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CAMPIONATO DI GIORNALISMO
GIOVEDÌ 7 MARZO 2013
La testimonianza di Zaccherini
La memoria e l’Olocausto secondo i ragazzi delle Aldo Moro di Toscanella
RIFLESSIONI SULLA SHOAH
Anche se non c’eravamo
non si può dimenticare
SIGNIFICATIVO… Commovente…Ti fa riflettere… Ti prende il cuore… Questi i sentimenti che hanno
provato i giovani cuori dei ragazzi delle terze della nostra
scuola che hanno assistito al teatro di Dozza allo spettacolo ‘PRESENZE/Assenze: voci e storie della SHOAH’
con Corrado Gambi e Paola Camerone, con videoproiezioni di immagini dal museo ‘Yad Vaslem’ di Gerusalemme. Mentre sullo sfondo scorrevano senza interruzione i nomi delle famiglie sterminate dalla furia nazista,
l’attore leggeva brani e poesie tratte da testimonianze di
chi aveva vissuto sulla propria pelle quella tragedia, come
la giovane Anna Frank, Primo Levi e innumerevoli sconosciuti. Nell’ambito della giornata della memoria abbiamo assistito alla proiezione del film ‘Vento di primavera’
di Rose Bosch. Siamo a Parigi, nel 1942; la città è occupata dai nazisti. Tra i vari protagonisti ricordiamo il piccolo Joseph, un ragazzino ebreo di 10 anni che vive nel
quartiere Butte Montmartre ed è costretto con la sua famiglia a portare la stella di David cucita sui vestiti. La frase
più significativa secondo noi è: ‘Non è dei morti che devi
avere paura, ma dei vivi’, detta dal protagonista ad un
amico durante la fuga dal ghetto. Facciamo nostra la frase di Primo Levi: ‘Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario perché ciò che è accaduto può ritornare».
Noi della terza B abbiamo preso spunto da questa ‘memoria’ per approfondire il tema del razzismo nei confronti
degli ebrei, il significato della parola ‘Shoah”, della parola Olocausto, il nascere dei ghetti, partendo dalla diaspora del 70 d.C. fino ad arrivare alle leggi razziali in Germania ed in Italia, e alla tragica ‘soluzione finale’. In particolare siamo rimasti colpiti dalle testimonianze lasciate
nei loro scritti da Primo Levi e da Anna Frank, pagine
lette in classe e sentite recitare a teatro con una particolare
forza emotiva che ha lasciato in noi un profondo dolore.
Porteremo sempre nel nostro cuore le parole della poesia
‘Se questo è un uomo’. Ci chiediamo: «Come si può calpestare così la dignità dell’uomo?». Veramente ci auguriamo che simili efferatezze non accadano più e che sia snidato ovunque il seme del razzismo. In un simile clima di
morte, Anna Frank riesce ad invitare alla speranza in un
mondo migliore. Nel suo diario Anna parla della sua vita
quotidiana ma anche dei suoi sentimenti di adolescente.
Scrive pochi giorni prima che i tedeschi irrompano nell’alloggio segreto: «E’un miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e
inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché
continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo». Parole
come queste fanno del suo diario qualcosa di più di un
documento storico. Ci siamo anche soffermati sulle riflessioni scritte su cartelloni da un gruppo di giovani di una
Scuola Superiore che hanno visitato Auschwitz. A tre anni di distanza, ci colpiscono ancora molto le parole di uno
di loro: «Io non c’ero tra lo sferragliare dei treni sulle rotaie, tra i latrati e i denti dei cani, tra gli ordini inutili dei
Kapo’, in mezzo ai corpi puzzolenti al gelo, al fumo di
carne bruciata, in attesa di una morte che venisse a liberarmi. Oggi ci sono e non posso dimenticare».
Classe III B
MEMORIA: funzione della mente
che consiste nel far rinascere l’esperienza passata. Questo secondo il dizionario della lingua italiana.
Un’esperienza tragica è stata vissuta
nel secolo scorso … indimenticabile
perché uomini, donne, anziani, bambini, neonati sono stata uccisi da un
popolo che aveva la presunzione di
essere superiore. Ed è doveroso per
noi ricordarli. E’ per questo motivo
che la Repubblica italiana riconosce
il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz,
Giorno della Memoria «al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la
persecuzione italiana dei cittadini
ebrei, gli italiani che hanno subìto la
deportazione, la prigionia, la morte,
nonché coloro che, anche in campi e
schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati». Un appuntamento annuale che
ci ricorda di non dimenticare.
«Quanto dolore può contenere un uomo? Dalla punta dei capelli rasati, ai
piedi stanchi di camminare tra i fantasmi col pigiama a righe. Quanti ricordi
può contenere un numero? Marchiato
su una bestia al macello, in attesa di
una fine sperata. I superstiti hanno il dovere di ricordare. Le orecchie che ascoltano hanno il compito di apprendere une
lezione che non svanisca come fumo».
(Dalla Raccolta ‘L’ultimo petalo’)
I ragazzi
della III C
delle scuole
medie
di
Toscanella
Aldo Moro
in aula
Alcuni di noi hanno ascoltato la testimonianza
di Vittoriano Zaccherini, ex deportato di Auschwitz, che ci ha raccontato la sua terribile esperienza di prigionia nel lager. Non era un ebreo,
ma un partigiano e aveva solo 17 anni quando fu
catturato dai fascisti; tornò a Imola che pesava
solo 28 chili e non fu riconosciuto nemmeno dai
genitori. La morte accompagnava ogni sua giornata; i deportati venivano vestiti da carcerati, rasati, tatuati come animali e malnutriti. Non
c’era pietà per nessuno. Per comprendere le atrocità dell’Olocausto abbiamo assistito alla proiezione di due film, ‘Vento di primavera’ e ‘Schindler’s list’. Il primo è ambientato nella Francia
del 1941 e descrive molto bene gli stati d’animo,
le sofferenze, la disperazione delle famiglie
ebree catturate e il loro dolore, perché divisi dai
loro affetti più cari. Ciò che più colpisce è il co-
raggio sia delle persone ebree sia dei
non ebrei che li aiutarono. ‘Schindler’s list’ ha come protagonista un
imprenditore tedesco, che salva moltissimi ebrei usandoli come manodopera nella sua fabbrica. Le parole di
un grande scrittore come Primo Levi esprimono perfettamente l’importanza di mantenere vivo il ricordo di
queste atrocità: «Essi popolano la mia
memoria della loro presenza senza volto,
e se potessi racchiudere in un’immagine
tutto il male del nostro tempo, sceglierei
questa immagine, che mi è familiare: un
uomo scarno, dalla fronte china e dalle
spalle curve, sul cui volto e nei cui occhi
si possa leggere traccia di pensiero».
Enrico M. e la classe IIIC
ADOLESCENZA LA RIFLESSIONE DELLA TERZA A DELLE ALDO MORO DI TOSCANELLA
«Non tutti abbiamo gli stessi diritti»
QUESTO articolo è particolarmente consigliato ad un
pubblicodiadolescentipoichésono proprioloroiprotagonisti. Noi occidentali non ci rendiamo conto di quello che
succede dall’altra parte del mondo ai nostri coetanei; siamotroppooccupatidavantiainostrivideogiochieallenostre televisioni per preoccuparci degli altri giovani le cui
speranze di un futuro pari al nostro sono infrante. Voi
magari non sapete o non vi interessa, ma soprattutto nel
sud-est asiatico, milioni di bambini sono impegnati nelle
fabbrichefindapiccolissimiacucireinostriabiti,lenostre
scarpe, i nostri palloni dalle prime luci
dell’alba fino a che non tramonta il sole. La scuola è un
optionalperpochiprivilegiati.Pernonparlaredeibambinisoldatomandatiacombattereconunmitrainmano,a
rischiare la propria vita mentre noi ci lamentiamo se non
abbiamoiltelefonodiultimagenerazione.Moltiragazzini sono mandati inoltre anche nelle miniere di coltan
(con cui si fanno anche le batterie dei nostri telefonini), di
argillaodipietrepreziose,senzasaperesedaquelleminiere torneranno mai indietro. Come ci sentiremmo noi se
ognimattinainvecediandareascuolacidovessimoalzare alle cinque per andare a lavorare e prendere ordini e a
esserepicchiatialprimosbaglio?Cosaproveremmoseanziché trovare ogni giorno sul tavolo un piatto di pasta
avessimosìenounpezzodipanesecco?Sonoovviamente domande senza risposta che appena ce le sentiamo rivolgereci sentiamo unpo’in colpa,ma poifacciamo pre-
stoa dimenticarcene. Molti vivono nelle baraccopoli alla
periferiadelle grandicittà, come Riode Janeiro, con una
scarsitàdi igiene, di acqua, in case, se così si può dire, con
pareti fatte in lamiera osabbia e mattoni. Questo articolo
non è un rimprovero, vuolesolo farriflettere, come abbiamo fatto a scuola, su come va il mondo, sempre su binari
parallelichenonsiincontranomai,lasciandocheiDirittidell’infanzia sancitisianounarealtàsolo per unaparte
di bambini e adolescenti, mentre per altri, una grandissima parte, siano ancora all’avvio del terzo millennio un
miraggiolontano.Toccaanoiessereconsapevolidellerealtà che ci circondano, per dare il nostro contributo.
Inclasseabbiamoparecchioriflettutosu questoargomento leggendo brani tratti da giornali, riviste o sull’Antologia,dovevenivaraccontatalatristerealtàdiquestiragazziche da quandosono natinon vedono altrocheguerra e
morti. Abbiamo anche letto e commentato il fascicolo
dell’Unicef sui Diritti dei Bambini. Leggendoli insieme
aimieicompagniabbiamoscopertoquantidiritti hannoi
bambiniecheintroppipaesinonnevienerispettatoneanche uno. Abbiamo approfondito ancora di più guardandoAlltheInvisibleChildrendovevengonopresentati,attraversounadecinadicortometraggi,situazionidrammatiche in cui i diritti dell’infanzia vengono lesi. Il titolo di
questo dvd significa ‘tutti i bambini invisibili’ ovvero tutti
quei bambini dei quali noi ignoriamo persinol’esistenza.
Luca Rimondi, classe III A