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Accrescimento
La crescita corporea inizia al momento del concepimento e si conclude con la maturazione sessuale.
Durante il primo anno di vita, la crescita è estremamente rapida, con un aumento dell’altezza del 50%
rispetto alla nascita. Durante il secondo anno, invece, la velocità di crescita rallenta (1 cm/mese), per poi
stabilizzarsi, dopo il secondo anno e per tutto il periodo prepubere, ad una velocità di 5 cm l’anno.
Raggiunti i 10-14 anni si assiste ad un netto incremento della velocità di crescita (9-10 cm/anno), che
rappresenta lo scatto accrescitivo puberale ( Growth Spurt); questo dura all’incirca 2 anni e consente un
incremento in altezza di circa 18 cm nella femmina e fino a 20-25 cm nel maschio. Il Growth Spurt si
verifica con un certo anticipo nella donna, rispetto al maschio, e ciò spiega la differenza di altezza finale
tra i due sessi in quanto i maschi accelerano la loro crescita partendo da una statura di circa 10 cm
superiore.
I fattori che influenzano la crescita corporea sono tanti e ciascuno di essi ha un ruolo diverso nelle
diverse fasi dello sviluppo corporeo.
Durante la vita fetale, la crescita è influenzata da fattori genetici, dal grado di nutrizione e di
ossigenazione del feto; inoltre, durante lo stesso periodo, sono fondamentali anche alcuni ormoni come,
ad esempio, il lattogeno placentare (HPL) e l’insulina. Nel periodo postnatale, invece, hanno un ruolo
fondamentale l’ormone della crescita (GH) e gli ormoni tiroidei anche se altri ormoni, come l’insulina e i
glucocorticoidi possono, in qualche modo, influenzare il processo di accrescimento. Anche gli ormoni
sessuali (androgeni ed estrogeni) rivestono un ruolo fondamentale in quanto sono coinvolti sia nella
crescita corporea (soprattutto nel Growth Spurt) che nella maturazione ossea. Gli ormoni sessuali, però,
hanno un doppio effetto sulla crescita; infatti se da un lato accelerano la maturazione
muscoloscheletrica dall’altra, favorendo la saldatura delle cartilagini di accrescimento, determinano
l’arresto del processo accrescitivo.
In conclusione, quindi, qualsiasi alterazione della sintesi di uno degli ormoni coinvolti può determinare un
disordine dell’accrescimento.
Per cui si può passare dalla condizione di gigantismo a quella opposta, e più frequente, di bassa statura.
Nel primo caso le elevate dimensioni possono essere secondarie ad una condizione di ipernutrizione,
verificatasi durante la gravidanza (macrosomia) (come avviene nelle donne diabetiche), ad una condizione
non patologica come l’alta statura costituzionale o ad una condizione patologica come il gigantismo
ipofisario dovuto ad un eccesso di produzione dell’ormone della crescita.
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Nel caso delle basse stature, invece, la maggior parte dei casi è rappresentata da “varianti normali” del
processo di crescita ovvero dalla bassa statura familiare e dal ritardo costituzionale di crescita.
Esistono, però, altre condizioni patologiche legate ad alterazioni cromosomiche ( basse stature
sindromiche), ad alterazioni ossee (osteocondrodistrofie) o alla presenza di malattie croniche che
influenzano il processo accrescitivo ( ritardo di crescita intrauterina, morbo celiaco, malattie intestinali
croniche, insufficienza epatica o renale, thalassemia maior ). Fanno parte delle basse stature
patologiche, inoltre, anche molte patologie endocrine come l’ipotiroidismo, la sindrome di Cushing, lo
pseudoipoparatiroidismo, il diabete, e la pubertà precoce. Tra le patologie endocrine va ricordato, infine, il
deficit dell’ormone della crescita; in questo caso vi è una mancanza, parziale o totale, di questo ormone
che fa sì che non si raggiunga l’altezza bersaglio. Inoltre può succedere, anche se in casi molto più rari,
che l’ormone della crescita venga sì prodotto in quantità normale, ma che non riesca ad agire sui tessuti
bersaglio e pertanto è come se non ci fosse (nanismo di Laron).
In ultimo va ricordato che l’ormone della crescita è prodotto prevalentemente durante il sonno notturno e
pertanto, tutte quelle condizioni che impediscono al bambino un adeguato sonno notturno, possono
esitare in una bassa statura patologica (nanismo psicosociale o sindrome del bambino percosso).
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