Le Voci di Dentro: da Giovanna d`Arco ad Adolf

La Terra Cava - L'Isola di Avalon
Le Voci di Dentro: da Giovanna d'Arco ad Adolf Hitler
Inviato da Seyan
sabato 21 agosto 2010
Ultimo aggiornamento lunedì 26 marzo 2012
“Ero nel
tredicesimo anno della mia vita, quando Dio mandò una voce per guidarmi.
Dapprima rimasi spaventata: ‘Sono una povera ragazza che non sa né guerreggiare
né filare’ risposi. Ma l'angelo mi raccontò che pietà fosse il regno di Francia
e mi disse: ‘Verranno a te Santa Caterina e Santa Margherita. Opera come ti
consigliano, perché loro sono mandate per consigliarti e guidarti e tu crederai
a quanto esse ti diranno’.”
L'episodio
narrato si svolse nel “Bois Chenu”, vicino Domrémy,
uno dei boschi di quercia cari alla magia Druidica, il periodo era la calda
estate del 1425, nell'aria si mischiavano varie fragranze e gli effluvi dei
campi dorati di grano della Lorena e a parlarne è la stessa protagonista,
Giovanna d'Arco, Jeanne d'Arc, che rimase inginocchiata per ore,
inebetita e sconvolta da ciò che le chiedeva la Voce di San Michele:
intervenire in soccorso del Regno di Francia.
Risulta
di estrema importanza la collocazione spaziale del contatto con le “Voci”. Esso
avvenne, infatti, nel luogo sacro per antonomasia dei Sacerdoti Druidi, il
magico bosco di querce o Nemeton e a parlarle era colui che dai
sacerdoti Druidi era conosciuto come il Dio gallico della Luce e del Sole, Belenos,
Belanus, Belanu o Belen per Francesi. Con la feroce estirpazione dei riti
pagani operata dalla Chiesa Cattolica, il culto dell'Arcangelo della Luce,
Michele, venne a sovrapporsi ai precedenti culti di Lug e Belenos in area
celtica, al persiano-anatolico Dio Mithra, cooptato con il nome di Mitra in
area romana, all'ellenico Helios-Apollo-Hermes. Leggende si stratificano a
leggende. Il “Re del Mondo” di Agarthi andrebbe collegato ad Odino-Wotan di
Asgard ed il Re del Mondo altri non sarebbe che il “Manu”, il medium tra l’umano
e il divino, dalle infinite vesti e nomi. Nell’area euroafricana, Manu avrebbe
assunto varie identità, da Narmer o Menes, il mitico Re Scorpione egizio, al
bretone Artù, per identificarsi poi nell’Arcangelo Michele. Ma tutti i Grandi
Avatar delle Religioni, da Gesù Cristo a Buddha, non sarebbero che successive
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personificazioni del Re del Mondo, per arrivare all’ultima, presunta,
incarnazione: Ashtar Sheran, entità
entrata in channeling con il
contattista George Van Tassel.
"II
Re del Mondo è in rapporto con tutti i pensieri di tutti coloro che dirigono il
destino dell'umanità. Conosce le loro intenzioni e le loro idee. Se esse
piacciono a Dio, il Re del Mondo le favorirà col suo aiuto invisibile; se
dispiacciono a Dio, il Re provocherà il loro fallimento. Tale è il potere dato
all'Agharti mediante la scienza misteriosa di Om" (Rene Guénon, "Il Re del
Mondo", Adelphi).
Nel
1429, dopo varie contatti con le Voci, Giovanna addivenne alla risoluzione di
presentarsi al cospetto del Delfino di Francia, Carlo di Valois, per
rappresentargli che la divina potenza l'aveva investita del compito di
risollevare le sorti della Francia dai rovesci subiti nella Guerra dei Cento
Anni. Il Regno di Francia era, allora, sull'orlo della rovina, dopo la disfatta
ad Azincourt, gli Inglesi, con l'appoggio dei Borgognoni, avevano occupato
Parigi e cingevano d'assedio Orléans. Tutto pareva ormai perso ed era prossimo
alla caduta anche Mont Saint-Michel, nodo preminente
della linea energetica denominata via micaelica o Via Sacra Langobardorum, che
comprende, tra gli altri, la Sacra di San Michele in Val di Susa e il Santuario
di San Michele Arcangelo di Monte Sant'Angelo nel Gargano. Può apparire frutto
della casualità che Mont Saint-Michel fosse dedicato originariamente a Belenos,
infatti, il nome attribuito al luogo dai Romani era Mons vel tumba Beleni, ossia "Monte o tomba di Beleno".
Ma il caso, come ha affermato Elie Wiesel[i], non esiste. Ancora più
impressionante il collegamento dell'Arcangelo Michele con Monte Sant'Angelo nel
Gargano. Virgilio denominava la Zona come Nemetun Garganum, la
Foresta Garganica. Gargano, Dio Silvestre, è figlio di Belenos e, in base alla
dottrina dell'omousia, Gargano e Belenos sono, ancora, la stessa
persona, lo stesso Avatar. I
santuari micaelici sono sempre posti o in antiche aree sacre druidiche dedicate
a Belenos oppure in luoghi di elevata altezza, a riprova del legame con le
forze superiori e celestiali che si oppongono agli araldi del male e
dell’oscurità. San Michele è l'antagonista naturale, escatologico e
psicomachiaco, della manifestazione materiale del Male, Satana, raffigurato
come Serpente, Drago o Dragone e non è una coincidenza che la leggenda narri
del Drago di Metz, Il Graoully, che imperversava nella regione della Lorena, di
cui era originaria Giovanna, drago che venne ucciso da San Clemente di Metz.
Le apparizioni di Michele furono
frequenti in Francia nell’ultima parte della guerra dei Cent’anni: oltre che a
Jeanne, comparve a Talòmont nel 1429, un'altra apparizione si conta nel 1434,
ancora a Bayonne nel 1451. Parrebbe quasi che l’Arcangelo Michele tanto temesse
la caduta di Mont Saint-Michel nelle mani degli Inglesi da decidere di
intervenire direttamente nel conflitto in corso.
Carlo di
Valois, quando ricevette Giovanna, non ne rimase particolarmente colpito o
impressionato, ma le gesta e il seguito nel popolo della Pulzella, già allora notevoli, e lo stato
miserevole in cui languiva la Francia, gli imposero dir accogliere degnamente
quel ben strano messo del Signore, una diciannovenne dai capelli corti e
vestita da uomo. Quando si è disperati, qualsiasi aiuto è ben accetto e il
Delfino senza trono decisa di sottoporla
ad un lungo esame condotto da un gruppo di teologi dell'Università di Poitiers.
Ella rispose sempre correttamente alle complesse questioni di natura dogmatica
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e liturgica postele, per la grazia, affermava, delle “Voci”. Agli incliti
studiosi non rimase altro che confessare la pochezza delle loro conoscenze nei
confronti delle Entità che parlavano direttamente a colei che avrebbe assunto
in seguito il titolo di “Pulzella d'Orléans”. Alla luce di tali dichiarazioni,
il gentile Delfino non poté che
concederle carta bianca. Sotto la sua guida morale la sbandata armata francese,
dedita più che altro al saccheggio e allo stupro, seguita da una carovana di
meretrici ed osti, mutò totalmente la propria condotta, rovesciando gli esiti
di una guerra ormai persa.
Le truppe
del Delfino, al comando de l”a Pucelle”, ruppero l'accerchiamento di
Orléans e costrinsero alla fuga gli assedianti. Successivamente, mettendo a
frutto i consigli delle “Voci”, le truppe del Delfinato riuscirono a conseguire
un'incredibile sequela di vittorie fino alla gloriosa battaglia di Patay, ove
gli Inglesi patirono la perdita di più di duemila combattenti, in gran parte
esperti e costosi arcieri, contro tre morti di parte francese. Quella che può
essere, a ben donde, catalogata come una stupefacente e veloce “Blitzkrieg” ante
litteram, si concluse con la consacrazione del Delfino quale Re di Francia,
con il nome di Carlo VII, a Reims, il 17 luglio dell'Anno di Grazia 1429.
Il 23
maggio 1430, con un vile stratagemma, Jeanne venne presa in ostaggio a
Compiègne dalle truppe dei Borgognoni, che la vendettero agli Inglesi per
l'enorme somma di diecimila franchi tornesi, somma pari a quella del riscatto
di un re. Carlo VII, con la codardia, l'indecisione e la tendenza al
compromesso che caratterizza i politici di ogni tempo, nulla fece per liberarla
e, pertanto, il 30 maggio 1431, dopo un processo farsa, i suoi carcerieri la
condannarono al rogo. Prima di morire urlò che le “Voci” che continuava ad
udire erano reali, poi, quando le fiamme avvolsero il corpo, invocò più volte
il nome di Gesù e così spirò. Gli inglesi gettarono le sue ceneri nella Senna
affinché non venisse più alimentato il suo culto. Tale ennesimo atto scellerato
a nulla servì, visto che nel 1558 l'ultimo lembo di terra francese, Calais,
venne liberato dal giogo e dall'oppressione della monarchia dei Tre Leoni.
Fin qui,
la Storia, o per taluni, la leggenda.
Ma la
scepsi dell'integralismo positivistico e scientifico non può assolutamente
accettare un'allegoresi storica legata alla Teurgia, al Misticismo e
all'Esoterismo. E' più tranquillizzante passare un tratto di penna sulla parola
“Visione” e correggere in “Patologia”. Sulla base delle attuali cognizioni di
sindrome psichiatriche, Giovanna d'Arco sarebbe stata afflitta da svariati
“poli sintomatologici positivi” conclamati della schizofrenia, ed in
particolare:
Allucinazioni. La forma più frequente di
allucinazioni è di natura uditiva. Il malato ode voci che dialogano con lui, lo
mettono in guardia contro particolari pericoli o gli impongono compiti
superiori.
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Deliri. La persona disturbata è convinta di avere poteri
paranormali o di essere in comunicazione diretta con Dio e i suoi messaggeri.
Bizzarrie sociali. Lo
schizofrenico assume comportamenti considerati inopportuni, sconci od
offensivi, quale appunto per una donna del XV secolo l'indossare abiti da uomo
o armature come soleva fare, appunto, Giovanna D'Arco.
Aggressività. Più volte Giovanna dovette
imporsi ai soldati e persino all'irresoluto Delfino con brutalità e forza
inusitata.
La
maggioranza degli psichiatri ha assunto una posizione comune nel ritenere che
la chiave nell'eziologia di questa sindrome è l'incremento incontrollato della
produzione della dopamina. In relazione a tale ipotesi risulta, infatti, essere
l'iperattività del sistema dopaminergico del cervello a portare alla comparsa
dei sintomi “positivi” della schizofrenia.
Considerando, però, che la percentuale dei soggetti che “sentono le voci” sembra
essere di gran lunga superiore al numero degli schizofrenici conclamati,
risulterebbe necessario dare un diverso approccio alla materia. Infatti, la
lista di personaggi famosi che “sentivano voci” è lunga: da Socrate a Giovanna
d'Arco dal poeta Rainer Maria Rilke allo psicoanalista Carl Gustav Jung e al
pittore Andy Warhol.
Lo
psicologo statunitense Julian Jaynes, ne “Il crollo della mente bicamerale e l'origine
della coscienza” del 1976, espose la teoria delle mente bicamerale, per
cui l'uomo del passato non possedeva una mente cosciente come oggigiorno viene
intesa, ma era guidato da voci interiori che venivano attribuite alla divinità.
Secondo Jaynes, la mente dell'uomo del passato era dominata dall'emisfero
destro che, quando era necessario prendere decisioni, produceva delle vere e
proprie voci. Il successivo sviluppo dell'emisfero sinistro avrebbe portato
allo sviluppo della coscienza, dando luogo al crollo del funzionamento della
mente bicamerale e, quindi, delle “voci di dentro”. Colui che, attualmente, ode
le voci, ha evidentemente, a causa di vari fattori fisiologici o psicologici,
riattivato la mente bicamerale.
“Gli dèi sono quelli che noi oggi chiamiamo
allucinazioni. Di solito essi sono visti e uditi solo dai particolari eroi cui
si rivolgono. A volte si presentano avvolti da una nebbia o emergono dalla
spuma del mare o da un fiume, o scendono dal cielo, il che suggerisce che sono
preceduti da un’aura visuale. Altre volte, penò, compaiono semplicemente. Di
solito si presentano direttamente con la loro identità, spesso come semplici
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voci, ma a volte assumono l’aspetto di persone molto vicine all’eroe.
Particolarmente interessante sotto questo aspetto
è il rapporto di Apollo con Ettore. Nel canto XVI [dell'Iliade]
Apollo si presenta a Ettore sotto le sembianze dello zio materno; nel canto
XVII come uno dei capi alleati; più avanti nello stesso canto egli assume
l’aspetto del suo più caro amico straniero. L’episodio conclusivo del poema si apre
con Atena che, dopo aver detto ad Achille di uccidere Ettore, si presenta a
quest’ultimo sotto le sembianze del suo amato fratello Deifobo. Prendendolo
fiduciosamente per padrino, Ettore sfida Achille, chiede a Deifobo un’altra
lancia, si volge e non vede nulla. Noi diremmo che ha avuto un’allucinazione.
Lo stesso vale per Achille. La guerra di Troia fu diretta da allucinazioni. E i
guerrieri che venivano comandati in tal modo non erano affatto simili a noi.
Erano nobili automi che non sapevano quel che facevano.” (Julian Jaynes, “Il
crollo della mente bicamerale”, Adelphi)
Un altro
apporto della metodologia positivistica tesa alla spiegazione razionale del
fenomeno delle “voci di dentro” è l'ipotesi di intossicazione da segale cornuta
o ergotismo. Il consumo di pane e segale compromessi dall'ergot provoca sintomi
analoghi a quelli della schizofrenia. Hieronymus Bosch, altro presunto uditore
di “voci”, avrebbe dipinto i suoi quadri deliranti sotto l'effetto dell'ergot.
E’ probabile, perciò, che milioni di persone nell’antichità siano state colpite
da tale sindrome. Proprio sulla base dell'ergot è stato sintetizzato l'LSD, la
più potente droga psichedelica. L'LSD ha effetto su un gran numero di
neurorecettori cerebrali, dai sottotipi della serotonina a quelli, appunto,
della dopamina.
Fin qui,
il tentativo di spiegare razionalmente il fenomeno.
A ciò
vanno aggiunte alcune valutazioni di natura tattico-strategiche come quelle
dello storico Kelly deVries del Loyola College del Maryland, secondo cui le
forze inglesi che accerchiavano Orléans non erano in numero sufficiente per
sopraffare i francesi, mentre gli assediati non erano in grado di sferrare una
controffensiva. Entrambi i contendenti erano in posizione di stallo e,
pertanto, le truppe che la Pulzella guidò contro gli Inglesi ruppero quel
fragile equilibrio. Tale considerazione, anche se vera, non spiega la
successiva disfatta patita dagli Inglese a Patay.
Altre
considerazione lasciano, però, interdetti. La schizofrenia, come la fruizione
di droga o l’intossicazione da prodotti di segale o frumento contaminati
dell’ergot, non consentono ad un incolto di diventare un erudito in materia
teologica, né tanto meno permette, a chi non ha mai studiato strategia
militare, di diventare un esperto in tattica e campagne militari al punto da
poter rivaleggiare con un von Clausewitz[ii] o un von Scharnhorst[iii].
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Ma tutto
ciò era avvenuto in Giovanna d’Arco e tutto ciò si sarebbe ripetuto nel
personaggio che ha segnato, nel Bene e nel Male, la Storia del XX secolo: Adolf Hitler.
Nato a
Braunau, vicino Linz, il 20 aprile 1889 da Alois Hitler e Klara Polzl, il suo curriculum
studi si fermò alla scuola media di Steyr. Vagabondò come artista di strada
nella Vienna dell’inizio del ‘900, recandosi, per rifocillarsi, in mense pubbliche
finanziate con soldi di benefattori ebrei.
Allo
scoppio della I Guerra Mondiale, la Grande Guerra, si arruolò nell’esercito
tedesco.
Qui
cominciarono gli episodi strani, i primi contatti “con le voci di dentro”.
Come lo stesso Hitler narra, “Stavo
consumando la cena in trincea, insieme con parecchi commilitoni. All'improvviso
mi parve di udire una voce che mi
diceva: "Alzati e allontanati da qui". Era così chiara e insistente,
che obbedii automaticamente, come a un ordine militare. Mi alzai subito in
piedi e camminai per una ventina di metri lungo la trincea, portando con me il
gavettino con la cena. A questo punto mi sedetti e ricominciai a mangiare,
poiché la mia mente era di nuovo in pace. Mi ero appena sistemato, quando un
lampo e un'assordante deflagrazione esplosero nella parte di trincea che avevo
appena lasciato. Una granata vagante aveva dilaniato il gruppo di soldati con i
quali stavo cenando, e nessuno era sopravvissuto.”[iv]
Un
camerata di Hitler, di nome Mende, dichiarò che, “poco prima del Natale 1915, Hitler asserì che a un certo momento
avremmo sentito parlare molto di lui. Dovevamo soltanto aspettare che quel
momento arrivasse."[v]
E c'è ancora un altro episodio sconcertante
svoltosi nella Francia segnata dalle trincee della Grande Guerra. Il 28
settembre 1918, Hitler, ferito e in cerca di scampo, venne a trovarsi sotto il
tiro del fucile di un soldato britannico, Henry Tandey. Questi lo tenne sotto
mira per alcuni attimi, indeciso sul da farsi. Poi abbassò l'arma e fece un
breve cenno ad Hitler, permettendogli di allontanarsi. Tandey divenne il
soldato di leva più decorato dell'armata britannica con una Victoria Cross
conferitagli proprio per i meriti dimostrati in quella battaglia, svoltasi a
Marcoing. Hitler, successivamente, riconobbe il soldato inglese che gli aveva
risparmiato la vita in una foto su un giornale e, venuto a conoscenza del
nominativo, richiese ed ottenne dal reggimento di appartenenza una copia del
dipinto di Tandey. Tale ritratto fu notato da Neville Chamberlain al Berghof, la
Residenza di Hitler nell'Obersalzberg, in occasione della Conferenza di Monaco.
Su richiesta del Primo Ministro Inglese, il Führer, reso loquace dalle
concessioni fatte da Chamberlein stesso ed Édouard Daladier[vi],
gli narrò l'intero episodio.
Le voci udite dall'Hitler umile caporale nelle
fangose trincee della I Guerra Mondiale, insieme ad altri evidenti problemi
psicologici, potrebbero indurre ad ipotizzare una forma grave di schizofrenia.
A corroborare questa tesi, “tutte le fonti concordano nel descrivere un
Hitler chiuso e poco comunicativo durante l'intero
conflitto [della I Guerra Mondiale]. Questa
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asserzione è stata quindi fatta in un momento particolare. E il momento non si
riferiva al conflitto, tenendo conto di una singolare testimonianza.
Al processo di Norimberga, l'ufficiale che per
lunghi anni svolse le funzioni di aiutante di campo del comandante il
reggimento, testimoniò che era stata avanzata la proposta di promuovere Hitler
sottufficiale, ma che si era rinunciato a farlo 'perché non eravamo riusciti a
scoprire in lui le richieste doti di comando'.” (Giorgio Galli, “Hitler e il Nazismo Magico”,
Rizzoli)
C'è un punto oscuro nella speculazione sulle
patologie psichiche che afflissero l'uomo Hitler. Come poté l'artista girovago
della Vienna di inizio XX secolo, che viveva di elemosine, di mense popolari,
sudicio ed indifferente nei confronti dell'altro sesso, diventare
improvvisamente il Führer di una Grande Nazione che si trovò ad un passo dal
vincere la II Guerra Mondiale?
E se, finalmente, introducessimo una teoria
eterodossa e, in quale tale, avversata dalla Scienza e della Storia Ufficiale?
Se, ad un certo punto della Sua vita, il piccolo e incolto Hitler fosse entrato
in contatto con Entità di un diverso piano, in grado di sovvertire completamente
la sua vita e quella di milioni e milioni di persone di tutto il Mondo?
Follia... Eppure la testimonianza di Hermann
Rauschning[vii],
in “Gespräche mit Hitler” non lascia dubbi in proposito: “Hitler
è pazzo? Tutti coloro che hanno avuto l'opportunità di avvicinarlo si sono certamente posta questa domanda. È spaventoso
pensare che è un pazzo che governa la Germania e ha lanciato il mondo nella
guerra. Ma come accade che un gran numero di visitatori vadano in estasi appena
vedono Hitler e vivano da allora nella adorazione del suo genio dominatore?
Quale attrazione avevano allora subito quelle persone per non parlare che
balbettando di ciò che avevano provato? È un uomo qualunque e volgare. Come può
egli agire così sui suoi visitatori? Si è costretti a pensare ai medium. Per la
maggior parte del tempo sono persone comuni, da nulla. Improvvisamente scendono
in essi come dal cielo alcune facoltà che li elevano molto al di sopra del
valore medio. Queste facoltà sono estranee alla loro normale personalità. Sono
visitatori provenienti da un altro piano. Il medium ne è posseduto. Liberato da
questo demone, egli ripiomba nel mediocre. Così avviene che incontestabilmente
alcune forze invadono Hitler, forze quasi infernali, delle quali il corpo
chiamato Hitler è soltanto l'involucro provvisorio.”
Rauschning
propone una visione non conforme all'ortodossia storica e, quindi, venne
screditato. Le verità storiche scomode vengono, ab aeterno, additate
come false o tendenziose, come se il
ricoprire di fango una testimonianza la seppelisca per sempre. Un altro
episodio venne narrato da Alfred Speer[viii]. Il quale afferma che in
una spettrale notte dell'autunno 1933, i camerieri di Hitler vennero svegliati
da alte urla stridule provenienti dalla camera da letto dell'allora Cancelliere
del Reich. Entrati, lo videro puntare freneticamente il dito verso un angolo. "Lì, nell'angolo! Non li vedete? Ci
sono quattro angeli in piedi che vogliono portarmi via!"
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La
spiegazione della lucida follia hitleriana viene cercata nella sua “presunta”
appartenenza alla società più segreta del Reich Tedesco della prima metà
del secolo scorso: La Vril Gesellschaft[ix],
di cui, secondo varie fonti storiche, Hitler era membro. Secondo gli
occultisti e le medium della Società
Vril la “chiave del potere” era la misteriosa e potentissima energia Vril di
cui già parlava il rosacrociano Edward Bulwer-Lytton[x] nel suo romanzo “Vril, The Power of Coming Race.”
La chiave
del potere sarebbe stata recuperata grazie al ritrovamento dei custodi del
Vril, i discendenti degli Ariani, nelle fangose e fredde steppe della Russia
meridionale.
Costantino
Paglialunga ne "Alla scoperta della Terra Cava", afferma che, "altri autori poi sono convinti che
Agarthi sia la favolosa Shangri-Là, cercata dall’uomo sin dai tempi più remoti.
In questa ricerca emerge poi la presenza di una straordinaria rete di gallerie,
necessarie per collegare il mondo di superficie con quello interno e la
conoscenza di una forma di energia incredibile, la cosiddetta VRIL , capace di
conferire un potere illimitato a chiunque la possegga, della quale diversi
uomini hanno cercato di prendere possesso. Il più famoso di loro è Adolf Hitler, il quale nutriva il folle
sogno di diventare Re del Mondo".
Un quadro
esatto sulla Società Vril, tratteggiato da Micheal Fitzgerald, in "Stormtroopers of Satan" e "Adolf Hitler: a portrait", è
quello di un'immonda società occulta dedita al Satanismo, alle orge, al
sacrificio umano.
"La Società Vril era dedita al Male.
Attraverso il controllo del Partito Nazista, gli affiliati commisero le più
grandi atrocità del XX secolo. Gli
occultisti della Vril lavoravano nel più assoluto segreto per incrementare il
potere Ariano. Ciò andava dagli omicidi politici all'evocazione degli spiriti
dei morti, fino ai sacrifici umani e all'evocazione della mistoriosa energia
Vril per il tramite delle [più innominabili] orge sessuali. Le orge erano il mezzo per evocare energie occulte e per
dar vita a bambini appartenenti ad una nuova 'Razza Superiore' per ripopolare
una Germania devastata. Si dice che in tali orge le donne venissero possedute
da oscure entità e
che iniziassero a parlare in lingue sconosciute [tra cui
l'Accadico]. E le loro profezie venivano
tenute nella massima considerazione. Ma il lato più oscuro della Società Vril
riguarderebbe la propensione a compiere sacrifici di bambini della più tenera
età. Sarebbero stati pugnalati al
petto e le loro gole tagliate. Al
culmine del potere nella Monaco degli anni '20 centinaia di bambini
scomparvero. Si presume che molti di
questi siano stati uccisi per evocare l'energia Vril. Questa affermazione
può risultare assurda, ma considerando quanto questa gente perpetrò nel Terzo
Reich, tutto ciò risulta addirittura normale. Centrale nella Società Vril era la ricerca del Messia Germanico che
avrebbe guidato gli Ariani alla dominazione mondiale ed allo sterminio delle
altre razze, in particolare gli Ebrei. E
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la sua venuta era stata predetta da un'entità che si era definita la 'Bestia
del Libro della Rivelazione'. In una seduta tenuta dagli adepti Alfred
Rosenberg[xi] e
Dietrich Eckart[xii], si
dice che la Bestia avesse preconizzato la venuta di un uomo chiamato 'Hitler' che avrebbe imbracciato la
'Lancia del Destino' e guidato gli Ariani dando loro il Potere."
La conclusione di Fitzgerald è suggestiva: Hitler,
Himmler[xiii], Bormann[xiv], Rosenberg volevano
sostituire la religione cattolica con una Antica Religione Occulta il cui Sacro
Graal sarebbe stato il controllo della divina energia Vril. Le cupe forze che
controllavano Adolf Hitler avevano la necessità assoluta di occupare il Lebensraum,
lo spazio vitale ad Est, l'Ostland o Heartland, il cuore della Terra di
Halford Mackinder[xv]. Ma le Voci che avevano
guidato il Führer di tutti i popoli Germanici, ad un certo punto, smisero di
parlargli. Troppo arrogante era diventato, troppo onusto di gloria, voci e
consigli non gli erano più necessari. La conseguenza fu l'annichilazione della
VI Armata di von Paulus nella sacca di Stalingrado e, da quel momento,
l'iniziativa passò nelle mani degli Alleati, fino alla liberazione della
“Fortezza Europa” e al suicidio del “Messia Ariano” avvenuto il
30 aprile 1945.
E' significativo che Adolf Hitler abbia maturato
la sua disfatta nelle steppe russe, in quelle terre polverosi d'estate e
fangose d'inverno, dalle cupe nubi basse, sferzate da vento, pioggia e neve,
ove egli riteneva trovarsi il Graal che gli avrebbe donato la Potenza
dell'Impero Millenario e dove invece trovò, al pari di Napoleone Bonaparte, la
sua nemesi storica.
[i] Scrittore rumeno naturalizzato statunitense di orgine ebraica,
sopravvissuto all'Olocausto, nato a Sighet il 30 settembre 1926.
[ii]
Carl Philipp Gottlieb von Clausewitz (1780-1831), generale e stratega Prussiano.
[iii] Gerhard von Scharnhost (1755-1813), capo di
stato maggiore e stratega Prussiano.
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[iv] Walter
Langer, “Psicanalisi di Hitler”. Il racconto di Hitler è contenuto in:
George Ward Price, “I Know
These Dictators”,London
1937.
[v] Walter Langer, ut supra. Il ricordo di
Hans Mende è contenuto in: “Adolf Hitler im Felde”, Diessen 1931.
[vi] (1884-1970), Primo Ministro Francese ai tempi della
Conferenza di Monaco.
[vii] (1887-1982), Membro eminente dal Partita Nazista
della Libera città di Danzica, si rifugiò nel 1934 negli Stati Uniti.
[viii] (1905-1981) Ministro degli armamenti della
Germania Nazista.
[ix] Società Vril
[x] (1803-1873) Scrittore e politico inglese.
[xi] (1893-1946) Politico e ideologo nazista.
[xii] (1868-1923) Uno dei primi membri del Partito
Nazionalsocialista Tedesco.
[xiii] Heinrich Himmler (1900-1945), Reichsführer delle
Schutstaffel
[xiv] Martin Bormann (1900-1945), Capo della Cancelleria
del Partito Nazista.
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[xv] (1861-1947), Fondatore della Geopolitica.
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