Salerno 25-26-27-28 Marzo 2013 Dott. G. Romeo Resp.U.O.C. Medicina P.O. Roccadaspide Dir. U.O.S. Allergologia P.O. Roccadaspide QuickTime™ and a Sorenson Video 3 decompressor are needed to see this picture. 1. 2. 3. 4. 5. L’apparato digerente, che si estende dalla bocca all’ano si puo’ suddividere in porzioni: Cefalica: Bocca e Faringe (servono per la presa e la ricezione degli alimenti) Anteriore: Esofago e Stomaco (il primo ha funzione di conduzione, il secondo di immagazzinamento e di inizio della digestione enzimatica) Media: Intestino tenue (continua la digestione enzimatica e l’assorbimento) Posteriore: Intestino Crasso, Colon, Retto (si completa l’assorbimento con inoltre la funzione di eliminazione degli alimenti non digeriti) Ghiandole Digerenti: a. b. Salivari (bocca) Fegato e Pancreas (a livello di intestino tenue) Sistema Digerente - 1/3 4 L’Apparato Digerente ha come funzione la digestione degli alimenti, cioe’ la loro trasformazione in sostanze semplici, in grado di penetrare nel sangue e nella linfa. Nella digestione intervengono tre serie di fenomeni: Meccanici: Frammentazione e trasporto degli alimenti 2. Chimici: Idrolisi enzimatica delle molecole complesse 1. 3. contenute negli alimenti (amido, grassi, proteine) Fisiologici: Assorbimento delle piccole molecole attraverso la parete digerente e la loro penetrazione nel sangue e nella linfa (che li distribuiscono a tutto l’organismo) Sistema Digerente - 1/3 5 Sistema Digerente - 1/3 6 APPARATO DIGERENTE (INSIEME) TUBO DIGERENTE La bocca ha la funzione di triturare il cibo e, attraverso la saliva, umettarlo e omogeneizzarlo per prepararlo alla successiva digestione. La saliva è prodotta da tre coppie di ghiandole salivari: parotidi, sottomascellari, sottolinguali. La saliva è costituita da acqua (in quantità prevalente) e da sostanze attive quali: Ptialina (amilasi salivare): che inizia la digestione dei carboidrati Mucina: glicoproteina con effetto lubrificante Sostanze antibatteriche La produzione di saliva è un atto riflesso sotto controllo del sistema nervoso autonomo 1. Labbra 2. Palato 3. Lingua 4. Denti 5. Ghiandole Boccali Sistema Digerente - 1/3 10 Le labbra sono due pieghe cutaneo-mucose, superiore e inferiore che circoscrivono la rima orale o buccale; sono rivestite da cute esternamente, e da tonaca mucosa internamente, di color rosa, vascolarizzata e priva di pigmentazione; nella sottomucosa sono presenti delle ghiandole salivari. Fra i due rivestimenti è presente uno strato muscolare (m. striati). Le labbra sono dotate di notevole motilità funzionale per la presa del cibo, l’articolazione del linguaggio e possiedono una notevole attività sensitiva. I Denti sono composti da: Radice (impiantata nella mucosa boccale) Corona (parte libera affiorante, utilizzata per Cattura, Contenzione, Masticazione) I Denti sono strutturati in: Dentina: Tessuto scheletrico di origine dermica altamente mineralizzato (cellule odontoblasti) Smalto: Unico tessuto scheletrico di origine epidermica (contiene il 97% di Sali minerali); ricopre la dentina della Corona (cellule adamantoblasti che muoiono una volta elaborato lo smalto) Cemento: Derivazione connettivale che circonda la radice dei denti (Coccodrilli e Mammiferi) Sistema Digerente - 1/3 12 Sistema Digerente - 1/3 13 La lingua E’ un organo muscolare impari, mediano e mobile; occupa la cavità orale ed è fissata ad essa, è rivestita da una mucosa che presenta dei rilievi, le papille linguali; contiene i recettori gustativi e ghiandole mucose. Le sue funzioni riguardano: la masticazione, la digestione, la sensibilità gustativa, la deglutizione, la fonazione La lingua è divisa in: radice, posteriore ancorata all’osso ioide, e in corpo con apice, che rappresenta la parte mobile e in cui si riconoscono una faccia superiore e una faccia inferiore con una piega mucosa, il frenulo che la ancora al pavimento della bocca, e due bordi laterali. Nella lingua si descrivono due gruppi di muscolari: A- Muscoli intrinseci che iniziano e terminano nella lingua, responsabili dei cambiamenti di forma e delle posizioni del cibo in rapporto alla lingua; I muscoli estrinseci della lingua trovano inserzione sulla mandibola, sull’osso ioide e sui processi stiloidei del temporale B- Muscoli estrinseci che hanno inserzione al di fuori della lingua e che terminano dentro di essa e sono importanti per la deglutizione e la fonazione. Nelle papille sono localizzati i recettori gustativi specifici per discriminare le sensazioni gustative primarie. L’uomo è in grado di distinguere 4 gusti fondamentali: dolce, acido, amaro, salato, ciascuno corrispondente alla stimolazione di gemme gustative presenti in 4 settori differenti della lingua. Le cellule sensitive gustative sono cellule epiteliali modificate che stabiliscono sinapsi con fibre nervose afferenti gustative,inoltre sia le gustative che quelle di sostegno hanno dei microvili apicali sede dei recettori del senso del gusto che stimolati, determinano l’emissione di neurotrasmettitori che eccitano le fibre nervose. Struttura della lingua: tessuto muscolare striato in cui è presente uno scheletro fibroso, avvolto da una mucosa, caratterizzata da rilievi di forma diversa che sono le papille gustative distinguibili in: filiformi o corolliforme fungiformi vallate foliate (laterali) Le papille vallate sono le più grandi e con le foliate sono quelle più ricche di recettori gustativi. Un bottone gustativo presenta: cell. basali cell. di sostegno cell. gustative PALATO Costituisce la volta della cavità orale e la separa dalle fosse nasali Si distinguono: Palato duro costituito da scheletro osseo, rivestito dalla tonaca mucosa Palato molle o velo palatino è una lamina muscolo- mucosa, che segue al palato duro, il cui margine inferiore presenta una sporgenza, l’ugola libera verso le fauci.; è mobile e coinvolto nella deglutizione e nella fonazione. Le Giandole boccali si suddividono in a. Parotidi – dotto di Stenone che sbocca a livello del secondo molare b. Sottomascellari – dotto escretore di Wharton sbocca ai lati del c. Sottolinguali – dotto di Rivino che sbocca subito dietro il dotto di superiore (ghiandole sierose) frenulo linguale (ghiandole miste prevalentemente sierose) Wharton (ghiandole miste) La saliva e’ una miscela di secrezioni delle precedenti ghiandole Le ghiandole Sierose producono AMILASI e PTIALINA Le ghiadole Mucose producono MUCINE Sistema Digerente - 1/3 19 Ghiandole boccali Sistema Digerente - 1/3 20 Il secreto delle diverse GS varia da sieroso a misto o mucoso in base alla composizione dell’ epitelio ghiandolare G. parotidi- secreto sieroso, i loro dotti si aprono in corrispondenza del 2° molare sup. G. sottolinguali e G.sottomandibolari - secreto misto I loro dotti si aprono in corrispondenza del pavimento del cavo orale, al di sotto della lingua. Il cibo preparato nella bocca, con atto riflesso viene “deglutito” e introdotto nel faringe originando, per via riflessa, un’onda di propulsione involontaria che spinge il materiale nell’esofago. Nello stesso tempo si blocca il respiro e si chiude la glottide per impedire l’ingresso del materiale nella trachea. Il riflesso della deglutizione è sotto il controllo del sistema nervoso autonomo. Nell’esofago il materiale viene spinto nello stomaco attraverso un’onda peristaltica originata dalla muscolatura liscia dell’organo che si contrae a monte e si rilassa a valle. Tra esofago e stomaco si trova il cardias, sfintere che impedisce il reflusso del cibo digerito dallo stomaco Ha la funzione di: rimescolare il materiale che proviene dall’esofago, digerire le proteine e i carboidrati, scindere zuccheri semplici in glucosio, assorbire molecole semplici quali alcol e glucosio preparare alcuni sali minerali per l’assorbimento successivo (riduce il ferro trivalente a bivalente) Per merito dell’acidità, sterilizza i cibi Tali funzioni sono svolte da varie sostanze secrete dalle numerose ghiandole che tappezzano la superficie gastrica HCl: 1) attiva la pepsina 2) scinde gli zuccheri 3) scinde le fibre collagene 4) scinde le nucleo proteine 5) facilita l’assorbimento di ferro, calcio, fosforo 6) Sterilizza il cibo Pepsinogeno: come pepsina digerisce le proteine Gastrina: ormone che innesca la catena digestiva Muco: protegge la mucosa gastrica Si ricorda che il pepsinogeno è un proenzima che viene attivato in pepsina dall’ HCl FASE CEFALICA: stimoli psichici producono secrezione di saliva e di acido cloridrico. L’acido cloridrico attiva il pepsinogeno in pepsina che inizia la digestione delle catene proteiche FASE GASTRICA: il cibo introdotto nello stomaco libera l’ormone gastrina che mantiene viva la produzione di HCl e quindi di pepsina esaltando la digestione proteica FASE INTESTINALE: il cibo digerito passa nel duodeno, il pH diventa più acido e limita la produzione di gastrina che a sua volta riduce la secrezione di acido cloridrico con ritorno a riposo delle cellule oxintiche stimoli psichici cibo nello stomaco cellule oxintiche gastrina H+ Cl- blocca pepsinogeno (proenzima) digestione proteica e passaggio nel duodeno pepsina (enzima) aumenta l’acidità gastrica (+ H+) Lo stomaco presenta una muscolatura liscia, controllata dal sistema nervoso autonomo, che permette movimenti sia di avanzamento del materiale digerito (peristalsi) sia di rimescolamento del materiale, permettendo un contatto intimo tra prodotto ingerito e secrezioni gastriche necessarie alla digestione. La peristalsi è più accentuata nell’antro gastrico e “schizza” il materiale nel duodeno attraverso lo sfintere pilorico. Il materiale trattato nello stomaco, attraverso il piloro, passa nel duodeno, dove affluisce anche: La bile, prodotta dal fegato, enzimi digestivi, acqua e bicarbonato di sodio prodotti dal pancreas. Queste sostanze sono basiche e neutralizzano l’acidità gastrica. Nel duodeno viene completata la digestione delle proteine e dei carboidrati e iniziata la digestione dei grassi che sarà completa alla fine del duodeno stesso. Nel duodeno discendente compaiono alcune pliche e nel duodeno inferiore i primi villi e quindi si inizia l’assorbimento delle sostanze nutritizie che verrà completato nel digiuno. Nel duodeno, così come nel rimanente tubo digerente l’avanzamento del materiale è dovuto alla peristalsi. Il canale alimentare è un tubo la cui parete è formata lungo tutto il percorso da diversi strati, le tonache: Tonaca mucosa Tonaca sottomucosa Tonaca muscolare Tonaca sierosa I vari tratti sono formati sempre da queste tonache, ma la loro organizzazione nei diversi segmenti può però variare assumendo caratteristiche peculiari del tratto considerato. All’ingresso dell’intestino tenue, a digestione completata, troviamo: Acqua, Aminoacidi e polipeptidi a catena corta, Glucosio e fruttosio, Acidi grassi Glicerolo (proveniente dalla saponificazione dei grassi), Sali minerali Vitamine Sali biliari (vedi fegato) L’intestino tenue viene convenzionalmente diviso in digiuno e ileo. Inizia in modo virtuale alla fine del duodeno e termina, con la valvola ileo cecale, nel cieco, prima porzione dell’intestino crasso. L’intestino tenue è preposto all’assorbimento di tutte le sostanze nutritizie, parte dei sali minerali, parte delle vitamine, degradazione dei sali biliari. L’assorbimento viene effettuato attraverso la mucosa disposta a villi con cellule aventi sulla superficie microvilli. Il trasporto attraverso la membrana cellulare è sia attivo con consumo di energia, che passivo per osmosi e per diffusione. TENUE: ULTRASTRUTTURA Estroflessioni digitiformi che aumentano la superficie Sono presenti solo nel Tenue Superata la mucosa, all’interno dei villi, le sostanze digerite, esclusi i grassi, entrano nei vasi venosi, detti anche vasi chiliferi che anastomizzandosi tra di loro all’esterno della parete intestinale, confluiscono in un grosso vaso: la vena porta che trasferisce il materiale proveniente dal tenue al fegato, organo fondamentale per la elaborazione dei nutrienti introdotti. I grassi entrano nei vasi linfatici dei villi e quindi prendono la via portale. Alla vena porta affluiscono vasi che provengono dal duodeno, stomaco, milza oltre che dall’intestino crasso. Acqua, sali minerali, e scorie attraverso la valvola ileocecale passano nel colon. Il colon è l’ultima porzione del tubo digerente. La sua conformazione anatomica, con la presenza delle austre, permette un ottimo assorbimento dell’acqua e di conseguenza dei sali minerali residui che, attraverso i villi presenti anche nel colon, entrano nel circolo portale e in parte nel circolo venoso. Il materiale residuo di consistenza pastosa, costituisce il materiale di scarto non utilizzabile dal nostro organismo che, attraverso l’ampolla rettale il retto e l’orifizio anale, viene espulso. L’ampolla rettale ha la funzione di serbatoio del materiale di scarto: le feci. La distensione dell’ampolla rettale, esercitata dalla massa fecale, produce contrazioni riflesse sulla muscolatura liscia e quindi il bisogno di defecare. Lo stimolo è sotto il controllo del sistema nervoso autonomo. Lo sfintere anale,invece, è un muscolo volontario e quindi, entro certi limiti, la nostra volontà impedisce la defecazione involontaria. La distensione gastrica esercitata dal cibo provoca una contrazione riflessa del retto con bisogno di defecare: riflesso gastro-colico. Il fegato è un organo parenchimatoso, si trova nell’ipocondrio di destra e svolge complesse funzioni: Formazione e secrezione della bile Regolazione del metabolismo dei carboidrati Regolazione del metabolismo proteico Regolazione del metabolismo lipidico Funzione detossicante Catabolismo degli ormoni steroidei Azione immunitaria Le varie funzioni vengono svolte per merito della sua complessa ultrastruttura I prodotti della sua secrezione vengono inviati al duodeno attraverso le vie biliari Al fegato oltre alla arteria epatica, ramo del tripode celiaco, attraverso l’ilo entra la vena porta proveniente da tutte le porzione del tubo digerente a partire dalla stomaco e dalla milza (vedi). Il sangue portale è ricco di tutte le sostanze provenienti dalla digestione e relativo assorbimento. I prodotti dell’assorbimento vengono elaborati dagli epatociti, cellule specifiche del fegato di origine epiteliale e quindi inviati, tramite le vene epatiche, al grande circolo. Le sostanze di rifiuto, sono immesse nelle vie biliari. Le vie biliari iniziano come canalicoli biliari a ridosso degli epatociti. Riunendosi progressivamente formano i dotti biliari intraepatici i quali confluiscono nel dotto epatico di destra e di sinistra drenando rispettivamente la bile dal lobo destro e sinistro del fegato. Si uniscono poi nel dotto epatico comune dal quale si diparte il dotto cistico che porta alla colecisti o cistifellea. Dalla diramazione del dotto cistico in continuazione con il dotto epatico comune si origina il coledoco che, unendosi al dotto pancreatico di Wirsung, sfocia nella “C” duodenale attraverso lo sfintere dell’Oddi della papilla del Vater FEGATO ULTRASTRUT TURA La bile è una soluzione colloidale costituita da: Acqua per il 95-97% Sali biliari (Sali degli acidi colico, desossicolico, chinodesossicolico, litocolico derivati dal colesterolo) Pigmenti biliari (derivati della bilirubina) Colesterolo Sali inorganici (sodio potassio calcio magnesio…) Acidi grassi Grassi esterificati Composti detossificati dal fegato La bile presenta un pH leggermente basico e le sostanze insolubili in questo ambiente sono disperse come colloidi. La bile, attraverso i sali biliari, ha la funzione di emulsionare i lipidi in micelle, facilitando il loro assorbimento nell’intestino. Il pH basico, in concomitanza con i prodotti della secrezione pancreatica, facilitano l’idrolisi dei trigliceridi in glicerolo e acidi grassi La bile viene secreta dal fegato in modo continuo, ma è richiesta nel duodeno solo in presenza di un “pasto”, per cui, durante il digiuno, si accumula nella colecisti in quanto lo sfintere dell’ Oddi, parte terminale della papilla del Vater, è contratto. La bile nella colecisti viene concentrata. Quando nel duodeno entra un “pasto”, viene prodotto un ormone, la colecistochininpancreozimina (CCK), che fa contrarre la colecisti, rilassare la plica spirale del dotto cistico e lo sfintere dell’Oddi, per cui la bile viene spinta nel coledoco e da qui nel duodeno. La CCK stimola anche le cellule del pancreas a produrre enzimi digestivi (Vedi) L’ittero è una tipica colorazione giallognola della cute, delle mucose e delle sclere che si verifica quando il contenuto di bilirubina nel sangue è aumentato. Si riconosce un ittero fisiologico del neonato in quanto la funzionalità epatica è ridotta e quindi non tutta la bilirubina viene allontanata con le feci e urina. Nell’adulto l’ittero è sempre indice di una patologia che può riguardare il sangue oppure, nella maggioranza dei casi, una disfunzione epatica. (vedi schemi successivi) Il pancreas è una ghiandola a secrezione esocrina ed endocrina. Il pancreas esocrino produce proenzimi digestivi, acqua e bicarbonato di sodio che invia, attraverso un dotto comune (il dotto di Wirsung) nel duodeno, attraverso la papilla del Vater. Il pancreas endocrino produce insulina (nelle isole del Langherans) e glucagone, ormoni indispensabile per il metabolismo degli zuccheri.I due ormoni vengono escreti nella corrente ematica. Proteasi per la digestione delle proteine a polipeptidi, peptoni fino ad aminoacidi semplici, completando la digestione gastrica Amilasi per la digestione dei carboidrati (amidi e zuccheri) Lipasi per la digestione dei trigliceridi Inoltre produce enzimi per la scissione dei nucleotidi RNA (ribonucleasi) e DNA (deossiribonucleasi) Gli enzimi vengono secreti come proenzimi su stimolazione della colecistochininpancreozimina e attivati da un enzima duodenoenterale, la enterochinasi, ambedue prodotti dallo stimolo provocato dal “pasto” duodenale. Oltre agli enzimi, il pancreas produce: Acqua per diluire il “pasto” e portare la pressione osmotica all’interno del tubo digerente a valori vicini alla pressione osmotica del sangue. Ione bicarbonato (come bicarbonato di sodio) per neutralizzare l’acidità del pasto gastrico e portare l’ambiente a pH basico. I carboidrati sono delle macromolecole formate prevalentemente da catene di esosi (zuccheri semplici a sei atomi di carbonio), il più rappresentativo dei quali è il glucosio. I carboidrati utilizzabili dall’uomo sono gli amidi che vengono scissi in glucosio nel duodeno e nella prima parte del digiuno, da parte dell’enzima amilasi. Il glucosio ottenuto viene assorbito attraverso i villi e, con la corrente ematica portale, arriva al fegato. Una aliquota entra nella circolazione sistemica attraverso le vene epatiche e la parte rimanente viene elaborata dal fegato come deposito. Il glucosio C6H12O6 dalla corrente ematica, entra in tutte le cellule, per azione dell’ormone insulina prodotta dal pancreas, dopo essere stato coniugato con il gruppo fosfato (glucosio-6 fosfato). Dopo una serie di reazioni enzimatiche, il glucosio-6 fosfato (sei atomi di carbonio) viene trasformato in due molecole di acido piruvico (tre atomi di carbonio). Dopo eliminazione di una molecola di anidride carbonica e dopo coniugazione con il Coenzima A si ottiene l’acetil coenzima A che, nei mitocondri cellulari, entra nel ciclo di Krebs dove viene ossidato ottenendo energia, anidride carbonica e acqua. L’energia, in parte viene utilizzata per le esigenze metaboliche cellulari, in parte trasforma l’ADP (adenosindifosfato) in ATP (adenosintrisfosfato), composto ad alto contenuto, energetico come riserva ATP ADP Glucosio C6 glucosio 6 fosfato C6 acido piruvico CH2 acetil-COenzina A C2 CICLO DI KREBS CO2 + H2O CH COOH + CO2 energia ATP da ADP Accumulo di energia Una ridotta richiesta energetica comporta un aumento del glucosio disponibile, in questo caso gli epatociti condensano varie molecole di glucosio e lo trasformano in glicogeno (glicogenosintesi, materiale di riserva che sarà idrolizzato a glucosio in caso di necessità (glicogenolisi) glicogenosintesi - richiesta energia + glucosio + richiesta energia glucosio GLICOGENO glicogenolisi Una eccessiva introduzione di carboidrati comporta un eccesso di glucosio disponibile, in questo caso l’acetil CoenzimaA non entra nel ciclo di Krebs, ma viene deviato per sintetizzare acidi grassi i quali, legati a proteine di protezione, entrano nella corrente ematica e aumentano il deposito di tessuto adiposo. In caso di necessità il tessuto adiposo viene mobilizzato a acetilCoA (vedi NEOGLUCOGENESI) acetilCoA acidi grassi Ciclo di Kreks tessuto adiposo Le proteine sono costituite da catene di aminoacidi: - H20 H2N-R-COOH + HN-R1-COOH H2N-R-CO-NR1-COOH H H Durante la digestione le proteine introdotte con la dieta, vengono scisse nei vari aminoacidi e quindi assorbiti nel tenue. Con il sistema portale arrivano al fegato e, attraverso la grande circolazione, inviati a tutte le cellule dove vengono utilizzati per la sintesi proteica, oltre che essere utilizzati direttamente dagli epatociti per produrre sieroproteine ed enzimi. Nella dieta vengono assunti aminoacidi che l’uomo non è in grado di utilizzare. Negli epatociti, attraverso la transaminazione, l’aminoacido non utile viene transformato in uno utile con spostamento di gruppi attivi. Nel caso l’aminoacido sia incompatibile, viene deaminato e trasformato in un composto chimico che si trova nella serie della glicolisi e quindi trasformato in acetilCoenzimaA. La deaminazione interviene anche quando vi sono necessità energetiche che non sono soddisfatte dall’apporto di carboidrati e dalle riserve lipidiche, oppure quando l’introduzione di proteine è superiore al fabbisogno. Nella deaminazione si libera NH3 (ammoniaca) che viene trasformata in urea ed eliminata attraverso i reni. I lipidi che interessano il metabolismo dell’uomo sono i trigliceridi, esteri del glicerolo con acidi grassi aventi un numero di atomi di carbonio pari. CH2OH CH OH CH2OH GLICEROLO HOOC-R1 - 3H2 O + HOOC-R2 HOOC-R3 ACIDI GRASSI CH2-OOC-R1 CH- OOC-R2 CH2-OOC-R3 TRIGLICERIDE La digestione avviene del duodeno per opera della lipasi pancreatica e trasforma i trigliceridi in monogliceridi e acidi grassi liberi che, finemente emulsionati dai sali biliari, vengono assorbiti dalla mucosa intestinale. In carenza di apporto di carboidrati, i trigliceridi di deposito nel tessuto adiposo vengono immessi nel sangue come acidi grassi liberi e nel fegato vengono scissi ad AcetilCoenzima A con il distacco di due atomi di carbonio a partire dal gruppo carbossilico CH3 (CH2) n pari CH2COOH CH3 (CH)n pari-2 CH2COOH + AcCoA Il glicerolo può essere trasformato in glucosio oppure ossidato direttamente ad acqua e CO2. Gli acidi grassi con meno di 10-12 atomi di carbonio superano la mucosa e prendono la via portale come acidi grassi liberi. Gli acidi grassi con più di 12 atomi di carbonio, nelle cellule della mucosa, vengono riesterificati a trigliceridi e avvolti da uno strato di lipoproteine, colesterolo e fosfolipidi formano delle micelle dette chilomicroni che passano nei vasi linfatici dei villi. I chilomicroni passano direttamente dal sangue al tessuto adiposo e qui depositati per azione enzimatica. Il glicerolo ottenuto nel lume intestinale dall’azione della lipasi, in parte è utilizzato per la riesterificazione e il rimanente inviato al fegato. Il fegato trasforma sostanze tossiche non polari in sostanze polari (idrosolubili) più facilmente eliminabili con la bile o attraverso i reni (vedi ciclo della bilirubina), attraverso reazioni quali: La coniugazione con: - Acido glicuronico (glicuronazione), - Ione solfato (solfonazione o solfatazione) - Glutatione Ossidazione Riduzione Idrolisi Acetilazione Metilazione Gli ormoni steroidei, derivati del colesterolo, sono prodotti prevalentemente dalle ghiandole surrenali, dai testicoli e dalle ovaie. Per via ematica sistemica arrivano al fegato dove vengono trasformati in colesterolo e come tale eliminato con la bile. Il colesterolo appartiene al gruppo dei lipidi e nella bile aiuta l’emulsione dei trigliceridi per il loro assorbimento Il fegato rappresenta una importante barriera contro microrganismi patogeniche gli pervengono dal tubo digerente perchè è percorso da una rete linfatica assai sviluppata, ricca di linfociti, cellule della serie bianca che hanno funzione immunitaria. Tale funzione si esplica nella capacità di riconoscere ed eliminare microrganismi e prodotti dannosi al nostro organismo (ad esempio proteine a basso peso molecolare che non appartengono al nostro codice genetico). Acquista particolare importanza il metabolismo della bilirubina quale indicatore della funzionalità epatica. La bilirubina è prodotta dalla scissione della emoglobina secondo il seguente schema: Milza lisi enzimatica delle emazie vecchie con scissione dell’eme dalle molecole di globina apertura dell’anello dell’eme, distacco dello ione ferro e suo recupero ossidazione dell’anello aperto dell’eme a bilirubina immissione della bilirubina nei rami della vena porta e quindi al fegato La bilirubina è lipofila e come tale insolubile in ambiente acquoso, nel sangue portale la sua molecola è protetta da molecole di proteine globulari che impediscono la precipitazione [BILIRUBINA LIBERA O INDIRETTA]. A contatto con gli epatociti, sistemi enzimatici liberano la molecola dalle globine permettendo l’ingresso della bilirubina nella cellula epatica, dove viene salificata con due molecole di acido glicuronico. La bilirubina glicuronata è solubile in acqua (idrofila) e pertanto può entrare nel pool della bile ed escreta attraverso le vie biliari [BILIRUBINA CONIUGATA O DIRETTA]. Nel tubo digerente la bilirubina glicuronata viene degradata e attraverso una serie di trasformazioni enzimatiche e biochimiche (in parte dovute alla flora batterica intestinale) trasformata in stercobilina ed eliminata con le feci, alle quali impartisce il colore brunastro. Una piccola aliquota della bilirubina entra nel sistema portale, riinviata al fegato e trasformata in urobilina. Attraverso il sistema venoso sistemico viene inviata al rene ed eliminata con l’urina alla quale impartisce il colore giallognolo. Bilirubina libera: < 1 mg/dl Urine assente bilirubina coniugata < 0,2 mg/dl Feci assente Bilirubina libera: > 1 mg/dl bilirubina coniugata < 0,2 mg/dl Urine +++ (urobilinogeno) Feci +++ Bilirubina libera: ++ (ittero) Bilirubina coniugata ++++ (ittero) Urine +++ (bilirubina) Feci acoliche Bilirubina libera: ++ (ittero) Bilirubina coniugata ++++(ittero) Urine +++ (urobilina bilirubina) Feci acoliche La tonaca mucosa è la componente più variabile delle tonache, in relazione alla funzione del segmento considerato: Protezione Secrezione Assorbimento Tonaca mucosa è composta da un epitelio che poggia su una lamina propria e da una muscolaris mucosae; nell’epitelio si trovano ghiandole specializzate Tonaca sottomucosa è composta da connettivo lasso e contiene vasi sanguigni e linfatici e nervi, fa da supporto alla mucosa Tonaca muscolare formata da muscolo liscio in forma di due strati, uno strato circolare interno e uno longitudinale esterno, responsabili della motilità dell’organo, la peristalsi intestinale. Lo stomaco ha tre strati muscolari Tonaca sierosa o avventizia composta da connettivo attraverso cui passano vasi e nervi; contiene quantità variabili di grasso Epitelio ◦ Protezione ◦ Assorbimento ◦ Secrezione Lamina propria ◦ Connettivo lasso sotto l’epitelio Muscularis mucosae ◦ Doppio strato sottile di muscolo liscio Spesso strato di Connettivo Irregolare Vasi sanguigni Ghiandole nel Duodeno Plessi di Meissner ◦ Cellule gangliari parasimpatiche isolate o in piccoli gruppi ◦ Innervano ghiandole e muscolo liscio Spesso doppio strato di Muscolo Liscio Circolare interno Longitudinale esterno ◦ Circolare più sviluppata in corrispondenza delle valvole degli sfinteri Peristalsi Plessi di Auerbach ◦ Si trovano tra i due strati Cellule Gangliari parasimpatiche ◦ Grandi aggregati di Mesotelio ◦ Epitelio squamoso semplice sovrastante un sottile strato di connettivo lasso ◦ Cellule del mesotelio hanno microvilli ◦ Ben ancorate ◦ Secernono lubrificanti che permettono il movimento dei visceri Avventizia ◦ Solo connettivo lasso Porta il cibo dalla bocca allo stomaco Epitelio squamoso stratificato ◦ Non cheratinizzato Muscolo scheletrico ◦ Terzo superiore Muscolo liscio ◦ Terzo inferiore Muscolatura mista ◦ Porzione intermedia Digerisce il cibo trasformandolo in chimo Assorbimento di sali, acqua, alcool e monosaccaridi Esofago Fondo Rughe Rughe ◦ Grosse pieghe della mucosa che permettono distensione 4 regioni: ◦ Cardias Ingresso, ghiandole a secrezione mucosa ◦ Corpo Fondo e corpo Ghiandole a secrezione mucosa e succhi gastrici ◦ Cardias Piloro Antro pilorico Ghiandole 2 tipi di muco ed endocrine Gastrina Duodeno Antro Pilorico • Muscolare • Muscolo liscio • Tre strati che “triturano” il chimo e lo passano al duodeno • Sottomucosa • Priva di ghiandole, si possono vedere vasi e nervi • Mucosa • Profonda e ghiandolare, poca lamina propria • Produce enzimi ed acidi per la digestione Epitelio colonnare semplice ◦ Assorbimento nella porzione luminale Fossette gastriche Cellule mucipare Ghiandole gastriche Mucosa Cellule parietali Cellule principali Sottomucosa Fossette ◦ Invaginazioni che uniscono il dotto delle ghiandole all’epitelio dello stomaco Cellule staminali che producono tutti i tipi cellulari della fossetta e della ghiandola Rivestono il lume e le fossette Colonnari semplici ◦ Nucleo basale ◦ Grandi granuli chiari muco vischioso protettivo Secernono Collo dei dotti delle ghiandole gastriche Simili alle superficiali, ma più piccole Secernono vischioso muco meno Lungo tutta la ghiandola, più abbondante nell’istmo Cubiche ◦ Nucleo centrale ◦ Citoplasma acidofilo ◦ Aspetto di “uovo fritto” Secernono ◦ Acido cloridrico ◦ Fattore intrinseco (vitB12) Molti mitocondri ◦ Mantenimento del pH intracellulare in presenza di HCl Nel fondo della ghiandola gastrica Colonnari ◦ Nucleo e citoplasma basofili (ribosomi) Secernono ◦ Pepsinogeno, diviene Pepsina una volta secreto, in seguito ad attivazione da HCl Molto sparse Alla base delle ghiandole gastriche Secernono ormoni nel circolo per influenzare la digestione ◦ Gastrina ◦ Enteroglucagone ◦ Serotonina Duodeno ◦ Neutralizza l’acidità dello stomaco ◦ Riceve il dotto biliare ◦ Ghiandole di Brunner Digiuno ◦ Deputato all’assorbimento Ileo ◦ Tratto finale ◦ Contiene GALT Gastrointestinal Associated Limphoyd Tissue Placche del Peyer Estroflessioni digitiformi, Epitelio colonnare semplice ◦ Cellule chiare sono Caliciformi Ghiandole unicellulari Aumentano progressivamente verso Ileo ◦ Cellule assorbenti superficiali ◦ Orletto a spazzola Microvilli aumentano superficie assorbente Cellule assorbenti Colonnari semplici Microvilli ◦ Aumento della superficie Giunzioni strette ◦ Impediscono passaggio materiale Glicocalice ◦ Protezione dall’autodigestione ed enzimi che completano la digestione Secernenti muco protettivo lamina propria Vaso chilifero e linfatico ciechi Ansa capillare Fibre di muscolo liscio Stroma di Connettivo reticolare lasso ed elastico Protrusione della Infiltrato con cellule del sangue Linfociti ◦ Plasmacellule ◦ Eosinofili ◦ Ghiandole tubulari semplici o ramificate Cellule assorbenti ◦ Metà superiore della ghiandola Cellule caliciformi ◦ Metà superiore della ghiandola, vita breve Cellule rigenerative ◦ Staminali che proliferano per sostituire l’epitelio ◦ Elevato ritmo di duplicazione Cellule DNES ◦ Producono (Diffuse Neuro Endocrime System) ormoni paracrini ed endocrini Cellule di Paneth ◦ Forma piramidale, parte inferiore delle cripte, producono Lisozima Mucosa Sottomucosa Muscolare Esterna Sierosa/Avventizia Base delle cripte Secernono ◦ Lisozima e Fosfolipasi A Defensine sono antimicrobici Granuli acidofili apicali Tessuto Muscolare Circolare interno ◦ Longitudinale esterno ◦ Fibre dello strato interno penetrano nel villo Contrazione ritmica accorcia il villo molte volte al minuto Connettivo fibroelastico denso Vascolarizzato e ricco di vasi linfatici ◦ Plessi di Meissner Garantiscono l’innervazione ◦ Ghiandole di Brunner Presenti a livello del Duodeno Sottomucosa del Duodeno Ghiandole Tubulo-alveolari ramificate Secernono fluido mucoso Bicarbonato ◦ Neutralizza acidità stomaco Urogastrone ◦ Fattore di crescita epidermico ◦ Inibisce produzione HCl ed aumenta attività mitotica epiteliali Gangli nervosi ◦ Posizionati tra i due strati di muscolare esterna Innervazione viscerale che controlla la peristalsi Gap junctions trasmettono il segnale di contrazione Lamina propria della mucosa dell’Ileo Possono interrompere epitelio e villi Sono tessuto linfoide associato all’intestino Presenza di follicoli primari e secondari Villi Placche di Peyer QuickTime™ and a Sorenson Video 3 decompressor are needed to see this picture. Assorbimento dei liquidi Cieco ◦ La porzione più larga Colon ◦ Diviso in: Ascendente Traverso Discendente Retto ◦ Porzione terminale Canale anale cripte del Lieberkuhn Ricca di 4 tipi di cellule Rigenerazione ◦ Caliciformi ◦ Lubrificazione, aumentano lungo tutto l’organo ◦ Assorbenti Le più numerose ◦ Enteroendocrine Istologicamente simili al colon ◦ Retto meno cripte, ma più profonde ◦ Canale anale, cripte piccole e diminuiscono fino a scomparire nella porzione più distale Epitelio ◦ ◦ ◦ Cubico Retto Valvole anali Ano Pavimentoso stratificato non cheratinizzato Pavimentoso stratificato cheratinizzato Ghiandole anali e circumanali Sottomucosa connettivo fibroelastico Muscolare esterna muscolo liscio ◦ Circolare interno Diviene più spesso e forma lo ◦ sfintere anale interno Longitudinale esterno Continua sopra l’interno come un foglietto di connettivo Muscoli scheletrici del pavimento pelvico formano il muscolo anale sfinterico esterno, sotto controllo volontario e con tono costante L'epiglottide è una membrana che chiude le vie aeree nel momento della deglutazione.