noi fi adoriamo

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Diocesi di Forlì-Bertinoro
ANNUNCIARE
CELEBRARE
TESTIMONIARE
L’EUCARISTIA
PER LA VITA QUOTIDIANA
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PREGHIERA PER IL CONGRESSO EUCARISTICO
Signore Gesù,
di fronte a Te, Parola di verità
e Amore che si dona,
come Pietro ti diciamo:
“Signore, da chi andremo?
Tu hai parole di vita eterna”.
Signore Gesù,
noi ti ringraziamo
perché la Parola del tuo Amore
si è fatta corpo donato sulla Croce,
ed è viva per noi nel sacramento
della Santa Eucaristia.
Fa’ che l’incontro con Te
nel Mistero silenzioso della Tua presenza,
entri nella profondità dei nostri cuori
e brilli nei nostri occhi
perché siano trasparenza della Tua carità.
Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristia
continui ad ardere nella nostra vita
e diventi per noi santità, onestà, generosità,
attenzione premurosa ai più deboli.
Rendici amabili con tutti,
capaci di amicizia vera e sincera
perché molti siano attratti a camminare verso di Te.
Venga il Tuo Regno,
e il mondo si trasformi in una Eucaristia vivente.
Amen.
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Si propone uno schema di adorazione da integrare – secondo le necessità – con le letture bibliche, riflessioni, testimonianze, preghiere, canti
posti in appendice.
ADORAZIONE EUCARISTICA
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Il Dio della speranza che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, è con tutti noi.
Vieni Spirito Santo (o canto d’inizio)
Vieni, Spirito Santo, e invia dall’alto del Cielo un raggio della tua luce. Vieni in
noi, Padre dei poveri, vieni donatore di tutti i beni, vieni luce dei cuori! Tu sei il
buonissimo consolatore, l’Ospite dolcissimo delle nostre anime, la rinfrescante dolcezza. Tu sei il riposo nel lavoro, tu sei il tepore nella canicola, tu sei la
consolazione nel pianto. O benevola luce, vieni a riempire fin nell’intimo i cuori
dei tuoi fedeli! Senza la divina Potenza, non vi è niente nell’uomo, niente che
sia santo. Lava ciò che è sporco, bagna ciò che è arido, guarisci ciò che è ferito!
Ammorbidisci ciò che è rigido, riscalda ciò che è freddo, raddrizza ciò che è
storto! Dona ai tuoi fedeli che confidano in te i tuoi sette doni sacri! Dona loro
il merito delle virtù, dona loro di lasciare bene questa vita, dona loro la Gioia
eterna! Amen.
Oppure canti di invocazione allo Spirito Santo
Guida
Nel settembre del 2011 si terrà, nelle diocesi della metropolia di Ancona, il
XXV Congresso Eucaristico Nazionale, sul tema “Signore da chi andremo?”,
con l’obiettivo di manifestare e sviluppare la centralità dell’Eucaristia nella vita
quotidiana dei credenti e delle loro comunità.
Vogliamo fermare l’attenzione su questo “evento”, perché diventi preghiera
umile e fiduciosa, perché il pellegrinaggio verso Ancona ci aiuti ad essere noi
stessi pellegrini, cioè ci aiuti a metterci in cammino, proiettando lo sguardo
dentro di noi, immergendoci nelle correnti della nostra interiorità, lasciandoci
convertire e poter cantare parole di amore.
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Insieme preghiamo
Pregare è saldare il silenzio delle stelle con il frastuono dei giorni.
Svincolarsi dalle catene del rumore e scoprire le nostre musiche sotterranee.
Pregare è aprire un passaggio, come si apre una chiusa o una diga;
aprire, nella trama dei giorni, delle finestre su Dio,
fino a rendere la nostra vita porosa alla vita di Dio,
fino a creare una osmosi, uno scambio, un travaso di vita.
Pregare è indovinare la presenza dell’eterno Assente,
e sapersene meravigliare, e saperla respirare.
Silenzio (2 minuti)
Guida
In questo nostro cammino verso il Congresso Eucaristico Nazionale, vogliamo
fermarci un po’ e metterci in ginocchio davanti al grande Mistero dell’Eucaristia. Ci inginocchiamo durante la celebrazione della Messa per rendere la
nostra adorazione di fede al Signore che viene nei segni del pane consacrato
e del vino consacrato; ma ci raccogliamo in ginocchio anche davanti al SS. Sacramento perché la nostra esistenza ha bisogno di stare con Lui, di lasciarci
guardare dalla sua misericordia e fermarci in orazione e adorazione.
Canto per
ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO
Silenzio (2 minuti)
Offerta dell’incenso
Guida
Esprimiamo il nostro omaggio al Signore con l’offerta dell’incenso. La nube
odorosa che sale verso l’alto è segno della nostra preghiera, è l’offerta della
nostra lode.
Ciascuno può mettere qualche grano d’incenso nel turibolo collocato davanti
all’altare.
Canto a canone
Guida
Mettersi in ginocchio davanti al Tabernacolo, dove la comunità della Chiesa
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custodisce l’Eucarestia, significa:
- prendere sempre più consapevolezza del dono di amore che sgorga
dall’Eucaristia;
- aprire gli occhi sulla nostra situazione personale ed ecclesiale;
- stare in adorazione e contemplazione davanti al Mistero dell’Eucaristia.
1. Il dono di amore che sgorga dall’Eucaristia
Ciò che caratterizza l’esodo di Gesù dal Battesimo alla sua Pasqua è una esistenza che si apre a nuovi territori geografici, a comunicazioni ricche di parole
di accoglienza, di perdono, e di vita inaspettata.
Gesù non solo si apre a questi orizzonti, compie fino in fondo il suo esodo, ha
in Gerusalemme la sua méta ed esprime nella sua pasqua il senso totale di
tutto il suo cammino inaugurando la liturgia cristiana con le parole e i segni
dell’ultima Cena, ma, soprattutto, rivela la sua volontà di donarsi con amore a
Dio e a tutti gli uomini. “L’Eucaristia, così com’è accolta nella fede della Chiesa,
presenta un aspetto sorprendente che sconvolge l’intelligenza e commuove il
cuore. Siamo di fronte a uno di quei gesti abissali dell’amore di Dio, davanti ai
quali l’unico atteggiamento possibile all’uomo è una resa adorante piena di
sconfinata gratitudine” .
Silenzio (5 minuti)
Insieme preghiamo
La tua volontà, o Dio,
è la salvezza di ogni uomo:
per realizzarla hai mandato il tuo Figlio
che è morto ed è risorto per noi.
Facci comprendere il mistero del tuo amore …
Fa, o Gesù, che ti riconosciamo sempre nell’Eucaristia,
che ti riconosciamo diventando noi stessi pane spezzato,
pane acceso nella notte di questo mondo.
Donaci quel fuoco,
quella passione d’amore per il Padre
che ti ha portato a consegnare la vita,
a spogliarti di te stesso per la salvezza di tutta l’umanità.
Amen .
Canto
6
Lettore 1
L’icona biblica del Congresso Eucaristico: Gesù “Pane della vita” (Gv 6)
Un’<icona>, secondo la tradizione orientale, non è tanto un’immagine da
guardare, ma piuttosto un’immagine che, se la guardi, ti guarda. Nell’ambito
del’ascolto della Parola di Dio attraverso le Sacre Scritture, la categoria “icona
biblica” serve a definire una pagina ispirata con cui si è scelto di dialogare, pagina che non va solo letta, ma “guardata” a lungo e contemplata per cogliere
maggiormente il mistero in essa contenuto.
L’icona biblica scelta per il Congresso Eucaristico Nazionale è il capitolo 6
dell’evangelo secondo Giovanni. Si tratta di una lunga sequenza, in cui Gesù
rivela se stesso come pane disceso dal cielo per il mondo e per la risurrezione
dell’uomo a vita eterna.
Lettore 2
Gesù: pane della Parola e pane eucaristico
Il testo giovanneo rivela che Gesù è pane disceso dal cielo per la vita secondo
una doppia modalità: non solo come pane eucaristico, ma anche come Pane
della Parola di Dio. Non si tratta di due dimensioni in successione temporale,
ma l’Eucaristia è piuttosto da vedere come un’unica mensa in cui i due modi di
presenza del pane, che è Cristo, s’intrecciano e si sostengono mutuamente. Il
pane della Parola rivela la profondità del mistero del pane eucaristico. Il pane
eucaristico, a sua volta, offre concretezza e vita al pane della Parola. Si tratta di
un caso eminente in cui il dono di Dio è dato nell’economia che, per rivelare,
utilizza l’intreccio reciproco di gesti e di parole correlati.
Nel prossimo Congresso Eucaristico Nazionale, la Chiesa italiana, impegnata a
contemplare l’icona di Gv 6 e ad esserne guardata, potrà nutrirsi con gioia a
questa duplice ed unica mensa.
Canto di introduzione all’ascolto della Parola
Dall’evangelo secondo Giovanni
• Gesù moltiplica i pani (Gv 6, 1-15)
• Gesù cammina sul mare (Gv 6, 16-24)
• La folla incontra finalmente Gesù (Gv 6, 25-29)
• La folla chiede un segno a Gesù (Gv 6, 30-34)
• “Signore, dacci sempre questo pane” (Gv 6, 34-40)
• I Giudei mormorano contro Gesù (Gv 6, 41-51)
• “Io sono il Pane vivo, disceso dal cielo” (Gv 6, 51-59)
• “Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6, 60-71)
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Omelia
Silenzio intervallato da un canone (10 minuti)
Preghiera litanica
Kyrie, eleison
Signore Gesù, parola di Dio per ogni uomo, agnello di Dio che togli ogni peccato, luce di Dio su ogni nostro sentiero. R
Signore Gesù, via di Dio per chi è perduto, verità di Dio per chi cerca, vita di Dio
per chi non vive più. R
Signore Gesù, forza di Dio per chi è debole, pane di Dio per chi ha fame, amore
di Dio per chi ha il cuore spezzato. R
Canto
Silenzio (5 minuti)
LITANIE DELLA SS. EUCARISTIA
Signore, pietà
Cristo, pietà
Signore, pietà
Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici
Padre del cielo, che sei Dio
Figlio, redentore del mondo, che sei Dio
Spirito Santo, che sei Dio
Santa Trinità, unico Dio
Santissima Eucarestia
Dono ineffabile del Padre
Segno dell’amore supremo del Figlio
Prodigio di carità dello Spirito Santo
Frutto benedetto della Vergine Maria
Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo
Sacramento che perpetua il sacrificio della croce
Sacramento della nuova ed eterna Alleanza
Memoriale della morte e risurrezione del Signore
Memoriale della nostra salvezza
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Signore, pietà
Cristo, pietà
Signore, pietà
Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici
abbi pietà di noi
abbi pietà di noi
abbi pietà di noi
abbi pietà di noi
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
Sacrificio di lode e di ringraziamento
Sacrificio d’espiazione e di conciliazione
Dimora di Dio con gli uomini
Banchetto di nozze dell’Agnello
Pane vivo disceso dal cielo
Manna piena di dolcezza
Vero Agnello pasquale
Viatico della Chiesa pellegrina nel mondo
Rimedio della nostra quotidiana fatica
Farmaco di immortalità Mistero della fede
Sostegno della speranza
Vincolo della carità Segno di unità e di pace
Sorgente di gioia purissima
Sacramento che germina i vergini
Sacramento che dà forza e vigore
Pregustazione del banchetto celeste
Pegno della nostra risurrezione
Pegno della gloria futura
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo.
Preghiamo insieme
La tua volontà, o Dio,
è la salvezza di ogni uomo:
per realizzarla hai mandato il tuo Figlio
che è morto ed è risorto per noi.
Facci comprendere il mistero del tuo amore …
Fa, o Gesù, che ti riconosciamo sempre nell’Eucaristia,
che ti riconosciamo diventando noi stessi pane spezzato,
pane acceso nella notte di questo mondo.
Donaci quel fuoco,
quella passione d’amore per il Padre
che ti ha portato a consegnare la vita,
a spogliarti di te stesso
per la salvezza di tutta l’umanità.
Amen.
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noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
Perdonaci, Signore.
Ascoltaci, Signore.
Abbi pietà di noi.
Canto per la
BENEDIZIONE EUCARISTICA
TANTUM ERGO
Sacramentum veneremur cernui
et antiquum documentum novo cedat ritui:
praestet fides supplementum sensuum defectui.
Genitori Genitoque laus et iubilatio,
salus, honor, virtus quoque sit et benedictio:
Procedenti ab utroque compar sit laudatio. Amen.
TRADUZIONE IN ITALIANO
Adoriamo il Sacramento che Dio Padre ci donò.
Nuovo patto, nuovo rito nella fede si compì.
Al mistero è fondamento la parola di Gesù.
Gloria al Padre onnipotente, gloria al Figlio Redentor,
lode grande, sommo onore all’eterna Carità.
Gloria immensa, eterno amore alla Santa Trinità. Amen.
C - Hai dato loro il pane disceso dal cielo,
T - che porta in sé ogni dolcezza.
C - Preghiamo.
Donaci, o Padre, la luce della fede e la fiamma del tuo amore, perché adoriamo
in spirito e verità il nostro Dio e Signore, Cristo Gesù, presente in questo santo
sacramento. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. T - Amen.
Preghiamo insieme
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa ed Immacolata Concezione.
Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre.
Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
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APPENDICE
Dall’evangelo secondo Giovanni
• Gesù moltiplica i pani (Gv 6, 1-15)
• Gesù cammina sul mare (Gv 6, 16-24)
• La folla incontra finalmente Gesù (Gv 6, 25-29)
• La folla chiede un segno a Gesù (Gv 6, 30-34)
• “Signore, dacci sempre questo pane” (Gv 6, 34-40)
• I Giudei mormorano contro Gesù (Gv 6, 41-51)
• “Io sono il Pane vivo, disceso dal cielo” (Gv 6, 51-59)
• “Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6, 60-71)
PREGHIERA DEI FEDELI
Lettore:
Preghiamo insieme e diciamo: Vieni, Signore e salvaci.
1)
Per la Chiesa pellegrina nel mondo, ogni giorno sottoposta alla prova, perché il tuo Corpo spezzato e il tuo Sangue versato la rendano forte e gioiosa
nella testimonianza. Preghiamo.
2)
Per il Santo Padre Benedetto XVI e per tutti i Vescovi, perché la luce della
tua Parola li illumini nel guidare il popolo di Dio alla bellezza dell’Eucaristia
celebrata nel Giorno del Signore e vissuta nella quotidiana testimonianza
della carità. Preghiamo.
3)
Per il mondo assetato di amore e speranza, perché il tuo Vangelo sia l’annuncio credibile per ritrovare la pace e la responsabilità del vivere civile.
Preghiamo.
4)
Per i malati, i poveri, i sofferenti, perché il tuo amore, che sgorga dall’Eucaristia, renda feconda la loro quotidianità e ci mostri in essi il tuo volto.
Preghiamo.
5)
Per noi che partecipiamo a questa Eucaristia, perché, nel cammino di preparazione al Congresso Eucaristico, la tua luminosa presenza nel Tabernacolo attiri tutti in adorante contemplazione, per gustare l’intimità del tuo
amore. Preghiamo.
PREGHIERE LITANICHE
Noi ti lodiamo e benediciamo
Perché tu, Signore, trasformi le situazioni di morte in situazioni di vita. R
Perché tu ci offri costantemente la possibilità di fare un passo avanti nella fede. R
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Perché tu, Signore, con la tua risurrezione hai vinto il peccato e la morte. R
Nelle tue mani, Signore, affidiamo la vita che ci hai donato. R
Ti ringraziamo, Signore, perché tu vivi con noi ogni giorno. R
Kyrie, eleison
Perdonaci, Signore, quando ti cerchiamo con superficialità e per interesse. R
Signore, per tutte le volte che non sappiamo riconoscerti come Dio provvidente. R
Perché non sappiamo alzare lo sguardo nella ricerca del vero cibo della vita. R
Per la nostra poca fede che non ci porta ad affidarci a te. R
G
T
Signore Gesù, tu sei il nostro pastore
Noi lo crediamo
G
T
Signore Gesù, tu ti prendi cura di noi
Noi lo affermiamo
G
T
Gesù, con te Dio si è fatto più vicino a noi
Noi ti amiamo
G
T
Gesù, tu sei risposta ai nostri bisogni
Noi speriamo in te
G
T
Gesù, tu riveli il volto provvidente del Padre
Noi lo proclamiamo
Kyrie, eleison
Per noi che non sappiamo dare pane a chi ha fame, né accendere fame di cose
grandi in chi è sazio solo di pane. R
Il Signore, spezzando il pane e donandolo, ha indicato un mondo nel segno
della fraternità. Per i nostri mondi chiusi, per lo sguardo ostile, per le parole
dure che pronunciamo. R
Per noi che non sappiamo più stupirci della tua presenza, che non sappiamo
più dire grazie a Te, un Dio che fa vivere. R
LETTURE VARIE
Dalla Enciclica “Ecclesia de eucaristia” di papa Giovanni Paolo II
Quando la Chiesa celebra l’Eucaristia, memoriale della morte e risurrezione
del suo Signore, questo evento centrale di salvezza è reso realmente presente
e «si effettua l’opera della nostra redenzione». Questo sacrificio è talmente
decisivo per la salvezza del genere umano che Gesù Cristo l’ha compiuto ed è
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tornato al Padre soltanto dopo averci lasciato il mezzo per parteciparvi come
se vi fossimo stati presenti. Ogni fedele può così prendervi parte e attingerne i
frutti inesauribilmente. Questa è la fede, di cui le generazioni cristiane hanno
vissuto lungo i secoli. Questa fede il Magistero della Chiesa ha continuamente ribadito con gioiosa gratitudine per l’inestimabile dono. [ ] Mistero grande,
Mistero di misericordia. Che cosa Gesù poteva fare di più per noi? Davvero,
nell’Eucaristia, ci mostra un amore che va fino «all’estremo» (cfr Gv 13,1), un
amore che non conosce misura.
La Chiesa vive dell’Eucaristia. Questa verità non esprime soltanto un’esperienza quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa. Con gioia essa sperimenta in molteplici forme il continuo avverarsi della
promessa: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo » (Mt
28,20); ma nella sacra Eucaristia, per la conversione del pane e del vino nel
corpo e nel sangue del Signore, essa gioisce di questa presenza con un’intensità unica. Da quando, con la Pentecoste, la Chiesa, Popolo della Nuova Alleanza,
ha cominciato il suo cammino pellegrinante verso la patria celeste, il Divin Sacramento ha continuato a scandire le sue giornate, riempiendole di fiduciosa
speranza. Giustamente il Concilio Vaticano II ha proclamato che il Sacrificio
eucaristico è « fonte e apice di tutta la vita cristiana».1 « Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso
Cristo, nostra Pasqua e pane vivo che, mediante la sua carne vivificata dallo
Spirito Santo e vivificante, dà vita agli uomini ».2 Perciò lo sguardo della Chiesa
è continuamente rivolto al suo Signore, presente nel Sacramento dell’Altare,
nel quale essa scopre la piena manifestazione del suo immenso amore.
Brani tratti liberamente dai discorsi di papa Benedetto XVI
Stare in piedi davanti al Signore.
Ci siamo raccolti attorno all’altare a prescindere dai confini delle parrocchie,
per essere radunati presso il Signore, per essere una cosa sola a partire da lui.
È lui a condurci l’uno incontro all’altro.
Da questa ora dovrebbe nascere l’invito ad accoglierci l’un l’altro anche interiormente, ad aprirci l’uno all’altro, l’invito ad incontrarci, a mantenere anche nella
dispersione della vita di ogni giorno questo essere radunati per opera del Signore.
Siamo di fronte al Signore. E quanto più noi stiamo di fronte al Signore e davanti a lui, tanto più possiamo stare l’uno con l’altro, tanto più ci è ridonata la
forza di comprenderci, di riconoscerci l’un l’altro come persone, come fratelli
e sorelle, e di fondare e rendere possibile in questa reciprocità il nostro essere
persone umane, la nostra stessa vita.
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Camminiamo con il Signore
L’adorazione non è solo andare verso il Signore, ma è andare con il Signore; è
essa stessa una parte della celebrazione eucaristica, una dimensione dell’avvenimento eucaristico. Il Signore, che è divenuto il nostro pane, proprio in questo
modo ci indica la strada, anzi è la strada che ci conduce. L’uomo trova la strada
solo se si lascia guidare da Colui che è Parola e Pane in una sola realtà. Solo
nell’andare con il Signore possiamo sostenere il pellegrinaggio della nostra storia. Il nostro pellegrinare attraverso il mondo trova un criterio di riferimento in
Gesù Cristo, il Dio incarnato, fattosi Eucaristia, che ci indica la strada da percorrere. Di certo con ciò non sono risolti tutti i problemi. Non è nemmeno questo
il senso dell’agire di Dio. A questo scopo egli ci dona la nostra libertà e le nostre
energie, proprio perché possiamo darci da fare, trovare e lottare.
Inginocchiarsi davanti al Signore
Se il Signore si dà a noi, accoglierlo non può che significare: inginocchiarsi davanti a Lui, glorificarlo, adorarlo.
Colui che noi adoriamo non è una potenza lontana. Si è egli stesso chinato
davanti a noi, per lavare i nostri piedi. Ed è questo a rendere libera e lieta la
nostra adorazione, a riempirla di speranza, poiché noi ci inchiniamo davanti a
colui che si è egli stesso inchinato, poiché ci inchiniamo nell’amore, che non
rende schiavi, ma che trasforma. Ecco perché vogliamo pregare il Signore che
ci conceda una tale conoscenza e una tale gioia e che essa possa irradiarsi al di
là di questa sera, sulla nostra diocesi e sulla nostra quotidianità.
Dai documenti di Mons. Menichelli, vescovo di Ancona
L’Eucaristia è essenzialmente “Mistero di Fede”: così la Chiesa ci fa dire in ogni
celebrazione liturgica, così vogliamo vivere questo tempo, che ci separa dal
Congresso Eucaristico: non abbiamo altro compito se non quello di entrare con
il cuore nella beatitudine riservata a coloro che credono senza aver veduto.
San Paolo nella Lettera ai Galati (2,20) ricorda: “Cristo mi amò, amò me e per
me donò se stesso”.
L’Eucarestia è il segno perenne di questo amore; è memoriale della Pasqua del
Signore; è presenza viva e contemporanea di Cristo per ogni uomo e donna
della storia; è banchetto per il nutrimento che sostiene il cammino precario e
affaticato dell’umanità. Questo mistero suscita in ogni discepolo del Signore
ammirazione e interiore confusione: siamo attirati dall’amore che spinge Cristo a stare con noi, ad essere cibo e bevanda di salvezza per l’uomo, ma siamo
anche confusi perché riconosciamo la fatica di accogliere quelle che il vangelo
descrive come parole dure (Gv. 6,60) e contemporaneamente avvertiamo tutta
la nostra indegnità ed inadeguatezza a comprendere tale amore.
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Ma Gesù ha voluto così, ricordando che senza di Lui, senza il Suo pane e la Sua
bevanda nessuno di noi può pensare di avere la vita.
“Rimanete in me e io in voi … in questo è glorificato il Padre: che voi portiate
frutto” (Gv. 15,4-11).
Rimanere e fruttificare, due obblighi spirituali, determinanti per definirci “vivi”. Davanti all’Eucarestia, sacramento con il quale Cristo Signore si consuma
per noi e ci rende degni del Padre, non possiamo che cogliere l’invito a contemplare con stupore questa “invenzione d’amore”. Alla contemplazione si
unisce anche quella confusione interiore, frutto della consapevolezza della
nostra condizione di indegnità e di sovraccarico di terrenità, che accompagna
il cammino di fede.
L’Eucarestia è santità, è carità, è condivisione, è eternità: essa sarà vera se
ognuno di noi riuscirà non tanto a comprenderla, quanto piuttosto ad accoglierla e a calarla nella vita: il catino dell’acqua e l’asciugatoio del cenacolo,
il pane moltiplicato che passa di mano in mano, le parole di benedizione o di
maledizione che saranno pronunciate nel giorno della gloria di Cristo Signore;
l’avventura di Lazzaro, il povero che raccoglie le briciole cadute dalla mensa
opulenta; la misericordia donata perché essa è già per noi misericordia ricevuta … tutto questo e altro è il discrimine di quella “verità eucaristica” che sola
può dire la nostra fede in questo sacramento.
Signore da chi andremo? “L’Eucarestia per la vita quotidiana”: così il tema del
Congresso Eucaristico. La risposta di Pietro alla sfida di Cristo, il quale non è
disposto ad ammorbidire il discorso che gli Apostoli non riuscivano a capire,
trova senso se il Mistero proposto entra in tutte le pieghe della vita.
L’Eucarestia non può patire due distrazioni spirituali: essere ridotta a devozione ed essere compiuta nel solo rito celebrativo. Il Congresso Eucaristico vuole
essere per la comunità ecclesiale, per l’umanità inquieta e desiderosa di salvezza, riaffermazione di una verità e proposta di vita;
la verità sta in “Io sono il pane della vita” (Gv. 6,48); la proposta è riassunta in
“Senza di me non potete far nulla” (Gv. 15,5).
In questo tempo che ci separa dalla celebrazione del Congresso, mi piace
sperare che insieme si possa camminare, illuminati da due pensieri: uno è di
Sant’Agostino, il quale, parlando dell’Eucarestia dice: “Se l’avete ricevuto bene,
voi divenite quello che avete ricevuto”. L’Apostolo, infatti, afferma: “C’è un solo
pane e noi, pur essendo molti, formiamo un sol corpo” (I Cor. 10, 17). ”Appunto
con questo pane a voi è raccomandato come dobbiate amare l’unità” (Agostino “In Epistolam Joannis ad Parthos - 110, 5” P. L. 35, 2060); l’altro di uno
storico: “Con la concordia crescono le piccole cose, con la discordia anche le
più grandi vanno distrutte” (Sallustio, Bellum Jugurthinum n. 10).
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Questo sarà anche utile per dare un segno a tutta la società dentro la quale la
Chiesa si incarna. Al riguardo, nella consapevolezza dei difficili giorni che viviamo, dentro i quali avanzano posizioni di contrapposti soggettivismi ed egoismi
e dove, in nome di una “laicità indifferente” tutto si vuole accogliere come
eticamente legittimo, mi pare utile riportare un brano di un’omelia di Paolo
VI (Corpus Domini del 1965): “La città terrestre manca di quel supplemento
di fede e di amore che in sé e da sé non può trovare; e che la città religiosa in
essa esistente, la Chiesa, può, senza in nulla offendere l’autonomia della città
terrestre, anzi la sua giusta laicità può, per tacita osmosi di esempio e di virtù
spirituale, in non scarsa misura, conferirle”.
È nel mistero cristiano dell’Eucaristia che viene a formarsi in noi la vera adorazione. Celebrazione e adorazione si richiamano a vicenda continuamente:
“L’adorazione è, propriamente, coltivazione dei sentimenti di umiltà, povertà, riconoscenza e perciò di eucaristia, di ringraziamento ammirato e pieno di
stupore di fronte al dono di Dio. Questi elementi, coltivati nell’adorazione, ci
fanno vivere pienamente anche la messa e la comunione eucaristica” .
“In questo senso - precisa R. Cantalamessa - si usa dire oggi che l’eucaristia
non è primariamente presenza reale di una cosa (il corpo e il sangue di Cristo),
ma di un’azione (offerta che Cristo fa del proprio corpo e del proprio sangue).
La grandezza incommensurabile dell’Eucaristia sta nel fatto che essa permette
a tutti coloro che vi partecipano con fede di essere presenti a questo vertice
assoluto della storia spirituale del mondo, in cui davvero tutto è compiuto”.
Siamo veramente presi da grande stupore, quello che Giovanni Paolo II chiama
“lo stupore eucaristico” , e che il poeta P. Claudel esprime così: “O mio Dio,
questa cosa è troppo più grande di noi: sia chiaro che sei tu l’unico responsabile di questa enormità”.
Avvenimento spirituale ed ecclesiale, il Congresso Eucaristico Nazionale metterà al centro il mistero di Cristo Signore presente, vivo e glorioso nella Santa
Eucarestia: noi tutti siamo chiamati a riconoscerlo come realizzazione della
promessa di Dio e come speranza unica.
Conoscendo la nostra spirituale debolezza e la fratturata storia dell’umanità,
noi ripetiamo quanto Pietro disse al Maestro che inchiodava i discepoli sulla
verità del Suo darsi come cibo e bevanda di salvezza e li sfidava ad andarsene se
non avessero accolto questo dono, noi ripetiamo: “ Signore, da chi andremo?”
Il Congresso vuole accogliere il grido e lo smarrimento della società contemporanea, l’inquietudine, la solitudine della nostra affaticata generazione e offrire
– testimoniandolo – Cristo come “ via verità e vita”.
Il tempo che ci separa dal Congresso Eucaristico deve farsi tempo salutare per
i cristiani cioè:
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verificare se si crede veramente nel Cristo Signore, morto, risorto e
vivente;
coltivare una speranza efficace liberandosi dai nodi pericolosi del peccato, vera indegnità di ogni persona;
amare questa umanità facendole riscoprire lo stupore del bene;
interpretare i grandi interrogativi dell’esistenza, affidandoli non ai sottili ragionamenti orizzontali, ma inserendoli nella dimensione del mistero dove la vita, la morte, la croce, la fatica, la gioia, l’amore trovano
beatificante spiegazione;
sostenere, come nuovi uomini di Cirene, i passi lenti e fragili dei poveri, dei deboli, degli ultimi, di quanti cioè sono fuori dei canoni estetici
di questa superficiale stagione;
sciogliere i legacci di un egoismo gaudente che ammette al banchetto
i pochi epuloni senza curarsi dei molti Lazzaro;
redimere le ingiustizie e i procaci scandali che deturpano la dignità
dell’uomo creato ad immagine della santità di Dio).
Questo è il compito d’una chiesa credente e fedele a Cristo, suo sposo
bello che ogni giorno le è fedele e per la quale ogni giorno si dona per
renderla degna di SE’.
Il Congresso Eucaristico Nazionale è anche porta aperta per ogni uomo e donna di buona volontà, che, seppur lontani dal mistero di Dio,
debbono sapere che Dio li ama e li convoca al Suo dono di amore: Dio,
svelatosi in Cristo non è il Dio della paura, ma della misericordia.
Abbé Pierre
Nella mia vita, sessant’anni fa, hanno avuto un’importanza incalcolabile i sei
anni di noviziato. C’erano otto volte al giorno momenti di adorazione: la sera
prima della cena, tre quarti d’ora di adorazione: nel buio, senza poter leggere,
davanti al Santissimo Sacramento. Tutte le notti venivamo svegliati a mezzanotte per due ore; la prima ora di preghiera, la seconda ancora di adorazione,
nel buio. Così quando mi dicono: «Come hai potuto resistere fino ad ottanta
anni con tutti i problemi che hai conosciuto?», io rispondo sempre: «Più divento vecchio più sono sicuro che, se non ci fossero stati quei sei anni con
quei tempi di adorazione e senza lettura, che rimangono dentro di me come
se fossero un ferro ardente o come una ferita che non guarisce, sarebbe stato
impossibile per me condurre la vita che ho condotto».
Per non far passare inutilmente la grazia e gli avvenimenti occorrono periodi e
momenti di solitudine e per ciascuna persona occorrono cose diverse: alzarsi
mezz’ora prima la mattina, il deserto, il silenzio, una settimana di ritiro ecc.
17
Nell’adorazione c’è una forza straordinaria di azione, e solo così si trova il modo di perseverare.
Don Giovanni Vannucci
Quel pane ci entra dentro, diventa parte di noi, e lo fa instaurando un rapporto
unico ed esclusivo con il nostro corpo: ognuno di noi, infatti, per sua costituzione fisica e biologica, lo assimila in maniera diversa.
“Prendi questo pane, spezzalo: questo è il mio corpo”, ci dice Gesù. Il senso
profondo di tutto il cristianesimo è in questa frase. Gesù è pane, pane che
chiede di essere mangiato per non restare fuori di me, ma per diventare un
tutt ’uno con me!
E qual è l’effetto che produce in me questo pane? Mi dà energia, permette al
mio essere di andare avanti, al mio fisico di svilupparsi, alle mie cellule di riprodursi: è una risposta “concreta”, “vera” a ogni fame, a ogni bisogno essenziale
che è in me, ed è anche il segno che la mia vita ha un suo senso irripetibile,
perché il mio modo di mangiare il pane di Dio, di accoglierlo in me, è unico.
Gesù prende poi del vino, lo mesce nel calice e dice: “bevi, questo è il mio sangue”. Come il vino trasmette la gioia del condividere e il sapore della natura,
così Gesù entra in noi come segno di calore, di entusiasmo, di bellezza.
Dio è il pane. Dio è il vino. Dio è l’alimento di tutta la nostra vita, la speranza
della nostra speranza, il canto di tutti i nostri canti, la poesia di tutte le nostre
poesie, la forza che ci spinge ad andare sempre più avanti, oltre tutte le nostre
piccole realizzazioni.
Dalla 1^ Ammonizione di San Francesco (FF:141):
“Tutti coloro che videro il Signore Gesù secondo l’umanità, ma non videro né
credettero, secondo lo Spirito e la divinità, che egli è il vero Figlio di Dio, sono
condannati. E così ora tutti quelli che vedono il sacramento, che viene santificato per mezzo delle parole del Signore sopra l’altare nelle mani del sacerdote,
sotto le specie del pane e del vino, e non vedono e non credono, secondo lo
Spirito e la divinità, che è veramente il santissimo corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, sono condannati, perché ne dà testimonianza lo stesso
Altissimo, il quale dice: <Questo è il mio corpo e il mio sangue della nuova
alleanza che sarà sparso per molti>; e ancora: <Chi mangia la mia carne e beve
il mio sangue ha la vita eterna>.
E perciò lo Spirito del Signore, che abita nei suoi fedeli è lui che riceve il santissimo corpo e sangue del Signore. Tutti gli altri, che hanno la presunzione
di riceverlo senza partecipare dello stesso Spirito, mangiano e bevono la loro
condanna. Perciò: Figli degli uomini, fino a quando sarete duri di cuore? Per18
ché non conoscete la verità e non credete nel Figlio di Dio?
Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni
giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote. E come
ai santi apostoli si mostrò nella vera carne, così ora si mostra a noi nel pane
consacrato. E come essi con la vista del loro corpo vedevano soltanto la carne
di lui, ma, contemplandolo con occhi spirituali, credevano che egli era lo stesso
Dio, così anche noi, vedendo pane e vino cogli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero.
E in tal modo il Signore è sempre con i suoi fedeli, come egli stesso dice: “Ecco,
io sono con voi sino alla fine del mondo”.
Lettura FF: 3199
“Quanta energia Chiara acquistasse nella fornace della preghiera fervente e
quanto si rallegrasse nella fruizione della bontà di Dio, lo dimostrano ripetuti
indizi. Infatti, quando ritornava gioiosa dalla santa orazione, dal fuoco dell’altare del Signore riportava parole calde, tali che accendevano il petto delle sorelle. Esse infatti notavano la grande dolcezza che usciva dalla sua bocca e il
suo volto appariva più luminoso del solito. Certamente Dio, nella sua dolcezza,
aveva preparato una mensa alla poverella e la luce vera, che nella preghiera
aveva riempito la sua mente, si rivelava fisicamente all’esterno. Così in questo
fragile mondo era congiunta in modo non fragile con il suo nobile sposo e continuamente si deliziava nelle cose dell’alto; così stabilmente ferma nella ruota
della fortuna mutabile e chiudendo il tesoro della gloria in un vaso d’argilla,
permaneva con la carne nelle cose di quaggiù, mentre con la mente era nelle
cose dei cieli”.
“Quando stai pregando, devi raccogliere tutta te stessa ed entrare col tuo Diletto nel segreto del tuo cuore e dimorarvi sola con lui solo. Devi dimenticare
tutte le cose esteriori ed elevarti sopra te stessa con tutto il cuore, tutta la
mente, tutto l’affetto, tutto il desiderio, tutta la devozione. Non distogliere lo
spirito dalla preghiera, ma prega tanto da salire in alto con l’ardore della devozione, finché non entrerai nel luogo del tabernacolo ammirabile, fino alla casa
di Dio; e quivi, visto il tuo Diletto con l’occhio del tuo cuore e gustato quanto il
Signore è soave e quanto è immensamente grande la sua dolcezza, gettati nel
suo mistico amplesso, imprimi baci con labbra segna d’intima devozione, così
che, tutta distaccata da te stessa,, tutta rapita in cielo, tutta trasformata in Cristo, tu, non potendo trattenere il tuo spirito, esclami col santo profeta Davide
e dica: L’anima mia ha rifiutato d’essere consolata; mi sono ricordata di Dio e
ne ho avuto diletto”.
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CANTI EUCARISTICI E CANONI
SIGNORE, DA CHI ANDREMO? (spartito in allegato)
Inno per il Congresso Eucaristico Nazionale - Ancona 2011
Rit. Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna.
Sulle strade del nostro cammino
suona ancora l’antica domanda:
quale senso ha la vita, la morte
e l’esistere senza orizzonte?
Venne un Uomo e si fece vicino,
ai fratelli egli tese la mano:
era il Verbo che illumina il mondo
ed incarna l’amore di Dio.
Rit. Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna.
Egli disse con grande coraggio:
“Ascoltate! Il pane non basta!
E profonda la fame del cuore,
solo Dio può il vuoto colmare”.
Si chiamava Gesù: “Dio salva”!
E venuto per dare la vita,
per spezzare la forza del male
che la gioia ci spegne nel cuore.
Rit. Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna.
Nella sera dell’Ultima Cena,
nel convito di nuova Alleanza,
fece dono di sé agli amici
con l’amore che vince la morte.
La sua Croce non fu la sconfitta,
ma sconfisse il peccato del mondo:
aprì il varco ad un fiume di grazia
che dell’uomo redime la storia.
20
Crocifisso per noi e risorto,
il Signore tra noi è presente!
Nella Chiesa, suo mistico corpo,
si attualizza il divino comando:
“Fate questo in mia memoria!
Ripetete il mio gesto d’amore:
voi avrete la luce e la forza
per curare le umane ferite”.
Rit. Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna.
O Gesù, noi vogliamo seguirti!
Noi ti amiamo davvero, Signore,
e vogliamo nutrirci al tuo Pane
che sconfigge per sempre la fame.
Radunati attorno all’altare,
ascoltando parole di vita,
accogliendo il tuo dono d’amore
noi saremo più forti del male.
Rit. Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna.
Resta sempre con noi, Signore!
Mentre il buio ci colma di angoscia
solo tu sei la luce che brilla
e ci apre un cammino di vita.
In memoria di te celebriamo
questo evento che accresce la fede;
il tuo amore è la “buona Notizia”
che nel mondo diffonde speranza.
Rit. Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna.
Uso liturgico dell’Inno del Congresso Eucaristico
• Canto processionale di ingresso (scegliendo le strofe adatte)
• Canto finale (scegliendo le strofe adatte)
• Canto di comunione (scegliendo le strofe adatte)
• Nelle Veglie di preghiera e durante l’Adorazione
21
DOV’È CARITÀ E AMORE
Dov’è carità e amore qui c’è Dio.
Ci ha riuniti tutti insieme Cristo amore:
godiamo esultanti nel Signore!
Temiamo e amiamo il Dio vivente,
e amiamoci tra noi con cuore sincero.
Noi formiamo qui riuniti un solo corpo:
evitiamo di dividerci fra noi:
via le lotte maligne, via le liti!
E regni in mezzo a noi Cristo Dio.
Fa che un giorno contempliamo il tuo volto
nella gloria dei beati, Cristo Dio,
e sarà gioia immensa, gioia vera:
durerà per tutti i secoli, senza fine!
INNI E CANTI
Inni e canti sciogliamo, o fedeli,
al Divino Eucaristico Re:
Egli ascoso nei mistici veli
cibo all’alma fedele si die’.
Dei tuoi figli lo stuolo qui prono,
o Signor, dei potenti ti adora:
per i miseri implora perdono,
per i deboli implora pietà.
e,
Sotto i veli che il grano compose,
su quel trono raggiante di luce,
il Signor dei signori si ascose
per avere l’impero dei cuor.
O Signor che dall’ostia radiosa
sol di pace ne parli e d’amor,
in Te l’alma smarrita riposa,
in Te spera chi lotta e chi muor.
22
IL TUO POPOLO IN CAMMINO
Il tuo popolo in cammino cerca in te la guida,
sulla strada verso il Regno
sei sostegno col tuo Corpo.
Resta sempre con noi o Signore!
È il tuo corpo Gesù che ci fa Chiesa
fratelli sulle strade della vita.
Se il rancore toglie luce all’amicizia
dal tuo cuore nasce giovane il perdono.
È il tuo vino, Gesù, che ci disseta
e sveglia in noi l’ardore di seguirti.
Se la gioia cede il passo alla stanchezza
la tua voce fa rinascere freschezza.
T’ADORIAM OSTIA DIVINA
T’adoriam, Ostia divina,
t’adoriam, Ostia d’amor:
tu dell’angelo il sospiro,
tu dell’uomo sei l’onor:
T’adoriam, Ostia divina,
t’adoriam Ostia d’amor.
Tu dei forti la dolcezza,
tu dei deboli il vigor,
tu salute dei viventi,
tu speranza di chi muor.
Ti conosca il mondo e t’ami,
tu la gioia d’ogni cuor;
ave, o Dio nascosto e grande,
tu dei secoli il Signor.
23
IL SIGNORE È IL MIO PASTORE
Il Signore è il mio pastore: nulla manca ad ogni attesa;
in verdissimi prati mi pasce, mi disseta a placide acque.
È il ristoro dell’anima mia, in sentieri diritti mi guida
per amore del santo suo nome, dietro lui mi sento sicuro.
Pur se andassi per valle oscura non avrò a temere alcun male:
perché sempre mi sei vicino, mi sostieni col tuo vincastro.
Quale mensa per me tu prepari sotto gli occhi dei miei nemici!
E di olio mi ungi il capo: il mio calice è colmo di ebbrezza!
Bontà e grazia mi sono compagne quanto dura il mio cammino:
io starò nella casa di Dio lungo tutto il migrare dei giorni.
SEI TU, SIGNORE, IL PANE
Sei tu, Signore, il pane, tu cibo sei per noi.
Risorto a vita nuova, sei vivo in mezzo a noi.
Nell’ultima sua cena Gesù si dona ai suoi:
“Prendete pane e vino, la vita mia per voi”.
“Mangiate questo pane: chi crede in me, vivrà.
Chi beve il vino nuovo, con me risorgerà”.
È Cristo il pane vero, diviso qui fra noi:
formiamo un solo corpo e Dio sarà con noi.
Se porti la sua croce, in lui tu regnerai.
Se muori unito a Cristo, con lui rinascerai.
Verranno i cieli nuovi, la terra fiorirà.
Vivremo da fratelli: la Chiesa è carità.
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SUSSIDI PER LE CELEBRAZIONI
SUL TEMA DEL CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE
SIGNORE, DA CHI ANDREMO?
Raccogliendo la sollecitazione offerta dal tema del prossimo Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona 2011 - L’Eucaristia per la vita quotidiana - il sussidio
è stato concepito in modo da avvicinare l’Eucaristia alla “ferialità” della Chiesa,
che con gioia si sente comunità, e all’esistenza concreta e profonda della gente, una vita mai banale, ma sempre da rispettare e da amare.
Come già nel Congresso Ecclesiale di Verona del 2006, anche ad Ancona sarà
sottolineato il dono dell’Eucaristia nella vita quotidiana, nei 5 ambiti dell’esistenza, ossia nella vita affettiva, nel lavoro e nella festa, nella fragilità umana,
nella tradizione e nella cittadinanza.
“Signore, da chi andremo?” è la domanda che l’apostolo Pietro rivolgerà a Gesù al termine del discorso sul pane di vita, nel capitolo VI del vangelo di Giovanni, che sarà l’icona biblica di tutto il Congresso. È la stessa domanda che anche
i cristiani di oggi si pongono dopo duemila anni e che costituisce il problema
centrale della vita dei cristiani del nostro secolo.
Abbiamo di fronte una sfida: una ordinari età di vita cristiana che si traduca in
uno stile di vita nuovo comunicabile agli uomini del nostro tempo. Dobbiamo
suscitare attorno a noi questa constatazione: Guardate quanto è bello essere
cristiani! Guardate quanto è bello il progetto di vita umana che il cristiano propone!. Ciò deve essere mostrato non con le parole, ma con una testimonianza
di vita ordinaria.
Dall’Eucaristia riceviamo la forza che ci fa riscoprire e riamare la vita quotidiana. Chi con questo spirito contempla e vive il rito eucaristico viene trasformato
dalla sua grazia e continuamente sollecitato a uscire da una concezione individualistica della fede verso gli spazi sconfinati della testimonianza.
L’Eucaristia celebrata diventa così anche il grembo in cui tutte le vocazioni - sacerdotali, religiose e consacrate - vengono generate dal Signore e si mettono a
servizio dell’edificazione comune.
SIGNORE DA CHI ANDREMO?
MARIA CI ACCOMPAGNA ALLA MENSA DELLA VITA
Un agile sussidio con 4 schemi di catechesi, orientati alle 4 parti del documen25
to teologico che verrà pubblicato alla vigilia del Congresso eucaristico. Un percorso di evangelizzazione e animazione pastorale in 4 tappe, utilizzabili anche
singolarmente. Ogni catechesi è arricchita di testi del magistero e di testimonianze di spiritualità eucaristica di santi e credenti marchigiani. Riccamente
illustrato.
Maggiori informazioni: CITTA’ NUOVA
SIGNORE DA CHI ANDREMO? GESU’ PANE DI VITA
Seguendo la traccia del capitolo 6 del vangelo di Giovanni, queste adorazioni
intendono fissare lo sguardo su Gesù, che ci educa - mediante un cammino - ad
accogliere, assimilare e testimoniare la vita che scaturisce dall’Eucaristia.
Esse ci spingono a domandarci: qual è il volto della Chiesa che deriva dall’Eucaristia stessa? Di quale vita ci facciamo carico dopo aver partecipato alla cena
del Signore?
Tutto è centrato sul valore del rito cristiano, in particolare quello della celebrazione eucaristica, e sull’esperienza autentica che di esso sono chiamati a fare i
cristiani riuniti di Domenica per fare memoria del Signore risorto.
Maggiori informazioni: VELAR
SIGNORE DA CHI ANDREMO? ANNUNCIARE, CELEBRARE, TESTIMONIARE.
L’EUCARISTIA PER LA VITA QUOTIDIANA.
Il volume presenta gli atti del convegno teologico-pastorale che l’Istituto Teologico Marchigiano, aggregato alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università
Lateranense, ha tenuto a Montorso di Loreto l’1 e il 2 dicembre 2009 sul tema:
Annunciare, celebrare, testimoniare. L’Eucaristia per la vita quotidiana. Con
questo convegno l’Istituto Teologico Marchigiano, scegliendo la quotidianità
come luogo teologico, ha voluto offrire il proprio contributo al cammino verso il
prossimo Congresso Eucaristico Nazionale che si svolgerà dal 3 all’11 settembre
2011 e che pone ad ogni uomo la domanda ‘Signore, da chi andremo?’ (Gv 6,68).
Maggiori informazioni: ISTITUTO TEOLOGICO DELLE MARCHE
MARIA CI DONA GESU’ PANE DELLA VITA
Sussidio liturgico per il Pellegrinaggio con Maria nelle diocesi delle Marche.
CITTA’ NUOVA
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27
SPIEGAZIONE DEL LOGO
Il logo nel suo insieme rappresenta un’importante e immediata comunicazione visiva, l’immagine stessa si integra di vari fattori caratterizzanti
la cultura e l’identità cristiana-cattolica.
Il cerchio come elemento base, uno stile “iconico” e tratti decisi permettono una precisa percezione degli elementi espressi dal logo. Uno stile
pittorico con tratto pulito ed essenziale e un perfetto equilibrio tra la
parte iconografica e quella testuale, uniti al tratto marcato e alla consistenza del colore, trasmettono immediatezza e semplicità.
All’interno del logo sono presenti i Simboli Cristiani in grado di sintetizzare in maniera suggestiva il messaggio “Signore da chi andremo”? – Tu
solo hai parole di vita eterna.
Il Sole, simbolo di Giustizia divina, vuol essere una rappresentazione del
“Giorno del Signore”; la Patena ritratta nell’iconografia del sole, contiene, secondo il Mistero, il Corpo di Cristo; l’Alba, biancore immacolato
simbolo di purezza; la Luce del Messia che illumina gli uomini nel cammino verso la Salvezza; i Pesci, che rappresentano le anime degli uomini
chiamati ad essere salvati nelle reti di Dio e dei suoi servi; il Mare, creatura la cui grandezza è al servizio della divinità; il Popolo in Cammino
raffigura la via rivelata dal Padre “Io sono la Via, la Verità e la Vita” (Gv
14, 6). “Accorriamo tutti, dalle diverse Chiese e Comunità ecclesiali sparse per il mondo, verso la festa che si prepara; portiamo con noi ciò che
già ci unisce e lo sguardo puntato solo su Cristo ci consenta di crescere
nell´unità che è frutto dello Spirito” (IM, 4); il Cerchio, figura geometrica
perfetta, senza principio né fine, un simbolo di Dio; la Terra, da cui fu
plasmato l’uomo e che in essa vede una madre; la Chiesa, a simboleggiare la Rivelazione e l’Incarnazione.
Altrettanto importante è il linguaggio dei colori che traspare dalla lettura del logo.
Il Giallo evoca regalità e luce divina; l’Oro, simbolo di luce eterna, rappresenta la ricchezza spirituale; il Blu, colore del cielo, suggerisce immaterialità e profondità infinita; il Rosso, simbolo della vita, è il colore del
Sacrificio supremo, quello della croce, per questo è il colore dell’Offerta
e dell’Amore; il Verde, colore equilibrato, calmo, fresco e rassicurante,
simboleggia l’acqua, caratterizza il mondo vegetale ed evoca la primavera; il Bianco identifica il Mistero divino, essendo al tempo stesso assenza
e onnipotenza.
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