata probabilità di affe-
LO STUDIO
Allo scopo di stabilire la prevalenza di EP
in pazienti ricoverati per sincope, è stato
avviato lo studio multicentrico, prospettico in 11 centri italiani (Padova, Roma,
Camposampiero,
Livorno,
Faenza/
Ravenna, Castelfranco V.to, Piacenza,
Cosenza, Roma 2, Udine, Varese), che
ha previsto l’impiego di un algoritmo diagnostico ben consolidato che accertasse
o escludesse la presenza di EP nei 560
pazienti oggetto della ricerca, prescindendo dal fatto che fosse ipotizzabile oppure no una causa alternativa di sincope.
zioni cardiache predisponenti (quali bradi
In 205 pazienti non c’era una spie-
o tachiaritmie o stenosi aortiche) e di co-
gazione chiara della sincope ma grazie
loro in cui non si identifica una causa
allo studio è stata riscontrata in 52 di loro
plausibile della perdita di coscienza.
l’embolia polmonare. Negli altri 355, i cli-
Benchè sia noto che la sincope
nici erano convinti di aver trovato altra
può essere provocata da un’embolia pol-
spiegazione alla sincope e non embolia
monare EP (da sola od associata con
polmonare, in 45 di loro è stata dimostra-
trombosi venose profonde degli arti), non
ta invece l’embolia polmonare in atto.
si conosceva prima di questo studio la
reale frequenza di EP in pazienti con sincope, per questo i medici raramente la
sospettavano in questi pazienti.
Ma la precoce diagnosi e cura quasi
sempre diventa decisiva per favorire la
sopravvivenza del paziente, dato che
l’EP è una condizione grave e potenzialmente fatale.
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L’EMBOLIA POLMONARE E’ CAUSA PREVALENTE DI SINCOPE
PERDITA DI COSCIENZA - LO CONFERMA UNO STUDIO ITALIANO
polmonare, che sommata a quella già
riconoscibile, diventa in 2/3 dei pazienti
che afferiscono ai Pronti Soccorso, causa certa di sincope.
Il NEJM - The New England Journal of
Medicine è tra le più prestigiose pubblicazioni di medicina al mondo.
Entro le 48 ore dal ricovero in ben
97 pazienti è stata riscontrata l’EP - il
17.3% delle 560 persone oggetto della
ricerca. L’embolia polmonare era grave in
61 pazienti e in 36 di più limitata entità.
La precocità della diagnosi nei pazienti
giunti al Pronto Soccorso ha consentito
una tempestiva terapia salvavita.
Gli articoli pubblicati settimanalmente,
sono fortemente selezionati da specialisti
di livello internazionale. Edito dalla Massachusetts Medical Society, pubblica in
lingua inglese ed ha il più alto fattore di
impatto. E’ la più antica rivista di medicina al mondo e pubblica da oltre due secoli. Sul sito della rivista è visibile anche
In conclusione quando non esista altra
spiegazione all’episodio sincopale, è ora
dimostrata la frequenza di embolia
il
video
della
www.nejm.org/
scoperta
http://
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L’EMBOLIA POLMONARE E’ CAUSA PREVALENTE DI SINCOPE
PERDITA DI COSCIENZA - LO CONFERMA UNO STUDIO ITALIANO
da sx dr.ssa Sofia Barbar, prof. Paolo Prandoni, dr.ssa Franca Bilora, dr. Ezio Zanon
Centri partecipanti
Embolia polmonare
Incidenza di TEV: 100-200
casi per 100.000
abitanti/anno
Padova: P. Prandoni, S. Barbar, I. Di Pasquale, L. Filippi, M.J.
Fabià, A. Scudeller, F. Bilora
Roma: M. Ciammaichella, R. Maida, A. Ulissi, G. De Paola
Camposampiero: M. Perlati, S. Barbar
Livorno: N. Mumoli, J. Vitale, S. Sabatini, F. Malvaldi
Terza malattia
cardiovascolare in
ordine di frequenza
Faenza/Ravenna: E. Bucherini, E. Carioli
Castelfranco Veneto: A. Visonà, B. Zalunardo
Piacenza: D. Imberti, R. Benedetti
In Europa circa 370.000 decessi legati all’EP ogni anno
Cosenza: C. Bova, A. Noto
Roma 2: F. Violi
La precoce diagnosi e terapia riduce la mortalità del 75%
Udine: G. Barillari
Varese: W. Ageno
Un ringraziamento sentito al Prof. Prandoni, ai Dott.i Ezio Zanon, Franca Bilora, Sofia Barbar, viene espresso dal dr. Luciano Flor direttore generale dell’Azienda Ospedaliera che riconosce l’elevata preparazione scientifica dei ricercatori universitari che
ha consentito di raggiungere risultati a livello internazionale, auspicando possano
tradursi in pratica per il bene di tutti.
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SALVATI DUE NEONATI
CON ECMO MOBILI
SINERGIA TRA GLI OSPEDALI
DI PADOVA TREVISO E UDINE
Team del trasporto per l’emergenza neonatale di Padova
Ore 9 arriva alla terapia intensiva
neonatale dell’Azienda Ospedaliera di
Padova – diretta dal prof. Eugenio Baraldi, una richiesta urgente di consulenza
da parte della neonatologia di Udine per
una neonata di 3 giorni con grave insufficienza respiratoria causata da inalazione
massiva di meconio alla nascita.
La bambina era già in ventilazione
meccanica massimale e, ciò nonostante,
l’ossigenazione del sangue non era adeguata. La gravità della situazione dava
indicazione al posizionamento immediato
di una circolazione extracorporea a membrana (ECMO ExtraCorporeal Menbrane
Oxygenation), tecnica di circolazione extracorporea utilizzata per ristabilire un’
adeguata ossigenazione.
Padova è attrezzata da anni e con
un team del trasporto neonatale l’unità
mobile ECMO composta dal cardiochirur-
go pediatra Dr. Massimo Padalino, dal neonatologo Dr. Daniele Trevisanuto dal tecnico perfusionista Dario Fichera e
dall’infermiera neonatale Laura Brombin
con il supporto del 118 e della Croce Verde parte per Udine. Presso l’Ospedale di
Udine, la neonata è stata posta in circolazione extracorporea e quindi trasferita a
Padova.
Ore
14 dello stesso giorno, arriva
una nuova telefonata dall’Ospedale di Treviso per un caso simile di grave aspirazione di meconio in neonato di 2 giorni già in
ventilazione meccanica massimale.
Nell’arco di poche ore, c’era la necessità di posizionamento di due ECMO
neonatali in Ospedali esterni. Non essendo
ancora rientrata la prima equipe da Udine,
ne è stata organizzata un’altra d’urgenza,
grazie alla tempestività della direzione
ospedaliera di Padova.
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SALVATI DUE NEONATI CON DUE ECMO MOBILI
GRANDE SINERGIA TRA PADOVA TREVISO E UDINE
Il
Prof. Baraldi,
direttore
della
Terapia Intensiva
Neonatale (in foto) in men che
non si dica ha
coordinato
un
nuovo team di
trasporto neonatale con la seconda unità mobile ECMO -
composto dal cardiochirurgo Dr. Vladimiro
Vida, dal neonatologo Dr.ssa Paola Lago,
dal perfusionista Agostino Ebraico e dall’
infermiere neonatale Gabriele Pennisi che
è partito per l’Ospedale di Treviso dove il
bambino è stato posto in circolazione extracorporea e trasportato a Padova. I 2
neonati dimessi dalla Neonatologia di Padova sono ritornati negli ospedali di Udine
e Treviso, in buone condizioni generali
cioè respiravano autonomamente per il
follow-up, ora sono stati dimessi dagli Ospedali di Udine e di Treviso e entrambi a
casa sono in braccio ai loro genitori.
La gestione delle due emergenze è
stata effettuata con successo dalla Cardiochirurgia Pediatrica diretta dal Prof.
Giovanni Stellin e dalla Terapia Intensiva
Neonatale diretta dal Prof. Eugenio Baraldi che raggiunto afferma: “E’ una storia a
lieto fine. E’ sempre emozionante poter
ridare in braccio ai genitori un neonato
che aveva rischiato la vita. Cio’ che mi
riempie di orgoglio è, senza dubbio, la
professionalità dei medici e delle infermiere del nostro reparto, ma soprattutto
l’entusiasmo, la passione e la dedizione
per quanto è stato fatto. Questo lavoro
con i neonati va al di là di ogni orario e
carico di lavoro, per questo ringrazio tutti
coloro che hanno collaborato alla riuscita
dell’operazione”.
La sindrome da aspirazione di meconio
grave ha una prevalenza di circa l’1% dei
neonati e in alcuni casi è talmente grave
da richiedere l’ECMO. Si associa ad una
mortalità del 15-20%. Per questa patologia, in un’area come il nord-est, ci si possono aspettare 2-3 casi all’anno con necessità di ECMO. Nell’anno 2015 si erano verificati 2 casi analoghi (ma non nello
stesso giorno!) e i neonati erano stati trasportati a Padova dallo stessa equipe
della Cardiochirurgia Pediatrica e della
Neonatologia padovana con unità mobile
ECMO.
In Italia vi sono 3 centri (Roma, Genova e
Padova) che sono dotati di trasporto neonatale con unità mobile ECMO in grado
di far fronte all’urgenza di gravi insufficienze respiratorie acute del neonato. Il
servizio di trasporto per l’emergenza neonatale (STEN) di Padova operativo H24
tutti i giorni dell’anno, è coordinato dal Dr.
Daniele Trevisanuto, ed effettua oltre 200
trasporti all’anno, per la maggior parte
neonati prematuri.
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SALVATI DUE NEONATI CON DUE ECMO MOBILI
GRANDE SINERGIA TRA PADOVA TREVISO E UDINE
ULSS 9 di Treviso - Terapia Intensiva
Neonatale (TIN)
Azienda Sanitaria Universitaria
Integrata di Udine
Dott. Luigi Cattarossi – Direttore Patologia Neonatale che aveva in cura il bimbo di
Udine: ”La nostra collaborazione con
l’equipe di Padova ancora una volta si è
dimostrata efficace, questo è il secondo
caso che trattiamo insieme, ed entrambi i
neonati hanno avuto un esito favorevole.
Il piccolo che ci è stato ritrasferito da Padova sta bene ed è andato a casa alcuni
giorni fa. E’ stato un esito favorevole che
ci ha riempito di soddisfazione e che ha
dimostrato ancora una volta che la collaborazione tra centri di alto livello è sempre vincente.”
Dott.ssa Nadia Battajon ci comunica: “Ci
è stata trasferita da un altro ospedale una neonata con una importante insufficienza respiratoria, fin da subito le sue
condizioni generali sono apparse gravi,
le terapie farmacologiche e ventilatorie a
disposizione sono risultate insufficienti
per garantire una adeguata ossigenazione tissutale. Pertanto si è resa da subito
evidente la necessità di sottoporre la piccola a circolazione extracorporea ECMO.
Contattato il Servizio Trasporto Neonatale (STEN) di Padova attrezzato, è stata
organizzata rapidamente l’equipe sanitaria, costituita dal personale stesso dello
STEN , da un cardiochirurgo e da un tecnico dell’emodinamica. Al loro arrivo tutto
era pronto per avviare questa procedura
ed in poche ore la piccola è stata trasferita a Padova.
Quattro equipe sanitarie, provenienti da due diversi ospedali, hanno collaborato insieme allo stesso fine: dare alla
piccola l’unica possibilità di sopravvivenza. E’ stato fatto un ottimo lavoro di
squadra con grande intesa e efficienza.
Nonostante la dovuta preoccupazione e
trepidazione, tutto il personale ha gioito
per l’esito del proprio impegno professionale e umano. Un grazie sentito va a tutto il personale infermieristico della TIN di
Treviso per aver lavorato con grande
competenza, efficienza e dedizione. Inoltre uno speciale ringraziamento va a tutte
le persone che in quella giornata non
hanno esitato a lasciare le proprie attività, al di fuori dell’orario di lavoro, per
mettere a disposizione professionalità e
preparazione, riuscendo a ridare futuro e
fiducia ad una famiglia intera.
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MALTRATTAMENTO E ABUSI
SUI BAMBINI
QUESTIONE DI SALUTE PUBBLICA
Le foto inserite in questo articolo ci sono state gentilmente
offerte da Terre des Hommes
Si è svolta il 15 novembre 2016 alla presenza
del Presidente Pietro Grasso, presso la Biblioteca Giovanni Spadolini del Senato della Repubblica a Roma, la conferenza stampa di
presentazione del dossier “Maltrattamento e
abuso sui bambini: una questione di salute
pubblica”.
Pietro Grasso Presidente Senato
L’indagine è stata promossa dalla fondazione Terre des Hommes e cinque ospedali
italiani riuniti nella prima Rete Nazionale di
eccellenze ospedaliere per il contrasto della
violenza sui bambini: Torino, Milano, Padova,
Firenze, Bari, vi hanno partecipato.
La violenza sui bambini, e le sue conseguenze mediche e sociali devono essere riconosciute quale problema che attiene alla sfera della Salute Pubblica e come tale deve essere indagato e diagnosticato.
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MALTRATTAMENTO E ABUSI SUI BAMBINI
QUESTIONE DI SALUTE PUBBLICA
I bambini che ne sono vittime devono essere assistiti con strumentazioni
all’avanguardia e metodologie evolute,
come quelle usate per le altre patologie
pediatriche gravi.
Con oltre 3.000 casi di bambini presi in carico dal 2011 al 2015 per una o
più forme di maltrattamento, di età media
di 7 anni e con una prevalenza di bambine, questa rete di strutture sanitarie altamente specializzate propone oggi, per la
prima volta, la condivisione di alcuni modelli d’intervento di successo nella diagnosi della violenza sui bambini e nella
presa in carico e cura delle piccole vittime e, insieme a Terre des Hommes, formula 4 raccomandazioni chiave descritte
in chiusura di questo articolo, per le Regioni, gli Ospedali, le Università e il Governo.
Oltre a chiedere che ogni Regione
disponga di un Centro Ospedaliero pediatrico specializzato nel maltrattamento,
dotato di equipe multidisciplinari e attrezzature che permettano una diagnosi differenziale completa, la nuova Rete auspica che la diagnostica del child abuse diventi materia universitaria e che il maltrattamento sui bambini venga inserito
nel Piano Nazionale di Prevenzione Sanitaria.
“L’impegno di Terre des Hommes nel
contrasto della violenza sui bambini segna oggi un importante passo in avanti,
grazie alla preziosa partnership con queste eccellenze ospedaliere”, dichiara Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des
Hommes.
“Dopo le indagini per quantificare il
numero di minori maltrattati in Italia presi
in carico dai Servizi Sociali e il costo sociale della mancata prevenzione della
violenza, questo nuovo lavoro torna a
confermare l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del maltrattamento in un’ottica specificamente sanitaria.
Vogliamo portare all’attenzione delle istituzioni il prezioso lavoro che viene quotidianamente svolto da strutture in prima
linea nella diagnostica del maltrattamento
e favorire la condivisione delle loro metodologie nel resto d’Italia”.
"La nostra esperienza ci conferma che il
lavoro multidisciplinare, in questo campo,
è importante per individuare e gestire i
casi in modo più efficiente”, dichiarano
Luca Gastaldo, Dirigente Medico, e Antonio Francesco Urbino, Direttore
dell’Ambulatorio Bambi, Torino.
Altro aspetto fondamentale è la precocità
della diagnosi di maltrattamento, che ci
permette di interrompere meccanismi
“dannosi dal punto di vista fisico – come
ad esempio nella Shaken Baby Syndrome - e psicologico sul bambino, prevenendone le gravi conseguenze che ne
possono derivare in futuro.
Federica Giannotta di Terre des Hommes e
Luca Castaldo dirigente medico di Torino
Resta inoltre fondamentale l’immediata
tutela dell’integrità fisica e della sicurezza
del minore, mediante interventi in urgenza”.
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MALTRATTAMENTO E ABUSI SUI BAMBINI
QUESTIONE DI SALUTE PUBBLICA
“Il nostro centro è nato per sostenere
sotto tutti i punti di vista (sociale, sanitario, psicologico e legale) donne e minori
vittime di violenza. Oltre il 59% dei 895
minori assistiti dal nostro centro dal 2011
al 2015 sono stati vittime di abusi sessuali, il 31% di abuso psicoemozionale e
il 23% di violenza assistita”, spiegano
Alessandra Kustermann, ginecologa e
direttrice del centro SVSeD di Milano e
Lucia Romeo, Pediatra (in foto a dx).
“Tra gli intenti principali della struttura c’è
anche quello della formazione di medici di
famiglia e pediatri di libera scelta, che sono a più stretto contatto con le vittime,
perché possano individuare le situazioni di
rischio e prevenire il maltrattamento sui
bambini.
Per questo - continuano - abbiamo
promosso insieme a Terre des Hommes il
primo corso post universitario in diagnostica del Child Abuse nel 2014”.
Un momento partecipato del Simposio
“Solo negli anni recenti, le acquisizioni
sul neurosviluppo e sulla crescita del
bambino hanno messo in luce come il
maltrattamento, soprattutto nei primi mesi
e anni di vita, alteri in modo profondissimo e, almeno per una parte, irreversibile i
normali meccanismi di sviluppo, in modo
tale da determinare la formazione di un
organismo che è strutturalmente diverso
e che funzionerà, anche a distanza, in
modo anomalo”, afferma Paola Facchin,
Responsabile del Centro Regionale per
la Diagnostica del Bambino Maltrattato di
Paola Facchin Azienda Ospedaliera Padova
Padova.
“Le evidenze di queste alterazioni strutturali – continua la prof.ssa Facchin - sono drammatiche nel momento in cui si utilizzando le tecnologie avanzate come si fa per altre patologie pediatriche gravi. Queste alterazioni sono presenti in qualsiasi tipo di maltrattamento sia che si usi violenza fisica (Shaken Baby Syndrome) o emotiva (violenza assistita), sia che si somministrino precocemente droghe o sostanze (Chemical Abuse), sia che
non si diano le stimolazioni ambientali necessarie (Neglect). Fare presto la diagnosi di
maltrattamento e del danno strutturale del singolo caso e iniziare subito trattamenti specifici è indispensabile per modificare la vita futura di questi bambini e del loro essere futuri
giovani adulti”.
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MALTRATTAMENTO E ABUSI SUI BAMBINI
QUESTIONE DI SALUTE PUBBLICA
"Da anni il Meyer si prende
cura dei minori vittime di abuso sessuale e maltrattamento
attraverso il servizio GAIA,
un'equipe
multidisciplinare
formata da diversi professionisti”, dichiara Stefania Losi,
pediatra e responsabile del
servizio GAIA, Firenze.
“Accanto alle problematiche
di cui ci siamo occupati all'inizio della nostra attività, abbiamo via via ampliato il nostro raggio di azione per dare
risposta a tutte le forme di
maltrattamento che sono emerse e rilevate negli anni:
dalla diagnosi della sindrome
del bambino scosso al chemical abuse, alla violenza assistita in ambito domestico, dal
cyberbullismo alla valutazione di patologie psichiatriche,
spesso frutto di uno stress
post-traumatico dovuto ad
esperienza di abuso sessuale
e/o maltrattamento subiti".
Stefania Losi Pediatra Firenze
“GIADA dal 2000 si occupa di violenza all’infanzia,
con la consapevolezza che i sintomi somatici nel corso dell’infanzia, spesso esprimono sofferenze che
non hanno parole. I nostri dati fotografano la realtà di
un’infanzia trascurata, sola e di genitori distanti,
spesso intrappolati in conflitti coniugali, che rendono i
figli invisibili. Gli esiti della violenza assumono forme
diversificate, in base allo stadio evolutivo delle vittime” racconta Maria Grazia Foschino, Responsabile
del Servizio di Psicologia- GIADA, Bari. “Un fenomeno nuovo per l’area sanitaria sono le violenze perpetrate in rete il cui confronto in questi ultimi anni, ci ha
consentito di introdurre nel nostro Centro, nuove modalità operative.
L’incontro in Pronto Soccorso con Silvia, 13 anni, per
una crisi lipotimica a scuola, ci ha introdotto in una
piazza virtuale devastante e persecutoria. Una diagnosi esplicativa rivelava una condizione post traumatica perché vittima di “sexting” da parte dell’ex fidanzato coetaneo.
Maria Grazia Foschino Bari
L’affiancamento alla Polizia Postale nell’ascolto
dei ragazzi coinvolti ci ha consentito di comprendere
l’entità del fenomeno portandoci a strutturare anche il
programma di prevenzione regionale delle violenze
online “Teen Explorer” che in 3 anni ha coinvolto
10.402 ragazzi di scuole medie di I e II grado e 619
insegnanti.”
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MALTRATTAMENTO E ABUSI SUI BAMBINI
QUESTIONE DI SALUTE PUBBLICA
Luciano Flor, direttore generale dell’A.O. di Padova intervenuto ai lavori
“Il maltrattamento è inserito nei Livelli
Essenziali d’Assistenza da tempo, tuttavia la risposta organizzativa è quasi
esclusivamente riferita alla dimensione
psico-sociale del problema”, afferma
Luciano Flor, Direttore Generale
dell’Azienda Ospedaliera di Padova, intervenuto
in
rappresentanza
dell’Assessore Luca Coletto, che è stato
il coordinatore degli Assessori alla Sanità
presso la Commissione Salute e che attualmente è Presidente dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali
(Agenas).
“Le nuove acquisizioni scientifiche
sull’argomento - continua Flor - riportano
invece saldamente il problema del maltrattamento all’interno degli aspetti clinici.
Per tale motivo si richiedono urgentemente adeguate azioni di programmazione regionale basate sulla costituzione di
reti hub-spoke, anche ospedaliere, regionali e interregionali con un approccio del
tutto analogo a quello che già si sta seguendo per le malattie rare”.
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MALTRATTAMENTO E ABUSI SUI BAMBINI
QUESTIONE DI SALUTE PUBBLICA
IN 5 OSPEDALI ITALIANI, 3 MILA
BAMBINI VITTIME DI MALTRATTAMENTO IN 5 ANNI. LA FOTOGRAFIA
DEL DOSSIER TERRE DES HOMMES
L’Indagine oggetto del Dossier ha
toccato un bacino di utenza pari a 4,4
milioni di minori e benché non sia uno
studio di natura quantitativa (quindi non
si propone di dare una dimensione epidemiologica del fenomeno) offre una
fotografia qualitativa interessante e
nuova del fenomeno.
I Centri coinvolti nell’indagine sono
differenti, per natura, struttura e prassi di
intervento, però tutti intercettano quotidianamente le varie tipologie di maltrattamento: maltrattamento fisico, trascuratezza grave, abuso sessuale, sindrome di Munchausen per procura,
abuso psicoemozionale, violenza assistita e bambino conteso. Nell’ultimo
quinquennio sono stati circa 3.000 i
bambini vittime di violenza intercettati dai
5 Centri e a vario titolo presi in cura.
Emma d’Aquino - TG1 ha condotto l’evento
Le vittime sono in maggioranza bambine e l’età media dei casi trattati dagli
Ospedali partner è di circa 7 anni.
Il maltrattamento è stato rilevato in
tutte le fasce di età e spesso è contemporaneamente presente in forme diverse, (il maltrattamento multiplo infatti
raggiunge circa il 30% delle vittime intercettate dai Centri negli anni).
Oltre alle forme di maltrattamento
più comuni e note, sono emerse forme
di violenza pressoché sconosciute ai
non addetti ai lavori e sulle quali invece
Terre des Hommes e i suoi partner ritengono sia necessario pianificare estese
campagne d’informazione e sensibilizzazione sia presso le istituzioni che per il
grande pubblico. Tra queste ci sono il
chemical abuse e la shaken baby
syndrome che colpiscono proprio i bambini in tenerissima età.
Momenti del Simposio
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MALTRATTAMENTO E ABUSI SUI BAMBINI
QUESTIONE DI SALUTE PUBBLICA
LE RACCOMANDAZIONI EMERSE PER UNA RISPOSTA EFFICACE
AL MALTRATTAMENTO SUI MINORI
v Ogni Regione disponga di un
Centro ospedaliero pediatrico referente per il territorio con specifica struttura ed expertise in materia
v Ciascun Centro sia dotato di
equipes multidisciplinari e specializzate con dotazioni strumentali
e facilities che permettano una
diagnosi differenziale completa
v
Il Maltrattamento e abuso
all’infanzia diventi materia di studio nel curriculum della Facoltà di
Medicina e Chirurgia
v Il Maltrattamento sui bambini
venga inserito nel Piano Nazionale di Prevenzione Sanitaria.
il Dossier sul “Maltrattamento e abuso sui bambini:
una questione di salute pubblica” è disponibile su:
http://www.terredeshommes.it/dnload/
Dossier_Maltrattamento_e_Abuso_sui_bambini_2016.pdf
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Informasanità