Paolo Fresco Lecture - Centro di Ricerca sui Sistemi Costituzionali

Paolo Fresco Lecture
Presented by
The Honourable Frank Iacobucci
Genoa, Italy
March 19-23, 2005
Introduction
E' per me un vero onore fare una lezione in questa grande
universita', nella citta' di Cristoforo Colombo, sotto l'egida della
Fondazione Paolo Fresco, benemerito promotore degli studi
giuridici e della collaborazione accademica internazionale. Sono
profondamente grato al Rettore, il professor Giancarlo Rolla, come
pure ai suoi colleghi per il loro cordiale invito a tenere questa
conferenza e per la loro calorosa accoglienza ed ospitalita'.
Sin dal periodo della civilta' romana, l'Italia ha svolto un
ruolo sempre maggiore nella evoluzione dei sistemi giuridici
occidentali, in vari modi. Il mio paese, essendo una nazione
giovane con una storia relativamente breve rispetto alla storia
dell'Europa, e' entrato nella famiglia di paesi i cui sistemi legali
sono di grande interesse agli studiosi di giurisprudenza comparata.
Questo perche' in Canada ci sono due sistemi legali ufficiali: il
sistema del codice civile di tradizione napoleonica-romana e quello
del diritto comune inglese. Inoltre il Canada e' un paese federale,
ma la sua costituzione e' basata sul sistema parlamentare inglese,
sia per la legislatura provinciale che per quella federale. Il Canada
e' pertanto un laboratorio giuridico con molto da offrire agli
studiosi di giurisprudenza.
1
In questa conferenza mi propongo di descrivere brevemente
il ruolo della Corte Suprema del Canada nello sviluppo della Carta
Canadese dei Diritti e delle Liberta'. Permettetemi, pero', di
narrarvi l'essenziale antefatto.
L’emanazione della Carta e i suoi obiettivi
Non si può parlare della Carta senza riconoscere l’influenza
dell’ex Primo Ministro Pierre Elliot Trudeau. Certo, la Carta
appartiene a tutti i Canadesi, ma è anche la testimonianza della
ferrea determinazione di Trudeau, il quale, malgrado quindici anni
d’iniziative infruttuose e sconfitte, ha continuato con perseveranza
nel suo intento sino all’adozione della Carta nel 1982. Le ragioni
profonde dell’impegno di Trudeau per la causa della Carta hanno
fatto molto discutere. I più fruttuosi dei numerosi tentativi di
spiegare il suo impegno si basano sui due obiettivi solidali che .
Trudeau si prefiggeva con la riforma costituzionale: da una parte,
la promozione dell’unità nazionale ed un maggior riconoscimento
e, dall'altra, una migliore protezione dei diritti e delle libertà
fondamentali della democrazia liberale contemporanea1.
1
Cfr., ad es., Peter Russell, “The Political Purposes of the Canadian Charter of Rights and Freedoms” (1983), 61
Revue du Barreau canadien, 30.
2
La realizzazione dell’obiettivo di promozione dell’unità
nazionale è stata facilitata dal 'rimpatrio' della Costituzione, la
quale, oltre a cambiare il suo nome di Atto dell’America del Nord
britannica, del 1867, in quello di Legge costituzionale del 1867, ha
cancellato il ruolo che poteva avere il Parlamento inglese nella
procedura di revisione costituzionale. L’unità nazionale ha
ugualmente beneficiato delle disposizioni della Carta relative alla
libertà di circolazione e di residenza (art. 6) ed ai diritti linguistici
(artt. 16 - 20). Tali disposizioni costituiscono un modo di sanare le
difficoltà derivanti dal regionalismo provinciale e dalla differenza
storica tra il Canada di lingua francese e quello di lingua inglese;
differenza che ha spesso indebolito il sentimento d’identità
nazionale. Anche se Trudeau vedeva nella Carta uno strumento
per l’unità nazionale, ciò non toglie che essa rappresenti anche la
vera espressione del suo profondo impegno per la protezione dei
diritti.
Subito dopo la seconda guerra mondiale, il concetto secondo
cui la democrazia, nell’accezione più forte del termine, non è solo
il governo della maggioranza per la maggioranza, si è diffuso
all’interno della comunità internazionale. Un governo che intenda
governare “con il consenso dei cittadini” deve resistere alla
tentazione di sacrificare i diritti della minoranza agli interessi della
3
maggioranza. La Carta è parte integrante di questo consenso
internazionale, così come sottolinea il brano (seguente) tratto dalle
memorie politiche di Trudeau:
“Vedevo nella Carta l’espressione di un’idea alla quale
tenevo da lungo tempo, ossia che il soggetto della legge
deve essere la persona umana. La legge deve consentire
all’individuo di realizzarsi nel modo più completo
possibile. La persona dispone quindi di alcuni diritti
fondamentali che nessun governo può negarle.
M’importava fortemente, da un punto di vista
filosofico, a mio parere fondamentale, di conservare la
Carta nella sua integrità”2.
In breve, Trudeau credeva fermamente nel fatto che la
democrazia liberale contemporanea esigesse dallo Stato un
impegno convincente per la salvaguardia dei diritti e delle libertà
fondamentali. Non esistono prove più adeguate di un tale impegno
se non l’integrazione di tali diritti e libertà nella Costituzione.
Anche se l’obiettivo di promuovere l’unità nazionale si distingue
da quello di proteggere i diritti, ciò non toglie che essi si
completano e si rafforzano reciprocamente. Trudeau era convinto
che la sanzione costituzionale della libertà e dell’uguaglianza
avrebbe consentito di creare uno spazio nazionale unificato nel
quale tutti i Canadesi si sarebbero considerati titolari dei diritti
2
Mémoires politiques, Montréal, Le Jour, 1993, pp. 291-292.
4
costituzionali; era convinto che la Carta avrebbe costituito “il
legame che ci unisce gli uni agli altri”3. A mio parere, tale visione
dei diritti e delle libertà è conforme ai valori della democrazia
liberale contemporanea. Lo Stato democratico deve farsi carico
non solo della preminenza della maggioranza ma anche
dell’uguaglianza dei cittadini e del loro sentimento “di
appartenenza morale” alla comunità4. Poiché la facoltà di ogni
cittadino di considerarsi membro integrante della società è un
aspetto importante dell’appartenenza morale alla comunità,
l’impegno formale nei confronti dell’uguaglianza sul quale si basa
la Carta non può che rafforzare il sentimento di appartenenza di
tutti i Canadesi al loro Paese. I miei commenti non vogliono essere
esaustivi per quanto riguarda i successi che la Carta ha riscosso
nella realizzazione di questi obiettivi, ma credo – se fosse il caso di
sottolinearlo – che essa abbia rafforzato la democrazia canadese,
sensibilizzandoci maggiormente all’importanza del fatto di
controllare che queste leggi, e la loro applicazione, rispettino
l’uguaglianza e la libertà di tutti i Canadesi.
3
4
Débats de la Chambre des communes, 1ere sess., 32e lég., vol. VIII, p. 8519, marzo 1981.
Cfr. R. Dworkin, Taking Rights Seriously, Cambridge, Harvard University Press, 1977.
5
L’influenza della Carta
La Carta ha cambiato in modo veramente fondamentale il
lavoro dei tribunali in Canada, come pure quello della parte
legislativa e della parte esecutiva del governo. Data la sua
importanza nel diritto canadese, la carta ha influenzato, oltre
all’educazione giuridica, anche altre discipline accademiche.
Particolarmente importante e’ il fatto che il pubblico abbia ora un
maggiore interesse per i conflitti sottoposti ai tribunali, e sia piu’
attivamente coinvolto nei loro sviluppi. Cio’ ha suscitato a sua
volta dialoghi e dibattiti sulla definizione delle responsabilita’
oggettive della magistratura per le proprie decisioni, sul modo in
cui avviene la nomina dei giudici, e sul ruolo che ad essi spetta
svolgere in un’epoca particolarmente attenta alla revisione
giudiziale della costituzione e dei diritti umani.
Al centro di tutta questa attenzione, di tutti questi
cambiamenti, dibattiti e discussioni, vi e’ la Corte Suprema del
Canada, la quale ha svolto il ruolo giudiziale piu’ importante sin
dall’adozione della Carta nel 1981-1982. E’ a partire da questo
punto che io mi propongo di discutere in modo piu’ specifico il
ruolo della Corte Suprema nel cambiamento della legge dovuto
alla Carta.
6
i) L’incidenza della Carta sul diritto canadese
Esaminando l’influenza e l’oggetto della Carta, la Corte
suprema del Canada, in R. c. Oakes, ha espresso chiaramente i
valori fondamentali della democrazia liberale contemporanea: “I
tribunali devono essere guidati dai valori e dai principi essenziali
ad una società libera e democratica, i quali comprendono, per
citare qualche esempio, il rispetto della dignità dell’essere umano,
la promozione della giustizia e dell’uguaglianza sociale,
l’accettazione di una grande diversità di credenze, il rispetto di
ogni cultura e di ogni gruppo e la fede nelle istituzioni sociali e
politiche che favoriscono la partecipazione degli individui e dei
gruppi nella società”5.
È con questo parametro che occorre misurare, in ultima
analisi, il successo della Carta. Fin qui, ho sostenuto che il
maggior numero di dibattiti e il livello più alto di responsabilità
hanno aumentato la possibilità di giungere a decisioni migliori sui
conflitti sottoposti ai tribunali. Vorrei sottolinearae ora, per mezzo
di alcuni esempi significativi, la misuri in cui l’azione del governo
e la legislazione integrino maggiormente il rispetto della dignità
dell’essere umano e la promozione della giustizia e
5
[1986] 1 R.C.S. 103, p. 136.
7
dell’uguaglianza sociale. Affrontare tutti i cambiamenti del diritto
che la Carta ha promosso allungherebbe troppo la mia analisi.
ii) L’uguaglianza e la libertà: il rispetto della dignità dell’essere
umano
Anche se concettualmente distinti, i diritti all’uguaglianza e
alla libertà sono strettamente legati poiché costituiscono due
corollari fondamentali del rispetto della dignità dell’essere umano,
la quale rappresenta l’essenza dei diritti in una società libera e
democratica6. Il rispetto della dignità dell’essere umano impone il
riconoscimento giuridico che tutti gli esseri umani “meritano lo
stesso rispetto, la stessa deferenza e la stessa considerazione”7, e
che godono del diritto di adottare “decisioni personali
fondamentali senza l’intervento dello Stato”8. A dire il vero, tutti i
diritti della Carta favoriscono la realizzazione di questi obiettivi,
ma, in questa parte, mi concentrerò su quelli che li realizzano in
modo più esplicito, vale a dire gli artt. 15 e 7.
Nonostante l’uguaglianza sia “un concetto difficile da
comprendere”, che “non possiede una definizione precisa”9,
6
7
8
9
Vedi, ad esempio, R. c. Oakes, ibid.; Vriend c. Alberta, cit. nota 49.
Andrews c. Law Society of British Columbia, [1989] 1 R.C.S. 143, p. 171.
R. c. Morgentaler, [1988] 1 R.C.S. 30, p. 166.
Andrews, cit. nota 59, p. 164.
8
vent’anni di giurisprudenza hanno fortemente aiutato
l’applicazione dei concetti di uguaglianza in Canada. L’apporto
maggiore della giurisprudenza relativa all’art. 15 della Carta è
stato di stabilire che l’oggetto di quest’articolo è la tutela e la
promozione dell’uguaglianza del valore e della dignità di tutti gli
esseri umani. Di conseguenza, al momento dell’analisi
costituzionale, occorre chiedersi principalmente se la legge
impugnata ha “l’effetto di perpetuare o promuovere l’opinione
secondo la quale l’individuo riguardato è meno capace o meno
degno di essere riconosciuto o valorizzato in quanto essere umano
o membro della società canadese che merita lo stesso interesse, lo
stesso rispetto e la stessa considerazione”10. L’uguaglianza non
sempre richiede che tutte le persone siano trattate esattamente allo
stesso modo; essa richiede, tuttavia, che la legge rispetti il valore e
la dignità di ogni essere umano in quanto membro della società.
Consideriamo, ad esempio, l’apporto dell’art. 15 alla tutela ed alla
promozione del valore e della dignità degli omosessuali.
Decidendo che il motivo di discriminazione fondata sulla tendenza
sessuale era parte integrante della legge, “albertaine”, Individual
Rights Protection Act, la Corte suprema ha rigettato l’idea che gli
omosessuali, in quanto esseri umani, siano meno degni di
protezione rispetto ai membri di altri gruppi sfavoriti11. Esigendo
10
11
M. c. H., cit. nota 27, par. 65.
Vriend, nota 49; la legislazione “albertaine” è reperibile in S.A., 1972, (mod. 1990, c. 27) c. 2.
9
che l’Ontario estenda alle coppie dello stesso sesso il diritto di
chiedere una pensione alimentare12, la Corte ha rigettato l’idea che
la relazione omosessuale meriti meno riconoscimento e rispetto
della relazione eterosessuale. In questi due casi, il diritto
all’uguaglianza imponeva che le persone omosessuali fossero
trattate esattamente allo stesso modo delle altre persone. Altrove,
in Eldridge c. Colombie-Britannique, la Corte ha sancito che una
vera uguaglianza richiedeva un trattamento diverso per persone dai
bisogni diversi. Imponendo al governo della Colombie-Britannique
di fornire, nel quadro del suo regime pubblico della sanità, i servizi
di un interprete gestuale alle persone con problemi d’udito, la
Corte ha assicurato a quelle persone una qualità delle cure mediche
non inferiore alla norma generale. Ha così tutelato il principio per
cui i Canadesi hanno tutti la stessa dignità e lo stesso valore.
Il rispetto della dignità della persona presuppone anche il diritto di
adottare decisioni personali fondamentali senza l’intervento dello
Stato. Nonostante questo principio occupi una parte rilevante in
altre disposizioni della Carta, è proprio il diritto alla vita, alla
libertà e alla sicurezza della persona, enunciato nell’art. 7, che ha
maggiormente contribuito alla tutela dell’autonomia della persona.
In Morgentaler, ad esempio, la Corte ha giudicato che il diritto alla
libertà è un diritto generale ad “un margine di autonomia personale
12
M. c. H., cit. nota 27.
10
sulle proprie decisioni importanti, che rilevano intimamente, della
propria vita privata”, mentre il diritto alla sicurezza della persona
tutela “allo stesso tempo l’integrità fisica e psicologica della
persona”13; ciò include il diritto di una donna a decidere
d’interrompere o meno una gravidanza. In Rodriguez c. ColombieBritannique (Procureur général), la Corte ha valutato che il diritto
all’autonomia comprende il diritto di effettuare scelte riguardanti la
propria persona e di avere il controllo esclusivo sulla propria
integrità fisica e mentale14. Di conseguenza, l’art. 7 include il
divieto dell’aiuto al suicidio. Altre sentenze hanno stabilito che
l’art. 7 tutela il diritto di educare un figlio e di adottare decisioni in
suo nome in campi fondamentali quali le cure mediche15, il diritto
di decidere il luogo della sua residenza16 e quello di contrattare17.
Queste decisioni indicano che l’art. 7 ha fortemente contribuito a
fare in modo che lo Stato rispetti quanto più possibile le scelte
personali ed eviti di assoggettarle ad una concezione particolare
del senso della vita umana.
iii) La legge e la procedura penale
13
Cit. nota 61, p. 171 e 173.
[1993] 3 R.C.S. 519.
15
B. (R). c. Children’s Aid Society of Metropolitan Toronto, [1995] 1 R.C.S. 315.
16
Godbout c. Longueuil (Ville), [1997] 3 R.C.S. 844.
17
R. c. Jones, [1986] 2 R.C.S. 284.
14
11
Oltre a quello dei diritti sociali generali che sono, secondo le
decisioni dei tribunali, tutelati dall’art. 7 della Carta, il diritto
penale rappresenta, ovviamente, il campo di attività in cui il diritto
alla vita, alla libertà e alla sicurezza della persona interviene più
frequentemente. È imperativo che, nel diritto penale, il diritto
all’equità procedurale e materiale non possa essere sacrificato
all’interesse del pubblico per il rispetto della legge ed il
mantenimento dell’ordine. La Carta ha anche contribuito a fare sì
che la volontà di punire un crimine non dia luogo a leggi severe, a
procedure ingiuste ed a tecniche d’indagine autoritarie, a discapito
del diritto alla tutela della vita privata e dell’uguaglianza. Faro’
ora un bilancio dei contributi piu importanti, della giurisprudenza
in questione.
La costituzionalizzazione delle esigenze relative all’errore
costituisce l’apporto più importante al diritto penale materiale della
giurisprudenza relativa all’art. 7. R. c. Vaillancourt18 ha stabilito
che la legislazione penale deve rispettare il principio di giustizia
fondamentale secondo il quale la persona moralmente innocente
non va punita. In R. c. Martineau19, la Corte ha annullato la
disposizione relativa al crimine per imputazione, invocando la
necessità di una proporzionalità tra la pena e la colpevolezza
18
19
[1987] 2 R.C.S. 636.
[1990] 2 R.C.S. 633.
12
morale. Altre leggi sono state annullate poiché erano state ritenute
troppo vaghe20. In Etats-Unis c. Burns è stata dichiarata
incostituzionale l’estradizione dei fuggiaschi in assenza
dell’assicurazione che non siano passibili della pena di morte
nell’altro paese21. In questi casi, la decisione della Corte ha fatto
progredire il diritto penale facendo in modo che l’interesse
pubblico per il rispetto della legge ed il mantenimento dell’ordine
non desse luogo ad una legge eccessiva e priva di giustificazione
solida nelle sue sanzioni.
La Carta ha avuto ugualmente un impatto importante sulla
procedura penale. In virtù del comma 11b), ad esempio, ogni
accusato ha il diritto di essere giudicato in un lasso di tempo
ragionevole. Valutando il diritto individuale ad essere assolto nel
più breve tempo possibile con l’interesse collettivo
nell’amministrazione della giustizia, la Corte ha imposto ai
tribunali l’obbligo di vegliare affinché gli accusati vengano
processati in un tempo ragionevole22. Il diritto “di presentare una
difesa piena e completa” secondo il comma 11d) ha portato alla
creazione di un nuovo regime di divulgazione. Prima della Carta,
la comunicazione era a discrezione del pubblico ministero.
20
Cfr., ad es., R. c. Heywood, [1994] 3 R.C.S. 761, in cui le disposizioni del Codice penale in materia di
vagabondaggio sono state dichiarate incostituzionali.
21
Vedi nota 22.
22
R. c. Esquive, [1990] 2 R.C.S. 1199.
13
Sottolineando la conclusione della Commissione Marshall,
secondo la quale l’omissione, da parte del pubblico ministero, di
divulgazione all’avvocato della difesa delle dichiarazioni
contraddittorie antecedenti aveva contribuito fortemente a far
condannare ingiustamente Donald Marshall per omicidio, la Corte
ha sancito, in R. c. Stinchcombe23, che il comma 11d) impone ai
procuratori della Corona l’obbligo legale generale di divulgare
tutte le informazioni pertinenti, che siano a carico o a favore e che
intendano o meno inserirle nella pratica.
La Carta ha avuto anche un notevole impatto sulla natura
della prova che può essere prodotta durante il processo; essa ha
determinato l’inclusione di elementi di prova in precedenza
inammissibili e, nel contempo, l’esclusione di prove
precedentemente ammissibili. Similmente viene esclusa anche la
prova ottenuta in violazione del principio contro l’autoincriminazione24. Il par. 24(2) rafforza dunque l’equità del
processo, assicurando che la partecipazione dell’accusato alla
costituzione di una prova contro se stesso non sia la conseguenza
di una costrizione ma di una libera scelta.
23
[1991] 3 R.C.S. 326.
Cfr., ad es., R. c. S. (R.J.), [1995] 1 R.C.S. 451, e British Columbia Securities Commission c. Branch, [1995] 2
R.C.S. 3, in cui la Corte ha stabilito che le persone costrette a testimoniare al processo di un co-accusato hanno non
solo il diritto all’immunità riconosciuta dall’art. 13 ma anche all’immunità contro l’utilizzo della prova derivata. Così,
non solo la prova di testimonianza non è accoglibile ma anche la prova derivata della testimonianza.
24
14
Oltre ad impedire che l’accusato sia costretto a testimoniare,
la Carta impone altre restrizioni all’esercizio dei poteri d’indagine
affinché il diritto alla vita privata ed il diritto a non essere
importunato vengano riconosciuti. Stabilendo che il diritto alla
vita privata si confonde, sotto molti aspetti, con la libertà, l’art. 8
garantisce il diritto del cittadino alla tutela contro le perquisizioni
ed i pignoramenti abusivi. Come è stato detto, l’art. 8 ci ha
permesso di passare da un regime d’intercettazioni consensuali
senza limiti e di perquisizioni senza mandato ad un regime di
mandati speciali e di poteri controllati delle perquisizioni senza
mandato25. Il potere discrezionale della polizia d'intervenire, senza
autorizzazione preventiva, nella vita privata dei cittadini è stato
notevolmente ridotto.
Gli esempi che ho citato non esauriscono l’argomento. Non
ho presentato un quadro completo dei riflessi della Carta sul diritto
e la procedura penale. Il mio intento era quello di dare alcune
indicazioni sul ruolo che ha avuto la Carta nel processo penale.
Questi esempi tendono ad indicare, a mio avviso, che con la Carta
abbiamo raggiunto un migliore equilibrio, da una parte, fra
l’interesse della società per il rispetto del diritto ed il
25
Vedi Kent Roach, cit., nota 76, p. 1.
15
mantenimento dell’ordine e, dall’altra, l’interesse dell’individuo
per l’equità materiale e procedurale nel diritto penale.
iv) L’equilibrio tra interessi collettivi e individuali
I diritti tutelati dalla Carta non sono assoluti. La Carta non
ha lo scopo fondamentale di tutelare i diritti in modo assoluto, ma
quello di fornire un metodo che consenta di definire il ruolo
appropriato dei diritti e delle libertà in uno Stato libero e
democratico. Lo svolgimento di dibattiti e la responsabilità degli
organi statali rendono più probabili decisioni il cui equilibrio tra gli
obiettivi pubblici dei governi eletti ed i diritti privati sia
accettabile, riconoscendo in questo modo l’importanza del
dualismo società-individuo. Nel tempo che mi rimane, vorrei
esporre brevemente i meccanismi di cui dispongono i legislatori ed
i tribunali per eliminare gli effetti negativi della tensione tra le
forze opposte di questo binomio.
L’articolo primo costituisce il meccanismo più importante.
Esso tutela il diritto dei legislatori a ridurre i diritti individuali allo
scopo di favorire la realizzazione di obiettivi pubblici urgenti, ma
solo nel caso in cui sia possibile stabilire che la riduzione sia
ragionevole e giustificabile nel quadro di una società libera e
16
democratica. Una volta che il ricorrente abbia stabilito che sono
stati violati dei diritti, il tribunale deve decidere se il legislatore,
l’attore del governo o l’'interveniente' favorevole alla posizione del
governo abbiano dimostrato la giustificazione della violazione in
virtù dell’articolo primo, in conformità al criterio definito nella
sentenza Oakes. L’oggetto della legge promosso dalla limitazione
deve essere sufficientemente rilevante per giustificare la deroga di
un diritto costituzionale. Per evitare che la limitazione dei diritti
prenda il sopravento sull’oggetto della legge, le misure restrittive
devono avere un nesso razionale con l’obiettivo perseguito, ledere
il meno possibile i diritti ed i loro effetti non devono sconfinare sui
diritti degli individui o dei gruppi26. Ogni fase della valutazione
della limitazione secondo “i valori e i principi necessari ad una
società libera e democratica”27 consente di verificarne la
ragionevolezza.
Ad esempio, la necessità che l’obiettivo del governo sia
legato a bisogni urgenti e reali in una società libera e democratica
sottolinea il principio che i diritti fondamentali della democrazia
liberale contemporanea non possono essere ridotti se non per un
obiettivo ritenuto rilevante in una democrazia. L’obiettivo stesso
deve avere un ruolo importante nella società. Dato che ostacola la
26
27
Cit. nota 27, p. 135-140.
Ibid., par. 77.
17
democrazia, una legge che renda obbligatoria l’osservanza della
domenica non potrebbe quindi essere giustificata secondo
l’articolo primo28. All'opposto, esiste una legge il cui obiettivo è la
tutela della dignità e della stima di sé da parte delle minoranze.
Una legge che vieta le parole di odio sostiene valori che sono
l’essenza stessa della democrazia liberale contemporanea e
soddisfa quindi pienamente la prima parte del criterio enunciato
nella sentenza Oakes.
L’esigenza del nesso razionale ha la stessa finalità. Dopo
aver concluso che la legge raggiungerà probabilmente il suo
obiettivo, i tribunali possono imporre che ci sia una “ragione” che
giustifichi l’imposizione di una limitazione ai diritti individuali.
Siamo disposti a mantenere le leggi in materia di oscenità ed i
divieti relativi alle parole di odio, anche se ledono la libertà
d’espressione, proprio perché tutelano la società contro alcuni mali
ed incoraggiano il rispetto dell’uguaglianza del valore e della
dignità delle persone29. Senza prova del nesso tra la legge e
l’obiettivo, non ci sarebbero sufficienti motivi di credere che una
limitazione possa essere difesa nell’interesse di una società libera e
democratica.
28
29
R. c. Big M Drug Mart Ltd., [1985] 1 R.C.S. 295.
R. c. Butler, cit., nota 13, R. c. Keegstra, cit. nota 7.
18
Il criterio della lesione minima, invece, consente che la legge
non leda “troppo” il diritto o la libertà considerata. Se esiste un
modo meno lesivo di realizzare lo stesso obiettivo, allora viene a
mancare l’equilibrio accettabile tra i diritti collettivi e quelli
individuali. In virtù dello spirito della funzione rappresentativa del
potere legislativo, i tribunali faranno, da una parte, prova di
maggiore moderazione nei processi in cui il governo ha tentato di
trovare il punto d’equilibrio tra gruppi concorrenti, chiedendo
soltanto la prova di un fondamento ragionevole della legge per
concludere che essa soddisfa al criterio della lesione minima; e
dall’altra, di minore moderazione nei processi in cui il governo
costituisce l’unico avversario della persona il cui diritto è stato
violato30. Ma nelle due ipotesi, l’obiettivo è identico: vigilare
all’equilibrio accettabile tra l’interesse della collettività, che il
governo sostiene, ed il diritto individuale che è stato violato.
L’art. 7 rappresenta un meccanismo a disposizione del tribunale
per valutare i diritti collettivi e quelli individuali. Secondo l’art. 7,
ognuno ha diritto alla vita, alla libertà ed alla propria sicurezza e
questo diritto non può essere leso se non in conformità con i
principi di giustizia fondamentale. Nella sentenza Rodriguez, la
Corte suprema ha affermato che, per attuare tali principi, è
30
Cfr., ad es., Irwin Toy (nota 12, p. 994). In questa sentenza, la Corte ha dato prova di molta moderazione, perché
le restrizioni applicabili al commercio al dettaglio, nel corso della domenica, rappresentavano un tentativo di trovare un
punto d’equilibrio tra i negozianti di vendita al dettaglio ed i membri del pubblico desiderosi che i negozi rimanessero
aperti di domenica, ed i lavoratori del settore che chiedevano di avere un giorno alla settimana da trascorrere con la
propria famiglia per svolgere attività d’interesse comune.
19
necessario trovare un punto d’equilibrio tra l’interesse dello Stato e
quello della persona:
“Quando la restrizione del diritto in causa non concorre
a promuovere l’interesse dello Stato (quale che sia), mi
sembra che ci sarà violazione della giustizia
fondamentale poiché la restrizione del diritto particolare
non avrà avuto una finalità valida. A mio avviso, si
tratta del genere di analisi […] adottato nella sentenza
Morgentaler. Infatti, il giudice capo Dickson ed il
giudice Beetz erano entrambi del parere che almeno
alcune restrizioni all’aborto non avessero nessuna
pertinenza con l’obiettivo dello Stato, cioè quello di
proteggere il feto così come la vita e la salute della
madre. Le limitazioni erano quindi arbitrarie ed
ingiuste. Ne deriva che, prima di concludere che una
disposizione legislativa sia contraria alla giustizia
fondamentale, occorre esaminare il nesso che esiste tra
la disposizione e l’interesse dello Stato31”.
Concludendo che la società ha un interesse ragionevole nel
riconoscere che la vita umana venga rispettata e nel tutelarsi contro
l’indebolimento delle istituzioni che proteggono la vita umana, la
Corte ha stabilito che la legge che vieta l’aiuto al suicidio non è né
tanto arbitraria né tanto ingiusta da violare i principi di giustizia
fondamentale. In R. c. Jones, la Corte ha tenuto conto
dell’interesse urgente della provincia in materia di educazione,
concludendo che la disciplina riguardante i genitori desiderosi che
31
Rodriguez (nota 66, p. 594). Vedi anche Thomson Newspapers Ltd. c. Canada (Direttore delle inchieste e
ricerche, Commissione sulle pratiche restrittive del commercio), [1990] 1 R.C.S. 425.
20
i propri figli ricevessero l’insegnamento a domicilio non costituiva
una violazione dei principi di giustizia fondamentale32. In questi
due casi, l’interesse sociale più generale era pertinente per
concludere che la limitazione della protezione garantita dall’art. 7
era ragionevole.
Infine, se i tribunali decidono che il bilanciamento tra gli
interessi collettivi e quelli privati pende a favore dell’individuo, la
legislatura ha il potere di ricorrere alla disposizione di deroga con
dichiarazione espressa e ridurre l’applicabilità della Carta. Benché
questo meccanismo sollevi alcune apprensioni legate al principio
della maggioranza, il fatto che si sia raramente ricorso all’art. 33
lascia pensare che la disposizione derogatoria non consenta ai
legislatori di far valere gli obiettivi politici a discapito dei diritti
individuali. Al contrario, il fatto che il Parlamento e le legislature
provinciali valutino a lungo le conseguenze politiche dell’utilizzo
della disposizione derogatoria, prevista all’art. 33, sembra indicare
che i governi saranno ritenuti responsabili del superamento della
tensione tra gli interessi collettivi e quelli privati. Come Janet
Hiebert lascia intendere, “i tribunali valutano in virtù dell’articolo
primo le giustificazioni alle politiche che cercano di attuare valori
32
[1994] 2 R.C.S. 229.
21
collettivi o non enumerati; invece il pubblico studia accuratamente
la fondatezza degli obiettivi legislativi adottati con l’art. 33”33.
Conclusione
Io credo fermamente che l’adozione della Carta costituisca
un avvenimento significativo per il Canada. Dalla sua adozione, i
problemi importanti di politica vengono dibattuti in un forum
accessibile ed aperto a tutti sotto la stretta sorveglianza di un
pubblico sempre più interessato. Con la Carta, rilevanti questioni
politiche vengono esaminati in un contesto altamente trasparente e
di responsabilità; ciò contribuisce a sensibilizzare sempre più i
legislatori ed i tribunali agli interessi di tutti i Canadesi. Come ha
detto M. Michael Ignatieff, il dibattito sulle questioni politiche
importanti è diventato più “rumoroso”. La Carta ha invitato al
tavolo delle discussioni gruppi i cui interessi erano rimasti
inascoltati sino ad allora34. Con il rumore di fondo e tutte queste
voci, l'adozione di decisioni diventa più difficile ma anche più
democratica. Le questioni che dobbiamo affrontare rappresentano
sfide che dobbiamo raccogliere in modo che il Canada diventi un
paese migliore per tutti i Canadesi. La lotta si annuncia ardua, ma,
33
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Cit. nota 53, p. 142.
The Rights Revolution, Toronto, House of Anansi Press limited, 2000, p. 26.
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merita certo di essere combattuta. A mio avviso, la Corte Suprema
ha svolto un notevole ruolo di guida nella lotta per una democrazia
piu’ illuminata.
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