Epifania del Signore - 6 Gennaio 2009 - Omelia

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Epifania del Signore - 6 Gennaio 2009 - Omelia
Scritto da Vincenzo Vaccarino
Giovedì 08 Gennaio 2009 16:15 - Ultimo aggiornamento Lunedì 12 Gennaio 2009 22:38
Finalmente è arrivato questo grande giorno dell’Epifania. Finalmente, perché lo aspettavamo da
tanto, particolarmente quest’anno, da quando abbiamo inaugurato il nostro presepio che è
caratterizzato dalla presenza dei magi. Ma non come quasi tutti pensano, dai tre re magi, ma
dai cinque re magi e penso che tutti sappiamo perché. Abbiamo scoperto che i continenti non
sono solo tre ma sono cinque e ascoltando il Vangelo ci siamo accorti che non dice quanti
erano i magi, parla di alcuni magi, che venivano da lontano perché venivano da tutti i continenti.
I magi sono i rappresentanti di tutti i popoli della terra e sono chiamati ad adorare l’unico Dio,
sono chiamati alla fede. Ed è per questo che oggi davanti ai cinque re magi abbiamo acceso
cinque candele colorate con i colori dei cinque continenti: la luce è simbolo della fede. Questi
magi per primi hanno professato la fede verso l’unico vero Dio e salvatore Gesù.
I magi ci invitano a metterci in cammino perché tutti i popoli della terra possano arrivare alla
fede e all’unità. Più ci avviciniamo al Signore, più ci avviciniamo anche tra di noi. È per questo
che sull’altare abbiamo messo ancora queste cinque candele attorno ad una candela più alta, e
anche dal candeliere scendono i colori di tutti i cinque continenti. Capiamo che oggi è anche la
nostra festa perché noi, che siamo italiani, abbiamo conosciuto Gesù non perché facevamo
parte dell’antico popolo del Signore, il popolo ebraico, ma perché la luce della fede ci è stata
portata dagli apostoli e anche noi abbiamo accolto questa luce, sorgente di salvezza e di gioia.
È per questo motivo che l’Epifania è davvero una grande festa, la festa per tutti i popoli della
terra.
Però proprio oggi mi sono accorto che ci siamo sbagliati, che i magi non sono cinque, anzi, non
siamo stati completi perché di magi ce ne sono almeno sei. Il sesto re magio è Tommaso,
perché è proprio lui che oggi si è messo in cammino come hanno fatto i magi per arrivare ad
incontrare il Signore e riconoscere in quel bambino il Salvatore del mondo. Oggi il piccolo Tom
maso ha iniziato il suo cammino verso il battesimo e anche lui è guidato da una stella luminosa
che orienta il suo cammino verso il Signore.
Cos’è questa stella luminosa, questa luce? È la fede, la fede dei suoi genitori: guardando verso
l’alto, alla fede dei suoi genitori, anche lui trova la strada. Capiamo che questo cammino dei
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Epifania del Signore - 6 Gennaio 2009 - Omelia
Scritto da Vincenzo Vaccarino
Giovedì 08 Gennaio 2009 16:15 - Ultimo aggiornamento Lunedì 12 Gennaio 2009 22:38
magi rappresenta il cammino che tutti gli uomini devono fare guidati dalla fede per arrivare al
Signore, per arrivare alla salvezza ma per arrivare anche alla pace, all’unità di tutti i popoli.
Se ci avviciniamo al Signore davvero ci avviciniamo tra di noi e facciamo la pace. Ma i magi in
questo cammino hanno con loro dei doni da portare a Gesù, ed è necessario che anche
Tommaso porti con sé qualcosa da offrire al Signore, è necessario che anche noi abbiamo
qualcosa di prezioso da offrire al Signore, e i magi di cui ci parla il Vangelo avevano tre doni
preziosissimi: l’oro, l’incenso e la mirra.
Cosa significano questi doni ? L’oro significa la consapevolezza che quel bambino è il Re
dell’universo, perché l’oro è il simbolo della regalità. L’incenso esprime la fede, perché l’incenso
si offre solo a Dio. La mirra è un profumo utilizzato per la sepoltura. La mirra esprime la
consapevolezza che quel bambino dovrà soffrire e morire sulla croce per la salvezza di tutti.
Noi non abbiamo oro, incenso o mirra, ma dobbiamo avere ciò che questi doni significano
rappresentano. Vorrei appena tradurre questi doni: l'oro, che esprime la consapevolezza che
Gesù è il re, il Signore della nostra vita, richiede che noi obbediamo al Signore, obbedendo alla
sua legge.
Mi piace dire che l’oro è il
simbolo dell’onestà di chi obbedisce alla legge del Signore facendo onestamente il proprio
dovere. Per voi ragazzi vuol dire che bisogna riprendere a studiare, ma anche per gli adulti c’è
bisogno di uomini onesti, uomini che obbediscano alla legge del Signore, i dieci comandamenti.
L’incenso è il segno della fede, la fede che si esprime soprattutto nella preghiera. Ogni giorno
dobbiamo pregare, ogni domenica venire a messa. È questo che ci indica di giorno in giorno, di
settimana in settimana, la strada che ci porta fino al Signore. La mirra è proprio questo
annuncio, anche della sofferenza e della morte, che questo bambino offrirà per la salvezza del
mondo. La capacità di soffrire, la capacità di fare dei sacrifici è un dono preziosissimo.
Chiediamo allora al Signore, in questo giorno di festa, di potere anche noi riprendere questo
cammino che oggi Tommaso inizia. Questo nome bellissimo: Tommaso è l’apostolo che ha
portato il Vangelo in India. Insieme con lui, portando oro, incenso e mirra, portando onestà,
preghiera e sacrificio, facciamo questo cammino che ci porta al Signore e alla pace.
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