Damiano Musella Ministero delle Comunicazioni - Istituto Superiore C.T.I. IL PROGETTO NAZIONALE DI RICERCA MURST/CNR-ENEA SU “SALVAGUARDIA DELL’UOMO E DELL’AMBIENTE DALLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE” (THE NATIONAL RESEARCH PROJECT MURST/CNR-ENEA ON “THE PROTECTION OF THE HUMAN BEING AND ENVIRONMENT FROM Riassunto: i campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici interagiscono con il corpo umano e con altri sistemi biologici secondo alcuni fenomeni fisici. La popolazione è continuamente esposta a tali campi emessi da una moltitudine di sorgenti di diversa natura che utilizzano l’energia elettromagnetica in varia misura e compresa in un largo spettro di frequenze. Ne consegue la necessità di studiare i possibili rischi per la salute umana e le contromisure adottabili. L’Italia, soprattutto negli ultimi anni, si è dimostrata particolarmente sensibile al problema dell’inquinamento EM. Il Ministero dell’ambiente, con il decreto 381/ 98 ha definito i limiti di esposizione e gli obiettivi di qualità dei sistemi di telecomunicazione. Al Senato è in discussione una nuova legge quadro nazionale mirante al riordino della materia. Sul piano scientifico è recentemente partito un nuovo progetto nazionale di ricerca sulla salvaguardia dell’uomo e dell’ambiente dalle emissioni elettromagnetiche, denominato “Progetto 5%”. Questo lavoro si prefigge l’obiettivo di fare una panoramica sul Progetto 5%. Abstract: electric, magnetic and electromagnetic fields interact with the human body and other biological systems through a number of physical mechanisms. People are continually exposed to electric and magnetic fields arising from a wide variety of sources that use electrical energy at various frequencies and levels. At the same time, a great deal of speculation and research has occurred concerning possible health risks arising from exposure to electric and magnetic fields and to take the appropriate steps. Especially in the latest years, Italy has been very careful in the electromagnetic pollution problem. The Italian Environment Ministry has enacted the decree 381/98 on safety in electromagnetic fields (exposure limits and quality targets) related to communication systems. The Italian Senate is discussing about a new framework law to reorganize all the subject. On the scientific level a new project of research, called “Project 5%”, on the protection of the human being and environment has been planned. This paper offers an overview on Project 5%. 1. Introduzione Lo sviluppo esplosivo delle telecomunicazioni (nel seguito tlc) degli ultimi anni, favorito dalla disponibilità di tutta una serie di nuovi servizi e dal processo di liberalizzazione del settore (col conseguente ingresso nel mercato di piccoli e grandi operatori), ha posto in primo piano due ordini di problemi apparentemente disgiunti ma in realtà intimamente connessi: La Comunicazione - numero unico 2000 ·l’inquinamento elettromagnetico (nel seguito EM) e quindi l’esigenza (prioritaria!) della protezione sanitaria dell’uomo e la salvaguardia dell’ambiente ·la necessità, vitale per lo sviluppo stesso delle tlc (specie per le comunicazioni wireless e mobili), di ricercare tecniche adeguate a superare i limiti imposti dall’ampiezza delle bande di fre- 11 NOTE ELECTROMAGNETIC POLLUTION”) Damiano Musella quenza disponibili, in quanto i canali di trasmissione sono sempre più affollati e i nuovi servizi richiedono bande di frequenza sempre più larghe. NOTE In effetti, l’inquinamento EM rappresenta un problema estremamente complesso per una varietà di motivi, uno dei quali è il fatto che le tecnologie elettromagnetiche trovano applicazione in svariati campi (industriale, civile, ospedaliero, trasporti, ecc.), oltre che in quello strettamente legato alle tlc. A ciò si aggiunge il fatto che i dispositivi elettronici diventano sempre più comuni. I processi produttivi industriali fanno largo uso di macchine per il riscaldamento, l’essiccamento e l’incollaggio (soprattutto di carta, legno e tessuti; ma, i primi due processi riguardano anche il trattamento dei cibi precotti, ecc.), nonché di apparati per la lavorazione (fusione, tempera e saldatura) dei materiali metallici e non, oltre che di forni a induzione e a microonde. In campo civile e soprattutto nell’ambiente cosiddetto indoor (casa o ambiente di lavoro) gli elettrodomestici (lavatrici, lavastoviglie, macchine per la pulizia, asciugacapelli, computer, radio e TV, cucine e stufe a induzione, forni a microonde, sistemi antifurto, ecc.) giocano un ruolo molto importante perché la loro diffusione è capillare e perché sono in continuo aumento (oggi lo spazzolino da denti elettrico sta diventando comune come il rasoio elettrico). Né vanno trascurati i sistemi per la sorveglianza elettronica (EAS - Electronic Article Surveillance) in uso in moltissimi negozi (librerie, boutique, ecc.) e grandi complessi commerciali allo scopo di prevenire il furto della merce esposta. Alcune apparecchiature elettromedicali generanti intensi campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici trovano molteplici applicazioni sia di tipo diagnostico, come gli apparati per la rivelazione dei tumori (risonanza magnetica nucleare), che di tipo terapeutico come gli apparati per la fisioterapia (marconiterapia e radarterapia) o la terapia dei tumori e addirittura in chirurgia 12 (elettrobisturi, ecc.). Allorché si parla di inquinamento EM, uno degli argomenti più discussi riguarda la produzione, il trasporto e la distribuzione dell’energia elettrica, essendo i campi in bassa frequenza quelli ritenuti più nocivi per la salute da molti ricercatori; inoltre, le loro infrastrutture spesso deturpano il paesaggio. Peraltro, il consumo di energia elettrica tende ad aumentare con l’introduzione di nuove e sofisticate apparecchiature elettriche, sia in campo industriale che domestico: negli ultimi tempi la società Enel ha offerto alle famiglie l’aumento della potenza dai canonici 3 kW a potenze superiori a prezzi molto vantaggiosi rispetto al passato. Una problematica simile è costituita dai trasporti ed in particolare dai treni ad alta velocità. Agli apparati suddetti si aggiungono le apparecchiature per radio e telecomunicazione che hanno la particolarità di “dovere” inquinare l’ambiente circostante (sistemi diffusivi) o una sua parte più o meno circoscritta (sistemi direttivi). Infatti, contrariamente a quanto avviene per un trasformatore, una macchina elettrica, un forno, che vanno progettati in modo da ridurre al minimo il flusso disperso, un apparato trasmittente viene progettato col preciso scopo di inviare fuori dell’apparecchiatura stessa l’energia EM da essa generata. Da qui la necessità di uno studio esaustivo dei problemi connessi alla diffusione ed alle interazioni dei campi elettromagnetici (nel seguito CEM) in campo aperto e soprattutto nei grandi centri urbani. Tuttavia, è bene considerare che i possibili effetti nocivi sulla salute degli esseri umani (e degli esseri viventi in generale) possono essere conseguenti anche a problemi di compatibilità elettromagnetica, oltre che a problemi di impatto ambientale diretto. A tale proposito alcune aree, come ospedali ed aeroporti, sono particolarmente a rischio in quanto alcuni strumenti e sistemi ivi utilizzati (es. l’elettroencefalografo, in uso negli ospedali per registrare i segnali dovuti all’attività elettrica del cervello, i sistemi di controllo a bor- La Comunicazione - numero unico 2000 IL PROGETTO NAZIONALE DI RICERCA MURST/CNR-ENEA SU “ SALVAGUARDIA DELL’UOMO E DELL’AMBIENTE DALLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE” (THE NATIONAL RESEARCH PROJECT MURST/CNR-ENEA ON “THE PROTECTION OF THE HUMAN BEING AND ENVIRONMENT FROM ELECTROMAGNETIC POLLUTION”) In questo complesso contesto la comunità scientifica internazionale, sollecitata anche dalle associazioni ambientaliste, da biologi e perfino dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), si è assunto il compito di investigare sui possibili rischi sanitari conseguenti all’esposizione della popolazione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, nonché ricercare modi e mezzi per minimizzare l’esposizione della popolazione (preservando soprattutto gli ambienti ove si soggiorna per molto tempo). A loro volta (anche partendo dai risultati conseguiti dai vari centri di ricerca) gli istituti di normazione preposti, sia tecnici (ICNIRP, IEC, CENELEC, CEI) che amministrativi (organi comunitari e Ministeri nazionali competenti), definiscono dei limiti di esposizione e degli obiettivi di qualità (di cui il decreto 381/ 98 del Ministero dell’ambiente è un esempio). L’Italia, soprattutto negli ultimi anni, si è dimostrata particolarmente sensibile al problema dell’inquinamento EM: rappresentanti del Sottocomitato Tecnico CEI 211 B “Esposizione umana ai campi elettromagnetici ad alta frequenza”, partecipano attivamente alle riunioni internazionali in ambito CENELEC e, alla fine del ’99, sono riusciti a produrre una guida in tempi molto stretti (“Guida per la misura e per la valutazione di campi elettromagnetici nell’intervallo di frequenza compresa tra 10 kHz e 300 GHz”) avente lo scopo di aggiornare la vecchia normativa, allineandola con i nuovi studi condotti in ambito IEC TC 85 - WG 15. E’ noto, inoltre, che al Senato è in discussione una legge quadro nazionale mirante al riordino della materia. Tuttavia, l’avvenimento più importante dal punto di vista scientifico è stato senza dubbio la decisione del MURST di approvare, sul finire del ’99, un articolato programma di ricerca ad hoc, frutto di un accordo tra CNR La Comunicazione - numero unico 2000 ed ENEA, denominato “Progetto 5%”, presentato nelle sue linee essenziali il 6 giugno 2000 nella Sala Convegni del CNR di Roma. 2. Il progetto nazionale di ricerca MURST /CNR-ENEA “Salvaguardia dell’uomo e dell’ambiente dalle emissioni elettromagnetiche” Il Progetto, partito nell’89 con lo studio di prefattibilità, era inizialmente orientato alla compatibilità elettromagnetica negli apparati e nei sistemi elettrici ed elettronici e prevedeva un sottoprogetto sull’inquinamento EM dell’ambiente, ossia proprio il tema da cui si è sviluppato questo programma nazionale. Lo sviluppo delle tlc dell’ultimo decennio ed il conseguente aumento dell’interesse per i possibili effetti negativi delle radiazioni non ionizzanti sulla salute dell’uomo ha orientato il progetto verso la nuova direzione. Il CNST (Consiglio Nazionale della Scienza e della Tecnologia) nella seduta del 29 ottobre ’97 individuò nel tema “Salvaguardia dell’uomo e dell’ambiente dalle emissioni elettromagnetiche” un settore avanzato e di rilevante interesse per lo sviluppo del sistema nazionale della ricerca, anche in considerazione del fatto che lo studio era volto ad accrescere le conoscenze tecnologiche (e quindi lo sviluppo produttivo) delle imprese, tant’è che prevede la partecipazione congiunta e bilanciata di imprese, università ed enti di ricerca pubblici e privati. Il programma viene inizialmente finanziato con i fondi previsti dalla legge 95/95 che, oltre a fare riferimento a misure straordinarie per la promozione e lo sviluppo della imprenditorialità giovanile nel Mezzogiorno (nei territori oggetto degli obiettivi 1, 2 e 5b di cui al regolamento CEE n. 2081/93 relativo alle missioni dei Fondi a finalità strutturale), all’art. 3 considera la Ricerca applicata. Per il periodo ‘95-’97 il MURST può promuovere iniziative in comune tra imprese, università e centri di ricerca pubblici e privati in settori di rilevante interesse per lo sviluppo del sistema della ricerca nazionale utilizzando il 5% degli stanziamenti di bilancio in favore del CNR, 13 NOTE do degli aerei e le loro comunicazioni con la torre di controllo) sono particolarmente sensibili ai CEM esterni per cui vanno protetti da possibili accoppiamenti e conseguenti interferenze EM (la compatibilità elettromagnetica si occupa proprio della coesistenza operativa di apparecchiature e sistemi elettrici ed elettronici nel proprio ambiente EM). NOTE Damiano Musella dell’ENEA, dell’INFN e del Fondo speciale per la ricerca applicata (legge 25/10/68, n.1089, art.4 e legge 17/2/82, n. 46 relativa agli Interventi per i settori dell’economia di rilevanza nazionale). Successivamente, il MURST, con decreto del 16 dicembre ’97, stabilisce l’ammontare della quota di intervento finanziario destinata allo svolgimento del progetto e invita CNR ed ENEA a presentare le proposte. In definitiva, il programma di ricerca nasce da un accordo di programma tra CNR, ENEA e MURST (definito dal Prof. Bernardi come “la madre di tutti gli accordi” nella presentazione del Progetto), prevede un finanziamento di 9 miliardi (50% CNR e 50% ENEA), una durata di 3 anni e la partecipazione di ben 59 unità operative appartenenti ad enti pubblici e poli industriali. Vi partecipano università (Roma 1, Roma 2, Roma 3, Firenze, Bologna, Ancona, l’Aquila, Trieste, il Politecnico di Torino e Istituto Universitario Navale di Napoli), l’ICEMB (Centro interuniversitario sull’interazione tra CEM e sistemi biologici) di Roma, Bologna e Genova, organismi del CNR (IROE, IRECE, IMS, ITBA, CESPA, CSITE, CSIB, GNRETE, l’Ufficio Sicurezza e Prevenzione), alcuni dipartimenti dell’ENEA (Ambiente, Innovazione e il Progetto interdipartimentale HPCN), l’IENGF di Torino, l’ISS (il Laboratorio Ultrastrutture e l’Ospedale Regina Elena di Roma), alcune ARPA (Piemonte e Toscana), l’IRST di Trento e almeno otto organismi privati (Fondazioni Bordoni e Guglielmo Marconi, CSELT, TESEO di Torino, PMM di Milano, Centro Ricerche FIAT, IDS di Pisa, SORIN, ALCATEL CAVI). 3. Obiettivi della ricerca Per raggiungere il massimo risultato possibile nella lotta all’inquinamento EM e quindi alla salvaguardia dell’uomo e dell’ambiente il Programma di ricerca tratta tutti gli aspetti della problematica inerente i CEM (ossia l’impatto ambientale in bassa e alta frequenza, il monitoraggio dei livelli di campo nelle zone di interesse, l’interazione dei CEM con il corpo umano, le possibili misure protezionistiche ed il risanamento) con parità di trattamento dei vari argomenti, fornendo una visione generale unitaria. Pertanto, si è pensato di procedere sulla falsariga di quattro 14 direttrici: 1) Valutazione dell’impatto ambientale delle principali sorgenti di CEM in strutture complesse e diffuse, come quartieri urbani, siti aeroportuali, sistemi di trasporto (sviluppo dell’alta velocità), siti centralizzati di teleradiodiffusione (anche in relazione allo sviluppo dei nuovi sistemi di comunicazione come l’UMTS – Universal Mobile Telecommunication System – la terza generazione di telefonia cellulare). Monitoraggio dell’andamento dei CEM negli ambienti di interesse in conseguenza dell’introduzione di nuovi sistemi (es. quelli della telefonia cellulare). Dare risposta a quesiti del tipo: è opportuno utilizzare siti centralizzati affiancando i nuovi sistemi a quelli preesistenti? 2) Sviluppo della strumentazione e delle tecniche di misura per il controllo e il monitoraggio dell’impatto ambientale e collegamento in rete per la gestione dati. La raccolta dati è importante per consentire una corretta pianificazione territoriale a coloro che ad essa sono preposti (chi rilascia le autorizzazioni per i nuovi siti). 3) Approfondimento delle conoscenze degli effetti biologici dei CEM. Questa linea di ricerca tratta il tema più delicato e controverso per cui si propone: a) di eseguire esperimenti impostati e condotti in modo da essere riproducibili e b) di essere in stretto collegamento con quanto viene sviluppato dall’OMS. 4) Sviluppo di tecniche di protezione realizzate con l’impiego di dispositivi attivi e passivi, nuovi materiali a bassa emissione e soprattutto criteri di progettazione e tecniche costruttive innovative che tengano conto dell’esigenza di un basso impatto ambientale (es. le antenne intelligenti per i sistemi di comunicazione mobile). Risanamento dei vecchi impianti tecnologici. 4. Articolazione della ricerca La ricerca è organizzata per linee e temi; ogni tema è poi costituito da più sottotemi, ciascuno dei quali tratta uno specifico aspetto del problema da risolvere e a cui partecipano una o più unità operative. La Comunicazione - numero unico 2000 IL PROGETTO NAZIONALE DI RICERCA MURST/CNR-ENEA SU “ SALVAGUARDIA DELL’UOMO E DELL’AMBIENTE DALLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE” Essenzialmente vi sono quattro linee di ricerca, che corrispondono alle quattro direttrici suddette, più una linea di coordinamento. Linea di ricerca 1 Caratterizzazione e modellistica dei campi elettromagnetici e delle sorgenti di campo Temi: 1.1 Realizzazione dell’architettura generale del codice integrato di simulazione della propagazione di onde elettromagnetiche 1.2 Modulo solutore FDTD, Ray-Tracing 3D e tecniche ibride. Caratterizzazione di sorgenti canoniche ad alta frequenza 1.3 Realizzazione di librerie di mappe tematiche dei livelli di CEM in aree urbane 1.4 Caratterizzazione elettromagnetica dell’ambiente in presenza di sorgenti complesse e distribuite Questa linea di ricerca ha lo scopo principale di sviluppare un sistema informatico capace di realizzare dei modelli atti a simulare le varie tipologie di problemi EM nel modo più vicino possibile a quanto avviene nella realtà. Si tratta, quindi, da un lato di riprodurre al calcolatore i vari tipi di sorgenti di CEM (antenne, ecc.) e i fenomeni di propagazione e di interazione in domi- ni piuttosto ampi e complessi (spazi urbani, siti aeroportuali, mezzi di trasporto a trazione elettrica, siti centralizzati di impianti di teleradiodiffusione) e dall’altro di calcolare i livelli di CEM risultanti nei suddetti ambienti alle frequenze di interesse emessi dalle suddette sorgenti. Si tratta, quindi, di rappresentare l’impatto ambientale dei CEM prodotti da apparati e sistemi mediante modelli analitici e numerici, che poi potranno essere utilizzati per prevedere i livelli di campo che verranno prodotti dai sistemi in via di sviluppo o per predire i livelli di campo prodotti all’atto dell’installazione dei nuovi apparati in volumi di spazio anche complessi. Ciò allo scopo di progettare e realizzare impianti tecnologici di elevata qualità (secondo i criteri esposti nel Decreto del Ministero dell’ambiente 381/98), nonchè scegliere siti sicuri per la popolazione minimizzandone l’esposizione. La modellazione dei vari tipi di antenne (o altre sorgenti di CEM) e dei fenomeni di propagazione e di interazione richiede l’utilizzo di determinati codici di calcolo, già esistenti o da realizzare ad hoc per il particolare diffusore o ambiente. In effetti, oltre alla necessità di disporre di codici di calcolo per la previsione dei livelli di CEM in ambienti complessi si avverte la necessità di avere a disposizione uno strumento che con- PROBLEMA • Individuazione dei fattori essenziali (variabili primarie) del problema • Definizione delle relazioni tra le variabili primarie e delle loro interazioni con l’ambiente esterno • Costruzione di un idoneo MODELLO Determinazione di un metodo di risoluzione e costruzione di un efficiente ALGORITMO Codifica dell’algoritmo in un adeguato linguaggio di programmazione PROGRAMMA DI CALCOLO Schema a blocchi per lo studio di un generico problema con l’aiuto del computer. La Comunicazione - numero unico 2000 15 NOTE (THE NATIONAL RESEARCH PROJECT MURST/CNR-ENEA ON “THE PROTECTION OF THE HUMAN BEING AND ENVIRONMENT FROM ELECTROMAGNETIC POLLUTION”) Damiano Musella AEROFOTOGRAMMETRIA CAD ARCHITETTONICO ED ELETTRONICO MAPPE CATASTALI MODULO DI ACQUISIZIONE ED ELABORAZIONE DI DATI IN INGRESSO (PRE-PROCESSING) DATI DA SATELLITE DATI NMR MODULO DI GESTIONE DELLE ARCHITETTURE DI CALCOLO MoM FOTO RAY-TRACING MODULO DI GESTIONE DEI SOLUTORI DELLE EQUAZIONI DI MAXWELL INTERFACCE STANDARD FEM TECNICHE IBRIDE MODULO DI ELABORAZIONE E VISUALIZZAZIONE DI DATI IN USCITA (POST-PROCESSING) NOTE PS GIF ANIMAZIONE CAD Schema a blocchi del codice integrato (tratto dal Programma di ricerca “Salvaguardia dell’uomo e dell’ambiente dalle emissioni elettromagnetiche” CNR-ENEA) senta di gestire con facilità i numerosi codici di calcolo esistenti. Pertanto, l’obiettivo più generale non è quello di realizzare un semplice codice di calcolo, bensì di sviluppare un codice integrato, ossia uno strumento informatico (detto framework) avente una struttura modulare aperta in modo da permettere a coloro che ne usufruiranno di potervi integrare (oltre che aggiornare e modificare) tutte le metodologie di modellazione e simulazione dei CEM che vengono ritenute interessanti e soprattutto per modellare fenomeni di propagazione e di interazione in domini ampi e complessi (es. città, aeroporti, ecc.) o piccoli e di grande complessità (es. la testa umana). In definitiva, lo scopo principale di questa linea di ricerca è quello di avere uno strumento che consenta all’utente finale (tipicamente il ricercatore) di gestire tutto il processo di modellazione, dalla preelaborazione (preprocessing) dei dati al calcolo vero e proprio (soluzione delle equazioni di Maxwell) fino al post processing, cioè all’elaborazione e presentazione in forma grafica e animata, dei risultati ottenuti, 16 ossia la descrizione di quale può essere l’impatto ambientale prodotto dai vari tipi di diffusori nei vari tipi di ambienti. Il framework sarà quindi costituito da: a) un modulo di acquisizione e di elaborazione dei dati in ingresso (pre-processing) provenienti da svariate tipologie di sorgenti (mappe catastali, aerofotogrammi, dati da satellite, dati di misure, CAD (Computer Aided Design), dati NMR (Nuclear Magnetic Resonance) per la simulazione dei sistemi biologici; b) un modulo di gestione delle architetture di calcolo che permetta all’utente (una volta impostato il problema ed elaborato il codice che intende utilizzare per avere i risultati finali) di scegliere su quale tipo di macchina (sequenziale classica, architetture parallele distribuite - dette cluster di calcolatori - o massivamente parallela) dovrà partire il suddetto codice; c) un modulo di gestione dei solutori delle equazioni di Maxwell in grado di trattare diversi codici di risoluzione delle suddette equazioni, vale a dire i metodi FDTD (Finite Difference Time Domain), Ray-tracing 3D (tecnica di tracciamento dei raggi La Comunicazione - numero unico 2000 IL PROGETTO NAZIONALE DI RICERCA MURST/CNR-ENEA SU “ SALVAGUARDIA DELL’UOMO E DELL’AMBIENTE DALLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE” in tre dimensioni), MoM (Method of Moments), FEM (Finite Element Method) o anche metodi ibridi che integrano uno o più di questi metodi; d) un modulo di elaborazione e visualizzazione dei dati in uscita (post-processing). In effetti, il codice vero e proprio di questo formidabile strumento di ricerca e di sperimentazione è già disponibile in quanto è stato sviluppato, per altri scopi, da una delle società (IDS di Pisa) partecipanti al Progetto 5%. Pertanto, l’obiettivo è quello di ritagliare il framework esistente sulle esigenze di questa nuova linea di ricerca in modo da potervi integrare i lavori sviluppati dai vari gruppi partecipanti relativi ai codici di calcolo dedicati alla simulazione, modellazione e all’analisi della propagazione in volumi estesi e complessi, alla stesura delle relative mappe tematiche di livello nelle aree urbane, alle librerie di antenne e delle situazioni canoniche in ambiente urbano, alle sorgenti complesse e distribuite (sistema di trazione ferroviaria e siti aeroportuali). È noto che per risolvere i problemi legati alla determinazione dei CEM generati da una data distribuzione di sorgenti (cariche elettriche e correnti) si utilizza il sistema costituito dalle quattro equazioni di Maxwell e che i campi E e B possono essere espressi anche mediante un potenziale Equazioni di Maxwell in forma di equazioni differenziali ρ ∇·E = I. ε ∂B II. ∇ × E = − ∂t III. Risoluzione delle equazioni di Maxwell 1 ∂ 2φ ρ ∇ φ − 2 2 =− ε c ∂t J ∂E + IV. c ⋅ ∇ × B = ε ∂t E = −∇φ − ∂A ∂t (a) B=∇× A 1 ∂2A J ∇ A− 2 =− 2 2 c ∂t εc 2 r ρ ( P1 ,t − ) c dV φ ( P2 ,t ) = ∫ P1 4πε La Comunicazione - numero unico 2000 ∂ 2φ ∂ 2φ ∂ 2φ 1 ∂ 2φ ρ + + − =− ∂ x 2 ∂ y 2 ∂z 2 c 2 ∂t 2 ε 2 ∇⋅B = 0 2 scalare φ e un potenziale vettore A (ossia quattro funzioni potenziali: φ, Ax, Ay , Az). Date le densità della carica ρ(x,y,z,t) e della corrente J(x,y,z,t) possiamo risolvere le equazioni di Maxwell in qualsivoglia circostanza determinando prima i potenziali φ e A con gli integrali (c) e (d) e poi risalire ai campi E e B espressi dalle equazioni (a) e (b) derivando i potenziali. In effetti, per risolvere le equazioni di Maxwell in forma differenziale o integrale (es. per stimare la densità di potenza nei vari ambienti o la corrente che attraversa il corpo di un uomo, a contatto col terreno, esposto a CEM) si utilizzano delle tecniche numeriche o asintotiche in quanto le tecniche analitiche possono essere utilizzate solo in pochi casi contemplanti configurazioni molto semplici e/o schematizzate. Le tecniche numeriche possono svilupparsi nel dominio del tempo o nel dominio della frequenza e sono caratterizzate dal fatto di suddividere lo spazio in cui si intende valutare il campo in tante celle elementari, di forma definita, aventi dimensioni molto minori della più piccola lunghezza d’onda della radiazione EM, avente le caratteristiche elettromagnetiche del mezzo rappresentato in quello specifico punto e all’interno del quale il campo è ritenuto essere costante. Queste tecniche sono utilissime per calcolare la distribuzione del CEM nello spazio e in particolare per (c) (b) ∂ A ∂ A ∂2 A 1 ∂ 2 A J + 2 + 2 − 2 =− 2 2 ∂x ∂y ∂z c ∂t ε c2 2 2 r J ( P1 ,t − ) c dV A( P2 ,t ) = ∫ P1 2 4πεc r (d) 17 NOTE (THE NATIONAL RESEARCH PROJECT MURST/CNR-ENEA ON “THE PROTECTION OF THE HUMAN BEING AND ENVIRONMENT FROM ELECTROMAGNETIC POLLUTION”) NOTE Damiano Musella stimare con buona accuratezza il SAR (Specific Absorption Rate) prodotto all’interno di strutture non omogenee (es. la testa umana), soprattutto se questo è generato da una sorgente complessa come un telefono cellulare. In questo caso, infatti, è necessario avere un modello EM della testa umana (in genere la modellazione di un corpo biologico viene eseguito con l’aiuto della NMR che, fornendo l’immagine numerica dei vari tessuti facenti parte del mezzo indagato, permette di assegnare alle celle elementari in cui è suddiviso i relativi valori delle grandezze EM necessarie al calcolo del CEM e del SAR, in genere: permittività dielettrica, conducibilità, densità), un modello del terminale mobile (rappresentato da una sorgente emittente una determinata potenza ed avente una determinata geometria), un software che permetta di esaminare tutte le possibili posizioni relative che possono assumere i due modelli, un idoneo metodo di calcolo (per analizzare strutture non omogenee è necessario utilizzare metodi di risoluzione delle equazioni di Maxwell atte a fornire espressioni che siano funzione delle caratteristiche EM del punto considerato). In generale, l’accuratezza dei risultati dipende molto dalla precisione con cui è stato modellato il radiatore, ma anche dalla modellazione degli oggetti posti nelle vicinanze del radiatore e tra il radiatore e il punto di predizione. Tuttavia le tecniche numeriche, pur richiedendo computer molto potenti, non presentano particolari problemi nel modellare e simulare un radiatore o un terminale mobile per cui la principale difficoltà risiede spesso nel rappresentare tali oggetti nello spazio discretizzato. Il problema può essere risolto con la tecnica Reverse Engineering che acquisisce la geometria di un oggetto mediante l’uso di: a) due telecamere, b) tecniche di triangolazione che permettono di fissazione le coordinate dei punti acquisiti, c) un programma di elaborazione delle immagini con cui costruire una rete di celle ricoprenti la superficie del modello. I metodi numerici più comuni per la risoluzione delle equazioni di Maxwell comprendono il metodo alle differenze finite (FDTD), il metodo dei momenti (MoM), il metodo degli elementi finiti (FEM). Per stabilire quale di questi metodi sia il più appropriato per risolvere un particolare problema si fa riferimento alle dimensioni (rispetto alla lunghezza d’onda) e alla forma delle strutture geo- 18 metriche incontrate lungo il cammino, al campo di frequenza, alle condizioni di esposizione (campo vicino o campo lontano), al fatto di dover considerare campi esterni o interni alle strutture fisiche (ambiente indoor) o biologiche (corpo umano), all’accuratezza richiesta e al massimo tempo di calcolo disponibile. Il metodo alle differenze finite è uno dei procedimenti più importanti e conosciuti per il calcolo approssimato delle soluzioni di equazioni alle derivate parziali e permette di risolvere anche le equazioni differenziali di Maxwell espresse nel dominio del tempo. Esso prevede la discretizzazione sia del tempo che dello spazio (comprendente sia l’oggetto in analisi che la regione circostante necessaria per simulare le condizioni di propagazione) e, approssimando le derivate spaziali e temporali coi corrispondenti rapporti incrementali, trasforma le equazioni differenziali in sistemi di equazioni algebriche, che tenendo conto delle condizioni al contorno conducono alla soluzione. Lo spazio viene diviso in celle elementari aventi forma dipendente dal sistema di riferimento utilizzato (nel caso di un sistema Cartesiano hanno forma parallelepipeda) e la memoria richiesta al computer è proporzionale al numero delle celle medesime. Questo metodo è molto flessibile in quanto si presta a essere utilizzato sia per il calcolo dei CEM esterni che interni alle strutture (come la distribuzione del SAR nei corpi biologici), sia per determinare l’esposizione in campo lontano che in campo vicino. Il metodo dei momenti è il metodo più utilizzato nel dominio della frequenza e permette di trasformare le equazioni integrali in sistemi di equazioni algebriche lineari attraverso una discretizzazione del volume in cui è suddiviso il corpo in opportune celle elementari. Questa tecnica è utilizzata anche per calcolare il SAR nei corpi biologici a partire dalla valutazione del campo elettrico mediante la funzione di Green soluzione delle equazioni integrali di Maxwell. La memoria richiesta al computer cresce con il quadrato del numero di celle utilizzate e comporta tempi di elaborazione proporzionali al cubo dello stesso numero; pertanto, dal punto di vista dell’occupazione di memoria e dei tempi di calcolo, è preferibile il metodo FDTD. Le tecniche asintotiche risultano particolarmente utili per valutare il CEM in spazi molto este- La Comunicazione - numero unico 2000 IL PROGETTO NAZIONALE DI RICERCA MURST/CNR-ENEA SU “ SALVAGUARDIA DELL’UOMO E DELL’AMBIENTE DALLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE” si. In questo caso infatti i metodi numerici, dovendo considerare un grandissimo numero di celle, richiedono computer di elevate prestazioni e grandi quantità di memoria. Queste tecniche fanno uso dei principi dell’ottica geometrica (che si applicano laddove si devono considerare fenomeni di riflessione in quanto tale branca si basa sul principio della propagazione rettilinea della luce e sull’indipendenza dei raggi luminosi, ossia si assume che essi non interagiscono) e dell’ottica fisica (che sposando il carattere ondulatorio della radiazione si applica ai fenomeni di interferenza, diffrazione e polarizzazione) e sono valide allorché la lunghezza d’onda del CEM è molto più piccola degli oggetti con cui interagisce. A tale riguardo fanno scuola due notissimi problemi canonici: 1) onda piana incidente su un piano metallico indefinito e 2) diffrazione di un semipiano metallico infinitamente sottile e perfettamente conduttore. Nei casi in cui il fenomeno della riflessione gioca un ruolo chiave viene applicato il cosiddetto principio locale della riflessione secondo cui, allorché la lunghezza d’onda tende asintoticamente a zero, la riflessione è determinata solo dalle caratteristiche del riflettore nell’intorno del punto d’incidenza. Le antenne a riflettore rappresentano un caso pratico di applicazione delle tecniche dell’ottica geometrica: i raggi incidenti vengono riflessi e quindi il CEM incidente viene reirradiato nello spazio. Il riflettore di tali antenne, oltre ad avere dimensioni molto grandi rispetto alla lunghezza d’onda utilizzata, si trova sufficientemente lontano dall’illuminatore in modo da essere investito da un campo localmente piano (l’elemento di superficie riflettente deve avere un raggio di curvatura R>λ). In genere nell’interazione del CEM con un ostacolo si tiene conto solo del campo incidente e di quello riflesso, trascurando l’effetto dei suoi spigoli che pure danno luogo a un cono di raggi diffratti, ciascuno dei quali forma un angolo con lo spigolo stesso (nel caso del radiatore ciò si traduce nella fuoriuscita di parte della radiazione dal tubo di flusso avente l’asse nella direzione di massimo irraggiamento). In pratica, ogni punto del bordo può essere considerato come sede di un’onda diffratta per cui il campo totale viene ad essere costituito dalla somma dei tre campi. Per valutare il campo diffratto dagli spigoli, che possono essere rettilinei o curvi (si considera spesso il caso di un’onda piana incidente su una superfi- La Comunicazione - numero unico 2000 cie cilindrica metallica avente raggio di curvatura variabile), si utilizzano le tecniche che fanno uso della Geometrical Theory of Diffraction (GTD) la quale, oltre a considerare i raggi diretti e riflessi, introduce i raggi diffrattivi estendendo la teoria ottica della riflessione. L’uso di tecniche tridimensionali di tracciamento dei raggi (Ray-Tracing 3D), utilizzata spesso in combinazione con la teoria geometrica della diffrazione (GTD), risulta molto utile per l’analisi della propagazione in ambiente indoor e in ambiente urbano, ove bisogna considerare gli effetti dei raggi diretti, riflessi e diffratti di ordine 1, 2, 3, . . , n (ossia riflessi e diffratti n volte), con n estremamente grande, sulle pareti orizzontali, verticali e relativi angoli delle costruzioni, oltre che sui mobili e oggetti interni. È tuttavia evidente che i tempi di calcolo degli algoritmi utilizzati sono fortemente sensibili al numero di interazioni considerate e quindi al numero di oggetti adoperati per descrivere l’ambiente in cui avviene la propagazione. Per ridurre in modo significativo i tempi di calcolo è quindi necessario sviluppare dei criteri che permettano di limitare la descrizione ambientale agli elementi strettamente indispensabili per ottenere l’approssimazione desiderata. È facile prevedere che questo tipo di tecniche troveranno grande applicazione nella previsione dei campi EM in ambiente microcellulare e picocellulare. Le tecniche ibride consentono anch’esse di superare le limitazioni intrinseche delle tecniche numeriche su esposte. Infatti, allorché il dominio dell’ambiente da modellare in dettaglio abbraccia estesi volumi di spazio può essere conveniente utilizzare il solutore ibrido FDTD-Integrale di Kirchhoff in luogo del solutore classico FDTD, che richiede un passo di griglia molto minore della lunghezza d’onda in gioco e quindi computer molto potenti. In definitiva: Il Tema 1.1 si occupa della realizzazione dell’architettura generale del codice a partire dallo strumento già sviluppato dalla società IDS allo scopo di integrarlo con gli altri solutori e codici di calcolo sviluppati dai vari gruppi di ricerca che si riferiscono alla Linea 1. Il lavoro, quindi, parte dalle specifiche tecniche dell’architettura di codice e si concluderà con la sua validazione su di- 19 NOTE (THE NATIONAL RESEARCH PROJECT MURST/CNR-ENEA ON “THE PROTECTION OF THE HUMAN BEING AND ENVIRONMENT FROM ELECTROMAGNETIC POLLUTION”) Damiano Musella NOTE mostratori. Il Tema 1.2 si occupa della caratterizzazione delle sorgenti canoniche, della realizzazione e integrazione dei moduli solutori nonché della loro validazione su dimostratori. In effetti, le sorgenti di CEM (antenne) hanno le tipologie più disparate per cui viene considerata la possibilità di individuarne le caratteristiche comuni in modo da ridurle a pochi esemplari canonici e nel contempo fornirne una modellazione realistica. La caratterizzazione delle sorgenti canoniche risultanti porterà alla creazione di librerie (sia delle sorgenti che dei modelli) che andranno a integrare il framework. L’altra attività del tema si prefigge di sviluppare due moduli solutori, uno alle differenze finite e uno Ray-Tracing tridimensionale ed almeno un propagatore ibrido FDTD-Kirchhoff che consenta la propagazione delle onde EM nello spazio libero a grande distanza. A ciò si aggiunge la creazione di moduli solutori per il calcolo del campo vicino, creato dalle antenne degli impianti di comunicazione mobile, del tipo FDTD, basato su tecniche asintotiche e loro ibridizzazione (FDTD più ray-optics). Il Tema 1.3 fondamentalmente si occupa della creazione delle mappe tematiche (per ogni tipologia di installazione) in ambiente urbano rappresentanti i livelli dei CEM prodotti dalle varie sorgenti ivi presenti. L’obiettivo primario è quello di rendere disponibile uno strumento EM che permetta di valutare i livelli di campo in zone estese. L’idea è quella di identificare un algoritmo di previsione dei livelli di campo che generi modelli a complessità decrescente mano a mano che ci si allontana dalla sorgente e che possono essere utilizzati uno dopo l’altro, in successione, sia che ci si allontana o che ci si avvicina alla sorgente. Ogni modello richiede una determinata precisione nella descrizione dell’ambiente circostante il radiatore: molto spinta in prossimità dell’antenna e sempre meno dettagliata mano a mano che ci si allontana dalla sorgente. Una volta definito l’algoritmo di calcolo del CEM si tratta di identificare le possibili tipologie di sorgenti di campo, determinare i loro parametri caratteristici (esempio: di un certo tipo di SRB, rilevare l’altezza, la potenza emessa e il diagram- 20 ma di radiazione) e i livelli di campo presenti in prossimità dell’antenna. Inoltre, devono essere definiti i livelli di CEM nelle fasce di interesse dello spettro radio, il loro grado di accuratezza e la risoluzione da cui dipendono gli intervalli tra le linee che devono essere rappresentate sulle mappe tematiche (la risoluzione necessaria dovrà essere molto elevata in prossimità delle sorgenti, mentre potrà essere sempre più bassa mano a mano che ci si allontana dalle sorgenti). Un altro importante passo è quello di definire un approccio metodologico che consenta di scegliere e sviluppare i modelli di cui sopra integrandoli con le basi dati territoriali disponibili (anche in termini di risoluzione). In effetti, in un contesto urbano non è possibile descrivere perfettamente tutto l’ambiente in cui si vanno a definire le mappe. Il Tema 1.3 è costituito da tre sottotemi: a) sorgenti di campo in area urbana e relativa individuazione di modelli per la loro caratterizzazione e descrizione, studio e verifica della validità dei modelli di previsione di campo adatti per la generazione delle mappe tematiche, individuazione di criteri di analisi delle mappe tematiche che consentano di definire un livello di qualità dell’installazione in relazione allo stato di inquinamento ambientale generato. b) codici di calcolo del CEM e individuazione delle informazioni ambientali necessarie e delle relative basi dati territoriali, sviluppo dei moduli sw per il calcolo del CEM e generazione delle mappe tematiche, determinazione della qualità dei siti urbani sulla base dei criteri di analisi delle mappe tematiche individuati. c) classificazione delle diverse tipologie di antenna, modellazione delle diverse sorgenti di CEM, eventuale aggiornamento delle tipologie di antenna e dei modelli di diagrammi di radiazione e supporto tecnico alle altre attività del tema. Il Tema 1.4 in generale si occupa della caratterizzazione EM dell’ambiente in presenza di sorgenti complesse e distribuite. In particolare si occupa di modellare l’ambiente ferroviario (soprattutto con riferimento ai nuovi treni ad alta velocità, che saranno alimentati in corrente alternata) e l’ambiente aeroportuale. La caratterizzazione dell’ambiente, anche a La Comunicazione - numero unico 2000 IL PROGETTO NAZIONALE DI RICERCA MURST/CNR-ENEA SU “ SALVAGUARDIA DELL’UOMO E DELL’AMBIENTE DALLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE” (THE NATIONAL RESEARCH PROJECT MURST/CNR-ENEA ON “THE PROTECTION OF THE HUMAN BEING AND ENVIRONMENT FROM ELECTROMAGNETIC POLLUTION”) La Comunicazione - numero unico 2000 elettrica verso l’esterno e alla sua valutazione all’interno delle carrozze, alle variazioni dei CEM dovute alla presenza di più locomotori sulla linea, alle situazioni di guasto, ecc. La Fiat, nell’ambito del trasporto ferroviario e in particolare dello sviluppo del nuovo materiale rotabile dei treni ad alta velocità, si propone di determinare i livelli di CEM (con codici di calcolo sviluppati ad hoc) a cui sono sottoposti i passeggeri ed il personale viaggiante nei nuovi convogli a c.a., oltre che suggerire soluzioni a basso impatto EM da includere negli obiettivi di progetto. Tra le sorgenti distribuite (e complesse) i sistemi di comunicazione personale ricoprono un ruolo predominante. È facile prevedere, infatti, che i nuovi sistemi saranno sempre più distribuiti e portatili. In un recente convegno, per dare un’idea della distribuzione, nonché delle dimensioni estremamente ristrette degli ambienti da considerare, è stato detto che in futuro le stazioni radio base (SRB) scompariranno dalla sommità degli edifici in quanto saranno portatili e personali, nel senso che ogni persona trasporterà la propria SRB che gli permetterà di colloquiare con altre persone e gestire macchine e sistemi. Il Tema 1.4 è costituito da tre sottotemi: a) individuazione e caratterizzazione delle principali sorgenti di inquinamento EM a frequenza industriale all’interno di materiale rotabile, sviluppo di modelli e metodi di predizione del campo magnetico, loro applicazione e confronto con risultati sperimentali b) simulazione del sistema elettrico di alimentazione delle linee di trazione ferroviaria, caratterizzazione dell’emissione EM relativa, verifiche sperimentali dei codici sviluppati c) individuazione e caratterizzazione EM di zone tipiche dell’ambiente aeroportuale ottenute integrando le informazioni disponibili con opportune misure in loco, definizione di idonee metodologie di misura, sviluppo di programmi specifici di valutazione del CEM basati su tecniche MoM, UTD (Uniform Theory of Diffraction Teoria uniforme della diffrazione) ed ibride, individuazione di metodologie di misura finalizzate alla quantificazione dell’esposizione dell’uo- 21 NOTE fini di simulazioni, consiste nel determinare le caratteristiche delle SRB (posizionamento, potenza trasmessa, numero di antenne, direzione di puntamento), le caratteristiche del territorio (orografia, vegetazione, urbanizzazione), i dati di propagazione (le intensità di campo EM rilevate in ogni punto del territorio interessato emesse dalle singole SRB). Il tema delle sorgenti distribuite è attualmente molto dibattuto per una serie di motivi essenzialmente legati alle interferenze EM da essi provocate che possono dare luogo a seri inconvenienti. Molti studi e ricerche vengono condotti sulle procedure automatiche per il calcolo delle interferenze EM fra sistemi e strutture distribuite di diversa natura, in particolare tra le linee di trazione elettrificate in corrente alternata (come la linea ferroviaria ad alta velocità, che comporta notevoli problemi di impatto ambientale) e le strutture metalliche filari (anche interrate) circostanti (linee di tlc, metanodotti e tubazioni in genere), parallele e non. Una linea di tlc potrebbe essere rappresentata come un lungo oggetto metallico e quindi comportarsi come un’antenna che raccoglie il CEM generato dalla linea inducente trasformandolo in tensioni e correnti e reirradiandolo. La nuova linea ferroviaria ad alta velocità (AV) sarà alimentata da una tensione monofase di 25 kV - 50 Hz, mentre la quasi totalità delle linee elettrificate ferroviarie italiane utilizza la corrente continua alla tensione nominale di 3 kV. Tuttavia, allo scopo di evitare interferenze con gli attuali sistemi, nei punti critici (ovvero in corrispondenza di interconnessioni, nodi urbani, tratti in cui l’AV è affiancata alla linea esistente, ecc.) la tensione di alimentazione rimane a 3 kV. Il nuovo sistema di alimentazione a 25 kV viene ad essere costituito da tratte a c.a. alimentate da sottostazioni collegate fra di loro in una configurazione ad anello (la prima e l’ultima è connessa ad una centrale Enel). La rete potrebbe poi essere allacciata tramite trasformatori alla rete elettrica Enel a 380 kV (cioè alla dorsale principale del sistema elettrico nazionale) invece che alla rete a 132 kV (che approvvigiona i centri abitati) in modo da non arrecare disturbi alla distribuzione urbana di energia elettrica a causa di inevitabili squilibri di carico. Visto il valore delle tensioni in gioco, il tema riguardante l’ambiente ferroviario si presenta ricco di spunti, soprattutto in relazione al calcolo del campo magnetico emesso dalla linea di trazione Damiano Musella mo ai CEM Linea di ricerca 2 Misura dei livelli di campo elettromagnetico nell’ambiente NOTE Temi: 2.1 Sviluppo di misuratori dei livelli di campo elettromagnetico 2.2 Tecniche, strumentazione e procedure di misura dei campi elettromagnetici 2.3 Tecniche e procedure per l’analisi ed il monitoraggio della distribuzione del campo EM sul territorio Lo scopo ultimo di questa linea di ricerca è quello di studiare, progettare e realizzare i prototipi dimostrativi di un sistema mobile di misura automatico in grado di rilevare, controllare e monitorare i livelli di CEM in tutte le zone del territorio sotto osservazione (limitatamente agli ambienti accessibili alla popolazione) e per tutto il tempo desiderato. Ciò presuppone la realizzazione di tre elementi base: una adeguata strumentazione dislocata sul territorio, un centro di controllo e raccolta dati remoto ed una rete di connessione con relativo sistema di trasmissione dati. Procedendo secondo un’analisi di tipo topdown, si dovranno sviluppare: a) nuove tecniche sperimentali per la identificazione delle sorgenti e per il monitoraggio dei livelli di CEM e b) nuova strumentazione di monitoraggio e sorveglianza da installare nelle zone ad alta densità di sistemi radianti e/o in presenza di elevate intensità di campo elettrico, magnetico o EM. Gli strumenti di misura devono essere in grado di coprire lo spettro di frequenze compreso tra le ELF (Extremely Low Frequency) e le microonde, in modo da poter tenere sotto controllo gli elettrodotti (50 Hz), i trasmettitori radio (AM e FM, soprattutto gli impianti a OL, OM e OC che richiedono una fascia di rispetto piuttosto estesa, dipendente dalla potenza emessa) e quelli televisivi (VHF e UHF), gli impianti di telefonia mobile e cellulare (le SRB), i sistemi radar, ecc. Per poter assolvere al compito cui sono destinati, gli strumenti devono essere trasportabili e flessibili, in grado di fornire i livelli misurati e le corrispondenti frequenze, registrare i dati per tempi sufficientemente lunghi, richiedere poca 22 manutenzione e soprattutto di basso costo. Per abbassare i costi delle apparecchiature di misura si devono realizzare strumenti modulari, ciascun modulo è sensibile ad una delle bande di frequenza suddetta. Pensare di coprire tutto lo spettro (e quindi rifornirsi di tutti i moduli) è inutile e costoso in quanto le frequenze con cui la popolazione può interagire sono suddivise in bande tipiche (es. in bassa frequenza interessa la riga a 50 Hz e le sue armoniche). Inoltre, poiché il sistema di misura è costituito da apparati mobili riallocabili nell’ambito del territorio, può non essere necessario comprare un grande numero di strumenti e lasciarli sul campo per un tempo indefinito. In pratica, la modularità presenta il vantaggio di potere assemblare la strumentazione in funzione delle effettive necessità (e quindi possono essere acquistati solo i moduli relativi alle bande di frequenza di interesse), la mobilità permette di limitare il numero di strumenti a quelli strettamente necessari, al limite uno solo (sempre lo stesso) che verrebbe spostato di volta in volta da una postazione all’altra. Gli apparati mobili (detti centraline) contengono al loro interno gli elementi per raccogliere i dati e quantificare le esposizioni delle persone per poi inviarle alla postazione centrale di controllo remoto. In pratica, i sensori catturano la componente del CEM (E o H) che interessa rilevare e la inviano ai rispettivi ricevitori (eventualmente posti sullo stesso rack) che a loro volta trattano i dati raccolti in modo da estrarre le informazioni di interesse (tipicamente i livelli e le corrispondenti frequenze), demodulati e spediti alla stazione di controllo remoto ove vengono memorizzati, elaborati e presentati in forma analitica o grafica. In commercio si trovano misuratori di livello di CEM a larga banda (o a rivelazione diretta, in cui la rivelazione viene fatta direttamente sull’antenna per cui si perde l’informazione di frequenza), di piccole dimensioni, compatti, portatili, pratici ed economici con cui è molto facile localizzare i punti in cui il campo risulta più elevato; solo se, in qualche punto, i valori misurati si avvicinano alle soglie ritenute pericolose può essere utile ripetere le misurazioni con gli ingombranti, pesanti e costosi, ma più accurati, strumenti selettivi (tipicamente gli analizzatori di spettro comprensivi di set di antenne calibrate). Nel nostro caso abbiamo bisogno di strumenti innovativi che impieghino sensori di tipo isotropo a larga La Comunicazione - numero unico 2000 IL PROGETTO NAZIONALE DI RICERCA MURST/CNR-ENEA SU “ SALVAGUARDIA DELL’UOMO E DELL’AMBIENTE DALLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE” (THE NATIONAL RESEARCH PROJECT MURST/CNR-ENEA ON “THE PROTECTION OF THE HUMAN BEING AND ENVIRONMENT FROM ELECTROMAGNETIC POLLUTION”) Il Tema 2.1 tratta i sensori di campo (per il campo elettrico e magnetico a 50 Hz e a frequenze più basse, per il campo elettrico nelle gamme più elevate), i loro requisiti (isotropia, mantenimento dell’informazione su frequenza e potenza del segnale di ogni singola sorgente), i sistemi per la misura di correnti indotte nel corpo umano e scaricate a terra, i sensori per la misura di transitori. Dovendosi occupare di argomenti di rilevante interesse (anche commerciali) è costituito da ben sei sottotemi (e relativi gruppi di lavoro): a) Sensori e sistemi per misure di corrente tra corpo umano e terra e per correnti impulsive b) Elettronica dei sensori a larga banda c) Definizione delle specifiche dei sensori; studio di sensori isotropici a larga banda d) Progettazione e caratterizzazione di circuiteria a RF e) Metrologia e taratura dei sensori f) Sviluppo, realizzazione e fornitura dei sensori Il tema 2.2 è costituito da cinque sottotemi: La Comunicazione - numero unico 2000 a) Analisi dell’inquinamento EM nell’ambiente b) Analisi delle tecniche e definizione delle procedure per la misura dell’inquinamento EM c) Software di base per la raccolta dei dati dai ricevitori e per la loro archiviazione locale in formato appropriato d) Progetto e realizzazione di unità modulari per l’analisi e la misura di segnali EM e) Progetto e realizzazione di centralina integrata per la valutazione dell’esposizione ai campi EM Il tema 2.3 è costituito da due sottotemi: a) Definizione e sviluppo dell’architettura di sistema per l’analisi dei dati di campo EM sul territorio b) Realizzazione di un sistema di trasmissione dei dati di esposizione ad un centro di controllo remoto Linea di ricerca 3 Interazione tra sorgenti e soggetti esposti Temi: 3.1 Misure sperimentali di accoppiamento tra sorgenti e soggetti esposti 3.2 Modelli di calcolo del campo elettromagnetico assorbito in soggetti esposti ai sistemi di comunicazione mobile 3.3 Individuazione dei meccanismi di interazione del campo elettromagnetico con i biosistemi 3.4 Effetti biologici in vitro ed in vivo dei campi elettromagnetici Questa linea di ricerca tratta gli studi relativi all’interazione tra le sorgenti ed i soggetti esposti, prevede studi ed esperimenti in vivo ed in vitro per investigare sui possibili effetti biologici ed eventualmente determinare i meccanismi di azione che sono alla base di questi effetti ai vari livelli della scala biologica, dal molecolare al cellulare. In effetti, la principale difficoltà di questi sudi è quella di stabilire le relazioni che intercorrono tra le caratteristiche fisiche dei campi e le loro conseguenze sui tessuti biologici. Il primo passo è quello di sviluppare le conoscenze relative al campo assorbito dal soggetto esposto a vari tipi di sorgenti (linee elettriche, varchi magnetici, stazioni radio base, telefoni cellulari, comunicazio- 23 NOTE banda ma che, nel contempo, conservino l’informazione di frequenza (che insieme al corrispondente livello di CEM è un dato essenziale in quanto i limiti dell’esposizione sono riferiti alle frequenze in gioco). Pertanto il sistema di sensori deve limitarsi a trasportare il segnale informativo completo al sistema di ricevitori (ciascuno per le frequenze di interesse). All’uscita del ricevitore (a livello della centralina) vengono estratte le grandezze e i parametri di interesse (E, H, S o densità di potenza) con le corrispondenti frequenze che, raccolti e codificati, vengono trasmessi (anche via wireless, possibilmente senza aumentare il livello di inquinamento) e inviati alla centrale di controllo remoto. Questo centro ha la funzione di raccogliere, memorizzare ed elaborare i dati ricevuti dagli strumenti di misura e renderli disponibili agli interessati; a tale scopo impiega un database e la rete Internet. La capacità di registrazione dei dati con adeguata copertura temporale è una caratteristica importante in quanto, per una rete di distribuzione elettrica, il carico subisce variazioni giornaliere e stagionali e il livello di campo magnetico dipende dall’assorbimento della corrente; così come nella telefonia cellulare i valori di CEM dipendono dal numero di utenti in comunicazione. NOTE Damiano Musella ni radio e multimediali, ecc.) che, come è noto, emettono CEM aventi caratteristiche (ed effetti) molto diverse tra loro. I varchi magnetici, ad esempio, stanno diventando sempre più comuni trovando applicazione soprattutto come barriere antitaccheggio per la prevenzione dei furti. Questi sistemi creano un campo magnetico avente frequenza compresa tra diverse decine di Hz e qualche MHz, in un’area delimitata e obbligata al passaggio e sono in grado di rilevare la presenza di una fascetta applicata sugli articoli esposti. In genere (seguendo le linee guida ICNIRP) i valori di induzione magnetica prodotti sono alquanto elevati (diverse decine di µT) se la frequenza del campo è bassa (decine di Hz) e molto bassi (frazioni di µT) se frequenza del campo generato è alta (qualche MHz). D’altronde, per f>100 kHz i valori misurati devono essere mediati su intervalli di tempo di 6 minuti (mentre il passaggio dura solo qualche secondo). Un altro obiettivo importante è quello di pervenire a risultati dosimetrici, ossia quantificare la dose di energia assorbita da un sistema biologico (corpo umano) in conseguenza dell’esposizione ai CEM e poi correlare tale energia agli eventuali effetti indotti (sia termici che non termici). La grandezza dosimetrica più significativa (anche per definire i limiti di esposizione) è il tasso di assorbimento specifico (SAR) che viene definito come la potenza assorbita dall’organismo per unità di massa. Più precisamente: è la derivata, rispetto al tempo, dell’energia elementare dW assorbita da (o dissipata in) una massa elementare dm: SAR=d/ dt (dW/dm). Si noti, tuttavia, che in genere il SAR viene utilizzato per frequenze superiori a 10 MHz, mentre per valori inferiori viene utilizzata la densità di corrente indotta all’interno dell’organismo. Per determinare la distribuzione e il valore medio del SAR nei tessuti si utilizzano metodi di misura sia teorici che sperimentali. Nel primo caso occorre un sistema computazionale con cui dovranno essere sviluppati: a) modelli tridimensionali che simulino l’intero corpo umano o parti di esso (possono utilizzarsi immagini di risonanza magnetica) e b) modelli di calcolo (in genere FDTD) atti a determinare il reale assorbimento del CEM irradiato da qualsivoglia sorgente (sia di bassa che di alta frequenza), la cui applicazione richiede la conoscenza delle proprietà elettriche alla frequenza di esposizione delle diverse parti del corpo. In effetti, pos- 24 sono essere utilizzati modelli di diversa complessità in dipendenza dell’accuratezza richiesta. Nel secondo caso si possono utilizzare animali o fantocci simulanti il corpo umano e un certo numero di microsensori di campo elettrico e di temperatura impiantati nei fantocci e opportunamente disposti; il SAR è proporzionale: al quadrato del campo elettrico (in valore efficace) e all’innalzamento di temperatura. Le misure eseguite con questi due metodi possono condurre allo sviluppo di un modello microdosimetrico che, tenendo conto dei meccanismi biologici e delle vie elettrobiochimiche interessate, può stabilire il legame cercato tra quantità di energia assorbita durante l’esposizione e gli effetti biologici. In effetti, tutto ciò è facilmente realizzabile solo negli esperimenti in vivo (su animali da laboratorio) ed in vitro, ove i sistemi espositivi e la modellistica possono fornire grande aiuto. Le indagini epidemiologiche, invece, nonostante la conoscenza oggettiva di tutti i dati di esposizione, procedono molto lentamente e in modo molto più grossolano, ma forniscono risultati definitivi rispetto ai reali effetti dei CEM sul complesso sistema “corpo umano”. La terza linea guida è quella di promuovere ed eseguire esperimenti con metodologie standardizzate e protocolli ben definiti in modo da conseguire risultati sicuramente riproducibili. Il tema 3.1 è costituito da quattro sottotemi: a) Messa a punto di un banco di misura standardizzato SAR b) Progettazione e realizzazione di sensori di campo elettrico e magnetico miniaturizzati, impiantabili in fantoccio dielettrico c) Realizzazione di sistemi espositivi caratterizzati d) Progettazione e realizzazione di un simulatore elettromagnetico ad hoc Il tema 3.2 è costituito da tre sottotemi: a) Tecniche numeriche per la caratterizzazione del campo emesso da terminali per la telefonia mobile ai fini della valutazione del SAR in soggetti esposti b) Sviluppo ed ottimizzazione di programmi specializzati per la valutazione del SAR e degli eventuali aumenti di temperatura in soggetti La Comunicazione - numero unico 2000 IL PROGETTO NAZIONALE DI RICERCA MURST/CNR-ENEA SU “ SALVAGUARDIA DELL’UOMO E DELL’AMBIENTE DALLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE” (THE NATIONAL RESEARCH PROJECT MURST/CNR-ENEA ON “THE PROTECTION OF THE HUMAN BEING AND ENVIRONMENT FROM ELECTROMAGNETIC POLLUTION”) Il tema 3.3 è costituito da due sottotemi: a)Microdosimetria dei compartimenti cellulari b) Modellistica dell’azione dei campi EM sui processi bioelettrochimici Il tema 3.4 è costituito da due sottotemi: a) Analisi degli effetti morfologici e funzionali dei campi EM su sistemi cellulari ed implicazione nei processi di cancerogenesi b) studio di effetti su tessuti ed organi specifici (sistema uditivo, tessuto cerebrale) Linea di ricerca 4 Tecniche di controllo, risanamento protezione e Temi: 4.1 Immunità degli apparati elettromedicali 4.2 Tecniche di controllo delle emissioni e di riduzione dell’impatto ambientale a frequenza industriale 4.3 Tecniche di controllo delle emissioni e di riduzione dell’impatto ambientale alle radiofrequenze e microonde nei sistemi di telecomunicazione 4.4 Tecniche di controllo e di riduzione delle esposizioni alle radiofrequenze in ambienti confinati Questa linea di ricerca rappresenta il punto di arrivo del Progetto 5% in quanto tratta delle possibili tecniche di protezione dai CEM. È anche quella più articolata perché si occupa delle tecniche di controllo delle emissioni, dello studio dei sistemi e delle tecniche di progettazione atte a ridurre le emissioni in modo che l’impatto ambientale da essi provocato sia il più basso possibile (principio ALARA – As Low As Reasonable Avoidable), dello sviluppo delle tecniche di protezione dell’uomo con specifico riferimento a particolari situazioni e ambienti (portatori di protesi elettriche, apparati elettromedicali, mezzi di trasporto a trazione elettrica, aeroporti) e del La Comunicazione - numero unico 2000 risanamento. Dei quattro temi di ricerca, due mirano al controllo dell’ambiente in generale (in b.f.,e in a.f.) e due sono invece riferiti a particolari ambienti confinati (l’ambiente ospedaliero, ivi compresi gli apparati elettromedicali, e quello dei trasporti). Sostanzialmente gli obiettivi sono due: identificare e ridurre gli effetti negativi dei campi sulla salute umana, sia nell’interazione diretta sull’uomo sia anche in relazione alle interferenze con i dispositivi elettromedicali che hanno grande rilevanza sulla salute. Il tema 4.1 relativo agli apparati elettromedicali tratta dei potenziali rischi di interferenza elettromagnetica (EMI) con le apparecchiature elettromedicali e in particolare con quelli di importanza vitale (es. pacemaker). In particolare, in ambiente ospedaliero i CEM possono portare a un danno indiretto per l’uomo in quanto alcune apparecchiature possono esserne influenzate e di conseguenza non funzionare correttamente. Le interferenze dipendono dalla potenza, dalla frequenza e dal tipo di segnale, ma soprattutto dal grado di schermatura (che rende conto del livello di immunità alle interferenze) delle apparecchiature. I pacemaker, ad esempio, possono subire variazioni dal loro normale funzionamento, con grave rischio per la salute del paziente, allorché un telefonino venga posizionato nelle sue immediate vicinanze. Per apparati come i pacemaker, da un lato si intendono sviluppare protocolli per la verifica delle caratteristiche di immunità di prodotto (per le apparecchiature elettromedicali e per i pacemaker) e dall’altro si vogliono studiare soluzioni per realizzare pacemaker a immunità maggiore di quelli attualmente disponibili sul mercato, in modo da risentire degli effetti di eventuali interferenze solo a brevissima distanza dalle sorgenti di CEM. Il tema 4.2, riguardante le tecniche di controllo e di risanamento dei campi magnetici a frequenza industriale prodotti dalle linee elettriche, si propone di valutare e di suggerire soluzioni al difficile problema della schermatura del campo magnetico alla frequenza di rete. In particolare si vogliono sviluppare cavi schermati a debole campo magnetico da utilizzare in luogo delle attuali 25 NOTE esposti a sistemi di telefonia mobile c) Sviluppo di procedure standard per la valutazione numerica del SAR alla luce delle normative di protezione Damiano Musella NOTE linee elettriche (in particolare per i treni ad alta velocità). Il problema non appare di semplice soluzione in quanto la maggior parte dei materiali sono trasparenti al campo magnetico. Ci si propone di analizzare l’effetto schermante di diversi materiali, nonché di diverse tecniche di schermatura con opportuni intrecci di questi materiali e valutare quindi l’efficacia di ciascuna soluzione. Una volta individuate le soluzioni migliori si realizzeranno una serie di cavi a debole campo magnetico idonei per diverse tipologie di linea (sia per la trasmissione che la distribuzione e quindi ad alta, media e bassa tensione). In effetti, il campo magnetico dovrà essere ridotto sia attraverso le schermature suddette sia anche attraverso appropriate configurazioni geometriche dei conduttori, che pure influiscono sul campo magnetico prodotto dalla linea. Lo sviluppo dei trasporti, che risponde alle crescenti esigenze di mobilità e di rapidità di spostamento di persone e merci sulle corte e lunghe distanze, rappresenta una delle sfide più impegnative dei nostri tempi. La minimizzazione dell’impatto ambientale (relativo ai campi elettromagnetici generati dall’alimentazione elettrica, al rumore, alle vibrazioni, ecc.) introdotto dai treni ad alta velocità dipenderà strettamente dalle tecnologie e dalle soluzioni tecniche adottate. I risultati dei test per la determinazione dei livelli di esposizione ai campi elettrici e magnetici resi noti dalla stessa società Tav S.p.A. (http:// www.tav.it) indicano valori largamente inferiori ai limiti riportati dalla normativa vigente (DCPM del 23 aprile 1992). In particolare, in prossimità della linea AV risulta che: -a 2 metri di altezza dal suolo nella zona sottostante l’elettrodotto Emax=3kV/m, Bmax=8 µT -a 15 metri dall’asse dell’elettrodotto (limite della fascia di asservimento) Bmax=4 µT. -entro 15 cm dalle rotaie (zona inaccessibile a chiunque) i valori massimi che risultano al momento dell’incrocio di due treni, sono Emax=2,5 kV/m e Bmax=110 µT. All’interno delle carrozze nelle condizioni di massimo traffico (circolazione su entrambi i binari con distanziamenti tra un treno e l’altro di circa tre minuti e mezzo), un passeggero è esposto: - a valori paragonabili ai limiti del DPCM 26 per il 5% del viaggio (corrispondente al tempo di incrocio dei convogli) - a valori inferiori alla metà dei limiti stabiliti dal DPCM nel 40% del tempo di viaggio -a valori dell’ordine del 10% di quelli prescritti dal DPCM nel 55% del tempo restante La Tav SpA conclude che, anche ipotizzando le condizioni più gravose dal punto di vista dell’assorbimento di potenza elettrica, non si verificano situazioni di rischio né per i passeggeri, né per il personale viaggiante, né per quello addetto alla manutenzione ferroviaria, né per gli abitanti delle zone limitrofe al percorso tracciato per le linee AV. In effetti, occorre, da un lato verificare i valori rilevati (che sono stati ottenuti in base ad un modello e in un ipotetico viaggio) e dall’altro trovare soluzioni in grado di abbatterli in modo da ridurli a valori più soddisfacenti. Si ricorda che, a f=50 Hz, i limiti massimi dei livelli di campo elettrico e magnetico attualmente previsti dalla legislazione italiana per le esposizioni prolungate della popolazione sono rispettivamente di 5 kV/m (che diventano 10 kV/m per le esposizioni di breve durata) e di 100 µT (che diventano 1000 µT per le esposizioni di breve durata). Tuttavia, occorre notare che questi livelli: a) rappresentano valori limiti di sicurezza, b) sono volti soltanto a limitare gli effetti acuti dell’esposizione, escludendo totalmente eventuali effetti nocivi causati da esposizione di lungo tempo, c) molti studi epidemiologici indicano per l’induzione magnetica una soglia di rischio compresa tra 0,20 e 0,25 µT. Il tema 4.3 si occupa del controllo e dell’ottimizzazione dell’impatto dei CEM in a.f., con particolare riguardo ai sistemi di tlc. Il primo sottotema mira a ottimizzare l’allocazione dei trasmettitori nelle aree urbane. Gli obiettivi sono, ancora una volta, lo sviluppo di codici di calcolo dei CEM irradiati dai siti, in particolare da quelli della telefonia mobile, a cui segue lo sviluppo di procedure standard per la valutazione dell’idoneità dei siti per l’installazione dei trasmettitori. In effetti però questo è solo il primo passo in quanto è anche opportuno ottimizzare l’allocazione di più antenne nello stesso sito in modo da dare una risposta ad un problema ricorrente, ossia se è più opportuno avere una delocalizzazione delle an- La Comunicazione - numero unico 2000 IL PROGETTO NAZIONALE DI RICERCA MURST/CNR-ENEA SU “ SALVAGUARDIA DELL’UOMO E DELL’AMBIENTE DALLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE” tenne, in particolare le SRB, oppure se è più conveniente, dal punto di vista dell’impatto ambientale (o come soluzione generale), di concentrare e di richiedere la presenza di più sistemi trasmissivi sullo stesso sito, se non addirittura sullo stesso traliccio. Finora per gli impianti di telefonia cellulare (come il GSM) si è praticata la cosiddetta “attivazione intelligente” consistente in un insieme di tecniche che, salvaguardando le esigenze della qualità del servizio, minimizzano la potenza trasmessa (sia dalle SRB che dal terminale mobile) in modo da: evitare interferenze tra celle vicine, ridurre i consumi di potenza dei terminali mobili, ridurre al minimo l’impatto ambientale e la potenza a radiofrequenza nei pressi della testa dell’utente. In pratica: 1) il canale radio viene attivato solo quando si intende comunicare; 2) la tecnica Power Control Downlink limita la potenza emessa in dipendenza della distanza del telefono cellulare dalla SRB; 3) la tecnica Discontinuous Transmission (DTX) è in grado di riconoscere le pause contenute nella conversazione e di silenziare la trasmissione (e quindi ridurre la potenza e l’interferenza) durante questi brevi intervalli di tempo; 4) la tecnica Frequency Hopping che, utilizzando la diversità di frequenza e la diversità di interferenza, diminuisce sia la probabilità di fast fading (in quanto i burst costituenti le trame vocali vengono trasmessi su frequenze diverse) sia la probabilità di caduta del collegamento in conseguenza di un basso rapporto segnale/rumore (in quanto gli interferenti, variando da burst a burst, non daranno luogo a rapporti C/I consecutivi bassi). Lo sviluppo e l’impiego delle cosiddette “antenne intelligenti” (smart antenna system o adaptive antenna array system) nelle reti cellulari potrebbe offrire ulteriori vantaggi in quanto il loro obiettivo è quello di aumentare contemporaneamente sia la capacità che la qualità delle comunicazioni. Ciò potrebbe essere ottenuto generando un appropriato fascio avente guadagno massimo nella direzione dell’utente in modo da poter confinare la trasmissione entro piccole aperture e quindi limitare sia la potenza del trasmettitore che le interferenze. Lo stesso potrebbe realizzarsi per l’antenna del telefono cellulare: se emettesse prevalentemente nella direzione dell’antenna radio base si minimizzerebbe la frazione di energia EM La Comunicazione - numero unico 2000 assorbita dalla testa dell’utilizzatore. Questi tipi di antenne(AI), infatti, contrariamente ai radiatori omnidirezionali, emettono un certo numero di fasci molto stretti (in modo da coprire un determinato settore circolare) e sono in grado di riconoscere ed inseguire il terminale mobile per cui hanno la particolarità di trasmettere prevalentemente nella direzione riconosciuta essere dell’utente. Si pensa, inoltre, di asservire automaticamente la direttività dei fasci alle condizioni di rumorosità del canale radio impegnato in modo da migliorarne il rapporto segnale/rumore. In pratica, queste antenne sono trattate come filtri spaziali passa-banda i cui la banda passante e la banda di stop sono create rispettivamente lungo le direzioni del segnale utile e dei segnali interferenti. In generale, per ottenere elevate direttività (in modo da concentrare la radiazione in angoli stretti) si ricorre ad array di antenne opportunamente disposte ed alimentate: maggiore è il numero degli elementi e minore è l’apertura del fascio. In pratica, si realizzano antenne costituite da schiere di radiatori identici, ugualmente orientati e distanziati e alimentati con ampiezze e fasi opportune. Le AI sono costituite da n elementi radianti alimentati separatamente in modo da controllare elettronicamente (e quindi variare rapidamente) l’orientamento e la larghezza del fascio. Potrebbero utilizzarsi le antenne phased array costituite da dipoli il cui fascio radiato è dato dalla sovrapposizione delle radiazioni dei singoli dipoli e la cui direzione può essere variata agendo sulle fasi relative del segnale applicato ad ogni dipolo in modo da variare rapidamente sia l’azimuth che l’elevazione del fascio radiato. L’orientamento e la larghezza del fascio dipendono dall’ampiezza e dalle fasi dell’alimentazione dei singoli elementi, oltre che dai loro parametri geometrici. Il numero N dei fasci che si possono formare sul piano azimutale, essendo legato alla larghezza del fascio (diminuendo l’apertura aumenta N), viene ad essere funzione della lunghezza d’onda utilizzata, del numero degli elementi radianti e della distanza d tra di loro (in pratica, l’apertura del fascio= k⋅λ/n⋅d, con k costante). Lo studio delle antenne intelligenti a basso impatto ambientale è ritenuto essere un argomento molto promettente in quanto queste possono costituire una buona alternativa sia per ottimizzare 27 NOTE (THE NATIONAL RESEARCH PROJECT MURST/CNR-ENEA ON “THE PROTECTION OF THE HUMAN BEING AND ENVIRONMENT FROM ELECTROMAGNETIC POLLUTION”) Damiano Musella NOTE le emissioni EM per i sistemi radiomobili (compresi quelli di terza generazione) sia alla copertura microcellulare. Infatti, permettono di: 1) ridurre il campo irradiato (sia dalle SRB che dai telefoni cellulari); 2) limitare le interferenze; 3) ridurre il numero dei siti, a parità di traffico, in ambienti a scarso traffico, come quello rurale; 4) aumentare la capacità a parità di siti, in ambienti a forte traffico, come quello metropolitano. Una volta identificate le soluzioni che sembrano essere più efficaci si procederà alla sperimentazione su fantocci fino ad arrivare allo sviluppo di un prototipo. Per la simulazione sarà utilizzata una libreria contenente sia le antenne che i fantocci (costituiti da una soluzione salina la cui composizione dipende dalla frequenza in gioco). Un’altra soluzione proposta per la minimizzazione della riduzione del CEM è quella di migliorare la qualità della trasmissione mediante opportune codifiche. Ciò permetterebbe di ridurre la potenza di trasmissione, senza compromettere la qualità del segnale. Si propone un’indagine conoscitiva su questo tipo di soluzione seguita dallo sviluppo di programmi di simulazione con relativi modelli e, infine, valutare quali margini di miglioramento possono comportare le nuove tecniche di modulazione che siano potenzialmente in grado di realizzare la stessa prestazione qualitativa con un più basso CEM emesso. Il quarto sottotema riguarda lo studio, la progettazione e la realizzazione di ambienti elettromagneticamente puliti (ossia poco inquinati dai CEM), che possono risultare di particolare importanza in taluni ambienti (tipicamente quello ospedaliero). Ci si propone di realizzare il prototipo di un ambiente EM rispondente all’obiettivo di avere un livello di inquinamento da CEM inferiore ad un valore prefissato e che faccia riferimento agli standard di prodotto degli apparati elettromedicali (che devono essere resistenti alle interferenze fino a un determinato livello di CEM). Ovviamente, il raggiungimento degli obiettivi prevede di mettere a punto delle metodologie di misure, di stime e di valutazione che consentono a priori di realizzare degli ambienti EM puliti e/o che possono essere mantenuti EM puliti nel momento in cui vengono riempiti di oggetti vari. In taluni casi non si tratta di schermare semplicemente l’ambiente ma di trovare soluzioni che, nel contempo, consentono l’ingresso dei CEM voluti 28 (tlc). Tema 4.1 a) Caratterizzazione interferenze in laboratorio e ambiente ospedaliero b) Sviluppo pacemaker a elevata immunità c) Protocolli per test EMC su apparati elettromedicali Tema 4.2 a) Schermatura campi magnetici a frequenza industriale b) Sviluppo cavi a debole campo magnetico c) Controllo e riduzione campi magnetici in mezzi di trasporto Tema 4.3 a) Codici per l’allocazione ottimizzata dei trasmettitori in ambito urbano ed in zone con più trasmettitori b) Antenne a basso SAR per radiotelefoni e antenne adattative per stazioni base c) Modelli analitici e programmi di simulazione per schemi di modulazione in grado di ridurre l’inquinamento EM d) Criteri di progettazione per la creazione di ambienti elettromagneticamente puliti e) Valutazione di campo vicino per antenne a cortine di dipoli Tema 4.4 a) Metodologia di valutazione e riduzione del rischio in presenza di sorgenti a radiofrequenza in ambiente di ricerca e nelle applicazioni domestiche b) Valutazione emissioni EM di azionamenti elettrici per trazione veicolare c) Strumenti e metodi per il rilievo dei campi EM entro i varchi Linea di ricerca 5 Integrazione attività e disseminazione dei risultati E’ essenzialmente una linea di coordinamento che si propone due obiettivi: a) integrare le attività del Progetto 5% con quelle della rete di laboratori cluster 13 del MURST in modo da potere utilizzare costose risorse (soprattutto camere anecoiche) già disponibili senza subire ulteriori spese per il loro acquisto, b) disseminare i risulta- La Comunicazione - numero unico 2000 IL PROGETTO NAZIONALE DI RICERCA MURST/CNR-ENEA SU “ SALVAGUARDIA DELL’UOMO E DELL’AMBIENTE DALLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE” (THE NATIONAL RESEARCH PROJECT MURST/CNR-ENEA ON “THE PROTECTION OF THE HUMAN BEING AND ENVIRONMENT FROM ELECTROMAGNETIC POLLUTION”) 5. Sinergie Sono possibili sinergie in campo nazionale e internazionale in quanto i temi del Progetto trovano riscontro: · nel V Programma quadro della Comunità europea: c’è, per esempio, il I Programma tematico “Qualità della vita” che è impegnato in tematiche che sono riconducibili alla Linea 3 del Progetto, il II Programma tematico “Promozione della società dell’informazione” che considera la possibilità di sviluppare nuovi sistemi in cui l’impatto ambientale sia sufficientemente ridotto. · nel Programma EMF dell’OMS relativo ai possibili rischi sanitari prodotti dai CEM nel campo di frequenze che va da 0 Hz a 300 GHz eseguendo studi ed esperimenti soprattutto in vivo ed in vitro · in alcuni Progetti europei in corso, quali il COST 244 bis (Effetti biologici dei CEM) e COST 261 (Compatibilità elettromagnetica di sistemi complessi e distribuiti) · con gli enti normatori, esempio il Cenelec che sta preparando una serie di documenti relativi alla conformità dei prodotti (tra cui i telefoni cellulari e le loro stazioni radio base) alle norme di sicurezza per l’uomo · con il Progetto nazionale Cluster 13 del MURST, relativo alla Compatibilità elettromagnetica. 6. Il cluster 13 “Compatibilità elettromagnetica” e la sua rete di laboratori Il Progetto cluster 13: “Compatibilità elettromagnetica” del MURST è uno dei 29 cluster promanati dalla Legge 488/92 facente parte del programma per il potenziamento delle reti di ricerca scientifica e tecnologica nelle aree economicamente depresse. Il Piano ha avuto origine circa tre anni e mezzo or sono allorché il Comitato Tecnico Scientifico Aree Depresse provvide a esa- La Comunicazione - numero unico 2000 minare le numerose proposte pervenute (780) e a raccogliere la serie di progetti di ricerca selezionati (198) in 29 gruppi (o cluster) omogenei tra di loro e rientranti all’interno di un unico piano nazionale. Il bando poneva un preciso vincolo circa la possibilità di un soggetto attuatore di essere inserito in un cluster: doveva essere allocato all’interno di una zona definita dall’UE di Obiettivo 1 o 2 o 5b, in quanto la Legge 488 tratta le iniziative di sostegno di queste aree. Scopo del Piano. E’ riconducibile a tre obiettivi, raggiungibili attraverso due tipologie di attività: ·creazione di un servizio funzionale al tessuto produttivo italiano ·sviluppo di ricerche, sia a carattere teorico che sperimentale, incentrate sulla compatibilità EM, ma limitatamente alla problematica dei sistemi di conversione di energia elettrica e dei sistemi di trasporto. I tre obiettivi sono i seguenti: ·realizzazione di una rete di laboratori di compatibilità EM funzionale al tessuto produttivo, in particolare delle piccole e medie imprese, differenziati per dislocazione territoriale, per tipologia e per competenza, pur in una prospettiva di equilibrio a livello nazionale ed europeo. Questo allo scopo di realizzare infrastrutture facilmente accessibili, di dotare il territorio di ciò che ha effettivamente bisogno e di non creare inutili doppioni. ·sviluppo di ricerche sulla compatibilità EM con la finalità dell’affidabilità, della sicurezza attiva e passiva dei sistemi suddetti (conversione dell’energia e trasporti) ·incremento delle competenze e trasferimento delle conoscenze sulla compatibilità EM ai fini dell’adeguamento normativo e dello sviluppo produttivo, soprattutto della piccola e media impresa. La possibilità di collegamento del Progetto cluster 13 con il Progetto 5% nasce dal fatto di poter: 1) rendere possibile l’utilizzazione della rete di laboratori suddetta (ed in particolare le camere anecoiche) anche dai ricercatori che operano al- 29 NOTE ti della ricerca (a tale scopo si prevede la creazione di un sito web e l’organizzazione di convegni, sia riepilogativi e quindi di interesse generale, che specialistici e quindi rivolti ai ricercatori dei vari settori allo scopo di scambiare idee). Damiano Musella l’interno del Progetto 5%, 2) stabilire delle fattive collaborazioni, 3) evitare l’acquisto di costosissime apparecchiature. Ai fini della collaborazione appare particolarmente interessante il tema dei livelli di inquinamento EM a bordo dei sistemi di trasporto in ambito ferroviario e metropolitano (con cui vi sono chiari punti di contatto), oltre a quello relativo ai problemi di compatibilità EM (pur presenti nel Progetto 5%). D’altra parte, nel momento in cui dovessimo rispettare sempre e ovunque le direttive sulla compatibilità EM avremmo certamente già un sollievo per l’inquinamento EM e viceversa, nel momento in cui rendessimo soddisfatti i requisiti delle disposizioni legislative sui CEM in vigore in Italia. NOTE 7. Ricadute Questo progetto avrà delle ricadute sia in campo normativo che industriale. In campo normativo adesso è in discussione una legge a livello nazionale al Senato sulla protezione dai CEM. A livello industriale i progetti sono pensati anche per rilanciare il settore produttivo (sviluppo della strumentazione di misura per le reti di monitoraggio e controllo dell’impatto ambientale, sviluppo di metodologie per stabilire la conformità dei nuovi apparati alle norme di sicurezza, sviluppo di materiali e tecniche per la riduzione dell’impatto ambientale). Per le società partecipanti, questa ricerca rappresenta un’occasione per rafforzare la loro presenza sul mercato in vista dei nuovi regolamenti comunitari e nazionali. 8. Conclusioni Il Progetto 5% trova le sue motivazioni soprattutto nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema dell’inquinamento EM dovuto alla proliferazione dei sistemi di tlc e nel fatto che lo sviluppo sostenibile può essere fonte di sviluppo per l’indotto nell’ambito delle applicazioni delle tecnologie ambientali. La popolazione, sensibile al problema dell’influenza dei CEM sull’uomo, chiede risposte chiare ai molti dubbi, che peraltro affliggono la stessa comunità scientifica, e non generiche assi- 30 curazioni. L’obiettivo complessivo della ricerca è proprio quello di rispondere a interrogativi, proporre idee, tecnologie, materiali e soluzioni ingegneristiche avanzate, o comunque delle procedure standard che possono valere uniformemente su tutto il territorio nazionale. Le moderne tecnologie e il loro impiego produttivo stanno diventando sempre più potenti incidendo sempre più pesantemente sugli equilibri ambientali e sulla salute, oltre che sui rapporti socioeconomici e l’organizzazione del lavoro. Appare allora essenziale una politica ambientale lungimirante, non disgiunta dallo sviluppo industriale, che miri al controllo, stabilisca degli indicatori della qualità dell’ambiente e che appronti delle estese reti di monitoraggio gestite dagli enti locali, ma coordinati da istituti centrali. In particolare, settori industriali come quelli del trasporto dell’energia elettrica e delle tlc devono essere soggetti ad una regolamentazione chiara e valida sull’intero territorio nazionale. Si tratta di consentire lo sviluppo produttivo e sociale (reso possibile proprio dalle moderne tecnologie) tenendo presente soprattutto la salvaguardia dell’ambiente da possibili cause di inquinamento e mirando alla protezione sanitaria dell’uomo. Affinchè lo sviluppo produttivo possa avvenire in parallelo con la salvaguardia dell’ambiente (ossia sanare i guasti provocati dalla tecnologia utilizzando la stessa tecnologia) è indispensabile che sin dalla fase di progettazione dei nuovi sistemi vada tenuto in considerazione il problema dell’impatto ambientale e la sua valutazione. Le misure hanno il pregio di avere un alto grado di accettabilità nella popolazione perché sono oggettive e quindi presentano un’immagine non falsificabile della realtà. In effetti, l’impiego della strumentazione spesso può rivelarsi un provvedimento ridondante in quanto era sufficiente (e molto più economico) eseguire un semplice calcolo per determinare il livello del CEM presente in un determinato punto; tuttavia, è facile capire che il risultato di una misura sembra più certo di un calcolo a priori. In ogni caso, la strumentazione serve sia in fase di installazione dei nuovi impianti che in fase di verifica. Il sistema centrale di raccolta dati e monitoraggio della distribuzione del campo EM sul territorio, mirato alla protezione dell’uomo e dell’ambiente dai CEM, deve fornire una visione La Comunicazione - numero unico 2000 IL PROGETTO NAZIONALE DI RICERCA MURST/CNR-ENEA SU “ SALVAGUARDIA DELL’UOMO E DELL’AMBIENTE DALLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE” (THE NATIONAL RESEARCH PROJECT MURST/CNR-ENEA ON “THE PROTECTION OF THE HUMAN BEING AND ENVIRONMENT FROM ELECTROMAGNETIC POLLUTION”) In definitiva, la disponibilità di uno strumento in grado di eseguire un pratico, efficiente, affidabile e capillare controllo (e quindi una mappatura) dei campi EM nei dintorni delle sorgenti di emissione reca il vantaggio per gli enti preposti di facilitarne i compiti derivanti dal de- creto 381/98 e, nel contempo, ha l’effetto di tranquillizzare i cittadini residenti nelle vicinanze degli impianti ritenuti più pericolosi. Lo stanziamento non ricchissimo, la scelta di trattare tutti gli aspetti della problematica inerente i CEM e la presenza di un grande numero di unità di ricerca rende evidente il fatto che ci troviamo in presenza di un finanziamento troppo diluito: è il prezzo pagato per ottenere una visione generale ed una unità di trattamento dei vari argomenti. Ma, al di là di questa critica, resta il fatto che il Progetto 5% presenta un programma di largo respiro, approccia correttamente i problemi in un quadro coordinato e ben strutturato di ricerca nel campo della protezione dell’uomo e dell’ambiente dai CEM. Glossario dei termini ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) CNR- IMS (Istituto di Medicina Sperimentale) di Roma CNR-CESPA (Centro Studi Propagazione e Antenne) di Torino CNR-CSIB (Centro Studi di Ingegneria Biomedica) di Milano CNR-CSITE (Centro di Studio per l’Informatica e i Sistemi di Telecomunicazioni), Bologna CNR-GNRETE (Gruppo Nazionale di Ricerca sull’Elettronica, le Telecomunicazioni e l’Elettromagnetismo) di Roma CNR-IRECE (Istituto di Ricerca per l’Elettromagnetismo e i Componenti Elettronici) di Napoli CNR-IROE (Istituto di Ricerca sulle Onde Elettromagnetiche) di Firenze CNR-ITBA (Istituto Tecnologie Biomediche Avanzate) di Mi- La Comunicazione - numero unico 2000 lano CSELT (Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni) di Torino ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente) ENEA-HPCN (Progetto Interdipartimentale) ICEMB (Centro interuniversitario sull’interazione tra campi EM e sistemi biologici) IDS (Ingegneria Dei Sistemi) di Pisa IENGF (Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris) di Torino INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) IRST (Istituto per la Ricerca Scientifica e Tecnologica) di Trento ISS (Istituto Superiore di Sanità) MURST (Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica) 31 NOTE globale e omogenea tale da consentire agli enti territoriali (in primo luogo ai Comuni) la pianificazione della distribuzione ottimale delle sorgenti (nuovi siti) sul territorio. In pratica, deve rendere disponibile, alle persone preposte (a chi deve prendere decisioni, a chi ha compiti di gestione e controllo del territorio, a chi ha compiti di responsabilità nei confronti della popolazione) una mappa realistica dei livelli di CEM presenti. Damiano Musella NOTE Bibliografia [1] Legge 29 marzo 1995, N. 95 recante Disposizioni urgenti per la ripresa delle attività inprenditoriali, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 77 del 1° aprile 1995. [2] Decreto MURST 4 novembre 1997, n. 645 Piani di potenziamento della rete scientifica e tecnologica nelle aree depresse, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 9 del 13 gennaio 1998. [3] Decreto MURST 16 dicembre 1997 Individuazione dei settori di rilevante interesse, per l’anno finanziario 1997, per lo sviluppo del sistema nazionale della ricerca, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 32 del 9 febbraio 1998. [4] D.P.C.M. 23 aprile 1992 Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50 Hz) negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 104 del 6 maggio 1992. [5] Decreto del Ministero dell’ambiente 10 settembre 1998, n. 381 Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 257 del 3 novembre 1998 - Serie generale. [6] Proposta del Disegno di Legge n. 4816 Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. [7] ICNIRP Guidelines for limiting exposure to time-varying electric, magnetic, and electromagnetic fields (up to 300 GHz), Health Physics, April 1998, Volume 74, Number 4. [8] IEC TC85/214/CD Measurement and 32 evaluation of high frequency (9 kHz to 300 GHz) electromagnetic fields with regard to human exposure, 2000/10/06. [9] CEI Progetto C. 735 Guida per la misura e per la valutazione di campi elettromagnetici nell’intervallo di frequenza compresa tra 10 kHz e 300 GHz, pubblicata nel 1999. [10] G. Franceschetti: Lezioni di campi elettromagnetici e circuiti. Quaderno N.4: Antenne, Pironti [11] G. Markov: Antennas, Progress Publishers, Moscow. [12] A. Colamonico: Antenne intelligenti nelle reti cellulari GSM, Alta Frequenza, Vol. 8, n. 4, Luglio-Agosto 1996 [13] M.F. Càtedra, J. Pérez, F. Saez de Adana, o. Gutierrez: Efficient Ray-Tracking techniques for three-dimensional analyses of propagation in mobile communications: application to picocell and microcell scenarios , IEEE Antennas and Propagation Magazine, Vol. 40, No. 2, April 1998. [14] Ministero delle comunicazioni, DGRQS, Div.II: Risultati della pubblica consultazione per l’introduzione in Italia dei sistemi di comunicazioni mobili di 3a generazione [15] D. Musella: Inquinamento elettromagnetico. I tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana, La Comunicazione - Note, Recensioni & Notizie, Volumi XLVII-XLVIII, Anni 1998-1999, pag. 49. [16] D. Musella: Inquinamento elettromagnetico. Obiettivi di qualità, Giornate di studio INPRAT, 13-14 maggio 1999 presso ISPESL Roma La Comunicazione - numero unico 2000