La scuola di fronte ai Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)

Viviana Rossi - Dirigente scolastico
La scuola di fronte ai
Disturbi Specifici di Apprendimento
(DSA)
Una “sfida” per la scuola
Compito certamente impegnativo in un momento in
cui la scuola è, purtroppo non sempre a torto, consiono in molti a pensare che il tema dei Distur- derata non più “adeguata” alla società attuale e non
bi Specifici di Apprendimento sia una vera e più rispondente ai bisogni emergenti.
propria “sfida” per la scuola: una di quelle che Siamo di fronte ad una realtà complessa, caratterizpuò addirittura cambiare la scuola italiana, zata dall’emergere di bisogni educativi speciali che la
se affrontata nel modo giusto. Non dimentichiamo comunità scolastica deve saper affrontare e tutelare;
che stiamo parlando di “disturbi di apprendimento” ed bisogni che richiedono una responsabilità diffusa in
è proprio la scuola il luogo deputato agli apprendi- tutto il team dei docenti e in tutti gli ordini e i gramenti! Ma perché ciò succeda è fondamentale agire di di scuola. Molti sono gli studenti dislessici che,
a livello di sistema: non basta solo la formazione dei grazie anche a un buon contesto (scuola – terapista
singoli docenti, ma serve una diversa organizzazio- - famiglia), riescono a “compensare” le loro difficoltà, raggiungendo una buona
ne scolastica. Occorre costruire
autonomia e un buon succesun “sapere dell’organizzazione”
so formativo. Ma per creare
nel suo complesso, che non sia
“Decreto attuativo e
questo contesto occorre supelimitato alle competenze di ciaLinee guida per il diritrare le difficoltà derivanti da
scun docente e che predisponga
to
allo
studio
degli
una visione individualistica
interventi a favore degli alunni
della professionalità docente;
con DSA in maniera strutturata,
alunni e degli studenti
pensarsi come una comunità
coordinata e continuativa. La
con
disturbi
specifiprofessionale di pratiche, al
presa in carico dell’alunno con
servizio della comunità educaDSA dovrà pertanto avvenire
ci di apprendimento:
tiva; lavorare in rete tra scuole
da parte di tutto il personale
una grossa opportudel territorio, con gli speciadocente. Ciò comporta non solo
nità
per
la
scuola!”
listi del servizio riabilitativo
la condivisione di una cultura
e con le famiglie; migliorare i
dell’inclusione da parte di tutti,
processi
di insegnamento e di
ma anche di competenze speciapprendimento.
fiche e di modalità coordinate di
tutela del diritto allo studio di questi alunni e, soprattutto, un’idea condivisa di scuola: una “scuola che ap- Una profonda riflessione sulla didattica
prende” con un unico progetto didattico ed educativo.
La Legge 170/2010, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolaLa scuola non può più essere
stico (GU n. 244 del 18-10-2010 ), non si ferma al ricoautoreferenziale e perenne
noscimento dei Disturbi Specifici di Apprendimento,
ma coglie l’occasione per impostare una profonda riCe lo ricordano bene le Linee Guida sui DSA, emanaflessione sulla didattica, che deve essere intesa come
te il 12 luglio 2011:“Risulta, infatti, indispensabile che sia
“attività, volta intenzionalmente, in forma organizzata,
l’intera comunità educante a possedere gli strumenti di co(…) e secondo procedimenti ritenuti efficaci, a sviluppare,
noscenza e competenza, affinché tutti siano corresponsabili
(…) approfondire, modificare abilità, conoscenze, atteggiadel progetto formativo elaborato e realizzato per gli alunni
menti e valori”. A tale scopo la legge prevede tutta una
con DSA.” (…) E ancora: “Un principio generale è che la
serie di azioni formative e informative (art. 5), focacompetenza sui DSA dovrà permeare il corpo docente di
lizzate sulle diverse metodologie didattiche, che posogni classe, in modo che la gestione e la programmazione di
sono essere utilizzate per facilitare l’apprendimento e
passi significativi (per es. il PDP) non sia delegata a qualche hanno una ricaduta positiva su tutti gli studenti,
cuno dei docenti, ma scaturisca da una partecipazione innon solo sui ragazzi con DSA. In questo senso le soltegrale del consiglio di classe”. (linee guida, pag. 24, 27).
S
la scuola 10/2011
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Attualità scolastica
lecitazioni che vengono poste nel Decreto attuativo e
nelle Linee guida possono rappresentare per la scuola un’occasione di crescita professionale, in quanto
una delle finalità della didattica dovrebbe essere la
ricerca del miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dell’insegnamento per creare le condizioni di un
efficace ed efficiente apprendimento nell’allievo.
Solo così la “sfida” che la Legge 170 rivolge alla Scuola
può essere definita “ottimale”: perché, alla luce degli
obiettivi proposti, le riconosce il possesso delle competenze necessarie per il loro pieno raggiungimento.
Le Linee Guida presentano alcune indicazioni concrete, elaborate sulla base delle più recenti conoscenze
scientifiche, per realizzare interventi didattici individualizzati e personalizzati; nonché per utilizzare
gli strumenti compensativi e per applicare le misure
dispensative. Esse indicano il livello essenziale delle
prestazioni richieste alle istituzioni scolastiche, differenziate in base all’ordine di scuola e alle varie discipline, per garantire il diritto allo studio degli alunni e
degli studenti con DSA.
L’aveva già affermato il Regolamento
dell’autonomia!
Le finalità della Legge 170/2010 sono inseribili in
quelle contenute nella riforma scolastica per eccellenza, il DPR 275/1999 (Regolamento dell’autonomia),
che, all’ art.1, comma 2, afferma: “L’autonomia delle
istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento
e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione
e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana,
adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e
alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine
di garantire loro il successo formativo, coerentemente con
le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e
con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento”.
La Legge 170/2010 va oltre e attribuisce alla Scuola
un compito ancora più impegnativo: “È compito delle
scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie
interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i
casi sospetti di DSA degli studenti,(…)”.
La Scuola, quindi, deve diventare l’“osservatorio per
eccellenza”, dove è possibile individuare precocemente le difficoltà specifiche di apprendimento (…) e sono
proprio gli insegnanti che devono osservare e segnalare tempestivamente i problemi! (linee guida, pag.
5, 6) “L’esito di tali attività non costituisce, comunque,
una diagnosi di DSA” (L. 170/2010, art. 3, c.3).
Osservazione in classe
I Disturbi Specifici di Apprendimento hanno una
componente evolutiva che comporta la loro manifestazione come ritardo e/o atipia del processo di svi-
luppo, definito sulla base dell’età anagrafica e della
media degli alunni o degli studenti presenti nella
classe. Alcune ricerche hanno inoltre evidenziato
che ai DSA si accompagnano stili di apprendimento
e altre caratteristiche cognitive specifiche, che è importante riconoscere per la predisposizione di una
didattica personalizzata efficace. Ciò assegna alla
capacità di osservazione degli insegnanti un ruolo
fondamentale, non solo nei primi segmenti dell’istruzione - scuola dell’infanzia e scuola primaria - per il
riconoscimento di un potenziale disturbo specifico
dell’apprendimento, ma anche in tutto il percorso
scolastico, per individuare quelle caratteristiche cognitive su cui puntare per il raggiungimento del successo formativo (linee guida, pag. 5).
Osservazione delle prestazioni atipiche
Per individuare un alunno con un potenziale Disturbo Specifico di Apprendimento, non necessariamente
si deve ricorrere a strumenti appositi, ma può bastare,
almeno in una prima fase, far riferimento all’osservazione delle prestazioni nei vari ambiti di apprendimento interessati dal disturbo: lettura, scrittura, calcolo.
Osservazione degli stili di apprendimento
Gli individui apprendono in maniera diversa uno
dall’altro secondo le modalità e le strategie con cui
ciascuno elabora le informazioni. Un insegnamento
che tenga conto dello stile di apprendimento dello studente facilita il raggiungimento degli obiettivi educativi e didattici. Ciò è significativo per l’argomento in
questione, in quanto se la costruzione dell’attività didattica, sulla base di un determinato stile di apprendimento, favorisce in generale tutti gli alunni, nel
caso invece di un alunno con DSA, fare riferimento
nella prassi formativa agli stili di apprendimento e
alle diverse strategie che lo caratterizzano, diventa un
elemento essenziale e dirimente per il suo successo
scolastico (linee guida, pag. 6).
L’azione richiesta alla Scuola implica, quindi, per
ogni docente, la necessità di rivedere le proprie impostazioni didattiche e di allontanarsi da una didattica
standardizzata alla quale si è abituato; di trasformarsi
da dispensatore di saperi in mediatore e regista del
processo di insegnamento e di apprendimento.
Ma per far ciò servono formazione, aggiornamento, ricerca!
“La formazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici è
un elemento fondamentale per la corretta applicazione della
Legge 170/2010 e per il raggiungimento delle sue finalità.
Al riguardo, si pone in primo piano il tema della formazione in servizio (…).
A tal fine, gli Uffici Scolastici Regionali attivano gli interventi di formazione realizzando sinergie con i servizi
sanitari territoriali, le università, gli enti, gli istituti di ricerca e le agenzie di formazione, individuando le esigenze
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Attualità scolastica
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formative specifiche, differenziate anche per ordini e gradi
di scuola e tenendo conto di priorità dettate anche dalle precedenti attività formative svolte sul territorio (…)”.
Corso di perfezionamento e Master in “Didattica e psicopedagogia per i Disturbi Specifici di Apprendimento”
Il Ministero, in accordo con la Conferenza nazionale
permanente dei Presidi di Scienze della Formazione
(CNPSF), promuove percorsi di alta formazione attraverso l’attivazione, presso le Facoltà di Scienze della
Formazione, di Corsi di Perfezionamento - o Master
universitari - in “Didattica e psicopedagogia per i Disturbi Specifici di Apprendimento”, rivolti a dirigenti scolastici e a docenti delle scuole di ogni ordine e grado, a
partire dall’A.A. 2011/2012 (linee guida, pag. 28, 29).
Centralità della scuola
anche nella comunicazione
La centralità della Scuola risulta evidente e viene ribadita anche sul piano delle comunicazioni: in primo
luogo con la famiglia e con lo studente, ma anche con
gli operatori del SSN e con la dirigenza scolastica. La
circolarità della comunicazione deve essere massima
anche tra i docenti, in modo da attivare un’azione
strategica didattica e metodologica, concorde e univoca, più adeguata alla situazione, pur nella diversità
che caratterizza le diverse discipline.
Ogni istituzione scolastica, oltre a garantire la presenza di un Referente DSA, deve inserire nel proprio POF
tutte le procedure necessarie: dall’accoglienza dell’alunno con DSA, alla progettazione di un percorso che
gli garantisca il raggiungimento del proprio successo
formativo … compreso il modello di Piano Didattico
Personalizzato (PDP) realizzato dalla scuola.
Per rendere la vita scolastica adeguata ad uno studente dislessico sono necessari: la flessibilità nelle proposte didattiche, il successo e le gratificazioni, la finalizzazione delle attività; ma, soprattutto, la disponibilità
di un insegnante preparato, che sappia evitare sia un
eccesso di frustrazioni, sia un eccesso di tolleranza.
Occorre, quindi, vedere la legge 170/2010 come una
sfida, come un punto di partenza per un percorso lungo che non deve scoraggiare gli operatori … a condizione, però, che tutta la comunità scolastica sia in
grado di progettare precisi piani di intervento.
Sono sicura che il mondo della scuola mostrerà anche
questa volta la necessaria costanza e determinazione
nel realizzarli!
AZIONE
SVOLTE DA
Organizzazione, anche in rete, di opportuni percorsi di for- Dirigente scolastico - Referente dislessia
mazione mirati allo sviluppo professionale di competenze
specifiche in materia
Accoglienza famiglie: colloqui preliminari con genitori
Referente dislessia
Ricezione documenti diagnostici
Dirigente scolastico
Custodia documentazione protocollata in segreteria
Dirigente scolastico - Referente dislessia
Condivisione documentazione
Dirigente scolastico - Referente dislessia Coordinatore di classe
Presentazione allievo con DSA al Consiglio di classe
Coordinatore di classe
Conoscenza delle indicazioni della diagnosi
Consiglio di classe
Attività di accoglienza nella classe e inizio percorso di con- Referente dislessia - Consiglio di classe - studente - compagni
sapevolezza
Osservazione sistematica
Consiglio di classe
Programmazione di percorsi didattici personalizzati/indivi- Team docenti/Consiglio di classe - genitori - allievo - (scuola
dualizzati
secondaria di II grado) - specialisti - Referente dislessia (consulenza) (*)
Utilizzo di strategie didattiche e metodologiche mirate
Consiglio di classe
Individuazione, esplicitazione e formalizzazione di misure Consiglio di classe in condivisione con la famiglia (*) (e con lo
studente nelle superiori)
dispensative e strumenti compensativi idonei
Definizione di criteri e modalità di valutazione personalizzati Consiglio di classe in condivisione con la famiglia (*)
Verifiche periodiche su andamento globale
Coordinatore di classe - Referente dislessia
Promozione e attuazione di strategie educativo - didattiche Consiglio di classe
di potenziamento(individualizzazione)
Incontri di continuità con colleghi di ordine precedente o Referente e Coordinatore di classe
successivo
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(*) La famiglia … condivide le linee elaborate nella documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati ed è chiamata a formalizzare con la
scuola un patto educativo/formativo che preveda l’autorizzazione a tutti i docenti del Consiglio di Classe - nel rispetto della privacy e della riservatezza del caso ad applicare ogni strumento compensativo e le strategie dispensative ritenute idonee, previste dalla normativa vigente, tenuto conto delle risorse disponibili”.
(Linee
Guida,10/2011
pag. 25).
Dirigere
la scuola
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