L`investimento multi-asset in un contesto economico

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Editoriale
L’investimento multi-asset in un
contesto economico globale difficile
20 settembre 2015 | Autore: Valentijn van Nieuwenhuijzen, Responsabile Multi-Asset presso NN Investment Partners
Il successo delle soluzioni multi-asset è indubbiamente confermato dai significativi afflussi verso
quesa tipologia d’investimento. Oltre all’interesse che riscuotono nel contesto di mercato attuale,
l’approccio diversificato multi-asset dovrebbe essere preso in considerazione in tutti i contesti di
mercato. La storia ha dimostrato che le differenze di rendimento tra le asset class possono essere
piuttosto significative, e che forti differenze permangono anche a livello geografico e settoriale. Molte
cose sono cambiate dall’inizio della crisi finanziaria globale del 2008.
A seguito della crisi, le banche centrali di tutto il mondo hanno abbassato i tassi ufficiali e hanno varato misure di
allentamento monetario non convenzionali. Questo ha portato ad un calo senza precedenti dei rendimenti dei
titoli governativi nelle economie avanzate (DM), nonostante le brusche correzioni dei rendimenti subite ad
esempio dai Bund nei mesi di aprile e maggio. I fondi multi-asset offrono agli investitori la possibilità di sostituire
parte del rischio derivante dai tassi d’interesse, proprio dei portafogli obbligazionari, con opportunità di
remunerazione potenzialmente migliore in altre asset class, senza aumentare il rischio complessivo. La frequenza
con cui si verificano eventi inaspettati premia quegli investitori capaci di modificare le loro view rapidamente,
agendo di conseguenza.
Sviluppi recenti
Nei mesi di agosto e settembre, il perdurare dell’incertezza sui mercati emergenti (EM) ha avuto ripercussioni sui
titoli dei mercati sviluppati, provocando un forte aumento della volatilità dei mercati azionari delle economie
avanzate. La volatilità è aumentata in misura decisamente maggiore rispetto al passato. Il picco di volatilità
(misurata dal VIX) era paragonabile a quello registrato alla fine del 2011, anche se la durata della fase di incertezza
più elevata è stata molto più breve. Attualmente la volatilità è ancora alta, ma si è ridotta rispetto ai livelli massimi
raggiunti.
I mercati emergenti sono stati al centro delle incertezze. La svalutazione della moneta cinese ha provocato il calo
di molte altre valute emergenti. L’indebolimento di queste valute prosegue da diverso tempo, e dall’inizio
dell’anno parecchie di loro hanno registrato una flessione significativa rispetto al dollaro. La volatilità dei mercati
emergenti ha avuto ricadute più evidenti sui titoli azionari e su quelli delle materie prime. Inoltre, altri asset
rischiosi non sono stati risparmiati, e abbiamo riscontrato ad esempio un ampliamento degli spread sui titoli
investment grade e high yield dell’Eurozona.
Uno dei modi più importanti con cui le turbolenze sui mercati emergenti si ripercuotono sui rendimenti dei titoli
governativi dei paesi sviluppati è tramite le aspettative di inflazione. L’indebolimento dei mercati emergenti ha
provocato il calo dei prezzi delle materie prime, con il conseguente impatto sulle aspettative di inflazione. Qualora
il mercato fosse preoccupato per le prospettive generali della crescita economica globale e della politica
monetaria, anche il rendimento reale calerebbe. Tuttavia, in questa fase, esiste ancora una lieve tendenza al rialzo
dei rendimenti reali negli Stati Uniti e nell’Eurozona. Il proseguimento di questa tendenza è subordinato al grado di
propagazione della crisi emergente al contesto di crescita dei paesi sviluppati.
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Outlook
Nel medio termine, ci aspettiamo una ripresa economica globale modesta, che sostenga i fondamentali degli asset
rischiosi. Dal punto di vista della politica monetaria, ci aspettiamo che la Fed proceda lentamente verso la
normalizzazione delle condizioni monetarie, generando un processo di aumento graduale dei rendimenti
obbligazionari nei prossimi anni. Nell’Eurozona e in Giappone, le condizioni monetarie sono ancora in fase di
allentamento con un conseguente aumento della liquidità globale. Tuttavia, la transizione verso la normalizzazione
della politica monetaria, attuata dalla Fed, potrebbe provocare un aumento della volatilità sul mercato. Per il
momento prevediamo che il contesto di inflazione piuttosto bassa prosegua.
Al momento i mercati appaiono fragili e decorrelati tra loro. Il contesto emergente resta molto debole, con
potenziali ripercussioni sui mercati sviluppati. Nelle ultime due settimane abbiamo optato per un’asset allocation
più difensiva. Considerato che i mercati sono in gran parte guidati dalle notizie attuali e dal sentiment di breve
periodo, la volatilità dovrebbe restare elevata. In queste condizioni di mercato, è possibile conseguire valore
aggiunto adeguandosi all’andamento del mercato e sfruttare le opportunità rese disponibili dai comportamenti
contro-corrente dei fondamentali e del mercato.
FINE
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