La Selezione clonale della vite: strategie e modalità operative

La Selezione clonale della vite: strategie e
modalità operative
Giuseppe Ferroni
Dipartimento di Scienze Agrarie,
Alimentari e Agro-Ambientali
Università degli Studi di Pisa
Seminario Viticoltura Speciale a.a. 20132014
Il Clone in Viticoltura
Discendenza da una singola pianta
madre propagata agamicamente dopo
essere stata sottoposta :ad un
protocollo di selezione,
ai sensi del DPR 1164/1969 e succ.
modificazioni
Il clone deve essere:
• riconoscibile per alcuni caratteri
ampelografici e/ tecnologici
•Indenne dalle principali virosi
Principi della selezione
Clonale
Vitigni: Varietà-popolazione in cui gli
individui, pur avendo lo stesso
patrimonio genetico di: base
presentano caratteri fenotipici diversi
Possibili cause
Mutazioni geniche (puntiformi) spontanee
Origine policlonale
Modifica dell’Espressione genica ?
•Individuazione delle caratteristiche
fenotipiche dovute alla variabilità
clonale:
•Ampelografiche,
•Produttive
•qualitative
Caratteri presi in considerazione
durante la fase di individuazione
dotati di maggiore affidabilità
1- Foglie: forma, tomentosità, colore:
Sangiovese, Ansonica
2 - Fenologia: epoca germogliamento,
invaiatura e maturazione: Sangiovese,
Vermentino, Ansonica
3 - Grappolo, forma e caratteristiche
Cabernet sauvignon,
Sangiovese,
Vermentino
4 - Acino: Forma, dimensione, zuccheri,
acidità, sostanze Fenoliche
Sangiovese, Vermentino
5 - Fertilità: Sangiovese, Vermentino
Selezione Clonale e produzione
del materiale certificato (Italia)
(Protocollo Loreti Lalatta, 1974)
Individuazione Fenotipica
Controlli sanitari per l’esenzione dalle
principali virosi
Rilievi, ampelografici, fenologici,
produttivi, tecnologici e qualitativi
1-3
3
2-6
1
Omologazione (MIPAF)
Conservazione in purezza (Costitutori)
Premoltiplicazione (Nucleo),
produzione materiale di base
3
Impianto di piante madri marze (Vivaisti)
Allevamento improduttivo
3
Produzione barbatelle certificate
1
(Totale anni) >15
ANNI
FASI
Impianto di vigneti di comparazione dei
presunti cloni Allevamento improduttivo
1-3
Selezione clonale e produzione
del materiale certificato
in Francia
Preselezione in vigneto
(Anni 1)
Test ELISA preliminare
Selezione Sanitaria
1 pianta/contenitore
Selezione Genetica
Impianto Collezione
5 viti x 3 ripetizioni
Conservatorio
10 piante x clone
TEST biologici
(3 anni)
Premoltiplicazione
,
produzione materiale di base (3)
Moltiplicazione
vivaistica produzione
materiale certificato
(4 anni)
Rilievi fenologici,
produttivi e
Qualitativi
(5 anni)
Parere CTS
Certificazione
ONIVIS
Sperimentazione
dei cloni in diverse zone
Schema di selezione clonale
(OIV)
PRESELEZIONE (10-50 vigneti per varietà)
• Esame visuale (virus)
• Caratteri morfologici, quantitativi e qualitativi
100-150 presunti cloni per varietà
SELEZIONE CLONALE
Tralci (Elisa: arricciamento, accartocciamento, ecc.)
1a Collezione - Selezione sanitaria
(in vaso od in campo: terreno esente da Xiphinema )
per 3 anni controlli sanitari
Termoterapia per -i cloni importanti,
microinnesto, controllo in collezione
(mutazioni)
2a Collezione - Selezione genetica (cloni esenti da virus)
- 2 campi di omologazione in condizioni ecologiche diverse
- 2 portinnesti - 12 ceppi - 3 ripetizioni
- dopo il 4°anno (per 5 anni) si effettuano i controlli morfologici,
fenologici, quantitativi e qualitativi, vigoria, ecc
- microvinificazione
- elaborazione risultati
OMOLOGAZIONE (materiale di base)
.
Premoltiplicazione(materiale di base e certificato)
Moltiplicazione (materiale certificato)
Schema di selezione clonale (OIV)
SELEZIONE CLONALE
Sui tralci delle piante madri dei presunti
cloni
continua
Schema di selezione clonale
(OIV)
D) SPERIMENTAZIONE DEI
CLONI OMOLOGATI
• 2 Campi di comparazione (cloni di province diverse)
•
•
•
•
96 ceppi per clone (8 ripetizioni di 12 ceppi)
microvinificazioni di almeno 50 litri
4° anno in poi per 5 anni controlli sanitari
e quanti-qualitativi
a) cloni non rispondenti (soppressi)
b) cloni analoghi per caratteri (prudenza)
e cloni miglioratori (propagati)
• Superselezione (indicazioni supplementari in etichetta).
E) CONSERVATORIO
- Migliori cloni: di «b» e soprattutto «e» (RISERVE)
• -10-50 cloni per vitigno (minimo)
• -10 ceppi per clone (minimo) su 1 portinnesto
- Costante controllo genetico-sanitario, sul terreno
(Xiphinema index, X. diversicaudatum) e sulla pianta
(Elisa, ecc.)
- Rinnovamento periodico del conservatorio
Conoscenza delle
caratteristiche produttive e
qualitative dei cloni omologati
(Francia)
GRUPPI
A
Produzione limitata inferiore o vicina alla media,
livello qualitativo molto buono vino che esprime
bene il vitigno o il terroir o entrambi ma in maniera
non assoluta.
B
Produzione media o elevata in funzione
delle condizioni ecopedologiche e delle
tecniche colturali applicate; una rigorosa
regolazione del rendimento permette
di ottenere, salvo casi particolari , un
buon livello qualitativo sia come
aspetto varietale che come espressione
del terroir.
C
Produzione elevata o molto elevata;
difficile da ridurre in assenza di
condizioni limitanti (terreni magri,
superficiali, portinnesti deboli).
Se non regolato il clone produce
un vino neutro, mancante di struttura
e di tipicità.
D
Produttività irregolare e livello qualitativo
variabile. Utilizzo suggerito solo localmente
Protocollo italiano di selezione clonale
(Ministero delle Politiche Agricole, 1994)
Protocollo tecnico di selezione clonale per
vitigni ad uva da vino
ANNO 1) Identificazione dello scopo della selezione;
2) Indagine conoscitiva sulla variabilità della
1
popolazione varietale;
3) Identificazione dei ceppi;
4) Controlli visivi, ampelografici, produttivi e sanitari;
5) Tests ELISA;
6) Propagazione rapida;
7) Impianto e conservazione in coltura protetta
di minimo 3 ceppi/clone;
8) Rilievi e indexaggi.
ANNO 1) Impianto vigneti di confronto;
2) Allevamento vigneti di confronto;
2
3) Raccolta legno per completamento dei saggi
biologici dei ceppi identificati;
4) Rilievi e indexaggi
ANNO 1) Allevamento vigneti di confronto;
2) Inizio rilievi viticoli;
3
3) Rilievi finali e indexaggi
ANNO
4
ANNO
5
1) Rilievi viticoli;
2) Vinificazioni, analisi e degustazione dei vini.
1) Rilievi viticoli;
2) Vinificazioni, analisi e degustazioni dei vini;
3) Omologazione dei cloni.
Conoscenza delle
caratteristiche produttive e
qualitative dei cloni omologati
Aspetti: normativi
“Aggiunta supplementare in etichetta” DPR 290/1991;
Esigenza di conoscere il comportamento in funzione di:
1. Portinnesto
2. Condizioni climatiche
3. Terreno
4. Attitudine ed adattabilità ai nuovi tipi di impianto
5. Possibilità di modulare la quantità e la qualità
della produzione
6. Stabilità produttiva e qualitativa
7. Resa qualitativa e attitudine ad integrarsi negli uvaggi
o nelle miscele di cloni
Categorie del materiale
viticolo
Aspetti normativi: DPR 1164/1969 e succ.
modificazioni
Norme sulla modificazione e commercializzazione
del materiale viticolo
Tipo
Base
Colore
cartellino
Bianco
Certificato Azzurro
Standard Arancio
Origine
Nucleo di
premoltiplicazione,
da cloni omologati
Prodotto dai vivaisti
da piante madri
marze e portinnesti
derivati da
materiale di Base
Prodotto da
Vivaisti da
materiale di
selezione
massale
Destinazione
Vivaisti
(per impianto
piante madri)
Viticoltori
Viticoltori
Modifica del protocollo tecnico di selezione
clonale della vite.
(DECRETO 24 giugno 2008 GU n. 195 del 2108-2008)
•
•
Le disposizioni si applicano a partire dal 1° gennaio 2009.
Sono escluse da detta selezione le varietà di vite ed i relativi cloni
geneticamente modificati.
PROTOCOLLO TECNICO DI SELEZIONE CLONALE DI VARIETÀ
AD UVE DA VINO
1. Indicazione finalità della selezione clonale.
2. Individuazione e scelta delle piante madri dei presunti cloni.
3. Esecuzione dei test con verifica dell’assenza dei seguenti virus :
a) agenti della degenerazione infettiva (GFLV); mosaico dell'arabis
(ArMV);
b) assenza dei virus GLRaV-1, GLRaV-2 e GLRaV-3 associati ai
sintomi di accartocciamento fogliare;
c) assenza dei sintomi di accartocciamento fogliare con saggio
biologico su viti indicatrici (Barbera, Cabernet sauvignon, Cabernet
franc o altra Vitis vinifera sensibile);
d) assenza di virus GVA associati ai sintomi delle sindromi del legno
riccio «Kober stem grooving» e GVB «corky bark» e relativio
saggio biologico su Kober 5BB.
L'assenza degli agenti virali sopra menzionati, di cui alle lettere a) b), e
d), deve essere verificata mediante saggi sierologici (test ELISA) e
test biomolecolari (PCR).
•
Verifica e veridicità dello stato sanitario dichiarato è
responsabilità del costitutore e sottoscritta da Istituzioni pubbliche o
private riconosciute idonee dal MIPAF.
•
Il materiale esente da virus e/o malattie virali o virus-simili non
previste dai requisiti minimi indicati dal presente allegato, può
essere indicato, a richiesta del costitutore sul Registro nazionale
delle varietà di vite.
Protocollo tecnico di selezione clonale della
vite (attualmente vigente in Italia).
4. Costituzione di almeno un vigneto di confronto, min. 24
ceppi per ogni presunto clone innestati su un portinnesto di
larga diffusione.
I ceppi di ciascun presunto clone dovranno essere replicati
almeno su due parcelle (di 12 ceppi ciascuna) non contigue.
Al fine di una corretta individuazione delle caratteristiche dei
presunti cloni in studio, nel medesimo vigneto dovranno
essere presenti almeno 24 ceppi di un clone omologato del
vitigno in selezione. In assenza di cloni già iscritti al Registro
nazionale dovranno essere presenti almeno 24 ceppi della
popolazione del medesimo vitigno.
Il campo dovrà essere localizzato in un sito vocato alla
viticoltura nella zona di diffusione del vitigno in selezione.
5. Esecuzione di analisi biomolecolari (microsatelliti), x una
corretta classificazione genetica,
6. Descrizione dei principali caratteri morfologici del presunto
clone (apice al germogliamento, foglia adulta e grappolo a
maturità) e corredo fotografico minimo di foglia adulta e
grappolo a maturità.
7. Determinazione delle principali date fenologiche:
germogliamento, fioritura, invaiatura e maturazione.
Protocollo tecnico di selezione clonale della
vite (attualmente vigente in Italia).
8. A partire da almeno il 3° anno di età del vigneto di cui al punto
4) e per almeno tre annate, effettuazione di rilievi atti a
verificare la persistenza, dopo la propagazione del/i
carattere/i per il/i quale/i si è effettuata la selezione e in
riferimento al testimone, le attitudini agronomichee
produttive del presunto clone. In particolare il peso del
legno di potatura invernale, la fertilità reale, la
produttività (per ceppo e/o per ettaro) e le dimensioni
medie del grappolo.
9. A partire da almeno il 3° anno di età del vigneto di cui al punto
4) e per almeno tre annate, effettuazione delle principali
analisi del mosto (zuccheri, acidità titolabile e pH) atte a
verificare, in riferimento al testimone, le attitudini
qualitative del presunto clone.
10. A partire da almeno il 4° anno di età del vigneto di cui al
punto 4) e per almeno 2 annate, effettuazione dell'analisi
del contenuto in antociani e in polifenoli totali della
bacca (solo uve rosse).
11. A partire da almeno il 4° anno di età del vigneto di cui al
punto 4) e per almeno due annate, andranno effettuate al
fine di verificare, in riferimento al testimone, le
potenzialità enologiche del presunto clone:
la microvinificazione delle uve applicando un protocollo unico
per tutti i campioni ed utilizzando un quantitativo di uva
non inferiore a 50 kg;
Protocollo tecnico di selezione clonale della
vite (attualmente vigente in Italia).
b) l'analisi chimica dei principali componenti del vino dopo
stabilizzazione e imbottigliamento; tale analisi per i vitigni a
bacca rossa deve prevedere oltre ai parametri principali anche il
contenuto in antociani totali, in polifenoli totali e gli indici di
intensità e tonalità colorante;
c) l'analisi sensoriale sui vini; tale analisi deve essere condotta
da un panel addestrato;
d) l'analisi dei principali aromi liberi e legati nel frutto a
maturazione o nel vino (solo per varietà aromatiche).
PROTOCOLLO TECNICO DI SELEZIONE
CLONALE PER VARIETA' PORTINNESTO DI
VITE
Procedura analoga alla selezione delle varietà da vino con
aggiunta della esenzione di altri agenti virali:
f) assenza del virus agente della maculatura infettiva o fleck
(GFkV).
PROTOCOLLO TECNICO DI SELEZIONE
CLONALE PER VARIETA' DI UVE DA MENSA
Procedura analoga alla selezione delle varietà da vino, con
esclusione della microvinificazione
Norme per la propagazione della vite:
Tempi per la costituzione delle piante madri marze dai vivaisti: 3
anni prima di produrre materiale certificato
Attuali tendenze nell’utilizzazione dei cloni
• Offerta clonale: Registro nazionale della varietà di
vite
• Conoscenza delle caratteristiche peculiari:
• Cataloghi, risultati della sperimentazione
• Indicazioni dei vivaisti
• Indicazioni dei consulenti
• Sorgenti per l’acquisizione dei dati indispensabili:
Cataloghi dei Nuclei di Premoltiplicazione:
Tre Venezie,
Toscovit (Pisa)
Cataloghi delle aziende vivaistiche : Vivai Rauscedo
Pubblicazioni su riviste:
Catalogo dei cloni: Unione Italiana Vini
Vignevini: numero speciale di dicembre (fino al 2007) +
numeri successivi con aggiornamenti periodici
I cloni delle Varietà di vite (2008) Edagricole
Verso una classificazione dei cloni (modello INRAONIVINS)
• A= Qualitativi
• B = a qualità modulabile
• C= Produttivi
• D = a comportamento variabile e utilizzo locale