Marina Benedetti "Diatesi media e perfetto: Macrobio di fronte alla tradizione grammaticale greca" La secolare profonda simbiosi linguistica e culturale greco-latina, e le condizioni di capillare bilinguismo, trasversale rispetto ai diversi strati e contesti sociali, hanno fornito ricchi spunti per osservazioni di tipo contrastivo e hanno contribuito alla costituzione di una coscienza identitaria, che, in particolare nel mondo latino, si manifesta in forme molteplici, che spaziano dalle annotazioni dotte ed erudite di Gellio, di Catone, di Cesare, di Cicerone, di Quintiliano e molti altri (rivolte primariamente allo stile elevato e letterario) alla produzione di materiali a scopi applicativi e didattici, del genere degli Idiomata, degli Hermeneumata o delle Differentiae. In un panorama così articolato, spicca un'operetta dal titolo De verborum Graeci et Latini differentiis vel societatibus (nel séguito, De diff.), composta da Macrobio, verisimilmente intorno al 430-420 d.C., la cui originalità si evince già, indirettamente, dalla difficoltà di ascriverla ad un genere specifico; si può comunque affermare che non si tratta - nonostante il diverso parere di alcuni studiosi - di un manuale didattico, ma piuttosto di una raccolta (non priva di sistematicità) di differenze e somiglianze (differentiae e societates) tra greco e latino, fondata sul riconoscimento della coniunctissima cognatio tra le due lingue. Le sezione dedicata al confronto tra genera verborum e διαθέσεις (testimoniata dagli excerpta Parisina) è stata oggetto di particolare interesse in anni relativamente recenti: le analisi di Rijksbaron (1986), Stoppie/ Swiggers /Wouters (2007), Signes Codoñer (2007) hanno dato un contributo essenziale alla comprensione del testo, mettendone in luce, al contempo, alcuni aspetti singolari o addirittura problematici. Questioni ancora aperte riguardano, in modo particolare, il passo dedicato al medio greco, degno di particolare interesse in quanto offre la più antica testimonianza della riflessione dei latini su questo tema. La presente comunicazione approfondisce una sezione specifica di tale passo, in cui Macrobio tratta di forme di perfetto del tipo πέπηγα πέπληγα κέκοπα e della loro classificazione nell'ambito del "medio". Come risulta dal confronto con testimonianze greche (in particolare con passi di Apollonio Discolo e della Tέχνη γραμματική dello pseudo-Dionisio Trace), la trattazione di Macrobio fornisce un tassello prezioso per la ricostruzione del percorso attraverso il quale l'associazione tra medio e perfetto si è costituita ed è divenuta - grazie all'autorità di alcune figure di riferimento - tratto ricorrente nella riflessione grammaticale antica. Cenni di bibliografia De Paolis, P. (1990) (ed.), Macrobii Theodosii De Verborum Graeci et Latini Differentiis vel Societatibus Excerpta. Urbino: Quattro Venti. Rijksbaron A. (1986), The Greek Middle Voice, in Philosophie du langage et grammaire dans l’antiquité, Brussels and Grenoble: Ousia, 427 - 444. Stoppie, K. / Swiggers, P. / Wouters, A. (2007) La terminologie grammaticale en contexte bilingue: Macrobe et l’analyse de la diathèse verbale. in Basset, L. et al. (eds.) Bilinguisme et terminologie grammaticale gréco-latine, Leuven – Paris – Dudley: Peeters. pp. 201-224. Signes Codoñer, J. (2007), La diátesis del verbo griego según Macrobio o la "ratio" latina en gramática. In Munus Quaesitum Meritis: Homenaje a Carmen Codoñer / Hinojo Andrés, G. / Fernández Corte J. C, (eds.), 2007, pp. 805-813.