Salvati due neonati con sinergia tra Ospedali di Padova, Treviso e

REGIONE DEL VENETO
AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA
Ufficio Stampa tel 049 8213923 fax 8218283
e-mail [email protected]
COMUNICATO STAMPA, 16.11. 2016
SALVATI DUE NEONATI CON DUE ECMO MOBILI IN CONTEMPORANEA
GRANDE SINERGIA TRA GLI OSPEDALI DI PADOVA, TREVISO E UDINE.
Ore 9 arriva alla terapia intensiva neonatale dell’Azienda Ospedaliera di Padova –
diretta dal prof. Eugenio Baraldi, una richiesta urgente di consulenza da parte della
neonatologia di Udine per una neonata di 3 giorni con grave insufficienza respiratoria
causata da inalazione massiva di meconio alla nascita.
La bambina era già in ventilazione meccanica massimale e, ciò nonostante,
l’ossigenazione del sangue non era adeguata. La gravità della situazione dava indicazione
al posizionamento immediato di una circolazione extracorporea a membrana (ECMO
ExtraCorporeal Menbrane Oxygenation), tecnica di circolazione extracorporea utilizzata
per ristabilire un’ adeguata ossigenazione.
L’ECMO è una procedura estrema “salva vita”, una sorta di polmone artificiale, che
permette di sostituire la funzione dei polmoni facendo circolare il sangue del bambino al di
fuori del corpo umano dove viene ossigenato e quindi re-immesso nella circolazione del
paziente. Padova è attrezzata da anni e con un team del trasporto neonatale l’unità
mobile ECMO composta dal cardiochirurgo pediatra Dr. Massimo Padalino, dal
neonatologo Dr. Daniele Trevisanuto dal tecnico perfusionista Dario Fichera e
dall’infermiera neonatale Laura Brombin con il supporto del 118 e della Croce Verde parte
per Udine. Presso l’Ospedale di Udine, la neonata è stata posta in circolazione
extracorporea e quindi trasferita a Padova.
Ore 14 dello stesso giorno, arriva una nuova telefonata dall’Ospedale di Treviso
per un caso simile di grave aspirazione di meconio in neonato di 2 giorni già in
ventilazione meccanica massimale.
Nell’arco di poche ore, c’era la necessità di posizionamento di due ECMO neonatali
in Ospedali esterni.
Non essendo ancora rientrata la prima equipe da Udine, ne è stata organizzata
un’altra d’urgenza, grazie alla tempestività della direzione ospedaliera di Padova. In men
che non si dica un nuovo team di trasporto neonatale con la seconda unità mobile ECMO composto dal cardiochirurgo Dr. Vladimiro Vida, dal neonatologo Dr.ssa Paola Lago, dal
perfusionista Agostino Ebraico e dall’ infermiere neonatale Gabriele Pennisi è partito per
l’Ospedale di Treviso dove il bambino è stato posto in circolazione extracorporea e
trasportato a Padova. I 2 neonati dimessi dalla Neonatologia di Padova sono ritornati negli
ospedali di Udine e Treviso, in buone condizioni generali cioè respiravano autonomamente
per il follow-up, ora sono stati dimessi dagli Ospedali di Udine e di Treviso e entrambi a
casa sono in braccio ai loro genitori.
La gestione delle due emergenze è stata effettuata con successo dalla
Cardiochirurgia Pediatrica diretta dal Prof. Giovanni Stellin e dalla Terapia Intensiva
Neonatale diretta dal Prof. Eugenio Baraldi che raggiunto afferma: “E’ una storia a lieto
fine. E’ sempre emozionante poter ridare in braccio ai genitori un neonato che aveva
rischiato la vita. Cio’ che mi riempie di orgoglio è, senza dubbio, la professionalità dei
medici e delle infermiere del nostro reparto, ma soprattutto l’entusiasmo, la passione e la
dedizione per quanto è stato fatto. Questo lavoro con i neonati va al di là di ogni orario e
carico di lavoro, per questo ringrazio tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita
dell’operazione”.
La sindrome da aspirazione di meconio grave ha una prevalenza di circa l’1% dei neonati e in alcuni casi è
talmente grave da richiedere l’ECMO. Si associa ad una mortalità del 15-20%. Per questa patologia, in
un’area come il nord-est, ci si possono aspettare 2-3 casi all’anno con necessità di ECMO. Nell’anno 2015 si
erano verificati 2 casi analoghi (ma non nello stesso giorno!) e i neonati erano stati trasportati a Padova dallo
stessa equipe della Cardiochirurgia Pediatrica e della Neonatologia padovana con unità mobile ECMO.
In Italia vi sono 3 centri (Roma, Genova e Padova) che sono dotati di trasporto neonatale con unità mobile
ECMO in grado di far fronte all’urgenza di gravi insufficienze respiratorie acute del neonato. Il servizio di
trasporto per l’emergenza neonatale (STEN) di Padova operativo H24 tutti i giorni dell’anno, è coordinato dal
Dr. Daniele Trevisanuto, ed effettua oltre 200 trasporti all’anno, per la maggior parte neonati prematuri.
Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine
Dott. Luigi Cattarossi – Direttore Patologia Neonatale che aveva in cura
il bimbo di Udine: ”La nostra collaborazione con l’equipe di Padova ancora una volta si è
dimostrata efficace, questo è il secondo caso che trattiamo insieme, ed entrambi i neonati
hanno avuto un esito favorevole. Il piccolo che ci è stato ritrasferito da Padova sta bene ed
è andato a casa alcuni giorni fa. E’ stato un esito favorevole che ci ha riempito di
soddisfazione e che ha dimostrato ancora una volta che la collaborazione tra centri di alto
livello è sempre vincente.”
ULSS 9 di Treviso - Terapia Intensiva Neonatale (TIN)
Dott.ssa Nadia Battajon ci comunica: “Ci è stata trasferita da un altro
ospedale una neonata con una importante insufficienza respiratoria, fin da subito le sue
condizioni generali sono apparse gravi, le terapie farmacologiche e ventilatorie a
disposizione sono risultate insufficienti per garantire una adeguata ossigenazione
tissutale. Pertanto si è resa da subito evidente la necessità di sottoporre la piccola a
circolazione extracorporea ECMO. Contattato il Servizio Trasporto Neonatale (STEN) di
Padova attrezzato, è stata organizzata rapidamente l’equipe sanitaria, costituita dal
personale stesso dello STEN , da un cardiochirurgo e da un tecnico dell’emodinamica. Al
loro arrivo tutto era pronto per avviare questa procedura ed in poche ore la piccola è stata
trasferita a Padova.
Quattro equipe sanitarie, provenienti da due diversi ospedali, hanno collaborato insieme
allo stesso fine: dare alla piccola l’unica possibilità di sopravvivenza. E’ stato fatto un
ottimo lavoro di squadra con grande intesa e efficienza. Nonostante la dovuta
preoccupazione e trepidazione, tutto il personale ha gioito per l’esito del proprio impegno
professionale e umano. Un grazie sentito va a tutto il personale infermieristico della TIN di
Treviso per aver lavorato con grande competenza, efficienza e dedizione. Inoltre uno
speciale ringraziamento va a tutte le persone che in quella giornata non hanno esitato a
lasciare le proprie attività, al di fuori dell’orario di lavoro, per mettere a disposizione
professionalità e preparazione, riuscendo a ridare futuro e fiducia ad una famiglia intera.
Visto: si autorizza la diffusione ai Media – Uffici Stampa A.O. PD - ULSS 9 TV – ASUI UDINE