sistema immunitario
L’immunità
L’immunità è la capacità di utilizzare le proprie difese per
contrastare gli agenti patogeni che, penetrando nel corpo,
potrebbero provocare malattie.
Nel corpo umano esistono due principali meccanismi di
difesa immunitaria:
1. l’immunità innata o aspecifica;
2. l’immunità adattativa (acquisita) o specifica.
2
Sadava et al. Biologia.blu © Zanichelli editore, 2012
L’immunità innata o aspecifica
Questo tipo di difesa
comprende vari
meccanismi generici di
protezione che agiscono
allo stesso modo su tutti i
patogeni, impedendogli di
entrare e di diffondersi nel
corpo.
4
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Difese immunitarie innate
Le difese innate contro le infezioni comprendono barriere
di superficie (esempio:la pelle), e difese di natura chimica
e cellulare (diverse proteine e le cellule fagocitarie).
• Le difese immunitarie innate sono presenti ed attive nel
nostro organismo molto prima di essere esposto ad agenti
patogeni, come virus e batteri.
• Sono largamente non specifiche, cioè non distinguono un
invasore dall’altro. Non è presente una memoria
immunologica.
Barriere di superficie
Fanno parte dell’immunità innata le difese esterne che
impediscono a organismi estranei di penetrare nel corpo.
6
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Difese aspecifiche chimiche, cellulari e
coordinate
Le difese interne si attivano quando i patogeni sono
riusciti a penetrare all’interno dei tessuti.
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lisozima
Proteina antibatterica presente nel muco,
nella saliva e nelle lacrime..
difensine
Molecole proteiche tossiche per molti
microorganismi e virus, presenti nel muco e
nei fagociti, probabilmente producono “fori”
nelle membrane del patogeno uccidendolo.
sistema del complemento
sistema del complemento
Sono circa una trentina di proteine presenti
nel sangue. I meccanismi d’azione, le diverse
sequenze di reazioni biochimiche tra le
proteine che portano ad una risposta
difensiva, sono complesse.
Si osserva che le proteine si legano ai
patogeni, permettendo ai fagociti di
riconoscerle, stimolano la risposta
infiammatoria e possono uccidere il microbo
provocando la lise delle sue membrane
esterne.
interferoni
Gli interferoni sono glicoproteine prodotte dalle cellule
infettate dai virus che stimolano le cellule adiacenti ad
attivare diversi tipi di difese per resistere a essi.
Le proteine antivirali
bloccano la riproduzione
virale
Acido nucleico virale
1
2
Attivazione
dei geni per
l’interferone
Nuovi virus
DNA
mRNA
3
5
Molecole di
interferone
Cellula ospite 1
Produce interferone, ma viene
uccisa dai virus
L’interferone stimola la
cellula ad attivare i geni delle
proteine antivirali
4
Cellula ospite 2
È protetta dall’azione dei virus grazie
all’interferone della cellula 1
fagociti
I fagociti sono cellule presenti nel sangue e nel sistema
linfatico capaci di inglobare e distruggere gli agenti
estranei.
Durante una infezioni i fagociti possono uscire dal sangue
e penetrare nei tessuti infiammati.
Fagociti sono i granulociti neutrofili e i monociti, questi
ultimi precursori dei macrofagi che circolano nel liquido
interstiziale.
Batteri
leucocita neutrofilo
leucocita neutrofilo
Neutrofilo vs. batterio
• http://www.youtube.com/watch?v=Da-ISAsGtw&feature=related
monocita
macrofago
Immune system Macrophages
eating conidia Cells
http://www.youtube.com/watch?v=IeDG72Jie
eg&NR=1
Differentemente dai linfociti T citossici le
cellule NK riconoscono come non-self le
cellule con bassa espressione di MHC-I
come le cellule tumorali, o quelle
infettate da virus, inducendone la lisi
(perforine).
Linfociti Natural Killer
La risposta infiammatoria
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Protagonisti della risposta infiammatoria sono:
Le cellule dei mastociti e dei basofili che producono istamina,
una molecola che produce vasodilatazione, le proteine del
complemento, i fagociti (prima neutrofili e poi monociti che
si trasformano in macrofagi), le proteine citochine che
segnalano all’encefalo di aumentare la temperatura
causando la febbre, la fibrina ed i fattori di coagulazione.
Spillo
Superficie
dell’epidermide
Gonfiore
Batteri
Vaso sanguigno
Segnali
chimici
Globulo
bianco
1 Danno al tessuto; liberazione di segnali
chimici quali l’istamina
Fagociti
Accumulo di fagociti e
di liquido interstiziale
nell’area infiammata
2 Aumento della permeabilità e dilatazione
dei vasi sanguigni locali; passaggio dei
fagociti verso la regione lesa
3
I fagociti eliminano i batteri e ciò che
rimane delle cellule danneggiate; il
tessuto si rimargina
La risposta infiammatoria mette in moto i meccanismi di
difesa non specifica.
La risposta infiammatoria costituisce il nostro principale sistema di
difesa innato ed è innescata da qualsiasi danno ai tessuti. I
principali effetti della risposta infiammatoria sono quelli di
disinfettare e di ripulire il tessuto lesionato e prevenire
l’estendersi dell’infezione ai tessuti circostanti.
Protagonisti della risposta infiammatoria sono:
Le cellule dei mastociti e dei basofili che producono istamina, una
molecola che produce vasodilatazione, le proteine del
complemento, i fagociti (prima neutrofili e poi monociti che si
trasformano in macrofagi), le proteine citochine che segnalano
all’encefalo di aumentare la temperatura causando la febbre, la
fibrina ed i fattori di coagulazione.
sistema linfatico
Adenoidi
Tonsille
Dotto toracico, che si
immette nella vena
succlavia sinistra
Linfonodi
Linfonodo
Dotto linfatico destro,
che si immette nella vena succlavia destra
Aggregati di linfociti e
macrofagi
Timo
Valvola
Vaso linfatico
Dotto toracico
Capillare sanguigno
Cellule tissutali
Milza
Appendice
Liquido
interstiziale
Capillare linfatico
Midollo osseo
Vasi linfatici
Il sistema linfatico
Il sistema linfatico è costituito da:
• una rete di vasi entro cui
scorre la linfa;
• i linfonodi;
• organi linfatici
primari (timo e midollo
osseo);
• organi linfatici
secondari (milza,
tonsille e placche
di Peyer).
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25
sistema linfatico
Il sistema linfatico consente alla linfa di fluire
nei tessuti corporei, prima di riversarsi nelle
vene succlavie toraciche.
Parallelo al sistema cardiocircolatorio, il
sistema linfatico trasporta i grassi assorbiti
nell’intestino, regola il
livello di fluidi interstiziali
nei nostri tessuti ed è
anche parte integrante
del sistema di difesa del
nostro organismo.
Il sistema linfatico è costituito da un articolato
sistema di vasi, ove scorre la linfa, e di organi
come i linfonodi e il timo dove maturano i
linfociti prodotti dal midollo osseo. Nei
linfonodi inoltre la linfa viene filtrata, e
distrutte le cellule danneggiate o tumorali.
linfonodo
linfocita
timo
vasi linfatici
nematode Wuchereria bancrofti
elefantiasi
La linfa, di colore
trasparente o
lattescente a seconda
dei casi, deriva
direttamente dal
sangue ed ha una
composizione ad esso
molto simile, però
particolarmente ricca di
lipidi, molto ricca di
globuli bianchi e
poverissima di quelli
rossi.
La milza è un organo linfoide secondario. È di
forma grossolanamente ovoidale, di colore
rosso scuro,lei cui dimensioni variano in base
quantità di sangue. La milza presenta una
doppia funzione: è implicato come i linfonodi
nella risposta immunitaria, sia un "filtro" in
grado di eliminare gli eritrociti e le piastrine.
difese immunitarie adattative
(acquisite) o specifiche
– L’ immunità adattativa o specifica e si sviluppa a pieno
solo in seguito all’esposizione a sostanze estranee
chiamate antigeni.
– Quando entra in contatto con un antigene, il sistema
immunitario risponde con un incremento del numero di
cellule che attaccano direttamente gli invasori o che
producono le proteine di difesa chiamate anticorpi.
L’immunità adattativa o specifica
L’immunità specifica agisce contro un bersaglio ben
definito con un’azione lenta e precisa che comprende tre
passaggi:
1. riconoscimento;
2. risposta mirata;
3. memoria.
Modello tridimensionale di
anticorpo
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antigene
Un antigene è una molecola o un
microorganismo capace di provocare una
risposta immunitaria specifica.
La risposta immunitaria inizia quando uno
specifico antigene si lega e viene riconosciuto
da uno specifico recettore antigenico presente
su un linfocita.
Caratteristiche della risposta
immunitaria adattativa
• DISCRIMINAZIONE del self dal non-self : il
sistema immunitario è capaci di riconoscere,
rispondere ed eliminare antigeni estranei
(non-self) senza reagire contro gli antigeni del
proprio stesso organismo (self). Quest’ultimo
fenomeno prende il nome di "tolleranza".
linfocita
I linfociti
L’immunità adattativa è mediata
dai linfociti B e T,
che sono in grado di distinguere
tra self e non self grazie a
recettori antigenici specifici
presenti sulle loro membrane.
Esistono due tipi di risposte
immunitarie:
Linfociti T (arancio) e
cellule
infettate da virus (rosa).
• la risposta umorale (linfociti B e produzione anticorpi)
• la risposta cellulare (linfociti T)
42
Midollo osseo
• Alcuni linfociti
immaturi continuano a
svilupparsi nel midollo
osseo e si specializzano
diventando linfociti B.
• Altri passano dal
midollo osseo al timo
dove si specializzano,
diventando linfociti T.
Timo
Cellule staminali
Per via sanguigna
Linfociti immaturi
Recettori antigenici
Linfociti B
Linfociti T
Immunità umorale Per via sanguigna
Immunità mediata
da cellule
Linfonodi, milza e altri organi
linfatici
Altre parti del sistema linfatico
Processo finale di maturazione
dei linfociti B e T in un organo
linfatico
recettori antigenici
I recettori antigenici
presenti sulla
membrana dei linfociti
sono degli anticorpi
legati alla membrana.
anticorpo
Gli antigeni sono riconosciuti dagli anticorpi
Ogni diverso anticorpo ha dei siti di legame specifico per
un tipo di antigene, cioè una regione responsabile della
funzione di riconoscimento e di legame.
Siti di legame per
l’antigene
Catena
leggera
C
C
Catena
pesante
antigeni - anticorpi
In una descrizione più dettagliata del riconoscimento
antigene-anticorpo, si osserva che gli anticorpi riconoscono
specificatamente non tutto l’antigene, ma determinate
regioni, i determinanti antigenici, presenti sulla superficie
di un antigene. Un antigene può presentarne diversi,
ognuno riconosciuto da un diverso anticorpo.
Molecole di
anticorpo A
Siti di legame per
l’antigene
Determinanti
antigenici
Antigene
Molecola di anticorpo
B
Caratteristiche della risposta
immunitaria adattativa
• SPECIFICITA’ : ogni diverso linfocita presenta,
sulla sua superficie, centinaia di migliaia di
recettori antigenici di un solo tipo ovvero che
riconoscono un solo determinante antigenico
dell’antigene che provoca la risposta
immunitaria.
Caratteristiche della risposta
immunitaria adattativa
• DIVERSITA’ : ogni individuo possiede un
"repertorio linfocitario" costituito da un
numero molto elevato di linfociti per
discriminare tra miliardi di diversi
determinanti antigenici.
Quindi riassumendo ogni individuo possiede un enorme
numero di linfociti B e T diversi (forse nell’ordine dei
miliardi di tipi differenti), un numero sufficiente per
riconoscere e attaccare praticamente tutti i tipi di antigeni
che potremmo mai incontrare.
Questa varietà è determinata
geneticamente, attraverso
mutazioni e arrangiamenti che si
verificano durante la maturazione
dei linfociti.
E’ un processo di tipo “evolutivo”
(produzione di un numero enorme
di possibilità e successiva
selezione), non esclusivo del
sistema immunitario, ma anche
dello sviluppo del sistema
nervoso.
selezione clonale
Solo i linfociti selezionati e attivati dagli
antigeni danno origine a un clone di cellule
che innesca la risposta immunitaria.
– Una volta all’interno del corpo, un determinante
antigenico di un particolare antigene attiva solo
quel piccolissimo numero di linfociti che possiede il
recettore antigenico specifico.
– In seguito all’attivazione, i linfociti attivati
proliferano formando una popolazione di cellule
geneticamente identiche (un clone) adatte per
combattere quel determinato antigene.
– Nelle risposta immunitaria primaria, la selezione
clonane sviluppa cellule effettrici e cellule della
memoria in grado di garantire un’immunità per
tutta la vita.
– Nella risposta immunitaria secondaria, le cellule
della memoria sono attivate da una seconda
esposizione allo stesso antigene che induce una
risposta più energica e veloce.
L’immunità umorale
• Gli anticorpi sono le «armi» dell’immunità
umorale
– I linfociti B sono le cellule coinvolte nell’immunità
umorale.
– Le plasmacellule, cioè le cellule effettrici prodotte
per selezione clonale, fabbricano e secernono gli
anticorpi, le proteine che hanno la funzione di
«armi» molecolari di difesa.
Attivazione, selezione clonale e risposta immunitaria di tipo
umorale primaria e secondaria:
Risposta
immunitaria
primaria
Recettore
antigenico
(anticorpo sulla
superficie
cellulare)
1
Linfociti B
con recettori
antigenici
diversi
Crescita,
divisione e
differenziame
nto di un
linfocita
2
Molecole di
antigeni
3 Prima esposizione all’antigene
Molecole di anticorpi
4
5
Reticolo
endoplasmatico
Primo clone
Plasmacellule che producono anticorpi
Cellule della memoria
Molecole di antigene
Seconda esposizione
6
allo stesso antigene
Risposta
immunitaria
secondaria
Molecole
di anticorpi
Reticolo
endoplasmatico
Plasmacellule che producono anticorpi
Cellule della memoria
plasmacellula
La risposta secondaria
Quando un organismo viene esposto a un antigene verso
cui ha già sviluppato degli anticorpi si attiva la risposta
secondaria che è molto più rapida e intensa della risposta
primaria.
La risposta immunitaria umorale
La risposta umorale contrasta virus e batteri presenti nei
liquidi corporei, ed è mediata dai linfociti B responsabili della
risposta primaria articolata nei seguenti passaggi:
• contatto antigene lifocita B;
• selezione clonale;
• produzione di plasmacellule;
• produzione di anticorpi specifici;
Una plasmacellula
• generazione della memoria.
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La produzione della memoria
In risposta all’antigene, il
linfocita prolifera per
selezione clonale e
produce una memoria
immunologica.
Un linfocita attivato produce
due tipi di cellule figlie:
• le cellule effettrici o
plasmacellule;
• le cellule della memoria.
60
Sadava et al. Biologia.blu © Zanichelli editore, 2012
Caratteristiche della risposta
immunitaria adattativa
• MEMORIA : il sistema immunitario risponde
ad un particolare antigene estraneo in
maniera più efficace quando è già entrato in
contatto con tale antigene una prima volta. Le
risposte immunitarie secondarie sono più
rapide e più intense.
Funzione degli anticorpi
Gli anticorpi sono proteine
dette immunoglobuline,
presentano quattro catene
peptidiche e hanno quattro
modalità di azione:
1.neutralizzazione;
2.agglutinazione;
3.precipitazione;
4.fissazione.
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• Gli anticorpi individuano quali antigeni devono essere
distrutti attraverso diversi meccanismi:
Il legame tra anticorpi e antigeni inattiva gli
antigeni tramite
Neutralizazione
Virus
Agglutinazione
di cellule
Precipitazione di antigeni
in soluzione
Fissazione del
complemento
Molecole del
complemento
Batteri
Molecole di
antigeni
Batterio
Cellula estranea
Favoriscono la
Porta alla
Fagocitosi
Lisi della cellula
Macrofago
Foro
– Gli anticorpi monoclonali sono particolarmente utili
nelle diagnosi medica.
– Con gli anticorpi monoclonali sono anche stati ottenuti
risultati incoraggianti nel trattamento di diverse
malattie, incluso il cancro.
La risposta immunitaria cellulare
La risposta cellulare contrasta qualsiasi fattore alteri una
cellula rendendola anomala, ed è mediata da due tipi di
linfociti T: i linfociti T helper e i linfociti T citotossici.
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linfociti T citotossici e helper
Linfocita T citotossico:
Riconoscono le cellule infettate da virus o
mutate e le uccidono provocandone la lisi.
Linfocita T helper:
Svolgono molteplici funzioni nella risposta
immunitaria, coadiuvando l’attività dei linfociti T
citotossici e delle cellule APC e stimolando i
linfociti B a produrre anticorpi.
– Tutto il sistema immunitario mediato da
cellule e gran parte di quello umorale
dipendono dalla precisa interazione tra le
cellule APC (cellula presentante l’antigene) e i
linfociti T helper.
– I linfociti T helper riconoscono e si legano al
complesso self-non self esposto sulla
superficie di una cellula APC.
recettori linfociti T
Anche i linfociti T posseggono specifici recettori sulla
superficie, ma con conformazione diversa da quella
dei recettori antigenici dei linfociti B.
I recettori dei linfociti T non si
legano ad un determinante
antigenico, ma ad un complesso
formato da un frammento
dell’antigene ed un molecola
MHC presente sulla superficie di
una cellula.
Fingerprint (discriminazione)
• Il sistema immunitario si basa sulle nostre
«impronte» molecolari
– La capacità del sistema immunitario di riconoscere le
molecole appartenenti al proprio organismo, ossia di
distinguere il self dal non self, permette di combattere
molecole estranee senza danneggiare le proprie.
– Le cellule di ogni persona hanno sulla membrana
particolari glicoproteine self (le MHC) che costituiscono
le impronte molecolari (fingerprint) e contrassegnano le
cellule del corpo rendendole inattaccabili dai propri
linfociti.
Distinguere il self dal non self
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Le proteine MHC
Le MHC Major Histocompatibility Complex, complesso
maggiore di istocompatibilità, sono proteine che marcano le
cellule e permettono di identificare il self dal non-self (sono
chiamate anche antigeni umani leucocitari HLA).
Le glicoproteine MHC presentano gli antigeni
(o loro frammenti) ai linfociti T.
MHC classe I e II
MHC classe I
• Le MHC di classe I sono
presenti in tutte le cellule
nucleate, e presentano un
frammento di antigene ad
un linfocita T citotossico.
• Se l’antigene presentato è
self non accade nulla
(tolleranza).
Se l’antigene presentato è non self (ad esempio
pezzetti di virus, o proteine mutate) i linfociti T
citotossici si attivano, sia uccidendo la cellula che li
ha attivati. e moltiplicandosi (selezione clonale)
per uccidere le altre che presentano un complesso
MHC I-antigene non self simile.
Cellula
infetta o
mutata
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I linfociti T citotossici uccidono le cellule infette:
linfociti T citotossici
• I linfociti T citotossici possono difendere l’organismo dai
tumori maligni nello stesso modo in cui lo difendono dai
microbi.
MHC classe II
• Le MHC di classe II si trovano
principalmente in quelle cellule del
sistema immunitario
(prevalentemente linfociti B e
macrofagi) che possono diventare
cellule APC .
• Le cellule APC presentano gli
antigeni ai Linfociti Helper, e se
l’antigene è non-self, si scatena la
risposta immunitaria, sia umorale
che mediata da cellelu.
Le cellule APC
(cellule presentanti
l’antigene, ad
esempio un
macrofago), grazie
alle proteine MCH di
classe II presenti in
superficie che le
caratterizzano,
“presentano”
pezzetti dell’antigene
ad uno specifico
linfocita T helper.
83
– Lo specifico linfocita T helper a sua andrà ad
attivare le altre cellule del sistema
immunitario, specifici linfociti T citotossici e
specifici i linfociti B.
– La specificità è sempre relativa all’antigene
che scatena la reazione immunitaria.
Complesso selfnon self
Recettore del
linfocita T
Microbo
Macrofago
Interleuchina-2
partecipa
all’attivazione di
altri linfociti T e B
5
3
1
2
Antigene prodotto dal
microbo non self
6
Linfocita
T helper
4
Proteina self
(proteina MHC
di classe II)
Cellula APC
Linfocita B
Interleuchina-1 (partecipa
all’azione del linfocita T
helper)
Sito di legame per
l’antigene
Immunità
umorale
(secrezione di
anticorpi da
parte delle
plasmacellule)
Interleuchina-2 partecipa
all’attivazione di altri
linfociti T e B
7
Linfocita T
citotossico
Sito di legame per la
proteina self
Immunità
mediata da
cellule (attacca le
cellule infette)
interleuchina 2
L’AIDS distrugge i linfociti T helper lasciando il corpo
privo di difese
iI virus dell’AIDS può eliminare i linfociti T helper
dell’organismo compromettendo drasticamente la sua
capacità di combattere le infezioni.
Sia nei meccanismi che coinvolgono i linfociti
B che per i meccanismi che coinvogono i
linfociti B, valgono le caratteristiche della
discriminazione, specificità, diversità e della
memoria, in generale quindi della selezione
clonale.
Così come esistono miliardi di diversi Linfociti
B, lo stesso si osserva per i linfociti T, e
vengono attivati solo quelli in grado di legarsi
ad uno specifico complesso MHC-non self.
Risposta
immunitaria
umorale e
cellulare
89
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immunità attiva e passiva
– L’immunità attiva, cioè le resistenza a uno specifico
invasore, viene solitamente acquisita dopo
un’infezione naturale, ma può essere innescata con
una procedura medica, nota come vaccinazione. In
entrambi i casi il nostro sistema immunitario ha
prodotto gli appositi anticorpi.
– È anche possibile sviluppare un’immunità passiva (per
esempio acquisendo anticorpi attraverso il latte
materno o da un siero contenente anticorpi specifici).
La vaccinazione
L’immunità attiva la si può acquisire con una procedura
medica conosciuta come vaccinazione.
Il vaccino è generalmente un patogeno trattato in modo
da essere inoffensivo, o una parte di esso, in modo che
gli antigeni scatenino una risposta primaria e si
producano le cellule della memoria.
Quindi dopo una vaccinazione nel caso di infezione da
parte del patogeno attivo si scatena direttamente una
risposta secondaria, ottenendo così una maggiore o
totale protezione dalla malattia.
91
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La vaccinazione
L’immunità attiva può essere
acquisita naturalmente
oppure artificialmente
attraverso i vaccini, che
possono essere di vari tipi:
• vaccini attenuati;
• vaccini uccisi;
• vaccini a subunità;
• vaccini ricombinanti.
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Quando l’immunità non funziona
Se il sistema immunitario non funziona si osservano:
• reazioni allergiche
(ipersensibilità immediata
e ritardata);
• immunodeficienza
primaria;
• malattie autoimmuni.
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– Le malattie autoimmuni insorgono quando il sistema
immunitario «fa confusione» e reagisce contro le molecole del
proprio corpo.
– Le persone affette da malattie da immunodeficienza sono
prive di uno o più componenti del sistema immunitario.
– Un lieve indebolimento del sistema immunitario può derivare
anche da stress fisici ed emotivi.
– Le allergie sono causate da una sensibilità anomala ad antigeni
presenti nel nostro ambiente, chiamati allergeni.
AIDS: una malattia da deficit immunitario
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Le due fasi di una reazione allergica:
Linfocita B
(plasmacellua)
Mastocita
Determinante antigenico
Istamina
1
Allergene (granulo
pollinico)
2
I linfociti B producono
anticorpi
Sensibilizzazione: esposizione iniziale all’allergene
3
Gli anticorpi si
attaccano al
mastocita
4
L’allergene si lega agli
anticorpi del
mastocita
5
Viene liberata istamina
che causa i sintomi
dell’allergia
Successiva esposizione allo stesso allergene
mastociti
• Negli ultimi decenni e in numerose nazioni del mondo si è registrato un aumento
notevole delle malattie allergiche (sia cutanee, che respiratorie). Secondo l’OMS,
l’incremento dell’asma a livello mondiale è pari al 50% per ogni decade.
Nell’Europa Occidentale il numero di persone asmatiche è raddoppiato nel giro di
un decennio. L’incidenza della rinite allergica è aumentata di 7 volte in 25 anni,
mentre quella delle allergie cutanee è aumentata dal 3% degli anni ’60 al 10% degli
anni '90. Sta di fatto che le nuove generazioni sono sempre più colpite da forme
allergiche. Nel nostro Paese il 15% dei bambini in età prescolare è affetto da
dermatite allergica e il 2% presenta gravi allergie alimentari. Il 10% di quelli che
vanno a scuola ha l’asma, mentre il 20-25% degli adolescenti soffre di rinite
allergica (Format 2006, Verona).
Una parte delle allergie sono motivate da una predisposizione genetica, che
comunque cambia molto poco nel tempo e non può spiegare questa recente
epidemia. Le altre cause sono da ricercarsi nell’ambiente, nello stile di vita,
nell’alimentazione e nell’abuso di farmaci.
Una delle cause dell’aumento delle allergie, verificatosi soprattutto nel mondo
occidentalizzato, è forse l’eccesso di igiene. Secondo i promotori dell’Ipotesi
Igienica, cruciale sarebbe il contatto con i microbi nei primi mesi di vita del
bambino. Tuttavia, non è solo un problema legato alla riduzione delle infezioni , ma
ad un più ampio rapporto col mondo microbico che coinvolge diversi livelli di
contatto (alimentare, ambientale, ecc.) e che varia sia da un punto di vista
qualitativo sia quantitativo.