Foglio di
informazione
professionale
N.6
15 gennaio 1996
IL MAL DI GOLA
Le vie aeree superiori, per loro stessa natura, sono territorio di confine tra l’organismo e l’ambiente esterno. Tutto è
predisposto per far fronte agli insulti esterni: ciglia, muco, anticorpi, mediatori chimici. La prima reazione con cui la
faringe risponde ad una aggressione consiste in un processo infiammatorio Il sintomo principale è sempre lo stesso:
“secchezza” o irritazione, mal di gola. Le cause possono essere molteplici: raffreddamento o riscaldamento eccessivo,
fumo, inquinamento, virus o batteri. Nella maggior parte degli adulti (75% circa) il mal di gola è provocato da una
infezione virale; precede e/o accompagna malattie stagionali, in modo particolare il raffreddore. Co me tale è destinato a
durare solo pochi giorni e le risorse terapeutiche a disposizione del farmacista risultano molto limitate.
Nelle altre situazioni, quando non esistono cause ambientali particolari (es. esposizione al fumo, polvere, temperature
troppo “secche”), il mal di gola ha generalmente una causa batterica e richiede il ricorso al medico per una diagnosi e
un trattamento mirato; più precisamente:
- quando, in assenza dei sintomi caratteristici del raffreddore, il mal di gola è molto intenso, ha un inizio brusco ed è
accompagnato da notevole difficoltà alla deglutizione e/o febbre;
- quando il paziente presenta piccole chiazze bianche e/o purulente sulle tonsille con ingrossamento dei linfonodi del
collo;
- quando, oltre al mal di gola, il paziente lamenta un abbassamento di voce persistente;
- quando si tratta di bambini tra i 4 e i 12 anni (nel 50% dei casi l’agente infettante è lo streptococco b-emolitico di
gruppo A).
I farmaci disponibili per il trattamento sintomatologico della faringite virale sono sostanzialmente suddivisibili in 4
gruppi omogenei. Da considerare che alcune specialità contengono sostanze di diversa appartenenza associate tra loro.
Antisettici
Soli o variamente associati sono i principi attivi più numerosi. [Derivati dell’ammonio quaternario come benzetonio
(Ribex Gola), cetilpiridinio (Neocoricidin Gola, Vicks Gola), dequalinio (Dequadin, Transpulmina Gola), tibenzonio
(Antoral). Alcol benzilico (Borocaina), alcol diclorobenzilico (Neoborocillina, Benagol), argento proteinato
(Arscolloid), amilmetacriesolo (Benagol), iodio - cicliomenolo- (Iodosan, Valda) esetidina (Oraseptic)].
Come tali non modificano il decorso della faringite e non ne attenuano i sintomi. È di per sé comprensibile il fatto che,
pur essendo alcuni attivi nei confronti dei virus, i tempi di contatto e la diluizione stessa che questi principi attivi
subiscono nel cavo orofaringeo sono tali da rendere pressoché nulla la loro eventuale attività virucida. Quando poi si
consideri che la presenza del virus (es. rhinovirus) non è circoscritta al solo distretto orofaringeo ben si comprendono le
ragioni che inducono a giudicare questi “disinfettanti” rassicuranti sotto il profilo psicologico, ma poco efficaci sotto
quello terapeutico. Quando questi antisettici vengono incorporati in caramelle o pastiglie da sciogliere in bocca hanno
una loro utilità terapeutica in quanto stimolano il flusso salivare che “idrata” e lenisce le mucose arrossate, diminuendo
l’irritazione e il senso di fastidio.
Antibiotici
Quelli utilizzati per via topica di fatto si limitano alla tirotricina, da sola (Hydrotricine) o associata (Golamixin). Data
l’eziologia virale del disturbo rappresentano un “non senso” farmacologico.
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Anestetici locali
L’impiego di una preparazione contenente un anestetico locale ha un suo preciso e razionale fondamento teorico:
bloccando temporaneamente le terminazioni sensoriali della mucosa faringea potrebbe offrire un sollievo dal dolore. La
presenza di queste sostanze si è di fatto ristretta alla sola benzocaina (Golamixin Spray) che però è contenuta in
concentrazione troppo bassa per poter vantare una reale attività farmacologica. Una minima attività anestetica locale è
posseduta anche dall’alcol benzilico. Per le caramelle e pastiglie a base di alcol benzilico o diclorobenzilico valgono le
stesse considerazioni fatte a proposito degli antisettici.
Sostanze balsamiche come il mentolo, l’eucaliptolo, la canfora, presenti a concentrazione molto ridotta in alcune
caramelle per la gola, non esercitano nessuna attività anestetica locale. Per evaporazione dalla cavità orale o tramite
un’azione diretta sui nervi palatini, producono una sensazione di “freschezza”, di miglioramento soggettivo della
respirazione attraverso il naso (potenzialmente utile se è presente anche il raffreddore), pur non apportando alcuna reale
modificazione della pervietà delle vie aeree
Antiinfiammatori
L’unico principio attivo incorporato in formulazioni destinate al trattamento della faringite per il quale esistono studi
clinici controllati è la benzidamina (Tantum Verde). Per la verità l’utilità terapeutica dimostrata è da imputare
esclusivamente all’attività anestetica di superficie e non alla sua azione antiprostaglandinica e antiinfiammatoria. La sua
classificazione all’interno di questo gruppo va pertanto considerata puramente indicativa. La benzidamina, sottoforma
di collutorio o di soluzione da nebulizzare alla concentrazione dello 0,15%, si è dimostrata più efficace del placebo nel
ridurre i sintomi della infiammazione della bocca e della gola da varie cause (tonsillectomia, terapia radiante,
chemioterapia). Il sollievo sintomatologico, pressoché immediato, risulta tuttavia di breve durata (30 minuti in uno
studio, 2 ore in un altro) e questo impone somministrazioni frequenti (ogni 1,5-3 ore). Peraltro, questo schema
posologico trova conferma negli stessi foglietti illustrativi di analoghe specialità in commercio all’estero che prevedono
somministrazioni più frequenti rispetto a quelle raccomandate dalla specialità italiana. Lo spray risulta sotto questo
aspetto la preparazione più pratica. La benzidamina provoca però una spiacevole sensazione di formicolio o di pizzicore
che in molti pazienti (quasi il 40% in uno studio) rappresenta un fattore limitante, non solo di un uso così intensivo del
farmaco, ma della prosecuzione stessa del trattamento. Con la soluzione questo disturbo può essere ridotto o eliminato
diluendola con un analogo volume di acqua, ma non è noto, però, se così diluito il prodotto mantenga la stessa efficacia.
Le compresse da sciogliere in bocca contengono 3 mg di benzidamina ed è ragionevole prevedere che per mantenere un
adeguato effetto anestetico locale, anche in questo caso la frequenza delle somministrazioni debba essere superiore a
quella suggerita dalla ditta produttrice (4 cpr/die).
Non esistono studi comparativi con altri trattamenti, né esistono studi clinici pubblicati su altri farmaci “alternativi” (es.
ibuprofene topico, Froben, collutorio).
Il menglitato contenuto nella specialità Neoborocillina balsamica ha una supposta, quanto non documentata e peraltro
non sempre necessaria, azione sedativa della tosse, mentre l’enoxolone (Pastiglie Valda) è un derivato dell’acido
glicirrizico (liquirizia) con vantata attività antiinfiammatoria.
Conclusioni
Nell’adulto il mal di gola ha molto spesso una origine virale ed è di breve durata. Un primo provvedimento consiste
nell’aumentare l’assunzione di liquidi e umidificare convenientemente l’ambiente. Le pastiglie o le caramelle da
sciogliere in bocca, indipendentemente dal loro contenuto in principi attivi, riducono l’irritazione della gola con un
meccanismo analogo, per un effetto di stimolazione del flusso salivare. La benzidamina è l’unico principio attivo che in
condizioni controllate ha dimostrato di possedere una efficacia intrinseca, pur se di breve durata. Il principale
inconveniente è rappresentato da una spiacevole sensazione di parestesia. Il sollievo dal dolore può essere aumentato e
prolungato, consigliando, qualora non controindicata, l’assunzione di un antiinfiammatorio OTC per via orale
(ibuprofene, diclofenac e acido acetilsalicilico).
Referenze
Drug & Ther Bulletin 1986; 24: 19; Li Wan Po. OTC Medication. Blackwell Scientific Publications 1992, pag. 195; Harman R.J.
Handbock of Pharmacy Health Care, The Pharmaceutical Press 1990; pag. 452; Eccles R.J. J Pharm Pharmacol 1994, 46: 622;
Martindale, The Extra Pharmacopoeia, The Pharmaceutical Press 1993.
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