L`impatto della discriminazione statistica sui salari

Economia del Lavoro
2010
Capitolo 9 - 5
La discriminazione del mercato del lavoro
-La
discriminazione statistica
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La discriminazione del mercato del lavoro –
La discriminazione statistica
Discriminazione da pregiudizio aiuta a capire come
sul mkt del lavoro si possano verificare differenze di
•
guadagni e occupazione tra uomini e donne.
• Ma differenze di razza e di genere si possono
verificare anche in assenza di pregiudizio quando
l’appartenenza ad un gruppo particolare fornisce
informazioni sulle qualifiche e sulla produttività di un
individuo.
•Che cosa genera una discriminazione statistica?
Asimmetria informativa
• Hip.: impresa abbia un posto di lavoro libero
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La discriminazione del mercato del lavoro –
La discriminazione statistica
Il datore di lavoro vuole aggiungere un lavoratore a un
gruppo che funziona molto bene, e che sta sviluppando
un software rivoluzionario: cerca un lavoratore che,
oltre ai requisiti di intelligenza e ambizione, possa ben
inserirsi nel lungo periodo.
•Due individui si candidano per il posto di lavoro. I CV
dei due candidati sono identici. L’unica differenza sta
nel fatto che uno dei candidati è uomo e l’altro è
donna.
•Entrambi al colloquio hanno risposto che vedevano il
lavoro come un’opportunità straordinaria di crescita e
che era difficile pensare ad un’altra alternativa.
•
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La discriminazione del mercato del lavoro –
La discriminazione statistica
Sulla base delle informazioni raccolte, il datore di lavoro
troverà a questo punto difficile scegliere tra i due candidati:
è anche consapevole che entrambi hanno bisogno del posto
di lavoro e che possa non essere sincera l’affermazione che
intendono rimanere nell’impresa per i prossimi anni.
 Valuterà le esperienze occupazionali di uomini e donne
in posizioni analoghe nella sua impresa, o in altre, assunti
nel passato:
 se questa statistica rivela che molte donne lasciano
l’impresa alla nascita di un figlio, anche se non sa se la
candidata in questione intenda in tal caso lasciare il lavoro,
(né se intenda avere figli!) il datore dedurrà che il rischio
che lo faccia è elevato.
•
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La discriminazione del mercato del lavoro –
La discriminazione statistica
N.B.: Evidenza empirica: gran parte dei dati non
suggerisce che le donne abbiano tassi di abbandono
più elevati degli uomini, anche se i comportamenti
sono diversi a seconda dei paesi.
• US: le donne non hanno tassi di abbandono più
elevati degli uomini.
• Italia: un numero molto elevato di donne lascia
l’impresa alla nascita del primo figlio senza farvi
successivamente rientro. Secondo l’Istat (2005), solo il
30% delle donne italiane riprende a lavorare dopo
avere avuto un figlio.
•
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La discriminazione del mercato del lavoro –
La discriminazione statistica
La discriminazione statistica si verifica perché
l’incertezza induce il datore di lavoro a basarsi su
statistiche della performance media del gruppo per
prevedere la produttività di un particolare candidato:
 i candidati con gruppi a elevata produttività
beneficiano dalla loro appartenenza a quei gruppi, non
ne beneficiano se appartengono a gruppi a bassa
•
produttività.
 non si tratterebbe di discriminazione da pregiudizio,
perché basata su statistiche «obiettive»
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La discriminazione del mercato del lavoro –
La discriminazione statistica
discriminazione statistica si verifica anche nelle
assicurazioni, quando definiscono i premi: le donne
tendono a vivere più a lungo degli uomini => a parità
di altre condizioni, il costo di una polizza vita sarà
inferiore per la donna. (Pensioni?)
•Analogamente, gli adolescenti hanno più incidenti dei
guidatori maturi => l’assicurazione farà pagare un
premio più alto all’adolescente, anche se entrambi
hanno lo stesso numero di punti sulla patente.
• In breve, le imprese competitive utilizzano la
discriminazione statistica per completare le carenze di
informazione.
•La
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La discriminazione del mercato del lavoro –
La discriminazione statistica
L’impatto
della discriminazione statistica sui salari
• Sia T=punteggio che raccoglie le informazioni contenute nel cv
di candidato, colloquio e qualsiasi altro test di selezione
Hip.: (irrealistica) T sia perfettamente correlato con la
produttività (T=15 => VMP=15€; T=30 => VMP=30€…).
• Al candidato viene offerto un salario = T = VMP.
•Ma
supponiamo che T non preveda perfettamente la
produttività dell’individuo e che la produttività dell’individuo sia
correlata non solo al risultato del test, ma anche alla media del
gruppo a cui appartiene:
•I datori di lavoro possono voler legare la retribuzione del
candidato non solo a T, ma anche
_ al punteggio medio del test
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del gruppo di candidati => T
La discriminazione del mercato del lavoro –
La discriminazione statistica

l’offerta salariale sarà:
_
w  T  (1   ) T
= 1 => w_ dipende solo da T (poiché datore di
lavoro ignora T quando definisce w, oppure non lo
ritiene predittivo. In questo caso il test di selezione
•α
predice la produttività del candidato in maniera
perfetta)
α = 0 => i dati raccolti da cv e colloquio non danno _
informazione T non influisce su w, che dipende solo da T
•
Il
parametro α misura quindi la correlazione tra il
punteggio del test e la reale produttività. Quanto maggiore
è il potere di predizione del test, tanto maggiore è il valore
di α.
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La discriminazione statistica
Due modi in cui la discriminazione statistica influenza i
salari delle minoranze e delle donne: α influenza intercetta
e inclinazione della relazione (w – T) in Fig. 9–5.
_
_
1. Hip. T W < T M ma α è lo stesso per i due gruppi
(Fig. 9-5a)=> la retta dei maschi si trova sopra quella delle
donne, ma entrambe hanno la stessa inclinazione => se
una donna e un uomo ottengono lo stesso T*, al lavoratore
viene offerto un salario maggiore (perché è legato anche
alla performance media del gruppo)
_
wM  αT  ( 1  α) T M
_
wW  αT  ( 1  α) T W
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Figura 9 - 5 L’impatto della discriminazione sui salari
Il salario del lavoratore dipende non solo dal suo punteggio nel test ma anche dal punteggio
medio nel test dei lavoratori nel suo gruppo. (a) Se le lavoratrici, in media, hanno un punteggio
più basso dei maschi, un uomo che ottiene T* punti guadagna di più di una donna con lo stesso
punteggio. (b) Se il test è un migliore “predittore” di produttività dei lavoratori, gli uomini con
punteggio elevato guadagnano di più delle donne con punteggio elevato e le donne con basso
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punteggio degli uomini con basso punteggio.
La discriminazione del mercato del lavoro –
La discriminazione statistica
2. Hip.:
_ i due gruppi hanno lo stesso punteggio medio del
test T , ma α può essere diverso tra uomini e donne (Fig.
9-5b).
Il test può essere più informativo per uomini che per donne
a causa di una “distorsione culturale” (sono
standardizzati, costruiti da studiosi maschi e non
riflettono i valori delle donne/altri gruppi etnici)
=> retta w - T per le donne è relativamente piatta (se test
predice in modo molto imperfetto la produttività delle
donne, le imprese le tratteranno come se avessero
produttività simili => w simili) => w donne definito
principalmente sulla base della media del gruppo; w
uomini definito principalmente sulle qualifiche.
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La discriminazione del mercato del lavoro –
La discriminazione statistica
Per gli uomini:
𝑤𝑀 = 𝛼𝑀 𝑇 + 1 − 𝛼𝑀 𝑇
Per le donne:
𝑤𝑊 = 𝛼𝑊 𝑇 + 1 − 𝛼𝑊 𝑇
𝑤𝑀 = 𝛼𝑀 𝑇 + 1 − 𝛼𝑀 𝑇
pendenza
Se 𝛼𝑀 > 𝛼𝑊 =>
1 − 𝛼𝑀
<
intercetta
+ 1 − 𝛼𝑊
La retta degli uomini parte più in basso e
cresce più velocemente
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Figura 9 - 5 L’impatto della discriminazione sui salari
Il salario del lavoratore dipende non solo dal suo punteggio nel test ma anche dal punteggio
medio nel test dei lavoratori nel suo gruppo. (a) Se le lavoratrici, in media, hanno un punteggio
più basso dei maschi, un uomo che ottiene T* punti guadagna di più di una donna con lo stesso
punteggio. (b) Se il test è un migliore “predittore” di produttività dei lavoratori, gli uomini con
punteggio elevato guadagnano di più delle donne con punteggio elevato e le donne con basso
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punteggio degli uomini con basso punteggio.
La discriminazione del mercato del lavoro –
La discriminazione statistica
Le donne con basso T hanno un vantaggio rispetto agli
uomini con T basso (datore “si fida” di più di un basso T
del lavoratore che di un basso T della lavoratrice)
 le donne guadagneranno più degli uomini a basso T,
ma sarà vero il contrario per quelli ad alto T:
Le donne con alto T hanno uno svantaggio rispetto agli
uomini con T alto

 l’uso di più tipi d’informazione produce decisioni più efficienti,
ma il punteggio non neutrale rispetto al genere fa sì che la
decisione produca ineguaglianza:
 punteggi correlati con la razza o il genere => discriminazione
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statistica nei mkt del lavoro.