Daniele Segnini
Biochimica del sesso e dell’amore
Le neuroscienze studiano le emozioni fondamentali quali l’aggressività, le passioni e la depressione con gli
strumenti della biochimica, della fisiologia e dell’anatomia. Anche le emozioni,però, come ogni altra attività del
cervello, utilizzano particolari sostanze chimiche, dette “neurotrasmettitori”. L’innamoramento è
sicuramente una delle più profonde e universali emozioni. Inoltre, è fondamentale per la conservazione della specie. Agli
inizi degli anni ottanta i neurobiologi hanno iniziato a studiare l’innamoramento ed hanno proposto di considerarlo
in due stadi distinti: un primo stadio dell’”attrazione e del desiderio”, ossia di tutto ciò che riguarda la
formazione della coppia, ed un secondo dell’“attaccamento”. La fase dell’attrazione è
mediata dalla dopamina, quella dell’attaccamento dalla serotonina. L’attrazione ha alcuni tratti comuni.
Inizia quando qualcuno entra nella nostra mente e subito diventa per noi affascinante ed unico; tutti pensiamo che
l’emozione che si prova sia particolare, esclusiva; durante la fase dell’attrazione sono percepite diverse
emozioni, spesso contemporaneamente: esaltazione, euforia, desiderio, gelosia, timore; dal punto di vista
neurovegetativo invece sono frequenti rossori e tachicardia, improvvise sudorazioni e pallori. Svariati studi hanno provato
in modo ormai sicuro che tutte le situazioni che producono piacere stimolano i neuroni del “sistema dopaminergico
meso-limbico”, detto anche “sistema della ricompensa”. Il rilascio del neurotrasmettitore dopamina
controlla, pertanto, il desiderio, compreso quello sessuale, il piacere ed i comportamenti motori collegati alla
“consumazione” degli oggetti del desiderio, siano essi cibi, droghe o attività sessuali. Una conferma di
queste ipotesi arriva dallo studio dei farmaci neurolettici che, agendo sui recettori di dopamina, da un lato bloccano le
psicosi, ma dall’altro bloccano anche il piacere ed il desiderio sessuale. I neuroni che rilasciano dopamina sono
stati selezionati per alcune funzioni fondamentale per la sopravvivenza dell’individuo e della specie:
l’assunzione di cibo e la riproduzione sessuale. Negli animali da esperimento, nei ratti in particolare, il rilascio di
dopamina precede l’accoppiamento vero e proprio: è sufficiente che l’animale “veda” o
“annusi” la femmina – “fase appetitiva” della sessualità – perché inizi la
liberazione della molecola. Naturalmente, la produzione di dopamina continua durante tutta la “fase
consumatoria” per arrestarsi e tornare ai livelli basali alla conclusione dell’atto sessuale. Tornando al
meccanismo generale di rilascio della dopamina, colpisce che gli stessi meccanismi che sostengono il piacere e il
desiderio nell’innamoramento, valgano anche per le droghe. D’altronde – fa notare il
neuroscienziato G.L.Gessa - i termini “addiction”,“schiavitù”,“dipendenza”
trovano pari impiego nel campo dell’amore ed in quello delle tossicomanie. Forse i meccanismi sono molto o del
tutto simili e la biologia fra qualche anno chiarirà quelle che oggi sono interessanti ipotesi di lavoro. Resta, invece,
apertissimo un altro grande campo d’indagine per la neurobiologia. Tutti, fin da bambini, costruiamo col tempo
una specie di “mappa dell’amore” nella quale scriviamo i tratti fisici, psichici e caratteriali che
qualcuno deve avere per essere per noi “interessante” in un certo periodo della nostra vita. Probabilmente
anche questa “mappa” utilizza i neurotrasmettitori come elementi costitutivi: riuscire a
“leggerla” potrebbe essere una delle prossime frontiere delle neuroscienze (nella foto Amore e Psiche di
Antonio Canova, 1788-1793, esposta al Museo del Louvre) .
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Generata: 10 June, 2017, 09:46