Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO (PT) Ottobre 2002 Sommario: Scuola di musica La Banda si racconta Strumenti baritoni pag. 1 pag. 2 pag. 2 Il blues Gemellaggio Montese Giornata a Montese pag. 3 pag. 4 pag. 4 Intervista: Mario Scavuzzo Compositore: Bizet Ricetta pag. 5 pag. 6 pag. 6 L’angolo della poesia Gioca con noi Banda News Pag. 7 pag. 7 pag. 8 SCUOLA DI MUSICA.. CHE PASSIONE!!!!! Il termine “scuola”, nell’immaginario collettivo, indica quel luogo in cui si va per imparare una qualche disciplina. Questo non è certo errato, ma neanche del tutto esatto. In effetti “schola” in greco significava “libero e piacevole uso delle proprie disposizioni intellettuali” e solo più tardi ha assunto il significato che le attribuiamo oggi. Ebbene, la nostra Scuola di musica, risponde perfettamente al significato primo della parola. La scuola di musica “Romina Betti” opera sul territorio montalese da moltissimi anni, e conta su oltre cinquanta allievi. E’ una scuola è vero, e vi si impara la musica, il solfeggio, uno strumento musicale, ma non solo. Non ha le caratteristiche di noiosità e tedio che talvolta affliggono i giovani studenti e pertanto riesce sempre nel proprio intento. Artefice di tutto ciò è il direttore e maestro della scuola, il Professor Mario Scavuzzo, che la dirige da moltissimi anni (cfr. intervista a pag.5 della Sinfonia) e che grazie ad una nuova didattica entusiasma e guida i suoi allievi. Sono quindi i fatti a invitare ogni genitore ad iscrivere le proprie creature alla nostra scuola. Qui trovano un ambiente sereno, accogliente e mai noioso. Lo studio della musica addolcisce gli animi ed ingentilisce, il linguaggio musicale è insito nella natura umana, basta tirarlo fuori. I ragazzi prendono subito dimestichezza con gli strumenti e sono animati dalla voglia di entrare il più presto possibile a far parte della “banda”. Così si impegnano con costanza e passione e… raggiungono la meta tanto agognata. Ma non finisce qui: far parte della banda vuol dire anche avere un bel gruppo di amici, incontrarsi anche al di fuori della scuola, recarsi nei vari paesi (nel 2001 persino in Francia) per eseguire i servizi, partecipare a cene, feste, manifestazioni, gite: in una parola impegnarsi in un’attività sana, pulita, vera. Cosa aggiungere di più? Solo che sono tutti allievi della scuola i musicanti che si esibiscono negli oltre trenta concerti annuali, durante i quali vengono eseguiti brani di musica classica, moderna, jazz, blues . E ancora in più? Che il pubblico assiste con partecipazione ed entusiasmo e che il successo è sempre stato assicurato e gli applausi ed i complimenti sono fluiti in abbondanza. Per informazioni rivolgersi al Prof. Mario 1 LA SINFONIA La Banda si racconta... 3^ puntata di una lunga serie Di Margherita De Dominicis “Errare humanum est, perseverare diabolicum” recita un celebre motto latino. Se quindi fino ad ora ho errato a farmi trovare puntuale all’appuntamento con la mia Storia, sono umana, se invece “persevero” sono diabolica. E anche Tu, mio caro lettore de La Sinfonia se sei ancora qui ad interessarti a me hai qualcosa di diabolico, bel senso di divino e soprannaturale del termine… Bravo e… Grazie!! Ripercorrevo con la memoria gli anni tra il 1940 ed il 1950… In questi anni, è fatto obbligo segnalare la presenza, a Montale, anche di un’altra Banda: anch’essa ispirata al celebre compositore Giuseppe Verdi dal quale prendeva il nome. Tra i promotori altri membri di un altro ramo della celebre famiglia Barni: Alfredo e poi il figlio Dino. Alla direzione era il Maestro Dori, valente compositore al quale succedette poi il Maestro Averardo Masini, tutt’ora nome di spicco nel panorama musicale montalese. Questa banda esercitò la propria attività fino agli anni ’60-’70 circa e poi si sciolse. La mia attività (torno a parlare di me, che a mio modesto parere resto l’argomento di conversazione più interessante in assoluto…!), in questi anni Sessanta, è particolarmente frenetica, anche per la competizione con l’altra banda. A guidarmi c’è ora Benito Targetti. Purtroppo, devo ammetterlo, non è uno dei periodi più felici, attraverso un periodo di crisi, mancano i fondi e persino le uniformi, ma l’entusiasmo è quello di sempre, sia tra gli appassionati che tra i musicanti. Ma non basta. Questi anni non sono soddisfacenti e devo assolutamente trovare qualcosa per rifiorire (sono anche un po’ un fiore??). Con la tenacia e la praticità tipica femminile (il mondo come farebbe senza?) non demordo e nel 1974 arriva alla presidenza Mauro Pierattini, impresario edile montalese e inizia un nuovo periodo positivo. Comincia persino la costruzione di un immobile per conto della Misericordia di Fognano, nel cui seminterrato viene ricavato un locale che è tutt’ora la mia Sede. Ma di questo 2 “tallone d’Achille” ho già precedentemente detto a lungo e spero anzi di aggiornare presto la situazione… Ma diamo tempo al tempo e di questo diremo più avanti. Ricominciano ad affluire i giovani e così riprende vita anche la Scuola Musica seguita dallo stesso Targetti, coadiuvato negli anni a venire da alcuni valenti giovani della Banda come Luca Barni e Valerio Pecini. In questo decennio (fino al 1984), ho una grossa crescita ed evoluzione (non nella linea, ovviamente, al mio aspetto sono sempre attenta, ma musicale e professionale) e sono composta da circa 50 musicanti!! ..un numero che solo oggi sono riuscita ad uguagliare nuovamente e persino a superare, potendo contare su circa 60 elementi!! Nel 1984 Mauro Pierattini, dopo dieci anni di onorata presenza, lascia la Presidenza. Devo nuovamente “agire in positivo” e cerco di rinnovare il Consiglio con nuovi elementi e la Presidenza viene affidata a Silvano Barni. Altra carica spinosa e oberata di responsabilità è la Segreteria: a chi affidarla??? In paese ha fatto capolino un giovane appassionato di musica, che in seguito si rivelerà anche valente “cantante”: ha un curriculum di tutto rispetto perché si è musicalmente formato negli oratori, canta, è di gradevole presenza (almeno così riferisce un vox populi), simpatico e sembra proprio molto interessato a me. Decido di affidarmi a lui e come sempre ho avuto la vista buona…: di lui si parlerà a lungo e tutt’ora è un nome che non passa inosservato…: un certo Stefano Arnetoli. La Segreteria (ribadisco “segreteria” e non “segretaria” perché pur interessato alle donne era già allora felicemente sposato!) della Banda è sua. Un triste destino però ha segnato la vita di Silvano Barni, che nel 1987, colpito da una grave malattia ci lascia. Non ci sono dubbi: l’unico uomo che può degnamente sostituirlo e guidarmi negli anni futuri è quell’Arnetoli di cui sopra. Nello stesso anno, con mia somma soddisfazione, prende la Presidenza e… “che soddisfazione” è diventato anche il C' ERA UNA VOLTA...: LA VERA STORIA DEL BOMBARDINO Euphonium, Tenortuba, Baryton, Flicorno Baritono o più semplicemente BOMBARDINO! In questo articolo, caro lettore, ti porterò fin dentro i meandri, o meglio dire i pistoni di questo strumento, il Bombardino. La storia del Bombardino è abbastanza complicata e travagliata, fatta di aspre delusioni ma anche di grandi glorie. Era l'alba del XVIII secolo quando nacque, anni difficili in cui molti strumenti ad arco avevano raggiunto la perfezione a discapito dei fiati che erano ancora agli inizi. Il nonno del Bombardino si chiamava "Serpent", il nome dice tutto... era costruito con legno, ottone o argento, si suonava con un bocchino a tazza profonda fatto d'avorio e aveva sei fori da chiudere con le dita.Non era molto facile da suonare, richiedeva infatti un buon orecchio musicale perchè l'intonazione era difficile. Veniva usato nelle..., oppure nei..., a volte lo usava..., bè in pratica non lo usava nessuno! E in più tutti i violini lo prendevano in giro e dicevano "ma cosa vuoi fare Sepent? non sarai mai uno strumento famoso!" e Serpent cogli anni diventava sempre più triste e sempre meno usato. Nel 1820 a Serpent naque una sorellina: "l' Ophicleide", costruita per mano di un francese. Ophicleide era simile al fratello, aveva sempre dei tasti che si chiudevano con le chiavi (proprio come il clarinetto) ma esprimeva un’intonazione e una potenza migliori. Anch' essa come il fratello venne usata poco e già all' inizio del 1800 non se ne produssero più esemplari. Questi sono gli anni più neri per questo strumento, finché nel 1842 il signor Adolph Sax rea- lizzò una fabbrica di strumenti a fiato a Parigi in cui sviluppò una famiglia completa di ottoni, in pratica i babbi di molti strumenti utilizzati oggi. Adolph, venuto a sapere della triste storia di Serpent, prese a cuore questo strumento, lo modificò dandogli una forma molto simile ad un Baritono odierno, tolse i tasti e ci mise tre cilindri inoltre gli cambiò nome e da allora si chiamò Tuba: la Tuba si divideva in Tuba Basso, Tuba Contrabbasso e Tuba Tenore, proprio quest' ultima è l' antenata diretta del Bombardino. Finalmente tutti si accorsero delle grandi potenzialità di questo nuovo strumento, addirittura Wagner scrisse per Tuba Tenore e con lui pure Strauss e Holst la utilizzarono costantemente nelle loro composizioni. Ma grande importanza l'assunse nelle bande, dove è ritenuto uno strumento insostituibile per eseguire le parti del cosiddetto controcanto. Da quegli anni fino ad oggi la Tuba Tenore, che intanto aveva cambiato nome in Flicorno Baritono, subisce una continua evoluzione, ad esempio dai cilindri passa ai pistoni migliorando la velocità. Il nome Bombardino gli venne dato d un certo signor Orsi che cominciò la sua attività di costruttore di ottoni all' inizio dello scorso secolo con una piccola fabbrica e che ora è uno dei maggiori e migliori costruttori mondiali di ottoni. Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO Il Blues di Nicola Mainardi Se cerchiamo in un vocabolario di lingua inglese la parola blues, troveremo che a questo termine sono attribuiti i sentimenti di malinconia e tristezza: infatti, se un americano si esprime dicendo “I feel in the blues” non sarà certamente perché si sente blu, a meno che non sia un extraterrestre! E’ quindi il genere musicale del blues, così carico di tristezza e monotonia, a fare in modo che questa parola assuma tale significato nel quotidiano, una malinconia derivante dagli work-songs che gli schiavi cantavano nell’800. In quest’epoca, infatti, la schiavitù dei neri negli Stati Uniti era una triste realtà: le popolazioni afro-americane subivano violenze, oppressioni ed erano costrette a lavorare nelle piantagioni di cotone o caffè. L’unico modo che avevano per sentire meno la fatica era cantare: così nascono i primi work-songs, canzoni da lavoro, caratterizzate da melodie e ripetitive molto tristi e malinconiche. La diffusione della tradizione musicale afro-americana durante l’800 portò, poi, all’applicazione e alla specializzazione dei suoi ritmi e melodie verso due più ampi generi musicali: la musica sacra e quella leggera. Nell’ambito della musica sacra nacquero gli Spirituals e i Gospels, una rivisitazione degli inni religiosi occidentali e americani, a una o più voci, caratterizzati dalla classica struttura domanda—risposta: tra i più celebri ricordiamo Oh Happy Day e When The Saints Go Marching In. Dall’incontro della tradizione con gli strumenti musicali nacque invece il Blues, affermatosi intorno al 1910 ma che poi sarà la base di un altro genere musicale negli anni a venire: il Jazz. Le caratteristiche della musica blues sono la ricorrenza di schemi armonici e ritmici e l’oscillazione della melodia dal modo m a g g i o r e a quello minore, conferitagli dall’uso delle blue notes. Questi tre stili musicali sono accomunati dai temi trattati nelle canzoni: sono, molte volte, di tipo sociale e sottolineano l’emarginazione che il popolo afroamericano subisce come discriminazione razziale. Il blues, comunque, prenderà sempre più campo con il passare del tempo: come abbiamo già detto, non solo diverrà la base dalla quale si svilupperà il jazz ma sarà anche molto importante come corrente autonoma. Uno dei suoi esponenti di spicco è Riley B. King, più noto come B. B. King, grandissimo chitarrista blues che tutt’oggi, all’età di 77 anni, infiamma il suo pubblico composto da giovani e meno giovani. Come suo ultimo concerto ha scelto la nostra Pistoia, che con il suo festival blues (il più antico d’Europa) ha radunato più di 140.000 amanti di questo genere nei tre giorni della manifestazione. Lo stesso King ha dichiarato: “In questa città mi sento a casa”. Ancora oggi, il blues raduna grandi folle e si fa apprezzare come uno dei generi 3 LA SINFONIA A TUTTA BANDA………… Il corpo Musicale “Quirino Manzini” di Montese si racconta. di Francesca Nardi Lo spazio riservato ai gemellaggi continua il suo percorso nella storia della Banda…. Dopo lo stretto legame con gli Alpini, arriva nel 1994 l’incontro con la Banda di Montese grazie agli “intrallazzi” di Fello sulla collina tosco-emiliana. La nascita del gruppo risale al 1860 grazie alla volontà del patriota Carlo Tamburini. Fino a metà del ‘900 fu a volte in competizione a volte in collaborazione con la Banda di Maserno, e solo negli anni ’70, i due gruppi si fusero a costituire il “Corpo Bandistico Quirino Manzini”, in onore del maestro da poco scomparso. Alla direzione ci sono stati vari maestri fino all’attuale Bruno Battistini. Ad occuparsi delle nuove leve della scuola di musica è Efrem Boschetti che dall’età di 13 anni suona, ed è dal 1968 che si occupa dei corsi di musica organizzati dal Comune e dall’AMBIMA (Associazione Musicale di Bande) regionale. “Incontro di Bande” questo è il titolo della manifestazione che nel 1993 portò a Montese il “Corpo Bandistico di Gaggio Montano “ e nel 1994 il nostro di Fognano. Sia per noi che per loro questo momento di incontro permette di confrontare esperienze e aspirazioni in un clima di amicizia e di ospitalità reciproca che ci porta ogni anno a Montese e a ricambiare l’ invito in occasione di qualche nostra manifestazione. L’accoglienza dei Montesini nei nostri confronti è molto bella e calorosa tanto da rendere questo incontro uno degli appuntamenti più attesi e importanti. Con queste solide ed entusiastiche premesse la collaborazione tra i due gruppi continuerà a riservarci ……. Una Giornata a Montese di Alberto Barbani Siamo giunti, come di consueto, all’uscita più attesa di ogni anno, quella che genera in tutti noi grandi emozioni, che ci obbliga ad una più attenta preparazione sia per il concerto ma anche per la sfilata, l’uscita per antonomasia: la giornata a Montese. La ragione per la quale ogni anno in luglio andiamo in questa ridente località dell’Appennino Modenese, va ricercata nel patto di “gemellaggio” che unisce la locale Banda “Quirino Manzini” con la nostra. Da questo patto di amicizia e collaborazione scaturiscono almeno due incontri annuali: il primo in luglio a Montese durante la stagione turistica ed in Novembre per Santa Cecilia (patrona della musica) a Montale, dove i nostri amici ricambiano la visita. Ma veniamo al dunque, parliamo di quella giornata in maniera vera e propria… Uno dei momenti più simpatici è senza ombra di dubbio la partenza dalla sede: Via Gramsci viene completamente bloccata sia dai due “autobussi della Cappe”, che dalla calca di 4 r a g a z z i che gridano “pigliami i posto infondo almeno si fa più casino”!!!! Comunque a parte qualche disagio per la popolazione fognanese, ormai abituata a sopportare la banda, il viaggio comincia. Gli autobus generalmente sono due: uno con prevalenza di accompagnatori (cioè coloro che amano venire al nostro seguito) e uno, data la mole della nostra banda sempre in aumento di organico, totalmente pieno di bandisti dove è assolutamente “proibito” il silenzio e dove si canta si urla e si fa chiasso dall’inizio alla fine, ovviamente “Disturbando il conducente”!!!!!! (il conducente è il nostro Johnny, il primo a fare confusione). All’arrivo a Montese la banda di Fognano, dopo i convenevoli con i gemelli d’oltre Appennino, sempre attenti e premurosi nei nostri confronti, saluta il paesino con una sfilata per le vie e con l’immancabile esecuzione unitaria di tre marce assieme agli amici di Montese. Come a formare una sola banda E CHE BANDA!!!!!!! Quest’anno, dopo circa tre mesi di prove guidate dal nostro Simone Gori (che si studiava i caroselli più impossibili anche di notte), abbiamo mostrato, ovviamente con grande sorpresa del pubblico, il nuovo show di “caroselli in piazza”, dando origine a dei meravigliosi quadri che maggiormente hanno raffigurato i brani suonati e hanno coinvolto ancor di più il folto pubblico presente. La giornata è proseguita con la consueta cena di gruppo, offertaci dagli Amici della Banda di Montese, che in quest’occasione hanno superato se stessi riuscendo a preparare per noi 800 “tigelle” – tutte fatte a mano – che ci sono state servite assieme ai salumi e ai formaggi tipici della zona. Quella cena, tutti assieme, è sempre un grande momento di aggregazione in cui si parla, ci si scambiano progetti, si confidano ambizioni, alle volte anche irrealizzabili. E’ sempre bello averle almeno pensate: questo ci gratifica sempre tanto e ci ricarica tutti gli anni di una grande voglia non solo di continuare ma di migliorarci sempre. Come digestivo non poteva assolutamente mancare il concerto della nostra Banda, arricchito anche quest’anno dalla meravigliosa voce solista di Stefano Arnetoli – nostro Presidente – che ha eseguito nella Piazza Centrale di Montese uno dei più bei brani del Novecento Italiano: “Un amore così grande”. Il concerto come ogni anno è stato seguitissimo da un pubblico molto attento e coinvolto a tal punto da regalarci grandi soddisfazioni con moltissime richieste di “bis” da noi puntualmente rieseguite. Al termine del concerto, dopo i vari saluti e arrivederci, anche da parte delle Autorità Locali – sempre molto attente nei nostri confronti - siamo tutti ripartiti a bordo degli "autobussi” con un tentativo in più da compiere rispetto alla partenza: “Riportare a casa tutta la cena nelle innumerevoli curve dell’Appennino Tosco-Emiliano!!!”. L’INTERVISTA: In ogni uscita de “La Sinfonia” troverete l’intervista ad un personaggio di Margherita De Dominicis In questo numero incontriamo un altro personaggio “guida” per la Banda di Fognano, il nostro Maestro, vale a dire il Prof. Mario Scavuzzo . Mario (come affettuosamente lo chiamano allievi e musicanti) nasce nel 1966 a San Nicola dell’Alto (KR), si trasferisce giovanissimo in Toscana dove, al Conservatorio di Lucca, si diploma brillantemente in “clarinetto” e guida il nostro gruppo dal 1988. Prima di dedicarsi all’insegnamento (insegna educazione musicale nella scuola media, dopo aver conseguito la relativa abilitazione), ha vinto un concorso come clarinettista nell’Orchestra giovanile italiana di Fiesole, eseguendo concerti in Italia e all’estero, partecipando a stages e corsi di perfezionamento. Per prima cosa, ti ringraziamo per il tempo che ci dedichi. Possiamo darci del “ tu” come già facciamo fuori da queste pagine? Certamente e grazie a voi della Sinfonia per aver pensato a me. Vuoi raccontarci il tuo incontro con la Banda? Sono arrivato qui circa 14 anni fa. A quei tempi, giovanissimo, dirigevo la Banda di Galciana, della quale faceva parte un trombettista (Borgi) che suonava anche qui a Fognano. In quegli anni la situazione della nostra banda era in “ricostruzione”: mi hanno presentato al nuovo Presidente, mi hanno dato fiducia e mi hanno affidato il delicato compito di “ripartire” con la scuola e con la banda. C’erano pochi musicisti, anche se valenti, alcuni dei quali ancora oggi suonano qui; quindi mi sono dedicato a cercare di far crescere il gruppo musicalmente e qualitativamente. C’erano solo 6 allievi. Ho cambiato la didattica, ispirandomi alle nuove tendenze già diffuse in Francia ed in Inghilterra. I ragazzi sono stati stimolati e sono cresciuti nella qualità e nel numero. Oggi ho circa 50 allievi. Ho potuto realizzare tutto ciò grazie alle fiducia dimostratami e i risultati mi hanno dato ragione. La Scuola di musica ha molti allievi. Come è strutturata? Fino all’anno scorso gli allievi avevano a disposizione due giorni a settimana con lezioni individuali di circa venti minuti Da quest’anno, in accordo col Consiglio e con il Presidente, la scuola è stata in parte “ristrutturata”, per far sì che i miei impegni extra- banda non inficiassero la qualità della scuola. I giorni in cui sarà Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO Quattro chiacchiere attiva la scuola saranno tre, di cui due con me e con un mio collaboratore ed exallievo della scuola Nicola Mainardi ed uno in cui Francesco Barbani, diplomato in tromba e nostro musicante, si dedicherà alla sezione degli ottoni. Inoltre le lezioni saranno più lunghe. Quando non potrò essere presente Nicola mi sostituirà, ma l’andamento generale e l’impostazione didattica saranno comunque seguiti direttamente da me. Mi aspetto che la scuola continui a dare risultati positivi come già fino ad ora è stato. Poi gli allievi entrano in Banda e suonano ai Concerti? Si, appena possibile, con soddisfazione loro e mia. Quando al termine dei concerti il pubblico viene a complimentarsi con me, provo un’emozione così grande che a volte la notte non riesco a dormire. Progetti futuri? Mi auguro che la scuola continui a crescere , ad espandersi e a migliorare ancora la qualità. Qual è il ricordo più bello che ti lega alla banda? Tutti i momenti sono stati importanti. Il ricordo più bello è il fatto che sono cresciuto con loro. Sono arrivato qui a 20 anni, anni in cui ci si forma e si cresce: la mia vita è legata strettamente alla banda. Quello che dici è bellissimo; è per questo che hai composto “Dedicato a Fognano”? Si, è un brano nato dalla passione per questo gruppo. Non sarà l’ultimo . E’ una promessa? Si. La banda ti ha ricambiato? Completamente . La banda ha sostituito il clarinetto. Ad un certo punto della mia vita mi sono reso conto che avrei potuto essere un valente musicista, che le mie idee musicali erano in sintonia con importanti ed affermati musicisti che incontravo ai concerti e nei corsi di approfondimento, ma per amore della mia famiglia (Mario è sposato ed ha tre figli, n.d.r.) ho scelto una vita più “tranquilla”. Così ho diretto la banda come se dovessi suonare il clarinetto , mettendo a disposizione tutte le mie conoscenze, capacità e soprattutto amore. Il clarinetto è un amore immenso, la banda lo ha sostituito. Hai un sogno legato alla nostra banda che ancora devi realizzare? La musica è innata in tutti noi, è un linguaggio meraviglioso che addolcisce lo spirito e l’anima. Il mio sogno è continuare a trasmettere queste emozioni, crescere ancora in qualità ed espressione, continuare a far capire che chi studia la musica diventa un adulto più responsabile, perché lo studio della musica richiede oltre alla passione, anche impegno, costanza, assiduità. Voglio continuare questa esperienza che dura da quindici anni, almeno per altri quindici. Ovviamente con una banda così. Grazie, maestro Mario. Via Nazario Sauro n. 11 – 59100 Prato Tel. 0574/4471200 Fax 0574/4471201 e-mail: [email protected] CONSORZIO DI COOPERATIVE SOCIALI Dipendenze:Centri recupero, programmi personalizzati, gruppi di sostegno, inserimenti lavorativi. Anziani: Assistenza domiciliare 24h/24, assistenza tutelare, assistenza specialistica per varie forme di patologie, assistenza alla persona e servizi integrativi di supporto alla domiciliarità Malattia mentale e Handicap: Case famiglia ,diurni, residenze in semiautonomia, laboratori, progetti individuali, gestione vacanze, inserimenti lavorativi Giovani: Sportello giovani Europa, Punti di aggregazione Immigrati: Tutoraggio e accompagnamento scolastico formativo e lavorativo, alfabetizzazione, orientamento ai servizi, animazione e attività inteculturali Percorsi riabilitativi per il reinserimento sociale e lavorativo: Per soggetti sottoposti a misure alternative, tossicodipendenti, portatori di handicap fisico e/o psichico 5 LA SINFONIA Georges Bizet di Elena Regolini Nato a Parigi nel 1838 in una famiglia di musicisti, Georges Bizet comincia a studiare solfeggio all’età di quattro anni con il padre Adolfo, professore di canto e modesto compositore. A nove anni è allievo di Marmontel: nel 1848 entra al conservatorio di Parigi dove studia composizione e fuga con Zimmermann. Questi veniva spesso sostituito da Gounod, il cui influsso è avvertibile nelle parti melodiche delle opere di Bizet. Dopo la morte di Zimmermann è allievo di Halévy del quale sposa poi la figlia. I suoi primi lavori gli valgono alcuni premi: nel 1851 ottiene il secondo premio di pianoforte, nel 1852 consegue il primo premio, mentre nel 1855 ottiene i premi di organo e di fuga. Proprio in quegli anni Bizet compone i suoi primi lavori: alcune melodie nello stile della romanza, pezzi per pianoforte e nel 1855 la Sinfonia in Do maggiore in cui si scoprono già accenti personali. Dal 1857 al 1860 è a Roma dove scrisse l’opera buffa Don Procopio, di evidente ispirazione italiana. Ma in quegli stessi anni è colto dai primi attacchi di una grave malattia alla gola e da profonde crisi depressive, accompagnate da dubbi sul proprio valore artistico che ritardano l’evoluzione della sua personalità creativa, facendogli abbandonare progetti già in parte realizzati o distruggere lavori già compiuti. Ritornato a Parigi nel’’estate del 1860, nei due anni seguenti Bizet si dedica soprattutto ad attività redditizie, trascrivendo ed “arrangiando” musiche di altri autori, poi nel 1865 comincia a comporre una nuova opera, Ivan le Terrible. Nel 1866 Bizet scrive un’altra opera lirica, La Jolie fille de Perth, dove finalmente si afferma il suo stile personale e che avrà un certo successo al Théàtre Lyrique di Parigi; tuttavia la critica gli è ostile: lo accusa di “verdismo” o, più spesso, di “wagnerismo”. Sempre nel 1866 Bizet, reagendo ad una nuova crisi depressiva che l’aveva costretto ad abbandonare altri progetti, riesce a portare a termine la suite sinfonica Roma, già iniziata in Italia. Nel 1872 è ancora accusato di “wagnerismo” per Djamileh, che è un clamoroso insuccesso; nello stesso anno, e con esito di poco migliore, appaiono le musiche di scena per l’Arlesiana. Subito dopo, Bizet comincia a lavorare alla Carmen ma, completato il primo atto, interrompe la composizione dell’opera per scrivere il dramma Don Rodrigue, la cui rappresentazione non poté aver luogo a causa di un incendio che danneggiò l’Opéra. Terminata nel 1874 e andata in scena l’anno successivo, la Carmen viene accolta con una tale freddezza che Bizet, sconvolto, cade in una nuova, irrimediabile crisi. Il successo del suo capolavoro giunse da Vienna, clamoroso e tardivo, sei mesi dopo la sua morte. Con quest’opera egli raggiunge la piena maturità del suo genio musicale e drammatico; anche questo lavoro alla sua comparsa viene accusato di “wagnerismo”, inoltre si gridò allo scandalo per l’immoralità del soggetto e per il fatto che le sigaraie erano apparse fumando sulla scena. Ritiratosi nel 1875 in maggio a Bougival, nei pressi di Parigi, muore dopo pochi giorni, forse suicida. di Teresa Ginanni Sappiamo già che i lettori di queste pagine amano la musica (e specialmente quella della nostra grande banda) ma questa piccolissima rubrica si rivolge a coloro che amano anche la buona cucina,ed in particolare a quelli che la buona cucina devono “realizzare”. Preparare una zuppa profumata, cucinare un buon arrosto o impastare un dolce mentre lo spirito è rallegrato da melodie musicali, contribuirà alla buona riuscita delle nostre fatiche. Approfittiamo dunque del tempo trascorso tra pentole e fornelli per ascoltare della musica, quella che più vi piace perché la scelta dei brani è legata al gusto personale; da parte mia vi indicherò i brani che preferisco a seconda del piatto che sto preparando. Per questo primo incontro (se ne seguiranno altri dipende dal gradimento dei lettori) ho deciso di cominciare dall’inizio di un buon pranzo, cioè da un antipasto un po’ laborioso ma di grande effetto: Sformatini fantasia (dosi per 6 persone) 6 1 Kg. spinaci ½ litro di salsa besciamella 1 uovo stampini di alluminio Pulire e lessare gli spinaci in acqua salata, scolarli, strizzarli bene e tritarli grossolanamente. Amalgamare gli spinaci con la salsa besciamella e l’uovo. Imburrare leggermente gli stampini, riempirli per ¾ del composto e metterli a cuocere a bagnomaria per 40 minuti da quando l’acqua bolle. A cottura ultimata disporre ogni sformatino nel piatto e guarnirli con prosciutto cotto tritato e fontina sfusa, oppure con pinoli, uvetta e un cucchiaino di besciamella, con parmigiano a scaglie e gherigli di noce, con funghi trifolati, con speck e scamorza a pezzettini o con quanto altro vi suggerirà la vostra fantasia. Come vedete è una ricetta la cui esecuzione richiede un po’ di tempo che potremo impiegare utilmente ascoltando una sinfonia di Mozart, in particolare la sinfonia n.41 “Jupiter”. Si tratta di una composizione delicata, come il sapore di questi sformatini, ma al tempo stesso corposa, che lascia libera ’lattenzione quanto basta per non sbagliare né dosi né modo di realizzazione, infonde il giusto ritmo ai gesti e rasserena lo spirito del cuoco. In alternativa (per quelli che mentre lavorano amano canticchiare) si ascolta volentieri un CD di Pino Daniele perché la sua musica mediterranea ha la giusta modulazione per il lavoro che stiamo svolgendo. Se riusciremo a trasmettere ai nostri gesti un poco dell’armonia ascoltata, Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO L’ANGOLO DEL POETA Questo spazio è a disposizione per la pubblicazione delle vostre poesie. Ad ogni uscita del giornalino verranno scelte dalla redazione una o più poesie fra quelle che ci avete inviato e saranno presentate in questo apposito angolo. Buona scrittura!!! LA BANDA DI FOGNANO Una banda davvero originale Che veramente con tanta passione Propone un repertorio musicale Che richiama d’ognuno l’attenzione Vecchia di anni e giovane d’intenti Con tanti musicisti motivati Ai giovani tramanda i sentimenti Di quei valori ormai dimenticati Non c’è festa paesana del passato, E sperar voglio anche del presente, In cui la banda non abbia suonato Per la gioia ed il plauso della gente. Sia per accompagnar le processioni Suonando con destrezza e con il cuore, Disponibili a tutte le occasioni Anche per chi si sposa o per chi muore. E per finir due rime in tutta fretta, Per questi suonator, che in allegria Sposan bene il pane e la porchetta Mangiando volentieri in compagnia. Ancor ce n’è di bande musicali Che suonano il trombone e la grancassa Ma come questa non ce n’è d’uguali “Non ti curar di loro, ma guarda e passa”. Questi versi così dalla mia mano Son scritti senza meriti nè colpe Per onorar la Banda di Fognano Del rispetto dovuto, e grazie molte. Giuseppe Rossi (Gruppo Trekking) AUGURI A: Settembre: 1 Daniele Meoni 5 Attilio Sessa 7 Alessia Breschi Ottobre: 7 Eleonora Fortino 7 Biancastella Pulice 11 Carlo Ferri 14 Matteo Logli 20 Sara Bellucci 7 LA SINFONIA Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO PT BANDA NEWS Le vacanze, purtroppo, sono finite: ma la Grande Banda, come ogni anno, riparte e vi porta a conoscenza dei nostri servizi e delle varie iniziative. Nell’ambito della festa del Patrono di Tobbiana (PT): Domenica 6 ottobre : solenne processione; Lunedì 17 ottobre : solenne processione e, alle ore 21:30, concerto sul sagrato della Chiesa; solenne processione a Santomato. Giovedì 31 ottobre la Banda, in collaborazione con il Comune di Montale organizza BAND’HALLOWEEN, ovvero la notte delle streghe!!! La festa si svolgerà davanti alla Badia di S. Salvatore in Agna dalle ore 21:00. A termine della serata, dopo una piccola sfilata per le vie del paese, come consuetudine, verrà bruciata la Strega!!! Per informazioni e prenotazioni: Francesca 349 3765282 Alberto 339 8709080 Domenica 18 ottobre : ore 20:30 Pan con l’uva Frugiate Bibite Dalle ore 15:00 nel cortile della Scuola Materna di Fognano e tanti altri prodotti tipici autunnali In caso di maltempo la manifestazione è rimandata al 17 ottobre Complimenti a Lucia Santini, nostra collega del giornalino, che lo scorso luglio ha tenuto una mostra di pittura alla Galleria Panda a Prato, insieme al pittore ucraino Vasil Khytruk. Lucia vive la pittura con grande passione, infatti i suoi quadri, ricchi di oli e acquerelli, ricercano legami con il mondo circostante, evidenziandoli con i sentimenti e le emozioni che generano in lei, per questo motivo la mostra è stata molto apprezzata e visitata. Ancora tanti complimenti, sperando che la prossima mostra abbia ancora più successo. 8 Arnetoli Davide Barbani Alberto De Dominicis Margherita Mainardi Nicola Meoni Daniele Nardi Francesca Regolini Elena Regolini Jacopo Santi Lisa Santi Luca Santini Lucia Taurone Carmine Per diventare Socio della Banda ritaglia il coupon, compilalo e consegnalo ad un consigliere. Bastano solo 3 €!!! Nome………………………. Cognome…………………. Indirizzzo…………………. Tel…………………………..