RELIGIONE O CRISTIANESIMO?
DI
ORAZIO MOTTA
RINGRAZIAMENTI
Sono stato fortemente motivato a ristampare questo
libricino (fatto in casa), per il successo avuto e per
la sua richiesta. Questa è la seconda edizione, se ci
sarà la terza lo farò fare in tipografia e lo estenderò
a un pubblico più grande. Ringrazio la Chiesa dove
sono Pastore per l’incoraggiamento datomi per
ristampare questo testo e per la loro fede nei miei
confronti. Ringrazio mia moglie per la sua
pazienza.
Orazio Motta
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RELIGIONE O CRISTIANESIMO?
Il celebre matematico e filosofo inglese Bertrand
Russel (1872-1970), nel suo famoso libro, Perché
non sono cristiano, (tradotto da Tina Buratti
Cantarella ed. Longanesi, Milano 1960). Ha
affermato: Secondo me la religione si basa
essenzialmente sulla paura. In parte è il terrore
dell’ignoto, in parte, come ho già detto, il bisogno
di immaginare qualcuno che ci aiuti e ci protegga
nei pericoli: circa una specie di fratello maggiore.
In principio dunque, fu la paura: paura dell’occulto,
paura dell’insuccesso, paura della morte. La paura
porta alla crudeltà, ed è per questo che crudeltà
e religione stanno bene insieme. Credo che
quest’uomo sia stato molto deluso dalla religione
per scrivere quello che ha scritto! Ma chi non è
stato mai deluso dalla religione? Credo che il nostro
filosofo qui citato non abbia tutti i torti, infatti,
quelli che hanno a che fare con una religione, (non
ha importanza quale) alla fine sono delusi. Poiché la
religione non può salvare, non può guarire e
liberare è non può assolutamente santificare, anzi
secondo Bertrand Russel religione e crudeltà stanno
bene insieme. La prima volta che lessi il testo del
celebre matematico, andai su tutte le furie e pensai
che non sapeva quello che scriveva. Attraverso gli
anni, però, ho compreso che non aveva tutti i torti
poiché la religione non ha mai salvato e quello che
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può dare non è altro che regole e precetti. Credo che
il Signor Gesù sia venuto proprio per abolire la
religione, e svergognare i religiosi che hanno
l’apparenza della santità e di dentro sono
opportunisti e competitivi, non seguono Dio ma il
proprio io. Dico questo perché sono convinto che
religione e cristianesimo siano due cose distinte: la
prima è un credo che di solito è ereditato dai
genitori o dalla cultura in cui si viene a nascere; il
secondo, invece, è uno stile di vita che ad un certo
punto si sceglie per convinzione da parte dello
Spirito Santo che convince di peccato di giudizio e
di giustizia. Quando Gesù era sulla terra si è trovato
dinanzi la realtà religiosa e l'ha combattuta con
coraggio e franchezza. Lo stesso dovremmo fare
noi. Gesù non sì uni con nessuna religione esistente
a suoi tempi, neanche ne costituì una nuova come
pensano alcuni ma c’insegnò come accedere
direttamente al Padre per mezzo di Lui. Ci diede un
messaggio di speranza e di pace per l’eternità e il
compito di divulgarlo, non solo, ma insieme al
messaggio ci diete le armi e il Sostituto che ci
prepara e ci sostiene in ogni momento della nostra
vita cioè lo Spirito Santo. Sono, perciò, convinto
che se tu segui Cristo, non sarai mai deluso, anzi
sarai uno strumento nelle Sue mani e potrai
sperimentare quanto grande è il Signore.
A volte si pensa che religione è uguale a fede, ma
non è cosi, infatti, la religione secondo
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l’enciclopedia “Omnia 2000 De Agostini” è il
sentimento che lega l’uomo ad un essere
sopranaturale, che egli riconosce come fine e
principio di tutte le cose; il complesso delle
credenze delle norme etiche e degli atti di culto con
cui gli uomini manifestano questo loro sentimento
di dipendenza dalla divinità. Secondo il dizionario
della stessa casa editrice: è il sentimento di
superiore
spiritualità
che
dovrebbe
contraddistinguere chi è religioso. La religione,
perciò, non è altro che un sentimento e niente di
più. La fede invece come dice la lettera agli Ebrei è
(11:1) “... certezza di cose che si sperano,
dimostrazione di realtà che non si vedano.” Come
possiamo vedere, la fede non è un sentimento come
la religione, ma è una certezza. Ma come viene la
fede? La lettera ai Romani al capitolo 10:17 dice:
“Cosi la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si
ascolta viene dalla parola di Cristo. Da ciò che
leggiamo comprendiamo che la fede viene se
ascoltiamo la parola di Cristo. Per cui è importante
leggere, studiare, meditare la Scrittura perché
attraverso di essa Cristo ci parla e la fede viene. A
volte noi parliamo e la gente è compunta nel cuore e
attratta dalle nostre parole, altre volte no, come
mai? La risposta è che non parliamo la Parola di
Cristo, per questo la gente non acquisisce la fede.
Acquisire fede in Dio è molto importante per il
cristiano giacché il cristianesimo si basa sulla fede
5
nell’Iddio d’Abraamo, d’Isacco e di Giacobbe, cioè
come disse Gesù, (Matteo 22:32) nel Dio dei
viventi. Per cui Iddio che Gesù Cristo ci ha fatto
conoscere è il Dio che si prende cura di noi come
figli e non guarda soltanto la nostra anima ma tutta
la nostra tripartita natura,cioè spirito, anima e
corpo. Mentre la religione solitamente pensa solo
all’anima che un giorno dopo la morte Iddio
accoglierà se si è comportata bene quando era sulla
terra.
Per esempio nella lettera agli Efesini , capitolo 2
versetto 8, si legge: "Infatti è per grazia che siete
stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da
voi; è il dono di Dio". Mediante la fede noi
afferriamo che siamo salvati per grazia,non
attraverso un’opera religiosa ma attraverso la
fede,non attraverso un sentimento ma attraverso una
certezza. Per cui la fede è essenziale per un
cristiano,anzi dirò di più senza fede non si può
essere cristiani. Nella lettera agli ebrei è scritto:Or
senza fede è impossibile piacergli; (Ebrei capitolo
11 versetto 6).
Anche per la divulgazione del messaggio,Gesù non
disse mai di proclamare una nuova religione,ma di
annunciare la buona notizia o “evangelo”. Nella
lettera ai romani leggiamo: Prima di tutto rendo
grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo
riguardo a tutti voi, perché la vostra fede è divulgata
in tutto il mondo.(Romani 1:8),che cos’è divulgata?
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Proprio cosi la fede,non una religione ma la fede in
Cristo Gesù che salva,guarisce,libera e santifica. I
Tessalonicesi 5:8; Ma noi, che siamo del giorno,
siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e
dell'amore e preso per elmo la speranza della
salvezza. II Tessalonicesi 2:13; Ma noi dobbiamo
sempre ringraziare Dio per voi, fratelli amati dal
Signore, perché Dio fin dal principio vi ha eletti a
salvezza mediante la santificazione nello Spirito e
la fede nella verità. II Timoteo 3:15; e che fin da
bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture,
le quali possono darti la sapienza che conduce alla
salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. Ebrei
11:7; Per fede Noè, divinamente avvertito di cose
che non si vedevano ancora, con pio timore, preparò
un'arca per la salvezza della sua famiglia; con la sua
fede condannò il mondo e fu fatto erede della
giustizia che si ha per mezzo della fede.
Per cui come possiamo ben leggere,non soltanto si è
salvati mediante la fede,ma ciò che dobbiamo
annunciare è la fede in Cristo.
Nel 1987 dopo la mia conversione, ricordo che non
potevo fare altro che parlare di Gesù. Dicevo a tutti
quelli che conoscevo che Gesù era vivo e potente da
salvare, guarire, (dato che io stesso ero stato guarito
da Lui), e liberare. La gente mi guardava come per
dire: ma lo conosci? Non mi ricordo di parlare di
religione ma soltanto di quello che Cristo poteva
fare per tutti quelli che volevano essere aiutati;
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durante quei primi mesi molte persone vennero in
chiesa per vedere e sentire se quello che gli dicevo
era vero,ma soltanto alcuni accettarono Cristo nella
loro vita. Qualche anno dopo mentre parlavo alle
persone di Gesù, mi accorsi che la gente non era
quasi mai interessata ai miei discorsi e questo col
tempo mi portò a riflettere e cosi mi accorsi che
invece di parlare di Cristo Gesù e di quello che Lui
può fare per le persone che lo cercano,parlavo di
religione,o di cosa era peccato e di quello che non
lo era. Credo oggi più che mai che dobbiamo
proclamare la fede in Gesù e non lasciarci prendere
dalla teologia complicata o dai nostri punti di vista
perché facendo cosi non faremo discepoli a Gesù,
ma proseliti delle nostre convinzioni.
La conoscenza di Gesù e di conseguenza la fede in
Lui mi ha portato guarigione nello spirito
nell’anima e nel corpo, infatti sono stato guarito da
una forte depressione che mi faceva stare male nel
mio fisico al punto che non andavo più al lavoro per
mancanze di forze e di sonno poiché la notte non
dormivo più. (Per sapere di più sulla malattia che
mi affliggeva prima di conoscere il Signore,potete
consultare l’ultimo capitolo di questo libro,li
troverete la mia testimonianza). Infatti attraverso la
fede Dio ci guarisce; un episodio eccellente lo
troviamo nell’evangelo di Matteo capitolo 9
versetto 2 a 9. Ed ecco gli portarono un paralitico
disteso sopra un letto. Gesù, veduta la loro fede,
8
disse al paralitico: «Figliolo, coraggio, i tuoi peccati
ti sono perdonati». Ed ecco alcuni scribi pensarono
dentro di sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù,
conosciuti i loro pensieri, disse: «Perché pensate
cose malvagie nei vostri cuori?» Infatti, che cos'è
più facile, dire: «I tuoi peccati ti sono perdonati», o
dire: «Alzati e cammina?» Ma, affinché sappiate
che il Figlio dell'uomo ha sulla terra autorità di
perdonare i peccati: «Alzati», disse allora al
paralitico, «prendi il tuo letto e vattene a casa». Il
paralitico si alzò e se n’andò a casa sua. Visto ciò,
la folla fu presa da timore e glorificò Dio, che aveva
dato tale autorità agli uomini. Come potete notare il
Signore perdona prima i peccati, (guarigione
dell’anima) e poi il corpo. Ma per fare questo aveva
bisogno di vedere la fede dei discepoli che gli
portarono il paralitico; infatti, quest’ultima è
importante per tutto ciò che è spirituale. Il
cristianesimo è favoloso, perché esso significa
essere come Gesù è, di conseguenza fare ciò che
Gesù faceva, in pratica ubbidire al Padre, amare il
prossimo, annunciare il Regno di Dio e di
conseguenza manifestarlo ovunque siamo o
andiamo.
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FATE DISCEPOLI
Matteo 28:16-20; " Quanto agli undici discepoli,
essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva
loro designato. E vedutolo l'adorarono; alcuni però
dubitarono e Gesù accostatosi, parlò loro,dicendo:
ogni potestà m'è stata data in cielo e sulla terra e
Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli
battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e
dello Spirito Santo, insegnando loro d'osservar tutte
quante le cose che vi ho comandato.Ed ecco, Io
sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo.
"Come possiamo notare la prima evangelizzazione
è stata comandata da Gesù in persona,Gesù non ha
dato un consiglio o un optional ai suoi discepoli ma
un comandamento, per questo l'evangelizzazione é
di conseguenza la testimonianza non é a scelta in
conformità a come ci sentiamo ma un
comandamento dell’evangelista per eccellenza
"Gesù". La parola ammaestrate tutti i popoli in
greco è "mathète usate" e significa, come
giustamente traduce la versione Diodati, fate
discepoli; quindi siamo chiamati a fare discepoli.
Questi discepoli non importa di quale razza siano o
di quale ceto provengono.
Come comprendiamo dal testo siamo chiamati a
fare del discepolato, ma cosa significa discepolato?
Che cosa era un discepolo ai tempi di Gesù?
Discepolato in ebraico è "Talmìd"; e in greco
10
"Mathètes", entrambi questi termini derivano da due
verbi che significano imparare, perciò il discepolo è
uno che impara. Nell'antico testamento vediamo già
dei discepoli raccolti intorno al profeta Isaia 8:16;
ma il concetto del discepolato sorge nel periodo
post-esilico. Il discepolo era il giovane che si univa
ad un maestro, imparando per alcuni anni ad
intendere e a commentare la scrittura. Nel nuovo
testamento vediamo i discepoli con la stessa prassi e
forma ma con un numero maggiore, ma questo fino
alla venuta di Gesù. Infatti il rapporto di Gesù con i
suoi discepoli pur sembrando simile a quello degli
altri maestri, era diverso. Gli evangeli mettono in
luce alcuni elementi caratteristici del discepolato
che Gesù praticava.
1) L’autorità del maestro (Gesù) nel rivolgere la
vocazione a seguirlo (Marco. 1: 16-20; 2:13-14).
Infatti Gesù non offre una scuola di dottrina, ma
chiama a vivere una vita nuova.
2)11 carattere assolutamente nuovo del discepolato.
Con Gesù consiste nel fatto che Egli é assai più che
un maestro, é il Cristo, è Colui che apre la via al
regno.
3) il suo insegnamento è dolce e leggero
(Matteo11:29-30). Molto più delle prescrizioni
legali dei rabbini giudei, perché la Sua parola é
l'annunzio dell’amore di DIO.
4) Gesù non considera i suoi solo dei discepoli ma
anche come amici (Giovanni 15:15). Sono cosi uniti
11
alla sua opera al punto che chi li accoglie,accoglie
Lui stesso (Matteo 10:42).
5) Hanno la stessa potestà e autorità di Gesù nel
diffondere il messaggio del regno.
6) Anche noi oggi se vogliamo seguire Gesù
dobbiamo essere dei discepoli come i primi
discepoli di Gesù. Infatti questo tipo di discepolato
non finisce ma continua e in Matteo 28:18 ci sono
le istruzioni affinché ognuno di noi possa essere
discepolato nel modo giusto e continuo! In questo
tipo di discepolato tutti imparano e tutti insegnano,
nessuno é arrivato, infatti l'unico maestro è,e resta
Gesù il Cristo, Maestro per eccellenza. Domanda
emerge: come fa Gesù ad insegnare ancora oggi ? la
risposta ce la da Gesù stesso in Giovanni 16:13-15.
" Quando però sarà venuto Lui , lo Spirito della
verità, Egli vi guiderà in tutta la verità, perché non
parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e
vi annuncerà le cose avvenire. Egli mi glorificherà
perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. Tutte le
cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto
che prenderà del mio e ve lo annuncerà.
12
ANNUNCIARE LA BUONA NOTIZIA
Gesù ancora oggi ci dice che siamo chiamati a fare
discepoli
e
poi
battezzarli,
dopodiché
l’insegnamento non deve mai mancare nella chiesa
poiché il significato della parola originale é appunto
quello di insegnare del continuo.
Ma per fare discepoli occorre evangelizzare. Che
cosa significa evangelizzare? Come tutti sappiamo
questa parola deriva dalla parola evangelo cioè
buona notizia, per cui evangelizzare é uguale ad
annunciare la buona notizia ai potenziali discepoli.
Nel Nuovo Testamento leggiamo che il Signore ha
usato parecchi discepoli per evangelizzare, per
esempio in Matteo 10 vediamo che Gesù mandò i
dodici dando loro potere di cacciare i demoni e di
guarire qualunque malattia e infermità. Questi sono
stati mandati nelle case ad annunciare la buona
notizia del regno. Poi in Luca 10 leggiamo che il
Signore ne mandò altri settanta e li mandò a due a
due dando loro lo stesso potere dei dodici. Man
mano che il cristianesimo si allargava vediamo
anche che il modo di annunciare la buona notizia
del regno si estendeva ,non solo entrando casa per
casa, ma anche facendo evangelizzazione di massa
come vediamo nel caso di Filippo l'evangelista Atti
8:5; dove leggiamo appunto che: "Filippo, disceso
nella città della Samaria, vi predicò il Cristo e le
folle unanime prestavano attenzione alle cose dette
13
da Filippo ascoltando e osservando i miracoli che
faceva.”
Come possiamo comprendere da questa scrittura, il
Signore si è usato di una sola persona con un
ministero specifico per proclamare la buona notizia
ad una folla. Dico questo perché sono convinto che
ci sono tanti modi per proclamare la buona notizia
del regno: i mimi, le recite,la musica,i mass-media.
Ma sono a mio parere principalmente due i sistemi
più efficaci, quella di andare nelle case e quella di
parlare alle masse. Per usare un paragone da
pescatori, anche se io non lo sono,si può pescare
con la canna, oppure con la rete. L'importante é, che
con questo o con l'altro metodo, la parola di Dio sia
la base e il mezzo con il quale annunziamo il
Cristo.Con la canna intendo dire andare casa per
casa,con la rete in mezzo alle folle.
14
L'ASPETTATIVA DEL REGNO
In Luca capitolo 10 leggiamo che il Signor Gesù
manda i suoi discepoli a due a due per andare casa
per casa e annunciare il regno di Dio guarendo gli
ammalati e liberando i posseduti che ci sarebbero
stati.
Vorrei subito far notare che questi sono discepoli
per cui persone che imparano, persone che si
sottomettono al loro leader, in questo caso Gesù.
In questo passo della scrittura capiamo che questi
discepoli hanno preparato la strada a Gesù infatti il
testo dice: " e li mandò a due a due davanti a se in
ogni città e 1uogo dove Egli stesso stava per
andare." Che cosa vuol dire tutto questo? Che cosa
era il regno di Dio per quei settanta discepoli? Che
cosa sapevano loro del regno di Dio per poterlo
annunciare agli altri? In realtà cosa annunciavano
agli altri? Sicuramente annunciavano quello che
avevano visto in Cristo Gesù, i miracoli che Egli
faceva, la parola che Egli predicava, e come loro
stessi erano trasformati dalla parola di Gesù. Infatti
le loro aspettative erano diverse da quelle che Gesù
presentava loro. Per loro il regno doveva essere solo
per Israele e non spirituale ma materiale, e il loro re
doveva essere il messia cioè un gran guerriero che
con l'aiuto di Dio conquistava e liberava il suo
popolo. Ma come possiamo notare non si manifestò
cosi, per cui dovevano testimoniare della loro
15
esperienza fatta con Gesù, e la prova era oltre alle
loro vite cambiate e molte anche guarite il fatto che
anche loro guarivano le persone e cacciavano i
demoni. Per cui comprendiamo che tutto questo
sicuramente metteva il desiderio alle persone che
ascoltavano di incontrare Gesù.
Certamente il modo di evangelizzare tra il mandato
dei settanta discepoli, e quello del gran mandato, è
diverso; nel senso che prima c'era Gesù fisicamente
che andava dietro loro invece dopo c'era lo Spirito
Santo in loro.
Come leggiamo in Marco 16:15-20; E disse loro:
“Andate per tutto il mondo, predicate l'evangelo ad
ogni creatura chi avrà creduto e sarà stato battezzato
sarà salvato; chi non avrà creduto sarà condannato.
Questi sono i segni che accompagneranno coloro
che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i
demoni; parleranno in nuove lingue; prenderanno in
mano dei serpenti; anche se berranno qualche
veleno, non n’avranno alcun male; imporranno le
mani agl’ammalati ed essi guariranno”.Il Signor
Gesù dunque dopo aver loro parlato, fu elevato in
cielo e sedette alla destra di Dio. E quelli se
n’andarono a predicare dappertutto e il Signore
operava con loro confermando la parola con i segni
che l'accompagnavano. Come possiamo notare in
questo passo, il Signore non manda più i discepoli
in una città o in una casa, ma in tutto il mondo
come anche dice il gran mandato di Matteo 28: 1616
20 e anche gli Atti degli Apostoli capitolo 1:8; non
solo, ma questo non è un semplice tirocinio ma la
sostituzione fisica del Cristo (Galati 2:20). Inoltre
c'è da dire che i segni accompagnavano la parola
predicata infatti ancora oggi quando l'annunzio del
Cristo è proclamato i segni accompagnano coloro
che credono. Prima di convertirmi ero ammalato di
una malattia che i medici non avevano definito, una
malattia che mi stava distruggendo insieme a dei
vizi che avevo, ma il giorno che credetti in Gesù e
lo accettai, fui guarito e liberato completamente.
In Luca capitolo 5:4-7; possiamo notare in una
maniera tipologica un’evangelizzazione di massa.
Leggiamo che l'Apostolo Pietro e gli altri avevano
pescato tutta la notte e non avevano preso nulla, ma
dopo che il Signore terminò il suo messaggio al
popolo disse a Pietro: "Com'ebbe terminato di
parlare, disse a Simone: prendi il largo, e gettate le
reti per pescare. Simone gli rispose: Maestro, tutta
la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso
nulla; però secondo la tua parola, getterò le reti. E,
fatto così, presero una tal quantità di pesci, che le
reti si rompevano. Allora fecero segno ai loro
compagni dell'altra barca, di venire ad
aiutarli.Quelli vennero e riempirono tutt'e due le
barche, tanto che affondavano.
Ecco il Signore disse gettate le reti per pescare, ora
un pescatore che aveva pescato tutta la notte e che
non aveva preso nulla, umanamente sapeva che era
17
impossibile prenderli di giorno, ma alla parola
(rhemata) di Gesù non esitò e cosi come leggiamo
presero tanti pesci che gli altri colleghi dovettero
aiutarli perché le reti si rompevano. Tutto questo ci
dice qualcosa di molto importante: 1) c'é una
tipologia spirituale che sembra dirci questo:
possiamo essere dei parlatori formidabili ma nel
regno dello spirito non si ha successo se non si ha
l'unzione nella propria vita, si può essere dei
professionisti e possedere l'arte dell'omiletica e non
pescare nessun’anima, si può avere la
migliore organizzazione ma senza il mandato di
Gesù tornare a mane vuote. Ovviamente questi sono
gli uomini religiosi che hanno la forma della pietà
ma ne hanno rinnegato la potenza,mentre per quelli
che vivono la vita del vangelo hanno l'unzione,per
questi c’e già il mandato Matteo 28,Marco 16 etc.
Pietro e gli altri pescarono tutta la notte e non
presero niente,dei professionisti della pesca con
tutta la loro organizzazione non pescarono nulla,
poi arriva Gesù che non è un professionista e
sapeva poco di pesca e comanda di andare a largo e
gettare le reti, Alleluia. Pietro forse per rispetto o
perché ormai aveva visto tanti miracoli ubbidisce
alla parola di Gesù; parola che ha un significato
profondo essa é il rhema di Dio cioè la parola
creatrice di Dio essa quando è mandata va ad effetto
e compie ciò per cui é stata mandata, Isaia 55:11
Cosi getta le reti e come leggiamo ne prendono cosi
18
tanti che altri devono aiutarli altrimenti si rompono
le reti e i pesci sono persi nuovamente nel mare.
Verso 6 E fatto cosi, presero una tal quantità di
pesci che le reti si rompevano. Questo c’insegna
che le cose dello spirito non si possono raggiungere
con la carne,(anima), ma solo con la parola di
Dio,mediante lo Spirito Santo.
Ebrei capitolo 4:12; dice cosi: Infatti la parola di
Dio é vivente ed efficace, più affilata di qualunque
spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere
l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa
giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.
Dico questo perché si può correre il rischio di
servire Dio con l'anima (carne) anziché con lo
spirito. Al capitolo 13:47; di Matteo é scritto così: il
regno dei cieli é anche simile ad una rete che,
gettata in mare, ha raccolto ogni genere di pesci.
Come possiamo notare, Gesù paragona il regno dei
cieli anche come una rete gettata in mare e poi tirata
portando a riva ogni specie di pesci. Come
possiamo capire dal contesto qui paragona la rete al
regno di Dio, al suo popolo che proclama la Sua
parola, i pesci alle anime e il mare al mondo. La
parola greca qui usata per rete é "sagènè"
letteralmente rete da tirare, che per mezzo della
barca si getta nell'acqua in un gran semicircolo.Per
cui penso che oggi più che mai dobbiamo gettare la
rete dell'evangelizzazione e tirare affinché più
persone possono conoscere il Signor Gesù che
19
ancora oggi salva, libera, guarisce e battezza con il
Suo Santo Spirito. Quando ho accettato Gesù
insieme a me l'hanno fatto altri quattro persone ed
abbiamo ricevuto salvezza, ed insieme ad altri
abbiamo ricevuto chi guarigione chi liberazione.
Dico questo per dire che il Signore é all'opera
ancora oggi, e posso testimoniare che da quando ho
conosciuto il Signor Gesù non ho smesso di vedere
Dio all'opera anzi posso dire con grand’umiltà è
franchezza che spesso il Signore dopo che ho
annunziato il Cristo mi ha usato per ministrare
guarigione al suo popolo e ho potuto vedere la Sua
compassione e la Sua potenza manifestarsi.Tempo
fa mentre mi recavo a Pordenone in una chiesa per
svolgere il ministero della parola il Signore mi disse
sul treno che in quella chiesa dove mi stavo recando
voleva guarire una sorella che aveva dei problemi
alla rotula del ginocchio è così fu. Gloria a Dio! o
quando mio fratello era fidanzato con una ragazza
di Gela ero spesso invitato nella chiesa di quel
paese, il Signore mi ha usato per guarire e salvare
delle anime. Ecco perché insisto che dobbiamo
muoverci più che mai in questo campo e riscoprire
l'amore e la compassione per le anime che sono
senza il loro creatore,e portare loro la buona notizia
dell'evangelo,l'unica alternativa della loro vita é
salvezza. Il Signore vi benedica e faccia sì che la
passione forte per annunciare Gesù Cristo al mondo
20
intero si possa impossessare di ognuno di voi.
Amen.
21
Perché sono Cristiano!
Mi piace vedere la figura di Gesù quando prega,
cioè il rapporto che Lui ha con il Padre. A questo
riguardo vorrei citare qualche scrittura: Luca 6:12
In quei giorni egli andò sul monte a pregare, e passò
la notte pregando Dio; Luca 9:18 Mentre egli stava
pregando in disparte, ecc. come possiamo leggere il
Signor Gesù pregava spesso e addirittura passava
tutta la notte in preghiera, sicuramente questo era il
segreto di Gesù, ed è il segreto di molti uomini di
Dio! Ma ciò che mi colpisce di più è che il rapporto
di Gesù con Dio è rapporto Padre Figlio e ciò non si
vede in nessuna religione al mondo, Alleluia! Non
solo questo ma in Cristo anche noi che eravamo
estranei abbiamo lo stesso rapporto,non è fantastico
questo? Ecco perché sono Cristiano,perché ciò
significa essere figlio di Dio non soltanto creatura,
suddito e servo ma soprattutto figlio. È Gesù stesso
che ci annuncia che siamo figli,infatti nell’evangelo
di Matteo 5:16 dice: così risplenda la vostra luce
davanti agli uomini, affinché vedano le vostre
buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei
cieli, e ancora Matteo 5:45 affinché siate figli del
Padre vostro che è nei cieli; Matteo 5:48 Voi
dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro
celeste. Anche l’Apostolo Paolo dice qualcosa a
riguardo in Romani 1:7 grazia a voi e pace da Dio
nostro Padre e dal Signor Gesù Cristo; e in Romani
22
8:15 E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù
per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo
Spirito d’adozione, mediante il quale gridiamo:
«Abbà! Padre!» Alleluia sta assicurando che siamo
stati adottati da Dio e la conferma è che abbiamo
ricevuto il Suo Spirito. E poi (Abbà Padre) cioè
“caro papà” sì proprio cosi, la stessa parola è usata
in Luca 11:2 Ed egli disse loro: quando pregate,
dite: Padre, notate che in questa circostanza, Gesù
non è chiamato Maestro ma Signore, e ciò mette in
rilievo che questo discepolo vede in Gesù più che
un maestro, difatti la parola greca "kurie" significa
Padrone, Signore, Essere Superiore, Imperatore.
Questo discepolo aveva realizzato e capito nel suo
cuore che Gesù non era un semplice maestro come
quelli dei suoi tempi, ma era superiore, era il
Maestro. Sicuramente il discepolo considerò che,
come Gesù era superiore agli altri maestri, così la
Sua preghiera e il Suo insegnamento sarebbero stati
superiori. Ciò che il discepolo voleva era imparare a
pregare. In greco la parola pregare è: "proseù chestai" cioè preghiera in generale, in pratica
qualsiasi tipo dì contatto con Dio può comparire
anche senza ulteriori specificazioni di contenuto; in
pratica questa è la preghiera personale tra te e Dio,
e penso proprio che fu questo quadro d’intimità tra
Gesù e Dio a colpire il discepolo, che quasi
sicuramente era schiavo delle "forme" giudaiche.
Infatti a quei tempi esistevano due forme di
23
preghiera, quella pubblica e quella privata, che in
definitiva non avevano nessun’efficacia! Erano
preghiere prive di veridicità, di semplicità di
comunione tanto da diventare formali e tradizionali,
servivano soltanto per farsi notare dal popolo, per
farsi ammirare. Anche Gesù un giorno ebbe a dire:
quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché
essi amano di fare orazione stando in piedi nelle
sinagoghe e ai canti delle piazze per essere veduti
dagli uomini, io vi dico in verità che cotesto è il
premio che ne hanno" (Matteo 6:5).
Certamente questo tipo di preghiere recitate non
sono sempre esistite. Inizialmente, uomini che con
cuore aperto si sono rivolti a Dio hanno formulato
delle preghiere sincere, ma con l’andare del tempo
queste preghiere sono state ripetute da altri
diventando quasi un modello, delle formule. Questo
perché quando gli uomini sì allontanano da Dio
(forse perché si credono "arrivati “) diventano
religiosi dando origine alla tradizione, ai dogmi,
alle forme.
Anche ai nostri giorni vediamo che nel mondo
religioso queste tradizioni continuano ad esistere,
sono diventate "sacre", ma lasciatemi dire e non vi
scandalizzate, che questo tipo di tradizione esiste
anche in certi ambienti evangelici. Ritornando
all'insegnamento di Gesù , cerchiamo di mantenere
sempre quella spontaneità e comunione con lo
24
Spirito Santo affinché le nostre preghiere siano fatte
con potenza ed efficacia.
Gesù usa la parola greca "pater", l'equivalente
dell'aramaico "abba" che significa "caro papà "e
questa fu sicuramente l'espressione usata da Gesù,
giacché a quel tempo la lingua locale era l'aramaico.
Questo nuovo significato apporta ai discepoli un
nuovo tipo di preghiera, un nuovo rapporto con Dio,
non più quello di Creatore e creatura, ma quello di
Padre e figlio. inoltre questo termine non s’incontra
più in nessun testo di tutta la ricca letteratura
liturgica dell'antico giudaismo. La coscienza della
distanza tra Dio e l'uomo impediva al pio giudeo di
rivolgersi a Dio col termine familiare del linguaggio
comune, cioè "abba"; questo linguaggio era soltanto
usato nell'ambito della famiglia, e i giudei non
usavano mai questo rapporto con Dio, ma Gli si
rivolgevano con il nome di "Adònay" o "Elohieu"
cioè Signore o Dio.
Con Gesù questo rapporto subisce un cambiamento
radicale, diventa un rapporto familiare, più intimo,
non é più solo il Creatore e Signore, ora diventa
anche Padre. Ecco acquistato un nuovo rapporto,
rapporto che ci permette di dialogare con Dio come
ad un padre perché ora siamo parte della Sua
famiglia. Questo è il Cristianesimo, uno stile di vita
superiore dalla norma, un rapporto di sincerità e
fedeltà con il Creatore rapporto legato non da statuti
e leggi, ma dall’amore di Dio. Questo significa
25
libertà di adorare il nostro Dio e Padre,libertà
d’amare,di aiutare di comunicare etc. non si ruba
più soltanto perché è peccato,ma perché si ama,non
ci si droga più soltanto perché è peccato,ma perché
si ama e cosi via. Questo perché come dice
l’Apostolo Giovanni, Se dunque il Figlio vi farà
liberi, sarete veramente liberi! Giovanni 8:36; la
parola usata è: (eléutheros),che significa
letteralmente colui che è libero in contrapposizione
con colui che è schiavo, (doulos) schiavo dal
peccato,dalle potestà che stanno nei luoghi
celesti,dalla natura adamitica etc. Inoltre questo
termine indica che si siamo liberi ma nello stesso
tempo schiavi di colui che ci ha liberati,come
afferma l’Apostolo Paolo in prima Corinzi 7:22.
Poiché colui che è stato chiamato nel
Signore,essendo schiavo, è un affrancato del
Signore; parimente colui che è stato chiamato
essendo libero, è schiavo di Cristo.
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SETTE ANNI SENZA DIO
Sono nato il 07 Febbraio 1968 nella città di Catania
(Sicilia). Fin da piccolo sono stato un bambino
abbastanza vivace ed intraprendente o almeno così
dicono quelli che mi hanno visto nascere. La mia
famiglia era povera, ma moralmente ricca, nel senso
che se poteva aiutava sempre chi era nel bisogno.
Nel 1975 mia madre conobbe il Signore in una
piccola comunità della chiesa Apostolica in Italia,
da qui si convertì anche mio padre che era alla
ricerca del Signore. Infatti, lui era stato avvicinato
in Argentina da alcuni cristiani, da cui ricevette la
sua prima bibbia in regalo. Partito dall’Argentina
tornò in Italia, esattamente a Catania, dove si sposò
e nacque mia sorella poi io ed infine mio fratello.
Nel periodo che mia madre si convertì mio padre
era alla ricerca, infatti, era stato prima nella sala dei
mormoni, poi nella sala dei testimoni di Geova, ma
sia nell’una sia nell’altra non trovava il solo vero
Dio; finalmente con la conversione di mia madre
mio padre poté trovare la vera chiesa.Io avevo solo
sette anni e subito incominciai a frequentare a
scuola domenicale, ero talmente monello e vivace
che il pastore di quella Chiesa mi chiamava
terremoto, ma nonostante tutto ero sicuro che la
vera Chiesa fosse quella e così incominciai ad
evangelizzare i miei amici, ma mi accorsi subito
che non ero gradito quando parlavo del Signore e
27
della Chiesa più giusta, sapete capivo e sapevo le
cose a quei tempi, una cosa sapevo e quella dicevo,
che la Chiesa dove andavo era quella giusta perché
lì non si pregavano le statue e neanche gli uomini,
ma Dio soltanto e questo mi bastava. Ma con
l’andare del tempo mi cominciarono a buttare le
pietre così smisi di parlare loro del vangelo. Così
fino all’età di dodici anni continuai a frequentare la
scuola domenicale, imparando a memoria i versi
della bibbia e i cori. Ma molto presto il mondo cominciò a piacermi e attrarmi verso esso, cosi
cominciai a frequentare cattive amicizie e brutti
locali, tipo sale da bigliardo, zone isolate dove si
faceva baccano etc. Ma tutto questo non era che
l’inizio di ciò che avrei passato. Infatti, dopo
qualche anno cominciai a fumare a dire le
parolacce, a fare a botte con le persone, ad andare in
giro offendendo la gente; e man mano che passava
il tempo diventavo sempre più cattivo e nervoso,
incominciai a non pensare più a Dio, anzi cominciai
a odiare tutti quelli che erano religiosi o
appartenevano a qualche denominazione, per me le
chiese erano come i partiti politici, ognuno buttava
l’acqua al suo mulin9 tutte parole e niente fatti.
Così più tempo passava più mi allontanavo dalla
vita religiosa, al punto che quando il pastore o
qualche fratello veniva a casa a trovare i miei, loro
entravano ed io uscivo. Un giorno il pastore mi
trovò a casa, perché non mi accorsi che stava
28
salendo le scale, così mi cominciò a parlare e mi
disse delle parole vere ma che non volevo che i miei
genitori sapessero. Ma lui come le sapeva?
Sicuramente Io Spirito Santo le rivelò al suo cuore.
Ma quelle parole mi fecero male così gli risposi
mentendo e quasi gli mettevo le mani addosso, se
non lo feci fu solamente perché c’era la mia
famiglia. In quel periodo avevo incominciato a
fumare lo spinello così dimenticavo la mia
insoddisfazione. Dopo l’incontro col pastore quel
giorno incominciai a sentirmi molto agitato e
nervoso e così la mia ribellione crebbe e peggiorai,
infatti, iniziai a fare uso d’erbe (fumo), di birra e di
cattive amicizie! Ben presto incominciai a
frequentare gente che rubava, gente che giocava al
poker e al bingo, e così anch’io incominciai a
giocare al bingo e soprattutto al poker, tanto che per
me divenne una schiavitù; giocavo tanti soldi,
poche volte vincevo e tante volte perdevo. Ma più
perdevo più mi accanivo contro quel gioco, la mia
vita incominciò a non valere più nulla, ero schiavo
di tante cose, come la sigaretta, lo spinello, il poker,
il bigliardo, il sesso, e i vari vizi che avevo. All’età
di diciotto anni mi sono fatto corrompere, nel senso
che anch'io ho cominciato a fare qualche furto,
fermavamo le persone con una pistola finta e gli si
levava il portafoglio e tutto ciò che aveva di valore,
e questo l'ho fatto due tre volte. Ma la cosa più
brutta e vergognosa era che i soldi non mi servivano
29
per mangiare, ma per poterli giocare al poker. Non
so perché facevo certe cose, il fatto sicuro è che per
farmi vedere dagli amici ed essere come loro ero disposto a tutto, infatti, li superavo, al punto che
alcuni avevano paura di me e mi tenevano buono.
Però devo ammettere che il seme della parola di
Dio c'era sempre. Un giorno con altri compagni
andammo a rubare una vespa per venderla e dopo
dividerci i soldi, e mentre gliela levavamo dalle
mani, quel ragazzo mi fece tenerezza e dentro mi
veniva da piangere e intervenni dicendo di lasciarlo
stare per questa volta, ma loro non mi ascoltarono e
gliela rubammo. E questa volta io non partecipai,
anzi da quel giorno cominciai a pensare che non era
giusto fare ciò che facevo. Infatti, da quel giorno
cercai di rubare il meno possibile, pero c erano tutte
le altre cose che mi tenevano schiavo, come il
poker, il bingo, la sigaretta, il fumo (spinello), il
sesso e tutte le altre cose che il mondo offre.Una
sera io ed un amico andammo da un mio cugino, e
lo trovammo che stava comprando uno spinello, ma
non avendo i soldi lo prendemmo noi, così
trovammo cosa fare per quella sera. Non vedevamo
l'ora che facesse buio, per andare in qualche via
solidaria dove poterlo fumare tranquillamente. Si
parlava in macchina del fatto che finalmente si
poteva fumare una canna tranquilla, senza che
nessuno ci d’asse fastidio e così parlando eravamo
contenti di quest’occasione. Per me si stava
30
preparando qualcosa di soprannaturale e io non
sapevo e non potevo neanche immaginare una cosa
simile, neanche se qualcuno me lo avesse detto.
Infatti, quella sera fu indimenticabile per me, dopo
che fumammo, il mio amico già sotto l'effetto dello
spinello mi disse: «ora fammi dormire così me lo
godo meglio».Rimasi come solo dentro quella
macchina, e mi ricordo che guardavo davanti e
dietro, a destra e a sinistra, c'era un silenzio terribile
e pauroso non passava nessuno, ma tutto ad un
tratto cominciai a sentire rumore di sirene e di
campane, tanto che svegliai il mio amico e gli chiesi
se anche lui sentiva gli stessi rumori, ma lui rispose:
« No! Non rompere fammi dormire». Così mi
ammutolì e mi sdraiai anch'io cercando di dormire,
ma subito sentì dei passi e cercai di girarmi per
vedere se c'era qualcuno, ma inaspettatamente mi
resi conto che il mio collo non si girava, cosi mi
spaventai e cercai di alzarmi ma non potevo, cercai
di muovere le braccia e le gambe, ma niente da fare,
era come se tutto fosse paralizzato. Allora
cominciai a gridare ma mi accorsi che la mia voce
non usciva e cominciai a piangere e a chiamare
aiuto, ma nessuno mi sentiva poiché la mia voce
non usciva e neanche le mie lacrime uscivano. Ebbi
molta paura, ero là ma non potevo muovermi, tutto
ad un tratto successe qualcosa di più terribile:
incominciai ad uscire dal corpo e mi vedevo
sdraiato come morto e il mio amico che dormiva.
31
Cominciai a piangere chiedendomi cosa stava
succedendo, neanche finì di parlare che fuori
cominciò a far giorno e tornai a sentire la sirena e
vidi dei giornalisti che scrivevano "morti per droga.
Allora passai attraverso il vetro della macchina e
cercai di fermarli dicendogli di non scrivere questo,
perché se lo avesse letto mia madre sarebbe morta
anche lei dal dispiacere. Lui non mi sentiva ed era
come se non mi vedeva, infatti, io lo toccavo per
farlo girare ma non si accorge va che io ero
lì.Cominciai allora a dire: non può essere, cosa
succede, cosa succede? E proprio in quel momento
tutto ritorna buio e non c'é più la macchina e i
giornalisti, ma rimango io solo e subito mi accorsi
che non ero sulla terra. Infatti, mi trovavo in una
specie di tribuna-le molto grande, e lì mi ricordai
che Dio esiste. Non so se potete provare quello che
io provai, capì dove ero e cosa ml aspettava, ero
perduto, non meritavo la vita, ero un delinquente,
un ladro, un fornicatore, insomma ero un
peccatore.Lì mi ricordai di tutti gl'insegnamenti di
mia madre e anche di quelli della scuola
domenicale, ma ora a cosa mi servivano?Ero lì ad
aspettare un giudizio! Allora cominciai a piangere e
a dire: " Dio perdonami, perdona-mi, perdonami ti
prometto che se mi riporti sulla terra, io ti servirò
per tutta la vita e non fumerò più né sigaretta né
spinelli, farò la tua volontà per sempre, ti prego non
lo faccio più". Mentre dicevo ancora: " Ti prego
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perdonami, mi ritrovai nuovamente nel mio corpo,
dentro la macchina vicino al mio amico. Allora
cominciai a piangere dalla contentezza e mi accorsi
che le lacrime uscivano, provai a muovermi e mi
sono potuto muovere, così alzai il sedile di corsa
accesi la macchina e andai in un bar svegliai il mio
amico, mi comprai un panzarotto e lo accompagnai
di corsa a casa. Erano passate soltanto due o tre ore
non mi ricordo bene l'orario perché avevo ansia di
andare a casa, e per quella sera non toccai neanche
una sigaretta.Il giorno dopo uscì da casa e mi
comprai un pacchetto di sigarette, e andai come di
solito nella sala giochi che frequentavo ed ero tutto
silenzioso. Durante la giornata cominciarono a
venire i miei amici e anche mio fratello,
cominciarono a farsi uno spinello e notarono che io
non mi avvicinavo come facevo di solito così mi
domandarono cosa avevo. Allora cominciai a
raccontare quello che mi era successo la sera
precedente e si misero a ridere e a prendermi in
giro, così andò avanti per qualche giorno. Non
passò molto tempo che dimenticai quest’avventura
e così ripresi a fare tutto ciò che facevo prima, ma
non passò molto tempo che il Signore mi ricordò la
mia promessa. Come? In questa maniera. Passò
circa un mese che una notte mi sentii male, era
come se il cuore si fosse fermato, così incominciai
ad invocare il sangue di Gesù, mia madre mi aveva
insegnato fin da piccolo che quando mi succedeva
33
qualcosa di male dovevo invocare il Signore e Lui
mi avrebbe aiutato. Feci così e, infatti, mi sentii
subito meglio, ma da quella notte m’invase una
paura terribile della morte e da qui incominciò la
mia di stretta, che però mi portò ad incontrare il
Signore. Non potevo più dormire perché il freddo e
la paura m’invadevano, cosi invece di dormire la
notte dormivo la mattina e non potevo andare più al
lavoro, cominciarono le liti con mio padre e con
tutti quelli. Che mi stavano attorno, infatti, diventai
più cattivo e più nervoso, ogni giorno perdevo chili
ed ero sempre più sciupato, più passava il tempo più
stavo male e la paura aumentava al tale punto che
qualsiasi dolore che provavo mi sembrava una
terribile malattia. Mi stavo di-struggendo senza
accorgermene, soffrivo e stavo perdendo il senso
della vita vedevo tutto in modo negativo.Un giorno
mia madre decise di portarmi dal medico e lui mi
assicurò che non era niente, mi consigliò di eruttare
e tutto sarebbe passato, ma non fu così, infatti, non
passò molto tempo che vi tornammo e questa volta
mi diete delle pillole ma neanche queste mi fecero
nulla, anzi i disturbi aumentarono e stavo davvero
male. A questo punto i miei genitori capirono che la
situazione era davvero seria, allora decisero di
portarmi da uno specialista, uno dei migliori della
mia città. Quando mi visitò non trovò niente di
particolare, gli disse a mia madre che forse era un
inizio di depressione ma niente d’allarmante, così
34
mi diede dei medicinali per farmi dormire la notte e
si guadagnò le sue duecentomila, ma la malattia
c'era ancora e io soffrivo e stavo sempre più male al
punto che ritornai dallo specialista. Il dottore mi
visitò nuovamente e non capiva cosa potesse essere,
cosi incominciò a provare un'altro tipo di farmaco,
ma anche questo non mi faceva niente.Un giorno
mio padre non capendo la situazione si arrabbiò con
me e decise di picchiarmi perché non andavo a lavorare e io mi feci prendere dall'ira e gli diedi uno
schiaffo, non l'avessi mai fatto; la coscienza mi
rimordeva ogni secondo e questa situazione mi
faceva stare ancora più male. Ma non solo avevo
problemi io, eravamo anche nei guai con la casa nel
senso che ci avevano sfrattati ed eravamo in una
pensione da tre anni.In pratica vivevamo in una sola
stanza in cinque. persone, quindi eravamo
veramente provati come famiglia. A questo punto
della situazione IDDIO mandò una sorella della
chiesa a casa mia e consolò mia madre sicuramente
parlando e pregando, ma la cosa più bella fu che
voleva parlare con me e mia madre gli disse a che
ora mi poteva trovare, cosi un giorno iniziò a
parlarmi affermandomi che Gesù poteva guarirmi
ma io non capivo il suo parlare. Una sola parola mi
toccò e cioè il fatto che c'era un predicatore che se
avesse pregato per me, affinché io non fumassi più,
io non avrei più fumato, cosi accettai di
accompagnarla.Finalmente una sera andammo in
35
chiesa e mi fece sedere nei primi posti, ero
imbarazzato perché mi sentivo un estraneo. Dopo
dieci minuti incominciò la riunione e
incominciarono a cantare inni e cori al Signore, a
pregare c'era anche qualcuno che piangeva. In
quell'istante mi accorsi che in quel luogo c'era
veramente la presenza del Signore! Non mi sentivo
degno di essere là perché mi vedevo troppo sporco
in confronto a loro. Mi feci piccolo piccolo nel mio
posto e pensavo: "Questi sono santi, se sanno che io
sono un peccatore mi buttano fuori di qui" invece
loro lo sapevano, infatti, quelle riunioni si facevano apposta per quelli come me.Intanto la riunione
andava avanti e si passò alla predicazione, il
predicatore era un missionario brasiliano, un servo
del Signore veramente unto di Spirito Santo.
Cominciò a parlare non ricordo le parole esatte, ma
una cosa la so e cioè che mentre parlava iniziai a
piangere. Al termine della predica fece un appello
per chi voléva accettare il Signore, qualcuno alzò la
mano poi ancora un'altro, a poi un'altro ancora.
Arrivati alla quarta persona nessuno più alzò la
mano, ma il predicatore insisteva affermando che
c'era tra noi un'altra persona che doveva accettare
Gesù, ma la cosa strana é che mentre diceva questo,
con la mano alzata guardava proprio me, ed aveva
ragione perché io volevo accettare Gesù, ma mi
vergognavo ad alzare la mano, Passò il momento
dell'appello ed io non accettai il Signore.Subito
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dopo ci fu l'appello per la preghiera della fede così
lui la chiamava.Questa preghiera consisteva nel
pregare per gli ammalati, per i posseduti e per
coloro che avevano il vizio della sigaretta. Appena
senti che avrebbero pregato per il vizio della
sigaretta corsi subito avanti per essere liberato da
questo vizio, perché ero stanco di fumare e di
distruggermi con la sigaretta.Dopo aver pregato. per
diverse persone finalmente venne il mio turno. Non
capii nulla di ciò che diceva forse perché era
brasiliano o il perché non so proprio, fatto sta che
dopo la preghiera non mi successe niente. La
mattina seguente dopo essermi alzato come sempre
andai nella sala giochi, dove subito mi procurai una
sigaretta, ma quel giorno successe qualcosa di
speciale. Dio in tutto questo tempo mi stava
preparando ad un incontro personale con lui, si
stava usando di tutto quello che facevo
normalmente per farsi conoscere da me e dimostrarmi il suo amore ed il suo perdono. Quella
mattina mentre stavo fumando la mia sigaretta
passò là sorella che il giorno prima mi aveva
portato all'incontro. Incominciai a prenderla in giro
e gli dissi: "Guarda fumo ancora il tuo Gesù non é
riuscito a liberarmi" Lei tranquilla mi rispose: "Ma
tu lo hai accettato il Liberatore, il Guaritore, il
Salvatore? Rimasi senza parole, anzi le sue parole
mi colpirono come una spada a doppio
taglio.Rimasi qualche minuto senza parlare poi
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dissi: "Senti questa sera voglio tornarci, ti
accompagno. OK?" Lei mi rispose che mi avrebbe
aspettato. Quella sera andammo ed accadde
l'immaginabile. Durante tutta la riunione mi
scendevano le lacrime e sentivo qualcosa dentro di
me, che mi convinceva di peccato e avevo vergogna
di stare lì. La riunione procedeva e finalmente
arrivò il turno della predicazione sembrava che
quell'evangelista parlava proprio a me,alla fine del
messaggio fece un appello e quattro persone
accettarono il Signor Gesù come personale
Salvatore. Il predicatore affermava che c'era ancora
una quinta persona che doveva accettare Gesù e
guardava nella fila di sedie dove ero seduto io, poi
addirittura incominciò a guardare proprio me e
sembrava che avesse qualche cosa per me, ma io
resistevo e così non andai avanti per accettare il
Signore. Dopo l'appello ci fu il momento per la
preghiera della fede, allora mi alzai perché volevo
veramente smettere di fumare ed essere guarito da
quella malattia che mi stava distruggendo, mentre
pregava per quelli che stavano davanti a me tutto ad
un tratto ebbe una parola di conoscenza. Quel
giorno mi era venuto un leggero mal di testa e mal
di gola e ci soffrivo tanto, non avevo detto a
nessuno di questo fastidio perché pensavo che fosse
passeggero.Tornando ora alla riunione ricordo che
l'evangelista ebbe una parola di conoscenza e
diceva cosi: C'é un giovane che in questo momento
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ha mal di testa e mal di gola, il Signore mi sta
dicendo che Satana se lo vuole portare con sé e sta
preparando un omicidio per lui affinché lo possa
prendere, ma Gesù lo vuole Salvare da questo
soltanto se lui lo accetta. In quel momento mi sentii
le gambe tremare, sapevo che stava parlando di me,
conoscevo benissimo la mia situazione e la mia
compagnia.Infatti in quel periodo della mia vita a
causa anche della malattia che non mi consentiva di
alzarmi presto, frequentavo dei ragazzi poco
raccomandati rapinatori ,scippatori etc. Così mi
ritrovai davanti al pulpito e voltandomi mi chiesi
com’ero arrivato là, riflettevo del passo che dovevo
fare perché sapevo che si trattava di una cosa seria.
Feci sicuramente il passo giusto e cioè accettai il
Signore come mio personale Salvatore, Guaritore e
Liberatore. Dissi al pastore: "Voglio accettare Gesù
,ma non lo dica forte perché mi vergogno degl'altri
che mi guardano"? Ma il pastore non capì o fece
finta di non capire, fatto sta che lo disse al
microfono e in quel momento diventai tutto rosso,
ma mi sentii anche molto felice. Poi l’evangelista
pregò per me, e contrariamente alla prima
volta,.capii quel che diceva pregava per me affinché
il Signore mi liberasse dal vizio del fumo,dello
spinello,del poker e per la malattia che tanto mi
distruggeva.Chi glielo aveva detto poiché lUi non
mi conosceva? La risposta é il Signore. Infatti da
quel momento sono stato guarito e liberato, gloria a
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DIO! !Da quel giorno non ho fatto altro che seguire
Gesù e servirlo con tutto il cuore,. con tutte le mie
debolezze e difetti ,ma con Lui ho ricevuto vittoria.
Ho scritto brevemente la storia della mia
conversione perché vorrei che tutti quelli che hanno
una vita difficile, o addirittura una vita simile alla
mia possono avere speranza e sopratutto fede che
Dio li ama e li ascolta ed ha un piano anche per
loro. Sono passati diciannove anni dalla mia
conversione e non ho avuto mai più sintomi della
mia malattia ne desiderio di fumare o giocare al
poker, ma ho soltanto il desiderio di servire il
Signore, e questo faccio con gioia vera al dì d’oggi.
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Un metodo d’evangelizzazione di massa
Per finire questo libretto vorrei brevemente
descrivere un metodo per raggiungere più anime
possibile é potarli al Signore mediante una
evangelizzazione di massa. In poche parole imitare
ciò che fece Gesù in Luca capitolo 10 cioè: prima
mandò i settanta in ogni città e luogo dove egli
stesso stava per andare ed insegnare loro le cose
relative al regno dei cieli ma sopratutto a come
vivere la nuova vita che dava loro. Infatti, notiamo
che al verso 38 egli entra in un villaggio ed entra a
casa di Marta e Maria dove sicuramente lo
aspettavano, e dove sicuramente erano passati i
settanta e avevano annunciato la sua venuta. Forse
furono loro stessi ad organizzare la riunione a casa
di Marta. Chi sa quanta gente c'era, una cosa é
sicura c'era gente e lo possiamo notare nel capitolo
11 dove dà l'insegnamento della preghiera, e dove
libera un indemoniato, etc. Cosi anche noi oggi
possiamo fare la stessa cosa cioè:
1) Fare una pre - evangelizzazione (organizzarla).
2) Preparare il terreno facendo lavorare ogni
discepolo disponibile per il regno dei cieli,
formando:
41
a.
b.
c.
d.
un gruppo d’intercessione.
un gruppo di lode.
un gruppo dei mimi.
un gruppo di consiglieri per assistere i futuri
discepoli cioè coloro che accetteranno il
Signor Gesù come loro Salvatore e Signore,
un gruppo d’evangelizzatori che appunto
preparano le anime testimoniando loro di ciò
che ha fatto Gesù nella loro vita e poi
invitandoli ad una riunione dove appunto
possa intervenire il ministero d’evangelista
che tirerà la rete per portare le anime a Gesù.
3) Poi la post-evangelizzazione cioè discepolarli per
il battesimo e per la vita della chiesa. Per tutto
questo ovviamente ci vuole tempo ma sopratutto
preghiera e consacrazione e dedicazione, per amore
delle anime che non conoscono il Signore IDDIO.
Dio ci Benedica e ci usi per questo compito che é
l'evangelizzazione.
42