numero 56

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La Finestra
Osservare, Incontrarsi, Riflettere, Informare
Videro il Bambino
“Vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il incanto, stupore. Lei che sa custodire nel silenzio conpopolo: oggi vi è nato nella città di Davide un templativo del cuore le parole e gli avvenimenti per
Salvatore che è il Cristo Signore. Questo per voi il meditarli, confrontarli e comprenderli alla luce di Dio,
segno: troverete un bambino in fasce, che giace in è colei che aiuta a vivere la maternità con un atteggiauna mangiatoia.”
mento di assoluta gratuità, con abbandono fiducioso e
l centro del Natale c’è una famiglia, perché nella orante, ma anche con coraggio e intraprendenza.
famiglia Dio ha posto la sua dimora.
Il bambino Gesù. E’ lui, il bambino, il Salvatore. E’ lui,
Giuseppe è il padre di Gesù, colui che gli trasmette il bambino, il Signore. E’ lui, questo bambino inerme,
l’appartenere al popolo ebraico, la benedizione di che porta la pace. La vera pace nasce da questo bambiAbramo, la legge e le promesse di Dio. Giuseppe è no,da ogni bambino.
“uomo giusto”, cioè un
I pastori “videro il bam uomo integro nel suo
bino”. Che cosa appare
camminare davanti a
davanti a loro? Un papà
Dio e agli uomini, un
e una mamma che, nella
figlio di Israele che
loro povertà, si prendorisplende per generosità
no cura di un neonato.
e fedeltà e che, come
Che cosa sanno vedere
tale, diventa spontaneaalla luce della fede? La
mente un modello, un
Gloria di Dio che, disceeducatore per molti. Lo
sa sulla terra, ha preso
vediamo pronto ad accodimora nella carne
gliere un piano di Dio
umana. Partendo da
che sconvolge i suoi
Betlemme, essi sono
progetti legittimi e tutta
uomini nuovi: hanno
la sua esistenza;lo
visto quello che “molti
vediamo obbedire alla
profeti e re hanno desi volontà di Dio e farsi
derato vedere, ma non
Gesù Bambino - Cattedrale della Natività - Betlemme
carico responsabilmente
lo videro; hanno cono della famiglia a lui affisciuto quella sapienza
data;lo vediamo sempre presente accanto a Maria, divina, misteriosa, che è rimasta nascosta ai domina pronto a intervenire nei momenti di difficoltà.
tori di questo mondo”.
Sposa di Giuseppe è Maria. La sua figura di mamma Ora se ne tornano ai loro campi e alle loro pecore “glo viene descritta con estrema sobrietà. Essendo salita a rificando e lodando Dio”, con i piedi stanchi per il
Betlemme con il marito, “si compirono per lei i giorni lungo camminare, ma resi belli da quel lieto annuncio
del parto”. Quindi tre verbi tratteggiano in un modo di pace che cambierà e può continuare a cambiare il
molto bello il suo essere mamma: “diede alla luce il mondo: videro il bambino.
suo figlio primogenito..., lo avvolse in fasce…,lo mise
a dormire nella mangiatoia di una stalla…”
Un’estrema povertà, trasfigurata però, dallo splendore
di una maternità che si fa dono, tenerezza, protezione,
Padre Mario
A
La Finestra vi aspetta il 18 febbraio 2007
con la prossima uscita
Stampate
1000 copie
2
S
La Finestra
Dicembre 2006
Cavanis (... per saperne di più)
iamo a Venezia nel 1797.
Antonio è già prete da due anni
presso la parrocchia di S. Agnese.
Marco ogni giorno va al suo ufficio
a Palazzo Ducale, è infatti uno dei
segretari della Repubblica Veneta,
come tutti i Cavanis prima di lui.
Sono i giorni duri e tristi della perdita dell’indipendenza della loro
patria. L’antica e gloriosa repubblica di S. Marco invasa dai francesi
di Napoleone, viene ceduta
all’Impero Austro-ungarico. Il suo
ultimo stipendio porta l’indirizzo
“al cittadino Marco Antonio
Cavanis” e non più “al Nobile
Conte de’ Cavanis”; ma non si preoccupa, nè si avvilisce: è un giovane di 22 anni cresciuto in una famiglia di grande fede ed è molto
impegnato nell’istruzione dei
ragazzi nella catechesi parrocchiale
e nell’assistenza umana e sociale ai
poveri. Il loro padre lo ha cresciuto
con spirito di carità e solidarietà
con le famiglie più povere del
sestriere. Una bella sera di autunno
Antonio e Marco stanno osservando dalla loro casa il tramonto del
sole, lontano nel mare della laguna.
E parlano del tramonto, della loro
Patria, degli antichi splendori e
delle angustie presenti, delle incertezze future... non tanto per loro,
quanto per la gente comune, per le
famiglie dei pescatori e operai.
Loro, e ne sono grati al Signore,
hanno fatto buoni studi: Antonio è
sacerdote e Marco è segretario a
Palazzo Ducale. Quando le tenebre
cominciano ad avanzare sulla città
e le isole della Laguna, è Marco che
dice al fratello: “Senti don
Antonio... dovremmo fare qualcosa
per i ragazzi, per i figli del popolo.
Perché, vedi, dopo il tramonto
viene la notte e poi l’alba: e i gio vani sono l’alba sono il futuro
della società e della Chiesa, di una
Venezia nuova… Tu che sei prete,
trova un po’ di tempo, qualche ora
la settimana per i ragazzi poveri”
Antonio tace, pensa: “mio fratello
ha ragione, perché rassegnarsi alle
tenebre, quando c’è la certezza del l’alba ? Ma che fare ? Ho già tanto
da fare in parrocchia per le mie
ufficiature, gli anziani, gli ammala ti. Però è vero, mi sono consacrato
al Signore e se fosse Lui a farmi
prendere una nuova strada nel mio
ministero. Marco insiste: Ti prego
don Antonio c’è il figlio della
signora Teresa, quel Francesco che
già mi ha detto che avrebbe tanta
voglia di studiare...”
Tratto da: I servi di Dio Antonio e
Marco Cavanis: una vocazione
speciale all’apostolato per la gio ventù
Walfrido Fabbri
Componenti del
per il quinquennio 2006 - 2011:
Bai Andrea (ACLI), Barbero Visco Amalia (Gruppo Terza Età), Belviso Adriana (Movimento Apostolico),
Borraccia Rosi (Centro d’Ascolto), Bosio Tagliaferri M. Grazia (Segretaria), Fabbri Walfrido (AL - La Finestra),
Garuti Roberto (ACLI), Ioculano Brambilla M. Rita (Corso Fidanzati), Longoni Carlo Mario (Ministri
Eucaristia), Mammana Marcello (Gruppo Famiglia di Famiglie), Marletta Alfredo (Gruppo Famiglia di
Famiglie), Merotta Sonia (Gruppo Catechisti Iniz. Cristiana), Murelli Ennio (AL - La Finestra), Pasolini Marco
(Scuola - Moderatore),
Radice Mario (Gruppo
Lavoro), Todisco Alfonso
(Consiglio d’Oratorio),
Zilioli Castoldi Maria G.
(Gruppo Liturgico - Coro Lettori).
Componenti del
per il quinquennio 2006 - 2011:
Balbiani Giordano (bancario), Guarnieri Franco
(contabile),
Pasolini
Riccardo
(avvocato),
Tagliaferri Ezio (assicuratore), Zampieri Enrico
(architetto).
AMARCORD:
Gita sulla neve - 1981
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Dalla grotta di Betlemme alla croce del Calvario alla Gloria
“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a
noi” (Gv 1, 14).
il mistero del Natale, la stupenda meraviglia della
nascita di un piccolissimo Bambino che entra
silenziosamente nella nostra storia. Questo Bambino è
il dono del Padre all’umanità. Il Padre non è insensibile al dramma e alla sofferenza degli uomini che si trovano nel peccato e nella ribellione contro di Lui.
Questo Dio ha un cuore che soffre, al punto che, nella
sua infinita Misericordia, decide di mandare il suo
Figlio a salvarci. Il Natale è perciò l’inizio della nostra
salvezza. Di solito noi rimaniamo affascinati dalla
“poesia” del Natale e diamo via libera al sentimento,
ma rischiamo di fermarci qui, al sentimento, senza proseguire nella nostra riflessione. Certo, il sentimento è
un valore importante nella nostra vita, ma non basta.
Dobbiamo capire più in profondità il mistero del
Natale e quindi dell’Incarnazione. Quel Bambino che
vediamo nel presepio crescerà, come tutti noi, diventerà fanciullo, ragazzo, giovane, adulto. Porterà con sé,
nel cuore, per tutta la vita, un segreto, un progetto,
appunto il progetto della nostra liberazione dalla condizione di peccatori.
Questa persona è una persona unica al mondo; non ce
n’è mai stata una uguale e non ne esisterà mai, nel
corso della storia, una come lui. Perché? Perché è un
UOMO-DIO. Cosa vuol dire Uomo-Dio? Indica una
realtà che si esprime con un concetto di alta teologia.
Cerco di spiegarvelo con parole semplici.
Per rimetterci in pace con Dio che è stato offeso,
l’umanità non era in grado di farlo. L’offesa che abbiamo compiuto contro Dio era, ed è ancora, purtroppo,
un’offesa di peso infinito, perché l’offesa si misura
sulla dignità della persona che la riceve. Non è la stessa cosa uno schiaffo o un insulto dati ad un compagno
di scuola o ad un amico al bar, oppure dati al Papa o al
Presidente della Repubblica: c’è una bella differenza!
Dunque, se l’offesa recata a Dio era di valore infinito,
solamente Dio poteva ripararla. Ma Dio non può essere messo in Croce, non può soffrire e morire. Perciò
ecco la “trovata” di Dio: una persona che potesse riparare con la sofferenza, sofferenza che avesse però un
valore infinito. Questo poteva farlo soltanto il Figlio di
Dio, unendosi, quasi “impastandosi”
con l’umanità. Gesù è proprio questo: il Figlio di Dio unito ad un uomo,
formando così un’unica persona con
due nature: la natura divina e la natura umana.
I Padri della Chiesa hanno chiamato
È
questa unione col nome di “unione ipostàtica”, una
parola greca che vuol dire appunto l’unione delle due
nature per formare un’unica persona, la Persona di
Gesù. Di conseguenza tutte le azioni compiute da Gesù
avevano un valore “teàndrico”, altra parola greca che
significa “con valore divino e umano”, contemporaneamente.
La preghiera di Gesù, la sua predicazione, i miracoli,
tutto ha avuto valore divino-umano. Soprattutto la sua
passione e la sua morte in croce, offerte al Padre per
espiare i nostri peccati. “Ma c’era proprio bisogno
della morte di Gesù in croce?” Non era necessaria,
bastava che Dio si affacciasse dal cielo dicendo a tutti:
“Vi perdono!” Invece ha voluto fare il massimo, scegliendo di inviare il suo Figlio a soffrire in quel modo:
il peccato esige una riparazione, che non si risolve così,
con faciloneria. Soprattutto, Gesù, con lo strazio della
Croce, sopportando tutti quei tormenti e quegli insulti,
ha voluto farci capire fino a qual punto ci ama.
Avremmo dovuto soffrire noi per i nostri peccati; invece Gesù, nel suo grande amore per noi, ha preferito
patire e morire Lui al posto nostro. Così tutta l’opera
compiuta da Gesù durante tutta la sua esistenza è stata
la risposta e l’attuazione, sofferta e piena di misericordia, della volontà del Padre per la nostra salvezza. Però
l’opera compiuta da Gesù non è terminata con la sua
morte in croce, perché si è conclusa con la sua
Risurrezione e con la sua Ascensione al cielo, dove
Lui, glorificato dal Padre per la sua obbedienza perfetta, ci sta aspettando.
Dunque il Natale non è una parentesi chiusa in se stessa, ma ci porta a meditare su tutta la vita e su tutta
l’opera di Gesù su questa terra. Si comprende il Natale
soltanto guardando a tutto il progetto di salvezza operato da Gesù. Tutto quanto Gesù ha compiuto esprime
dunque il suo amore, un amore “fino in fondo” (Gv 13,
1). Davvero più di così non poteva amarci e più di così
non poteva far scendere su di noi la sua Misericordia !
Padre Raffaele
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La Finestra
Dicembre 2006
Alcuni pensieri sul S. Natale dei nostri bambini che frequentano il catechismo
Natale è felicità perchè nasce Gesù
e noi rappresentiamo la sua nascita con il Presepe.
Davanti al Presepe rivolgiamo una piccola preghiera a
Gesù.
Gesù, aiuta i poveri ad essere felici,
aiuta coloro che sono in ospedale a stare meglio,
aiuta chi è triste ad essere sereno
aiutaci ad essere amici e a sconfiggere le guerre.
Amen.
Che bello il Nata
GESU
Mi impegnerò ad
porterò qualcos
poveri ed a delle
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Mediazione familiare
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La Finestra
Dicembre 2006
Natale
Filastrocca del Natale
quante cose posso comprare !
Ho già visto nelle vetrine
fili d’argento, nastri stelline.
I pandoro e i panettoni
fanno la gioia, dei golosoni.
Il presepe e l’alberello
rendono tutto ancora più bello.
Ma il Natale non è questo in
fondo,
è vera pace in tutto il mondo:
volersi bene, darsi la mano,
sentirsi uniti, andare lontano.
tale perchè nasce
ESU’
ad essere brava,
osa ai bambini
le persone povere
AGENDA SETTEMBRE - DICEMBRE
SONO DIVENTATI FIGLI DI DIO:
OTTOBRE: Androsiglio Danya, Bertarello Maya, Boccalori Francesca Giovanna, Michelini Giorgia,
Michelini Marika, Munarin Chiara, Papetta Daniele, Sarasso Riccardo
NOVEMBRE: Angelone Alessia, Cappelli Mattia, Cassamagnaghi Lorenzo Maria, Cassamagnaghi
Vittoria Maria, De Mariano Desiree, Longoni Federica Angela, Rossi Francesca Nicol, Vadala’
Tommaso Christian, Zampieri Caterina.
HANNO
CELEBRATO IL SACRAMENTO DEL
OTTOBRE:
DICEMBRE:
MATRIMONIO:
Rocco Felice Marone – Claudia Regorda
Federico Frugoni – Michela De Carli
SONO ENTRATI NELLA VITA ETERNA:
SETTEMBRE: Tavecchia Dina, Marotto Primo, Carbone Michele, Dale’ Mirella.
OTTOBRE: Cirillo Mario, Paletti Attilio, Lobati Agostino, Bianchi Erminia.
NOVEMBRE: Buzzo Maria, Manfredi Arturo Enzo.
DICEMBRE: Marinaro Pasquale.
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La Finestra
Dicembre 2006
Incontro del 27 ottobre con Don Chino Pezzoli sul tema:
Un rischio chiamato famiglia
G
enitori, educatori e insegnanti sono stati chiamati
per una sera a confrontarsi tra loro e con gli esperti invitati dalla nostra Parrocchia sui problemi eterni e
sempre nuovi degli adolescenti di oggi.
Don Chino Pezzoli (autore di numerose pubblicazioni
in difesa della famiglia) - a partire dalla sua ventennale esperienza di educatore in una comunità di recupero
di ragazzi con problemi di tossicodipendenza - ha parlato con franchezza dei rischi che la famiglia corre
quando non riesce o non vuole cogliere il malessere
che attraversa il ragazzo nell’età in cui è ancora alla
ricerca di un equilibrio. La permissività della società
moderna, svuotata dei valori cristiani che mettono al
centro la persona ed orientata verso falsi modelli o personaggi “idealizzati” dai mass-media, la scuola molto
spesso inadeguata, oltre alla mancanza di una giusta
autorevolezza da parte dei genitori ( a volte si concede
troppo, a volte si scambia l’autorevolezza con l’autoritarismo), spingono il ragazzo a confrontarsi “fuori di
casa” molto spesso con altri ragazzi in difficoltà come
lui.
E allora, che fare, per non aumentare la schiera di futuri “clienti”(come li chiama don Chino) ?
Forse, il problema principale della famiglia odierna è
la mancanza di vera comunicazione; ci si nasconde
dietro la mancanza di tempo, ma in realtà è il tempo
libero impiegato male la vera causa che produce rapporti superficiali e frettolosi in famiglia. Molto spesso
la sera quando ci si ritrova, dopo i convenevoli di rito,
si cena e ci si stordisce davanti ad un televisore acceso, dimenticando quanto sia importante per una buona
relazione sapersi ascoltare vicendevolmente .
I ragazzi hanno bisogno di comunicare. Diamo valore
all’ascolto, non come scambio di notizie, ma come
accoglienza dell’altro come persona, per conoscerlo
meglio e raggiungerlo là dove è in quel momento.
Certo, è faticoso per noi genitori, perché ascoltare
veramente vuol dire allontanare ogni pregiudizio,
svuotarsi di sé, delle proprie idee, delle proprie aspettative, per accogliere i loro sentimenti, le loro emozioni, i loro travagli. E trovare risposte che non abbiano la
pretesa di suggerire cosa fare o diventare, ma risveglino le loro potenzialità e li mettano in condizione di
essere protagonisti della loro crescita. Senza dimenticare, nei momenti di difficoltà, di chiedere aiuto al
vero Maestro che può orientare la nostra vita e quella
delle nostre famiglie, Gesù!
Lia Gaetano
Direttore Responsabile:
Angelo Gaccione
Collaborano per la redazione:
Walfrido Fabbri, Lia Gaetano, Mario Guerra, Ennio Murelli,
Roberto Naddeo, Padre Raffaele, Riccardo Pasolini, Claudio
Ventura.
Sede:
Parrocchia S.Antonio
Piazza Giovanni XXIII, 3 - 20094 Corsico (MI)
Stampato presso:
La Tipografia - Buccinasco (MI)
Numero 56 - Dicembre 2006
Registrazione Tribunale di Milano n. 195, del 25 marzo 2002
O
O
Ortigueira 25/08/2006
A P.Mario viene riconosciuta la cittadinanza onoraria
per le sue opere in Ortigueira.
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La Finestra
Dicembre 2006
La stella di Natale
L
a notte nella quale nacque Gesù, apparve ai pastori una moltitudine di angeli, avvolti da una grande
luce, che cantavano: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che Dio ama”. Un angioletto piccolo piccolo , che era tanto desideroso di vedere
il Bambino Gesù, si allontanò furtivamente dalla schiera e scese nella grotta. Sull’imboccatura di questa arrivava un po’ di chiarore proveniente dalla schiera degli
angeli, ma all’interno era tutto buio, perché era notte.
Perciò non poteva vedere nulla. Allora pensò: “Andrò
a prendere una stella!” e difatti con un volo velocissimo raggiunse il cielo e afferrò una stella piccola piccola ma tanto luminosa. Con un altro volo velocissimo
tornò alla grotta che fu inondata da una grandissima
luce. Così Maria poté ammirare assai bene il Bambino
e adorarlo; se lo strinse al seno abbracciandolo e
baciandolo più e più volte con affetto infinito. Dopo un
bel po’ di tempo si volse verso l’angioletto, lo abbracciò stretto stretto e gli stampò sulla guancia un grosso
bacio di riconoscenza. L’angioletto se ne stava lì incantato, affascinato, a contemplare il Bambino che dormiva sul fieno della mangiatoia. San Giuseppe aveva le
lacrime agli occhi, commosso per tutto quello che
stava vedendo. Pensò di dare all’angioletto un dono per
ricompensarlo del suo gesto così premuroso e delicato.
Ma non aveva niente da dargli: era povero povero.
Uscì dalla grotta sperando di trovare, chissà! qualche
oggetto da offrire all’angioletto. Non trovò nulla, naturalmente. Solamente, vide ai suoi piedi una pianticella
che sembrava stare lì apposta ad aspettarlo. La strappò
delicatamente dal terreno e con altrettanta delicatezza,
ma un po’ vergognoso per la povertà del dono, la portò
al suo piccolo amico. Gli disse: “Scusami, non ho
altro!” L’angioletto, che teneva in una mano la stella,
con l’altra ricevette la pianticella, la osservò attentamente, a lungo, e poi con un meraviglioso sorriso
esclamò: “Ma no, è bellissima! Guarda, ha la forma di
una stella! Grazie, Giuseppe! La chiameremo “STELLA DI NATALE”. Ecco, domanderò a Gesù che ne faccia crescere tante, tante, tante!” Mentre diceva così,
allungò la sua manina e accarezzò la guancia di
Giuseppe che, già commosso com’era, lasciò scendere
dagli occhi due grossi lacrimoni.
Ecco perché, a Natale, vediamo tante piante uguali alla
pianticella di quella notte. Le vediamo nelle case, nei
negozi, nelle chiese, davanti ai presepi, sulle strade,
dappertutto. Sono le bellissime “STELLE DI NATALE!”.
Padre Raffaele
Guardiamo in avanti... alcune date importanti
P
roseguendo nel nostro cammino ecclesiale, incontriamo alcune date significative dell’anno 2007:
* 28 Gennaio: Festa della Santa Famiglia di Gesù,
Maria e Giuseppe: un modello ideale per le nostre
famiglie, nelle quali devono regnare l’armonia, la comprensione, il dialogo, l’aiuto reciproco, il perdono, la
preghiera. E’ l’occasione per ringraziare Dio per il
dono dell’amore e della famiglia, in particolare per la
famiglia nella quale siamo nati. Dobbiamo però ricordare e pregare anche per le famiglie in difficoltà, sostenendole con il nostro affetto.
* 4 Febbraio: Giornata per la Vita. Il Signore, che è
“LA VITA”, ha voluto dare questo meraviglioso dono
anche a noi, che non solo viviamo, ma con la vita
abbiamo ricevuto anche il dono dell’intelligenza, della
volontà e soprattutto dell’amore. E’ nostro dovere aver
cura della vita, dal concepimento alla sua conclusione
naturale, in qualunque situazione anche difficile e
dolorosa.
* 11 Febbraio: Giornata del Malato, in coincidenza
con l’Anniversario della Prima Apparizione della
Madonna a Santa Bernardetta (1858). Il santuario di
Lourdes, che richiama ogni anno migliaia e migliaia
di ammalati oltre ai pellegrini, è considerato un centro
importantissimo della sofferenza, della fede, della preghiera e della speranza.
* 25 Febbraio: inizieremo la Quaresima per camminare con decisione e con tanto impegno verso la Pasqua.
La Redazione
augura a tutti
i lettori un sereno
S. Natale e un
felice 2007
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La Finestra
Dicembre 2006
Grazie, Maria
Dimmi, Maria,
mia dolcissima Maria:
quali pensieri
hanno riempito il tuo cuore
quando l’Angelo ti lasciò
dopo averti parlato,
dopo averti rivelato
il desiderio del Padre?
Sei rimasta sola
nella tua casa
immersa in un segreto
immensamente
più grande di te.
Cosa hai pensato
in quei momenti?
Hai tremato?
Hai gioito?
Hai cantato?
Hai pregato!
Ti sei tuffata in Dio:
“L’anima mia
magnifica il Signore!”
Grazie, Maria,
per quel “sì”
che ha trasformato la storia,
che ha trasformato
tutti noi.
Grazie, Maria!
Grazie, perché hai creduto!
Grazie, perché sei Mamma!
H ai cantato
la tua gioia
con Elisabetta.
Hai trasformato la grotta
in una reggia,
la mangiatoia
in un trono
per il tuo piccolo Re.
Quando guardavi
il tuo bambino
mormoravi dentro di te:
“E’ il Figlio di Dio!”
S. Messe
Feriali
Prefestiva
Festiva
(Un fedele, devoto di Maria)
La settimana
ore 8.30 - 18.00
ore 18.00
ore 8.00 - 10.00 - 11-15 - 18.00
Orario Confessioni
Mezz’ora prima di ogni S. Messa
E inoltre: Padre Nicola
sabato 16.00 - 18.00
Padre Raffaele venerdì 15.30 - 17.30
sabato 15.00 - 17.30
Orario Segreteria Parrocchiale
Lunedì:
Mercoledì:
Sabato:
Grazie, Maria,
perché non hai rifiutato
la spada
che trafiggeva il tuo cuore;
perché hai sostenuto
con grande coraggio
il dolore dell’esilio;
perché ai piedi della croce
hai offerto al Padre
il tuo immenso strazio
per noi, per noi
tuoi figli ingrati.
Grazie per quel “sì”
che ha scandito
tutta la tua vita:
“Si compia in me,
o Dio, la tua Parola!”
Grazie, grazie, Maria:
Ci hai donato Gesù!
dalle
dalle
dalle
e dalle
9.00
16.00
9.00
16.00
alle
alle
alle
alle
12.00
18.00
12.00
18.00
Numeri utili
Parrocchia
02.44.78.919 - fax 02.44.70.507
e-mail: [email protected]
Suore
02.44.08.027
e-mail: [email protected]
Centro di Ascolto 02.44.78.919
Lunedì
10.00 - 12.00
14.00 - 16.00
Martedì
21.00
Mercoledì
15.00 - 16.00
15.00 - 17.00
Giovedì
14.00 - 16.00
Venerdì
14.00 - 16.00
21.00
Sabato
10.00 - 12.00
17.30 - 18.45
Domenica
10.30 - 12.00
Centro di Ascolto
Gruppo CARITAS
(Distribuzione del vestiario)
Incontro dei fidanzati
Patronato A.C.L.I.
Gruppo Terza Età (ogni quindici giorni)
Centro d’ascolto
Gruppo CARITAS
(Distribuzione akimantari)
Incontri per battesimi
Patronato A.C.L.I.
Missioni A.L.
Missioni A.L.
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