Fondazione Serughetti Centro Studi e Documentazione La Porta Movimenti sociali, beni comuni, nuovi conflitti Francesca Forno Università degli Studi di Bergamo Bergamo, 29 aprile 2013 Percorso logico 1) Il problema di fondo • Legami sociali e coesione sociale • La perdita del «tessuto intimo» della società 2) Alcune spiegazioni a livello «meso» • Capitale sociale e associazionismo • Punti critici della relazione capitale sociale-associazionismo • Alcuni spunti di riflessione a partire da una ricerca sull’associazionismo in Lombardia 3) Nuovi movimenti per vecchi conflitti. Ritorno al futuro? • Riportare l’economia all’interno della società • Nuove pratiche economiche e (nuovi) movimenti sociali Elementi critici • Le trasformazioni legate al processo di trasformazione delle società contemporanee (globalizzazione, internazionalizzazione dei mercati) stanno fortemente incidendo sul benessere generale della nostra società riaprendo vecchie problematiche (aumento delle disuguaglianze sociali) e evidenziandone di nuove (la «crisi ambientale»), diffondendo sentimenti di “incertezza” tra i cittadini • Su questo hanno pesato: • la rottura del tradizionale legame tra impresa e territorio, sotto la spinta della globalizzazione. • la crisi del welfare state e della capacità redistributiva dello stato. • La fine delle grandi narrazioni ideologiche e la trasformazione dei tradizionali canali di mediazione degli interessi (partiti e sindacati, ma anche importanti settori dell’associazionismo) • L’affermazione della cultura della massimizzazione del profitto e della «società dei consumi» Legami sociali e coesione sociale Nella società moderna la cooperazione tra individui è garantita dalla presenza di istituzioni e di organizzazioni formali che permettono una cooperazione efficiente Tuttavia la cooperazione sociale non è solo il risultato delle istituzioni e delle organizzazioni formali, bensì comprende anche quei tipi di relazioni e interazioni che possiamo definire come il tessuto intimo della società Coesione sociale e Capitale sociale In altri termini, la cooperazione tra individui è facilitata da certi caratteri del tessuto complessivo di relazioni L’insieme delle relazioni interpersonali, formali ed informali, tra i membri della società è definito capitale sociale Capitale sociale: una definizione Con capitale sociale si intende il tessuto di relazioni di cui è dotata una determinata società, una sorta di bene pubblico, del quale usufruisce l’insieme dei partecipanti Il capitale sociale permette la “reciprocità sociale”, rendendo possibile la stessa società (garantendo cioè la coesione sociale) La perdita del capitale sociale Si dice spesso che le società contemporanee stiano perdendo le qualità del tessuto intimo della società Questo costituirebbe un vero e proprio rischio per la tenuta della coesione sociale Un società senza fiducia Un indicatore spesso utilizzato per misurare il livello di coesione sociale è il grado di fiducia che gli individui provano nei confronti di altri individui Fig. 1: Grado di fiducia (valori %) 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 79,2 52,9 41,7 27,2 Parenti Vicini di casa Abitanti del quartiere Molta/abbastanza fiducia Fonte Iref, Nono Rapporto sull’associazionismo sociale 2006 La gente (le persone in generale) Sfiducia sociale e ripiego nel privato La sfiducia sociale erode il cemento che tiene unita la società: si ricorre alla parentela, isolandosi dalle relazioni più ampie di cittadinanza. È così che può svilupparsi un atteggiamento di indifferenza (se non di avversione) verso la comunità politica Produrre e riprodurre capitale sociale: il ruolo delle associazioni 1. Come far convivere risorse di capitale sociale informale nelle grandi organizzazioni formali? 2. Come scoprire e coltivare risorse di capitale sociale in situazioni difficili, dove questo non è valorizzato ma è potenzialmente presente? A questo proposito negli ultimi anni si è diffusa l’idea che il capitale sociale sia maggiormente diffuso dove c’è una società civile vibrante che si auto-organizza Capitale sociale e associazionismo Il nesso tra vitalità delle organizzazioni civiche e il buon funzionamento democratico si produce principalmente in due modi: 1) da una parte aggregando le istanze diverse della cittadinanza e trasformandole in istanze politiche, tramite forme democratiche e competenti; 2) dall’altro fornendo ai cittadini una sorta di “palestra di democrazia”, educandoli all’azione collettiva e all’impegno pubblico per il bene comune. La ricerca dimostra che ad essere più fiduciosi sono coloro che mostrano un coinvolgimento più diretto nell’agorà democratica La partecipazione è un antidoto contro l’indifferenza e l’isolamento sociale. Relazioni orizzontali di reciprocità FIDUCIA [condivisione di norme e valori] ASSOCIAZIONISMO (forme di autoorganizzazione della società) CAPITALE SOCIALE Cooperazione/Coesione sociale Punti critici della relazione capitale socialeassociazionismo oggi La ricerca suggerisce di guardare al grado di professionalizzazione delle associazioni Il fund-raising e lobbying nei confronti delle istituzioni politiche, avrebbe portato ad una sostanziale diminuzione dell’interesse delle associazioni verso strategie di coinvolgimento diretto della cittadinanza e ad una generale depoliticizzazione delle proprie attività • crescita di forme organizzative che privilegiano un coinvolgimento degli associati su singole attività pratiche • aumento della frammentazione e del particolarismo che in alcuni casi ha portato anche al rifiuto dell’azione politica e all’apatia A questi mutamenti nell’organizzazione delle associazioni sono attribuite conseguenze dirette sulla qualità della vita democratica di una società. La professionalizzazione dei canali di mediazione e organizzazione degli interessi sociali I tradizionali canali di mediazione degli interessi non riescono più a svolgere la loro funzione principale: aggregare e mediare le domande sociali. A questo riguardo si sottolinea spesso come i partiti abbiano perso il loro legame con la società. Lo spostamento dell’ambito prioritario d’azione dalla società allo stato, tuttavia, non ha riguardato solo i partiti ma anche importanti settori dell’associazionismo Rapporto associazioni/istituzioni Istituzioni associazioni Domanda Sociale Questo processo ha radicalmente cambiato la natura e la funzione delle associazioni Tradizionalmente le associazioni sono state identificate come luoghi all’interno dei quali si diffondeva lo spirito della cooperazione, della solidarietà e dell’impegno civico. Per questo molti studiosi (Tocqueville, Putnam…) hanno parlato delle associazioni come “palestre di democrazia” Spesso, oggi, le associazioni dimostrano una maggiore efficienza, ma molti settori dell’associazionismo hanno perso la loro capacità di produrre capitale sociale La ricerca di PolisLombardia http://www.polislombardia.it/ La Lombardia • Regione tra le più ricche del paese, intenso sviluppo economico e sociale • Regione da sempre caratterizzata da un forte sviluppo dell’associazionismo in diversi settori non solo tempo libero, ma anche di tipo socio-assistenziale, attività culturale, educativo e impegno civile La ricerca PolisLombardia è stata coordinata dal Roberto Biorcio – Università Milano-Bicocca ed è in corso di pubblicazione con il seguente titolo: Tocqueville a Milano. Le reti associative fra adattamento, conflitto e innovazione a cura di Roberto Biorcio e Tommaso Vitale Il disegno della ricerca Struttura interna • Due tipi di questionari: • • Scheda sull’associazione Questionario rivolto agli associati Reti interorganizzative Relazioni con le istituzioni Orientamento civico • 161 organizzazioni selezionate con criteri di rappresentatività all’interno di specifiche aree tematiche (14) • Sondaggio rappresentativo della popolazione lombarda Struttura interna • Molti membri passivi (il cui impegno si limita, ad esempio, a fare delle donazioni a beneficio dell’organizzazione) • Generalmente le associazioni più vecchie tendono ad avere il più alto numero di membri passivi e sono anche le più grosse per numero di associati • Le organizzazioni fondate negli ultimi 10 anni hanno un numero limitato di attivisti e tendono ad avere quindi un organico più ristretto • Aumento del livello di formalizzazione e professionalizzazione • Il livello di professionalizzazione è più alto tra le organizzazioni “storiche” • I nuovi gruppi hanno un livello di professionalizzazione più basso ma non si notano molte differenze circa il loro livello di formalizzazione (nascono già con una struttura ben definita) Reti interorganizzative (legami orizzontali) • Diminuzione dei legami tra organizzazioni (particolarmente visibile nelle organizzazioni di piccola dimensione) • La collaborazione con altri gruppi è più alta tra le associazioni fondate prima degli anni ’90 • La maggior parte delle organizzazioni, 70%, dichiara di non identificarsi con alcuna area politica specifica o movimento sociale • Le associazioni con meno di 20 membri registrano il livello minore di contatti con altre organizzazioni Relazioni con le istituzioni (legami verticali) • Forte relazione tra le associazioni del campione e le istituzioni: solo il 23% delle organizzazioni del campione NON hanno rapporti con le istituzioni • I maggiori rapporti sono con le istituzioni locali Tempo o Denaro? • Le associazioni tendono a valorizzare sempre più la risorsa “denaro” anziché quella “tempo” come dimostra la concentrazione della loro azione verso la costruzione di reti verticali con gli attori pubblici e privati piuttosto che con altre associazioni • In particolare, in Lombardia, questo è anche la conseguenza dell’adozione di politiche sociali che hanno favorito l’esternalizzazione di alcuni servizi pubblici, politiche che hanno spinto l’associazionismo ad assumere compiti gestionali ed erogativi sempre maggiori perdendo la capacità “critica” (e quindi politica) che consisterebbe nella messa in discussione del sistema che genera diseguaglianze. Orientamento civico • Aumento del numero di associazioni dedicate principalmente alla produzione/gestione di servizi • Diminuzione delle attività di promozione della partecipazione diretta dei propri associati • Tendenza a ‘localizzare’ la propria azione (molte associazioni agiscono prevalentemente in ambito locale) • La localizzazione dell’azione corrisponde anche ad un restringimento/riduzione dell’orizzonte discorsivo dei diversi gruppi, con un aumento dell’autoreferenzialità delle associazioni. Quali conseguenze? • A livello collettivo • Diminuzione della capacità “politica” della associazioni • A livello di individuo • Perdita di fiducia interpersonale • Isolamento sociale • Aumento del senso di insicurezza sociale • Isolamento sociale significa anche cittadini più influenzabili dai mezzi di comunicazione di massa o da “imprenditori della paura” • In generale si rileva una diminuzione del senso di efficacia politica e la diffusione di sentimenti qualunquisti tra la cittadinanza Elementi di novità • Alla crisi delle organizzazioni tradizionali (partiti, sindacati, la chiesa con le sue reti associative) e al ridimensionamento dello Stato nella sua capacità redistributiva è corrisposto lo sviluppo di inedite forme di impegno, in generale caratterizzate da un maggior “pragmatismo”. • Emergenza di una nuova idea di cittadinanza sostenibile e multiversale, ovvero di una cittadinanza che riconosce le interconnessioni tra produzione e consumo (diritti umani e ambientali). Quando e perché nascono i nuovi movimenti sociali Problema di convergenza tra domanda sociale e risposta delle istituzioni: la società si auto-(ri)organizza Istituzioni nuovi movimenti sociali Domanda Sociale La nascita e lo sviluppo dell’area dell’altra economia • • • • Commercio equo e solidale La microfinanza Turismo responsabile Nuove mutualità (G.A.S., Banche del tempo, Bilanci di Giustizia) • …. Riportare l’economia all’interno della società [...] Assistiamo inerti, e ipocritamente sconsolati, all’aumento dell’ineguaglianza. Occorre invece intervenire anche sul momento della produzione della ricchezza. Agire sulla sola redistribuzione è, nelle condizioni attuali, troppo tardi. [Bruni e Zamagni 2004, p.19] Come e su quali piani agiscono i soggetti dell’altra economia • Livello culturale - creano nuove rappresentazioni • Livello economico - facilitano la costruzione di reti economiche per la sostenibilità • Livello politico - favoriscono la costruzione di forme di regolazione volontaria (soft law) per i diritti umani e la tutela dell’ambiente L’area dell’altra economia e la crisi economica • La crisi economica porta ad un cambiamento di scala nell’azione dei gruppi dell’altra economia segnato (in Italia) dal rafforzamento e diffusione principalmente (ma non unicamente) dei gruppi G.A.S. • Sui territori iniziano a nascere reti e distretti di economia solidale che mettono in contatto lavoratori “deboli” – piccoli artigiani, agricoltori, cooperative con i consumatori critici I Gas e le «reti di economia solidale» come nuovi spazi per la (ri)-costruzione di legami sociali • Questi nuovi ambiti di partecipazione rappresentano punti di incontro tra soggetti diversi, spesso portatori di domande diverse all’interno dei quali il consumo critico funziona come “lente pedagogica” per il ripensamento delle connessioni sociali (corresponsabilità sociale) • All’interno di queste esperienze si (ri)-creano relazioni sociali e circuiti virtuosi di fiducia interpersonale, diffondendo tra i partecipanti lo spirito della cooperazione, della solidarietà e dell’impegno civico • In particolare, le «reti di economia solidale» tendono a ricontestualizzare il consumo, la produzione e la distribuzione, all’interno di nuove relazioni economiche e sociali • Le relazioni orizzontali favoriscono la costruzione di fiducia e la diffusione di un senso di responsabilità verso la collettività (responsabilità associata ai diversi ruoli sociali), risorse fondamentali per l’azione collettiva Come cambia la spesa dopo l’adesione al Gas 25 detergenti ecologici 14,7 prodotti da coop comes 41,4 44,6 5,6 51,8 52 12,8 42,5 45,1 staglionali 2,8 locali 38,5 39,6 carne 3,1 cerali no frumento 31,9 68,1 5,4 10 biologico 7,7 introdotto 12,6 38,5 56,3 52,9 35,2 79,4 verdura 0,7 0% 27,8 80,6 legumi 3,7 integrali 40,5 11,6 50,4 10% 20% 30% aumentato 47,4 40% 50% 60% restato invariato 70% 80% diminuito 90% 100% Come cambia lo stile di vita dopo l’adesione al Gas 34,8 imballaggi meno acqua 28,6 meno elettricità 29,3 60,6 64,3 meno auto 17,6 orto 16,2 22,9 60 46,9 27,6 54,8 29 27,5 si negozi vicinato 10% 33 9,7 24,8 0% 31,9 37,9 41,4 no supermercato meno cibi pronti 6,7 34,5 38,3 autoproduzione 6,1 46,3 32,5 riciclo/riuso 3,5 47,9 69,4 20% sì 30% 40% 50% già lo facevo 60% no 5,1 70% 80% 90% 100% Come cambia lo stile partecipativo dopo l’adesione al Gas 6,8 3,5 MAG 87,7 29,7 finanza etica 23,9 influenza politica 17 52 13,8 60,8 39,7 cooperare con altri 42,9 7,9 politica in generale 55 26 interesse Comune 0% 16,1 10% 35,8 42,5 20% sì 30% 40% 50% già lo facevo 30,3 60% no 70% 80% 90% 100% Partecipazione dei «gasisti» a campagne e mobilitazioni 90 80 80 70 64,1 60 51,7 50 40 35 36,7 lavoro immigrati 41,2 30 20 10 0 acqua pubblica no nucleare scuola pubblica anti mafia Un ritorno al futuro? Vi sono molteplici similitudini tra le nuove forme di economia solidale e le esperienze storiche di cooperazione e mutualismo • La necessità di difendere il livello (e la qualità) di vita • La prevalenza di un tipo “leggero” di organizzazione, la piccola dimensione e l’articolazione territoriale • Il controllo costante e la partecipazione della base sociale che rappresenta una scuola importante di democrazia pratica • La centralità della solidarietà e del reciproco sostegno come strumenti per far fronte alle contraddizioni del mercato