RICHIAMI SULL`EQUAZIONE DI CONSERVAZIONE DELL`ENERGIA

Corso di Sistemi Energetici
A.A. 2014-2015
Prof. Ing. Giorgio Cau
RICHIAMI SULL’EQUAZIONE DI CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA
Equazione di conservazione dell’energia per i sistemi aperti senza reazioni chimiche
In assenza di reazioni chimiche e con riferimento all’unità di massa di fluido l’equazione di
conservazione dell’energia per un sistema aperto in regime permanente e con flusso
monodimensionale può essere espressa in termini differenziali mediante la relazione:
(1)
dove, con riferimento ad un volume di controllo di estensione infinitesima,
e
rappresentano le variazioni infinitesime di energia specifica cinetica e potenziale del fluido
lungo il volume di controllo,
la variazione infinitesima di entalpia specifica del fluido,
e
le quantità infinitesime di calore e di lavoro scambiate dall’unità di massa di sistema con
l’esterno.
In termini integrali, per un volume di controllo caratterizzato da una sola sezione di ingresso
(sezione “1”) ed una di uscita (sezione “2”), la (1) diventa:
(2)
In assenza di variazioni di energia cinetica e potenziale, ovvero se il fluido evolvente nel sistema
ha la stessa velocità nelle due sezioni di ingresso e di uscita e le stesse si trovano alla stessa
quota, allora più semplicemente si ha:
(3)
È appena il caso di ricordare che l’entalpia
(come anche l’energia cinetica e l’energia
potenziale) è una proprietà del sistema i cui valori
e nelle sezioni di ingresso e di uscita ( e
in ogni altra sezione intermedia) dipendono solo dallo stato termodinamico del fluido in tali
sezioni; in altre parole essa è una funzione di stato. Il termine
nella (1) è pertanto un
differenziale esatto e rappresenta una “variazione” infinitesima di tale proprietà lungo un
percorso del fluido infinitamente breve.
I termini
e
, per brevità e , non sono invece proprietà del sistema in quanto non
dipendono dagli stati iniziale e finale rispettivamente nelle sezioni di ingresso e di uscita ma
dalla particolare evoluzione del fluido dallo stato iniziale a quello finale. Essi non sono quindi
1
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“variazioni” di una proprietà del sistema ma “quantità” di energia scambiate con l’esterno sotto
forma di calore e di lavoro attraverso le superfici impermeabili al fluido durante la sua
trasformazione dallo stato iniziale a quello finale (ovvero durante il suo trasferimento dalla
sezione di ingresso a quella di uscita). Convenzionalmente, il calore è positivo se è trasferito
dall’esterno al sistema mentre il lavoro è positivo se è compiuto dal sistema sull’esterno.
I termini
e
nella (1) non sono perciò differenziali esatti ma rappresentano le “quantità”
infinitesime di calore e lavoro scambiate con l’esterno durante la trasformazione in un tratto del
volume di controllo infinitesimo.
Per una generica massa
la relazione (3), in termini totali, diventa:
(4)
essendo
,
,
in quanto l’entalpia, il calore e il lavoro (l’energia nelle
sue diverse forme in genere) sono grandezze estensive, cioè il loro valore è proporzionale alla
massa del sistema 1.
Dalla (4) si ha:
(5)
La (5) si esprime dicendo che l’entalpia finale del sistema di massa è data dalla sua entalpia
iniziale più il calore scambiato dal sistema con l’esterno meno il lavoro scambiato dal sistema
con l’esterno. Per
l’entalpia del sistema aumenta se
(calore trasferito dall’esterno al
sistema), per
l’entalpia diminuisce se
(lavoro compiuto dal sistema sull’esterno).
Se la trasformazione è ciclica
(
) essendo una funzione di stato 2, pertanto:
(6)
ovvero, per scambi di calore e lavoro discreti:
1
Si denotano con lettere maiuscole le grandezze totali, estese cioè alla massa effettiva di sistema e con lettere
minuscole le grandezze specifiche, riferite cioè all’unità di massa di sistema.
2
In altri termini,
essendo
un differenziale esatto.
2
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(7)
Per una trasformazione reversibile si ha inoltre:
(8)
(9)
quindi:
(10)
che rappresenta la seconda equazione di Gibbs. Analogamente si ha la prima equazione di Gibbs:
(11)
La (10) contiene soltanto grandezze termodinamiche di stato (
) e pertanto è valida per
qualunque trasformazione reversibile e non reversibile (così pure la (11)). Per una
trasformazione non reversibile si ha infatti
(12)
(13)
essendo
e
rispettivamente il lavoro perduto e il calore prodotto internamente al sistema
a causa delle azioni dissipative. Entrambi sono positivi per natura (al limite nulli nel caso di
trasformazione reversibile) ed è
in quanto il calore prodotto a causa delle
irreversibilità è dato proprio dal lavoro dissipato.
Con riferimento alla (12) si osserva che nel caso di espansione è
(come pure
è
) e, quindi,
, perciò risulta
, essendo
(come pure
.
3
, perciò risulta
. Nel caso di compressione, viceversa,
) e, quindi,
, essendo sempre
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Per una trasformazione non reversibile si ha pertanto:
(14)
essendo, come detto,
.
Generalizzando si può considerare un volume di controllo caratterizzato da più fluidi in ingresso
e in uscita (figura 1), che all’interno del volume di controllo possono evolvere separatamente (ad
esempio i fluidi “caldo” e “freddo” in uno scambiatore di calore) o miscelarsi (ad esempio i fluidi
all’ingresso di un collettore di raccolta, il vapore all’ingresso di una turbina con più ammissioni a
diverse pressioni, ecc.), o separarsi (ad esempio i fluidi all’uscita di un collettore di distribuzione,
il vapore in una turbina a vapore con spillamenti, ecc.).
Q
L
m 1,1 , p 1,1 , T 1,1 , h 1,1 , …
m 2,1 , p 2,1 , T 2,1 , h 2,1 , …
m 1,2 , p 1,2 , T 1,2 , h 1,2 , …
m 2,2 , p 2,2 , T 2,2 , h 2,2 , …
…..
VOLUME DI
CONTROLLO
m 1,n, p 1,n, T 1,n, h 1,n , …
…..
m 2,m , p 2,m , T 2,m , h 2,m , …
Figura 1. Volume di controllo con “n” fluidi in ingresso e “m” fluidi in uscita.
Nella figura 1 i fluidi e le loro proprietà sono caratterizzati da due indici rappresentativi il primo
della sezione (sezione “1” di ingresso e sezione “2” di uscita), il secondo dello specifico fluido
(nella fattispecie si hanno “n” fluidi in ingresso e “m” in uscita).
Ricordando che l’entalpia è una grandezza additiva, oltre che estensiva 3, le entalpie totali
e
complessivamente trasportate dai flussi all’ingresso e all’uscita del volume di controllo
saranno esprimibili mediante le relazioni:
(15)
3
La proprietà estensiva è diretta conseguenza della proprietà additiva.
4
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(16)
Nelle (15) e (16) il generico prodotto
è espressione della proprietà estensiva (o
additiva in termini continui) per l’i-esimo fluido, mentre la sommatoria è espressione della
proprietà additiva (in termini discreti) rispetto ai diversi fluidi.
Per il volume di controllo rappresentato in figura 1 vale sempre la (4), ovvero la (5), essendo le
entalpie totali
e
date dalle relazioni (15) e (16).
Equazione di conservazione dell’energia per i sistemi aperti con reazioni chimiche
Per un sistema sede di reazioni chimiche la (4) e la (5) assumono la forma:
(17)
(18)
essendo
e
date sempre dalle relazioni (15) e (16) 4, mentre il termine
rappresenta
la variazione di energia potenziale chimica durante le reazioni ovvero la differenza tra l’energia
potenziale chimica dei prodotti e quella dei reagenti.
In assenza di scambi di calore e di lavoro con l’esterno si ha:
(19)
Dalla (19) si evince che:
-
se la reazione è esotermica (la reazione sviluppa calore) l’entalpia sensibile del sistema
aumenta e quindi
(
, escludendo reazioni con passaggi di stato) e
(il sistema reagente produce calore a spese della sua energia potenziale chimica che
diminuisce; il calore di reazione determina nel contempo l’aumento dell’energia termica
sensibile dei prodotti);
-
se la reazione è endotermica (la reazione assorbe calore) l’entalpia sensibile del sistema
diminuisce e quindi
(
) e
(il sistema alimenta le reazioni
4
In presenza di reazioni chimiche il numero di flussi entranti è pari almeno al numero delle specie reagenti.
5
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chimiche a spese dell’energia termica sensibile dei reagenti e di conseguenza la sua energia
potenziale chimica aumenta).
La combustione è un processo complessivamente esotermico
5
per cui in un sistema sede di
.
combustione
Si consideri il processo di combustione adiabatico schematizzato nella figura 2, dove:
massa ed entalpia specifica dell’aria (comburente)
massa ed entalpia specifica del combustibile
massa ed entalpia specifica dei prodotti
ma, h a
mc, hc
VOLUME DI CONTROLLO
(CAMERA DI COMBUSTIONE)
mp, hp
Figura 2. Schematizzazione di una camera di combustione adiabatica.
In questo caso si ha:
(20)
(21)
(22)
dove
,
e
rappresentano rispettivamente l’entalpia dell’aria, del combustibile e dei
prodotti. Se i reagenti e i prodotti sono assimilabili a gas perfetti
(per qualsivoglia
trasformazione) e tali entalpie sono date dalle relazioni:
6
5
I processi di combustione reali, anche relativi a combustibili semplici come il metano, avvengono secondo
complessi meccanismi caratterizzati da numerose reazioni intermedie esotermiche ed endotermiche.
6
Si ricorda che nel caso di gas a comportamento reale risulta:
6
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(23)
(24)
(25)
essendo
la temperatura di riferimento (ad esempio
attuali dell’aria, del combustibile e dei prodotti della combustione,
)e
,
,
e
e
le temperature
i rispettivi calori
specifici a pressione costante. Ovviamente
se l’aria e il combustibile sono alla
temperatura di riferimento
, mentre sarà
e
se l’aria e il
combustibile vengono preriscaldati.
Introducendo le espressioni (20) e (21) nella (17), posto
7 si ottiene:
(combustione adiabatica) e
(26)
Con riferimento all’unità di massa di combustibile si ha:
(27)
e introducendo il rapporto massico aria/combustibile
ha ancora:
per cui
, tenendo conto della (22), si
e
solo nel caso di trasformazioni rispettivamente isobara
e isocora
. Si verifica facilmente che i termini tra parentesi quadre sono nulli nel caso di gas perfetto.
7
È appena il caso di osservare che nei sistemi aperti, di norma, gli organi che scambiano lavoro (turbine,
compressori, pompe, ecc.) sono separati dagli organi che scambiamo calore o dagli organi di combustione.
Pertanto, per i primi è di norma
, per gli altri
.
7
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(28)
Se, infine,
), la (28) diventa:
, (l’aria e il combustibile sono alimentati alla temperatura di riferimento
(29)
dove il termine al secondo membro rappresenta l’entalpia dei prodotti per unità di massa di
combustibile.
Energia chimica e potere calorifico del combustibile
Il potere calorifico di un combustibile è definito operativamente come segue:
“Il potere calorifico di un combustibile è la quantità di calore che si ottiene dalla
combustione completa a pressione costante di una massa unitaria di combustibile quando i
prodotti della combustione siano riportati dalla temperatura di fine combustione adiabatica
alla temperatura iniziale di riferimento del comburente e del combustibile.
Se l’acqua prodotta dalla combustione (se il combustibile contiene idrogeno) si trova nei
prodotti in fase vapore si parla di potere calorifico inferiore , se invece essa si considera in
fase liquida si parla si potere calorifico superiore . La differenza
corrisponde al
calore di condensazione dell’acqua.
Considerando il potere calorifico inferiore, a cui si fa usualmente riferimento quando si parla, in
generale, del potere calorifico di un combustibile, traducendo in forma analitica la precedente
definizione si ha:
(30)
pertanto, dalla (29):
(31)
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Per definizione la (31) vale nel caso di combustione completa; nel caso di combustione
incompleta più in generale sarà:
(31)
avendo indicato con
il calore di reazione degli incombusti, ovvero la quota di energia chimica
che non viene resa disponibile in forma termica a causa della combustione incompleta.
In conclusione, con riferimento all’equazione generale del bilancio energetico del volume di
controllo (equazione (17)) è opportuno ribadire alcuni concetti fondamentali concernenti i
termini e :
-
I termini indicati con ( e ) rappresentano energia termica (sotto forma di entalpia)
associata a flussi di materia (materia in transito attraverso il volume di controllo), quindi
rappresentano l’energia termica “trasportata” dalla materia attraverso le superfici del
volume di controllo permeabili al flusso (sezioni di ingresso e di uscita dei fluidi);
-
Il termine Q rappresenta invece il calore scambiato con l’esterno (per conduzione,
convezione e irraggiamento) attraverso le superfici del volume di controllo impermeabili al
flusso.
-
Il termine L rappresenta parimenti il lavoro scambiato con l’esterno attraverso superfici
mobili del volume di controllo impermeabili al flusso.
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