Personalità, aspetti psicologici e psicopatologici delle patologie del colon 2° Articolo: Colite ulcerosa La colite ulcerosa, meglio detta rettocolite idiopatica, è un processo infiammatorio non specifico che interessa la mucosa e la sottomucosa del colon e soprattutto del retto. Si ritiene che intervengono meccanismi immunologici e fattori psicologici predisponenti nella patogenesi. E’ più frequente nelle persone appartenenti alle categorie socioeconomiche più elevate. Il sesso femminile sembra lievemente più esposto di quello maschile. Rispetto all’età i picchi sono nella 3° e 7° decade di vita. Un’incidenza familiare multipla è stata dimostrata nel 15-40% dei pazienti con malattia infiammatorie intestinali. La predisposizione genetica verosimilmente crea una particolare suscettibilità ad agenti esterni di natura virale, batterica od alimentare che fanno scatenare la malattia. L’ implicazione di meccanismi mediati geneticamente è inoltre suggerita dall’aumentata associazione della colite ulcerosa e del morbo di Crohn con la spondilite anchilolopoietica, malattia che ha una riconosciuta trasmissione genetica. I sintomi trovano una convincente interpretazione in base alle alterazioni morfologiche e funzionali. Il sanguinamento rettale, segno precoce e fondamentale della malattia, è da riferirsi alla congestione vascolare capillare, alla ulcerazioni ed alla friabilità della mucosa. La diarrea è dovuta da un lato al sanguinamento ed all’essudazione di muco, pus e materiale necrotico, e dall’altro è dovuto all’accumulo di acqua ed elettroliti. Il tenesmo è un sintomo frequente ed è dovuto all’impegno proctitico. I dolori addominali sono in genere lievi, possono essere intensi nelle forme cosiddette fulminanti quando la flogosi è dovuta all’irritazione infiammatoria delle terminazioni nervose intramurali. L’associazione o l’alternanza dei sintomi con disturbi psicopatologici sono state oggetto di numerosi studi. Alcuni ricercatori hanno messo in rilievo la presenza di tratti schizoidi ed in alcuni casi una coincidenza della colite ulcerosa con manifestazioni psicotiche, così come altri studi hanno riscontrato tratti depressivi ed alti punteggi di alexitimia. Con il termine di alexitimia si intende un impoverimento della vita immaginativa con presenza di pensiero pratico e caratteristica incapacità a descrivere le proprie emozioni. La frequente presenza di tratti ossessivocompulsivi nei pazienti con colite ulcerosa è stata messa in evidenza da numerosi studi. In diverse osservazioni cliniche viene infatti descritto questo tipo di paziente come estremamente meticoloso, perfezionista, ostinato e coscienzioso che non evolve in una vera e propria sindrome nevrotica, ma solo una tendenza a “ruminare” e all’indecisione. Tratti come la meticolosità ed il perfezionismo compaiono anche nella descrizione della personalità premorbosa dei pazienti con colite ulcerosa. Secondo Engel i pazienti presentano: un’immaturità sessuale caratterizzata da una concezione dell’amore idealizzato ed infantile, introversione sociale, incapacità ad adattarsi ai cambiamenti di vita ed in genere agli stress, aggressività inibita con impossibilità a reagire agli stimoli aggressivi esterni, marcato grado di passività con atteggiamento di perplessità nel prendere iniziative, alto livello intellettivo. E’ presente tendenza a conservare un tipo di rapporto di tipo simbiotico con una figura chiave, generalmente la madre, che essi trasferirebbero successivamente ad altre figure una volte adulti. Studi compiuti sulle famiglie di questi pazienti hanno messo in evidenza le seguenti caratteristiche: povertà nei rapporti interpersonali, scarse espressioni di affetto, tendenza scoraggiare manifestazioni di indipendenza e creatività. Le madri sono stati descritte di volta in volta come autoritarie, distaccate, severe, rigide ed accentratrici. E’ stata postulata quindi l’esistenza di una relazione madre-figlio caratterizzata da una stretta dipendenza e da una repressione delle prime naturali reazioni aggressive, correlate all’incapacità di raggiungere un’autonomia, costituisce il tratto psicologico confermato da più autori. Secondo Engel, una volta stabilito l’inizio della malattia nell’anamnesi dei pazienti, non è difficile evidenziare un evento psicologicamente stressante che precede, di qualche giorno o addirittura di qualche ora, il primo sintomo della colite. E’ stato rivelato come la perdita di una persona chiave preceda di poco l’inizio della sintomatologia. L’evento costituito dalla perdita di un “personaggio chiave”, oltre che reale,può essere anche simbolico o immaginario: può trattarsi infatti di situazioni caratterizzate dalla paura di perdere l’affetto di una persona significativa per il paziente, o dal timore che venga interrotta una relazione di dipendenza. Un’altra categoria di eventi precipitanti è costituita da tutte quelle situazioni caratterizzate dalla necessità per il paziente di assumersi maggiori responsabilità: più precisamente il paziente sente l’urgenza di farsi carico di nuovi e più complessi oneri, ma d’altra parte teme di non essere capace e di poter fallire deludendo quindi le aspettative. Una situazione di questo tipo è per esempio rappresentata dal matrimonio, o dalla gravidanza, o da una nascita,o da un mutamento sociale.