`Serve più ricerca avanzata per rilanciare l`economia italiana`

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Blasting News > News economia > 2017 > 02 > 'Serve più ricerca avanzata per rilanciare l'economia italiana'
Pubblicato il: 1 febbraio 2017
- Esperto di Politica
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MAURIZIO RIBECHINI
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'Serve più ricerca
avanzata per rilanciare
l'economia italiana'
Intervista esclusiva a Mario D'Acunto, ricercatore del CNR di Pisa, che
invoca più investimenti nella ricerca avanzata per rilanciare l'economia
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Una vista dall'alto del Centro Nazionale delle
Ricerche di Pisa.
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Cnr - siti web
I paesi che crescono maggiormente
nei settori della industria
manifatturiera sono quelli che
tradizionalmente hanno puntato
sull’economia della conoscenza.
Perchè in Italia siamo così indietro?
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occupati al +0,1% a
novembre 2016, ma
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internazionali si punti
sulla ricerca'
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I paesi più avanzati nel mondo
finanziano la #Ricerca perché questa
sia di traino per produzioni industriali
altamente innovative, in Italia invece
registriamo un ritardo decennale. A tal
proposito Blasting News ha intervistato
i n e s c l u s i v a M a r i o D ’ A c u n t o,
ricercatore del Consiglio Nazionale delle
Ricerche, che ha avviato un approccio
innovativo per il rilancio dell’economia
del manifatturiero attraverso la ricerca
più avanzata.
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“L’Italia ha, per tradizione, una forte
vocazione manifatturiera e una scarsa
attenzione a considerare la ricerca
come un volano per l’economia. Queste
due caratteristiche sono la chiave di
lettura per la crisi strutturale che viviamo
da alcuni decenni e che è stata acuita
dalla recente crisi internazionale iniziata nel 2008. Malgrado questo, l’Italia occupa
ancora il secondo posto in Europa per aziende e impiegati nel settore manifatturiero.
Quello che sta succedendo è che, a livello internazionale, negli ultimi anni non si
sono aperti nuovi grandi mercati. Questo implica che, chi vuole resistere sui mercati
internazionali, deve innovare continuamente i propri prodotti o inventarne di nuovi. In
entrambi i casi occorre l’applicazione di ricerche avanzatissime e di tecnologice
estremamente innovative per arricchire i prodotti di un qualificato valore aggiunto”.
Quali sono state le risposte in termini di politica industriale a questa crisi
strutturale?
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Saldi invernali 2017,
l'interesse per gli
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P. PIAZZA
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“Purtroppo l’Italia da oltre tre decenni paga la mancanza di una politica industriale
adeguata. Questa mancanza ha avuto come conseguenza un settore produttivo
formato da piccole e medie imprese che non sono in grado di sviluppare ricerca in
modo autonomo. Negli ultimi anni, da ricercatore nel campo delle nanotecnologie,
vale a dire quelle tecnologie che manipolano la materia alla scala degli atomi e delle
molecole, mi sono trovato a cercare di coinvolgere alcune aziende prossime ai miei
settori di ricerca. Le nanotecnologie sono considerate le tecnologie di punta per
avere l’innovazione di prodotto che tutto il mondo cerca e che serve in particolare
alle nostre aziende manifatturiere. Ma mi sono scontrato con enormi limiti culturali e
scarsi mezzi offerti dai settori politici e decisionali. Queste difficoltà hanno imposto di
aguzzare l’ingegno nel presentare un percorso efficace, rapido e basso costo sia
per il mondo della ricerca che delle aziende interessate ad avere prodotti nuovi da
presentare al mercato globalizzato”.
In cosa consiste questo processo che hai chiamato bottom-up (dal basso
verso l’alto)?
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“Il processo di innovazione che ho definito bottom-up è costituito da tre passaggi
che coinvolgono aziende e ricercatori in un processo che parte da un’idea di
innovazione per crescere progressivamente passo dopo passo: 1) Individuazione dei
prodotti da innovare direttamente dai prodotti industriali già esistenti. Il vantaggio è di
lavorare su prodotti delle aziende interessate che hanno già una rete distributiva e
commerciale. 2) Creazione di un consorzio scientifico ad hoc in funzione
dell’innovazione desiderata attraverso un #Lavoro preliminare, che generalmente è
finanziato dall’azienda interessata. 3) Auto-finanziamento del ciclo di ricerca volto
all’innovazione di prodotto. Ciclo di lavoro con tempi stimati circa 3-4 anni, e budget
necessario circa 2-4 milioni euro. Il vantaggio per le aziende è di non rischiare
capitale proprio, per i ricercatori di lavorare ad una ricerca finalizzata in cui già a
priori sono posti i vincoli di innovazione richiesti. Per ora stiamo cominciando ad
avere qualche successo, dai materiali super-resistenti, ai tessuti autopulenti, a nuove
tecniche di diagnosi e cura di gravi patologie, successo che speriamo si trasformi
rapidamente in una cascata di nuovi prodotti”. #Pisa
Cnr - siti web
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