FISIOLGIA MUSCOLARE
Acquisire competenze in
un mondo sportivo in
continuo cambiamento
Avere le idee chiare
su elementi basilari
di anatomia
Possedere un livello tale
di conoscenze da potersi
confrontare con
specialisti del settore
Smetterla di trattare
argomenti scientifici
attraverso luoghi
comuni
STATICA
FUNZIONALE
APPROCCIO
PATOLOGIA
DINAMICA
A cosa mi serve la carrozzeria …
Se non ho un buon motore a spingerla !!!!
E’ inutile avere la tartaruga sulla pancia …
… Se in testa hai un criceto in prognosi riservata …
DEFINIZIONE
Il termine muscolo identifica
un organo
composto in prevalenza da tessuto muscolare
ovvero
un tessuto biologico con capacità contrattile
PROPRIETA’ SPECIFICHE
 la contrattilità: capacità di accorciamento
 L’estensibilità: capacità di allungamento
 L’elasticità: capacità di ritornare alla posizione originale
 L’eccitabilità: capacità di reagire ad uno stimolo nervoso
FUNZIONI SPECIFICHE
 Produzione dei movimenti del corpo
 Stabilizzazione delle posizioni articolari corporee
 Regolazione del volume degli organi
 Produzione di calore
Pennato
Fusiforme
Nastriforme
Semipennato
Digastrico
pluripennati
Triangolare
ORIGINE
VENTRE
INSERZIONE
ORIGINE
VENTRE
INSERZIONE
IL SISTEMA MUSCOLARE
Il sistema muscolare è costituito da organi, i muscoli, che
generano movimenti grazie alla loro capacità di contrarsi,
accorciandosi o ingrossandosi.
I muscoli sono costituiti da tessuto muscolare che può essere
striato
formato da cellule allungate dette fibre con striature trasversali, tipico dei
muscoli volontari
liscio
formato da cellule allungate a forma di fuso con striature longitudinali, tipico
dei muscoli involontari (es. app. digerente, vasi sanguigni..)
TIPI DI MUSCOLI
I muscoli del corpo umano sono più di 600 e costituiscono circa la
metà del nostro peso corporeo.
I muscoli possono essere scheletrici e viscerali.
I muscoli scheletrici sono quelli che realizzano il movimento in
collaborazione delle ossa (es. muscoli della faccia per sorridere o
fischiare). Essi sono volontari
I muscoli viscereali sono muscoli di organi interni (quali l’esofago o
delle pareti dell’apparato digerente). Essi sono involontari
STRUTTURA MUSCOLARE
Ogni muscolo scheletrico è un organo distinto composto da
numerose cellule, di forma allungata, dette fibre muscolari.
Ognuno è dotato di un rivestimento costituito da più strati di
tessuto connettivo. Sono irrorati da vasi sanguigni e provvisti di
innervazioni.
ORGANIZZAZIONE MUSCOLARE
Fibre muscolari (sono cellule raccolte in fasci) rivestite da tessuto connettivo
che alle estremità si fonde e forma il tendine.
MODELLO MECCANICO MUSCOLO
CONTRAZIONE SCIVOLAMENTO
SINAPSI
I MUSCOLI SCHELETRICI
Hanno forma affusolata e sono
formati da fasci di fibre. Ogni
muscolo scheletrico è collegato
alle ossa per mezzo dei tendini.
Questo legame fa sì che il
muscolo, contraendosi eserciti
una trazione che sposta l’osso.
Al muscolo arrivano le
terminazioni nervose che danno
l’impulso per la contrazione e
vasi sanguigni che conducono
alle cellule sostanze nutritive e
ossigeno (mioglobina)
COME LAVORANO I MUSCOLI
I muscoli producono movimento in seguito alla
“trazione” che essi esercitano sulle ossa che si
comportano come leve il cui fulcro è in
corrispondenza delle articolazioni.
La maggior parte dei movimenti del corpo sono
resi possibili grazie all’azione coordinata dei
muscoli agonisti e antagonisti.
bicipite
tricipite
Per comprendere questo concetto possiamo
riferirci al movimento dell’avambraccio sul
braccio in cui la coppia agonista-antagonista
in azione è data dal bicipite-tricipite.
La flessione del braccio sull’avambraccio è
resa possibile dalla contrazione del bicipite e
rilassamento del tricipite. La distensione
dell’avambraccio è data viceversa dalla
contrazione del tricipite e dal rilassamento
del bicipite.
bicipite
tricipite
LA CONTRAZIONE MUSCOLARE
Le fibre muscolari hanno alcune particolarità: esse presentano dei sottili
filamenti detti miofibrille che conferiscono al muscolo l’aspetto striato
dovuto all’alternarsi tra bande scure e bande chiare (sarcomero).
Esse sono formate da due tipi di filamenti formati da sostanze proteiche
actina e miosina. All’arrivo dell’impulso nervoso, queste sostanze fanno
contrarre il muscolo accorciandolo e lo rilasciano, allungandolo.
ASPETTO FUNZIONALE
Cingolo
scapolare
Ritmo scapolo omerale
Muscoli
motori del
cingolo
scapolare
Abduzione
M. Sovraspinoso
M. Deltoide
Coppia funzionale motore
nell’abduzione nell’art.
scapolo - omerale
M. Grande Dentato
M. Trapezio
Coppia funzionale motore
nell’abduzione nell’art.
scapolo - toracica
I 3 tempi
dell’abduzione
0° - 60°
M. Deltoide
M. Sovraspinoso
60° - 120°
M. Trapezio
M. Grande dentato
120° - 180°
Mm. Spinali lato
opposto
I Muscoli della
Cuffia dei rotatori
Centrare la
testa omerale
nella glena
La spalla instabile
Stabilizzatori passivi
Stabilizzatori attivi
Fattori statici
Fattori dinamici
Congruenza articolare
Cuffia dei rotatori
Versione articolare
Capo lungo del Bicipite
Cercine glenoideo
Pressione negativa
Capsula e legamenti
Ritmo scapolo - toracico
Stabilizzatori attivi
Conflitto sub - acromiale
Classificazione della sindrome da conflitto sub acromiale
Stadio 1
Edema ed emorragia
Stadio 2
Fibrosi e tendinite
- Con rotture parziali C – R
- Senza rotture parziali C - R
Stadio 3
Rottura a tutto spessore
della cuffia dei rotatori con
eventuale lesione CLB ed
alterazioni ossee
Le lesioni della cuffia dei rotatori
Lesioni
parziali
Lesioni
complete
PATOLOGIA MUSCOLARE
Possiamo dividere le patologie muscolari in 4 grandi categorie:
- Miopatie e anomalie del SNP o C (spasticità, rigidezza, distonie, distrofia
muscolare di Duchenne, etc.).
- Sindromi di Sofferenza Muscolare (fibromialgia, sindrome del dolore
miofasciale).
- Lesioni anatomiche/traumatiche (contusione, contrattura, stiramento,
microrottura, rottura).
- Lesione Muscolare Minore.
PATOLOGIA MUSCOLARE
Possiamo classificare le patologie muscolari in :
- Lesioni muscolari da trauma diretto
- Lesioni muscolari da trauma indiretto
TRAUMA DIRETTO
La contusione è una lesione che viene causata da una compressione esercitata da un
agente contundente. Gli effetti dell'azione del corpo contundente possono essere
decisamente variabili; possono infatti verificarsi banali ecchimosi oppure si possono
avere problematiche più serie (lesioni muscolari, vascolari, nervose ecc.).
Le contusioni possono essere variamente classificate; se prendiamo in considerazione
la gravità della contusione si distinguono le seguenti tipologie di contusione:
contusione di I grado
contusione di II grado
contusione di III grado.
Nella contusione di I grado le lesioni sono relative soltanto ai piccoli vasi; il sangue che
fuoriesce da questi ultimi si diffonde infiltrando i tessuti; si ha quindi la formazione di
un'ecchimosi ovvero una macchia che inizialmente è di colore bluastro e che nel tempo varia
cromaticamente assumendo una colorazione tendente al giallo ocra. Le ecchimosi sono
solitamente accompagnate da una certa dolenzia e da un aumento della temperatura locale.
Il dolore aumenta generalmente con il movimento e se si effettua una certa pressione sulla
zona che è stata lesa.
Grado lieve
Nella contusione di II grado si ha la formazione di un ematoma, ovvero una
tumefazione provocata dal fatto che si è avuta una rottura di una certa entità
dei vasi sanguigni; spesso sono presenti coaguli che al tatto fluttuano.
Grado moderato
Nella contusione di III grado vi è una compromissione della vitalità della cute
provocata dalla notevole intensità della compressione. Si ha quindi, conseguentemente,
la formazione di una necrosi (ovvero la morte di uno strato delle cellule cutanee);
inizialmente la cute interessata avrà una colorazione tendente al pallido per poi
acquistare, con il trascorrere del tempo, una colorazione nerastra. La necrosi cutanea
porta infatti alla formazione di una placca di tessuto alterato (escara) che tende ad
acquistare consistenza, diventare nera e a incassarsi nei tessuti sottostanti la lesione.
Con il tempo l'escara cadrà lasciando posto a un'ulcerazione che si riparerà
spontaneamente lasciando però spesso una cicatrice.
Grado severo
TRAUMA INDIRETTO
Una delle classificazioni più accreditate (Kouvalchouk 1992) propone questa
Particolare suddivisione:
 Contrattura o lesione di grado 0:
 E’ la forma più benigna, senza lesioni anatomiche
 Attribuibile ad uno stato di fatica muscolare che per modificazioni
metaboliche determina un’alterazione del tono muscolare
TRAUMA INDIRETTO
 Elongazione o stiramento o lesione di grado 1:
 E’ una forma più severa, senza interruzioni delle fibre muscolari
macroscopicamente rilevabili
 Sono però rilevabili disorganizzazioni miofibrillari e lesioni mitocondriali
TRAUMA INDIRETTO
 Distrazione o strappo o lesione di grado 2:
 E’ una forma severa, caratterizzata da un’effettiva lesione anatomica con
interruzione di un numero variabile di fibre muscolari
 Presenta quattro stadi:
o I stadio: rottura completa di qualche fibra muscolare senza
interessamento del connettivo di sostegno
o II stadio: rottura di un numero maggiore di fibre muscolari con
iniziale interessamento della struttura connettivale, ma senza un
significativo versamento ematico
o III stadio o rottura parziale: caratterizzata dall’interessamento di un
elevato numero di fibre, associato a lesione del connettivo e delle
strutture vascolari e nervose con abbondante ematoma intramuscolare
o IV stadio o rottura completa: caratterizzata dalla interruzione della
continuità del ventre muscolare
LE LEVE
“Datemi un punto d’appoggio e vi
solleverò il mondo…”
“Archimede”
Le leve sono macchine semplici, utilizzate per
tagliare,per sollevare, per spostare
con la minore fatica possibile.
Le leve sono dispositivi che, eseguendo
un semplice movimento, riescono a
svolgere in modo efficace e con minor
fatica un lavoro.
R
P
F
La leva è costituita da un’ asta rigida che può
ruotare intorno ad un punto fisso chiamato
FULCRO indicato con la lettera F
Alla leva si possono applicare due forze:
Resistenza R = forza che si vuole vincere
P
R
F
Potenza P = forza che si applica per vincere la resistenza
R
P
F
La distanza tra il fulcro e il punto in cui si applica la resistenza è detto
braccio della resistenza bR
bR
R
P
F
La distanza tra il fulcro e il punto in cui si applica la potenza è detto
braccio della potenza bP
bP
P
R
F
Le leve possono essere :
Vantaggiose
Svantaggiose
Indifferenti
se
se
se
bP è > di bR
bP è < di bR
bP è = di bR
allora..
P<R
allora..
P>R
allora..
P=R
Le leve si basano sul concetto di
equilibrio.
bR
bP
R
P
F
momento
momento
Rxb=Pxb
Sarà in equilibrio quando i momenti meccanici delle forze applicate
avranno lo stesso valore.
Tipi di leve
1° genere: INTERFULCRATA
hanno il fulcro tra la potenza e la resistenza
bR
bP
R
P
F
Possono essere :
• Vantaggiose
• Svantaggiose
• Indifferenti
esempi di leva di 1° genere sono
la bilancia,
l’altalena
e le pinze
2° genere: INTER-RESISTENTE
hanno la resistenza tra il fulcro e la potenza
Sono sempre :
• Vantaggiose
esempi: lo schiaccianoci, la carriola, il piede, il trolley
P
R
3° genere: INTERPOTENTE
hanno la potenza tra il fulcro e la resistenza
Sono sempre :
• Svantaggiose
R
P
F
LE LEVE del CORPO UMANO
I muscoli scheletrici (che rappresentano l'elemento attivo del movimento),
inserendosi sulle ossa (che rappresentano l'elemento passivo del
movimento), per mezzo della contrazione muscolare determinano il
movimento. Questo è possibile grazie anche alle articolazioni (che
rappresentano l'elemento di congiunzione e perno delle ossa). Tutto
l'apparato locomotore è basato su un sistema di leve. Questa situazione
determina che, tutte le volte che c'è movimento, si produce una leva che
può essere di primo, di secondo o di terzo tipo.
FULCRO
asse di rotazione (di solito l'articolazione, ma può anche
essere un punto di appoggio o di presa);
POTENZA
punto in cui viene applicata la forza (di solito l'origine o
l'inserzione muscolare, non il ventre muscolare);
RESISTENZA
punto in cui viene generata la resistenza stessa (un peso,
lo spostamento di un segmento corporeo, la gravità, ecc.).
Le leve del corpo umano
1° genere
2° genere
3° genere
Articolazione di appoggio del capo
Atlanto – Occipitale.
Leva di 1° GENERE
bP è < di bR
In questo caso SVANTAGGIOSA
FULCRO
=
ARTICOLAZIONE
Resistenza
=
PESO del CAPO
POTENZA
=
MUSCOLI SPLENICI
(posteriori del collo)
Sollevamento sugli avampiedi
Flessione plantare del piede dalla stazione eretta
Leva di 2° GENERE
bP è > di bR
VANTAGGIOSA
FULCRO
=
DITA
RESISTENZA
=
PESO che grava sulla CAVIGLIA
POTENZA
= MUSCOLI GEMELLI
(esercitano una trazione sul Tendine di Achille)
Articolazione del Gomito
Flessione dell’avambraccio sul braccio
Leva di 3° GENERE
SVANTAGGIOSA
FULCRO
bP è < di bR
=
ARTICOLAZIONE del GOMITO
RESISTENZA =
PESO dell’AVAMBRACCIO e della eventuale
massa sostenuta dalla mano
POTENZA
Forza esercitata dal M. BICIPITE BRACHIALE
=
CONCLUDENDO