Centro per la Filosofia Italiana
IL CONTRIBUTO
ANNO
XXXI, NUMERO 3
2009
IL CONTRIBUTO
Direttore responsabile
Giuseppe Prestipino
Direttore di redazione
Teresa Serra
Segreteria di redazione
Rocco D. Brienza
Giuseppe Cantarano
Aniello Montano
Comitato scientifico
Mario Alcaro, Rocco D. Brienza
Giuseppe Cantarano, Santino Cavaciuti
Pietro Ciaravolo, Dino Cofrancesco
Aldo Masullo,Aniello Montano
Teresa Serra, Giuseppe Tortora
Direzione e redazione
Centro per la Filosofia Italiana
Palazzo Annibaldeschi
via Annibaldeschi, 2
00040 Monte Compatri (Roma)
tel. 06 94288758
www.filosofia–italiana.org
direzione@filosofia–italiana.org
La rivista ha periodicità quadrimestrale.
ISBN
978–88–548–3261–9
ISSN 0391–2418
Quota d’iscrizione abbonante
euro 30,00
Editore
Aracne editrice S.r.l.
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Modalità di pagamento
Versamento sul c/c postale n. 39227004
intestato al Centro per la Filosofia Italiana
Palazzo Annibaldeschi
Tutti i diritti riservati.
Gli scritti apparsi su questo numero
possono essere pubblicati altrove
purché se ne dichiari la fonte.
INDICE
Questo fascicolo
pag.
5
Alessandro Catelani
Radici cristiane della civiltà europea ed universalità
dei valori del Cristianesimo
pag. 7
Alessandro Fruci
I fondamenti teoretici dell’opera di Luigi Sturzo pag. 19
Fiammetta Ricci
L’appello di giustizia del volto e la prossimità
problematica in E. Lévinas pag. 43
Emilio Sergio
Ragione geometrica e corpo politico nella filosofia
di Thomas Hobbes
pag. 67
Paolo Fornari
La concezione della storia in Eric Voegelin
pag. 89
Santino Cavaciuti
Intorno al significato, ordine e valore
dei termini fede, ragione, scienza pag. 113
Paola Ruminelli
Filosofia, religione e scienza pag. 121
Discutiamo…
3
4
Indice
Recensioni
Alessandro Fruci
Nicola Ricci, Cattolici e Marxismo
pag. 123
Antonino Russo
Adriana Verìssimo Serrao, Pensar a Sensibilidade,
Baumgarten – Kant – Feuerbach pag. 130
Abstracts
pag. 135
Informazioni del Centro per la filosofia italiana
pag. 137
Regole editoriali
pag. 139
La nostra Collana
pag. 141
Libri ricevuti pag. 143
Questo fascicolo
Ospitiamo un intervento del prof. Catelani dell’Università di Arezzo
che propone il punto di vista di un giurista sul tema delle radici cri­
stiane della civiltà europea. Si tratta di un tema attuale e interessante
che può suscitare discussione e speriamo che i nostri lettori vorranno
intervenire sull’argomento. Il resto della rivista presenta saggi di vario
tipo. Dal saggio di Fruci, sul retroterra filosofico del pensiero di Luigi
Sturzo, che invita a considerare da un punto di vista finora inesplorato
la figura del fondatore del Partito popolare italiano, alle problematiche
sul corpo in Lévinas e sul corpo politico in Hobbes, alla concezione del­
la storia in Voegelin, i saggi di questo numero ruotano intorno al tema
della giustizia. Continuano le discussioni su Ragione scienza e fede con
gli interventi di Santino Cavaciuti e Paola Ruminelli. Auspichiamo che
altri vorranno intervenire.
Anche in questo numero sono presenti recensioni che diventano di­
scussioni approfondite.
5
RADICI CRISTIANE DELLA CIVILTà EUROPEA
ED UNIVERSALITÀ DEI VALORI DEL CRISTIANESIMO
Alessandro Catelani
1. Le origini cristiane della civiltà europea
La civiltà europea1 ha avuto origini cristiane; e ciò costituisce un dato
incontrovertibile, nella sua storicità, che deve essere considerato valido,
come tale, indipendentemente da quella che può essere l’impostazione
culturale di ciascuno, religiosa o laica che essa sia. È il Cristianesimo
che ha modellato l’Europa, influenzandone in maniera assolutamente
determinante le istituzioni e il modo di vita. Da questa comunanza di
origini è derivato che attualmente tutte le Costituzioni degli Stati eu­
ropei sono impregnate — se così si può dire — di valori cristiani, in
quanto si ispirano ai principi fondamentali dell’etica cristiana.
Nel caso dell’Europa e degli Stati moderni di origine europea, i
valori ai quali le Costituzioni si attengono sono fondamentalmente
quelli del Cristianesimo e di una cultura laica e liberale che, se pure si
contrappone a quella religiosa, converge verso quest’ultima in manie­
ra significativa, giungendo alle stesse conclusioni. Il diritto positivo
1
Sulla civiltà europea cfr. Guido Alpa, Le intersezioni tra storia, scienza e politica, in Diritto pubblico, 2005, p. 341; Josep Fontana, L’Europa allo specchio. Storia di una civiltà distorta, Laterza, Roma 1995; Jean Le Goff, Il cielo sceso in terra. Le radici medievali dell’Europa,
Laterza, Bari–Roma 2004; Bronislaw Geremek, Le radici comuni dell’Europa, Il Saggiatore,
Milano 1991; Geminello Preterossi, L’Occidente contro se stesso, Laterza, Bari–Roma 2004;
Jürgen Habermas, L’Occidente diviso, Laterza, Bari–Roma 2005; Federico Chabod, L’idea di
Europa, Laterza, Bari 1974; Lucien Lefebvre, L’Europa. Storia di una civiltà, Donzelli, Roma
1999; Emmanuel Todd, L’invention de l’Europe, Ed. du Seuil, Paris 1996; Heikki Mikkeli,
Europa. Storia di un’idea e di un’identità, il Mulino, Bologna 1998; Valerio Castronovo, L’avventura dell’unità europea. Una sfida con la storia e il futuro, Einaudi, Torino 2004; Luisa
Passerini (a cura di), Identità culturale europea. Idea, sentimenti, relazioni, La Nuova Italia,
Firenze 1998; Antonio Mastropaolo, La comunità ricomposta. Alle origini dell’idea di Nazione
nell’Inghilterra del Seicento, in Diritto pubblico, 2005, p. 427.
7
8
Alessandro Catelani
del nostro, come di tutti gli ordinamenti di origine europea, è influen­
zato da valori assoluti che sono fondamentalmente cristiani o, anche
se laici, di remota origine cristiana. Tutti questi valori si ritrovano, e
ne costituiscono la ragion d’essere, nelle norme positive, le quali di
essi sono, in maniera più o meno immediata, espressione. Quelli che
sono i diritti inviolabili dell’uomo2, definiti nell’art. 2 della nostra
Sui diritti inviolabili dell’uomo cfr. Mario Dogliani–Valeria Marcenò, Norberto Bobbio
e i diritti dell’uomo, in Diritto pubblico, 2009, p. 85; Claudio Zanghì, Tutela internazionale
dei diritti dell’uomo, in Il dir., Enc. giur., Giuffrè, Milano 2008; Id., Dichiarazione universale
dei diritti dell’uomo, in Il dir., Enc. giur., Giuffrè, Milano 2008; Michele Di Salvia–Vladimiro
Zagrebelski, Diritti dell’uomo e libertà fondamentali. La giurisprudenza della Corte europea
dei diritti dell’uomo e della Corte di giustizia delle Comunità europee, Vol. III, coordinato da
Marinella Fumagalli Meraviglia, Giuffrè, Milano 2008; Luigi Ferrajoli, Multiculturalismo e
universalità dei diritti fondamentali, in Magistratura, 2007, fasc. 4, p. 6; Carla Ricci, Diritti
fondamentali, multiculturalismo e diritto alla diversità culturale: appunti a margine della Convenzione Unesco sulla protezione e promozione della diversità culturale, in Dir. uomo, 2007,
fasc. 1, p. 49; Gustavo Zagrebelski, Corti Costituzionali e diritti universali, in Riv. trim. di dir.
pubbl., 2006, p. 297; Mauro Barberis, Liberalismo, costituzionalismo, pluralismo, in Materiali
per una storia della cultura giuridica, 2006, p. 7; Antonio Cassese, I diritti umani oggi, Laterza,
Roma–Bari 2005; Fabrizio Sciacca, Diritti umani: minimalismo o fondamentalismo?, in Riv.
internaz. di fil. del dir. 2005, p. 161; Margherita Boniver, La collocazione dei diritti umani nel
mondo dopo l’11 settembre– Il ruolo dell’Italia e dell’Unione europea, in Comunità internaz.,
2004, p. 209; Luciano Canfora, La democrazia. Storia di un’ideologia, Laterza, Bari–Roma
2004; Carlo Cardia, Genesi dei diritti umani, Giappichelli, Torino 2003; Baldassarre Pastore,
Per un’ermeneutica dei diritti umani, Giappichelli, Torino 2003; Alessandro Catelani, Il principio di legalità e la tutela dei diritti umani nel moderno Stato di diritto, in Silvano Labriola (a
cura di), Ripensare lo Stato, Milano 2003, p. 501; Alessandro Pace, A che serve la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea?, Appunti preliminari, in Giur. Cost., 2001, p. 193; An­
gelo Falzea, Nel Cinquantenario della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, in Riv. di dir.
civ., 2000, I, p. 695; Ugo De Siervo, L’ambigua redazione della Carta dei diritti fondamentali
nel processo di costituzionalizzazione dell’Unione europea, in Dir. pubbl., 2001, p. 33; Mario
Patrono, I diritti dell’uomo nel Paese d’Europa. Conquiste e nuove minacce nel passaggio da
un Millennio all’altro, Cedam, Padova 2000; Claudio De Fiores, I diritti inviolabili dell’uomo
tra crisi della sovranità e uso della forza, in Pol. del dir., 2000, p. 225; Francesco Rimoli,
Pluralismo e valori costituzionali, Giappichelli, Torino 1999; Giuseppe Volpe, Il Costituzionalismo del Novecento, Laterza, Roma–Bari 2000; Robert A. Dahl, Sulla democrazia, Laterza,
Roma–Bari 2000; Gianni Ferrara, I diritti politici nell’ordinamento europeo, in Rass. parl.,
1999, p. 785; Antonio Baldassarre, Diritti della persona e valori costituzionali, Giappichelli,
Torino 1997; Barbara Troncarelli, Diritti umani e dover essere, in Riv. internaz. di fil. del dir.,
1996, p. 717; Franco Modugno, I nuovi diritti nella giurisprudenza costituzionale, Giappichelli,
Torino 1995; Hans Kelsen, La democrazia, il Mulino, Bologna 1995; Domenico Fisichella (a
cura di), La rappresentanza politica, Giuffrè, Milano 1985; Gerhard Leibholz, La rappresentazione nella democrazia, Giuffrè, Milano 1989; Pier Luigi Zampetti (a cura di), Società civile e
partecipazione politica, Giuffrè, Milano 1970.
2
DISCUTIAMO…
Intorno al significato, ordine e valore dei termini
fede, ragione, scienza
Premessa
I termini oggetto di riflessione in questo mio intervento sono così
pregni di senso, teoretico e storico, che risulta pressoché impossibile
condurre su di essi un discorso che abbia una qualche forma di compiu­
tezza. Mi limiterò, pertanto, a proporre uno schema, o poco più, di in­
terpretazione dei medesimi, sia presi singolarmente, sia visti nella loro
relazione.
Come risulta dal titolo, il mio intervento si distribuisce su tre punti e
tre piani, nei quali, pur tenendo presenti gli articoli, già apparsi nella ri­
vista “Il Contributo”, di Aniello Montano e Teresa Serra, e avvalendomi
dei medesimi, cerco di formulare un discorso sostanzialmente autono­
mo — non voglio dire del tutto originale.
Come primo punto vorrei presentare una traccia dei significati dei tre
termini, o, per meglio dire, dei significati che a me pare di dover dare ai
medesimi, ben consapevole che altri possono avere diverse convinzioni
in proposito, anche se i significati che io propongo mi sembrano posse­
dere una certa loro consistenza.
Nel secondo punto accennerò all’ordine, nel senso di “progressione
gnoseologica” che a me sembra di poter assegnare ai tre termini.
Come terzo punto del mio discorso viene indicato il valore dei tre
termini e, per loro, delle tre “discipline” che ai medesimi si riferiscono.
Il termine valore va inteso qui in senso generico, ma fondamentale,
cioè come avvicinamento, direi, alla “assolutezza” e quindi all’effettiva
“realtà”, al “vero” più radicale e concreto.
113
114
Discutiamo…
1. Il significato dei tre termini
Secondo quello che ho indicato nella “Premessa”, quanto dirò intor­
no al “significato” di fede, ragione e scienza, risponde a una mia con­
cezione, che si basa, mi pare, su idee sufficientemente fondate, ma che
non pretende l’esclusiva della verità in quanto sono ben consapevole
che esistono altre concezioni al riguardo.
Per l’ordine di trattazione che seguo in questo Primo punto, mi ri­
faccio alla “proposta” Serra relativa al presente dibattito, anche se nel
Secondo punto, rovescerò — come, d’altra parte, ha già fatto Aniello
Montano — l’ordine dei medesimi.
Ripeto pure che, data la limitatezza del mio spazio, unitamente alla
illimitatezza dei problemi in discussione, potrò esporre soltanto qualche
idea generica, anche se fondamentale.
1.1. La fede
Il termine fede — come hanno già rilevato Montano e Serra — ha
diverse accezioni. Ma io penso che nel presente discorso il termine
fede debba essere inteso nel significato religioso e, più precisamente,
anche se in modo non esclusivo, nel significato “cristiano” del mede­
simo, in quanto è appunto nel mondo di cultura e storia cristiana che
soprattutto è emerso il problema del rapporto fra la fede, la ragione e
la scienza.
Ora, il problema del significato che io ritengo si debba dare al termi­
ne fede, nel senso detto, esige anzitutto una precisazione di fondo, e cioè
che la fede, e qui precisamente la fede cristiana, non è fideismo, come,
se pur inconsciamente, forse, ritengono molti non credenti, ma anche
certi credenti. La fede cristiana è l’adesione a certe verità, a certi princi­
pî fondamentali, proposti in modo assai generico, nella sostanza — così
almeno io penso —, anche se sono formulati più o meno distintamente
nei documenti della Chiesa. Dico “proposti in modo assai generico”,
nel senso che sono come dei “germi”, passibili di sviluppo forse senza
limiti. Sono cioè tutt’altro che formule “chiuse”, così da impedire ogni
“sviluppo”, ogni approfondimento. Ne sanno qualcosa, direi, quelli che
hanno vissuto e vivono intensamente queste verità. Penso, ad esempio,
alla verità di fede del Mistero Trinitario, che sta rivelando sempre più
RECENSIONI
Nicola Ricci, Cattolici e Marxismo. Filosofia e politica in Augusto Del
Noce, Felice Balbo e Franco Rodano, FrancoAngeli, Milano 2008, pp.
190.
Può sussistere una condizione di conciliazione reale tra cattolicesimo
e marxismo? Ed in caso di risposta affermativa è pensabile che ciò av­
venga senza una riduzione della sfera religiosa ad un piano prettamente
sociale e terreno depurato di ogni carattere trascendentale e metastori­
co? Si tratta di interrogativi che da lungo tempo segnano il dibattito tra
cattolicesimo e marxismo e che, a seconda delle epoche e della sensibi­
lità politica e culturale dei soggetti che di volta in volta li hanno posti,
hanno prodotto risposte e valutazioni differenti. Il volume di Nicola
Ricci si sofferma in modo particolare sulla riflessione svolta su questi
temi, in un momento cruciale della storia italiana quale è quello degli
anni della seconda guerra mondiale sotto il regime fascista, da alcuni
illustri intellettuali cattolici italiani: Augusto Del Noce, Felice Balbo e
Franco Rodano. Essi si domandavano quale significato dovesse avere
il pensiero politico, sociale e filosofico di Marx per un cattolico desi­
deroso di rimanere testimone della propria fede ed individuavano nella
problematizzazione degli assunti marxisti «il portato ultimo del sofferto
rapporto tra cristianesimo e mondo moderno e ciò dopo l’assorbimento
neoidealistico della religione nella filosofia» (p. 7). La riflessione sul
marxismo assume per loro la valenza di un’analisi della relazione tra
finito ed infinito e dell’identità umana all’interno della vita associata
dove l’uomo deve operare una scelta tra il circoscrivere se stesso in una
dimensione sociale in cui la sua attività si esplica su un piano pratico
sensibile e il concepirsi come un essere che considera tale attività fon­
data su una dimensione metastorica e su un’interiorità ontologicamente
primaria e irriducibile.
Ricci mette al centro della sua analisi la riflessione di Del Noce sul
movimento cattolico comunista e sul carattere religioso del marxismo.
123
124
Recensioni
Nella seconda parte del libro si preoccupa di ricostruire sia il dibattito
tra il filosofo di Pistoia e Felice Balbo in relazione al salto qualitativo
che il marxismo avrebbe compiuto nell’eliminazione del trascenden­
tismo capovolto che a più riprese lo ha caratterizzato, sia quello tra lo
stesso Del Noce e Franco Rodano avente ad oggetto la nuova idea di
rivoluzione in occidente, il rapporto tra il cattolicesimo e la modernità e
la riflessione sulla Redemptor Hominis di Giovanni Paolo II.
Il libro si apre con alcune considerazioni sull’antifascismo delno­
ciano che Ricci considera indispensabili per comprendere appieno la
posizione del filosofo di Pistoia nei confronti della sinistra cristiana.
Nello specifico l’autore rileva come tale antifascismo fosse di una fat­
tispecie piuttosto singolare, difficilmente riscontrabile in altre figure di
spicco della Torino degli anni Trenta che si richiamavano per lo più al
pensiero liberal–socialista di Piero Gobetti e di “Giustizia e Libertà”:
in sostanza Del Noce si ispira alla filosofia dualistica di Marinetti che
offre la spiegazione metafisica e ontologica dell’imporsi della forza sul
valore che si è registrato nel lasso di tempo intercorso tra le due guerre
e che attribuisce allo spirito di mondanità e di laicizzazione, imperante
in quegli anni, la causa della crisi europea che si andava configurando
e che sul fronte politico si estrinsecava in forme di attivismo irrazio­
nalistico e vitalistico. Alla base di tutto, secondo Del Noce, vi era una
decadenza sostanziale dei valori religiosi essenziali e una straripante
crisi di secolarizzazione.
Dopo aver svolto queste considerazioni, Ricci si sofferma sulla ri­
flessione delnociana circa la relazione fra marxismo e ateismo. Se ini­
zialmente la filosofia di Marx era per lui «la sola a farlo continuare ad
essere antifascista, pur rimanendo cattolico» in quanto interpretava la
critica marxista nei confronti della religione non contro questa in quanto
tale, ma contro il «suo compromesso con il mondo borghese che della
religione si serve in modo strumentale» (p. 37), successivamente, nella
fase della Resistenza, si allontana dalla dottrina del filosofo tedesco, tur­
bato dal modo con il quale i comunisti portavano avanti la loro lotta per
la liberazione che ai suoi occhi appariva contrario allo spirito più auten­
tico dell’antifascismo, ossia un antifascismo di tipo etico–religioso sul
modello proposto da Aldo Capitini. Termina così la breve parentesi di
cattolico comunista di Del Noce e si rafforza in lui la convinzione circa
l’impossibilità di un’alleanza tra cattolici e comunisti. Tale convinzio­
ABSTRACTS
Alessandro Catelani, Radici cristiane della civiltà europea ed universalità dei valori del Cristianesimo: Dopo aver notato come la civiltà europea abbia
profonde radici cristiane, pur nella differente identità dei singoli popoli, l’Autore da
giurista raffinato discute sull’assorbimento dei valori morali del Cristianesimo da par­
te delle costituzioni moderne, collegate peraltro ad una cultura laica. L’universalità
dei valori propri del Cristianesimo non contrasta con l’identità culturale dei popoli
che deve sempre essere rispettata. La contingenza del diritto positivo ha la sua ragion
d’essere nella necessità di adeguare i precetti morali al modo di vita delle popolazio­
ni che ne sono oggetto. Il pluralismo culturale non impedisce ma presuppone valori
comuni.
Alessandro Fruci, I fondamenti teoretici dell’opera di Luigi Sturzo: La fi­
losofia sturziana, frutto di un’elaborazione che vede come protagonista attivo anche il
fratello Mario, viene denominata neosintetismo, e si propone di fornire un contributo al
tema del rapporto fra individuale e universale. Essi sostengono la necessità di operare
una connessione tra queste due dimensioni, prefigurando una società costruita su un
sistema di relazioni e di sintesi, fondata su una coscienza unificante. L’oggetto della ri­
flessione sturziana è esclusivamente il concreto, per comprendere il quale è necessaria
una nuova teoria della conoscenza in cui senso ed intelletto sono congiunti nel singolo
atto di conoscere il concreto e in cui non si può ammettere una conoscenza senza sen­
sazione e senza volontà o una volizione senza sensazione e senza conoscenza. Chiarito
il concetto di neosintetismo, nella seconda parte del saggio si analizza la relazione fra
Sturzo e quelli che egli stesso ha definito “i suoi quattro filosofi”, vale a dire S. Agosti­
no, Leibniz, Vico e Blondel e il suo debito verso Grozio, Kant e Rosmini.
Fiammetta Ricci, L’appello di giustizia del volto e la prossimità problematica in Lévinas. Spunti per una simbolica del corpo in Lévinas: Approfondita rifles­
sione sul corpo in cui assume rilevanza la critica a quella che l’A. chiama l’iconomia
della relazione corporea nella quale predomina il primato dell’immagine svuotata di
profondità. L’A., da un lato, con riferimento a Lévinas e all’esperienza dell’alterità
— attraverso l’assunzione di una asimmetria, di una non identità tra i soggetti della
relazione — e, dall’altro, attraverso una discussione sul simbolo che prende lo spunto
dagli scritti di Giulio M. Chiodi, discute della relazionalità con attenzione ai temi
dell’etica e della giustizia.
Emilio Sergio, Ragione geometrica e corpo politico nella filosofia di Thomas
Hobbes: L’ideale di una scienza politica ispirata al modello della geometria è un trat­
135
136
Abstracts
to tipico del pensiero hobbesiano, che caratterizza la trattatistica politica moderna.
Nell’analisi delle analogie esistenti tra geometria e politica, scarso peso è stato attri­
buito ad una riflessione sui limiti di tale analogia. In questo saggio sono messe a fuoco
affinità e differenze fra mos geometricus e scientia civilis nel pensiero di Hobbes, te­
nendo conto, da una parte, del più generale rapporto tra scienza e politica, e, dall’altra,
delle implicazioni esistenti con l’idea hobbesiana dello stato come “corpo artificiale”,
e con l’idea di corpo come “organismo”. La soluzione del rapporto fra scienza e poli­
tica è risolta da Hobbes attraverso il richiamo ad una nuova idea di ragione, con cui la
trattatistica politica moderna si troverà a dover fare i conti.
Paolo Fornari, La concezione della storia in Eric Voegelin: Ogni civiltà deve
fare i conti con la storia, affrontare cioè la questione concernente il senso stesso del
proprio esistere nel tempo. Attraverso un’analisi comparata delle forme simboliche
elaborate dalle diverse civiltà, la riflessione dell’ultimo Voegelin riconduce, non senza
difficoltà, l’emersione delle diverse forme di coscienza storica ad un unico processo
di manifestazione dell’Eterno nel tempo. Il senso della storia, più che configurare uno
sviluppo unilineare, si rivelerà allora essere l’esperienza di ogni “presente”, inteso
come il “palco” ove si svolge il dramma antico e sempre nuovo della chiamata divina
e della libera risposta umana.
Discutiamo…
Santino Cavaciuti, Intorno al significato, ordine e valore dei termini fede,
ragione, scienza: L’Autore interviene nella discussione apportando il contributo della
sua personale visione. Dopo aver “dato una traccia dei significati” dei tre termini, deli­
nea quella che ritiene essere la “consecutio”, o ordine, che si instaura tra i tre momenti
che, a seconda del punto di vista, può partire dalla scienza per arrivare alla fede o vice­
versa. Per l’Autore l’ordine va dalla scienza, il sapere più rigoroso ma meno integrale,
al sapere razionale, meno rigoroso ma più proteso verso l’integralità, fino ad arrivare
alla fede, meno dotata dal punto di vista del rigore ma più integrale nei suoi contenuti.
Se il valore va inteso come vicinanza all’assolutezza del contenuto il primato va alla
fede, pur in una visione che riconosce l’importanza del rapporto tra i tre momenti.
Paola Ruminelli, Filosofia, religione e scienza: La ricchezza dell’umano è
data dall’esistenza di una varietà di modalità attraverso cui l’uomo dà senso alla sua
esistenza e se non si vuole depauperare l’umano occorre tener conto della pienezza
della coscienza. La scienza, che non può dimenticare la tensione metafisica che infor­
ma la ragione, deve inserirsi in questa ricchezza ed essere consapevole delle conse­
guenze che le sue scoperte possono comportare sul piano dell’applicazione pratica.
INFORMAZIONI DEL
CENTRO PER LA FILOSOFIA ITALIANA
Con questo numero si chiude l’anno 2009 che è stato decisamente
positivo sul piano delle iniziative del Centro. Si è concluso il primo ci­
clo de “La Nottola di Minerva. La filosofia incontra la realtà” avente ad
oggetto una discussione filosofica su temi di attualità. L’iniziativa ha ri­
unito a Montecompatri ogni terzo sabato del mese studiosi provenienti
da varie università italiane e appartenenti a associazioni culturali tra cui
si è distinta l’associazione Lares et urbs. Il secondo ciclo dell’iniziativa
partirà a marzo e di esso sarà data notizia sul sito.
Dal 9 all’11 ottobre 2009 si è svolto con successo il Convegno an­
nuale sulla Filosofia italiana del XX secolo. Il Centro è stato inserito nel
Comitato promotore delle celebrazioni per il Centenario della nascita di
Augusto del Noce.
Sul sito del Centro per la filosofia italiana (www.filosofia–italiana.
org) sono reperibili tutte le notizie relative all’attività del Centro e gli
ultimi libri ricevuti nonché il patrimonio librario della biblioteca. Rin­
graziamo i soci che hanno arricchito la nostra biblioteca e continuiamo
a chiedere il loro contributo con l’invio dei loro saggi e di eventuali
doppioni presenti nelle loro biblioteche. Abbiamo in programma per il
2010 l’inaugurazione ufficiale della biblioteca.
Raccomandiamo a coloro che non avessero rinnovato l’iscrizione
al Centro e a quanti fossero interessati a iscriversi di voler versare la
somma di 30,00 euro sul conto corrente postale n. 39227004, intestato
a Centro studi di filosofia italiana – Palazzo Annibaldeschi, Montecom­
patri. La quota versata dà diritto a ricevere gratis i numeri della nostra
rivista per l’anno in corso e consente una riduzione del prezzo di coper­
tina delle pubblicazioni del Centro. I soci sostenitori (quota libera su­
periore a € 30,00) hanno diritto ad una pubblicazione della Collana del
Centro. Si ricorda che la collaborazione alla rivista, oltre che su invito,
è riservata ai soci, i quali sono invitati a inviare i loro saggi ai fini di
137
138
Informazioni del Centro per la Filosofia Italiana
una eventuale pubblicazione. Si sollecitano inoltre i soci a intervenire
anche nella sezione Discutiamo. Esortiamo vivamente i nostri lettori
a promuovere l’abbonamento annuale alla nostra rivista a Biblioteche
pubbliche (universitarie, scolastiche, comunali ecc.) con le quali abbia­
no rapporti di collaborazione o di frequentazione.
I soci possono sottoporre al Centro testi per l’eventuale pubblicazio­
ne nella collana Passato e presente diretta da Pietro Ciaravolo, Giusep­
pe Prestipino e Teresa Serra.
Si avvertono tutti i collaboratori della rivista che non potranno essere
accettati saggi che non rispettino le regole editoriali e che siano supe­
riori, in linea di massima, alle 15–20 cartelle (30.000–35.000 battute).
I collaboratori sono anche pregati di far pervenire i testi, corredati da
un abstract di 10–12 righe e con l’indicazione di un recapito postale
e telefonico, sia all’indirizzo e–mail del Centro e della direzione (di­
rezione@filosofia–italiana.org) che all’indirizzo e–mail serrateresa@
tiscalinet.it.
Estratti degli articoli potranno essere inviati solo dietro richiesta de­
gli autori, da indirizzare direttamente all’editore, il quale provvederà a
spedirli contrassegno.