Alessandro il Grande, e dall’avidità dei suoi generali, i diadochi, che cercarono ad ogni costo e con ogni mezzo di sopraffarsi a vicenda. Ma il suo punto di interesse dovette ben presto spostarsi verso occidente e le sorti del suo regno cominciarono ad intrecciarsi sempre più saldamente con quelle dell’Impero Romano. Le preoccupazioni di Attalo I erano legate principalmente alle mire espansionistiche di Filippo V di Macedonia che, poco dopo la battaglia di Canne (216 a.C.) , si alleò con Annibale che puntava adesso a togliere l’Illiria dal giogo romano. Entrò così nella Lega Etolica nel 212 a.C. partecipando alle prime due guerre macedoniche e morì all’età di 72 anni, a seguito di un malore avuto nella città di Tebe, mentre stava arringando i Beoti sulla convenienza che avrebbero avuto alleandosi con Roma. Portato a Pergamo si spense dopo alcuni mesi, ma intanto la battaglia di Cinocefale del 197 a.C., in Tessaglia, aveva già decretato la vittoria di Roma. Per completezza di informazione vi fu una terza guerra macedonica voluta dal re Perseo, tra il 171 e il 169 a.C., ma nella battaglia di Pidna le legioni romane ebbero ancora una volta la meglio sulle falangi macedoni. Ad Attalo I succedette Eumene II, suo fratello, che non poté far altro che seguire la via predeterminata dai suoi due immediati predecessori, specie riguardo lo stretto legame con Roma, il cui esercito guidato dagli Scipioni (Lucio Cornelio e Publio Cornelio) mise definitivamente fine alle pressioni dei Seleucidi, che ormai erano arrivati ad assediare Pergamo, sconfiggendo Antioco III nella battaglia di Magnesia (190 a.C.) e costringendolo a ritirarsi. L’insieme delle trattative messe in atto per determinare la spartizione dei territori all’indomani della sconfitta di Antioco III, diedero forma alla pace di Apamea, avvenuta nel 188 a.C. Roma fu chiamata a dirimere la questione e viste le posizioni diverse tra le varie forze in campo, il Senato decise di mandare dei commissari in Asia. Fu deciso che Antioco si sarebbe dovuto ritirare da gran parte dei territori dell’Asia Minore, che passarono direttamente sotto il controllo del regno di Pergamo la cui estensione raggiunse circa i 200.000 Kmq, con una popolazione stimata tra i 4 e i 5 milioni di abitanti. Una grandezza che cominciò ad impensierire gli stessi Romani e forse non è un caso se ad un tratto Eumene II perse la stima del Senato Romano, che lo accusò – pare in modo infondato – di aver tramato con il re macedone Perseo contro Roma. Inutili furono i tentativi per convincere gli alleati dell’infondatezza di queste accuse; Roma arrivò a stringere accordi con i nemici storici di Pergamo, i Galati, lasciando solo Eumene II nell’eterna lotta contro questo popolo indomito, che comunque se pur con grande sforzo riuscì a sconfiggere. Eumene II continuò a dare spazio a letterati, artisti, poeti e scienziati al pari dei suoi predecessori e abbellì la città di monumenti straordinari, tra i quali il Grande Altare, di cui avremo modo di parlare nel dettaglio più avanti. Morì nel 189 a.C. lasciando il trono al fratello Attalo, il secondo sovrano a portare questo nome, che ereditò un regno già all’apice della sua parabola e a cui non rimaneva che imboccare la fase discendente. Gli si diede merito di aver portato a termine le opere iniziate dal fratello, quasi certamente anche il Grande Altare, e si occupò ancora di situazioni instabili ai confini del regno, debellando definitivamente la piaga dei Galati e aiutando Roma a sconfiggere Filippo VI di Macedonia, partecipando attivamente anche al sacco di Corinto. Attalo III chiude la dinastia Attalide lasciando il regno di Pergamo in eredità a Roma nel 133 a.C. La sua figura è controversa e pare che verso la fine della sua vita fu vittima di problemi comportamentali, tuttavia portò a termine alcune campagne vittoriose e partecipò attivamente alla vita culturale della città, essendo egli stesso uno scrittore. Vi fu un epilogo legato all’opposizione di Aristonico, figlio illegittimo di Attalo III, che si attribuì il nome dinastico di Eumene III e rivendicò il suo diritto a regnare, costringendo l’Impero Romano a una lunga e sanguinosa guerra a cui pose fine, dopo un secolo, Augusto e durante la quale molte città dell’Asia Minore furono saccheggiate, con opere d’arte e intere costruzioni smontate e trasportate in Italia. La città di Pergamo, sotto Augusto, venne ampliata fino a raddoppiare la sua estensione, diventando, insieme a Efeso, la capitale della provincia romana d’Asia e conoscendo così una nuova fase di sviluppo grazie anche al celebre santuario di Esculapio e alle attività sanitarie collegate ad esso. Le alterne vicende che videro come protagonisti in quell’area prima i Bizan9 10 9 Importante scontro militare afferente alla Seconda Guerra Punica tra Roma e Cartagine, avvenuto il 2 agosto del 216 a.C. a Canne, località situata nei pressi del fiume Aufido, in Puglia. 10 Confederazione di città greche dell’Etolia, formatasi nel IV sec. a.C. per contrastare la Macedonia. 106