Pietro Ciavarella Col 1.25b-27 (2.2b-3): il mistero P 1/10 IL MISTERO1 INTRODUZIONE. Vi invito a trovare la Lettera di Paolo ai Colossesi, 1.25. Ricorderete che l'ultima volta abbiamo avuto il primo di tre sermoni sul brano che va da 1.23b a 2.3. Nel primo sermone abbiamo considerato il ruolo di Paolo nel piano di Dio. In quel sermone abbiamo visto l'incarico, le sofferenze, e l'impegno del grande apostolo. In quel sermone, considerando l'incarico particolare di Paolo, abbiamo visto che egli è stato incaricato di annunciare "il mistero" (PAUSA). Il mistero è il nostro tema di stamattina. Poi, Dio volendo, domenica prossima avremo un sermone specificamente incentrato su Cristo. Per cui: l'altra volta, Paolo; stamattina, il mistero; domenica prossima, Cristo. Nel NT la parola "mistero" si trova 28 volte. Solo in Colossesi troviamo questa parola quattro volte, tre volte addirittura nel brano di Colossesi che va dal 1.25 a 2.3.2 Questo è il brano che vorremmo leggere adesso. Dopodiché parleremo del "mistero" intorno a quattro punti. Qui Paolo scrive: Col 1:25 Di questa [chiesa] io sono diventato servitore, secondo l'incarico che Dio mi ha dato pervoi di annunziare nella sua totalità la parola di Dio, 26 cioè, il mistero che è stato nascosto per tutti i secoli e per tutte le generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi. 27 Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria, 28 che noi proclamiamo esortando ciascun uomo e ciascun uomo istruendo in ogni sapienza, affinché presentiamo ogni uomo perfetto in Cristo. 29 A questo fine mi 1 Lettura consigliata, Isaia 49:1-7. Riassunto sermone: 1) il mistero è ricco e glorioso; 2) il mistero era nascosto, ma ora è stato rivelato; 3) il mistero riguarda in modo particolare l’inclusione dei gentil; 4) il mistero è Cristo. Schema per i tre sermoni su Colossesi 1:23b-2:3: I) Paolo, 1:23b-29; II) il mistero, 1:25b-27 (2:2-3); III) Cristo 2:2-3 (1:26-27). 2 La quarta volta è in 4.3. Pietro Ciavarella Col 1.25b-27 (2.2b-3): il mistero P 2/10 affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me con potenza. 2:1 Desidero infatti che sappiate quale arduo combattimento sostengo per voi, per quelli di Laodicea e per tutti quelli che non mi hanno mai visto di persona, 2 affinché siano consolati i loro cuori e, uniti mediante l'amore, siano dotati di tutta la ricchezza della piena intelligenza per conoscere a fondo il mistero di Dio, cioè Cristo, 3 nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti. (PAUSA!) Ecco, quattro punti sul mistero. Innanzitutto il mistero è ricco e glorioso (RIPETERE). (?) Avete notate il modo in cui questo brano è caratterizzato da un linguaggio opulento, un linguaggio lussuoso? Il mistero di Dio è ricco, opulento, glorioso e lussuoso. a. Al versetto 27 Paolo dice che Dio vuole far conoscere la ricchezza della gloria del mistero. Il mistero è gloriosamente ricco. Nel capitolo 2 alla fine del versetto 2, in merito al mistero, Paolo prega che i credenti "siano dotati di tutta la ricchezza della piena intelligenza". Il versetto 3 prosegue parlando dei tesori di Dio che, in qualche modo, sono trovati nel mistero. Il mistero di Dio è lussuoso, glorioso, e ricco. Il mistero di Dio è ricolmo dei tesori di Dio. Per cui, il mistero di Dio non è arido come il deserto, bensì lussureggiante come la flora della foresta amazzonica. b. Due cose derivano dalla natura gloriosa e ricca del mistero. In primo luogo, Paolo vuole annunciare pienamente il mistero di Dio. Il mistero è così ricco, Paolo ragiona, che sarebbe un peccato non annunciarlo completamente. Ed infatti a metà del versetto 25 Paolo dice di essere stato incaricato, non soltanto di annunziare il mistero Pietro Ciavarella Col 1.25b-27 (2.2b-3): il mistero P 3/10 (v 26a), ma di annunziarlo "nella sua totalità", nella sua pienezza.3 Il mistero è troppo profondo per essere spiegato superficialmente. Inoltre, per via della natura gloriosa e ricca del mistero, Paolo vuole che il mistero sia pienamente conosciuto da noi. Da parte sua, egli si sforza di spiegare pienamente il mistero, e prega che noi, da parte nostra, lo comprendiamo appieno. Di nuovo, alla fine del versetto 2 del capitolo 2, Paolo prega che noi siamo "dotati di tutta la ricchezza della piena intelligenza per conoscere a fondo—[e non superficialmente] il mistero di Dio." Paolo, parlando della Parola di Dio, al capitolo 3, il versetto 16, esorta che "la parola di Cristo abiti in [noi] abbondantemente". Il tiramisù di mia moglie è così ricco, che quasi quasi leccherei il piatto per non perdere una briciola di quel dolce. Il mistero di Dio è così ricco che Paolo vuole spiegarlo completamente e non vuole che noi ne perdiamo una briciola (PAUSA). Questo è il nostro primo punto: il mistero di Dio è ricco e glorioso, per cui dovremmo sforzarci di conoscerlo a fondo. In secondo luogo, vogliamo parlare del carattere storico del mistero di Dio. Sì perché: il mistero di Dio—nel passato—era nascosto, e solo ora nel Nuovo Patto il mistero è stato rivelato. (Questo è il nostro secondo punto.) Il mistero di Dio era "coperto" ma ora è stato scoperto; il mistero di Dio era "velato", ma ora è stato svelato. Per cui, nel passato il mistero di Dio non era completamente conoscibile, oggi, invece il mistero può essere compreso completamente. Vediamo questo fatto chiarissimamente al versetto 26 del primo capitolo di Colossesi. Qui, descrivendo il 3 Riveduta (Luzzi) Col 1:25 della quale io sono stato fatto ministro, secondo l'ufficio datomi da Dio per voi di annunziare nella sua pienezza la parola di Dio Pietro Ciavarella Col 1.25b-27 (2.2b-3): il mistero P 4/10 mistero, Paolo scrive: 26 cioè, il mistero … è stato nascosto per tutti i secoli e per tutte le generazioni, ma … ora è stato manifestato ai suoi santi. Romani 16.25 e 26 dice la stessa cosa: "[il] mistero…fu tenuto nascosto fin dai tempi più remoti, 26 ma…ora è rivelato e reso noto mediante le Scritture profetiche…". (!) Pensate al gran privilegio di cui godiamo - noi del Nuovo Patto. Noi possiamo conoscere appieno qualcosa che i santi dell'Antico Patto potevano sapere solo in parte. Noi possiamo comprendere il mistero meglio addirittura di Mosè, Davide o Isaia. Certo, durante l'Antico Patto il mistero era già nella mente di Dio, ma era nascosto là. L'arrivo di Cristo era l'ora X, il momento in cui il mistero è stato svelato. E nel piano di Dio, Paolo ha avuto un ruolo di fondo nella spiegazione e diffusione del mistero. Per cui attenzione: quando usiamo la parola mistero in questo contesto, "mistero" NON ha il suo significato normale. Qui abbiamo a che fare con un significato tecnico della parola. Normalmente noi usiamo la parola "mistero," parlando di cose che noi NON comprendiamo. E appunto per questo, le chiamiamo misteri: perché non le comprendiamo. Il mistero del vangelo, invece, è completamente comprensibile…adesso, nel Nuovo Patto. Prima No, adesso Sì. Va detto che due cose rendono il mistero del Vangelo un mistero. In primo luogo, perché nel passato era nascosto (questo, l'abbiamo detto ora). Fino al Nuovo Patto, il mistero del vangelo era un "segreto", tenuto nella sola mente di Dio. Per cui nell'Antico Patto, il Vangelo era sì un vero mistero; ma non più. Inoltre il mistero del Pietro Ciavarella Col 1.25b-27 (2.2b-3): il mistero P 5/10 vangelo è un "mistero" perché non era e non è scopribile indipendentemente dalla rivelazione di Dio. Questo è importante. L'uomo non può arrivare da solo al vangelo. Senza la Bibbia noi non avremmo scoperto o inventato il vangelo. No, no: è solo per via della rivelazione di Dio, che possiamo comprendere il mistero del Vangelo. Non ci si può arrivare da soli, con la sola logica umana. Due principi derivano da questo fatto. Il primo è che Dio vuole che il suo "mistero" sia conosciuto. Così in questo senso il mistero del vangelo è un po' come un "segreto" di Pulcinella.4 Tutti lo possono sapere. Ciononostante, il Nuovo Testamento è l'unica fonte riguardo al mistero del vangelo. Dio ha rivelato il suo segreto—per cui, ora è conoscibile. Ma Dio l'ha rivelato solamente ed esclusivamente nel Nuovo Testamento. Di conseguenza, se cerchiamo la verità altrove, non la troveremo; ma se la cerchiamo nella bibbia, sicuramente la troveremo. Perché? Perché il "mistero", non è più un "mistero"; è rivelato, è spiegato nel Nuovo Testamento! E se le cose stanno così, vuol dire che noi dovremmo divorare la bibbia per conoscere appieno il segreto "aperto" del Vangelo! Il mistero è ricco e glorioso. Il mistero, benché nascosto nel passato, adesso è pienamente spiegato nel Nuovo Testamento. Questi sono i nostri primi due punti. Ora passiamo al nostro terzo punto. 4 Moule, Cambridge Greek New Testament Commentary on Colossians and Philemon (p 82) quotes Robinson: "Robinson, Eph., 'demonstrated that…in the New Testament [musthvrion] means, not something that must not be revealed to the uninitiated, but something that could not be known by men except by divine revelation but that, though once hidden, has now been revealed in Christ and is to be proclaimed so that all who have ears may hear it'." [He also gives a reference to a Cranfield article; perhaps quote is from there? Pietro Ciavarella Col 1.25b-27 (2.2b-3): il mistero P 6/10 In questo terzo punto, vogliamo considerare il ruolo dei gentili nella questione del mistero (RIPETERE). Quando dico "gentili" mi riferisco ai non ebrei. Per capire il mistero, bisogna capire il ruolo dei gentili nell'Antico Patto; e bisogna anche capire come quel ruolo cambia con l'arrivo di Gesù Cristo. A questo riguardo posso soltanto parlare oggi in modo introduttivo. In Genesi 12 Dio ha chiamato a sé un uomo di nome Abramo. Dio ha costituito Abramo il capostipite del popolo di Dio dell'Antico Testamento. Dal momento della chiamata di Abraamo, chi discende da lui è ebreo, chi non discende da lui è non-ebreo, cioè gentile. Nell'Antico Testamento per conseguire la salvezza, una persona doveva diventare un ebreo. Poiché come Gesù stesso disse alla Donna Samaritana in Giovanni 4: la salvezza viene dai Giudei (v 22). Questo voleva dire che nell'Antico Patto, per definizione, i gentili come gentili, erano esclusi dalla salvezza. O diventavano ebrei, o non si salvavano. Eppure in più passi dell'Antico Testamento si parla dell'interessamento di Dio per i gentili. Anzi, ci sono passi che parlano della futura salvezza dei gentili. Ne abbiamo letto uno, all'inizio del culto: Isaia 49.6. In quel passo, il Padre parlando al Figlio, il Servo, dice: Is 49:6 "Egli dice: «È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati d'Israele [cioè, è troppo poco che tu salvi soltanto gli ebrei]; voglio fare di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra»." Dio vuole salvare gli ebrei, ma vuole anche salvare le altre nazioni, i gentili, gli stranieri, secondo la descrizione di Colossesi 1.27. Pietro Ciavarella Col 1.25b-27 (2.2b-3): il mistero P 7/10 Per cui, si sapeva già nell'Antico Patto che, un giorno, Dio avrebbe salvato anche i gentili. Infatti questo fa parte integrante dello stesso DNA della chiamata specifica di Abraamo. Abramo è il capostipite degli ebrei. Ciononostante, fin dall'inizio in Genesi 12 Dio dice ad Abraamo, cito il versetto 3(b) che in lui "saranno benedette tutte le famiglie della terra". E tutte le famiglie includono sia ebrei sia non-ebrei. Si sapeva che Dio avrebbe ampliato la sua salvezza ai gentili—questo si sapeva. Ma non si sapeva come questo sarebbe avvenuto. Nell'Antico Patto non era rivelata la modalità dell'inclusione dei gentili. Fino a quel momento il presupposto era stato: "se tu vuoi essere salvato, devi per forza diventare un ebreo. A questo punto arriviamo al centro del mistero. Perché nel mistero Dio svela il modo in cui saranno salvati anche i gentili. Non dovranno diventare ebrei. Piuttosto sia gli ebrei sia i gentili dovranno accettare lo stesso messia, mandato da Dio, Gesù Cristo. Inoltre—la grande meraviglia del mistero—è che i gentili non saranno inclusi nel popolo di Dio come soci di tipo serie B. No, nel mistero del Vangelo, ebrei e nonebrei, per cui tutti coloro che credono in Cristo – è questo l'unico criterio per essere inclusi – ebrei e gentili fanno parte ugualmente dello stesso e unico corpo di Cristo. Questo, carissimi e carissime, è il mistero. Ebrei e gentili, salvati insieme, con pari dignità nel corpo di Cristo. Tutto questo viene sviscerato all'inizio del capitolo 3 della Lettera agli Efesini, che vorrei leggere ora con voi. Tenete d'occhi i tre aspetti del mistero che abbiamo visto finora: il mistero è ricco e glorioso; il mistero era nascosto nel passato, ma in Cristo è stato rivelato; il mistero dà pari dignità ai gentili. Vi leggerò i primi 12 versetti di Efesini 3. Pietro Ciavarella Col 1.25b-27 (2.2b-3): il mistero P 8/10 Ef 3:1 Per questo motivo io, Paolo, il prigioniero di Cristo Gesù per voi stranieri [cioè, gentili]... 2 Senza dubbio avete udito parlare della dispensazione della grazia di Dio affidatami per voi; 3 come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui più sopra vi ho scritto in poche parole; 4 leggendole, potrete capire la conoscenza che io ho del mistero di Cristo. 5 Nelle altre epoche non fu concesso ai figli degli uomini di conoscere questo mistero, così come ora, per mezzo dello Spirito, è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di lui; 6 vale a dire che gli stranieri sono eredi con noi [ebrei], membra con noi di un medesimo corpo e con noi partecipi della promessa fatta in Cristo Gesù mediante il vangelo, 7 di cui io sono diventato servitore secondo il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù della sua potenza. 8 A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo 9 e di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte le cose; 10 affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, 11 secondo il disegno eterno che egli ha attuato mediante il nostro Signore, Cristo Gesù; 12 nel quale abbiamo la libertà di accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui. Questo è il mistero: (1) ricco, (2) non più nascosto, ma ora rivelato, e (3) che porta la medesima salvezza a ebreo e gentile, adesso uguali nel corpo di Cristo. Questo è il mistero. Molto profondo e molto bello. Come potete immagine abbiamo dovuto semplificare più volte stamattina, in quanto questo tema è estremamente ricco. Ciononostante se dovessimo definire il mistero di Dio con una sola parola, ciò sarebbe possibile – a patto che quella parola inglobi la ricchezza e la profondità del mistero. Pietro Ciavarella Col 1.25b-27 (2.2b-3): il mistero P 9/10 Quella parola esiste e costituisce il nostro quarto punto. (?) Che cos'è il mistero? In una parola, il mistero è Cristo (RIPETERE). Vedete: il mistero sembrerebbe avere vari sinonimi (o quasi sinomini) , tra cui "la Parola di Dio" e lo stesso "Vangelo" (Col 1.25; 4.3; Ef 6.19). Ciononostante c'è una singola parola in particolare – o meglio c'è una singola persona - che riassume, che costituisce, il mistero: Cristo. Cristo è il mistero (PAUSA). Questa non è una mia idea, la troviamo in due versetti in Colossesi. Col 1:27 Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria [la certezza futura della gloria] [Riassumere un po'…] 2:1 Desidero infatti che sappiate quale arduo combattimento sostengo per voi, per quelli di Laodicea e per tutti quelli che non mi hanno mai visto di persona, 2 affinché siano consolati i loro cuori e, uniti mediante l'amore, siano dotati di tutta la ricchezza della piena intelligenza per conoscere a fondo il mistero di Dio, cioè Cristo, 3 nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti. Ora sì comprendiamo la natura ricca e gloriosa del mistero. Il mistero è Cristo; più ricco di così, non si può. Ora comprendiamo il motivo per cui il mistero non poteva essere conosciuto appieno nell'Antico Patto; bisognava aspettare prima che Dio si incarnasse in Cristo, al primo Natale. E ora comprendiamo meglio la passione con cui Paolo annunciava la pari dignità in Cristo di ebreo e gentile. Poiché questa realtà era il culmine del piano di Dio per la salvezza dell'uomo: giudeo e gentile ora salvati indistintamente, nel corpo di Cristo. Vorrei concludere con due riflessioni. In primo luogo, per nascita, tutti noi o siamo ebrei o siamo gentili. Ma né gli ebrei né i gentili sono salvati per la prima Pietro Ciavarella Col 1.25b-27 (2.2b-3): il mistero P 10/10 nascita. Per essere salvati, per essere inclusi nel corpo di Cristo, tutti noi dobbiamo nascere spiritualmente, dobbiamo nascere di nuovo. Si nasce di nuovo per fede in Cristo, il mistero di Dio. Se NON siamo già nati di nuovo, noi non possiamo partecipare affatto al mistero del Vangelo. Che siamo ebrei e gentili, siamo esclusi dal Corpo di Cristo. Per essere inclusi in quel corpo, basta credere in Cristo e in Cristo solo. "Credi nel Signor Gesù Cristo e sarai salvato", recita la bibbia (Atti 16). In secondo luogo. Se crediamo già in Cristo, noi partecipiamo al mistero del Vangelo. Siamo stati inclusi nel solo Corpo di Cristo e godiamo della salvezza eterna (?) Ma quanto è importante per noi il mistero del Vangelo? (?) Quanto è importante per noi approfondire i tesori trovati in Cristo? (?) Quanto è importante per noi conoscere a fondo, come dice Efesini, (3.8), le insondabili ricchezze di Cristo? Le donne vanno matte per vestiti nuovi, e gioiscono in essi, forse in un nuovo costume di bagno per quest'estate. (?) Gioiamo altrettanto nella bellezza di Cristo. Se no, sottovalutiamo il tesoro del Vangelo. E noi uomini, forse ci affasciniamo con la più recente tecnologia, i telefoni, i computer, ecc. Ma ci affasciniamo così di Cristo in cui sono riposti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza (Col 2.3)? Credenti in Gesù Cristo, avete nelle vostre mani, le parole di Dio. E quelle parole guidano alla Parola di Dio, il mistero, Gesù Cristo. (!) Non siamo sciocchi; non trascuriamo le insondabili ricchezze di Cristo. Vi imploro: lo dico a voi come lo dico prima a me stesso.