Numero 0 Anno 2014 TONI SERVILLO Passione e Stile COMITATO DI INDIRIZZO presidente: Maurizio Puglisi vicepresidente: Daniele Macris membri: Carmelo Altomonte, Salvatore D’Urso, Giovanni Giacoppo, Giovanni Moschella, Laura Pulejo COMITATO EDITORIALE Antonino Saija, Ninni Bruschetta, Giovanni Renzo DIRETTORE EDITORIALE Antonino Saija DIRETTORE RESPONSABILE Tania Toscano COMITATO SCIENTIFICO Nino Genovese, Gigi Giacobbe, Marcello Minasi, Giovanni Molonia, Grazia Musolino, Nino Principato, Giuseppe Ramires, Franz Riccobono, Mario Sarica, Grazia Spuria, Sergio Todesco, Dario Tomasello, Luciano Troja REDAZIONE Nicola Costantino, Nunzia Lo Presti, Elisabetta Reale FOTOGRAFIA Elisabetta Saija LAYOUT TESTATA Life Solution PROGETTO GRAFICO Costantino Di Nicolò IMPAGINAZIONE Eleonora Rao STAMPA di nicolò edizioni polo artigianale Larderia - capannone, 1 - 98129 - Messina tel/fax. 090. 730919 - [email protected] www.teatrodimessina.it - [email protected] centralino 090.8966215 - botteghino 090.8966226 pbx - interno 244 Numero 0 - Ottobre - Novembre 2014 In attesa di registrazione al tribunale di Messina IN COPERTINA Toni Servillo S O M M A R I O L’editoriale ................................................................ 3 Che lo spettacolo abbia inizio!.................................. 4 Napoli è un mistero insondabile................................ 6 “Un onore profondo aprire la stagione” .................... 8 Giù negli abissi quotidiani ........................................ 10 Intervista a Spiro Scimone ........................................ 12 Bahrami il Siciliano .................................................. 14 Quando il passato è sempre presente ........................ 18 Le calde atmosfere delle musiche da camera ............ 19 Grande cinema e musica dal vivo ............................ 20 Back to the Lirica ...................................................... 22 Sarà un volare tra ricordi e sogni .............................. 24 Amari sorrisi sulle eterne connivenze ........................ 26 Sonorità ruggenti ...................................................... 28 La passione tra ritmi frenetici e volteggi sensuali ...... 30 È il sogno che guarisce .............................................. 33 Penosi fallimenti, divertenti disfatte .......................... 34 Vasto il repertorio. Innovativi i suoni ........................ 35 Il “sistema” e gli strani suicidi.................................... 36 1 Un jazz diVino .......................................................... 40 Amiche e rivali ........................................................ 42 Un giallo con finale a sorpresa .................................. 43 È dal limite che vien fuori l’opera d’arte .................... 44 El flamenco: colore, calore, passione ........................ 46 Il trascinante ritmo tzigano ........................................ 47 Insieme: né soli né perdenti ...................................... 48 In onore del Signor G. .............................................. 50 Clitennestra è solo una donna, non un’eroina .......... 52 Plan B e la poesia dell’illusione ................................ 54 Ah che bel vivere... con Elio...................................... 56 Laudamo Aperta ........................................................ 58 Laudamo in Città ...................................................... 59 Giovedì musicali alla Sala Sinopoli .......................... 60 Musica con Accordiacorde........................................ 61 Eventi del mese ........................................................ 62 2 S O M M A R I O Silenzi e pregiudizi contro la diversità ...................... 38 L’editoriale Non è facile presentarsi. Ancora meno facile è spiegare perché si è deciso di dar vita ad una rivista cartacea nel momento in cui guru della politica, della comunicazione, in forma oracolare stigmatizzano persino l’anno in cui la carta stampata scomparirà. Mah! Sarà perché riteniamo che, per chi ama leggere, quello con la carta è un rapporto non del tutto sostituibile. Sarà per continuare a difendere quel luogo sicuro in cui ci siamo sempre sentiti protetti e in pace con noi stessi. Sarà... sarà... Un dato è certo. È stata ideata come ulteriore espressione del progetto che mira alla rinascita non solo dell’istituzione teatro ma anche dello spirito libero e creativo della città. Giocando sulla scomposizione della parola, ma anche sul principio della relatività di ogni punto di vista, non è un caso che le sia stato dato il nome “Frammenti”. Da anni in questa città sono molti coloro che cercano un punto di aggregazione, uno spazio in cui sentirsi comunità. Ecco, questo Teatro e l’appena nato “Frammenti” si augurano di assolvere al compito di diventare luogo di incontro di persone e di idee. L’obiettivo primario della rivista sarà quello di informare sulle attività teatrali. Ma anche l’arte, la letteratura, il cinema, la musica, la storia, la fotografia, la scienza, lo sport, l’architettura, saranno spazi aperti per esplorare la nostra tradizione, per intercettare le novità in continuo fermento, per offrire una rete di spunti sui più diversificati ambiti. E saranno le immagini, non un diluvio di parole, come già si può dedurre da questo primo numero, il principale veicolo per comunicare, per raccontare. Per intessere un costruttivo legame con il pubblico, affinché si realizzi quell’auspicabile processo di recupero di entusiasmo, di fiducia nel presente, che oggi manca e che invece noi ci auguriamo vivamente che di nuovo riaffiori, e per il quale offriamo il lieve contributo del nostro lavoro. Tania Toscano 3 C ome il suono della campanella avvisa dell’imminenza dello spettacolo, così la riapertura del Teatro è stata anticipata da un lancio pubblicitario che ha ricevuto molti consensi. Con l’idea di riportare il Teatro tra la gente, il team “Life Solution” ha realizzato all’interno del “Vittorio Emanuele” la campagna promozionale e lo spot, diretto dal regista Fabio Schifilliti e scritto da Elio Briguglio. Quest’ultimo guida la “Life Solution” con il fratello Marco, che così descrive questa esperienza: «Sul set hanno partecipato, oltre cinquanta comparse, tra semplici cittadini e artisti, inclusi i direttori artistici del Teatro Ninni Bruschetta e Giovanni Renzo, che hanno indossato i preziosi abiti di scena – appartenenti al patrimonio storico dello stesso Ente – provenienti dalle più importanti e famose rappresentazioni teatrali, che si sono svolte sul nostro prestigioso palcoscenico. Questo lavoro – ha aggiunto Elio Briguglio – è un omaggio che abbiamo voluto donare al Teatro perché riteniamo giusto collaborare alla rinascita culturale della nostra città». Nel cast tecnico anche il direttore della fotografia Paolo Galletta, il fonico Amitt Kelvin Darimdur, il sarto Santi Macchia, la truccatrice Lilia Munafò e il compositore del soundtrack Giovanni Puliafito. Adesso manca davvero poco… “Che lo spettacolo abbia inizio!” Foto Paolo Galletta Napoli è un mistero insondabile 6 Toni Servillo legge Napoli Toni Servillo e il regista Paolo Sorrentino N apoli è gioia, è allegria, è fermento; ma anche dolore, rassegnazione, tragedia. Comico e tragico a volte si sovrappongono, altre sono così distanti da far pensare che in quel luogo non si siano mai incontrati. Questa identità, così complessa, così mutevole, così enigmatica, è la protagonista dei racconti di Toni Servillo. Di un Toni Servillo che “legge” i diversi volti di Napoli. Volti di uomini, di donne che grazie alla magistrale interpretazione di Servillo subito “vedi in scena”. Ma riesci a vedere anche il Padreterno che una mattina decide di fare una scappata sulla terra e che arriva giusto a Napoli. E come tra i “bassi” arrivi la notizia della morte sul lavoro di un muratore. O ancora come possa litigare con San Giuseppe un onesto scippatore che dopo ogni furto gli aveva sempre portato candele e lumini. Servillo legge, e i diversi soggetti, come i Sei personaggi di Pirandello, prendono vita, diventano autonomi. La sua lettura, si percepisce sin dalle prime battute, è un omaggio a Napoli, è una dichiarazione d’amore, è un pianto nutrito da calde lacrime, ma soprattutto è una magistrale lezione di teatro. 7 “Un onore profondo aprire la stagione” Toni Servillo è stato l’ultima volta al Vittorio Emanuele dal 18 al 22 marzo del 2009 con La trilogia della villeggiatura di Goldoni, spettacolo che ha ricevuto molti riconoscimenti (fra gli altri il Premio Ubu quale migliore spettacolo del 2008) curandone la regia e indossando calzoni e redingote rossi nel ruolo di Ferdinando “lo scroccone”, facendone una gustosa chicca con quel suo modo indolente e strascicato di proferire verbo, anticipando quasi il personaggio di Geppi Gambardella nel film (anche questo pluripremiato) di Paolo Sorrentino La grande bellezza. Cosa prova un attore come lei ad inaugurare il cartellone del Vittorio Emanuele, un teatro che l’anno scorso per mancanza di fondi non ha potuto programmare la stagione di prosa e di musica? «Per me è un onore profondo quando un Teatro ti riserva un posto di apertura di stagione, quando ti affida un compito così importante. Lo ritengo un attestato di stima da parte di una città che amo e rispetto e dove ho molti amici che mi vogliono bene. Sapere pure che l’anno passato il Vittorio Emanuele non ha svolto nessuna attività è stata per me una grande pena. Non si può pensare che una città come Messina, che è la porta della Sicilia da e per il resto del mondo, si privi di un’attività culturale così importante come il Teatro e la Musica». Che tipo di spettacolo sarà Toni Servillo legge Napoli quello che gli spettatori del Vittorio vedranno dal 16 al 19 ottobre? «Diciamo subito che non è un recital, piuttosto uno spettacolo in senso lato, durante il quale tutto da solo intratterrò il pubblico per fargli gustare la ricchezza della lingua napoletana. Le poesie che leggerò ci propongono delle riflessioni e vanno da Di Giacomo a Borrelli passando da De Filippo, Viviani e Moscato fino ai poeti più recenti. Sono delle poesie scritte da poeti che sono o sono stati pure attori e in cui la poesia si fa architettura verbale. È come se io avessi fatto un viaggio 8 nella poesia napoletana, un viaggio che parte dal Paradiso, attraversa il Purgatorio e giunge all’Inferno, quello dei nostri giorni. Lo spettacolo è già stato presentato al Piccolo di Milano, a Roma e in altre città». Cosa farà dopo questa sua performance al Vittorio? «Dopo aver mangiato, magari in sua compagnia, gli arancini di Famulari, riprenderò Le voci di dentro di Eduardo De Filippo e ci aspetterà una lunga tournée che prevede molte città italiane fra cui Milano e Napoli e tante tappe all’estero fino a chiudere a Budapest». La vedremo pure in qualche nuovo ruolo al Cinema? «Per il momento niente Cinema, tanti progetti, tutti in via di definizione su cui non mi va di dire niente per scaramanzia». Che cos’è il Teatro per Toni Servillo? «Recitare per me in Teatro è un lavoro quotidiano. Mi sento un operaio dello spettacolo. Al Cinema non penso in maniera snobistica, Mi piace alternare Cinema e Teatro anche se per me il Teatro è un laboratorio dove l’attore riflette su questo mestiere. Il Teatro per me è un luogo dove delle persone riunite in assemblea delegano all’attore la responsabilità di testimoniare ciò che d’importante, per il pensiero e le emozioni, è certamente un testo». Gigi Giacobbe Toni Servillo ne “La trilogia della villeggiatura” 9 Giù negli abissi quotidiani D al “Cortile” ai “Pali” dei lavori precedenti, i personaggi borderline della compagnia Scimone-Sframeli adesso si ritrovano “Giù”, letteralmente sprofondati nel marcio che ci circonda. Un gabinetto gigante a centro scena, questi uomini che sbucano fuori, e il Padre (Gianluca Cesale), mentre si rade, dà una mano come può, per tirarli su, per farli respirare un po’. Da questo grande cesso, metafora e protagonista, spuntano a giro il Figlio (Spiro Scimone, autore del testo), Don Carlo il prete “scomodo” (Francesco Sframeli, anche regista) e un Sagrestano (Salvatore Arena), ma Giù continua a esserci la fila, e non si può stare su troppo tempo, bisogna invece lasciare spazio anche agli altri per un momento d’aria, per Salvatore Arena e Gianluca Cesale 10 Giù parlare, per sbattere in faccia a tutti le colpe di tutti e rompere infine un silenzio doloroso. Giù in effetti c’è anche il “povero Cristo di Ugo”, lo si sente cantare se la finestra è aperta, canta sotto un ponte e lo fa per i suoi figli, per non perdere del tutto la dignità. Un messaggio urgente, di denuncia, violento come solo la semplicità sa essere, che pure lascia ridere delle sofferenze sulla scena, e a un tratto disarma e spezza il fiato. Spiro Scimone e Francesco Sframeli 11 I suoi personaggi non perdono la forza di resistere Sette drammaturgie originali in repertorio, un Leone d'Oro, una retrospettiva di tre settimane nel 2009 al Teatro Valle – quando ancora non era occupato, poi, più di recente, "L'universo teatrale di Scimone Sframeli", rassegna monografica con tutti i lavori teatrali della compagnia, per festeggiare i vent'anni dalla messa in scena di "Nunzio", proprio a Taormina, nell'edizione di TaoArte dedicata al grande Eduardo nel '94. Adesso sul palco del Vittorio Emanuele dal 21 al 24 ottobre con “Giù”, quasi a chiudere un anniversario importante, come quello dei trent'anni dalla scomparsa di De Filippo, nel giorno che non è Halloween ma semplicemente il 31 ottobre. Solo tre domande per Spiro Scimone, che parla di magia del teatro e di personaggi che non perdono mai la forza di resistere. E di una seconda sceneggiatura nel cassetto. Il vostro modo di intendere il teatro e di lavorarci mette d'accordo pubblico e critica, anche all'estero. In quale senso si sta muovendo la vostra ricerca teatrale adesso? La nostra ricerca teatrale continua a muoversi come si è sempre mossa. Io e Francesco, abbiamo iniziato a fare teatro spinti dal bisogno e dalla necessità di comunicare emozioni, sensazioni. In teatro la comunicazione nasce solo quando si crea una relazione tra l’autore, l’attore e lo spettatore. Questa relazione non si può acquisire in anticipo, ma si dovrà creare di sera in sera, di attimo in attimo e per crearla è indispensabile che ci sia sempre un vero ascolto tra i tre elementi. Il teatro, educa all’ascolto, perché è un’arte che ha bisogno di interlocutori attivi che non fanno finta di ascoltare. In teatro non si può far finta. Il teatro è finzione, ma per conquistarlo bisogna raggiungere il massimo dell’autenticità. In teatro, la ricerca del- 12 l’autenticità e dell’ascolto ci permette di ritrovare il senso dell’umano. Solo recuperando il valore dei rapporti umani, si può salvare l’umanità. Anche per questo il teatro è magico. I personaggi diseredati dei tuoi testi li abbiamo visti al bar, in famiglia, sul posto di lavoro, nel cortile, sui pali, in un cesso gigante. Com'è cambiata la loro condizione in questi anni? I personaggi diseredati dei nostri spettacoli, ci permettono di dare voce a coloro che spesso nella vita sono costretti al silenzio. Grazie al teatro, riusciamo a farli parlare, a far ascoltare il loro grido. Rispetto al passato, i nostri personaggi, si ritrovano ancora più “Giù”. Risucchiati verso il basso, finiscono in fondo al cesso ma non per questo perdono la forza di resistere. Dal fondo di questo cesso trovano la forza di rivoltarsi contro il potere che sta in alto. Riescono ad uscire e poi decidono di ritornare” Giù”, per spingere anche gli altri ad uscire per difendere i propri sogni, i propri desideri, le proprie passioni, la propria dignità. Nel sottosuolo popolato dai nostri personaggi c’è la sofferenza, la disperazione, il dolore, ma c’è anche il sorriso, la solidarietà, l’amore. Hai mai più pensato a un lavoro cinematografico dopo "Due amici"? Già da qualche anno abbiamo scritto una nuova sceneggiatura. Speriamo, un giorno, di poter realizzare anche il nostro secondo film. Nunzia Lo Presti 13 14 Bahrami il Siciliano 15 “Frequenta tutti quanti i maestri ma soprattutto Bach, perché non ti lascerà mai solo”. Sono queste le parole che il padre di Ramin scrive al figlio, dall’inferno di un carcere iraniano. L’uomo quando comprende che non potrà più stare vicino al figlio lo affida a Dio e a… Bach. In Iran sono i mesi che seguono la rivoluzione del 1979, la neonata repubblica prende il posto della monarchia e pone così fine al potere dello Scià. Sono momenti terribili quelli in cui l’ingegner Paviz Bahrami, accusato di essere filo-occidentale, viene prelevato da casa, davanti agli occhi in lacrime di Ramin, per essere rinchiuso in quella cella che diventerà la sua tomba. La famiglia, un tempo benestante, perde tutto ed è costretta a ricominciare daccapo. Terzo di tre figli Ramin, qualche anno dopo, con la madre e un fratello è costretto a fuggire dalla casa paterna a causa della guerra dichiarata dall’Iraq di Saddam Hussein. Sui biglietti di viaggio è stampata la nuova destinazione: Milano. Qui accede, grazie ad una borsa di studio, al conservatorio “Giuseppe Verdi” dove incontra i suoi maestri, tra i quali Piero Rattalino, che sapranno sviluppare il suo talento e che dopo molte ore di studio e tanto lavoro lo qualificano oggi come uno dei maggiori esecutori al mondo delle melodie di J. S. Bach. Il primo grande successo arriva in Sicilia nel 1998 al teatro Bellini di Catania. Il concerto ha un così grande consenso di pubblico che il sindaco Enzo Bianco gli conferisce la cittadinanza onoraria. Da quel momento per Bahrami la Sicilia è anche la sua terra. 16 Ramin Bahrami Maestro, quest’anno ha sorpreso il mondo musicale con il cd “Bach for Babies” con il quale ha scalato le classifiche discografiche. La musica di J. S. Bach è così attuale e davvero per tutti? Su questo non ho dubbi, Bach è senza tempo, con la sua musica ci insegna ad amare il bello e a valorizzare le differenze. Concordo con Paul Hindemith quando affermava: Bach è la A e la Z di tutta la musica. Lei e Bach, oltre alla passione per il piano, avete qualcosa in comune: l’essere cresciuti in una famiglia di musicisti e purtroppo l’essere rimasti entrambi orfani di padre in tenera età. Lei, quando si è battezzato, ha scelto Sebastiano come secondo nome. Cosa rappresenta Bach per Bahrami? La sua musica mi ha avvicinato a Dio, anche se la chiamata alla conversione l’ho avuta un giorno a Venezia tornando da una serie di concerti. Gesù ha parlato alla mia anima con la preghiera “Amami come sei” trovata tra i banchi di una chiesa. Credo che, tra tutte, la musica che più si avvicina alla voce di Dio sia proprio quella di Bach. Le dirò di più, molte delle sue composizioni sono segnate con l’acronimo S.D.G., (Soli Deo Gloria). Iraniano di nascita, tedesco di adozione e cosmopolita per scelta, Lei si è esibito più volte nel nostro “Vittorio Emanuele”. Qual è il suo rapporto con Messina e la Sicilia? Bellissimo, mi sento siciliano anzi le dirò di più: siamo tutti siciliani. Questa terra con la sua storia millenaria è un esempio di convivenza civile e di richiami alla bellezza. Il luogo ideale dove eseguire le melodie di Bach. Nicola Costantino 17 Il regista Takahiro Fujita è uno dei teatranti più giovani della “zero generation” giapponese, una nuova ondata di artisti ispirati dalla lezione di Oriza Hirata, drammaturgo classe ‘62 che dagli anni ‘90 in poi ha voluto raccontare la vita e la lingua dei giapponesi superando gli stereotipi mutuati dalla cultura occidentale. È nel 2007 che Fujita fonda la compagnia Mum&Gypsy, progetto che gli permette di sviluppare il suo percorso drammaturgico personale, caratterizzato da linee narrative che si intrecciano e da personaggi che raccontano il proprio punto di vista sulla storia. Dots, lines and the cube Quando il passato è sempre presente Drammaturgia e regia di Dots, lines and the cube - A world and the others in the cube that shines sono dello stesso Fujita, sei gli interpreti sulla scena. Lo spettacolo prende spunto da un fatto avvenuto realmente, nel 2001, in un villaggio giapponese un infanticidio scuote la sensibilità di tutti i cittadini, soprattutto dei più giovani. Sul palco, le storie di quei ragazzi e quelle ragazze, dieci anni dopo, nel 2011, e oggi, “la loro vita attuale e i loro ricordi attraverso un format cronologico fatto di continui refrain che richiamano alla memoria il passato”. 18 Le calde atmosfere delle musiche da camera Annebeth Webb Frank van de Laar Rob van de Laar Domenica 23 novembre sarà di scena la Camerata RCO, ovvero i solisti della Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, che prendono il nome dalla famosa sala da concerto inaugurata nel 1888, tempio della musica mondiale. La Camerata RCO è formata da prime parti e membri della Royal Concertgebouw Orchestra, che la rivista Gramophone Magazine ha nominato nel 2008 prima orchestra sinfonica del mondo. Si tratta, dunque, di professori d’orchestra, di grande valore, abituati a suonare con direttori del calibro di Riccardo Chailly e Mariss Jansons, che mettono la loro magnifica arte anche al servizio della musica da camera. La formazione impegnata nel concerto messinese vedrà la violinista Annebeth Webb, il cornista Rob van der Laar e il pianista Frank van de Laar. In programma la “Sonata per corno e pianoforte in fa maggiore op. 17 di Beethoven, la “Sonata” per violino e pianoforte in la minore op. 105 di Schumann, il “Trio” in mi bemolle maggiore per corno, violino e pianoforte op. 40 di Brahms e il “Trio” in re maggiore per corno, violino e pianoforte n. 1 del compositore francese Frédéric-Nicolas Duvernoy. Camerata RCO di Amsterdam 19 Grande cinema e musica dal vivo Così era agli inizi della settima arte, agli inizi del Novecento, quando il colore ed il sonoro erano ancora lontani da venire. Un omaggio al cinema muto, in occasione del centenario della sua prima apparizione sullo schermo di un genio indiscusso come Charlie Chaplin, capace di attraversare con maestria ed originalità varie fasi della cinematografia ma fortemente legato al muto. Un’occasione speciale che il teatro Vittorio Emanuele vuole ricordare con sette giorni di eventi, grazie alla “Settimana del Cinema Muto”, dal 24 al 30 novembre, proposta dal direttore Giovanni Renzo, da sempre affascinato dal rapporto tra la musica e il cinema, ed impegnato in progetti legati a questo tema. Oltre alla sala del Vittorio coinvolta anche la Sala Sinopoli dove, dal 24 al 26 novembre si svolgerà un “Laboratorio sulla sonorizzazione del cinema muto”, rivolto a studenti di musica, musicisti, compositori per coinvolgerli ed avvicinarli a questa speciale arte. Alla fine del laboratorio verrà assegnato ai partecipanti il compito di sonorizzare un cortometraggio muto e una commissione di esperti del settore premierà una sonorizzazione che verrà eseguita dal vivo sia in occasione della serata finale del festival che al Gran Festival del Cinema Muto di Milano del 2015, con cui si sta attivando una proficua collaborazione. Il 26 e il 27 novembre altri eventi alla Sala Sinopoli, che ospiterà la proiezione di “La guerra e il sogno di Momi” di 100 anni di Charlot 20 Segundo de Chomòn e Giovanni Pastrone del 1917, con musiche composte ed eseguite da Michele Catania, insieme ai Solisti del Teatro Vittorio Emanuele. Gli eventi clou della settimana invece si svolgeranno al Vittorio Emanuele dal 28 al 30 novembre, previsti infatti 3 piccoli capolavori del grande genio Charlie Chaplin, si comincia con “Il vagabondo” del 1916 e poi “Charlot pompiere” del 1916 e “L’emigrante” del 1917, tutte le proiezione dei film muti saranno accompagnate dalle esecuzione dal vivo delle musiche composte da Rossella Spinosa, direttore il maestro Alessandro Calcagnile, al pianoforte Rossella Spinosa, insieme all’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, per una produzione dell’Ente in collaborazione con il Gran Festival del Cinema Muto di Milano e la Cineteca di Bologna. 21 Back to the Lirica “ConcertOpera”, per gli amanti della musica lirica, è l’appuntamento da non perdere per questa stagione. Il 12 e 13 dicembre il maestro Gian Rosario Presutti dirigerà gli orchestrali del Vittorio Emanuele e il coro “Cilea” in questo atteso concerto che raccoglie sinfonie e cori tratti da alcune tra le più note Opere italiane. A due settimane dal Natale arriva, quindi, la buona novella del ritorno dell’Opera a Messina. Nell’impresa di un ri- ConcertOpera Gian Rosario Presutti 22 Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina torno stabile e duraturo dell’Opera in città si stanno muovendo, nei piani alti del Teatro, il sovrintendente, il presidente e i due direttori artistici che promettono “delle belle sorprese”. Nel frattempo gli amanti del genere potranno immergersi con “ConcertOpera” nelle arie più famose della lirica, da sempre vanto dell’Italia nel mondo. Il programma dello spettacolo, che rappresenta una delle cinque produzioni del Teatro, prevede musiche di Rossini, Bellini, Leoncavallo, Mascagni, Verdi e Puccini, tratte dal “Barbiere di Siviglia”, “La Gazza Ladra”, “I Pagliacci”, “Norma”, “Nabucco”, “Il Trovatore”, “La Traviata”, “La forza del destino” e “Madame Butterfly”. Un ricco repertorio operistico che sarà eseguito dagli orchestrali del Vittorio Emanuele e accompagnato dal “Coro di Cilea”, fondato nel 1981 e composto in larga parte da diplomati in canto nei Conservatori della Calabria e di Messina. Produzione Teatro di Messina. 23 Sarà un “Volare” tra ricordi e sogni “Penso che un sogno così...”, è l’inizio, lo si sa, della canzone più famosa di Domenico Modugno “Nel blu dipinto di blu”. Ma il sogno, che funge da trama in questo spettacolo, è il sogno di più persone che in varia maniera prenderanno vita sul palcoscenico. L’originale intreccio racconta, infatti, la storiasogno di Domenico Modugno, la storia-sogno di Beppe Fiorello, la storia-sogno del papà di Fiorello. Nel corso dello spettacolo il poliedrico artista siciliano ricostruirà il suo passato. Ricorderà suo padre, i loro sogni, le loro ansie, gli avvenimenti che sono stati in qualche modo importanti nella loro vita, rafforzando i racconti con le canzoni di Domenico Modugno. «Attraverso questo viaggio – spiega Beppe Fiorello – invito i protagonisti della mia vita ad uscire dalla memoria e accompagnarmi sul palco, per partecipare insieme ad un avventuroso gioco di specchi». Ed è un continuo rimando tra Beppe, Beppe Fiorello 24 Penso che un sogno così il proprio passato e il Mimmo nazionale, quello che lo spettatore seguirà. Un continuo rimando in cui si intrecceranno le vite dei Fiorello, padre e figlio, con quella dell’artista più amato negli anni ‘50\’60. Del recital, scritto a quattro mani con Vittorio Moroni, proprio questo sarà l’aspetto che maggiormente emergerà: quanto Domenico Modugno, in quei travolgenti anni di boom economico, con le sue canzoni e con la sua rassicurante presenza, sia stato per gli Italiani un punto di riferimento, un fondamentale compagno di viaggio. 25 Amari sorrisi sulle eterne connivenze L’onorevole Un testo del 1965 scritto da Leonardo Sciascia, una commedia che è una impietosa denuncia delle complicità tra governo e mafia, e, a distanza di anni, è sempre attuale. L’onorevole è un testo che racconta con intrigante ironia come l’ascesa politica di un onesto insegnate di lettere, il professore Frangipane, possa diventare un’ineluttabile ma pacifica, perfino brillante, caduta morale. A riproporlo, con eguale forza espressiva sono i registi, attori palermitani Enzo Vetrano e Stefano Randisi che ne curano l’adattamento e la regia. Una produzione del Teatro Biondo Stabile di Palermo, in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione e “Diablogues” Compagnia VetranoRandisi. Immagini e suggestioni letterarie, si intrecciano nel lavoro teatrale di tre grandi protagonisti della scena come Enzo Vetrano, Stefano Randisi e Laura Marinoni. Non un dramma ma un morality play che «... letto oggi – spiegano Vetrano e Randisi – questo testo scritto nel 1965, che ci parla di connivenze tra politica, affari, alti prelati e criminalità organizzata, di favori e corruzioni, di furbizie e tradimenti, assume il carattere di un’amara profezia, anche per l’avvertenza che l’autore fa nella premessa: “L’onorevole Frangipane – dice Sciascia – è democristiano, e la sua circoscrizione è quella della 26 Sicilia occidentale (…) ma potrebbe anche essere di altro partito, di più o meno lunga esperienza governativa, e il suo collegio elettorale quello di un’altra regione italiana”». Stefano Randisi e Enzo Vetrano 27 Antonella Ruggiero 28 Sonorità ruggenti Musiche dal mondo Dalla Genova di De Andrè ai coinvolgenti ritmi della musica sudamericana. Dall’India all’Armenia, a Cuba. Ecco il motivo per cui lo spettacolo ha come titolo “Musiche dal mondo”. La splendida voce di Antonella Ruggiero non poteva rimanere limitata al sound italiano e per questo la grintosa artista, specialmente negli ultimi anni, si è cimentata lungo i sentieri della sperimentazione. Con Sacrarmonia ha prestato la sua voce alle musiche sacre di tutto il mondo; con Omaggio ad Amalia Rodrigues ha reinterpretato le canzoni della Regina del fado; con Quattro passi per Broadway si è divertita nel proporre al grosso pubblico brani tratti dai più celebri musical americani. Anche il concerto con cui si esibirà al Vittorio Emanuele attesterà, ancora una volta, come la Ruggiero continui a misurarsi con orizzonti sonori sempre nuovi. In questa tournée, infatti, attraverserà spazi musicali ancora più diversi. Mediante un mix di brani rivelerà, quasi a volo d’uccello, quali e quanti siano gli incontri, gli scambi, le contaminazioni tra universi che potrebbero sembrare distanti tra loro e non lo sono. E quali sono, invece, le potenzialità di una voce profonda, acuta, elegante e versatile come la sua. 29 La passione tra ritmi frenetici e volteggi sensuali Il popolo argentino è un popolo di passioni. L’Argentina stessa è una terra così enorme e varia da imporre quasi di non dormire per potere godere appieno di tutto ciò che offre. Buenos Aires in particolare è la città aperta ventiquattro ore al giorno. E se durante il giorno molti “portenos” si mascherano da persone comuni, alle prime luci artificiali che illuminano il far della sera, questi personaggi abbandonano il loro travestimento per popolare la notte inebriante con la loro reale identità. È il mondo del Tango. Eppure l’Argentina è anche il regno delle praterie, del “mate” dei Gauchos, del Malambo. Una cosa è certa: il popolo argentino è un popolo che danza. Su questa varietà di aspetti, di passioni, di danze Érica Boaglio y Adrian Aragón , coreografi e danzatori consacrati dalla scena internazionale, intessono il loro nuovo lavoro “Gauchos” che con ritmo sostenuto e danze scatenate mette in vetrina alcuni tra i valori della storia e della tradizione argentina celebrandone la ricchezza culturale. Sfida, seduzione, allegria, ritmo, festa: tutto questo è Gauchos, uno spettacolo classico e contem- 30 Gauchos poraneo al tempo stesso. Una creazione magistrale, un tuffo coinvolgente e frenetico, sensuale e poetico, nel cuore più puro della danza argentina. Érica Boaglio e Adrian Aragón 31 È il sogno che guarisce “Vuoi fare il guaritore? Chiudi gli occhi, inventa!”: quasi uno slogan, un’esortazione a muoversi verso l’irreale, a compiere piccoli passi, veri, di fantasia, per allontanarsi dal dolore. È una delle penne più vive di questi ultimi anni teatrali, quella Il guaritore 32 del pugliese Michele Santeramo, a scrivere “Il guaritore”, un personaggio barbuto e con gli occhiali, interpretato da Michele Sinisi, che vuole guarire le anime, non i loro contenitori, che vuole salvare le storie mettendole in relazione fra di loro. Una salvezza che si raggiunge per gradi, con la condivisione, con un ritorno a incontrare l’altro, infine, sé stessi, guardando all’essenziale, perché “non è interessante l’originale, è interessante il semplice, perché solo il semplice è vero”. Il testo vince il 51° Premio Riccione con la seguente motivazione: “È un testo vivo. [..] Lo spettatore è condannato a chiedersi [..] se è l’autore o se sono i personaggi o gli attori a condurre il gioco, un gioco teatrale, un gioco antico, fatto di sketch, di porte che si aprono e che si chiudono, di battibecchi bassi e di monologhi alti, e un gioco contemporaneo, che ci attira offrendoci la riconoscibilità delle situazioni teatrali e ci piomba in un mondo che è il nostro, un mondo senza certezze, un mondo liquido, dove per orizzontarsi non servono più le idee, né quelle vecchie né quelle nuove, ma dove gli esseri umani – con tutti i loro difetti – non smettono mai di aggrapparsi alla speranza che sia il confronto con un altro essere umano a salvarli”. 33 Jucatùre Enrico Ianniello, Marcello Romolo, Tony Laudadio e Renato Carpentieri Penosi fallimenti e divertenti disfatte Premio Butaca nel 2012 per il “miglior testo in catalano”, Jucatùre è ambientato in un appartamento, quattro uomini sulla scena, intorno a un tavolo a giocare a carte, un luogo che diventa riparo, in cui il fallimento è in definitiva la regola, e non più auspicabilmente l’eccezione che la conferma. Non c’è speranza, non ci sono soldi, neanche una lontana prospettiva di successo personale. Ma quando ogni cosa pare perduta, ecco che i quattro decidono di tentare il tutto per tutto. Racconta il regista, Enrico Ianniello: «Come in Chiòve (già in cartellone gli anni passati per Paradosso sull’autore alla Laudamo ndr), ho ambientato la commedia a Napoli, anche se questa volta si tratta di un’ambientazione esclusivamente linguistica, senza riferimenti geografici precisi. Questa assenza di collocazione mi pare una cifra fondamentale dei quattro personaggi raccontati da Pau Mirò: quattro uomini di “mezz’età” (quindi senza un’età definita), senza nome, senza lavoro e senza un vero amore che li faccia bruciare di passione. Quattro uomini che si incontrano, in tempo di crisi, per mettere in gioco l’unico capitale che hanno a disposizione: la loro solitudine, la loro ironia, la loro incapacità di capire». 34 Vasto il repertorio Innovativi i suoni Domenica 22 febbraio, alle 18, sarà la volta dell’Ensemble Berlin, un complesso cameristico formato da alcune prime parti e membri di una grande e prestigiosa orchestra sinfonica, ovvero i celeberrimi Berliner Philarmoniker, fondata nel 1882, e che ha avuto come direttori stabili Wilhelm Furtwängler, Herbert von Karajan, Claudio Abbado e, dal 2002, Simon Rattle. In una sola espressione, la Serie A della musica. I solisti dei Berliner impegnati al “Vittorio” saranno il grande oboista Christoph Hartmann, Sophie Dartigalongue al fagotto e Anna Kirichenko al pianoforte. In programma “Souvenir de Berlin” per oboe e pianoforte op. 19 e il “Trio” per oboe, fagotto e pianoforte op. 22 del compositore francese Casimir-Théophile Lalliet, la “Sonata” in sol maggiore per fagotto e pianoforte op. 168 e la “Sonata” in re maggiore per oboe e pianoforte op. 166 di SaintSaens, la “Sonata” in si bemolle maggiore per oboe e fagotto K. 292 di Mozart e il “Trio” per oboe, fagotto e pianoforte di Poulenc. Ensemble Berlin,I solisti dei Berliner Philarmoniker Christoph Hartmann 35 Il “sistema” e gli strani suicidi «Io sto male, nulla è cambiato». Queste parole, pronunciate sul palcoscenico da uno dei tanti personaggi, sono, forse, la sintesi più dolorosa dello spettacolo “Suicidi?”, tratto dal romanzo di Mario Almerighi Tre suicidi eccellenti. Un romanzo in cui il presidente del tribunale di Civitavecchia ha raccolto documenti, verbali, insomma un prezioso materiale pubblico, per ricostruire le vicende intorno al pianeta Tangentopoli e a tre suicidi eccellenti, quelli di Enrico Castellari, Gabriele Cagliari e Raul Gardini. L’adattamento teatrale, firmato da Fabrizio Coniglio e dallo stesso Almerighi, si muove secondo i mec- 36 canismi del poliziesco. In scena un tavolo, un cadavere-fantoccio, poca altra roba e Fabrizio Coniglio e Bebo Storti che nel corso della rappresentazione indossano i panni di una galleria di personaggi: un commissario, il suo agente, e poi parenti, amici, maggiordomi, compagni di cella, secondini. Sono tutti lì per ricostruire incongruenze, insabbiamenti, insinuare dubbi. Ad esempio Castellari era direttore generale degli affari economici del Ministero delle Partecipazioni Statali e consulente dell’Eni; Cagliari, presidente dell’Eni; Gardini, guida della Montedison e maggior azionista dell’Eni. Una coincidenza? Giocando su una messa in scena che continuamente oscilla tra il grottesco e il comico Fabrizio Coniglio e Bebo Storti forniscono una testimonianza di come il teatro riesca a svolgere una delle sue più alte funzioni: essere pungolo costante e sferzante delle menti e delle coscienze. “Suicidi?” Tangentopoli in commedia Fabrizio Coniglio e Bebo Storti 37 Foto Dalila Romeo Joele Anastasi 38 Io mai niente con nessuno avevo fatto Silenzi e pregiudizi contro la diversità «Mi chiamo Motta Giovanni ho ventitré anni e sono siciliano. Mia madre mi ha avuto che aveva 15 anni e sono cresciuto con lei, mia zia e mia cugina Rosaria. Io sono il maschio della famiglia»: lo scenario è brutale, istintuale, carico di violenza, tinto di colori forti, un contesto in cui l’innocenza di Giovanni sembra annegare, ma al quale invece sopravvive, riscattandosi attraverso i corpi e le anime dilaniate di Rosaria e Giuseppe. Sicilia anni ‘80, omosessualità, malattia, violenza, morte sono lo spunto per raccontare e suscitare emozioni, superando i contesti e le categorie, ma allo stesso tempo focalizzando l’attenzione su argomenti umani e sociali quanto mai presenti e scottanti. Un lavoro teatrale che si distingue per l’impegno a favore della sensibilizzazione e dell’informazione su tematiche importanti come AIDS, diversità e tolleranza. La Compagnia, vincitrice del Roma Fringe Festival 2103 ottenendo il premio come Miglior Spettacolo, Migliore Drammaturgia a Joele Anastasi, Miglior Attore a Enrico Sortino, rappresenterà l’Italia a San Diego nella prossima estate. Con questo lavoro inoltre Vuccirìa Teatro ha vinto il Bando “Stazioni d’Emergenza – per nuove creatività” 2014 di Galleria Toledo a Napoli. Federica Carruba Toscano 39 Un jazz diVino Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura dal 13 al 15 marzo prossimo coinvolgeranno gli appassionati di jazz con “Vinodentro”. Si tratta della colonna sonora dell’omonimo film ispirato al romanzo del bolzanino Fabio Marcotto, che unisce il mito del Faust e la passione per il vino. «Il protagonista – spiega Luca Devito – è un uomo onesto che diviene ambizioso e senza scrupoli pur di reinventarsi nel mondo enologico, per poi ritrovarsi invischiato in un’accusa di omicidio». Tornando alla musica, tutti brani della colonna sonora, sono stati raccolti in un cd prodotto dalla Tuk Movie, casa di produzione dello stesso Fresu. A Messina i brani eseguiti dal duo Fresu e Di Bonaventura, saranno accompagnati dagli orchestrali del Teatro Vittorio Emanuele. Nel corso delle tre serate sarà possibile ascoltare anche due composizioni di Mozart, i rimanenti brani invece portano tutti la sua firma, ad eccezione di Fermo, che vede quale autore Daniele di Bonaventura. Vinodentro Daniele Di Bonaventura 40 Paolo Fresu 41 Amiche e rivali È la storia di una insegnante, Ruth Steiner, che da giovane aveva avuto successo come scrittrice. La dedizione allo studio è sempre stata al centro dei suoi interessi tanto che non si è mai sposata, né ha avuto figli. In una sua allieva Lisa Morrison, una giovane insicura, Ruth riconosce il talento. La fredda Ruth si comincia a sciogliere. Le comincia a fare delle confidenze e la sostiene sia dal lato professionale che da quello umano. Lisa pubblica una serie di racconti che riscuotono un discreto successo. Diventata più forte e più sicura, decide di Carolina Crescentini cimentarsi in un romanzo, la cui trama ruota attorno ad una confidenza di Ruth, alla relazione d’amore di Ruth con un noto poeta. Tra le due inizia la contrapposizione il cui perno poggia su un problema etico-morale, sul filo del rapporto estetica-etica. È giusto o è amorale utilizzare nel proprio processo artistico, immaginario, eventi di vita reale? Nella messa in scena Monica Guerritore e Carolina Crescentini riescono a innescare, ed è il valore aggiunto dell’interessante diatriba, una forte corrente emotiva che arriva dritta allo spettatore, il quale spesso si sofferma sui gesti, più che sulle parole, su un’alzata di sopracciglio che sui battibecchi, ma soprattutto sui toni: a volte spigolosi, altri affettuosi, altri ancora sferzanti. Perché proprio la gamma delle inflessioni con cui si parlano cadenza la loro amicizia, la loro rivalità, la loro vulnerabilità. Qualcosa rimane Monica Guerritore 42 Una pura formalità Un giallo con finale a sorpresa Foto Manuela Giusto Prende le mosse dal film del regista siciliano Giuseppe Tornatore del 1994 il lavoro teatrale di cui Glauco Mauri firma la regia e in cui riesce a far rivivere la forza drammatica del lungometraggio, modificandone le parti “troppo cinematografiche”, per mostrare tutte le sfumature dell’animo umano e cogliere l’intensità di un misterioso intreccio. Un giallo dell’anima, un viaggio alla scoperta di sé e della memoria, a partire da un delitto di cui viene accusato un celebre scrittore, Oloff, interpretato da Roberto Sturno, mentre Glauco Mauri è il Commissario incaricato di portare avanti le indagini. Ed è attraverso le peculiarità della parola teatrale che il viaggio si compie. «La storia – scrive infatti Mauri nelle sue note di regia – fa nascere numerosi interrogativi ed è pervasa di “misteriosi perché”. Il cinema ha le sue ricchezze espressive, il teatro ne ha altre che sono sue proprie. E su un palcoscenico, nel nostro caso, la parola assume un valore non solo di racconto ma anche di invito alla fantasia e alle domande. Domande necessarie all’uomo per aiutarlo a cercare di comprendere quel viaggio a volte stupendo e a volte terribile ma sempre affascinante che è la vita. Anche a questo serve il teatro!». Ed è la ricerca della memoria il tema centrale attorno cui ruota una storia in cui il peso del passato si Roberto Sturno e Glauco Mauri manifesta nel presente, tra dubbi e domande, e i continui colpi di scena si risolveranno in un inatteso finale. 43 “È dal limite che vien fuori l’opera d’arte” Tadeusz Kantor Il limite quale risorsa drammaturgico-creativa si propone cifra stilistica della Compagnia Carullo-Minasi. Le tre opere, ciascuna in maniera diversa, partendo dall’analisi dei dialoghi di Platone - in particolare del Simposio, dell’Eutifrone e dello Ione - affrontano i temi dell’Amore, della Giustizia e dell’Arte. Il dato comune è la continua insinuazione del dubbio, la costante messa in discussione delle certezze, il continuo oscillare tra amare verità e frizzante ironia. Il progetto inizia con “Due passi sono” l’ 8 aprile 2015 con attori e spettatori sul palcoscenico del Teatro Vittorio Emanuele. Lo spettacolo ha vinto il premio Scenario per Ustica 2011, il premio In-Box 2012 e il premio Internazionale Pomodoro 2013. Due piccoli giganti combattono una dolce e buffa battaglia per imparare a non fuggire dalla vita, usando le armi della poesia e dell’autoironia. “T/Empio -critica della ragion giusta” il 10 aprile 2015 è una libera reinterpretazione dell’Eutifrone di Platone, ha vinto il premio Teatri del Sacro 2013. Due soggetti, uniti dalla comune sorte di un processo che reciprocamente li attende, disquisiscono e s’interrogano intorno ai temi del Giusto e dell’Ingiusto. “Conferenza tragicheffimera -sui concetti ingannevoli dell’arte” in programma il 12 aprile 2015 è vincitore del Premio Fringe Napoli Teatro Festival 2013. È una performance tragicomica intorno ai temi dell’uomo, dunque dell’arte che, per sua natura effimera, legittima ogni piega della vita. 44 Trilogia sul limite Due passi sono T/Empio -critica della ragion giusta Conferenza tragicheffimera -sui concetti ingannevoli dell’arte Cristiana Minasi e Giuseppe Carullo Trilogia sul limite 45 El flamenco: colore, calore, passione “Convivencia” rappresenta la perfetta sintesi di una millenaria contaminazione di culture, la greca, l’indiana, la musulmana, la mozarabica e l’ebrea. Si tratta di uno spettacolo di musica e danza che si offrirà al pubblico come un viaggio alle radici del flamenco puro: uno scrigno ricchissimo di scoperte, tra cui, appunto, l’influenza sul flamenco della musica persiana, sopratutto in alcuni palos come Tangos, Marianas, Polo, Zambra, Fandangos, che saranno suonati e ballati. Protagonisti di Convivencia, all’insegna della migliore contaminazione delle culture e dei generi, saranno la danzatrice flamenchista madrilena e coreografa Laura Tabanera, il cantaor flamenco Pepe Quirós, il chitarrista flamenco e compositore Riccardo Ascani, e poi Reza Mohsenipour al tar (uno strumento a sei corde, di origine persiana, simile al liuto) e Hamid Mohsenipour al flauto e alle percussioni. Laura Tabanera 46 Convivencia Il trascinante ritmo tzigano Sabato 18 aprile, appuntamento da non perdere con un complesso orchestrale di grande fascino e con una solida tradizione alle spalle, l’Orchestra Tzigana di Budapest, sotto la direzione di Antal Szalai, che ne è anche il primo violino solista. L’orchestra è nata nel 1969, su iniziativa di Szalai, in collaborazione con altri musicisti provenienti da varie orchestre di Budapest, con l’intento di proporre e valorizzare il repertorio orchestrale della musica tzigana: infatti in esso ci sono brani di musica nazionale dell’epoca della riforma, della musica tradizionale tsardas ed arrangiamenti di canzoni popolari. Sin dalle loro prime apparizioni hanno ottenuto molti riconoscimenti e successi sia di critica che di pubblico, diventando in breve tempo la più popolare orchestra ungherese. Antal Szalai e Orchestra Tzigana di Budapest 47 Insieme: né soli né perdenti Un assaggio di “Lei e lei” di Giampiero Cicciò è già stato letto al pubblico da Adele Tirante nella serata-varietà inaugurale della stagione, lo scorso 25 settembre. I pensieri ricorrenti e le nevrosi di una donna, solo uno scorcio dell’intera storia: lo stesso attore-autore per l’occasione, descrive «due personaggi ai margini in una città di provincia, una ragazza poco più che adolescente, giovane prostituta tossicodipendente aggressiva e impetuosa, e un travestito sui cinquanta anni, senza illusioni e visionario insieme, che si è sempre sentito una donna ed è da sempre costretto a prostituirsi perché non ha trovato altri lavori a causa della sua sessualità e della sua personalità strampalata». Un testo nuovissimo, per temi e stesura e, a detta di Giampiero Cicciò (anche alla regia), «suscettibile di modifiche fino alla prova generale». In scena sarà af- 48 Giampiero Cicciò fiancato da Federica De Cola, attrice messinese tra gli interpreti dell’ultimo film di Mario Martone, “Il giovane favoloso”, in concorso alla recentissima Mostra del Cinema di Venezia. Una coppia teatrale, quella De Cola-Cicciò, più che collaudata, e che porta sulla scena una sfida a tutto tondo dell’attore allievo di Vittorio Gassman: «Arriva prima o poi per un attore, che fa anche il regista e che scrive, la voglia di mettersi alla prova sperimentando tutti i suoi “mestieri” contemporaneamente – spiega Cicciò – È una sfida ma anche una voglia di libertà d’espressione senza vincoli. Le uniche regole sono la sincerità e il coraggio». Lei e lei Federica De Cola 49 A dieci anni di distanza dall’ultimo saluto a Giorgio Gaber, Enzo Iacchetti rende omaggio a uno dei più grandi artisti italiani di sempre con uno spettacolo ricco di musica e intrattenimento. “Chiedo scusa al Signor Gaber” già dal titolo evidenzia da un lato l’estremo rispetto con cui Iacchetti si è avvicinato alla discografia di Gaber, “un filosofo del ‘900” come l’ha definito, dall’altro lato rappresenta una reale ammissione di colpa per aver “osato” manipolare alcuni brani storici. Le canzoni sono state rinnovate, infatti, in una riscrittura arricchita da contaminazioni e da inserti musicali di varie provenienze: dai cori alpini a Jovanotti, fino a Zucchero. La scelta di Iacchetti è stata quella di un’esecuzione non tradizionale, che è stata molto apprezzata dai numerosi estimatori del grande cantautore milanese. Lo stesso Gaber d’altronde ha sempre rappresentato una figura di avanguardia nel panorama culturale italiano. Tre le date della tappa messinese, per questo tour che continua a strappare applausi in tutti i teatri in cui è andato in scena. Il 23, 24 e 26 aprile il brillante Iacchetti salirà sul palco del Teatro accompagnato al pianoforte dal maestro Marcello Franzoso e dai coristi della Witz Orchestra triestina. Tra i brani più famosi ascolteremo: “Torpedo blu”, “Il Riccardo”, “Com’è bella la città”, “Barbera e champagne”, “L’orgia”, “Trani a gogò”, “La ballata del Cerruti”, “Benzina e cerini”, “Porta Romana”, “Ma pensa te”, tutti eseguiti dal vivo dall’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, che per l’occasione sarà diretta dal maestro Valter Sivilotti. Chiedo scusa al Signor Gaber 50 In onore del Signor G. Enzo Iacchetti 51 Clitennestra è una donna, non un’eroina vendicatrice Clitennestra uccide suo marito Agamennone al ritorno dalla guerra di Troia. Cos’ha fatto durante i dieci anni d’assenza del suo grande amore? Perché l’ha ucciso con l’aiuto del suo amante? Quale prezzo ha dovuto pagare per il suo sconfinato amore e per il suo efferato delitto? Le parole mai scontate della Yourcenar descrivono con precisione chirurgica non solo i fatti, ma anche le motivazioni che portano la sventurata eroina dai capelli (ormai) grigi ad impugnare il coltello che ucciderà l’unico vero amore della sua vita. La regia asciutta e moderna di Paolo Cutuli, che si avvale solo di tre valigie con le rotelle che identificano i personaggi, è tutta al servizio del testo. Un testo preciso e spietato. Tuttavia, in alcuni punti, il testo lascia spazio alle pantomime di Clitennestra che sulle canzoni di Loredana Berté, Depeche Mode, Piccola Orchestra Avion Travel e 99 Posse, raccontano il suo corpo che aspetta e il suo corpo che uccide. Il pubblico di questo spettacolo diventa la corte che giudica Clitennestra; diventa il popolo di vedove in attesa del ritorno del marito soldato; diventa un campo solitario in cui si nasconde Egisto. Il pubblico respira le invasioni di Clitennestra e Clitennestra respira gli sguardi e ad essi si rivolge come ultima preghiera: per chiarirsi e per chiarire, per prendere una decisione finale. Clitennestra o del crimine 52 53 Plan B e la poesia dell’illusione 54 Il suo ideatore, Aurélien Bory, ci introduce in questo circo contemporaneo attraverso il titolo. «Plan B è un termine usato generalmente nei thriller o nei film d’azione – spiega – si procede al piano B quando il piano A non ha funzionato ed è proprio questa la situazione in cui si trovano i miei personaggi: quella di avere a disposizione un piano alternativo sapendo che, se dovesse fallire, non ci sarà nessun piano C. Essi si muovono, quindi, in uno stato d’animo diviso tra azione, speranza e fragilità». L’essenza di questo progetto sta, dunque, nella relazione tra l’individuo e lo spazio. Plan B gioca con lo spirito di adattamento degli esseri umani e mette in rapporto l’arte dei giocolieri e degli acrobati con i vincoli costrittivi dello spazio scenico. Plan B Nello spettacolo, diretto da Phil Soltanoff, si assiste a una sorprendente esibizione su un piano inclinato, in cui la scenografia è il centro dell’esibizione, in un dialogo continuo con la gravità. Ma, al contrario della magia, che sfrutta l’illusione per nascondere l’artificio, Plan B ne evidenzia il funzionamento, ne sottolinea la semplicità e la povertà dei mezzi tecnici impiegati. Per conservare, della magia, solo l’aspetto poetico. 55 “Ah, che bel vivere, che bel piacere…” con Elio 56 Figaro il barbiere Sarà un Elio di… “qualità” quello che calcherà il nostro palcoscenico il 22 e 23 maggio prossimo. In uno spettacolo che vedrà il cantante esibirsi nella versione cameristica del capolavoro di Gioacchino Rossini. Elio, per una volta orfano del suo gruppo delle “Storie Tese”, punta con questo classico dell’Opera a far avvicinare i giovani al Teatro. «Il nostro obiettivo dichiarato – ha affermato – è quello di rendere l’opera lirica accattivante e apprezzabile anche per il pubblico più giovane». Lo spettacolo “Figaro il barbiere” è un libero racconto ideato da Roberto Fabbriciani, con musiche tratte da “Il barbiere di Siviglia”, che lo stesso Fabbriciani ha cucito addosso a Elio. Alla musica di Rossini, nella riduzione originale dell’epoca, si unisce poi un narratore che, dialogando con il pubblico, racconta i momenti salienti e ne introduce i personaggi. Sul palco, con Elio, Roberto Fabbriciani al flauto, Fabio Battistelli al clarinetto e Massimiliano Damerini al pianoforte. Per Elio la passione per lirica ha radici lontane, diplomato al conservatorio “Verdi” di Milano, ha già conquistato gli scettici nella sua performance di Figaro in un Sanremo di qualche anno fa, quando ha ricevuto numerosi consensi da parte del pubblico e della critica. 57 Laudamo Aperta Teatro, musica e danza L’idea di un teatro sempre “aperto” si concretizza quest’anno anche grazie ai tantissimi eventi previsti per dare vita alla Sala Laudamo, in continuità con la programmazione del Vittorio Emanuele, per arricchirne l’offerta e guardare ai giovani talenti del territorio. Il cosiddetto “ridotto” del Teatro, infatti, oltre ad ospitare il variegato Progetto “Laudamo in città” si aprirà ad eventi, anche in prima nazionale, di musica e prosa, per dar voce ad autori messinesi. Un cartellone specifico, ed anche un laboratorio condotto dall’attore e regista Antonio Lo Presti, finalizzato alla messa in scena del “Marat-Sade” di Peter Weiss. Alla formazione si affianca una programmazione con spettacoli ed incontri performativi che coinvolgeranno lo stesso Antonio Lo Presti, il regista Roberto Bonaventura, l’attrice Adele Tirante, la musicista Katia Pesti. E la sala ospiterà anche appuntamenti musicali dal taglio innovativo per unire musica ed arti performative, grazie ad alcune proposte frutto della collaborazione con le tre storiche associazioni concertistiche messinesi, Accademia Filarmonica, Bellini e Filarmonica Laudamo. Elisabetta Reale 58 58 Laudamo In Città Laboratori, spettacoli e residenze Sarà un vero e proprio “cantiere teatrale”, tra laboratori, prove aperte, residenze. Il progetto “Laudamo in città”, promosso dalla compagnia “Daf-Teatro dell’Esatta Fantasia” in collaborazione col Teatro Vittorio Emanuele, è stato pensato per animare quasi ogni giorno la sala alle spalle del Vittorio, per trasformarla in spazio teatrale a tutto tondo. In programma un laboratorio teatrale, “Nel Paese dei Balocchi”, suddiviso in quattro “stanze” – Istinto, Solitudine, Inganno e Amore – inaugurato il primo ottobre per concludersi a giugno, ideato e diretto Angelo Campolo ed Annibale Pavone, rivolto ad aspiranti attori e registi under 30, che avrà come base di partenza e ispirazione il “Pinocchio” di Collodi, per spingersi ad esplorare alcuni temi del racconto incarnati dai suoi personaggi principali. Al progetto laboratoriale, che prevede uno spettacolo alla fine di ogni “stanza”, parteciperanno inoltre Paride Acacia, Giacomo Ferraù, Saverio Tavano per la fase di sviluppo drammaturgico e Sarah Lanza coreografa e ballerina. E ancora previste tante altre attività, come gli incontri tra “teatro e letterature” in collaborazione con le scuole e le librerie cittadine, spettacoli nei quartieri, residenze per aprire lo sguardo a ciò che accade nelle altre regione italiane, ed una rassegna per dare spazio a voci e talenti della scena messinese. Un progetto ricco e variegato, dove vecchie e nuove professionalità del mondo del teatro si incontrano in uno scambio di saperi che si apre al pubblico. E. R. 59 Giovedì Musicali alla Sala Sinopoli a cura di Giuseppe Ramires e Grazia Spuria L a rassegna “Giovedì Musicali”, ideata dall’Accademia Filarmonica di Messina e dall’Associazione Bellini, è un progetto dedicato agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. L’iniziativa nasce dal desiderio di incentivare la diffusione della musica colta presso i giovani avvicinandoli all’ascolto dal vivo, nei luoghi e nei tempi canonici dei concerti di musica classica, tramite appunto un ciclo di concerti, per lo più, di giovani, ma già affermati musicisti. Inaugura la rassegna il Duo Incanto, a seguire un altro duo formato da Francesco Tusa e Irene Valenti, poi il Concerto di Natale affidato al Coro di voci bianche Note Colorate a cui seguiranno, a Gennaio, il Quartetto Armonico e il chitarrista Alessandro Monteleone. A Febbraio il Quartetto di violoncelli Goltermann e l’Orchestra da camera I Musici. A Marzo avranno luogo i concerti del pluripremiato pianista diciottenne Giorgio Trione Bartoli e del duo formato da Paolo Blundo Canto e Stefania La Manna. Ad Aprile un altro pianista diciottenne, Ruben Micieli. Chiuderà i “Giovedì Musicali” il concerto lirico di Amalia Santamaria e Lorenzo Licitra, al pianoforte Gian Rosario Presutti. 60 Musica e parole con “Accordiacorde”, l’intenso programma di concerti della Filarmonica Laudamo a cura di Luciano Troja Per il secondo anno consecutivo la Filarmonica Laudamo propone nella propria stagione dei concerti infrasettimanali, di giovedì alle 19, in collaborazione col Vittorio Emanuele, alla Sala Sinopoli e alla Sala Laudamo. Otto appuntamenti musicali, adattati in una mini-rassegna dal titolo “Accordiacorde”, dove gli autori attraverso la musica, ma anche le parole, illustrano il loro progetto musicale. Questi gli appuntamenti: il 6 novembre, l’Otherwise 4tet, in “Bufalino SoundInVerse”, incontro fra la poesia di Gesualdo Bufalino e le musiche di Gino Aquila; il 20 novembre il pianista Daniele Condurso in “Chopin & Chopin”, propone una full immersion nello Chopin più celebrato e meno conosciuto, con una serie di miniature frutto della ricerca dello stesso Condurso; il 4 dicembre “Viaggio nella vocalità cameristica del ‘900”, un percorso filologico, ma anche intimo ed emozionante con Donatella Sollima al pianoforte, le sapienti parole della sorella Annamaria e la voce del soprano Francesca Adamo. Il 22 gennaio sarà la volta del Pannonica Jazz Workshop con “Strayhorn! Omaggio a Billy Strayhorn nel centenario della nascita”: monografia su un compositore che per 25 anni fu l’alter ego di Duke Ellington, allestita dal Pannonica Workshop, laboratorio condotto a Messina da oltre una decade da Filippo Bonaccorso e Luciano Troja. Alla Sala Laudamo invece il 5 febbraio “Les Elements”, musica antica con strumenti d’epoca con Piero Cartosio e Natalia Bonello ai flauti e Gianluca Lastraioli alla tiorba, quindi il 19 febbraio con Carmelo Coglitore al sax e Giovanni Caridi al violoncello, un viaggio tra improvvisazione e musica scritta, tra brani celebri di Bizet, Bach, Verdi, e dello stesso Coglitore; il 5 marzo Basilio Timpanaro e Rossana Policardo, con le Sonate di Mozart per clavicembalo a 4 mani, un affascinante programma da due dei nostri maggiori esecutori dello strumento. Chiuderà la rassegna il Giuseppe Guarrella Niwas Quartet, gruppo a nome di uno degli artisti di punta dell’avantgarde jazz, con le musiche tratte da Urban Lullaby, CD che uscirà a breve, con musiche dello stesso Guarrella, William Parker e Max Roach. 61 Eventi del mese Eventi del mese Eventi d 16 ottobre MESSINA, Teatro Vittorio Emanuele “Toni Servillo legge Napoli”, fino al 19 ottobre 2014 17 ottobre TORINO, Teatro Stabile di Torino “Falstaff”, da Enrico IV/Enrico V di William Shakespeare 18 ottobre MESSINA Teatro Vittorio Emanuele presentazione volume “Eduardo e Pirandello. Una questione «familiare» nella drammaturgia italiana”, di Dario Tomasello 19 ottobre ROMA, Museo MACRO Festival Internazionale di Roma (XIII edizione) Mostra “Portrait” 20 ottobre MESSINA, Cineforum Orione, Cineauditorum Fasola “Scusa, mi piace tuo padre”, di Julian Farino 21 ottobre MESSINA, Teatro Vittorio Emanuele “Giù”, di Spiro Scimone, fino al 24 ottobre 2014 22 ottobre MILANO, Piccolo Teatro Grassi “Una giovinezza enormemente giovane” di Gianni Borgna 23 ottobre ROMA, Teatro dell’Opera, Teatro Costanzi “Rigoletto”, Musica di Giuseppe Verdi 24 ottobre MODENA, VIE Festival “Super Premium Soft Double Vanilla Rich”, di Toshiki Okada 25 ottobre MESSINA, Teatro Vittorio Emanuele, Ramin Bahrami 26 ottobre VICENZA, “Laboratorio Olimpico” IX edizione, Odeo del Teatro Olimpico 27 ottobre MESSINA, Cineforum Orione, Cineauditorum Fasola “Jimmy P.” di Arnaud Desplechin 28 ottobre FIRENZE, Teatro La Pergola “Sei personaggi in cerca d’autore”, di Luigi Pirandello, regia Gabriele Lavia 29 ottobre PALERMO, Teatro Biondo Stabile di Palermo “Io, Nessuno e Polifemo. Intervista impossibile”, testo e regia Emma Dante 30 ottobre NAPOLI, Teatro San Carlo “Eduardo, Artefice magico”, ideazione e coreografia Francesco Nappa 31 ottobre ROMA, Teatro Brancaccio “Carmen” di Dada Masilo 62 del mese Eventi del mese Eventi del me 1 novembre LECCE, Cantieri teatrali Koreja “Pollicino 2.0”, Collettivo PirateJenny (Milano) 2 novembre ROMA, Teatro Argentina, “Gifuni legge Ragazzi di vita” 3 novembre MESSINA, Cineforum Orione, Cineauditorum Fasola “Ninotchka”, di Ernst Lubich 4 novembre MESSINA, Teatro Vittorio Emanuele “Dots, Lines and the Cube”, Mum&Gypsy (Giappone), fino al 6 novembre 2014 5 novembre ROMA, Teatro India “Trilogia dell’invisibile”, un progetto di Deflorian/Tagliarini 6 novembre MILANO, Piccolo Teatro Studio Melato “Malacrescita”, di Mimmo Borrelli 7 novembre CATANZARO Festival d’Autunno - Spiritualità e Media 8 novembre VITTORIA (RG) Fiera Emaia Campionaria Nazionale a Vittoria 9 novembre MILANO, Palazzo Reale “Van Gogh. L’uomo, la terra, il lavoro”, Mostra di pittura 10 novembre MESSINA, Cineforum Orione Cineauditorum Fasola, “La grande illusione”, di Jean Renoir 11 novembre CATANIA, Teatro Massimo Bellini “Coppelia”, balletto di Lèo Delibes 12 novembre TORINO, Teatro Stabile di Torino“ Cyrano de Bergerac”, di Edmond Rostand 13 novembre FIRENZE, Palazzo Strozzi “Picasso e la modernità spagnola”, Mostra di pittura 14 novembre PALERMO, Teatro Biondo Stabile di Palermo “Doppio fronte Oratorio per la grande guerra”, di e con Lucilla Galeazzi e Moni Ovadia 15 novembre SAN LEUCIO (CS), Officina teatro prospettive contemporanee presenta “Banane”, Teatridilina compagnia 16 novembre MONFORTE SAN GIORGIO (ME) Giro delle botti e dei catoi a Monforte San Giorgio 63 Tra le novità della stagione 2014/2015 del Teatro Vittorio Emanuele ecco la TVE CARD. Una nuova ed importante iniziativa che, ad un costo simbolico, permetterà di usufruire di alcuni vantaggi, che verranno gradualmente e costantemente ampliati. La TVE CARD offre una serie di agevolazioni: a) Lo sconto del 10% su tutti gli spettacoli, compresi quelli fuori abbonamento b) Diritto ad una copia gratuita della rivista Frammenti c) Vantaggi e benefici che verranno offerti dagli Enti, dagli Imprenditori e dagli Esercenti che aderiranno al gruppo “Amici del Teatro”. Consultando regolarmente il sito www.teatrodimessina.it sarà possibile scoprire tutte le informazioni aggiornate sulle promozioni del Teatro e del gruppo “Amici del Teatro”. La TVE CARD può essere ritirata esclusivamente al botteghino dietro versamento di 10,00 € o di 5,00 € per i giovani fino ai trent’anni. Tra i tanti compiti che il Teatro svolge all’interno di una comunità, non va dimenticato il ruolo sociale che esso, per sua stessa natura, ricopre, e per dare un segno di presenza ed attenzione forte il Vittorio Emanuele quest’anno ha voluto abbracciare l’iniziativa del “biglietto sospeso”. Tutti gli spettatori in piena libertà e autonomia, avranno la possibilità di donare piccole somme destinate all’acquisto di biglietti da donare a soggetti svantaggiati. Prosegue poi la collaborazione con l’Associazione ISIVIÙ di Barbara Marsala per offrire il servizio di traduzione nella lingua dei segni e della descrizione audio di alcuni spettacoli della stagione, per favorire la partecipazione e la fruizione del Teatro ai Sordi e ai non Vedenti. Già in passato il teatro ha portato avanti questo progetto, prima di tante altre realtà del territorio nazionale.