Cino Zucchi a Venezia

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Progetti
Gian Luca Brunetti
Gli interventi di Cino Zucchi fanno seguito ad una consultazione a inviti indetta nel 1995 per un contributo di idee
finalizzato alla riqualificazione delle exofficine Junghans sull’isola della Giudecca a Venezia. Il programma prevedeva la riconversione di alcuni edifici
industriali a residenza e terziario e la costruzione di nuovi edifici residenziali a
completamento di lotti liberati da demolizioni.
Gli interventi progettati da Cino
Zucchi sono cinque, quattro dei quali
di progettazione del nuovo e uno di
riconversione. Delle realizzazioni previste, una (di edilizia residenziale conven-
cino zucchi
Interventi residenziali
all’isola della Giudecca,
Venezia
Planimetria generale degli interventi.
Nella pagina a fianco:
veduta da ovest.
zionata) è completata, un’altra (quella
di riconversione) è vicina al completamento, e tre sono al momento in
costruzione. Si può affermare che il
progettista abbia, nell’occasione, reinterpretato il tema della residenza tradizionale in una città ricca di storia
come Venezia assumendo senza riserve
la realtà del luogo, non rinunciando,
tuttavia a imprimervi una visione sperimentale, curiosa, indagatrice. Il rapporto stabilito da Zucchi tra interventi
di nuova progettazione e preesistenze
appare infatti naturale, spontaneo eppure dialogico e carico di sfumature e
imprevisti. Imprevisti che paiono spesso
nascere dalla commistione, dall’incrocio
di elementi derivati dalla tradizione del
luogo con spunti generati da possibilità
tecnologiche e da sensibilità figurative
aliene, contemporanee. Il risultato è nel
contempo sobrio e spiazzante. Gli edifici sono tutti in muratura portante e
ciascuno di essi è contraddistinto da un
proprio, specifico carattere.
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CIL 88
L’edificio completato Una parte del
fascino della costruzione completata è
riconducibile alla sua impostazione tipologica,ibrida tra la torre e a corte.L’edificio, di forma quasi cubica(1) e collocato in un lotto d’angolo tra due canali
interni della Giudecca, racchiude un semipatio – o corte aperta – affacciato
verso sud e accostato ad una memoria
del complesso industriale preesistente
costituita da una ciminiera in mattoni a
vista,di sezione circolare,molto plastica.
Un ruolo determinante nella definizione della natura dell’edificio giocano,
però, anche le soluzioni materiche che
vi si ritrovano, derivate dalla tradizione,
ma impiegate in forme svincolate da
essa, specialmente dai suoi ritmi e dalle
sue regolarità. Spiccano tra tali scelte
l’impiego dei mattoni pieni per la
muratura portante, del tonachino di
calce aerea non verniciato, grigio, per le
facciate esterne, del marmorino bianco
per le facciate sul semipatio, della pietra
bianca – soluzione anch’essa tipica dell’architettura residenziale veneziana –
per le cornici, gli architravi e i davanzali delle finestre e per il basamento; e
quello del rame per la copertura a falde
dissimulata dietro i parapetti del coronamento, dell'acciaio (zincato) per le
ringhiere e (inossidabile) per le scossaline, del legno chiaro (di Hemlock) per i
serramenti e del legno verniciato per le
imposte.
Il gioco delle aperture La stratificazione di motivi che ha luogo sulle facciate dell’edificio è evidente nel trattamento delle aperture murarie.
La partitura che queste descrivono è
contraddistinta da variazioni di allineamento, dimensione, foggia, da variazioni materiche e di posizione delle vetrazioni rispetto al filo di facciata. Da un
punto di vista tecnologico, tale varietà
di disposizione è stata resa possibile dal
pieno sfruttamento della libertà compositiva consentita dall’impiego di cordoli in calcestruzzo armato a tutto spessore collocati nelle murature in corrispondenza dei solai, atti a garantire una
omogenea ripartizione dei carichi, di
piano in piano, sulla muratura stessa.
I tipi di apertura sulle quali è giocata la
composizione delle facciate esterne
sono principalmente tre: la finestra quadrata ad anta singola e le porte-finestre
a due ante e a tre ante.
L’elemento dominante è quello delle
finestre ad anta singola, bordate dalle
campiture bianche delle ampie cornici
costituite da lastre di rivestimento di
50 cm di larghezza accostate a squadra;
finestre che reinterpretano, in modo
ammiccante ma non sarcastico, il tema
delle aperture delle residenze tradizionali veneziane, caratterizzate dalla presenza di architravi,(2) davanzali e imbotti in pietra bianca di spessore uniforme.
La parte interna delle cornici forma, nel
caso in questione, la mazzetta per la collocazione di controtelaio e telaio fisso
del serramento, che risulta perciò molto
vicino al filo di facciata.
Il filo esterno di tali cornici è coincidente con quello dell'intonaco ed esse
sono messe in opera senza scuretto,
assumendo quindi una valenza eminentemente pittorica.
Le cornici delle porte-finestre a due
ante sono caratterizzate da elementi
verticali di rivestimento più slanciati ed
elementi orizzontali – davanzali e
architravi – visivamente sottili, ma mas-
Prospetto nord.
Pianta primo piano.
Nella pagina a fianco:
veduta dell’edificio da
sud-ovest.
Planimetria dell’area. Sono evidenziati, in grigio,
gli edifici oggetto di intervento. In grigio più scuro
e in nero, gli edifici progettati da Cino Zucchi.
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CIL 88
sicci. Ruolo essenziale nel loro impatto
visivo è quello delle imposte alla vicentina, costituite da elementi in legno verniciato opaco che si impacchettano a
libro a formare le imbotti dei vani finestra.(3) Lo stesso elemento degli scuri
ricorre anche nelle porte-finestre a tre
ante, ampie e prive di cornici laterali e
architravi a vista, sottolineate dal solo
davanzale in pietra.
La corte aperta Il colore candido del semipatio,sulla cui parete di fondo è collocato l’ingresso, ne dilata la spazialità raccolta e ombreggiata ed evidenzia l’astrazione delle aperture murarie in esso presenti e la profondità delle incisioni attuate
da queste nel muro a tre teste; la massività di quest’ultimo è rafforzata dal completo arretramento del piano della vetratura delle finestre,rarefatte,di forma quadrata, prive di cornici e dotate di davanzale in pietra collocato mimeticamente
in opera senza gocciolatoio e scuretto.
Veduta del semipatio
La copertura La copertura della costruzione, in rame, è a falde(4) e dissimulata dietro il parapetto del coronamento,
concepito per suggerire la presenza di
un tetto piano. La linea del coronamento è ribadita dagli scuretti disegnati
dalle scossaline metalliche. Quelli sui
fronti esterni, definiti superiormente da
scossaline piuttosto aggettanti e inferiormente da una bordatura in pietra
delimitante l’intonaco della facciata,
sono di dimensioni generose, così da risultare ben percepibili anche a distanza;
mentre quelli sui fronti interni, definiti
da scossaline occultanti il canale di
gronda scatolare della copertura, sono
più sottili, concepiti in funzione di
un’osservazione più ravvicinata. ¶
Note
1. Il rapporto tra base e altezza è di circa 6:5.
2. In quel caso sgravati da archi di scarico
occultati dall’intonaco.
3. Le imposte tipicamente veneziane hanno
geometria a libro, ma anziché ripiegarsi a
pacchetto sulle imbotti si dispiegano parzialmente sulla facciata.
4. Come del resto il regolamento edilizio di
Venezia impone.
Sezione trasversale dell’edificio.
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CIL 88
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Prospetto, sezione verticale e sezione orizzontale di una finestra.
7. intonaco
Legenda:
8. riduzione spessore mattoni per posa cornice
1. lastra in pietra di Trani
11. serramento in legno di Hemlock
2. tonachino a sabbia e calce mm 20
15. cordolo in c.a.
3. muratura portante in bimattoni
17. solaio in laterocemento con travetti prefabbricati
4. intonaco
e caldana da 4 cm
5. isolamento in poliuretano espanso a cellule
18. massetto in calcestruzzo alleggerito con argilla
chiuse
espansa
6. controtavolato in forati
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PROGETTI
19. allettamento e pavimento
23. davanzale interno in pietra di Trani
24. fori per aerazione cucine (diam. 4 cm)
25. rete metallica di protezione
26. griglia di aerazione in lamiera di acciaio zincato
27. tubo in lamiera di acciaio zincato di sezione
rettangolare (cm 27,5 x 34)
28. giunto siliconico.
L’EDIFICIO IN CAMPO DELLA SPERANZA
L’edificio, in via di costruzione, di tre piani fuori terra
e distribuito in serie (due alloggi per piano), è stato
edificato in sostituzione di un edificio preesistente,
del quale riprende l’allineamento sul retro e il ridotto
ingombro della testata sul canale, raccordandolo con
la maggiore profondità del nuovo corpo di fabbrica.
Tale scarto scioglie la rettilineità della facciata –
caratterizzata dal tema ritmico dei vuoti costituiti dai
loggiati a doppia altezza e dei pieni murari segnati da
piccole bucature quadrate e regolari – e costituisce un
elemento di convergenza prospettica che accresce
l’effetto di profondità dello spazio urbano delimitato
dall’edificio in esame, Campo della Speranza: gioco
prospettico sottilmente complicato dal graduale
abbas-samento della linea di gronda nella zona della
testata.
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CIL 88
Planimetria generale.
Plastico di progetto.
Piante del piano terreno,
primo e secondo.
GLI EDIFICI A “L”
La posizione del lotto, localizzato all’incrocio di due
canali interni e affacciato verso sud, appare aver
giocato un ruolo notevole nelle scelte progettuali
relative agli edifici G1 e G2. Essa rende possibili,
infatti, soluzioni di occupazione del suolo molto
vantaggiose per la qualità dello spazio aperto. Nel
caso specifico, la collocazione degli edifici sul lato
nord e ovest dell’area ha infatti consentito di
attestarli su strada senza penalizzare l’accesso
solare al cortile. Lo spazio di quest’ultimo è
delimitato dalle quinte delle due costruzioni, che
risultano vicine, ma discoste, così da sancire la
separatezza tra ambito semiprivato interno ed
ambito pubblico esterno senza interrompere
completamente la continuità visiva tra i due.
Gli edifici sono entrambi distribuiti in linea.
La geometria a capanna della copertura è
dissimulata da parapetti in corrispondenza delle
testate.
Tema forte delle facciate sul cortile è quello dei telai
in acciaio e delle piattaforme in legno utilizzati per
la costruzione delle profonde incastellature delle
logge.
Nelle facciate esterne al lotto ritorna il tema
dell’ordine gigante; in questo caso, delle nicchie
delle scale collocate in corrispondenza degli
ingressi degli edifici.
Dall’alto in basso:
veduta prospettica degli
edifici dal canale.
Pianta del primo piano.
Pianta del piano terreno.
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PROGETTI
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