Francia dal II impero alla III repubblica

LA FRANCIA DAL SECONDO IMPERO ALLA TERZA REPUBBLICA
Luigi Napoleone Bonaparte, eletto presidente della Repubblica nel 1848, attuò un colpo di stato per restare
al potere e si fa nominare imperatore dei francesi nel 1852 col nome di Napoleone III: nacque il Secondo
Impero, che sarebbe durato 19 anni.
Napoleone III sostenne la borghesia per ottenere maggiori consensi e promosse una forte espansione
economica, favorendo lo sviluppo industriale e la creazione di opere pubbliche (ferrovie, Traforo del Fréjus
verso il Piemonte, Canale di Suez in Egitto). A Parigi vengono demoliti i vecchi quartieri e aperti nuovi ampi
viali, anche per evitare in futuro la costruzione di nuove barricate.
In questo periodo vennero inoltre ampliati i possedimenti coloniali francesi, prima di tutto in Africa. Qui la
Francia, dopo il Congresso di Vienna, aveva ottenuto il controllo del Senegal: negli anni ’50 venne abolita la
tratta dei neri e avviato un processo di sviluppo economico, anche tramite la fondazione di una nuova città,
Dakar. Durante il Secondo Impero la Francia acquisì inoltre il controllo dell’Algeria, del Marocco e del
Gabon, oltre che della Guyana in sud America, dell’Indocina e di alcuni arcipelaghi dell’Oceania (Tahiti,
Isole Marchesi).
In Europa, Napoleone III si presentò come il paladino del principi di nazionalità, sostenendo ad esempio
l’Italia nella Seconda Guerra di Indipendenza e lottando contro l’espansionismo della Russia in Crimea. Il
suo vero intento, però, era dimostrare la grandezza della Francia sulla scena europea. Questa politica gli
attirò l’ostilità di Russia, Prussia e Austria.
La fine del potere di Napoleone III fu decretata dalla dichiarazione di guerra alla Prussia (1870), che
sconfisse la Francia nella battaglia di Sedan, dove lo stesso imperatore fu fatto prigioniero. Alla notizia della
sconfitta, in Francia fu proclamata la Terza Repubblica; i prussiani riuscirono ad invadere Parigi e
costrinsero la Francia a firmare l’armistizio di Versailles, con cui cedeva l’Alsazia e la Lorena (due regioni
ricche di carbone) alla Prussia.
Dopo l’umiliante sconfitta, a Parigi si formò un governo autonomo dal resto del paese, la Comune. Essa
adottò il suffragio universale maschile e alcuni provvedimenti ispirati ai principi del socialismo, come
l’assegnazione agli operai delle fabbriche abbandonate dagli imprenditori e la confisca delle proprietà del
clero. Marx considerò la Comune di Parigi il primo esperimento di governo del proletariato. Esso però ebbe
vita breve, perché l’esercito del legittimo governo francese accerchiò la capitale: dopo una sanguinosa
guerra civile la Comune fu abbattuta.
Nel 1875 il governo della Terza Repubblica approvò una nuova Costituzione, che prevedeva un Parlamento
composto da un Senato, eletto a suffragio censitario, e da una Camera, eletta ogni quattro anni con
suffragio universale maschile. Verso la fine del secolo il partito dei repubblicani progressisti istituì
l’istruzione obbligatoria e gratuita, legalizzò i sindacati e ridusse la giornata lavorativa a 10 ore. I
repubblicani però si scontrarono diverse volte con il partito dei conservatori. Il culmine della tensione si
raggiunse nel 1894 con il cosiddetto “affare Dreyfus”: Alfred Dreyfus, capitano ebreo dell’esercito francese,
era stato accusato di alto tradimento dai conservatori e condannato alla deportazione, ma i repubblicani
non erano convinti della sua colpevolezza. Il caso, nato in realtà da sentimenti di antisemitismo, si
trasformò in uno scontro politico, finché Dreyfus non fu riconosciuto innocente.