E
Lichtbericht 90
Neues Museum, Berlino
Sguardi che attraversano tre millenni: la regina egiziana Nefertiti
si presenta sorprendentemente
moderna sotto una nuova illuminazione. L’antico busto è ritornato
nella sua casa, a lungo trascurata
ma ora completamente restaurata,
nell'isola dei musei berlinesi.
Studio e conservazione, presentazione e messa in scena: i musei sono
l’archivio culturale dell’umanità e
la luce è lo strumento irrinuncia­bile per l’interpretazione delle loro
architetture e degli oggetti in esposizione.
Pubblicato nell’aprile 2010
In questa edizione
Indice
Introduzione
1
In questa edizione
2
Flash
4
Sprazzi di luce
Luce & Tecnica
Articolo
6
10
Monumentale, rigoroso:
il «Neues Museum», Berlino
Dopo decenni in stato rovinoso, il Neues
Museum è risorto e splende sotto la luce
migliore.
Un faccia a faccia con Nefertiti
Un’intervista con la progettista illuminotecnica del Neues Museum, la Sig.ra
Gabriele von Kardorff (Kardorff Ingenieure, Berlino).
Sfondo
16
Quintessence
Apparecchi da incasso nel soffitto
18
Apparecchi da incasso nel soffitto
Quintessence
per l’illuminazione delle superfici verticali
20
Apparecchi da incasso nel soffitto
Quintessence
per LED
22
Zoom
LED bianchi: creazione di luce
23
Doppio zoom
L’applicazione dei LED bianchi e dei LED
con sintesi cromatica RGBW
Progetti
12
Il Centro d’Arte Contemporanea di
Punta della Dogana
Un metodo progettuale per l’illuminazione dei beni culturali
Un contributo di Cinzia Ferrara e Pietro
Palladino, Milano
ERCO Lichtbericht
Impressum
Editore: Tim H. Maack
Redattore capo: Martin Krautter
Design: Simone Heinze, Christoph Steinke
Stampa: Mohn Media Mohndruck GmbH, Gütersloh
1028746000
© 2010 ERCO
24
Comfort visivo efficiente nei musei
Esporre e diffondere – collezionare,
custodire e ricercare: i progetti di illuminazione per un comfort visivo efficiente
supportano i compiti dei musei in modo
sostenibile ed economico.
26
Punta della Dogana, Venezia
Tadao Ando ha trasformato l’antico
complesso doganale di Venezia in un
museo di arte contemporanea che,
con le sue tecnologie di illuminazione
sostenibili, è molto ben attrezzato per
affrontare le sfide del futuro.
30
Museo delle Scienze Naturali,
­Bruxelles
Il Museo delle Scienze Naturali del Belgio, appena rinnovato, offre ai piccoli
ed ai grandi visitatori non solo dinosauri
ma molto altro ancora: le conoscenze e
le teorie più attuali, presentate in modo
attraente.
32
Luci di chiusura
Tim Henrik Maack
Nefertiti è tornata al suo posto. Dopo un gran­de lavoro di ristrutturazione diretto dall’archi­tetto David Chipperfield e durato, tra progettazione e realizzazione, più di un decennio, il
­Neues Museum di Berlino ha riaperto i battenti.
La progettazione illuminotecnica è stata curata per tutto questo periodo da Gabriele von
­Kardorff dello studio Kardoff Ingenieure di Berlino. Il risultato è un museo chiaro e moderno,
che però consente uno sguardo sul suo passato
anche architettonico. Per Berlino e per l'isola dei
musei berlinesi questo museo è una ricchez­za
culturale, e Nefertiti dopo 3.000 anni ha final­mente trovato un posto adeguato alla sua grandezza.
Nel nostro programma di apparecchi da
incasso nel soffitto Quintessence abbiamo fatto
convergere 40 anni di esperienza nell’illuminazione integrata nei soffitti. Con esso si ha la prima serie di downlight realizzata rigorosamente
in base ai criteri di comfort visivo efficiente. Il
punto di forza del programma sta nell’impiego
di lampade efficienti che in futuro troveranno
sempre maggiore applicazione. Questo approccio viene realizzato anche con la presenza nel
programma Quintessence di più di 350 articoli
per LED. Le lenti Spherolit ed i collimatori ottici
costituiscono gli strumenti tecnici alla base
dell’impiego di questa tecnologia. La optoelettronica, che si fonda su ottica, elettronica ed
informatica, costituisce il campo innovativo nel
quale ci si deve impegnare per essere all’altezza
dei tempi nel settore dei prodotti con tecnolo­
gia LED. Le possibilità di collegare gli apparecchi
Quintessence al sistema di programmazione
dell’illuminazione Light System DALI schiudono
inoltre l’intero potenziale di risparmio energetico degli apparecchi Quintessence integrati negli
impianti di illuminazione.
La tecnologia LED sta avanzando anche dove
si pongono dei requisiti di qualità della progettazione illuminotecnica, come ad esempio nei
musei. Un esempio in tal senso lo si trova nel
Museum Kunst Palast di Düsseldorf. Qui per
motivi energetici e di conservazione delle ope­
re si è scelto di illuminare una mostra di opere
­grafiche con i faretti Optec per LED. I vantaggi
della dimmerabilità, della lunga durata utile e
dell’efficienza di queste lampade, combinata
con le caratteristiche della loro luce priva di
componenti ultraviolette ed infrarosse, consentono di soddisfare anche le esigenze dei responsabili della conservazione delle opere esposte.
Tadao Ando ha trasformato l’ex complesso doganale di Venezia in un museo di arte contemporanea. Qui si può ora visitare la collezione d’arte di
François Pinault. Dall’esterno i lavori di ristrutturazione dell’edificio non sono quasi visibili, ma
all’interno il museo risplende del rigore minimalista tipico di Tadao Ando ed offre una splendida
cornice per la collezione. Con le nuove superfici
in calcestruzzo a vista e con le pareti in mattoni a
vista della vecchia struttura dell’edificio, illuminate in modo diffuso ed omogeneo, si offre tutta
una rassegna di esempi di illuminazione delle
superfici verticali. Con l’impiego di un sistema di
comando DALI e con l’integrazione intelligente
di luce diurna e luce artificiale si ottiene inoltre
un concetto dell’illuminazione molto efficiente
dal punto di vista energetico.
Anche alla fiera Light+Building di Francoforte
ci presentiamo puntando sull’innovazione nel
settore della tecnologia LED: ci potete trovare nel
Padiglione 3.0, Stand A11. Saremo lieti di potervi
dare il benvenuto al nostro stand!
Foto (Pagina): Andreu Adrover Esquena (3), Xu
Bing (3), Jan Bitter (2), Ulf Büschleb (3), Julia Holt­
kötter (1), Aksel Karcher (16, 23), David Kuntzsch
(U3), Thomas Mayer (2, 3, 4–5, 24, 25, 26–29)
Rudi Meisel (U1, 6–11, 25, U3), Rogerio Reis (25),
Alexander Ring (2, 17–18, 20-21, 26, U3), Dirk
Vogel (2, 25, 26, 30–31), Michael Wolf (U4).
Traduzione: Lanzillotta Translations, Düsseldorf
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Flash
Piacenza
Il capoluogo emiliano ha trasferito
nel suo antico macello, un’interes­
sante architettura industriale, alcu­
ni istituti della sua università ed
un’esposizione di scienze naturali.
Oltre ai faretti montati sui sistemi
di binari elettrificati, i washer per
soffitti Parscoop generano un’illu­
minazione generale indiretta.
Hagen
A Emil Schumacher (1912–1999),
pioniere della pittura astratta tede­
sca, è stato dedicato un museo nel­la sua città natale: nelle immediate
vicinanze del Karl Ernst Osthaus
Museum la nuova costruzione pre­
senta su tre piani la sua completa
collezione e le esposizioni speciali.
Emil Schumacher Museum, Hagen
Architetto: Lindemann Architekten,
Mannheim
Progettazione illuminotecnica:
Licht Kunst Licht, Bonn/Berlino
www.esmh.de
Museo di Storia Naturale, Piacenza
www.piacenzamusei.it
Ruhr Museum, Essen
Architetto: OMA, Rem Koolhaas,
­Rotterdam; Böll & Krabel, Essen
Progettazione illuminotecnica:
Licht Kunst Licht, Bonn/Berlino
Design dell’esposizione: HG Merz,
­Stoccarda
www.ruhrmuseum.de
Madrid
Nella sua sede di Boadilla del Monte,
una struttura organizzata come un
campus nei pressi di Madrid, la più
grande banca spagnola gestisce una
propria galleria per presentare la
ricca collezione della sua fondazio­
ne per l’arte. L’illuminazione delle
superfici verticali con i wallwasher
Optec valorizza perfettamente le
Zurigo
opere in esposizione e le splendide Nient’affatto conservatore: la col­
tappezzerie del XVII° secolo.
lezione stabile del Museo nazionale
è stata radicalmente rinnovata e
Fundación Banco Santander
nuovamente allestita in seguito ai
Architettura e progettazione illumino­
tecnica: Kevin Roche John Dinkeloo and lavori di ristrutturazione dell’edi­
ficio. Si impiegano faretti Optec su
Associates, Dublino
Museologia: Juan Ariño, Madrid
binari elettrificati Hi-trac.
www.fundacionbancosantander.com
Museo nazionale, Zurigo
Architetto: Christ & Gantenbein, Zurigo
Allestimento dell’esposizione e sceno­
grafia: Holzer Kobler Architekturen,
Zurigo
Progettazione illuminotecnica: d'lite,
Zurigo
www.nationalmuseum.ch
2 ERCO Lichtbericht 90
Essen
Un preludio al «RUHR.2010», il pro­
gramma di eventi che quest’anno
vedrà Essen nel ruolo di Capitale
culturale europea: la miniera car­
bonifera Zollverein, patrimonio
culturale dell’umanità, presenta il
Ruhr Museum – un «must» per gli
appassionati della cultura indu­
striale.
Ulm
L’industriale Dr. Friedrich E.
Rentschler ha allestito per la sua
straordinaria collezione di arte
contemporanea una propria galle­
ria in un loft industriale. La dota­
zione di alta tecnologia comprende
i faretti Cantax montati su binari
elettrificati Hi-trac, comodamente
comandati da un impianto Light
System DALI.
FER Collection, Stadtregal, Ulm
Architetto: PEG Projektentwicklung­
sgesellschaft Ulm mbH; Ott Ingenieure
Langenau
www.fer-collection.de
Barcellona
Costruita tra il 1899 ed il 1905
dall’architetto catalano Enric
Sagnier, la Casa Garriga Nogués è
un palazzo cittadino nell’Eixample.
Di recente è diventata la sede della
Fundación Francisco Godia. Que­
sta fondazione gestisce il lascito di
Francisco Godia (1921–1990), una
brillante figura imprenditoriale che
Pechino
ebbe successo sia come pilota auto­
Il museo della «China Central Aca­
demy of Fine Art», abbreviato CAFA, mobilistico che come collezionista
si è sviluppato dalla galleria di studi d’arte di gusto squisito. I rinnovati
fondata già nel 1958 dall’omonima locali della galleria presentano la
Accademia d’Arte. La sua ampia col­ collezione di Godia ed offrono un
lezione comprende opere storiche e ambiente attraente per esposizioni
contemporanee di artisti cinesi ma itineranti o manifestazioni. I binari
anche quadri europei. Per l’esposi­ elettrificati con faretti Cantax
zione stabile e per quelle itineranti garantiscono la flessibilità dell’illu­
l’architetto giapponese Arata Isozaki minazione. Il terrazzo interno, che
ha realizzato ora un nuovo edificio ospita una scultura camminabile
da 4.150m² di superficie espositiva. dell’artista Cristina Iglesias, è illu­
Esternamente la sua grande forma minato con washer per pavimenti
scultorea è rivestita in pietra natu­ Kubus.
rale. All’interno si schiudono al visi­
tatore sempre nuovi esperienze spa­ Fundación Francisco Godia, Barcellona
Architetto e progettazione illumino­
ziali e prospettive. A seconda degli tecnica: Jordi Garcés, Barcellona
impieghi si combina l’illuminazione www.fundacionfgodia.org
diffusa degli elementi luminosi nel
soffitto con l’illuminazione d’accen­
to dei faretti Stella, Optec e Parscan
montati su binari elettrificati.
CAFA Art Museum, Pechino
Architetto: Arata Isozaki & Associates,
Tokio
Progettazione illuminotecnica: Fisher
Marantz Stone Partners, New York
www.cafamuseum.org
Amburgo
Con la ristrutturazione del Zoll­
museum nella Speicherstadt la
direzione federale della dogana si
è dotata di un nuovo prestigioso
biglietto da visita. La storia della
dogana tedesca viene messa in
­scena in modo moderno, con più
di 1.000 oggetti, grafici e presenta­
zioni multimediali in esposizione.
Il sistema di illuminazione flessibile
è opera di ERCO: binari elettrificati
Hi-trac con faretti Quinta e Pollux.
Deutsches Zollmuseum, Amburgo
Design dell’esposizione e progettazione
illuminotecnica: Triad, Berlino
www.zoll.de
Toronto
Un fulminante ritorno in patria: a
Toronto, sua città natale, Frank O.
Gehry ha ricevuto l’opportunità di
ampliare e riallestire l’Art Gallery of
Ontario, una delle più importanti
istituzioni artistiche del Canada. Gli
strumenti di illuminazione ERCO
mettono in scena le opere esposte
negli ambienti interni ed esterni.
Art Gallery of Ontario, Toronto
Architetto: Gehry Partners, LLP,
Los Angeles
Progettazione illuminotecnica:
­L'Observatoire Interna­tional, New York
www.ago.net
Granada
José Guerrero (1914–1991) è diven­
tato noto come pittore dell’espres­
sionismo astratto. La sua città nata­
le, Granada, gli ha ora dedicato un
centro d’arte contemporanea che,
con la sua architettura moderna e
lineare, si pone in contrasto con la
città vecchia circostante, caratteriz­
zata dallo stile moresco. Il progetto
di illuminazione punta sull’illumi­
nazione delle superfici verticali.
Centro José Guerrero, Granada
Architettura e progettazione illumino­
tecnica:
Antonio Jiménez Torrecillas, Granada
www.centroguerrero.org
Roma
Il Palazzo Massimo alle Terme fa
parte del «Museo Nazionale Roma­
no». La Sala di Augusto, situata al
pian terreno, presenta tra l’altro
l’antico altare di Ostia, messo in
scena in modo raffinato con il con­
trasto tra gli accenti di luce bianca
calda dei faretti Parscan e la luce
più fredda dell’illuminazione indi­
retta.
Palazzo Massimo, Roma
Progettazione illuminotecnica: arch.
Francesca Storaro, Castel Gandolfo
(Roma)
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Sprazzi di luce
Chiesa di San Giovanni Evangelista, Parma
Affresco della cupola, «Visione di San Giovanni» del
Correggio, ca. 1520
Progettazione illuminotecnica: arch. Francesca Storaro,
Castel Gandolfo (Roma)
Fotografo: Thomas Mayer, Neuss
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ERCO Lichtbericht 90 5
Monumentale, rigoroso: il «Neues Museum», Berlino
Cinque edifici che ospitano collezioni famose in tutto il mondo: l'isola dei musei berlinese è un patrimonio culturale dell’umanità
riconosciuto dall’UNESCO. Il Neues Museum
è risorto, dopo decenni, dalle sue rovine. Esso
polarizza l’attenzione per l’approccio radicale alla conservazione dei beni culturali, ma al
suo fascino ci si può difficilmente sottrarre.
La sala dello scalone: l’il­
luminazione diffusa delle
pareti completa la luce
laterale che penetra dalle
grandi finestre sul lato
corto della sala. Con delle
simulazioni della luce i
progettisti hanno definito
i tipi di riflettori necessari
e la disposizione degli
apparecchi di illumina­
zione per un’omogeneità
ottimale. I wallwasher
con durevoli lampade ad
alogenuri metallici sono
montati su di una strut­
tura piana integrata nel
soffitto, a 25m di altezza.
Architetto: David Chipperfield, Londra/Berlino
Progettazione illuminotecnica: Kardorff
Ingenieure, Berlino
Progettazione della conservazione del monu­
mento storico: Julian Harrap Architects, Londra
Direzione dei lavori: Lubic & Woehrlin, Berlino
Progettazione del restauro: Pro Denkmal GmbH,
Bamberga
Foto: Rudi Meisel, Berlino
www.neues-museum.de
Quando più di 20 anni fa è caduto il Muro di
Berlino il Neues Museum, costruito da Friedrich
August Stüler tra il 1841 ed il 1855, sembrava
un caso disperato: distrutto da bombardamenti
ed incendi, le rovine dello splendido edifico sta­
vano lì, monumento dalla cupa bellezza, dalla
fine della guerra. Per lungo tempo sono mancati
nell’ex DDR la volontà ed i mezzi anche solo per
delle misure di sicurezza sulle rovine e nella sala
dello scalone crescevano erba ed alberelli. Solo
nel 1985 le misure di consolidamento delle fon­
damenta posero le basi per una ricostruzione.
Nel concorso tenutosi nel 1993/94 l’architetto
britannico David Chipperfield vinse la gara per
trasformare quelle rovine in un museo moderno
e funzionale. Nel suo progetto era ­garantita la
massima cura nella conservazione dei substrati
storici. Quando nel 1997 gli venne assegnato il
progetto, coadiuvato dall’esperto di conserva­
zione dei monumenti Julian Harrap, Chipperfield
mantenne questa promessa con una rigorosità
che non conosce eguali e che sfida intellettual­
mente coloro i quali, quando si parla di conser­
vazione dei monumenti, pensano soprattutto
alla comodità dei lavori ed alle vetrate istoriate.
I temi del museo sono quelli della preistoria,
della storia antica e dell’antico ­Egitto. Chipper­
field ha realizzato un’archeologia architettoni­
ca in modo rigoroso: la meticolosa raccolta e
conservazione dell’esistente ha richiesto buona
parte della decennale progettazione e costru­
zione. Chipperfield ha raccolto i frammenti del­la complessa opera tecnica ed architettonica di
Stüler completandone le strutture in un pro­
cesso che traspira una severità prussiana. L’ha
fatto senza speculare su eccessivi contrasti tra
vecchio e nuovo, ma ha sviluppato il progetto
di Stüler in forma astratta. Il risultato è una
costruzione che non rinnega la propria storia,
ma la presenta in modo dimostrativo; che non
teme la complessità, ma la rende percepibile
con i sensi.
Molti progettisti di alto livello hanno accom­
pagnato questo colossale progetto per anni
– tra questi anche la progettista illuminotecni­
ca Gabriele von Kardorff dello Studio Kardorff
Ingenieure di Berlino (vedere l’intervista alle
pagine 10 e 11). Alla fine, nonostante il dispen­
dio che queste procedure hanno comportato,
Chipperfield è riuscito a rimanere sotto ai costi
di costruzione preventivati per diversi milioni
di euro, il che va a tutto vantaggio del finanzia­
mento di altri progetti nell'isola dei musei.
MK
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Un faccia a faccia con Nefertiti
Un’intervista con la progettista illuminotecnica del Neues Museum, Gabriele
von ­Kardorff. Il colloquio è stato condotto da Martin Krautter, redattore capo di
Lichtbericht.
I pezzi in esposizione,
dalle grandi sculture fino
ai più piccoli oggetti in
oro, sono illuminati dalla
luminosità dell’ambiente
molto più che da sorgen­
ti luminose puntiformi
indirizzate sulle vetrine.
I faretti Parscan sono
dotati di lampade aloge­
ne a bassa tensione.
La Sala Niobe è un esem­
pio di armoniosa combi­
nazione di luce artificiale
e diurna. Le speciali tende
alle finestre consentono
la vista verso l’esterno e
permettono di dosare la
luce diurna proteggendo
sufficientemente le opere
esposte. L’illuminazione
d’accento ottenuta con
i faretti crea la model­
lazione degli oggetti in
esposizione.
10 ERCO Lichtbericht 90
Le installazioni nella
sala dello scalone sono
­montate a 25 metri di
altezza e per la manu­
tenzione possono essere
calate con delle funi.
Martin Krautter (MK): Signora von Kardorff,
quella del Neues Museum a Berlino è un’opera
architettonica e di illuminazione di ­dimensione
e portata eccezionale, ma anche di lungo respiro
per quanto riguarda la progettazione. Per quan­
to tempo siete stati complessivamente impe­
gnati in questo progetto?
Gabriele von Kardorff (GvK): Per 10 anni,
lungo tutte le fasi che ci hanno portato fino
ad accendere l’illuminazione il giorno prima
dell’apertura.
MK: Cosa si conosceva dell’illuminazione ori­
ginale del museo, e quale ruolo hanno rivestito
queste informazioni sul suo progetto?
GvK: August Stüler ha sviluppato l’edificio
a metà del XIX° secolo per un utilizzo diurno,
ossia con grandi finestre e con un’ulteriore
apporto di luce dai cortili interni. La particolare
sfida per noi era quella della concezione di un
progetto per un edificio storico che all’inizio
non era dotato di alcuna illuminazione. Di con­
seguenza abbiamo avviato la nostra progetta­
zione illuminotecnica con un’intensa analisi
delle qualità della luce diurna dell’edificio. Sulla
base dei nostri modelli 3D abbiamo ottenuto
delle simulazioni animate che ci consentivano di
muoverci all’interno del museo e descrivevano
l’incidenza diretta della luce solare nelle diverse
fasi della giornata e nelle diverse stagioni.
Abbiamo deciso di mantenere la concezione
di fondo basata sull’utilizzo della luce diurna.
Naturalmente è più semplice escludere qualsia­si interferenza della luce naturale sulle espo­
sizioni per creare delle condizioni immutabili
e controllabili, e in genere si fa così. Ma questo
non era nello spirito dell’edificio. Inoltre erava­
mo convinti del fatto che gli oggetti delle tre
collezioni in esposizione avrebbero avuto tutto
da guadagnare da un’atmosfera di luce variabi­
le. Volevamo anche mostrare come in un museo
si potesse coniugare benissimo la luce diurna
con quella artificiale. Ma ciò poteva essere fatto
solo stando attenti in ogni fase della progetta­
zione della luce artificiale a non dimenticare
gli aspetti della luce diurna, e viceversa. Quindi
avevamo bisogno di un concetto intelligente
di protezione dalle radiazioni solari e dall’abba­
gliamento, che consentisse una sufficiente
penetrazione della luce diurna e la possibilità di
vedute dall’interno verso l’esterno, ma in misura
limitata, in modo che gli oggetti in esposizione
fossero protetti dalle radiazioni e che le compo­
nenti di luce artificiale potessero ancora definire
dei contorni e porre degli accenti.
Attraversando l’edificio si incontra oggi tutta
una varietà di atmosfere armoniose immerse in
una luce naturale. Questo nonostante la luce
artificiale sia una componente essenziale dell’il­
luminazione dell’edificio e consenta di presen­
tare gli oggetti in esposizione in modo ottima­le e di utilizzare l’edificio indipendentemente
dalla presenza di luce diurna.
Abbiamo iniziato a lavorare al nostro pro­
getto di illuminazione nel 2000, senza avere
un’idea precisa dell’aspetto che avrebbero
avuto gli ambienti dopo la loro realizzazione.
Molte parti dell’edificio erano ancora delle
rovine, la diversità delle superfici, la coesisten­
za di elementi storici ed elementi nuovi e le
future installazioni antiabbagliamento e per la
protezione dalle radiazioni solari alle finestre
avrebbero dato all’edificio caratteristiche com­
pletamente nuove.
MK: Il Neues Museum rispecchia un approc­
cio rigoroso nei confronti del substrato storico.
Quali effetti hanno avuto gli obbiettivi di con­
servazione del monumento storico sul vostro
lavoro di progettazione?
GvK: Alla progettazione della luce artificiale
erano richieste delle caratteristiche che fornis­
sero soluzioni precauzionali individualizzate da
concordare con gli architetti. Nessun locale sto­
rico è uguale agli altri. Gli elementi mantenuti
e restaurati erano in gran parte intoccabili e per
le installazioni abbiamo dovuto trovare molto
spesso dei compromessi tra le disposizioni degli
apparecchi ammesse e gli effetti dell’illumina­
zione. Data la grande varietà degli ambienti e
date le limitazioni dovute ai restauri abbiamo
dovuto sviluppare più di cento tipi di apparec­chi individualizzati, che nonostante ciò fanno
parte di una concezione complessiva.
MK: La sala monumentale dello scalone è
certamente un ambiente chiave dell’intero
museo. Quali criteri ha definito per le diverse
componenti di luce, in particolare per l’illumi­
nazione delle superfici verticali delle pareti?
GvK: La sala dello scalone, con le finestre
alte 6 metri su entrambe i lati frontali, è inten­
samente illuminata dalla luce diurna. Si tratta
di uno spazio impressionante, e con le nuove
scalinate di David Chipperfield ha acquisito
un carattere di grande rappresentatività. Allo
stesso tempo esso mostra i segni delle passate
distruzioni e tiene scoperte le sue ferite, rap­
presentate dalle pareti storiche in mattoni a
vista. La sala dello scalone sviluppa il massimo
dell’effetto con la luce diurna. Quindi abbiamo
dato alla luce artificiale solo il compito di com­
pletare la luce diurna. La luce artificiale arriva
esclusivamente dalla struttura del tetto alta 25
metri, le pareti non hanno alcuna installazione.
Volevamo immergere la scalinata e le pareti in
una luminosità molto omogenea, senza coni di
luce e ombre. Questo è l’effetto più naturale che
si può creare con un’illuminazione complemen­
tare alla luce diurna e sottolinea la grandezza
dell’ambiente. Per questo abbiamo intenzional­
mente scelto delle lampade ad alogenuri metal­
lici di tonalità bianco neutra.
MK: Da cosa si è fatta guidare nell’illumina­
zione delle diverse gallerie, e quali componenti
di luce ha impiegato?
GvK: Tutte le sale espositive hanno entrambe
le componenti di illuminazione, quella generale
e quella focalizzata sugli oggetti. L’illuminazione
di sicurezza e di sorveglianza è integrata nell’il­
luminazione generale, il che ci ha consentito di
non dover installare degli ulteriori apparecchi.
L’allestimento degli apparecchi è stato guidato
da principi tecnico-funzionali, facendo fare agli
apparecchi un passo indietro. Gli apparecchi
speciali negli ambienti storici hanno ad esempio
una struttura a moduli chiara, in bronzo. In tutti
i soffitti di nuova costruzione gli apparecchi
sono integrati negli elementi prefabbricati dei
soffitti stessi. In molti casi altri apparecchi, come
gli altoparlanti, sono integrati negli elementi dei
corpi degli apparecchi di illuminazione. I pezzi
da esposizione, dalle sculture in vetro fino ai più
piccoli oggetti in oro, sono illuminati dalla lumi­
nosità dell’ambiente molto più che da sorgenti
puntiformi indirizzate sulle vetrine. Il risultato è
un’atmosfera luminosa radiosa e in armonia con
le variabili condizioni della luce diurna.
MK: La star del museo è senza dubbio Nefer­
titi. In che modo si è avvicinata all’illuminazione
di quest’opera, e come descriverebbe il risultato
finale?
GvK: Nefertiti è davvero il personaggio più
importante nella collezione egiziana. Per prima
cosa abbiamo dovuto capire quanto lei e tutta
la sua bellezza sarebbero state sensibili alla luce.
mizzazione dell’impiego delle lampade. L’illumi­
nazione generale viene generata quasi esclusi­
vamente da lampade ad alogenuri metallici e da
lampade fluorescenti. Per la sala dello scalone
ed i due grandi atri questo valore è ad esempio
di 10W/m2. Tutte le lampade rientrano nella
migliore classe energetica. Anche l’abbondante
impiego della luce diurna contribuisce ad un
buon bilancio energetico. Per fortuna molti beni
in esposizione non sono sensibili alla luce diur­
na. Quando così non è, come nel caso dei papiri,
gli illuminamenti sono limitati ad al massimo
50 lux.
MK: Signora von Kardorff, la ringraziamo per
il tempo che ci ha dedicato per questa intervista!
Illuminazione del busto
di Nefertiti in una simu­
lazione computerizzata,
realizzata per studiare i
punti di montaggio dei
faretti Parscan (Immagini:
Kardorff Ingenieure)
Kardorff Ingenieure Lichtplanung
Kardorff Ingenieure è attivo a livello inter­
nazionale e può presentare delle eccellenti
referenze in tutti i settori della progetta­
zione illuminotecnica con luce artificiale
e diurna. «Prima capire, poi illuminare»:
questa filosofia caratterizza il lavoro dello
studio e determina un confronto intenso
con l’ambiente, l’architettura e gli impieghi
relativi ad un progetto. Kardorff ­Ingenieure
Lichtplanung, fondato nel 1997, è diretto
da Gabriele e Volker von Kardorff. Questo
esperto team di 16 architetti e ingegneri
provenienti da diverse specializzazioni e da
8 diversi paesi è presente a Berlino, a Dubai
ed a Gedda.
www.kardorff.de
Per fortuna abbiamo potuto studiare il busto a
lungo da vicino ed in diversi luoghi e abbiamo
potuto approfittare dell’esperienza dell’allora
direttore del museo, il Professor Wildung. Abbia­
mo così appreso che si può influenzare l’età di
Nefertiti semplicemente cambiando la direzione
e l’intensità dell’illuminazione. Nei precedenti
luoghi dove è stata esposta, è stata illuminata
con una luce più piatta ed appariva più giovane.
Oggi appare invece come una donna matura,
le cui rughe e i cui segni della vita sono chiara­
mente visibili per via dell’illuminazione più
incidente, che con un riflesso di luce nella sua
pupilla rende il suo sguardo più vivo.
MK: Quale ruolo ha rivestito il fattore ener­
getico in questo contesto di elementi culturali e
di conservazione dei beni architettonici? Come
lo avete affrontato?
GvK: Se si pensa che la nostra progettazione
è iniziata 10 anni fa, con 20W/m2 di consumo
energetico massimo abbiamo ottenuto un risul­
tato molto buono per un museo. Lo ­abbiamo
ottenuto in particolare con una rigorosa otti­ERCO Lichtbericht 90 11
Il Centro d’Arte Contemporanea di Punta della Dogana
La visione dell’architetto:
schizzi a mano del museo
della Punta della Dogana,
di Tadao Ando.
Un metodo progettuale per l’illuminazione
dei beni culturali
di Cinzia Ferrara e Pietro Palladino
Il progetto di trasformazione dei ­vecchi
magazzini della Dogana di Venezia nel
­principale polo espositivo della ­Fondazione
Pinault si inserisce in un consolidato rapporto di collaborazione tra committenza e
team di progettisti iniziato con il restauro di
­Palazzo Grassi nel 2005. Questo ha consentito di sviluppare una metodologia operativa
particolarmente efficace in termini di definizione e raggiungimento degli obiettivi di
progetto nel minor tempo possibile, tanto
da divenire una prassi operativa che lo studio
Ferrara Palladino e Associati adotta in ­tutti
i lavori sui beni culturali. Il metodo si basa
su una lunga fase di dialogo preliminare tra
i principali attori dell’intervento: architetto,
artista e committenza.
Il raggiungimento della sintonia progettuale con l’architetto è frutto di una fase
di studio complessa, ma fondamentale per
superare gli ostacoli tecnici con una visione
chiara dell’integrazione all’architettura e agli
altri impianti. In molti casi il light designer
deve porsi sia come solida spalla tecnica sia
come suggeritore di atmosfere e suggestioni.
L’intenzione principale ­dell’architetto
Tadao Ando è stata quella di far ­emergere
con interventi netti, ma sempre ­reversibili,
il carattere originario del luogo per poi am­bientarvi le opere d’arte; all’opposto quindi
dell’attuale approccio «white box» che tende ad uniformare tutti gli spazi espositivi per
l’arte contemporanea in direzione di contenitori neutri dai toni smorzati. Punta della Dogana mutua da questi musei l’impiego
di una luce ambientale diffusa, ma la declina
su pareti in mattoni a vista e travi in legno,
ricorrendo dove possibile alla luce naturale.
La predilezione della committenza e dell’architetto per la luce naturale è stata di grande
stimolo per il light designer nella definizione
di un impianto per l’illuminazione artificiale
flessibile, in grado sia di integrarsi con lucernari e grandi finestre sia di rispondere alle
necessità dei curatori in diverse esposizioni.
Ed è proprio la flessibilità la ­caratteristica
maggiormente richiesta da artisti, ­curatori
ed operatori del settore dei beni culturali in
generale.
Ogni artista concepisce la propria ­opera
sotto una determinata luce e ha una ­chiara
visione del momento espositivo, sta poi al
curatore della mostra tenerne conto e al light
designer valutarne l'opportunità. ­Illuminare
una scultura contemporanea d'alluminio
piuttosto che una tela di Rothko comporta
il medesimo atteggiamento ­progettuale, ma
con scale di priorità totalmente ­diverse. Per
quanto riguarda le esposizioni d'arte contemporanea non di rado è l'artista ­stesso a
suggerire l'atmosfera luminosa generale. Nel
caso di mostre collettive i musei d'arte contemporanea caratterizzati da una ­proposta
espositiva mutevole necessitano di configurazioni impiantistiche flessibili in grado di
supportare diverse tipologie di sorgenti in
molteplici geometrie d'installazione.
La vista in sezione del
museo della Punta della
Dogana evidenzia la struttura dell’edificio, costituito da diversi ex magazzini
disposti parallelamente,
con le ossature del tetto
in legno. I lucernai sono
evidenziati in blu e gli
elementi inseriti per l’illuminazione e la gestione
dell’edificio in verde. Al
centro dell’edificio si
riconosce il cubo in calcestruzzo aggiunto nella
ristrutturazione e la sua
struttura a tatami, tipica
per Tadao Ando.
Per Punta della Dogana il tema della flessibilità è stato affrontato sia dal punto di vista
della disposizione dei centri luminosi sia da
quello delle caratteristiche prestazionali degli
­apparecchi. Come accennato in ­precedenza
il concept per l’illuminazione artificiale si è
ispirato alla luce naturale nelle sue due componenti principali: luce del sole – diretta e
orientata, e luce del cielo – più morbida e
diffusa nell’ambiente. Variando la ­quantità
delle due componenti, orientata o diffusa,
si possono avere infinite gradazioni d’atmosfera, da quelle più drammatiche con luce
ritagliata sulle opere a quelle ariose con luce
morbida per tutto l’ambiente, il tutto gestito
dall’elettronica di controllo.
La digitalizzazione del controllo luminoso è un tema particolarmente caro alla committenza che si occupa anche della ­gestione
degli spazi espositivi poiché oltre che ad
aggiungere flessibilità all'impianto luci e a
semplificare la distribuzione elettrica apre lo
scenario dei sistemi tecnici integrati. L'ambito progettuale spesso prevarica quello puramente illuminotecnico e accanto al modulo
luce compaiono da qualche tempo apparati per la diffusione acustica, reti di video-­
sorveglianza, strumenti per la rilevazione
dei fumi.
Sotto il profilo della gestione le nuove
­tecnologie comportano molteplici vantaggi:
innanzi tutto maggior sicurezza e ­controllo
delle sale, risparmio energetico se si opta per
l'integrazione della luce naturale, monitoraggio costante dell'impianto con ricadute
positive sulla gestione della manutenzione o
più semplicemente minor tempo per il riallestimento delle esposizioni.
Nel caso di Punta della Dogana la possibilità di avere una lunga fase di confronto
­preliminare tra architetti, committenza, curatori e light designer ha consentito di affrontare tutte fasi operative emerse nel cantiere
con scelte condivise ed in tempi brevissimi.
Anche il museo risparmia energia
La fase di condivisione degli obiettivi con i
tecnici e i curatori responsabili della collezio­
ne Pinault ha portato interessanti ­risultati
anche sotto il profilo del risparmio energetico che generalmente rappresenta un tema
secondario nell’impiantistica museale. La
proposta è stata quella di illuminare l’intero
polo espositivo con lampade a scarica ad alta
resa cromatica ad una temperatura di ­colore
attorno ai 4.200K per assecondare per il più
lungo arco di tempo della giornata i toni
della luce naturale. Interessante notare che
durante le fasi di verifica, in una sala cam-
12 ERCO Lichtbericht 90
pione appositamente allestita, l’orientamento della committenza e di tutto il team di
progetto per le nuove sorgenti è stato pressoché unanime. Questo ha portato a un consumo ridottissimo per un museo, calcolato
a regime attorno ai 25W/m2 con livelli d’illuminamento che possono arrivare a valori
medi di 300lx, ma che per la mostra inaugurale non superano i 10W/m2. L’intera super­
ficie espositiva è pari a 3.000m2. L’altro fatto­
re che ha contribuito al raggiungimento di
questo ­traguardo è l’impiego di un sistema di
controllo DALI collegato alle rete di gestione
di tutto l’edificio (BMS).
Sul colore della luce e l’utilizzo di ­lampade
a scarica
L’illuminazione degli spazi museali, quali che
siano le opere esposte, adotta da decenni
tecniche oramai consolidate ed esportate con
successo in ogni parte del globo. I parametri
che hanno costituito l’ossatura per l’illuminazione museale sono basati sulla convinzione
che ogni opera d’arte deve essere goduta nel
migliore dei modi, il che ­significa garantire
una buona visione d’insieme ­dell’opera esposta e allo stesso tempo lettura del dettaglio,
massimo rispetto dei materiali con cui essa è
composta, ottima resa dei colori e limitazione dei fenomeni di abbagliamento, siano essi
diretti o indiretti.
Ogni luogo detta i propri desiderata a
seconda delle peculiarità dello spazio e ­della
geometria dei luoghi e questo determina la
differenza fra un museo e l’altro nelle tipologie di illuminazione impiegate.
Quindi se è pur vero che i modi con cui le
aree museali, soprattutto se oggetto di esposizione permanente, vengono illuminate
possono variare da posto a posto, il tipo di
sorgente adottata nella stragrande maggioranza dei casi è rimasta fino ad oggi quella
a filamento.
Queste lampade hanno caratterizzato
negli anni l’illuminazione dell’arte antica,
cioè quella più preziosa, abituandoci a godere di queste opere d’arte in ambienti ­curati,
in un’atmosfera avvolgente che riproduce
sensazioni di intimità, facilmente assimila­bili
a quelle che si avvertono in ambienti di una
certa eleganza, piacevoli, caratterizzati da
una ottima resa dei colori e da una luce calda, tipica degli ambienti interni.
Con l’arte moderna e soprattutto con quella contemporanea tutto cambia, a ­cominciare
dal tipo di esperienza visiva e sensoriale che
questo tipo di arte impone. La differenza
con l’arte antica è enorme, gli artisti contemporanei sono chiara espressione di un ­nuovo
ERCO Lichtbericht 90 13
modo di vivere che annulla le separazioni
nette fra gli ambienti e fra interno ed esterno: l’opera d’arte è parte integrante dell’ambiente. Secondo il modo di vivere di oggi si
tende sempre di più ad apprezzare spazi sempre più ampi, privi di partizioni interne, in
continuo collegamento col mondo esterno,
inondati da una luce diffusa e naturale che
valorizza l’intero volume senza ­evidenziarne
i dettagli.
Se applichiamo questi concetti alla illuminazione artificiale ecco che assistiamo alle
nuove timide sperimentazioni che hanno portato alle realizzazioni museali con luce diffusa e atmosfera rarefatta, ossia con sorgenti luminose con temperatura colore tale da
simulare la luce naturale.
Si passa così da una visione raccolta e
­personale dell’opera dei grandi maestri del
passato ad una sorta di condivisione del
­lavoro dell’artista contemporaneo, il ­quale
non chiede di essere posto su di un piedistallo (peraltro molte delle opere contemporanee hanno dimensioni talmente estese che
sarebbe impossibile farlo), ma piuttosto di
una sorta di condivisione e/o partecipazione
al proprio lavoro. Lo spazio e le pareti che circondano l’opera d’arte contemporanea perdono i colori, a volte anche molto saturi che
avevano nel passato, restituendo la crudità
delle tinte neutre (se non addirittura del total
white) investite da una scarna e a volte spietata luce naturale.
Il museo di Punta della Dogana ­ricalca que­
sti principi facendoli propri ed è in quest’otti-
Per il calcolo delle intensità luminose e per la
simulazione del gioco di
luce diurna e luce artificiale i progettisti hanno
impiegato dei programmi
computerizzati di simulazione della luce. Per i
calcoli dell'illuminazione
artificiale ERCO mette a
disposizione su internet i
dati fotometrici in diversi
14 ERCO Lichtbericht 90
formati di tutti gli strumenti del Programma
ERCO.
www.erco.com/download
ca che è stato affrontato il progetto e la sua
realizzazione. Oggi questo museo utilizza
solo lampade a scarica, fluorescenti e ioduri metallici.
La scelta di utilizzare l’una piuttosto che
­l’altra o la combinazione delle due dipende
dalle esigenze espositive di ogni opera d’arte.
A tal fine l’impianto d’illuminazione espo­
sitivo è un sistema riconfigurabile ed espanCostituzione dell’impianto
dibile in ogni istante del suo arco di vita.
L’impianto è costituito con la logica del BUS
La flessibilità dell’impianto fa leva su due
in cui la linea d’alimentazione è distinta dalla concetti distinti per tipologia d’illuminaziolinea di comando o linea dati.
ne e quindi di corpo illuminante.
Ogni apparecchio d’illuminazione è collegaNel caso dell’illuminazione concentrata
to direttamente o indirettamente ad un’unifornita da proiettori rimuovibili la flessibilità
tà centrale di gestione e ­controllo anch’essa
luminosa è insita nel fatto di poter aggiunriconfigurabile ed ­espandibile. DALI definisce gere o sottrarre il contributo di flusso lumil’interfaccia per gli alimentatori elettronici ed noso ad una scena luminosa aggiungendo o
attuatori. Ogni alimentatore DALI consente di sottraendo il corpo illuminate stesso.
memorizzare al suo interno delle configuraNel caso dell’illuminazione diffusa fornita
zioni (o scenari). In ogni singolo utilizzatore da apparecchi ad installazione fissa la flessiDALI è possibile memorizzare ­l’appartenenza bilità è data dalla possibilità di regolare ogni
dell’alimentatore a 16 diversi gruppi e 16 dif- sorgente punto-punto, tramite on/off o dimferenti scenari di illuminazione. ­Richiamando ming ove consentito dalla sorgente.
uno scenario tutti gli alimentatori ­coinvolti
raggiungono il livello di illuminamento impo- Gestione dell’impianto
stato allo stesso istante.
Una volta posizionati gli apparecchi illumiL’impianto d’illuminazione espositiva
nati vengono controllati dall’operatore tradi punta della Dogana è un sistema tipolomite sistema digitale. L’unità di ­controllo
gicamente uniforme per tutte le sale esposi- centrale è posta nella sala di controllo in
navata 1, ma è possibile collegarsi ad essa
tive sia dal punto di vista della costituzione
­fisica sia da quello gestionale. Quindi i para- tramite porte d’accesso alla rete dati predisposte in ogni sala ­espositiva per effettuametri definiti per una sala potranno essere
re le fasi di puntamento ­della luce sulle opetrasferiti in un'altra e, compatibilmente con
l’allestimento, generare un effetto luminoso re. La regolazione ­avviene ­tramite software
analogo. Ogni sala espositiva è dotata di due sia nella sala di ­controllo sia ­nelle sale tramite un terminale ­portatile. Gli ­apparecchi
tipologie d’illuminazione per:
illuminati possono essere ­controllati singo-luce diretta diffusa;
larmente o a gruppi tramite terminale e soft-luce diretta concentrata.
ware. Durante le fasi d’allestimento il sistema d’illuminazione può essere ri-­configurato
per corrispondere alle necessità illuminotecniche delle opere.
Gli apparecchi si connettono alla rete
d’alimentazione tramite adattatore standard per binari e basette. L’interfaccia DALI
di questo sistema è trasferita dagli apparecchi agli attuatori, il che consente di avere un
controllo centralizzato digitale del sistema
e al contempo mantenere la ­flessibilità ­nella
scelta degli apparecchi propria del ­binario a
230V. Con tale accorgimento gli ­apparecchi
non dovranno avere alimentatori DALI e,
­nelle fasi di ri-allestimento, potranno ­essere
trasferiti da una sala all’altra senza dover
­essere re-indirizzati. Ogni attuatore ha due
­uscite da 16A che controllano tratte di binario di circa 12 metri lineari e gruppi di ­circa
15 basette. Le linee supportano un ­numero
massimo di apparecchi compreso nei limiti
di potenza dell’attuatore. L’attuatore è rappresentato nel sistema DALI da un indirizzo
che pertanto diventa il riferimento del software per controllare un tratto di linea d’alimentazione e tutti gli apparecchi connessi
ad essa. Il comando che l’attuatore trasferisce alla linea d’alimentazione è accensione/
spegnimento. La connessione di apparecchi è
un’operazione meccanica che non necessita
attrezzature se non quelle per raggiungere la
quota d’installazione che nelle sale a doppia
altezza è di circa 7 metri.
Niente white cube: gli
ambienti storici della
Punta della Dogana reg­
gono con carattere il
confronto con le espressive opere d’arte contemporanea della collezione
Pinault. La luce diurna
e quella artificiale sono
armoniosamente equilibrate. I moderni software
per la simulazione della
luce consentono di verificare con precisione gli
Parti coinvolte nel progetto
Committenza: Palazzo Grassi s.p.a.
Progettisti
Progettista incaricato del restauro: Tadao Ando
Coordinamento generale della progettazione:
Ing. Eugenio Tranquilli – Equilibri, Mestre
Progettazione strutturale: Tecnobrevetti –
Ing. Luigi Cocco
Progettazione degli impianti: Lagrecacolonna
Assistente elettrico: P.I. Sergio Rigato
Progettazione illuminotecnica: Ferrara Palladino
e Associati
Responsabile del progetto illuminotecnico:
Paolo Spotti e Cesare Coppedè
Fornitori
General Contractor: Dottor Group
Realizzazione degli impianti: Fiel
Fornitura degli apparecchi d’illuminazione: ERCO
Fornitura del Building Management System:
Siemens
In senso orario:
Cinzia Ferrara, Pietro
Palladino, Paolo Spotti,
Cesare Coppedè
effetti della luce diretta e
di quella diffusa ed anche
del variare della luce naturale nel corso delle giornate ed al variare delle
stagioni, visualizzando il
tutto in modelli tridimensionali ed offrendo così
un enorme vantaggio in
termini di certezza della
progettazione.
Ferrara Palladino e Associati
Lo studio è una realtà professionale che
opera da oltre vent’anni nel campo del
­lighting design. L'attività di progettazione
sviluppa il tema della luce nei diversi settori
applicativi. Cinzia Ferrara e Pietro ­Palladino,
architetto la prima e ingegnere il ­secondo,
hanno sin dall'inizio scelto di affrontare le
tematiche della luce nell'accezione più vasta grazie alla complementarietà delle loro
competenze: creatività, tecnica e concretezza si fondono per dar vita a soluzioni
­innovative e a realizzazioni originali. ­Cesare
Coppedè e Paolo Spotti affiancano, come
associati, i due soci fondatori nella conduzione dello studio ampliando le competenze
dell’associazione sul versante dell’industrial
design e della luce dinamica. Alle consuete attività di progettazione e design ­viene
­affiancato un costante impegno profuso
­nella divulgazione della cultura della luce:
è per questo che lo studio di Milano, oltre a
­costituire un laboratorio dove si progettano
installazioni, prodotti e sistemi per l'illuminazione, è divenuto un vero e proprio centro di formazione, un punto di riferimento
per coloro che desiderano approfondire le
­conoscenze nel campo della luce.
www.ferrara-palladino.it
ERCO Lichtbericht 90 15
Apparecchi da incasso nel soffitto Quintessence
Design di sistema sia per
i compiti di illuminazione
generici che per quelli
specifici: con la gamma
diversificata di strumenti
Quintessence si hanno
soluzioni di illuminazione
convincenti che offrono
all’utilizzatore ed all’uten­
te finale un comfort visivo
efficiente.
Il design raffinato e la
perfetta illuminotec­
nica degli apparecchi
Quintessence fissano
nuovi standard per gli
apparecchi da incasso
nel soffitto: nelle versio­
ni rotonde o quadrate,
o dotato di uno speciale
elemento di montaggio,
Quintessence soddisfa
qualsiasi esigenza, anche
nel dettaglio dell’incasso
nel soffitto.
1000 nuovi strumenti di illuminazione per un comfort visivo
efficiente
I filosofi dell’antichità indicavano
l’onnipresente energia vitale come
il quinto elemento della natura, la
«quinta essentia». Oggi con quintes­
senza si intende piuttosto la ridu­
zione di qualcosa all’essenziale, il
risultato finale. Il nuovo program­
ma Quintessence di ERCO rappre­
senta letteralmente la quintes­
senza di 40 anni di esperienza nel
campo dell’illuminazione integra­
ta nel soffitto, ed allo stesso tem­
po formula un quadro sistematico
per lo sviluppo futuro degli appa­
recchi da incasso nel soffitto. Sono
soprattutto le esigenze energeti­
che dell’architettura del ­domani
ad aver determinato lo sviluppo di
Quintessence, il primo programma
di apparecchi da incasso nel soffit­
16 ERCO Lichtbericht 90
to che non accetta compromessi in
tema di comfort visivo efficiente.
Per questo Quintessence compren­
de una quantità particolarmente
rilevante di strumenti di illumina­
zione differenziati per l’illuminazio­
ne delle superfici verticali, decisiva
per conferire ad un ambiente una
sensazione di luminosità. Il punto
di forza del programma sta nell’im­
piego di lampade efficienti, che in
futuro saranno utilizzate sempre di
più. Questo spiega l’elevata presen­
za di circa 300 articoli per LED. Gli
innovativi elementi illuminotec­nici
sviluppati da ERCO, come le lenti
ed i riflettori Spherolit, portano con
efficacia le potenze luminose ­delle
moderne lampade sulle superfici da
illuminare. I componenti ottimizza­
ti termicamente agevolano il fun­
zionamento ottimale delle ­lampade
già affermate e di quelle nuove, per
garantire la massima efficienza e
la massima durata utile. La compo­
nentistica elettronica ­contribuisce
all’efficienza energetica ed offre
come optional delle interfacce digi­
tali (DALI), per collegare gli appa­
recchi Quintessence con un sem­
plice Plug and Play agli intelligenti
sistemi di comando, ampliando così
i margini di miglioramento dell’effi­
cienza energetica. I progetti d’illu­
minazione integrata nei soffitti, per
i quali le sorgenti luminose costi­
tuiscono solo un discreto ­dettaglio
nell’immagine del soffitto, rappre­
sentano in modo particolare la filo­
sofia ERCO espressa con il motto
«Luce più che apparecchi». All’inter­
no del programma ­Quintessence si
possono svolgere tutti i ­principali
compiti previsti in un progetto di
illuminazione: ­dall’illuminazione
delle superfici verticali all’illumina­
zione generale e fino all’illumi­
nazione d’accento ed agli ­effetti
­scenografici. Il design di sistema
e la struttura logica del program­
ma facilitano la progettazione e
la realizzazione dei progetti con
Quintessence, ed allo stesso ­tempo
il montaggio e la manutenzione
degli apparecchi è più semplice e
razionale che mai.
Approccio di design & qualità
Il design di sistema coerente è la
caratteristica fondamentale dei
prodotti Quintessence. La struttura
modulare del programma ­consente
di realizzare i dettagli di incasso in
molte diverse varianti, di impiega­
re accessori come lenti e filtri e di
collegare i Light Client a ­comando
digitale con il Light System DALI.
Tutti gli apparecchi da incasso nel
soffitto Quintessence sfruttano lo
stesso principio di anelli da ­incasso,
quindi i diversi tipi di lampade e
di caratteristiche di distribuzione
sono non solo facilmente combina­
bili, ma anche intercambiabili.
ERCO Lichtbericht 90 17
Apparecchi da incasso nel soffitto Quintessence
per l'illuminazione delle superfici verticali
sità omogenea in senso ­verticale
per l’illuminazione diffusa ­delle
pareti, un segmento del ­riflettore
Darklight è dotato di sferoliti. Con
questa tecnologia brevettata dei
riflettori il cono di luce dell’appa­
recchio viene ­proiettato fin da
­subito sotto il soffitto. In confron­
to ai downlight-­wallwasher il
­downlight-wallwasher doppio è
dotato di due segmenti Spherolit
wallwasher contrapposti tra loro,
per illuminare in modo omogeneo
ed efficiente le pareti parallele di
un corridoio.
Con Quintessence ERCO offre un
vario programma di apparecchi per
l’illuminazione delle superfici verti­
cali. La gamma varia dagli apparec­
chi concepiti per un’illuminazione
diffusa delle pareti particolarmente
omogenea, per l’impiego nei musei
o nelle esposizioni, ai funzionali
downlight-wallwasher e fino all’il­
luminazione diffusa a focalizzazio­
ne, per integrare un’ulteriore accen­
tuazione ad esempio dei display nei
negozi. Per la ­percezione soggetti­
va della luminosità ­l’illuminazione
delle superfici verticali è di gran
lunga più importante della luce sul­
le superfici orizzontali. Per questo
si offrono soluzioni molto differen­
ziate per l’illuminazione delle pare­
ti, che consentono di risparmiare
energia in modo efficiente.
Downlight-wallwasher e
­downlight-wallwasher doppio
I downlight-wallwasher
Quintessence combinano l’illumi­
nazione delle superfici ­orizzontali
e di quelle verticali nelle aree peri­
metrali degli ambienti interni. L’il­
18 ERCO Lichtbericht 90
luminotecnica si basa su tre com­
ponenti: il riflettore Spherolit
superiore, il diffusore ed il riflettore
Darklight con segmento Spherolit
wallwasher. Il riflettore ­superiore,
con tecnologia Spherolit, ­direziona
la luce in modo efficiente sul dif­
fusore. Il diffusore e la ­tecnologia
Darklight offrono inoltre un buon
comfort visivo. Per sfruttare ­tutta
la potenza di una lampada che irra­
dia la luce in tutte le direzioni gli
sferoliti lucidi del riflettore supe­
riore indirizzano la luce verso il
basso sul diffusore. Per l’ottimizza­
zione del comfort visivo i diffusori
traslucidi riducono l’elevata lumi­
nanza della lampada e la distribui­
scono su tutta la superficie del dif­
fusore. Con il riflettore Darklight
al di sotto del diffusore si fa sì che
un osservatore non venga abba­
gliato fintantoché il ­diffusore vie­ne schermato dal riflettore. Da que­
sto sistema ottico risulta un’ampia
distribuzione dell’intensità lumino­sa a simmetria rotazionale, ­ideale
per l’illuminazione di fondo degli
ambienti. Per ottenere una lumino­
Wallwasher con lente
I wallwasher con lenti servono
esclusivamente all’illumina­zione
delle superfici verticali. Dall’in­
terazione di due diversi ­riflettori
Spherolit e delle lenti wallwasher
si formano due efficienti strumen­
ti per l’illuminazione delle super­
fici verticali: un wallwasher con
lente per l’illuminazione omoge­
nea ­delle pareti ed in ­alternativa
un wallwasher focale con ­lente.
Il rifletto­re lucido Spherolit, che
­indirizza i raggi di luce esclusiva­
mente ­sulla parete, crea una distri­
buzione dell’intensità luminosa
­asimmetrica. A seconda della distri­
buzione e della curvatura degli
­sferoliti si ottiene un’illuminazio­
ne diffusa della parete molto omo­
genea, ad esempio per l’illumina­
zione dei quadri nei musei, oppure
si pone con l’impiego del wall­
washer con lente una focalizzazio­
ne aggiuntiva nel terzo superiore
della parete, ad esempio per illumi­
nare nei ­negozi i display sopra gli
scaffali. Le ­lenti wallwasher sono
state sviluppate per distribuire la
luce in modo tale che, disponendo
in fila una serie di wallwasher con
lente lungo ­tutta l’ampiezza di una
parete, si ­possa ottenere un’eleva­
ta uniformità. Il riflettore Darklight
sotto la lente del wallwasher pre­
viene l’abbagliamento finché la
lente è ­schermata dall’apertura del
riflettore stesso. Ciò contribuisce a
garantire il comfort visivo. I ­tecnici
ERCO ­hanno calcolato il ­riflettore
Spherolit in modo tale che il cono
luminoso sulla parete inizi subito
sotto al soffitto e facendo in modo
Comfort visivo efficiente
ERCO ha sviluppato gli apparecchi
da incasso nel soffitto Quintessence
nella prospettiva del comfort visivo
efficiente. Il programma comprende
quindi una scelta particolarmente
ampia di articoli per l’illumina­zione
delle superfici verticali. La rappre­
sentazione a colori falsati ­chiarisce
l’omogeneità dell’illuminazione
delle superfici verticali. L’efficienza
che l’irradiazione luminosa arrivi
fino alla base della parete. Per una
distribuzione ottimale dell’inten­
sità luminosa sulle superfici verti­
cali si consiglia di mantenere tra la
­parete e l’apparecchio una distan­
za pari ad un terzo dell’altezza del
­soffitto. Questa distanza può esse­
re in ­genere anche ripresa come
distanza tra i singoli wallwasher
con lente Quintessence.
e la qualità dell’uniformità dipende
dalla caratteristica di distribuzione
dei wallwasher impiegati, dalla loro
distanza dalle pareti e dalla distanza
tra gli apparecchi stessi.
Riflettore superiore
Spherolit
Diffusore
Segmento Spherolit
wallwasher
Riflettore Spherolit
per wallwasher
Lente
Riflettore Darklight
Riflettore Darklight
3m
3m
2m
2m
1m
1m
50 100 E (%)
Nei downlight-wallwasher
e nei downlight-wall­
washer doppi si impiega
la tecnologia Spherolit in
due momenti: prima nel
riflettore superiore e poi
nel segmento wallwasher
del riflettore Darklight.
Per consentire di vedere
meglio l’apparecchio,
nell’immagine qui sopra
è stato smontato il diffu­
sore che normalmente
chiude il riflettore superio­
re per garantire un mag­
giore comfort visivo.
Downlight-wallwasher
Nell’illuminazione
nelle aree perimetrali
degli ambienti interni i
downlight-wallwasher
soddisfano le esigenze
dell’illuminazione delle
superfici orizzontali e
di quelle verticali. Verso
l’interno della stanza si
ha un classico effetto
downlight. Sulla parete
si ha una distribuzione
omogenea dell’intensità
luminosa che arriva fino
al soffitto.
Downlight-wallwasher
doppio
Nel downlight-wallwasher
doppio due segmenti di
riflettore Spherolit con­
trapposti tra loro creano
un’illuminazione omo­
genea sulle pareti dei
corridoi.
Wallwasher con lente
Il wallwasher con ­lente,
con i suoi gradienti
­omogenei di luminosità,
crea un’alta uniformità
nelle superfici verticali
ed è quindi destinato ad
applicazioni nelle quali
la parete va mostrata nella
sua interezza, ad esempio
negli ingressi o nei casi in
cui è richiesta una buona
omogeneità, come per
l’illuminazione dei quadri
nelle esposizioni.
50 100 E (%)
Wallwasher focale con
lente
Il wallwasher focale con
lente, al contrario dei
wallwasher con lente con
gradienti di luminosità
continui, pone un accen­
to di luminosità nel terzo
superiore della parete.
Con questa focalizzazio­ne nei negozi si possono
ad esempio accentuare
i display sopra le scaffa­
lature, un pregiato detta­
glio dell’illuminazione
delle superfici verticali.
ERCO Lichtbericht 90 19
Apparecchi da incasso nel
­soffitto Quintessence per LED
Oltre alle lampade convenzionali,
nel programma Quintessence i LED
sono impiegati per offrire le loro
particolari caratteristiche come la
durata utile estremamente lunga,
l’efficienza luminosa massima e la
flessibilità garantita dalla dimme­
rabilità. I potenti sistemi optoelet­
tronici costituiti da moduli a LED,
lenti e riflettori, sono il frutto ­delle
innovazioni esclusive di ERCO in
tema di comfort visivo efficiente. Il
programma Quintessence per LED
comprende apparecchi rotondi e
quadrati con diverse caratteristiche
illuminotecniche, dai wallwasher
con lente ai downlight-wallwasher,
ai downlight-­wallwasher ­doppi,
ai downlight, ai downlight dire­
zionali e fino ai faretti da ­incasso.
Anche tutte le altre caratteristi­
che, come le diverse varianti del
bordo dell’apparecchio e del det­
Downlight
500
600
500
600
Temperatura colore e
resa cromatica
Gli apparecchi da incasso
nel soffitto Quintessence
per LED sono disponibili
nelle tonalità bianco
da luce diurna e bianco
caldo, oltre che come
apparecchi varychrome
a 4 canali con tecnica di
sintesi cromatica RGBW.
La versione nella tonalità
bianco caldo offre una
maggiore qualità della
resa cromatica rispetto a
quella in bianco da luce
diurna.
20 ERCO Lichtbericht 90
Faretto
­direzionale
Diffusore
700 nm
700 nm
Miscelatore cromatico
a LED
Nelle diverse caratte­
ristiche di downlight e
di wallwasher con lente
l’indirizzamento della
luce avviene tramite un
riflettore con finitura a
specchio suddiviso in 8
segmenti. In particolare,
nei moduli a LED RGBW,
la riflessione all’interno
del miscelatore croma­
tico consente un’ottima
miscelazione dei colori
già subito sotto all’appa­
recchio.
Wallwasher
con lente
Caratteristiche di
­distribuzione
Lo spettro delle distribu­
zioni di intensità lumi­
nosa negli apparecchi
da incasso nel soffitto
Quintessence per LED
comprende downlight,
downlight-wallwasher,
downlight-wallwasher
doppi, wallwasher con
lente e faretti direzionali.
Inoltre fanno parte del
sistema Quintessence
anche i faretti da incasso
Quintessence per LED.
Miscelatore
­cromatico
ww
400
Downlightwallwasher
doppio
taglio d’incasso, la disponibilità in
versione Light Client con compo­
nentistica DALI codificata alla pro­
duzione od il montaggio facile e
razionale, sono conformi agli stan­
dard vigenti nell’intero program­
ma Quintessence. In questo modo
le lampade LED, che ­certamente
saranno sempre più utilizzate in
futuro, si integrano senza problemi
nel design di sistema di ERCO.
dw
400
Downlightwallwasher
Lente Spherolit e
­collimatore ottico
Anche l’illuminotecnica
dei LED costituisce una
competenza fondamen­
tale di ERCO. I faretti
direzionali e i faretti da
incasso Quintessence per
LED dispongono di sistemi
di lenti sviluppati e pro­
dotti da ERCO. Il collima­
tore ottico orienta la luce
dapprima parallelamente,
e poi la lente Spherolit
definisce con precisione
l’angolo di distribuzione
desiderato.
Gestione del calore
Una buona gestione del ­calore
nell’apparecchio è ­fondamentale
per il funzionamento continuo,
in modo tale che le lampade pos­
sano fornire tutta la loro potenza
durante la loro intera vita utile. La
­forma, la costruzione ed il materia­
le del corpo dell’apparecchio con­
tribuiscono all’ottimizzazione della
gestione del calore. I numerosi test
e simulazioni eseguiti nella fase di
sviluppo dei prodotti assicurano il
successo dei procedimenti utilizzati
per la produzione di serie.
Miscelatore
­cromatico
Segmento
­wallwasher
Spherolit
Lente
Riflettore Darklight
Riflettore Darklight
Ci sono due aspetti che
contribuiscono sensibil­
mente alla potenza degli
apparecchi Quintessence
per LED: le superfici di
contatto tra il circuito
stampato del LED ed il
corpo dell’apparecchio
consentono il deflusso
del calore. Le alette di
raffreddamento sul corpo
dell’apparecchio cedono
il calore all’ambiente e
garantiscono le condizio­ni ottimali per un funzio­
namento continuo.
ERCO Lichtbericht 90 21
Zoom
LED bianchi: creazione di luce
Oggi due elementi di novità con­
sentono di impiegare i LED nell’illu­
minazione generale: la disponibili­tà di LED bianchi ad alta potenza
con flusso luminoso sufficiente­
mente elevato ed il miglioramento
della loro resa cromatica. I LED
possono generare la luce bianca in
diversi modi: con sintesi cromatica
RGB, con conversione della lumine­
scenza, ma anche con entrambe
i procedimenti, nella sintesi RGBW.
Nella sintesi cromatica RGB tre
diodi luminosi creano delle tonalità
sature di luce di colore rosso, ver­de e blu (RGB) in un’ampia gamma
cromatica, ma se si vuole si può
emettere anche della luce bianca,
regolando elettronicamente la
luminosità dei singoli LED colorati.
Il prezzo di questa grande variabi­
lità è quello di una luce bianca con
una modesta resa cromatica a cau­
sa degli spettri molto limitati delle
tre componenti cromatiche. Questo
modo di creare la luce bianca non
è quindi adatto alle applicazioni
con esigenze elevate in termini di
resa cromatica.
Con la conversione della lumine­
scenza la luce di un LED di un deter­
minato colore viene trasformata in
tutto od in parte in altre fasce dello
spettro luminoso impiegando degli
strati di materiale fluorescente per
ottenere, con lo spettro risultante,
da un lato una migliore efficienza
luminosa e dell’altro lato anche una
migliore resa cromatica rispetto ai
LED con tecnologia RGB. Lo stan­
dard odierno è una combinazione
di LED blu con fosfori gialli; più di
rado, in quanto la produzione è
più complessa, si impiegano LED a
raggi UV con fosfori RGB. Per prin­
cipio questa procedura è legata ad
una tonalità cromatica costante,
ad esempio bianco caldo con tem­
peratura colore di ca. 3200K o bian­
co da luce diurna con temperatura
colore di ca. 5500K. Attualmente i
LED per luce bianco calda presenta­
no una migliore resa cromatica (Ra)
pari a circa 85, rispetto al 70 dei LED
bianchi da luce diurna. In compenso
questi ultimi offrono un’efficienza
luminosa maggiore.
Doppio zoom
Con i sistemi a sintesi cromatica
RGBW si offre la possibilità di
­combinare i vantaggi di entrambe
i processi di creazione di luce bian­
ca con i LED, impiegando sia i LED
bianchi con luce di tonalità costan­
te che i LED a comando digitale
di colore rosso, verde e blu. Nelle
tonalità bianche si mantiene l’ele­
vato indice di resa cromatica pari
a Ra85, ma allo stesso tempo que­
sti sistemi rendono possibile una
variazione a piacere della tempe­
ratura colore e consentono anche
di porre degli accenti colorati per
un’illuminazione scenografica.
Triangolo CIE con i punti
colore dei LED bianchi con
conversione della lumine­
scenza.
0.7
510
555
0.6
0.5
0.4
warm white
0.3
490
600
622
780
daylight white
0.2
0.1
465 380
0.0
0.0
Triangolo CIE con i punti
colore dei moduli LED
RGBW. All’interno dello
spazio colore CIE la curva
di Planck indica le tona­
lità di bianco di diversa
temperatura colore otte­
nibili con la sintesi cro­
matica, dalla luce bianca
di colore freddo e bluastro
alla luce bianca calda di
colore rossiccio.
0.1
0.7
0.2
0.3
0.4
x
0.5
0.6
0.7
0.8
527
530
0.8
Green
510
555
0.6
0.5
575
500
y
0.4
600
White
0.3
Red
490
622
780
0.2
480
0.1
Blue
465 380
0.0
0.0
Distribuzione spettrale
relativa: l’emissione dei
LED bianco caldi con
conversione della lumi­
nescenza messi in relazio­
ne con la sensibilità dei
coni dell’occhio umano
alla luminosità corrispon­
dente.
575
500
y
0.1
0.2
0.3
0.4
x
0.5
0.6
0.7
0.8
100 %
80
60
V (λ)
40
20
0
300
Distribuzione spettrale
relativa: LED con sintesi
RGB. La sintesi della luce
bianca ottenuta da LED
rossi, verdi e blu non
genera una resa cromati­
ca sufficiente per i com­
piti di illuminazione per i
quali la qualità dei colori
è significativa.
400
500
600
700
800 nm
100 %
80
60
V (λ)
40
20
0
300
22 ERCO Lichtbericht 90
527
530
0.8
400
500
600
700
800 nm
L’applicazione dei LED bianchi
e dei LED con sintesi cromatica
RGBW
Nella prassi dell’illuminazione delle
architetture i LED stanno conqui­
stando nuovi spazi non solo nella
realizzazione di scenografie lumi­
nose con luce colorata, ma anche
negli impieghi per l’illuminazione
generale, nei quali sostituiscono i
tipi di lampade convenzionali. I LED
bianchi ad alta potenza basati sulla
conversione della ­luminescenza
coniugano i vantaggi della dimme­
rabilità e della disponibilità di diver­
se temperature colore con quelli
derivanti dalla loro durata utile
molto lunga. Inoltre il loro spettro
di emissione è limitato alla luce
visibile e quindi non c’è emissione
di raggi ultravioletti e infrarossi,
cosa molto importante ad esempio
nei musei, in quanto consente di
evitare le radiazioni dannose per
gli oggetti in esposizione.
La loro resa cromatica ottimiz­
zata qualifica questi LED bianchi
anche per altre situazioni con ele­
vate esigenze di qualità della luce,
ad esempio nella gastronomia,
negli uffici, nelle sale riunioni o nel
commercio al dettaglio. Con flussi
luminosi di 1740lm (per il bianco
caldo) o 2160lm (per il bianco da
luce diurna) gli attuali moduli LED
da 28W possono essere utilizzati in
applicazioni altrimenti svolte con
lampade alogene a bassa tensione
da 100W o con lampade ad aloge­
nuri metallici da 20W, dall’illumi­
nazione diffusa di pareti alte fino
a 4m all’illuminazione generale di
fondo e fino all’illuminazione d’ac­
cento da distanze medie.
La combinazione di conversione
della luminescenza e sintesi RGB
nei moduli LED RGBW apre nuovi
possibili ambiti di applicazione:
un apparecchio RGBW può essere
comandato per generare luce bian­
ca di temperatura colore variabile
a piacere e caratterizzata da una
buona resa cromatica, ma anche
per generare una luce colorata
molto satura. Gli apparecchi RGBW
esprimono il loro pieno potenziale
quando sono integrati in sistemi di
programmazione luminosa dotati
di elementi di comando adatti o
Oggi i moduli con LED ad
alta potenza bianchi gene­
rano un flusso luminoso
sufficiente per consentirne
l’impiego nell’illuminazio­
ne delle architetture, sia
per l’illuminazione delle
superfici verticali che per
l’illuminazione di fondo
o d’accento.
comandati con un software per
PC come ad esempio il Light Studio
di ERCO. Questo software è dotato
di funzioni di comando come il
disco colori e di un comando a cur­sore per la selezione della tempe­
ratura colore della luce bianca sulla
curva di Planck, e consente di inte­
grare le funzioni dell’apparecchio
in modo semplice e rapido nella
scena luminosa. Gli ambiti di impie­
go degli apparecchi RGBW sono
ad esempio le sale polifunzionali,
le sale per conferenze o i foyer: a
seconda degli utilizzi si possono
programmare delle situazioni lumi­
nose allestendo la superficie di una
parete o una zona dell’ambiente
per la presentazione di un oggetto
con un’illuminazione con luce bian­
ca e con una buona resa cromatica
oppure creando un’atmosfera adat­
ta con della luce colorata.
TS
Negli apparecchi che uti­
lizzano la sintesi cromati­
ca RGBW si può impostare
a piacere la temperatura
colore in un ampio spettro
utilizzando un software
di programmazione lumi­
nosa dotato di un modulo
varychrome a 4 canali.
Negli apparecchi per
LED gli speciali moduli
optoelettronici offrono il
massimo dell’efficienza
luminosa.
Con gli elementi di
comando l’utente può
impostare e richiamare in
modo semplice e rapido
delle situazioni luminose
con diverse temperature
colore.
ERCO Lichtbericht 90 23
Comfort visivo efficiente nei musei
Strumenti di illumina­
zione ottimali per un’illu­
minazione confortevole,
efficiente e corretta per la
conservazione delle opere
esposte in una mostra
di opere grafiche: faretti
Optec per LED, montati su
binari elettrificati ERCO.
(Museum Kunst Palast,
Düsseldorf)
Esporre e diffondere da un lato, raccogliere,
custodire e ricercare dall’altro lato: questi
sono i compiti dei musei. I concetti di illuminazione orientati al comfort visivo efficiente
supportano questi compiti in modo sostenibile ed economico.
Illuminazione delle
superfici verticali
Essa crea in modo effi­
ciente una piacevole sen­
sazione di luminosità ed
ottiene delle condizioni
percettive perfette per la
presentazione dei quadri
(Saatchi Gallery, Londra).
Dopo aver trattato il tema del comfort visi­
vo efficiente nella distribuzione al ­dettaglio
nell’edizione n. 89 di Lichtbericht, questo
­contributo vuole illustrare come i 5 ­fattori del
­comfort visivo efficiente – illuminazione ­delle
super­fici verticali, progettazione illuminotec­
nica qualitativa, illuminotecnica efficace, pro­
grammazione luminosa intelligente e lampade
efficienti – possano essere applicati con succes­
so anche nell’ampio settore dell’illuminazione
dei musei. Ciascun singolo fattore offre poten­
ziali di risparmio di risorse e di riduzione di costi,
ma i loro effetti incrociati creano delle ulteriori
sinergie e si rafforzano a vicenda.
Criteri per l’illuminazione dei musei
La poliedricità del mondo dei musei rende dif­
ficile fissare delle caratteristiche unitarie per la
loro illuminazione: i musei trattano i temi più
diversi, dall’archeologia all’arte con­temporanea,
dalla letteratura alla tecnica. Le loro dimensio­
ni variano da pochi metri quadrati ad enormi
complessi culturali ed espositivi. Indipendente­
mente da ciò la gran parte di queste ­istituzioni
è impegnata da un lato in attività di raccolta,
conservazione e studio nei loro rispettivi setto­
ri, ­dall’altro però si occupa soprattutto di presen­
tare e diffondere cultura e conoscenza. Quando
dei beni culturali importanti vengono conser­
vati ed esposti, l’architettura dei musei assume
un ruolo rappresentativo. In tali musei, sia che
si tratti di architetture ricche di tradizione come
il Louvre a Parigi o di strutture recenti come
il Museo Guggenheim di Bilbao, gli ­architetti,
i progettisti illuminotecnici, i designer delle
24 ERCO Lichtbericht 90
esposizioni ed i responsabili della ­conservazione
­delle opere hanno l’opportunità di realizzare
anche nell’illuminazione i massimi standard di
qualità. Per questo il concetto di «luce con qua­
lità da museo» è diventato sinonimo di un altis­
simo livello dell’illuminazione anche negli altri
tipi di architettura. I criteri per l’illuminazione dei
musei si orientano sia alle esigenze dei visitatori
che ai requisiti imposti dagli oggetti in esposizio­
ne. I visitatori si aspettano ­soprattutto un eleva­
to comfort visivo, la ottimale percetti­bilità degli
oggetti esposti e chiari ­strumenti per ­orientarsi
in modo sicuro nell’edificio. A ciò si aggiungo­
no le crescenti esigenze di messa in scena degli
ambienti e degli oggetti con la luce, essendo
ormai queste nuove esperienze visive diventate
comuni in film, concerti ed ­eventi simili.
Protezione per gli oggetti esposti, comfort
per i visitatori
Anche all’interno dell’istituzione «museo» esi­
stono diverse esigenze riguardo all’illumina­
zione: mentre per i responsabili della conserva­
zione degli oggetti esposti c’è in primo piano
la loro protezione da quantità e componenti di
luce dannosi, i curatori desiderano degli impian­
ti di illuminazione flessibili con il massimo della
versatilità per la messa in scena. Considerando
il museo dal punto di vista economico, si affron­
terà soprattutto la questione dei costi di investi­
mento e di esercizio. Il comfort visivo efficiente
offre degli approcci e delle tecnologie in grado
di coniugare in modo sinergico queste ­esigenze
apparentemente difficilmente conciliabili. Ad
esempio: quando negli strumenti di illumina­
zione si fa attenzione ad offrire un elevato com­
fort visivo ed una buona protezione dall’abba­
gliamento, i visitatori trovano delle condizioni
percettive ottimali, ed i loro occhi possono adat­
tarsi senza fastidio ai diversi rapporti di luce.
Inoltre si può lavorare con degli ­illuminamenti
complessivamente inferiori, il che consente di
­preservare gli oggetti in esposizione e di rispar­
miare sui costi di esercizio.
In molti tipi di museo l’impiego del fattore
dell’illuminazione delle superfici verticali è una
naturale conseguenza della necessità di illumi­
nare gli oggetti esposti sulle pareti, ad esempio
nelle classiche gallerie con dipinti. Con l’illumi­
nazione diffusa delle pareti, al posto od a com­
plemento di un’illuminazione zenitale, ad esem­
pio di un soffitto luminoso, con poco dispendio
energetico si possono ottenere degli illumina­
menti omogenei sulle superfici verticali di pre­
sentazione. Ma anche nei foyer o nelle aree di
passaggio e di collegamento l’illuminazione dif­
fusa delle pareti è lo strumento più adatto per
ottenere in modo efficiente una piacevole sen­
sazione di luminosità.
La tecnologia LED avanza
Nell’elaborazione qualitativa della progettazio­
ne illuminotecnica di un museo i principi dell’il­
luminazione di Kelly sono molto utili: una vol­
ta classificate le componenti dell’illuminazione
in «luce per vedere», «luce per guardare» e «luce
da osservare», le gerarchie percettive ­appaiono
in genere naturali e quindi si possono ­trovare
facilmente le risposte sul dove la luce sia effet­
tivamente necessaria. I produttori come ERCO,
che possono vantare grande esperienza nel set­
tore dei musei, si assumono la ­responsabilità di
mettere a disposizione gli strumenti più adat­
ti per una simile progettazione qualitativa ed
orientata alla percezione. I progettisti impe­
gnati nell’illuminazione dei musei trovano par­
ticolarmente interessante la tecnologia LED,
in quanto essa riesce a coniugare le qualità
come la dimmerabilità e la buona resa croma­
tica proprie delle lampade alogene a bassa ten­
sione, attualmente molto diffuse, con un’effi­
cienza energetica che fino ad oggi era nota solo
nelle lampade fluorescenti o nelle lampade ad
alta pressione, superandole persino dal ­punto di
vista della durata utile. I responsabili della con­
servazione degli oggetti in esposizione sono
inoltre soddisfatti dalla loro luce priva di ­raggi
ultravioletti ed infrarossi. ERCO ha concepito
nuovi strumenti di illuminazione, come i ­faretti
o gli apparecchi da incasso nel soffitto per LED,
da un lato con l’ambizione di rendere, con il
design di sistema, la progettazione e la gestione
delle nuove tecnologie il più semplice possibile,
e dall’altro lato di offrire, con le soluzioni illumi­
notecniche realizzate nei propri laboratori, degli
ulteriori vantaggi in termini di efficienza.
Al giorno d’oggi molti musei si devono con­
frontare con una riduzione dei fondi pubblici e
devono gestire dei budget limitati. Con un’otti­
mizzazione energetica e con un investimento in
illuminazione avrebbero la possibilità di rispar­
miare nel lungo periodo sui costi di gestione. Si
liberano così ulteriori risorse per i compiti essen­
ziali di un museo: conservare e diffondere un
tesoro di conoscenze culturali.
Progettazione illuminotecnica qualitativa
Fondamentalmente nei
musei sono possibili
diversi approcci con cui
lavorare sulle gerarchie
percettive. Livelli di illu­
minazione contrastanti
accrescono la drammati­
cità di una visita (Punta
della Dogana, Venezia).
Illuminotecnica efficace
Potenti riflettori e sistemi
di lenti trasportano la
luce in modo efficace sul­
le superfici da illuminare.
Strumenti di illuminazione
specializzati e differenziati
offrono un’efficienza otti­
male per ogni applicazio­
ne (faretti Optec per LED
nel Museo Etnologico,
Berlino-Dahlem).
Programmazione
­luminosa intelligente
Gli impianti di program­
mazione luminosa come
Light System DALI servono
sia a creare delle scenogra­
fie che a risparmiare ener­
gia, abbinando situazioni
luminose con rilevatori di
movimento o con sistemi
di regolazione azionati in
funzione della luce diurna
(Museo Emilio Caraffa,
Córdoba, Argentina).
Lampade efficienti
La scelta delle lampade
influenza indirettamente il
consumo di energia. Sotto
questo aspetto brillano i
LED, ma anche le lampade
fluorescenti e le lampade
ad alogenuri metallici
sono adatte a determina­
ti ambiti di applicazione
(faretti Optec per LED nel­
la Casa dei Fratelli Grimm,
Steinau an der Strasse).
ERCO Lichtbericht 90 25
Punta della Dogana, Venezia
Per secoli in questi magazzini sul Canal
Grande si sono raccolti i beni da sdoganare. Passato, presente e futuro: Tadao Ando
ha trasformato questo edificio storico in
un museo d’arte contemporanea dotato
di tecnologie capaci di durare nel tempo,
anche per quanto riguarda l’illuminazione,
avvalendosi dello studio Ferrara Palladino e
Associati per il progetto di illuminazione.
L’acqua alta per gli abitanti e per i visitatori di
Venezia fa ormai quasi parte del quotidiano. La
città lagunare fondata su delle palafitte spro­
fonda di un paio di millimetri all’anno ed allo
stesso tempo, con il cambiamento climatico,
c’è il rischio che salga il livello del mare. I vene­
ziani comunque sono d’accordo: l’acqua alta
viene sempre più spesso. Chi costruisce a Vene­
zia non può fare a meno di preoccuparsi di come
difendersi dall’acqua alta, non solo per le fonda­
menta e per sigillare le costruzioni, ma in ogni
aspetto che riguardi la durevolezza e l’efficienza
energetica dell’edificio e delle sue attrezzature
tecniche.
Collocata sulla punta della lingua di terra che
si allunga di fronte a San Marco, la Punta della
Dogana, l’ex ufficio doganale di Venezia, si trova
nelle immediate vicinanze della Basilica di Santa
Maria della Salute. Costruito originariamente nel
1677 da Giuseppe Benoni, l’ufficio doganale ha
subito numerose ristrutturazioni, fino a quando
nel corso del XX° secolo perse la sua funzione
e cadde in letargo. Per più di 30 anni l’edificio
rimase chiuso al pubblico, fino a quando il col­
lezionista di opere d’arte François Pinault, alla
ricerca di una seconda sede per la sua fonda­
zione d’arte, si accordò con il sindaco di Venezia
Massimo Cacciari e sviluppò dei progetti per il
nuovo impiego di questa architettura risalente
al primo periodo industriale.
Già nella prima sede veneziana della François
Pinault Foundation, in Palazzo Grassi, nel 2005
Tadao Ando realizzò con interventi altrettanto
precisi e discreti una notevole architettura
museale. Anche per la Punta della Dogana non
sono visibili dall’esterno dei segni di una ristrut­
turazione. All’interno Ando ha ridato all’edificio
la sua struttura originale, articolata in cinque
padiglioni, conservando con cura i mattoni
grezzi e le robuste capriate in larice consegna­
tigli dalla storia. Al centro dell’edificio, dove
per una modifica precedente alcune pareti che
suddividevano il capannone erano state par­
zialmente sostituite da delle colonne, Ando ha
collocato un cubo di cemento in un modo per
lui tipico: linee chiare e minimaliste, superfici
26 ERCO Lichtbericht 90
Architetto: Tadao Ando, Tokio
Progettazione illuminotecnica: Ferrara Palladino
e Associati, Milano
Foto: Thomas Mayer, Neuss
www.puntadelladogana.it
Che posizione! Il nuovo
museo sulla lingua di terra
che dà sul Canal Grande
rafforza l’immagine di
Venezia come importante
centro anche in tema di
arte moderna e contem­
poranea, immagine data
soprattutto dalla Biennale,
dalla Peggy Guggenheim
Collection e non da ultimo
dal Palazzo Grassi, l’altra
sede che ospita la François
Pinault Foundation.
Inconfondibile Tadao
Ando: solo negli interni
un cubo in calcestruzzo
collocato al centro dell’an­
tico padiglione e dai tipici
motivi a pannelli svela
la mano del progettista.
La luce più efficiente in
assoluto, la luce diurna,
riempie gli ampi spazi.
L’illuminazione d’accento
porta in modo discreto
l’opera d’arte in primo
piano (Rudolf Stingel,
«Untitled», 2008).
ERCO Lichtbericht 90 27
Punta della Dogana, Venezia
levigate, articolate dalle strutture delle armatu­
re, a forma di un Tatami giapponese. In questa
«casa nella casa» si collegano passaggi, gallerie
e scale, che schiudono e organizzano i due piani
dell’esposizione.
Il concetto di illuminazione realizza efficien­
za e comfort visivo su diversi livelli: è costituito
dalla componente della luce diurna, dall’illumi­
nazione generale artificiale e dall’illuminazione
d’accento. Le schermature automatizzate dosa­
no la luce diurna che penetra dai lucernai e dalle
finestre laterali. Un impianto DALI comanda i
downlight ed i wallwasher per lampade fluore­
scenti. Gli efficienti faretti per lampade ad aloge­
nuri metallici, comandati per mezzo di attuatori
DALI, accentuano le opere in esposizione. Ando
ha integrato l’illuminazione ed il condiziona­
mento dell’aria in condotte a sezione rettango­
lare verniciate in un colore scuro ed inserite in
modo discreto nelle capriate storiche.
Ando ha concentrato la
climatizzazione, l’illumi­
nazione ed altre instal­
lazioni nelle condotte in
metallo verniciate con un
colore scuro, che si inte­
grano in modo discreto
nella struttura del tetto
in legno di larice.
Spazio a sufficienza per
opere che degli spazi si
appropriano: i padiglioni
della Punta della Dogana
non offrono sfondi neutri,
tipo «white cube», ma un
ambiente ampio e dalle
caratteristiche marcanti,
nel quale i pezzi della col­
lezione Pinault possono
esprimere tutta la loro
efficacia.
Le componenti di luce
artificiale dei downlight
Lightcast per lampade
fluorescenti compatte
per l’illuminazione gene­
rale e dei faretti Parscan
per lampade ad alogenuri
metallici per l’illumina­
zione d’accento hanno
le stesse tonalità della
luce diurna. Un comando
DALI regola i downlight e
accende e spegne i gruppi
di faretti con degli attua­
tori DALI.
A parte alcune sale che
hanno mantenuto la loro
altezza originale, Ando
ha creato nella gran par­
te del museo un secondo
piano per offrire delle
maggiori superfici esposi­
tive. I curatori dispongo­
no così anche di gallerie
dal carattere più intimo.
Architettura in esposi­
zione: con l’illuminazio­ne omogenea delle super­
fici verticali ottenuta con
i wallwasher Quadra i
progettisti illuminotec­
nici sottolineano l’unità
e l’estetica delle pareti
intese come elemento
costruttivo.
28 ERCO Lichtbericht 90
ERCO Lichtbericht 90 29
Museo delle Scienze Naturali, Bruxelles
I dinosauri riescono sempre a staccare i
bambini dalle console di videogiochi ed
a trascinarli in un museo. Il Museo delle
­Scienze Naturali del Belgio, appena rinno­
vato, offre ai piccoli ed ai grandi visitatori
non solo dinosauri ma molto altro ancora:
le conoscenze e le teorie più attuali, presen­
tate in modo attraente.
L’integrazione della luce
diurna nella ­Galleria
dell’Evoluzione: in aggiunta alla luce naturale
diffusa proveniente dalle
superfici in vetro sul soffitto, i faretti Optec montati su binari elettrificati
accentuano gli oggetti in
esposizione. Come illuminazione complementare si
possono attivare i washer
per soffitti Parscoop.
Negli anni ’90 si propagò sui media e nelle
camerette dei bambini un’ondata di interesse
per i dinosauri, scatenata dal film di fantascienza di Spielberg «Jurassic Park». Improvvisamente i musei di scienze naturali, che spesso
per decenni avevano condotto un’esistenza
nobile ma impolverata e ammuffita, tornarono sotto i riflettori dei media e all’attenzione
del pubblico e si dovettero confrontare con le
mutate esigenze ed abitudini visive di una nuova generazione di visitatori. L’ideale per questi
istituti era disporre di importanti e spettacolari
pezzi da collezione. Nel caso del «Regio Museo
delle Scienze Naturali del Belgio» l’esemplare
più illustre era l’iguanodonte di Bernissart, un
sensazionale reperto ritrovato nel 19° secolo.
Questo museo può inoltre vantare una bellissima architettura storica che fin troppo a lungo
è stata nascosta dietro un collage di aggiunte
e rivestimenti. Finalmente, dopo una ristrutturazione durata alcuni anni, quest’architettura
costituisce ora una cornice adeguata ad una
presentazione che, dal punto di vista scienti-
I washer per soffitti
Parscoop per lampade ad
alogenuri metallici sono
ideali per l’illuminazione
omogenea, a fascio largo
ed efficiente del soffitto
a volta del padiglione. La
loro luce antiabbagliante
completa, di giorno, e
sostituisce, di sera, l’illuminazione naturale proveniente dalle superfici
in vetro del soffitto.
30 ERCO Lichtbericht 90
Il colore per attirare
­l’attenzione: i faretti
Optec dotati di appositi
filtri consentono un
passaggio da un’illuminazione naturale ad una
drammatica messa in
scena degli scheletri di
dinosauro.
Architetti (ristrutturazione) e progettazione
­illuminotecnica: SumProject, Bruxelles
Galleria dell'Evoluzione – Scenografia: Atelier de
l'Ile, Parigi. Illuminazione dell'esposizione: Cosil,
Parigi
Foto: Dirk Vogel, Dortmund
www.naturalsciences.be
In questo museo la famiglia di faretti Optec svolge
con padronanza i compiti
dell’illuminazione scenografica, con distribuzioni
dell’intensità luminosa da
narrow spot a wide flood
ed impiegando lampade
ad alogenuri metallici par­ticolarmente ­efficienti. I
riflettori Spherolit garantiscono sempre una qualità ottimale della luce.
Esemplari unici di fossili
di scheletri di dinosauro
esposti e presentati in un
padiglione caratterizzato
da una costruzione con
uno scheletro in acciaio
risalente agli inizi dell’era
industriale: qualcosa
di speciale sia per i fan
dei dinosauri che per gli
appassionati di architettura.
fico e mediale, corre al passo con il 21° secolo.
Il rinnovamento dell’ala Janlet, che deve il
nome al suo costruttore Charles-Émile Janlet
(1839–1919), è stato realizzato in due fasi, che
hanno portato all’inaugurazione delle nuove
sale dei dinosauri nel 2007 e all’apertura della
«Galleria dell’evoluzione» nel 2009. Gli architetti
dello studio SumProject di Bruxelles hanno
ridato agli ambienti la loro originale imponenza,
li hanno dotati di infrastrutture completamente
nuove ed hanno messo a nudo i dettagli tecnici
della loro spettacolare costruzione in acciaio,
fino ad ora nascosta alla vista. Il carattere storico dei nuovi ambienti crea così un interessan­
te contrasto con l’allestimento degli interni,
dell’esposizione e delle vetrine, dotati di moderne tecnologie mediali e marcatamente orientati
al futuro. In tal modo non si scontenta nessuno,
né i bambini della generazione playstation, né
i genitori con il cuore rivolto all’estetica degli
inizi dell’era industriale.
I designer che hanno
progettato l’esposizione
sperano che l’estetica
della presentazione possa
sensibilizzare i visitatori in
merito alla fragile e minacciata bellezza del nostro
ecosistema. I washer per
soffitti Parscoop per lampade ad alogenuri metallici
contribuiscono con la loro
alta efficienza a preservare
le risorse naturali.
Quando la scienza diventa
divertimento: davanti a
un grizzly imbalsamato si
mette in posa una giovane
visitatrice asiatica, proveniente probabilmente dalla Corea, dove gli orsi sono
considerati i mitologici
antenati dell’uomo.
ERCO Lichtbericht 90 31
Luci di chiusura
Training dei consulenti sulle novità del
­programma
Con oltre 1.600 novità ERCO ha avviato nel
2010 la più grande presentazione di nuovi prodotti della sua storia imprenditoriale. Tra questi
vi sono circa 1.200 nuovi apparecchi da incasso nel soffitto e faretti da incasso della famiglia
Quintessence. Per poter offrire una consulenza
ottimale a tutti i clienti ed a chiunque sia interessato a questa nuova ampia offerta, i consulenti della luce della rete globale di distri­buzione
di ERCO hanno svolto nelle prime settimane
dell’anno un intenso programma di formazione
sui prodotti. Gli esperti della luce di ERCO saranno lieti di mettere tutto ciò a vostra ­disposizione.
Potete trovare i vostri referenti locali di ERCO a
questo indirizzo:
I pittogrammi possono
essere utilizzati in modo
versatile in quasi tutte le
attività umane. Soprattutto nello sport e nel
tempo libero, in settori
come quello della salute,
dei trasporti, dei servizi e
della sicurezza, i simboli
grafici sono spesso il mezzo di comunicazione più
azzeccato.
Pittogrammi di Aicher
Nel 1972 il designer Otl Aicher (1922–1991)
ha creato per i Giochi Olimpici di Monaco di
­Baviera un sistema di pittogrammi che ha rivoluzionato la comunicazione visiva. I suoi pittogrammi sono diventati un classico del design ed
un’icona della nostra cultura quotidiana. I simboli grafici di Aicher accompagnano la società in movimento, facilitano la comprensione a
livello internazionale e si adattano quindi perfettamente al mondo moderno e globalizzato.
Nello spirito della sua lunga collaborazione con
Aicher, ERCO si è assunta il compito di brevettare il suo sistema di pittogrammi e di continuare
a svilupparlo. Una nuova brochure presenta lo
stato attuale di questo lavoro. Per riferimenti e
altre informazioni visitare il sito internet:
www.erco.com/contact
Fiera internazionale del mobile, Colonia
19 – 24 gennaio 2010
Con Pure Village, nel padiglione 3.2 ­quest’anno
la imm cologne ha lanciato con successo un
nuovo formato per le presentazioni degli espositori. Marchi rinomati del settore dell’arredamento, delle stoffe, della luce e dell’arredo per
bagno hanno presentato in uno scenario architettonico unico sia dei singoli oggetti di design
esclusivi che dei completi e creativi progetti di
arredamento. A questo progetto ERCO ha par­
tecipato sia con una superficie espositiva propria per gli effetti scenografici con strumenti
di illuminazione altamente efficienti, sia come
allestitore dello speciale spazio «The Stage»,
dove i visitatori hanno potuto assistere ad un
interessante programma di eventi.
www.aicher-piktogramme.de
www.purevillage.de
Ulteriore sviluppo
Basandosi sul sistema
sintattico dei pittogrammi si può ampliare senza
limiti il programma di
simboli. Un team di esper­
ti e creativi specialisti di
ERCO sviluppa dei nuovi
pittogrammi rispettan­
do esattamente i criteri
originali.
Indicazioni
I sistemi grafici di indicazioni in edifici pubblici
come aeroporti o padiglioni fieristici sono dei
tipici esempi di applicazione dei pittogrammi.
I pittogrammi di Aicher
per le indicazioni ed i
trasporti sono percepiti
visivamente e compresi
correttamente anche da
chi non conosce la cultu­ra e la lingua locali. Gli
32 ERCO Lichtbericht 90
ospiti internazionali si
orientano senza problemi
(Fiera di Stoccarda, sistemi di indicazioni: Büro
Uebele).
Design di sistema, concepiti per facilitare il montaggio, per creare effetti
luminosi ben studiati e per
l’efficienza: i consulenti
del network globale della
luce di ERCO si sono con­vinti personalmente dei
vantaggi dei nuovi prodotti studiandone le caratteristiche nella sede centrale
di Lüdenscheid.
Articoli per fan e
­merchandising
Su tessuti, accessori e
articoli per fan nel setto­re dello sport e del tem­po libero i pittogrammi
di Aicher costituiscono
un pregnante elemento
distintivo. Si possono ad
esempio realizzare prezio­
si documenti e medaglie
impiegando i simboli
sportivi.
Esposizione Modell Bauhaus
Martin-Gro­pius-Bau, Berlino
22 luglio – 4 ottobre 2009
La ricorrenza della nascita della Bauhaus a
­Weimar, 90 anni fa, è stata l’occasione per una
serie di esposizioni e di eventi tenutisi nel 2009.
Nei 14 anni della sua esistenza la Bauhaus è stata la più importante scuola della modernità del
suo tempo, ed oggi viene considerata a ­livello
internazionale il maggiore contributo tedesco
all’arte e alla cultura della modernità negli inizi del ventesimo secolo. L’esposizione Modell
Bauhaus ha riportato al centro dell’atten­zione
il ­grande significato rivestito dalla Bauhaus
allo ­sviluppo ed all’internazionalizzazione del
moderno e ha tematizzato gli effetti che a partire da essa si sono diffusi in tutto il mondo ed
ancora oggi continuano ad influire su architettura e design.
Light System DALI rende
possibile la realizzazione di
situazioni luminose comodamente programmate sia
per lo stand ERCO (sopra)
che per lo spazio per gli
eventi speciali «The Stage»
nel Pure Village. Il motto
di ERCO «tune the light» è
stato uno spunto per molti
colloqui in tema di comfort visivo efficiente.
Esempio di Bauhaus: il
fascino di questa scuola
interdisciplinare di architettura, design, arti figurative e rappresentative,
che nel 1925 si trasferì a
Dessau, è ancora intatto
nonostante a Berlino sia
stata chiusa più di 75
anni fa.
www.modell-bauhaus.de
ERCO Lichtbericht 90 33
Shenzhen Museum of History
Architetto: Li Mingyi, Shenzhen
Foto: Michael Wolf, Hong Kong
www.shenzhenmuseum.com.cn
La città di Shenzhen, nella Cina
meridionale, ha vissuto negli ulti­mi anni un enorme sviluppo grazie
alla sua collocazione vicino all’area
ad economia speciale di Hong
Kong. Il nuovo Museo della Storia
presenta ora 6.000 anni di storia
regionale su 12.500m2 di super­
ficie. Tra gli strumenti di illumina­
zione impiegati ci sono i faretti
Optec ed i wallwasher Quinta per
l’illuminazione delle superfici verticali dei diorami, molto utilizzati
nei musei cinesi. Qui vediamo una
rappresentazione del leader del
Partito Comunista Cinese Deng
Xiaoping (1904–1997) che pianta
un ­albero, simbolo della sua politica di riforma ed apertura che è alla
base della rinascita di Shenzhen.
E
ERCO GmbH
Postfach 2460
58505 Lüdenscheid
Germany
Tel.:+49 2351 551 0
Fax:+49 2351 551 300
[email protected]
www.erco.com