PARAMETRI EMATOLOGICI PER LA VALUTAZIONE DEL BENESSERE ANIMALE CONCETTO DI BENESSERE ANIMALE Lo stato di un individuo per quanto concerne le sue capacità di adattarsi all’ambiente. (Broom 1986) …Un adattamento difficile o impossibile si associa, invece, a dolore o ad altri tipi di sofferenza INTRODUZIONE • BENESSERE… …importanza di ordine • Etico • Scientifico • Sociale • Politico 1 • …necessità di avere degli strumenti per: – Accertare obiettivamente le condizioni di benessere – e/o accertare eventuali variazioni in relazione alle dinamiche ambientali Le osservazioni cliniche, etologiche e zootecniche rappresentano il perno delle attività di verifica del livello di benessere animale. Tali osservazioni possono utilmente integrate da: essere, comunque, esami ematologici (conta e formula leucocitaria), esami di immunologia clinica (sieroproteine, rapporto albumine/globuline, complemento, lisozima, battericidia, aptoglobina, blastizzazione linfocitaria); valutazione dello stress ossidativo. 2 STRESS Turbe dell’omeostasi metabolica se non si risolve se si risolve Ripristino dell’omeostasi Malattia agenti stressanti ipofisi sistema nervoso corteccia surrene riserve corporee cortisolo immunodepressione aumento attività metabolica + glucosio + NEFA +aminoacidi catecolamine animale vigile >frequenza cardiaca e respiratoria COME INTERFERISCE UNO STRESS SUL SISTEMA IMMUNITARIO? I glucocorticoidi hanno numerosi effetti sul sistema immunitario: • diminuzione dei leucociti circolanti • linfopenia e neutrofilia • soppressione l’attività dei linfociti B e linfociti T citotossici • diminuzione della sintesi di alcune citochine da parte dei macrofagi 3 NEL CASO DI SITUAZIONI STRESSANTI CRONICHE??? IMMUNITÀ INNATA • Prima linea di difesa dell’organismo • Filogeneticamente più vecchia dell’immunità acquisita • È un sistema relativamente inflessibile IMMUNITÀ INNATA 4 Mokoto Sakamoto Nutrition 1998 SISTEMA IMMUNITARIO Funge da segnale di allarme, avvisando compartimento specifico dell’immunità che necessaria una efficace risposte immunitaria il è Le risposte innate generano molecole che, assieme all’antigene, fungono da segnale per attivare i linfociti TeB Tra i due comparti si realizza un vero e proprio dialogo SISTEMA IMMUNITARIO IMMUNITA’ INNATA IMMUNITA’ ACQUISITA 5 IMMUNITA’ NATURALE SCHEMA DI JANEWAY RISPOSTA IMMUNITARIA IMMEDIATA - < 4 ORE PRECOCE TARDIVA - (4 - 96 ORE) MEDIATA DAL SISTEMA IMMUNITARIO INNATO, CHE CONDIZIONA L’INTERAZIONE CON I PIÙ COMUNI PATOGENI AMBIENTALI - (>96 ORE) RISPOSTE SPECIFICHE (ANTICORPI, LINFOCITI T) BARRIERE ESTERNE DELL’IMMUNITÀ INNATA MECCANICHE - CUTE, MUCOSE - EPITELIO CILIATO, MUCO FISIOLOGICHE O BIOCHIMICHE - ACIDO LATTICO, ACIDI GRASSI, PELLE - PEPSINA (STOMACO) - LISOZIMA (SALIVA, SUDORE, LACRIME) - pH ACIDO (STOMACO) MICROBIOLOGICHE - FLORA BATTERICA (INTESTINO) 6 BARRIERE INTERNE DELL’IMMUNITÀ INNATA FISIOLOGICHE - TEMPERATURA CORPOREA - TENSIONE OSSIGENO Fattori SOLUBILI - COMPLEMENTO, LISOZIMA, INTERFERONE - PROTEINE DI FASE ACUTA - ANIONE SUPEROSSIDO - PROTEINE LEGANTI IL FERRO (LATTOFERRINA, TRANSFERRINA) Fattori CELLULARI - MONOCITI/MACROFAGI - GRANULOCITI NEUTROFILI - CELLULE NK ATTUAZIONE RAPIDA (DAI 4 MINUTI ALLE 4 ORE) ATTUAZIONE MEDIA E LENTA (DALLE 4 ORE AI 4 GIORNI) 7 CITOCHINE • MOLECOLE CHE COSTITUISCONO IL LINGUAGGIO DEL SISTEMA IMMUNITARIO • MEDIATORI DELL’IMMUNITÀ INNATA • MEDIATORI DELL’IMMUNITÀ SPECIFICA • FATTORI DI CRESCITA DEL SISTEMA EMOPOIETICO CITOCHINE • Le cellule del sistema immunitario, in risposta a microrganismi, secernono alcune proteine chiamate citochine che mediano molte reazioni cellulari dell’immunità innata • Nell’immunità naturale la principale sorgente di citochine è rappresentata dai macrofagi attivati dal riconoscimento di microbi. CITOCHINE • La maggior parte delle citochine agisce sulle cellule che le hanno prodotte (azione autocrina) o su cellule immediatamente adiacenti (azione paracrina). • Nelle reazioni immunitarie innate se viene attivato un numero abbastanza elevato di macrofagi le grandi quantità di citochine prodotte possono agire anche a distanza della sede di secrezione (azione endocrina). • Le citochine dell’immunità innata assolvono a numerose funzioni nella difesa dell’ospite. 8 CITOCHINE • TNF e IL- 1 sono le principali citochine coinvolte nel reclutamento dei neutrofili e dei monociti circolanti nei focolai di infezione. • Le cellule NK producono IFN- γ con la funzione di attivazione dei macrofagi. • Dal momento che anche i linfociti T producono IFN- γ, questa citochina può essere considerata come appartenente ad entrambi i comparti dell’immunità: sia quello innato che quello acquisito. Macrofago attivato TNF IL-1 IL-15 IL-12 Effetti locali • Attivazione endotelio vasale con espressione di molecole di adesione • Richiamo di neutrofili e monociti Effetti sistemici • Az. Pirogena • Produz. APP • Cachessia • Trombosi vascolare • Shock Effetti locali • Attivazione endotelio vasale con espressione di molecole di adesione • Attivazione produzione linfociti B Effetti sistemici • Az. Pirogena • Stim. APP • Cachessia IL-6 Effetti locali • Stimola crescita linf.B > secrezione anticorpi Effetti sistemici • Az. Pirogena • Stimola produzione APP Effetti locali Effetti locali • Attiva NK e ne > attività • Stimola prod. IF- γ da NK • Stimola differenz. linf.T helper in cellule TH1 • Stimola proliferazione NK • Funge da fattore di crescita linf. APPROCCIO IMMUNOLOGICO • E’ utile applicare in laboratorio esami di tipo immunologico atti a definire l’ entità dello sforzo di adattamento ambientale degli animali e le alterazioni correlate a tale sforzo • Sono test abbastanza “robusti” • Non richiedono tempi prolungati di esecuzione • Forniscono dati predittivi sulla possibile evoluzione di condizioni di scarso benessere verso patologie clinicamente conclamate • Il campione prelevato può essere usato per altri esami 9 DETERMINAZIONE DELL’ATTIVITA’ BATTERICIDA DETERMINAZIONE DELL’ATTIVITA’ BATTERICIDA • L’inibizione della crescita del E.coli viene valutata come variazioni di D.O. Si effettua la lettura con spettrofotometro a λ di 690nm. • Il risultato viene espresso come valore percentuale di capacità battericidica del siero in esame. • La sua concentrazione viene espressa in %. SISTEMA COMPLEMENTO • Il termine complemento definisce una famiglia di proteine e frammenti proteolitici che svolgono molteplici funzioni nell’immunità naturale ed acquisita. Tali funzioni comprendono: • distruzione diretta di cellule • regolazione di differenti meccanismi effettori della risposta immunitaria • capacità di modulare ogni fase della risposta immunitaria : dal riconoscimento iniziale dell’antigene fino alla sua eliminazione. 10 SISTEMA COMPLEMENTO Gli stimoli principali che lo attivano sono • I complessi antigene-anticorpo • Le superfici biologiche dotate di forti cariche ioniche come la membrana più esterna dei batteri Gram- e la parete cellulare dei batteri Gram+ e dei funghi • I carboidrati con elevato contenuto di mannosio che sono diversi da quelli prodotti dalla maggior parte dei mammiferi SISTEMA COMPLEMENTO SISTEMA COMPLEMENTO Nella difesa dell’ospite il sistema del complemento assolve a tre funzioni Infine si ha la formazione La frazione C3b riveste i di un complesso proteico microbi favorendo un loro che si inserisce sulla legame con i fagociti grazie ai membrana della cellula recettori per C3b espressi microbica sulla membrana di quest’ultimi Alcuni prodotti di degradazione del complemento svolgono un’ azione chemotattica su neutrofili e monociti favorendo l’istaurarsi di un processo flogistico 11 SISTEMA COMPLEMENTO Polimerizzazione struttura tubulare penetrazione membrana poro lisi della cellula ATTIVAZIONE DEL COMPLEMENTO PER VIA ALTERNATIVA ATTIVAZIONE DEL COMPLEMENTO PER VIA ALTERNATIVA • La capacità della cascata complementare di essere attivata in assenza di anticorpi è imputabile alla instabilità intrinseca della componente complementare C3. • Il C3 in fase fluida presenta una lenta ma continua attivazione spontanea . • Se tale attivazione del C3 avviene in prossimità di una appropriata superficie (come una membrana biologica) il frammento può legarsi covalentemente ad essa. 12 ATTIVAZIONE DEL COMPLEMENTO PER VIA ALTERNATIVA VIA MB-LECTIN (MANNANBINDING LECTIN) TITOLAZIONE DEL COMPLEMENTO EMOLITICO • Fornisce indicazioni sui meccanismi di difesa immunitaria dell’animale e sulle sua competenza nei confronti dei patogeni ambientali • L’evidenziazione di bassi livelli di complemento indica un avvenuto consumo in vivo in seguito a stati flogistici e quindi un notevole coinvolgimento del sistema immunitario aspecifico con il rischio di insorgenza di patologie condizionate. 13 CH50 ASSAY PATIENT'S SERUM (w/ C’) MAC CYTOLYSIS LISOZIMA Il lisozima, noto anche come muramidasi, è un potente enzima antibatterico in grado di svolgere un’azione sinergica con la risposta immunitaria umorale e con i fattori del complemento La muramidasi presenta la capacità di attaccare e demolire i polisaccaridi azotati (peptidoglicano) che costituiscono gli strati periferici delle strutture cellulari di vari germi LISOZIMA 14 LISOZIMA La concentrazione del lisozima nel siero viene mantenuta principalmente dai neutrofili in degenerazione. La sua determinazione ci permette di conoscere l ’attività dei granulociti e lo stato di funzionalità del sistema monocitario/macrofagico, indicandoci la presenza di stati infiammatori. LISOZIMA I campioni di siero vengono posti a contatto con una sospensione di Micrococcus lysodeikticus, incorporato in un gel di agar . LISOZIMA La sua concentrazione viene espressa in µg/ml 15 PROTEINE DI FASE ACUTA PROTEINE DI FASE ACUTA POSITIVE NEGATIVE NEG: Decrease in concentration (10–30%); 0: No change; I: 50% to 100% increase; II: Between 100% and 10 times increase; III: More than 10 times increase. 16 PROTEINE DI FASE ACUTA PROTEINE DI FASE ACUTA L’ Hp essenzialmente previene la perdita di Fe legandosi all’Hg libera e dando origine a complessi molto stabili. Ha anche un effetto batteriostatico, sottraendo ai batteri la biodisponibilità del Fe, necessario alla loro creescita Nei bovini sembra avere un ruolo di regolazione del metabolismo lipidico (Nakajiuna et al., 1997) ed agire da immunomodulatore (Ohtsuka et al., 2001). PROTEINE DI FASE ACUTA 17 PROTEINE DI FASE ACUTA Per SAA, nel bovino, sono state individuate due isoforme. Non si conosce esattamente il suo ruolo anche se ne sono stati ipotizzati diversi PROTEINE DI FASE ACUTA PROTEINE DI FASE ACUTA 18 PROTEINE DI FASE ACUTA STRESS OSSIDATIVO 19 STRESS OSSIDATIVO STRESS OSSIDATIVO Quando la produzione di ROS, invece, non viene controbilanciata dai sistemi antiossidanti: STRESS OSSIDATIVO • Fenomeni infiammatori con rilascio di ROS da parte dei leucociti • Malattie metaboliche/circolatorie (ischemie) che comportano danno tissutale • Per azione di metalli pesanti:Fe!! • Trattamenti con farmaci anabolizzanti con aumentato consumo di ossigeno • Alimentazione con presenza di fattori proossidanti (micotossine) • Per azione dell’ossido nitrico (NO) 20 21 n.s. Valori di riferimento: 7,9 ds 3,1 ng/ml n.s. P< 0,0001 73 78 % % P< 0,005 44 27 1,25 0,39 CH50 % μg/ml Moscati & Beghelli, 2008 Valori di riferimento: 1 – 3 µg/ml; battericidia:>90%; complemento:> 30 CH50 P< 0,0005 225 3,4 P< 0,05 372 2,7 Beghelli & Moscati, 2008 Valori di riferimento: PAO 250 ± 50 µM CLO neutralizzate ROM’s 0.6 ± 0.2milliMoli H2O2 22 • L’utilizzo routinario dei parametri di immunità aspecifica può dare utili indicazioni della capacità adattativa all’ambiente. • Questa capacità potrebbe essere influenzata anche dalla genetica, lo studio approfondito delle variazioni nelle diverse condizioni ambientali potrebbe indicare quali razze possono facilmente essere adibite a diverse tipologie di allevamento. Nelle razze di interesse zootecnico l’utilizzo dei test atti a valutare lo stress ossidativo ed i parametri di immunità aspecifica sono strumenti da utilizzare per una diagnosi di popolazione, al fine di individuare una causa collettiva in grado di influenzare lo stato sanitario e di benessere/malessere degli allevamenti. 23 Grazie per l’attenzione !!!!! 24