CONTRIBUTI SCIENTIFICI SCIENTIFIC PAPERS Miglioramento dell’accuratezza della determinazione della creatinina mediante l’impiego di metodica enzimatica* Ilenia Infusino1, Paola Luraschi2, Cristina Valente2, Mauro Panteghini1,2 1Centro Interdipartimentale per la Riferibilità Metrologica in Medicina di Laboratorio (CIRME), Università degli Studi di Milano, 2Laboratorio Analisi Chimico Cliniche, Azienda Ospedaliera ‘Luigi Sacco’, Milano ABSTRACT Accuracy improvement of creatinine measurement by the use of an enzymatic assay. The estimation of glomerular filtration rate (GFR) is considered the best index of kidney function. Laboratories may routinely report a GFR estimate from serum creatinine concentrations by applying the “four variables” Modification of Diet in Renal Disease study (MDRD) equation. The general implementation of this equation is, however, impaired by the use of different creatinine assays. In this study, we evaluate the impact of the introduction of an enzymatic assay (E) on trueness and imprecision of creatinine measurements in comparison with a kinetic alkaline picrate “compensated” method (AP). Trueness was evaluated by measuring creatinine concentrations of three commutable materials with target value assigned with gas chromatography-isotope dilution mass spectrometry, while the imprecision was estimated using a liquid-frozen control material during a eight-month working period for a total of approximately 300 measurements. For creatinine measurements we used four platforms (all from Roche Diagnostics), the Integra 800 and Modular P (for trueness evaluation), and the Hitachi 917 and Modular P (for imprecision study). The trueness of creatinine measurements was significantly better using E, mainly at physiological concentrations where the AP was unable to fulfil the desirable bias (+3.4%). The imprecision of creatinine measurements also decreased when E replaced AP. While only one out 16 monthly CVs by E was higher than the desirable goal (<2.2%), six monthly CVs by AP (37.5%) surpassed this limit. We conclude that, for suitable clinical usefulness of creatinine measurement, laboratories should consider to definitively replace AP with E. *Questo lavoro rappresenta il contributo scientifico che la Dr.ssa I. Infusino ha presentato in occasione del ricevimento del premio intitolato alla memoria del Dr. Piero Bonvicini, istituito da MZ Congressi con gli auspici della SIBioC. INTRODUZIONE La stima della velocità di filtrazione glomerulare (GFR) è considerata il miglior indice di funzionalità renale (1). Essa può essere ottenuta mediante l’impiego di varie equazioni, che utilizzano la concentrazione della creatinina nel siero in aggiunta ad altre informazioni, quali età, sesso, razza, altezza, peso, ecc. (2). Essendo alcune di queste (altezza e peso) difficili da ottenere da parte dei laboratori clinici, è stato raccomandato l’uso della formula a “quattro variabili” derivata dallo studio “Modification of Diet in Renal Disease” (MDRD), che, richiedendo solo età, sesso ed, eventualmente, la razza, in aggiunta alla concentrazione della creatininemia, può essere agevolmente implementata nei sistemi informatici di laboratorio (3,4). L’utilizzo da parte dei laboratori di differenti metodi di misura della creatinina e la mancanza di standardizzazione dei risultati possono però fortemente condizionare la corretta stima della GFR mediante la suddetta formula (5). Infatti, per valori di creatininemia compresi tra 0,95 mg/dL e 1,50 mg/dL, che portano, a seconda del sesso e dell’età ad una GFR stimata di ~60 mL/min/1,73 m2, valore corrispondente al livello decisionale consigliato, la maggior parte dei metodi attualmente in uso può presentare rilevanti problemi di esattezza e, spesso, anche di imprecisione (6,7). Dati recentemente pubblicati hanno suggerito che il metodo enzimatico per la misura della creatinina del siero, che si basa sulla determinazione della sarcosina dopo conversione della creatinina mediante creatininasi, creatinasi e sarcosina ossidasi, può fornire risultati complessivamente più accurati, permettendo quindi una stima della GFR più affidabile (7-10). Lo scopo del presente lavoro è stato quello di valutare l’impatto dell’introduzione di questo metodo sia sull’esattezza sia sull’imprecisione della misura delle creatinina del siero in confronto a quanto ottenuto mediante l’impiego di un metodo tradizionale basato sulla reazione al picrato alcalino, con calibrazione “compensata” per ottenere risultati riferibili al sistema di riferimento (11). MATERIALI E METODI Metodi Il metodo enzimatico colorimetrico (E) utilizzato [CREA plus, Roche Diagnostics, cod. 03269991 (Cobas Integra 800) e cod. 11775685 (Hitachi 917 e Modular P)] si basa sull’idrolisi, catalizzata dall’enzima creatininasi, della creatinina in creatina, la quale è poi idrolizzata dalla creatinasi in sarcosina ed urea. La sarcosina, alla presenza di ossigeno, è convertita dalla sarcosina-ossidasi biochimica clinica, 2007, vol. 31, n. 5 349 SCIENTIFIC PAPERS CONTRIBUTI SCIENTIFICI in glicina, formaldeide e perossido di idrogeno. Quest’ultimo reagisce con un sistema cromogenico dando origine ad un colorante chinoneiminico, la cui intensità di colore è proporzionale alla concentrazione di creatinina presente nel campione. Il metodo al picrato alcalino (AP) utilizzato è un metodo in cinetica con determinazione del bianco campione (CREA, Roche Diagnostics, cod. 1875418), la cui calibrazione è modificata al fine di minimizzare l’interferenza delle proteine plasmatiche che mimano la creatinina nella reazione, per ottenere risultati più strettamente allineati al metodo di riferimento (11). Durante la sperimentazione sono stati utilizzati tre diversi analizzatori (tutti da Roche Diagnostics): Cobas Integra 800 e Modular P nella valutazione dell’esattezza e Hitachi 917 e Modular P nella valutazione dell’imprecisione. Tutti i sistemi analitici (analizzatore + reagenti + calibratori + controlli) sono stati utilizzati esattamente come raccomandato dal produttore, avendo cura di eliminare qualsiasi variante operativa che potesse rappresentare una modifica del sistema così come prodotto. Valutazione dell’esattezza L’esattezza della misura della creatinina è stata valutata utilizzando 3 campioni ottenuti da pool di sieri addizionati con creatinina cristallina [Trueness Control Material (TCM) livello 1, 2 e 3], congelati a -80 °C, ai quali era stato in precedenza assegnato un valore target di creatinina mediante il metodo di riferimento [spettrometria di massa in diluizione isotopica accoppiata alla gas-cromatografia (GC-IDMS)]. Ciascun TCM è stato misurato in quintuplicato nella stessa serie analitica sia con E (Cobas Integra 800) che con AP (Modular P). Valutazione dell’imprecisione Per la valutazione dell’imprecisione dei metodi, è stata misurata giornalmente la concentrazione di creatinina di un materiale di controllo liquido-congelato (-80 °C) (Liquicheck Unassayed Chemistry Control Level 2, BioRad) per due periodi di 8 mesi consecutivi, prima con AP su Hitachi 917 e Modular P (settembre 2005-aprile 2006) e poi con E sugli stessi analizzatori (maggio 2006dicembre 2006). Criteri di valutazione Sia per la definizione del traguardo di inesattezza massima desiderabile che per la definizione del traguardo di imprecisione massima desiderabile sono stati utilizzati i criteri basati sulla variabilità biologica della creatinina nel siero (12). Sulla base di questi criteri, lo scostamento massimo desiderabile è pari a +3,4% e l’imprecisione massima consentita è pari ad un CV di 2,2%. RISULTATI E DISCUSSIONE Esattezza nella determinazione della creatinina La Tabella 1 riporta i risultati concernenti l’esattezza della misura della creatinina con i due metodi valutati, utilizzando come limite di accettabilità lo scostamento desiderabile ottenuto dai dati di variabilità biologica della creatininemia. Come si vede, il metodo E produce dati in pratica sovrapponibili a quelli ottenuti con il metodo di riferimento, con uno scostamento massimo di +0,55% ad una concentrazione di creatininemia intorno a 3,5 mg/dL. Al contrario, il metodo AP mostra uno scostamento inaccettabile (+5,13%) nella misura del TCM livello 1, proprio intorno ai livelli di concentrazioni considerate più importanti per la stima della GFR. Aumentando le concentrazioni di creatinina, lo scostamento diminuisce, per arrivare in pratica ad annullarsi solo a concentrazioni elevate di creatinina (TCM livello 3). Da questi dati è evidente che nemmeno un intervento di “compensazione” matematica della calibrazione, come quello introdotto da Roche per aumentare l’esattezza del metodo AP (11), può ridurre in maniera accettabile (almeno quando le concentrazioni di creatinina sono a livelli parafisiologici) la ben nota interferenza da parte di cromogeni non-creatininici presenti nel plasma nelle reazioni basate sul metodo originalmente proposto da Jaffé nel 1886 (13). C’è da attendersi che dove nemmeno questo intervento di compensazione fosse introdotto, lo sovrastima da parte dei metodi AP possa essere ben più consistente ed arrivare per alcuni sistemi commerciali al 20-25% (vedi Figura 1 del rif. 7). Tabella 1 Valutazione dell’esattezza TCM livello 1 Valore atteso creatinina (mg/dL) Scostamento desiderabile (percentuale e assoluto) 0,858 +3,4% Media metodo picrato alcalino “compensato” (mg/dL) Scostamento (percentuale e assoluto) +5,13% 350 +3,4% biochimica clinica, 2007, vol. 31, n. 5 3,445 +0,059 +3,4% 1,78 +0,042 +2,71% 0,86 +0,47% TCM livello 3 1,733 +0,029 0,90 Media metodo enzimatico (mg/dL) Scostamento (percentuale e assoluto) TCM livello 2 3,47 +0,047 +0,14% 1,74 +0,002 +0,29% +0,117 +0,025 3,48 +0,007 +0,55% +0,035 CONTRIBUTI SCIENTIFICI SCIENTIFIC PAPERS dispersione dei risultati ottenuti. E’ importante notare che nell’arco di tutta la sperimentazione, solo un dato di CV mensile (mese di novembre 2006, 2,8%) ottenuto con E è risultato superiore all’obbiettivo di imprecisione desiderabile (<2,2%), mentre, nel periodo di utilizzo del metodo AP ben sei CV mensili (pari al 37,5% del totale) superavano questo limite [valori compresi tra 2,5% (Hitachi gennaio 2006) e 5,1% (Modular novembre 2005)]. CONCLUSIONI Figura 1 Imprecisione (espressa come CV mensili) della determinazione della creatinina sull’analizzatore Hitachi 917 (grafico superiore) e sull’analizzatore Modular P (grafico inferiore). La freccia indica il momento del passaggio dalla metodica al picrato alcalino a quella enzimatica; la linea tratteggiata indica il limite massimo desiderabile di imprecisione (CV=2,2%). I nostri dati dimostrano con evidenza che l’impiego del metodo E per la misura della creatinina del siero è in grado fornire un’accuratezza (esattezza ed imprecisione) significativamente migliore rispetto alla metodologia AP, anche quando in quest’ultima vengano introdotte dal produttore artificiose modifiche di calibrazione. È quindi tempo che i laboratori clinici adottino metodi di misura della creatinina accurati (E) abbandonando metodiche ormai obsolete (AP), al fine di consentire di stimare in maniera più affidabile la GFR e di ottenere quindi i rilevanti benefici dovuti alla precoce ed accurata individuazione delle malattie renali croniche (10). Crediamo che di fronte ad una qualità analitica nettamente migliore, che si traduce in un rilevante impatto clinico dell’informazione fornita, i responsabili dei laboratori non possano continuare a rimandare tale cambiamento adducendo esclusivamente motivazioni dovute alle differenze di costo dei reagenti. Come già affermato in una rassegna pubblicata da questa rivista (14), la chiave per realmente apprezzare l’importanza e il vero impatto delle attività di laboratorio deve essere unicamente rappresentata dal considerare gli aspetti economici esclusivamente nel più ampio contesto dell’economia sanitaria e non solamente e limitatamente al costo degli esami di laboratorio, dove, per definizione, ogni determinazione rappresenta un costo ed il suo valore rimane al di fuori dello scopo finale delle attività del laboratorio stesso. Precisione nella determinazione della creatinina Durante il periodo di valutazione dell’imprecisione sono state eseguite un totale di 624 determinazioni. La media complessiva delle concentrazioni misurate in 8 mesi sui due strumenti utilizzati (Hitachi e Modular) è risultata rispettivamente di 5,85 mg/dL per il metodo AP (n=307) e di 5,70 mg/dL per il metodo E (n=317), confermando una, seppur a queste concentrazioni accettabile, differenza (2,6%) tra i due metodi. La Figura 1 riporta l’imprecisione della misura della creatinina (espressa come CV mensile) dei sistemi analitici valutati, prima utilizzando il metodo AP e poi l’E. L’imprecisione è diminuita in entrambi i sistemi analitici quando è stato introdotto il metodo E. In particolare, l’analizzatore Hitachi 917 forniva un CV medio complessivo sugli 8 mesi pari al 2,18% per il metodo AP e al 1,25% per il metodo E, con una differenza statisticamente significativa (P = 0,015). Anche l’analizzatore Modular P mostrava una diminuzione del CV medio complessivo nel passaggio tra AP ed E (2,19% vs. 1,51%), anche se tale differenza non raggiungeva la significatività statistica a causa dell’elevata RINGRAZIAMENTI Si riconosce il rilevante contributo che il personale tecnico del Settore Automazione ed Urgenze del Laboratorio Analisi Chimico Cliniche dell’A.O. Luigi Sacco ha fornito per la produzione dei dati utilizzati in questo lavoro. BIBLIOGRAFIA 1. 2. 3. 4. Thomas L, Huber AR. 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