n 2 ott 2002 - bandafognano.it

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Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO (PT)
Ottobre 2002
Sommario:
Scuola di
musica
La Banda si
racconta
Strumenti
baritoni
pag. 1
pag. 2
pag. 2
Il
blues
Gemellaggio
Montese
Giornata a
Montese
pag. 3
pag. 4
pag. 4
Intervista:
Mario
Scavuzzo
Compositore:
Bizet
Ricetta
pag. 5
pag. 6
pag. 6
L’angolo della
poesia
Gioca con noi
Banda News
Pag. 7
pag. 7
pag. 8
SCUOLA DI MUSICA..
CHE PASSIONE!!!!!
Il termine “scuola”, nell’immaginario collettivo, indica quel
luogo in cui si va per imparare una qualche disciplina. Questo
non è certo errato, ma neanche del tutto esatto. In effetti
“schola” in greco significava “libero e piacevole uso delle proprie disposizioni intellettuali” e solo più tardi ha assunto il significato che le attribuiamo oggi. Ebbene, la nostra Scuola di
musica, risponde perfettamente al significato primo della parola. La scuola di musica “Romina Betti” opera sul territorio
montalese da moltissimi anni, e conta su oltre cinquanta allievi. E’ una scuola è vero, e vi si impara la musica, il solfeggio,
uno strumento musicale, ma non solo. Non ha le caratteristiche
di noiosità e tedio che talvolta affliggono i giovani studenti e
pertanto riesce sempre nel proprio intento.
Artefice di tutto ciò è il direttore e maestro della scuola, il
Professor Mario Scavuzzo, che la dirige da moltissimi anni
(cfr. intervista a pag.5 della Sinfonia) e che grazie ad una
nuova didattica entusiasma e guida i suoi allievi. Sono quindi i
fatti a invitare ogni genitore ad iscrivere le proprie creature alla
nostra scuola. Qui trovano un ambiente sereno, accogliente e
mai noioso. Lo studio della musica addolcisce gli animi ed
ingentilisce, il linguaggio musicale è insito nella natura umana,
basta tirarlo fuori. I ragazzi prendono subito dimestichezza con
gli strumenti e sono animati dalla voglia di entrare il più presto
possibile a far parte della “banda”. Così si impegnano con
costanza e passione e… raggiungono la meta tanto agognata.
Ma non finisce qui: far parte della banda vuol dire anche avere
un bel gruppo di amici, incontrarsi anche al di fuori della
scuola, recarsi nei vari paesi (nel 2001
persino in Francia) per eseguire i servizi,
partecipare a cene, feste, manifestazioni,
gite: in una parola impegnarsi in
un’attività sana, pulita, vera. Cosa
aggiungere di più? Solo che sono tutti
allievi della scuola i musicanti che si
esibiscono negli oltre trenta concerti
annuali, durante i quali vengono eseguiti
brani di musica classica, moderna, jazz,
blues . E ancora in più? Che il pubblico
assiste con partecipazione ed entusiasmo e
che il successo è sempre stato assicurato e
gli applausi ed i
complimenti sono fluiti in
abbondanza.
Per
informazioni
rivolgersi al Prof. Mario
1
LA SINFONIA
La Banda si racconta...
3^ puntata di una lunga serie
Di Margherita De Dominicis
“Errare humanum est, perseverare
diabolicum” recita un celebre motto
latino. Se quindi fino ad ora ho errato a
farmi trovare puntuale all’appuntamento
con la mia Storia, sono umana, se invece
“persevero” sono diabolica. E anche Tu,
mio caro lettore de La Sinfonia se sei
ancora qui ad interessarti a me hai qualcosa di diabolico, bel senso di divino e
soprannaturale del termine… Bravo e…
Grazie!!
Ripercorrevo con la memoria gli anni
tra il 1940 ed il 1950… In questi anni, è
fatto obbligo segnalare la presenza, a
Montale, anche di un’altra Banda:
anch’essa ispirata al celebre compositore
Giuseppe Verdi dal quale prendeva il
nome. Tra i promotori altri membri di un
altro ramo della celebre famiglia Barni:
Alfredo e poi il figlio Dino. Alla direzione era il Maestro Dori, valente compositore al quale succedette poi il Maestro
Averardo Masini, tutt’ora nome di spicco nel panorama musicale montalese.
Questa banda esercitò la propria attività
fino agli anni ’60-’70 circa e poi si sciolse.
La mia attività (torno a parlare di me,
che a mio modesto parere resto
l’argomento di conversazione più interessante in assoluto…!), in questi anni
Sessanta, è particolarmente frenetica,
anche per la competizione con l’altra
banda.
A guidarmi c’è ora Benito Targetti.
Purtroppo, devo ammetterlo, non è uno
dei periodi più felici, attraverso un periodo di crisi, mancano i fondi e persino
le uniformi, ma l’entusiasmo è quello di
sempre, sia tra gli appassionati che tra i
musicanti. Ma non basta. Questi anni
non sono soddisfacenti e devo assolutamente trovare qualcosa per rifiorire
(sono anche un po’ un fiore??).
Con la tenacia e la praticità tipica femminile (il mondo come farebbe senza?)
non demordo e nel 1974 arriva alla presidenza Mauro Pierattini, impresario
edile montalese e inizia un nuovo periodo positivo. Comincia persino la costruzione di un immobile per
conto della Misericordia di
Fognano, nel cui seminterrato viene ricavato un locale che è tutt’ora la mia
Sede. Ma di questo
2
“tallone d’Achille” ho già precedentemente detto a lungo e spero anzi di aggiornare presto la situazione… Ma diamo tempo al tempo e di questo diremo
più avanti.
Ricominciano ad affluire i giovani e
così riprende vita anche la Scuola Musica seguita dallo stesso Targetti, coadiuvato negli anni a venire da alcuni valenti
giovani della Banda come Luca Barni e
Valerio Pecini.
In questo decennio (fino al 1984), ho
una grossa crescita ed evoluzione (non
nella linea, ovviamente, al mio aspetto
sono sempre attenta, ma musicale e professionale) e sono composta da circa 50
musicanti!! ..un numero che solo oggi
sono riuscita ad uguagliare nuovamente
e persino a superare, potendo contare su
circa 60 elementi!!
Nel 1984 Mauro Pierattini, dopo dieci
anni di onorata presenza, lascia la Presidenza. Devo nuovamente “agire in positivo” e cerco di rinnovare il Consiglio
con nuovi elementi e la Presidenza viene
affidata a Silvano Barni.
Altra carica spinosa e oberata di responsabilità è la Segreteria: a chi affidarla??? In paese ha fatto capolino un
giovane appassionato di musica, che in
seguito si rivelerà anche valente
“cantante”: ha un curriculum di tutto
rispetto perché si è musicalmente formato negli oratori, canta, è di gradevole
presenza (almeno così riferisce un vox
populi), simpatico e sembra proprio
molto interessato a me. Decido di affidarmi a lui e come sempre ho avuto la
vista buona…: di lui si parlerà a lungo e
tutt’ora è un nome che non passa inosservato…: un certo Stefano Arnetoli. La
Segreteria (ribadisco “segreteria” e non
“segretaria” perché pur interessato alle
donne era già allora felicemente sposato!) della Banda è sua.
Un triste destino però ha segnato la
vita di Silvano Barni, che nel 1987, colpito da una grave malattia ci lascia. Non
ci sono dubbi: l’unico uomo che può
degnamente sostituirlo e guidarmi negli
anni futuri è quell’Arnetoli di cui sopra.
Nello stesso anno, con mia somma soddisfazione, prende la Presidenza e…
“che soddisfazione” è diventato anche il
C' ERA UNA VOLTA...: LA
VERA STORIA DEL
BOMBARDINO
Euphonium, Tenortuba, Baryton,
Flicorno Baritono o più semplicemente BOMBARDINO! In questo
articolo, caro lettore, ti porterò fin
dentro i meandri, o meglio dire i
pistoni di questo strumento, il
Bombardino.
La storia del Bombardino è abbastanza complicata e travagliata,
fatta di aspre delusioni ma anche
di grandi glorie.
Era l'alba del XVIII secolo quando nacque, anni difficili in cui
molti strumenti ad arco avevano
raggiunto la perfezione a discapito
dei fiati che erano ancora agli inizi. Il nonno del Bombardino si
chiamava "Serpent", il nome dice
tutto... era costruito con legno, ottone o argento, si suonava con un
bocchino a tazza profonda fatto
d'avorio e aveva sei fori da chiudere con le dita.Non era molto facile
da suonare, richiedeva infatti un
buon orecchio musicale perchè
l'intonazione era difficile. Veniva
usato nelle..., oppure nei..., a volte
lo usava..., bè in pratica non lo
usava nessuno! E in più tutti i violini lo prendevano in giro e dicevano "ma cosa vuoi fare Sepent?
non sarai mai uno strumento famoso!" e Serpent cogli anni diventava sempre più triste e sempre
meno usato.
Nel 1820 a Serpent naque una
sorellina: "l' Ophicleide", costruita
per mano di un francese. Ophicleide era simile al fratello, aveva
sempre dei tasti che si chiudevano
con le chiavi (proprio come il clarinetto) ma esprimeva
un’intonazione e una potenza migliori. Anch' essa come il fratello
venne usata poco e già all' inizio
del 1800 non se ne produssero più
esemplari. Questi sono gli anni più
neri per questo strumento, finché
nel 1842 il signor Adolph Sax rea-
lizzò una fabbrica di strumenti a
fiato a Parigi in cui sviluppò una
famiglia completa di ottoni, in pratica i babbi di molti strumenti utilizzati oggi. Adolph, venuto a sapere della triste storia di Serpent, prese a cuore questo strumento, lo modificò dandogli una forma molto
simile ad un Baritono odierno, tolse
i tasti e ci mise tre cilindri inoltre
gli cambiò nome e da allora si chiamò Tuba: la Tuba si divideva in
Tuba Basso, Tuba Contrabbasso e
Tuba Tenore, proprio quest' ultima
è l' antenata diretta del Bombardino.
Finalmente tutti si accorsero delle
grandi potenzialità di questo nuovo
strumento, addirittura Wagner
scrisse per Tuba Tenore e con lui
pure Strauss e Holst la utilizzarono
costantemente nelle loro composizioni. Ma grande importanza l'assunse nelle bande, dove è ritenuto
uno strumento insostituibile per eseguire le parti del cosiddetto controcanto. Da quegli anni fino ad oggi la Tuba Tenore, che intanto aveva cambiato nome in Flicorno Baritono, subisce una continua evoluzione, ad esempio dai cilindri passa
ai pistoni migliorando la velocità.
Il nome Bombardino gli venne
dato d un certo signor Orsi che cominciò la sua attività di costruttore
di ottoni all' inizio dello scorso secolo con una piccola fabbrica e che
ora è uno dei maggiori e migliori
costruttori mondiali
di ottoni.
Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO
Il Blues
di Nicola Mainardi
Se cerchiamo in un vocabolario di
lingua inglese la parola blues,
troveremo che a questo termine sono
attribuiti i sentimenti di malinconia e
tristezza: infatti, se un americano si
esprime dicendo “I feel in the blues”
non sarà certamente perché si sente
blu, a meno che non sia un
extraterrestre!
E’ quindi il genere musicale del
blues, così carico di tristezza e
monotonia, a fare in modo che questa
parola assuma tale significato nel
quotidiano, una malinconia derivante
dagli work-songs che gli schiavi
cantavano nell’800.
In quest’epoca, infatti, la schiavitù
dei neri negli Stati Uniti era una triste
realtà: le popolazioni afro-americane
subivano violenze, oppressioni ed
erano costrette a lavorare nelle
piantagioni di cotone o caffè. L’unico
modo che avevano per sentire meno
la fatica era cantare: così nascono i
primi work-songs, canzoni da lavoro,
caratterizzate da melodie e ripetitive
molto tristi e malinconiche.
La diffusione della tradizione
musicale afro-americana durante
l’800 portò, poi, all’applicazione e
alla specializzazione dei suoi ritmi e
melodie verso due più ampi generi
musicali: la musica sacra e quella
leggera. Nell’ambito della musica
sacra nacquero gli Spirituals e i
Gospels, una rivisitazione degli inni
religiosi occidentali e americani, a
una o più voci, caratterizzati dalla
classica struttura domanda—risposta:
tra i più celebri ricordiamo Oh Happy
Day e When The Saints Go Marching
In. Dall’incontro della tradizione con
gli strumenti musicali nacque invece
il Blues, affermatosi intorno al 1910
ma che poi sarà la base di un altro
genere musicale negli anni a venire:
il Jazz. Le caratteristiche della
musica blues sono la ricorrenza di
schemi armonici e ritmici e
l’oscillazione della melodia dal modo
m a g g i o r e a quello minore,
conferitagli dall’uso delle blue notes.
Questi tre stili musicali sono
accomunati dai temi trattati nelle
canzoni: sono, molte volte, di tipo
sociale e sottolineano
l’emarginazione che il popolo afroamericano subisce come
discriminazione razziale.
Il blues, comunque, prenderà
sempre più campo con il passare del
tempo: come abbiamo già detto, non
solo diverrà la base dalla quale si
svilupperà il jazz ma sarà anche
molto importante come corrente
autonoma. Uno dei suoi esponenti di
spicco è Riley B. King, più noto
come B. B. King, grandissimo
chitarrista blues che tutt’oggi, all’età
di 77 anni, infiamma il suo pubblico
composto da giovani e meno
giovani. Come suo ultimo concerto
ha scelto la nostra Pistoia, che con il
suo festival blues (il più antico
d’Europa) ha radunato più di
140.000 amanti di questo genere nei
tre giorni della manifestazione. Lo
stesso King ha dichiarato: “In questa
città mi sento a casa”.
Ancora oggi, il blues raduna grandi
folle e si fa apprezzare come uno dei
generi
3
LA SINFONIA
A TUTTA BANDA…………
Il corpo Musicale “Quirino Manzini” di
Montese si racconta.
di Francesca Nardi
Lo spazio riservato ai gemellaggi continua il suo percorso
nella storia della Banda….
Dopo lo stretto legame con gli Alpini, arriva nel 1994
l’incontro con la Banda di Montese grazie agli
“intrallazzi” di Fello sulla collina tosco-emiliana.
La nascita del gruppo risale al 1860 grazie alla volontà
del patriota Carlo Tamburini. Fino a metà del ‘900 fu a
volte in competizione a volte in collaborazione con la
Banda di Maserno, e solo negli anni ’70, i due gruppi si
fusero a costituire il “Corpo Bandistico Quirino
Manzini”, in onore del maestro da poco scomparso.
Alla direzione ci sono stati vari maestri fino all’attuale
Bruno Battistini.
Ad occuparsi delle nuove leve della scuola di musica è
Efrem Boschetti che dall’età di 13 anni suona, ed è dal
1968 che si occupa dei corsi di musica organizzati dal
Comune e dall’AMBIMA (Associazione Musicale di
Bande) regionale.
“Incontro di Bande” questo è il titolo della
manifestazione che nel 1993 portò a Montese il “Corpo
Bandistico di Gaggio Montano “ e nel 1994 il nostro di
Fognano.
Sia per noi che per loro questo momento di incontro
permette di confrontare esperienze e aspirazioni in un
clima di amicizia e di ospitalità reciproca che ci porta
ogni anno a Montese e a ricambiare l’ invito in occasione
di qualche nostra manifestazione.
L’accoglienza dei Montesini nei nostri confronti è
molto bella e calorosa tanto da rendere questo incontro
uno degli appuntamenti più attesi e importanti.
Con queste solide ed entusiastiche premesse la
collaborazione tra i due gruppi continuerà a riservarci
……. Una Giornata a Montese
di Alberto Barbani
Siamo giunti, come di consueto, all’uscita
più attesa di ogni anno, quella che genera in
tutti noi grandi emozioni, che ci obbliga ad
una più attenta preparazione sia per il concerto
ma anche per la sfilata, l’uscita per
antonomasia: la giornata a Montese.
La ragione per la quale ogni anno in luglio
andiamo in questa ridente località
dell’Appennino Modenese, va ricercata nel
patto di “gemellaggio” che unisce la locale
Banda “Quirino Manzini” con la nostra. Da
questo patto di amicizia e collaborazione
scaturiscono almeno due incontri annuali: il
primo in luglio a Montese durante la stagione
turistica ed in Novembre per Santa Cecilia
(patrona della musica) a Montale, dove i nostri
amici ricambiano la visita.
Ma veniamo al dunque, parliamo di quella
giornata in maniera vera e propria…
Uno dei momenti più simpatici è senza
ombra di dubbio la partenza dalla sede: Via
Gramsci viene completamente bloccata sia dai
due “autobussi della Cappe”, che dalla calca di
4
r a g a z z i che gridano
“pigliami i posto infondo
almeno si fa più casino”!!!!
Comunque a parte qualche
disagio per la popolazione
fognanese, ormai abituata a
sopportare la banda, il viaggio comincia.
Gli autobus generalmente sono due: uno con
prevalenza di accompagnatori (cioè coloro che
amano venire al nostro seguito) e uno, data la
mole della nostra banda sempre in aumento di
organico, totalmente pieno di bandisti dove è
assolutamente “proibito” il silenzio e dove si
canta si urla e si fa chiasso dall’inizio alla fine,
ovviamente “Disturbando il conducente”!!!!!!
(il conducente è il nostro Johnny, il primo a
fare confusione).
All’arrivo a Montese la banda di Fognano,
dopo i convenevoli con i gemelli d’oltre
Appennino, sempre attenti e premurosi nei
nostri confronti, saluta il paesino con una
sfilata per le vie e con l’immancabile
esecuzione unitaria di tre marce assieme agli
amici di Montese. Come a formare una sola
banda E CHE BANDA!!!!!!!
Quest’anno, dopo circa tre mesi di prove
guidate dal nostro Simone Gori (che si
studiava i caroselli più impossibili anche di
notte), abbiamo mostrato, ovviamente con
grande sorpresa del pubblico, il nuovo show
di “caroselli in piazza”, dando origine a dei
meravigliosi quadri che maggiormente hanno
raffigurato i brani suonati e hanno coinvolto
ancor di più il folto pubblico presente.
La giornata è proseguita con la consueta
cena di gruppo, offertaci dagli Amici della
Banda di Montese, che in quest’occasione
hanno superato se stessi riuscendo a preparare
per noi 800 “tigelle” – tutte fatte a mano – che
ci sono state servite assieme ai salumi e ai
formaggi tipici della zona.
Quella cena, tutti assieme, è sempre un
grande momento di aggregazione in cui si
parla, ci si scambiano progetti, si confidano
ambizioni, alle volte anche irrealizzabili. E’
sempre bello averle almeno pensate: questo ci
gratifica sempre tanto e ci ricarica tutti gli
anni di una grande voglia non solo di
continuare ma di migliorarci sempre.
Come digestivo non poteva assolutamente
mancare il concerto della nostra Banda,
arricchito anche quest’anno dalla meravigliosa
voce solista di Stefano Arnetoli – nostro
Presidente – che ha eseguito nella Piazza
Centrale di Montese uno dei più bei brani del
Novecento Italiano: “Un amore così grande”.
Il concerto come ogni anno è stato
seguitissimo da un pubblico molto attento e
coinvolto a tal punto da regalarci grandi
soddisfazioni con moltissime richieste di “bis”
da noi puntualmente rieseguite.
Al termine del concerto, dopo i vari saluti e
arrivederci, anche da parte delle Autorità
Locali – sempre molto attente nei nostri
confronti - siamo tutti ripartiti a bordo degli
"autobussi” con un tentativo in più da
compiere rispetto alla partenza: “Riportare a
casa tutta la cena nelle innumerevoli curve
dell’Appennino Tosco-Emiliano!!!”.
L’INTERVISTA: In ogni
uscita de “La Sinfonia” troverete l’intervista ad un personaggio
di Margherita De Dominicis
In questo numero incontriamo un
altro personaggio “guida” per la Banda di
Fognano, il nostro Maestro, vale a dire il
Prof. Mario Scavuzzo .
Mario (come affettuosamente lo
chiamano allievi e musicanti) nasce nel
1966 a San Nicola dell’Alto (KR), si trasferisce giovanissimo in Toscana dove, al
Conservatorio di Lucca, si diploma brillantemente in “clarinetto” e guida il nostro
gruppo dal 1988. Prima di dedicarsi
all’insegnamento (insegna educazione musicale nella scuola media, dopo aver conseguito la relativa abilitazione), ha vinto un
concorso come clarinettista nell’Orchestra
giovanile italiana di Fiesole, eseguendo
concerti in Italia e all’estero, partecipando
a stages e corsi di perfezionamento.
Per prima cosa, ti ringraziamo per il
tempo che ci dedichi. Possiamo darci del
“ tu” come già facciamo fuori da queste
pagine?
Certamente e grazie a voi della
Sinfonia per aver pensato a me.
Vuoi raccontarci il tuo incontro
con la Banda?
Sono arrivato qui circa 14 anni fa. A
quei tempi, giovanissimo, dirigevo la
Banda di Galciana, della quale faceva parte
un trombettista (Borgi) che suonava anche
qui a Fognano. In quegli anni la situazione
della nostra banda era in “ricostruzione”:
mi hanno presentato al nuovo Presidente,
mi hanno dato fiducia e mi hanno affidato
il delicato compito di “ripartire” con la
scuola e con la banda. C’erano pochi
musicisti, anche se valenti, alcuni dei quali
ancora oggi suonano qui; quindi mi sono
dedicato a cercare di far crescere il gruppo
musicalmente e qualitativamente. C’erano
solo 6 allievi. Ho cambiato la didattica,
ispirandomi alle nuove tendenze già diffuse
in Francia ed in Inghilterra. I ragazzi sono
stati stimolati e sono cresciuti nella qualità
e nel numero. Oggi ho circa 50 allievi. Ho
potuto realizzare tutto ciò grazie alle
fiducia dimostratami e i risultati mi hanno
dato ragione.
La Scuola di musica ha molti allievi. Come è strutturata?
Fino all’anno scorso gli allievi
avevano a disposizione due giorni a
settimana con lezioni individuali di circa
venti minuti Da quest’anno, in accordo col
Consiglio e con il Presidente, la scuola è
stata in parte “ristrutturata”, per far sì che i
miei impegni extra- banda non inficiassero
la qualità della scuola. I giorni in cui sarà
Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO
Quattro chiacchiere
attiva la scuola saranno tre, di cui due con
me e con un mio collaboratore ed exallievo della scuola Nicola Mainardi ed uno
in cui Francesco Barbani, diplomato in
tromba e nostro musicante, si dedicherà
alla sezione degli ottoni. Inoltre le lezioni
saranno più lunghe. Quando non potrò
essere presente Nicola mi sostituirà, ma
l’andamento generale e l’impostazione
didattica saranno comunque seguiti
direttamente da me. Mi aspetto che la
scuola continui a dare risultati positivi
come già fino ad ora è stato.
Poi gli allievi entrano in Banda e
suonano ai Concerti?
Si, appena possibile, con
soddisfazione loro e mia. Quando al
termine dei concerti il pubblico viene a
complimentarsi con me, provo
un’emozione così grande che a volte la
notte non riesco a dormire.
Progetti futuri?
Mi auguro che la scuola continui a
crescere , ad espandersi e a migliorare
ancora la qualità.
Qual è il ricordo più bello che ti lega
alla banda?
Tutti i momenti sono stati importanti.
Il ricordo più bello è il fatto che sono
cresciuto con loro. Sono arrivato qui a 20
anni, anni in cui ci si forma e si cresce: la
mia vita è legata strettamente alla banda.
Quello che dici è bellissimo; è per
questo che hai composto “Dedicato a
Fognano”?
Si, è un brano nato dalla passione per
questo gruppo. Non sarà l’ultimo .
E’ una promessa?
Si.
La banda ti ha ricambiato?
Completamente . La banda ha
sostituito il clarinetto. Ad un certo punto
della mia vita mi sono reso conto che avrei
potuto essere un valente musicista, che le
mie idee musicali erano in sintonia con
importanti ed affermati musicisti che
incontravo ai concerti e nei corsi di
approfondimento, ma per amore della mia
famiglia (Mario è sposato ed ha tre figli,
n.d.r.) ho scelto una vita più “tranquilla”.
Così ho diretto la banda come se dovessi
suonare il clarinetto , mettendo a
disposizione tutte le mie conoscenze,
capacità e soprattutto amore. Il clarinetto è
un amore immenso, la banda lo ha
sostituito.
Hai un sogno legato alla nostra
banda che ancora devi realizzare?
La musica è innata in tutti noi, è un
linguaggio meraviglioso che addolcisce lo
spirito e l’anima. Il mio sogno è continuare
a trasmettere queste emozioni, crescere
ancora in qualità ed espressione, continuare
a far capire che chi studia la musica diventa
un adulto più responsabile, perché lo studio
della musica richiede oltre alla passione,
anche impegno, costanza, assiduità. Voglio
continuare questa esperienza che dura da
quindici anni, almeno per altri quindici.
Ovviamente con una banda così.
Grazie, maestro Mario.
Via Nazario Sauro n. 11 – 59100 Prato
Tel. 0574/4471200 Fax 0574/4471201
e-mail: [email protected]
CONSORZIO DI COOPERATIVE SOCIALI
Dipendenze:Centri recupero, programmi
personalizzati, gruppi di sostegno, inserimenti
lavorativi.
Anziani: Assistenza domiciliare 24h/24,
assistenza tutelare, assistenza specialistica per
varie forme di patologie, assistenza alla persona
e servizi integrativi di supporto alla domiciliarità
Malattia mentale e Handicap: Case
famiglia ,diurni, residenze in semiautonomia,
laboratori, progetti individuali, gestione vacanze,
inserimenti lavorativi
Giovani: Sportello giovani Europa, Punti di
aggregazione
Immigrati: Tutoraggio e accompagnamento
scolastico formativo e lavorativo,
alfabetizzazione, orientamento ai servizi,
animazione e attività inteculturali
Percorsi riabilitativi per il
reinserimento sociale e
lavorativo: Per soggetti
sottoposti a misure alternative,
tossicodipendenti, portatori di
handicap fisico e/o psichico
5
LA SINFONIA
Georges Bizet
di Elena Regolini
Nato a Parigi nel 1838 in una famiglia di
musicisti, Georges Bizet comincia a
studiare solfeggio all’età di quattro anni
con il padre Adolfo, professore di canto
e modesto compositore. A nove anni è
allievo di Marmontel: nel 1848 entra al
conservatorio di Parigi dove studia composizione e fuga con Zimmermann.
Questi veniva spesso sostituito da Gounod, il cui influsso è avvertibile nelle
parti melodiche delle opere di Bizet.
Dopo la morte di Zimmermann è allievo
di Halévy del quale sposa poi la figlia. I
suoi primi lavori gli valgono alcuni premi: nel 1851 ottiene il secondo premio
di pianoforte, nel 1852 consegue il primo premio, mentre nel 1855 ottiene i
premi di organo e di fuga. Proprio in
quegli anni Bizet compone i suoi primi
lavori: alcune melodie nello stile della
romanza, pezzi per pianoforte e nel 1855
la Sinfonia in Do maggiore in cui si scoprono già accenti personali.
Dal 1857 al 1860 è a Roma dove scrisse l’opera buffa Don Procopio, di evidente ispirazione italiana. Ma in quegli
stessi anni è colto dai primi attacchi di
una grave malattia alla gola e da profonde crisi depressive, accompagnate da
dubbi sul proprio valore artistico che
ritardano l’evoluzione della sua personalità creativa, facendogli abbandonare
progetti già in parte realizzati o distruggere lavori già compiuti. Ritornato a
Parigi nel’’estate del 1860, nei due anni
seguenti Bizet si dedica soprattutto ad
attività redditizie, trascrivendo ed
“arrangiando” musiche di altri autori,
poi nel 1865 comincia a comporre una
nuova opera, Ivan le Terrible.
Nel 1866 Bizet scrive un’altra opera
lirica, La Jolie fille de Perth, dove finalmente si afferma il suo stile personale e
che avrà un certo successo al Théàtre
Lyrique di Parigi; tuttavia la critica gli è
ostile: lo accusa di “verdismo” o, più
spesso, di “wagnerismo”. Sempre nel
1866 Bizet, reagendo ad una nuova crisi
depressiva che l’aveva costretto ad abbandonare altri progetti, riesce a portare
a termine la suite sinfonica Roma, già
iniziata in Italia. Nel 1872 è ancora accusato di “wagnerismo” per Djamileh,
che è un clamoroso insuccesso; nello
stesso anno, e con esito di poco migliore, appaiono le musiche di scena per
l’Arlesiana. Subito dopo, Bizet comincia
a lavorare alla Carmen ma, completato il
primo atto, interrompe la composizione
dell’opera per scrivere il dramma Don
Rodrigue, la cui rappresentazione non
poté aver luogo a causa di un incendio
che danneggiò l’Opéra. Terminata nel
1874 e andata in scena l’anno successivo, la Carmen viene accolta con una tale
freddezza che Bizet, sconvolto, cade in
una nuova, irrimediabile crisi. Il successo del suo capolavoro giunse da Vienna,
clamoroso e tardivo, sei mesi dopo la
sua morte. Con quest’opera egli raggiunge la piena maturità del suo genio
musicale e drammatico; anche questo
lavoro alla sua comparsa viene accusato
di “wagnerismo”, inoltre si gridò allo
scandalo per l’immoralità del soggetto e
per il fatto che le sigaraie erano apparse
fumando sulla scena.
Ritiratosi nel 1875 in maggio a Bougival, nei pressi di Parigi, muore dopo
pochi giorni, forse suicida.
di Teresa Ginanni
Sappiamo già che i lettori di queste pagine amano la musica (e
specialmente quella della nostra grande banda) ma questa piccolissima
rubrica si rivolge a coloro che amano anche la buona cucina,ed in
particolare a quelli che la buona cucina devono “realizzare”.
Preparare una zuppa profumata, cucinare un buon arrosto o impastare un
dolce mentre lo spirito è rallegrato da melodie musicali, contribuirà alla
buona riuscita delle nostre fatiche.
Approfittiamo dunque del tempo trascorso tra pentole e fornelli per
ascoltare della musica, quella che più vi piace perché la scelta dei brani è
legata al gusto personale; da parte mia vi indicherò i brani che preferisco a
seconda del piatto che sto preparando.
Per questo primo incontro (se ne seguiranno altri dipende dal gradimento
dei lettori) ho deciso di cominciare dall’inizio di un buon pranzo, cioè da
un antipasto un po’ laborioso ma di grande effetto:
Sformatini fantasia (dosi per 6 persone)
6
1 Kg. spinaci
½ litro di salsa besciamella
1 uovo
stampini di alluminio
Pulire e lessare gli spinaci in acqua salata, scolarli, strizzarli bene e
tritarli grossolanamente.
Amalgamare gli spinaci con la salsa besciamella e l’uovo.
Imburrare leggermente gli stampini, riempirli per ¾ del composto e
metterli a cuocere a bagnomaria per 40 minuti da quando l’acqua bolle.
A cottura ultimata disporre ogni sformatino nel piatto e guarnirli con
prosciutto cotto tritato e fontina sfusa, oppure con pinoli, uvetta e un
cucchiaino di besciamella, con parmigiano a scaglie e gherigli di noce, con
funghi trifolati, con speck e scamorza a pezzettini o con quanto altro vi
suggerirà la vostra fantasia.
Come vedete è una ricetta la cui esecuzione richiede un po’ di tempo che
potremo impiegare utilmente ascoltando una sinfonia di Mozart, in
particolare la sinfonia n.41 “Jupiter”.
Si tratta di una composizione delicata, come il sapore di questi
sformatini, ma al tempo stesso corposa, che lascia libera ’lattenzione
quanto basta per non sbagliare né dosi né modo di realizzazione, infonde il
giusto ritmo ai gesti e rasserena lo spirito del cuoco.
In alternativa (per quelli che mentre lavorano amano canticchiare) si
ascolta volentieri un CD di Pino Daniele perché la sua musica
mediterranea ha la giusta modulazione per il lavoro che stiamo svolgendo.
Se riusciremo a trasmettere ai nostri gesti un poco dell’armonia ascoltata,
Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO
L’ANGOLO DEL POETA
Questo spazio è a disposizione per la pubblicazione delle vostre poesie. Ad ogni uscita del giornalino verranno scelte dalla redazione una o più poesie fra quelle che ci avete inviato e saranno presentate in questo
apposito angolo.
Buona scrittura!!!
LA BANDA DI FOGNANO
Una banda davvero originale
Che veramente con tanta passione
Propone un repertorio musicale
Che richiama d’ognuno l’attenzione
Vecchia di anni e giovane d’intenti
Con tanti musicisti motivati
Ai giovani tramanda i sentimenti
Di quei valori ormai dimenticati
Non c’è festa paesana del passato,
E sperar voglio anche del presente,
In cui la banda non abbia suonato
Per la gioia ed il plauso della gente.
Sia per accompagnar le processioni
Suonando con destrezza e con il cuore,
Disponibili a tutte le occasioni
Anche per chi si sposa o per chi muore.
E per finir due rime in tutta fretta,
Per questi suonator, che in allegria
Sposan bene il pane e la porchetta
Mangiando volentieri in compagnia.
Ancor ce n’è di bande musicali
Che suonano il trombone e la grancassa
Ma come questa non ce n’è d’uguali
“Non ti curar di loro, ma guarda e passa”.
Questi versi così dalla mia mano
Son scritti senza meriti nè colpe
Per onorar la Banda di Fognano
Del rispetto dovuto, e grazie molte.
Giuseppe Rossi (Gruppo Trekking)
AUGURI A:
Settembre:
1 Daniele Meoni
5 Attilio Sessa
7 Alessia Breschi
Ottobre:
7 Eleonora Fortino
7 Biancastella Pulice
11 Carlo Ferri
14 Matteo Logli
20 Sara Bellucci
7
LA SINFONIA
Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO PT
BANDA NEWS
Le vacanze, purtroppo, sono finite:
ma la Grande Banda, come ogni anno, riparte e vi porta a conoscenza
dei nostri servizi e delle varie iniziative.
Nell’ambito della festa del Patrono
di Tobbiana (PT):
Domenica 6 ottobre : solenne processione;
Lunedì 17 ottobre : solenne processione e, alle ore 21:30, concerto
sul sagrato della Chiesa;
solenne processione a Santomato.
Giovedì 31 ottobre la Banda, in
collaborazione con il Comune di
Montale
organizza
BAND’HALLOWEEN, ovvero la
notte delle streghe!!!
La festa si svolgerà davanti alla Badia di S. Salvatore in Agna dalle ore
21:00. A termine della serata, dopo
una piccola sfilata per le vie del paese, come consuetudine, verrà bruciata la Strega!!!
Per informazioni e prenotazioni:
Francesca 349 3765282
Alberto
339 8709080
Domenica 18 ottobre : ore 20:30
Pan con l’uva
Frugiate
Bibite
Dalle ore 15:00
nel cortile della
Scuola Materna
di Fognano
e tanti altri
prodotti tipici
autunnali
In caso di maltempo la manifestazione è rimandata al 17 ottobre
Complimenti a Lucia Santini, nostra collega del giornalino, che lo scorso luglio ha tenuto una mostra di
pittura alla Galleria Panda a Prato, insieme al pittore ucraino Vasil Khytruk.
Lucia vive la pittura con grande passione, infatti i suoi quadri, ricchi di oli e acquerelli, ricercano legami
con il mondo circostante, evidenziandoli con i sentimenti e le emozioni che generano in lei, per questo motivo la mostra è stata molto apprezzata e visitata.
Ancora tanti complimenti, sperando che la prossima mostra abbia ancora più successo.
8
Arnetoli Davide
Barbani Alberto
De Dominicis Margherita
Mainardi Nicola
Meoni Daniele
Nardi Francesca
Regolini Elena
Regolini Jacopo
Santi Lisa
Santi Luca
Santini Lucia
Taurone Carmine
Per diventare Socio della Banda
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consegnalo ad un consigliere.
Bastano solo 3 €!!!
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