Durante quest’ultimo anno
la Biblioteca ha acquisito alcuni libri
su temi che rimandano al 27 gennaio
GIORNO DELLA MEMORIA
li proponiamo ora ai nostri lettori
33 giorni
Léon Werth ; con una prefazione di Antoine de Saint-Exupeéry ; traduzione di
Alberto Pezzotta
L'11 giugno 1940 Léon Werth si mette al volante della sua vecchia Bugatti per raggiungere, come
ogni estate, Saint-Amour, nel Canton Giura. Di solito il viaggio dura nove ore. Ma si tratta di un
anno diverso dagli altri: i tedeschi sono alle porte di Parigi; i suoi abitanti fuggono e si riversano
sulle strade, insieme a milioni di altri francesi oltre che ai rifugiati. L'esodo è cominciato. In un
viaggio lungo trentatré giorni, Léon vede timori e speranze di libertà di una nazione nel caos
politico. Un libro "perduto" per decenni che ha una storia rocambolesca, salvato proprio da
Antoine de Saint-Éxupery che lo portò negli Stati Uniti, dove però non trovò le stampe.
Il bambino del giovedì
Alison Pick ; traduzione di Alessandra Emma Giagheddu
Nell'intento dello sconosciuto narratore di questa storia sta tutto il senso della vita umana, fatta di
terribili tragedie, inaspettate coincidenze, indicibili segreti, incontri che segnano un destino. E
sempre, quella vita è un racconto fantastico, il romanzo più incredibile e toccante che possa
essere letto. Questo è il romanzo della famiglia Bauer, ambientato nella Cecoslovacchia del 1939,
sopraffatta dalle truppe naziste che la stanno occupando. Con una missione, innanzitutto:
eliminare la razza ebraica. Pavel e Anneliese Bauer sono giovani, sono ricchi, hanno successo. E
sono ebrei. Per loro l'invasione significa perdere tutto, e così tentano la fuga scappando a Praga,
assieme al loro bambino di sei anni, Pepik, e alla fidata governante che si occupa di lui, Marta.
Nella capitale, mettono in salvo Pepik grazie al Kinder-transport, il treno che porta i bambini in
Inghilterra strappandoli ai campi. Man mano che il terrore si diffonde, con l'avanzata del
nazismo, i loro rapporti si modificano in modo inesorabile: fra Pavel e la moglie si allarga un
baratro e a lui Marta pare l'unica ancora di salvezza, mentre del piccolo, nel frattempo adottato in
Gran Bretagna, per una serie di sfortunate circostanze sembra perdersi ogni traccia. Al narratore,
allora, spetta il compito di riprendere i fili delle loro vite e tessere di nuovo il ritratto della
famiglia Bauer. Nel quale, per una sotterranea trama del destino, c'è un posto anche per chi
racconta.
Il diario della signora
Liaty Pisani
In un lontano giorno di settembre del 1943, sulle rive del Lago Maggiore, una squadra di SS
assassinò un gruppo di ebrei ospiti del suggestivo Grand Hotel Meina. Una tragedia dimenticata,
nascosta tra le pieghe della storia. Oggi, una lettera anonima attraversa l'Atlantico. Viene da
Milano ed è indirizzata a un famoso pittore newyorkese, Frank Veronese, che nei suoi quadri
racconta, testimonia e denuncia scandali e drammi del presente. È una lettera che scotta perché
minaccia di far luce su un passato ancora pericolosamente vivo e attuale, gelosamente racchiuso
tra le pagine di un diario. Veronese vuole sapere, e sa anche a chi chiedere aiuto: a Giorgio Zevi,
lo scrittore che, da quando è tornato da Auschwitz nel 1945 ha fatto della denuncia della follia
nazista una missione, la sola ragione di vita. Ma non appena i due uomini sfiorano la torbida
superficie del passato, si scatena una caccia all'uomo che non prevede lieto fine. Chi si nasconde
dietro quella lettera? Dove si trova il prezioso diario di cui parla? Quale segreto reclama dal
passato di essere svelato? In una Milano stretta nella morsa dell'inverno, i due amici dovranno
affrontare una corsa contro il tempo se vorranno sopravvivere e far sopravvivere la verità.
Finché le stelle saranno in cielo
Kristin Harmel ; [traduzione dall'inglese di Sara Caraffini]
Da sempre Rose, nell'attimo che precede la sera, alza lo sguardo a cercare la prima stella del
crepuscolo. È quella stella, anche ora che la sua memoria sta svanendo, a permetterle di ricordare
chi è e da dove viene. La riporta alle sue vere radici, ai suoi diciassette anni, in una pasticceria
sulla rive della Senna. Il suo è un passato che nessuno conosce, nemmeno l'amatissima nipote
Hope. Ma adesso per Rose, prima che sia troppo tardi, è venuto il tempo di dar voce a un ultimo
desiderio: ritrovare la sua vera famiglia, a Parigi. E, dopo settanta lunghi anni, di mantenere una
promessa. Rose affida questo compito alla giovane Hope, che non ha nulla in mano se non un
elenco di nomi e una ricetta: quella dei dolci dal sapore unico e inconfondibile che da anni
prepara nella pasticceria che ha ereditato da Rose a Cape Cod. Ma prima di affidarle la sua
memoria e la sua promessa, Rose lascia a Hope qualcosa di inatteso confessandole le proprie
origini: non è cattolica, come credeva la nipote, ma ebrea. Ed è sopravvissuta all'Olocausto. Hope
è sconvolta ma determinata: conosceva l'Olocausto solo attraverso i libri, e mai avrebbe pensato
che sua nonna fosse una delle vittime scampate all'eccidio. Per questo, per dare un senso anche al
proprio passato, Hope parte per Parigi. Perché è nei vicoli tra Place des Vosges, la sinagoga e la
moschea che è nata la promessa di Rose, una promessa che avrà vita finché le stelle saranno in
cielo.
Ho sognato la cioccolata per anni
Trudi Birger ; scritto con Jeffrey M. Green ; traduzione Maria Luisa Cesa
Bianchi
Sedici anni sono troppo pochi per conoscere gli orrori di un campo di sterminio, per sopportare il
freddo e la fame, per ascoltare le atroci battute dei soldati, per vedere morire le persone accanto a
te come bestie in un macello, per essere spinti sino sulla porta di un forno crematorio.
Sembrerebbe impossibile trovare la forza di sopravvivere, di tirare avanti, di continuare a
lavorare, a sperare, ad amare.
Ma Trudi Birger ce l’ha fatta. Questa è una storia vera. La storia di una ragazzina che, dai tè
danzanti di Francoforte, si trova rinchiusa nel ghetto di Kosvo, prima di finire nell’infamante
campo di Stutthof. È la storia di una figlia che rifiuta di salvarsi per non abbandonare la madre,
perché sa che solo da quel legame intenso e profondo potrà attingere la forza per continuare a
sperare.
Nella semplicità del suo racconto autobiografico, Trudi Birger ci guida tra le atrocità e le
sofferenze dell’Olocausto per svelarci la forza della speranza che non si arrende, dei sogni che
rifiutano di morire, degli affetti che tengono in vita.
Io che vi parlo : conversazione con Giovanni Tesio
Primo Levi
La famiglia, l'infanzia, gli anni di formazione durante il fascismo, gli amici dell'adolescenza, le
letture, la timidezza, la passione per la montagna. E ancora la guerra, il ritorno a casa e un
mestiere "che è poi un caso particolare, una versione più strenua del mestiere di vivere". Quasi
trent'anni di silenzio per questa fitta conversazione che Primo Levi ha intrecciato nei primi mesi
del 1987 con Giovanni Tesio, in vista di una convenuta "biografia autorizzata". Domande discrete
e mai troppo incalzanti a cui Levi risponde con una disponibilità vigilata ma a tratti molto
esplicita, che spariglia il risaputo, lasciando trasparire un lato di sé più intimo. E ci regala un
dialogo intenso che corre sul filo della memoria, carico di vita, di storie e di Storia; un dialogo
che si interrompe proprio prima di Auschwitz. Una interruzione dovuta alla morte improvvisa di
Levi.
Un mondo senza noi
Manuela Dviri ; prefazione di Gad Lerner
"La 'mia' Shoah, quella di molti ebrei italiani, è mia madre ragazzina che non trova il suo nome
nel tabellone dei voti a scuola, perché gli ebrei sono a parte. Che non può ricevere un otto, perché
i voti degli ebrei non possono superare quelli degli 'ariani'. E' mio padre, che fino alla morte
conserva il telegramma dell'amico Bruno, che gli dice di usare la sua casa, in caso di bisogno. La
mia Shoah sono bambine che spariscono da scuola per sette anni e quando tornano nessuno gli
chiede dove sono state. Prima delle leggi razziali, prima della Vergogna, mia madre, mio padre, i
nonni, gli zii, i cugini, erano normali cittadini italiani...
Quelli che ci salvarono
Jenna Blum ; traduzione di Giovanna Scocchera
Weimar, 1939. La guerra è appena iniziata e Anna, una diciottenne orfana di madre, che vive con
il padre ma senza il suo affetto, conosce Max Stern, un medico ebreo trentaseienne, e se ne
innamora. Quando Stern è costretto a fuggire, ricercato dalle SS non solo perché ebreo ma per la
sua attiva partecipazione alla rete di resistenza antinazista, Anna decide di ospitarlo nella propria
casa, in un sottoscala dimenticato, di nascosto dal padre, che non fa mistero delle proprie
simpatie per il regime. Max e Anna diventano amanti. Aiutata dalla fornaia Mathilde, membro
della resistenza, Anna tenta di procurarsi dei documenti falsi per espatriare in Svizzera con Max.
Ma proprio quando i documenti sono pronti e Anna sta per annunciare a Max di essere incinta, il
padre scopre il nascondiglio e fa arrestare il medico, che viene internato nel campo di
concentramento di Buchenwald, costruito nei boschi intorno alla città. Dopo un duro confronto
col padre, Anna scappa di casa e si rifugia da Mathilde, la fornaia: non rivedrà mai più né suo
padre, che presto si trasferisce a Berlino, né Max, che verrà impiccato nel campo. Nell'anno in cui
Anna mette al mondo Trudy, la figlia concepita con Max, Mathilde viene scoperta mentre
trasporta un carico di armi verso il campo ed è uccisa. Al forno si presenta un ufficiale nazista, il
quale fa chiaramente capire ad Anna che avrà salva la vita se accetterà di essere la sua amante. E
così sarà, fino alla fine della guerra e alla fuga del soldato in Sud America.
La Resistenza spiegata a mia figlia
Alberto Cavaglion
La Resistenza è stata la dimostrazione del meglio di cui gli italiani fossero capaci: un'assunzione
di responsabilità, una volontà di riscatto che non riguarda solo la storia del fascismo e della
partecipazione italiana alla Seconda guerra mondiale. Si affrontano qui alcuni problemi
controversi della storia della Resistenza senza cedere alla sacralità o alla strumentalizzazione
politica: si ricostruisce infatti una narrazione anti-eroica, senza aggettivi, ma ricca di colori.
L'obiettivo è cercare una via d'uscita alternativa alla ricostruzione spesso rancorosa degli eventi...
Gli scomparsi
Daniel Mendelsohn ; traduzione dall'inglese di Giuseppe Costigliola
"Gli scomparsi" è la storia di un viaggio, cinque anni intorno al mondo, per cercare di rispondere
a una domanda che Daniel Mendelsohn aveva posto molti anni prima, quando era ancora
bambino: cosa è davvero accaduto allo zio Shmiel e alla sua famiglia durante l'Olocausto? Le
favolose storie del nonno raccontavano di un'infanzia passata nella città di Bolechow, Ucraina,
all'inizio del secolo, ma si interrompevano intorno al destino del fratello, di sua moglie e delle
quattro figlie. I membri della famiglia evitavano di parlare del misterioso Shmiel, tranne qualche
sussurro o imbarazzata conversazione in yiddish, ed è da questi frammenti che Daniel inizia fin
da bambino a interrogarsi sui misteri della vicenda. Molti anni dopo Mendelsohn scopre una serie
di lettere disperate che Shmiel indirizza al nonno nel 1939 e è colpito dai frammentari racconti di
un terribile tradimento. Decide allora di trovare i testimoni del destino dei suoi parenti, gli unici
dodici ebrei di Bolechow ancora in vita, in una ricerca che lo condurrà assieme al fratello Matt
(un fotografo professionista le cui immagini illustrano il libro) a attraversare quattro continenti e
a confrontarsi con le abissali discrepanze tra la verità e la finzione, tra il ricordo e i fatti, tra il
racconto e la realtà. Il viaggio giungerà infine in Ucraina, nel paese dove ebbe inizio la storia
della sua famiglia e dove lo attende la soluzione di un enigma che non aveva trovato risposta.
La shoah in Piemonte : storie, immagini, luoghi della persecuzione
Bruno Maida
Un libro che racconta la Shoah in Piemonte. L'incubo degli ebrei italiani inizia nel 1938 con le
leggi razziali. Da quel momento, si apre un'epoca di marginalizzazione, soprusi, persecuzioni,
infine di deportazioni verso i campi di concentramento e di sterminio. Questo volume traccia un
quadro complessivo della Shoah in Piemonte, in cui alla minuziosa ricerca storica si affianca un
importante apparato iconografico d'archivio. La vita delle comunità ebraiche a Torino e nelle
province piemontesi, l'occupazione nazifascista dopo l'8 settembre 1943, gli episodi più
tragicamente noti (le stragi del lago Maggiore e la deportazione da Borgo San Dalmazzo), ma
anche le tante piccole storie quotidiane, le testimonianze dei sopravvissuti ai Lager, i piccoli
grandi spiragli di umanità di tutti coloro che in Piemonte rischiarono la vita per proteggere e
aiutare gli ebrei a fuggire. Un volume di grande valore civile, perché, come ha scritto Primo Levi,
"se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare,
le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre".
Sopravvissuta ad Auschwitz : Liliana Segre fra le ultime testimoni
della shoah
Emanuela Zuccalà ; presentazione di Carlo Maria Martini
Abitare, per un anno, nella città artificiale del male assoluto. Lavorare, da adolescente, a un
minuto ingranaggio della sterminata fabbrica della morte. Portare inciso sul braccio sinistro,
ancora dopo sessant'anni, il numero-simbolo della malvagità umana ed essere qui a raccontarlo.
Esprimendo, contemporaneamente, un inesauribile amore per la vita. La storia di Liliana Segre
sorprende, indigna e riconcilia. Bambina ad Auschwitz nel 1944, deportata perché ebrea, oggi è
una delle ultime testimoni della Shoah, fra le poche a riuscire ancora a rivivere davanti a una
platea - in genere di giovani e di studenti - una simile tragedia personale e collettiva. Un tessuto
di coincidenze ed eventi quasi romanzeschi l'ha condotta indenne - nello spirito, oltre che nel
corpo - fuori dai cancelli del campo di sterminio. Liliana Segre è testimone pubblica della Shoah
dal 1990: in questo libro, per la prima volta, racconta se stessa in profondità, le ragioni più intime
che l'hanno spinta a condividere il suo dramma privato, l'assurdo ritorno alla vita dopo il viaggio
nella città della morte che doveva essere di sola andata. Ma a parlare sono anche i ragazzi che
l'hanno ascoltata, in un'antologia di lettere e bigliettini scritti di getto e consegnati alla nonna che
è stata tredicenne ad Auschwitz.
Sotto un sole diverso : romanzo del destino sudtirolese
Ernst Lothar ; traduzione dal tedesco di Monica Pesetti
Dall?autore della Melodia di Vienna, un?altra splendida saga, gioiello della letteratura
mitteleuropea. Bolzano, fine degli anni Trenta. Con l?avvento del fascismo la popolazione di
lingua tedesca del Sudtirolo subisce continui tentativi di italianizzazione forzata. Le scuole di
lingua tedesca vengono soppresse, la stampa germanofona viene censurata, i nomi e i cognomi
delle persone italianizzati. I Mumelter, antica famiglia bolzanina orgogliosamente tirolese, vive
uno dei momenti più difficili della propria storia, sentendosi privata delle radici e dell?identità.
L?ultranovantenne Mumelter vede in Hitler l?unica speranza e si augura che la Germania nazista
faccia per i sudtirolesi ciò che sta facendo per i Sudeti, la minoranza di lingua tedesca in
Cecoslovacchia. Ma lo aspetta un?amara delusione. L?accordo tra Mussolini e Hitler non prevede
scampo: o l?italianizzazione forzata o il ?rimpatrio? nei territori del Reich. Per gli elementi più
scomodi, come i Mumelter, non c?è alternativa: il destino è l?esilio. La famiglia nel frattempo si
sgretola: il nipote più giovane, Sepp, si lascia abbagliare dalla retorica fascista e partecipa
entusiasticamente alle iniziative dei balilla; la nipote Riccarda dà scandalo rimanendo incinta
fuori dal matrimonio; il nipote Andreas viene arrestato per il suo impegno antifascista. Ma queste
sono solo le prime avvisaglie della tempesta che sta per abbattersi sull?Europa intera. Tra
attentati, esili, matrimoni e diaspore, la saga dei Mumelter trasporta i lettori in un viaggio
appassionante nella storia europea del Novecento.
Una speranza ostinata : Terezán, Auschwitz, Varsavia, Dachau
Max Mannheimer ; traduzione e cura di Claudio Cumani ; prefazione di Paolo
Rumiz
Nel dicembre del 1964 Max Mannheimer deve essere operato alla mascella. L'assistente del
medico dimentica per diversi giorni di consegnargli il risultato degli esami e Max si convince di
avere un tumore e di essere condannato. Si rende conto di non avere mai parlato alla figlia delle
sue esperienze nei campi di concentramento, "per difendere lei e me stesso" e scrive in pochi
giorni, di getto, i suoi ricordi. Un mese dopo le dimissioni dall'ospedale, le consegna queste
pagine di memorie. Il libro, scritto con il piglio di un diario, racconta di un padre ballerino e di
una madre colta, l'ascesa del nazismo, lo spirito dei vent'anni e l'amore che rendono fiduciosi
anche davanti alle deportazioni, alla crudeltà della vita del campo. L'umanità si corrompe, ma
non viene meno, tenuta in vita dalla coscienza di essere uomini. Instancabile, continua ancora
oggi a portare le sue memorie nelle scuole: "Il mio corpo è debole, ma i dettagli di quel tempo
spaventoso sono incisi nella mia anima". E ai giovani che lo ascoltano ricorda sempre: "Voi non
siete responsabili di quello che è successo, ma è compito vostro far sì che non si ripeta mai più"
L'usignolo
Kristin Hannah ; traduzione di Federica Garlaschelli
Nel tranquillo paesino di Carriveau, Vianne Mauriac saluta il marito Antoine che si sta dirigendo
al fronte. Non credeva che i nazisti avrebbero attaccato la Francia, ma di punto in bianco si
ritrova circondata da soldati tedeschi, carri armati, aerei che scaricano bombe su innocenti. Ora
che il Paese è stato invaso, Vianne è obbligata a ospitare il nemico in casa sua: da quel momento
ogni suo movimento è tenuto d'occhio, lei e sua figlia sono in costante pericolo. Senza più cibo
né denaro, in una situazione di crescente paura, si troverà costretta a prendere, una dopo l'altra,
decisioni difficilissime. Isabelle, la sorella di Vianne, è una diciottenne ribelle in cerca di un
obiettivo su cui lanciarsi con tutta l'incoscienza della giovinezza. Mentre lascia Parigi insieme a
migliaia di persone, incontra il misterioso Gaëtan, un partigiano convinto che i francesi possano e
debbano combattere i nazisti. Rapita dalle idee e dal fascino del ragazzo, Isabelle si unirà alla
Resistenza senza mai guardarsi indietro, non considerando i rischi gravissimi a cui andrà
incontro. "L'usignolo" racconta di due sorelle distanti per età, esperienze e ideali, ognuna alle
prese con la propria battaglia per la sopravvivenza ma entrambe alla ricerca fiduciosa dell'amore
e della libertà.