Il disegno della ricerca sociale Metodologia della ricerca sociale a.a. 2016/2017 Prof. S. Mauceri Testi di esame modulo Prof. Mauceri M. S. Agnoli, 2004, Il disegno della ricerca sociale, Roma, Carocci. P. Corbetta, 2014, Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Bologna, il Mulino [Capp. 2, 10, 11, 12]. P. Corbetta, 2009, Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Bologna, il Mulino [Capp. 2, 9, 10, 11]. S. Mauceri, 2015, Omofobia come costruzione sociale. Processi generativi del pregiudizio in età adolescenziale, Milano, FrancoAngeli. Metodologia della ricerca sociale Discorso sul metodo: teoria delle procedure di indagine Parte della logica (logica del procedimento scientifico) che ha per oggetto le regole, i principi metodologici, le condizioni formali che stanno alla base della ricerca scientifica e che consentono di ordinare, sistemare, accrescere le nostre conoscenze. È una disciplina che evolve con lo stesso procedere dell’indagine, grazie alla riflessione critica che si compie sulle operazioni effettivamente svolte in concrete situazioni di ricerca. Metodo scientifico Percorso dell’indagine, che indica una sequenza ordinata di mosse che lo scienziato deve percorrere per raggiungere lo scopo della propria ricerca. Esso include anche le regole procedurali per ciascuna delle mosse in cui si articola la procedura (ad es. regole di controllo delle asserzioni). Il metodo è unico. Non esiste quindi un metodo qualitativo e uno quantitativo. Le differenze si pongono a livello delle tecniche di ricerca. Ricerca sociale L’attività di studio, a carattere sia teorico sia empirico, che si conduce nell’alveo delle scienze sociali, ai fini di critica e crescita della conoscenza che grazie a tale attività si produce. Il nostro riferimento è alla ricerca sociale empirica. Consiste in un complesso sistema di attività deliberate di varia natura, alle quali corrispondono diversi tipi di operazioni (di progettazione, raccolta e analisi di materiale empirico), incardinate in un processo coordinato di produzione di conoscenza. Processo dell’indagine nel corso del quale l’intero sistema di attività deve essere realizzato per raggiungere un obiettivo di conoscenza RISOLVERE UN PROBLEMA COGNITIVO RISPONDERE A UNA DOMANDA COGNITIVA Tipi di operazioni Ideazionali/concettuali (mentali); Osservative/tecniche (pratiche). Le prime suscitano e regolano l’osservazione; Le seconde servono a produrre il materiale empirico sulla cui base si possa acquisire conoscenza nuova rispetto alla situazione dalla quale l’indagine è partita. La metodologia serve a coniugare questi due tipi di operazioni e la ricerca le rende reciprocamente feconde. Teorie Le operazioni ideazionali sono orientate da una teoria. La teoria costituisce l’inquadramento dell’indagine che serve a formulare ipotesi che dovranno poi essere controllate empiricamente. La teoria può essere definita metaforicamente come fa Hempel come una rete sospesa nello spazio che fluttua sul piano dell’osservazione. I fili della rete rappresentano ipotesi o definizioni, i nodi sono i concetti. Il collegamento tra i concetti e il piano osservativo è costituito dalle definizioni operative. Teorie generali vs. teorie di medio raggio Teorie generali: sistema di enunciati connessi non legate ad un materiale osservativo e quindi possono essere estese a diverse regioni di problemi (es. teoria dello struttural-funzionalismo); Teorie di medio raggio: sono reti concettuali che investono un circoscritto spazio problematico. Si tratta di teorie intermedie tra le ipotesi di lavoro e le speculazioni onnicomprensive basate su uno schema concettuale unificato che mirano a spiegare tutte le uniformità (es. teoria del flusso a due fasi delle comunicazioni di massa). Ipotesi È una congettura che anticipa una possibile soluzione al problema di indagine e che dà senso ad un interrogativo di ricerca. Si tratta di un enunciato che mette in connessione due o più concetti. Es. Ipotesi del contatto di Allport: il pregiudizio diminuisce in ipotesi quanto più si stabiliscano contatti significativi con l’oggetto del pregiudizio. OPERAZIONI DI RICERCA FORMULAZIONE DEL PROBLEMA (domanda cognitiva; oggetto, proprietà, unità di analisi e popolazione) CONCETTUALIZZAZIONE DEL PROBLEMA (il ruolo della teoria, ruolo delle ipotesi) COSTRUZIONE DELLA BASE EMPIRICA (fonti, tecniche e strumenti di rilevazione; casi o campione) TRATTAMENTO E ANALISI DELLA BASE EMPIRICA (procedure, tecniche, supporti) REDAZIONE DEL RAPPORTO DI RICERCA (linguaggio, stile, organizzazione, dati) le scelte operate e le decisioni consapevolmente assunte in ordine ai diversi tipi di attività in cui si articola un percorso di indagine vengono organizzate nel disegno della ricerca Formulazione di un problema Un problema di indagine è posto quando è chiaro quali proprietà si intendano studiare, relativamente a quale oggetto e classe di oggetti, in quale ambito/contesto spqazio-temporale, per quali ragioni e con quali finalità. Concettualizzazione del problema Consiste nella definizione del fabbisogno informativo, definendo la serie di aspetti concettuali in ipotesi rilevanti e le connessioni, per mezzo di un sistema di ipotesi, che legano le aree concettuali. Costruzione della base empirica Serie di operazioni, svolte per mezzo di strumenti di ricerca, volte a costruire la base empirica che risponde al fabbisogno informativo definito durante la concettualizzazione. Comprende la progettazione degli strumenti di rilevazione, il campionamento/selezione dei casi, l’applicazione degli strumenti di rilevazione sul campione. Trattamento e analisi Comprende tutte le operazione volte ad organizzare, trattare e analizzare il materiale empirico raccolto. Il materiale empirico è grezzo fino a che non si compiono una serie di operazioni volte a trattarlo in vista delle successive operazioni di analisi. L’analisi può essere di tipo statistico o interpretativotestuale, in funzione delle tecniche di raccolta del materiale empirico utilizzate. Prima di analizzare il materiale empirico è necessario organizzarlo in modo più o meno formalizzato. Redazione del rapporto di ricerca Chiude il ciclo di ricerca la redazione del rapporto di ricerca, in cui rendicontare i risultati di ricerca e il disegno di ricerca che ha presieduto allo svolgimento delle operazioni di ricerca. I risultati potranno essere corredati da tabelle statistiche o dai risultati dell’analisi interpretativo-testuale (stralci di interviste, note osservative, etc.). Importante che vi sia una circolarità tra teoria e ricerca empirica. Disegni di ricerca • • Il disegno della ricerca: rappresenta il piano di lavoro, teso a definire le fasi procedurali che si intendono compiere in relazione al problema d’indagine formulato e le operazioni da svolgere in relazione a ciascuna fase procedurale. Si potrebbe dire che comprende tutte le fasi di natura progettuale. Il disegno della ricerca dovrà essere ben documentato nella stesura del rapporto di ricerca finale in relazione a tutti i passaggi che lo compongono. Dibattito qualità vs. quantità Un dibattito annoso che attraversa lo sviluppo delle scienze sociali è quello tra qualità e quantità. Ciascuno dei due approcci ha rivendicato una superiorità rispetto all’altro e un’autonomia metodologica. Occorre ribadire che il metodo è unico e le differenze si pongono a livello delle tecniche di ricerca (strategie). Tratti qualitative distintivi e Strategie (quantitative, Prof.) Sergio Mauceri integrate di ricerca sociale Che cos’è la ricerca quantitativa/ standard? • Tradizione di ricerca che include al proprio interno una varietà di strategie di ricerca, accomunate dal fatto di fare uso di tecniche standardizzate di rilevazione e di tecniche statistiche di analisi dei dati (survey research, analisi del contenuto come inchiesta, disegni quasi-sperimentali, analisi ecologica, analisi secondaria dei dati,) con lo scopo ultimo di indagare circa l’esistenza di regolarità e uniformità tendenziali riferibili al problema oggetto di ricerca (paradigma positivista/neo-postivista). Le strategie di ricerca quantitative Indagine campionaria/survey La survey research o indagine campionaria sociale ha lo scopo generale di indagare circa l’esistenza e l’intensità delle relazioni tra variabili nello studio empirico di azioni o atteggiamenti diffusi a livello sociale, avvalendosi dei seguenti mezzi: a) selezione preliminare degli aspetti concettuali da indagare (concettualizzazione chiusa); b) estrazione di un campione di casi individuali, selezionati all’interno di una popolazione più estesa; c) adozione di un questionario da sottoporre ai casi campionati che renda comparabili le risposte fornite da intervistati diversi; d) elaborazione statistica dei dati. Analisi del contenuto come inchiesta A differenza della survey, l’unità di rilevazione e analisi è costituita non da individui ma da corpus testuali dotati di autonomia (es. articoli di giornale o rivista, pubblicità, immagini,…). Lo strumento di rilevazione è una scheda di analisi del contenuto, attraverso la quale interrogo dei testi piuttosto che individui. Anziché avere intervistatori avrò degli analisti, che dovranno essere a formati ad uno stile standardizzato di interpretazione e codifica dei testi. Analisi secondaria dei dati Non differisce dalla survey, con la differenza che analizzo dati già costruiti da altri enti, soggetti (Enti/gruppi di ricerca) in relazione ai miei obiettivi di ricerca, piuttosto che rilevare di prima mano le informazioni mediante un questionario progettato ad hoc. Ad es., analisi di dati ufficiali rilevati dall’ISTAT, in relazione ad indagini progettate per altri obiettivi rispetto a quelli scelti dal ricercatore che li vuole analizzare secondariamente. Modelli procedurali Stante l’unitarietà della logica dell’indagine scientifico-sociale, nella ricerca quantitativa la successione delle fasi è relativamente lineare e predefinita, per quanto preveda circolarità (sequenza verticale o discendente), mentre nella ricerca qualitativa le diverse fasi procedono secondo una sequenza circolare, ciclica e provvisoria: vi è un continuo interscambio tra le fasi di raccolta delle informazioni e le fasi che presiedono alla concettualizzazione del problema. Successione delle fasi nella ricerca quantitativa (survey, analisi del contenuto) Problema • Riconoscimento di una situazione problematica • Formulazione del problema •Ricerca di sfondo e Concettualizzazione del problema Modello di analisi/Indi •Definizione operativa dei concetti :1) rappresentazione figurata del concetto; 2) specificazione del concetto; selezione degli indicatori; 4) costruzione dell’indice. catori • Predisposizione degli strumenti di rilevazione: progettazione del questionario/scheda, formazione degli Base empirica Tabelle, coefficienti e asserti Risultati intervistatori/analisti, pretesting, revisione del sistema di rilevazione e delle fasi di concettualizzazione e definizione operativa; • Campionamento dei casi (individui/corpus testuali); • Rilevazione delle informazioni. • Trattamento e organizzazione dei dati in una matrice casi per variabili • Elaborazione e analisi statistica dei dati • Riconcettualizzazione: specificazione e revisione delle ipotesi e controllo delle definizioni operative . • Interpretazione e presentazione dei risultati Fasi procedurali della survey (1) Le fasi in cui si articola una survey, nella sua versione semplificata, sono le seguenti: 1. Il riconoscimento di una situazione problematica: il punto di avvio di un qualsiasi ricerca è il riconoscimento di una “situazione problematica”, vale a dire una situazione che crea disagio cognitivo perché qualcosa non torna rispetto ai quadri di riferimento teoricointerpretativi condivisi e rispetto alle conoscenze acquisite informalmente dal ricercatore. E’, dunque, una situazione indeterminata, che richiede di avviare un processo d’indagine. 2. La formulazione del problema d’indagine: in questa fase occorre precisare quali sono gli obiettivi cognitivi dell’indagine e giustificare la scelta del problema, esplicitando le premesse scientifiche ed extra-scientifiche che hanno orientato tale scelta (relazione ai valori, interessi di ordine teorico, ecc.). Occorrerà, inoltre precisare il contesto entro il quale si intende realizzare l’indagine (ad es. Europa, Italia, regione Lazio, comune di Roma, comunità di recupero per tossicodipendenti nella città di Roma, ecc.) e le caratteristiche della popolazione interessata dall’indagine (es. giovani di età compresa tra i 14 e 18 anni, utenti di comunità di recupero per tossicodipendenti nella città di Roma, ecc.). Dunque, a partire da una situazione problematica, isoliamo un problema privilegiando certi interrogativi e rinunciando ad altri. Senza un fine precisamente definito e senza identificare precisamente quale sarà l’unità di analisi, non sarà neanche definito l’oggetto della nostra ricerca e non sarà possibile procedere attraverso la predisposizione del disegno della ricerca. Fasi procedurali della survey (3) 3. Il disegno della ricerca: rappresenta il piano di lavoro, teso a definire le fasi procedurali che si intendono compiere in relazione al problema d’indagine formulato e le operazioni da svolgere in relazione a ciascuna fase procedurale. Si potrebbe dire che comprende tutte le fasi di natura progettuale, antecedenti rispetto al momento in cui si accede al campo per rilevare le informazioni che costituiranno la base empirica. Il disegno della ricerca dovrà essere ben documentato nella stesura del rapporto di ricerca finale in relazione a tutti i passaggi che lo compongono. Fasi della ricerca di sfondo • • • • • • 3.1. Ricerca di sfondo: durante questa fase si procederà a ricostruire tutte le informazioni necessarie per operare le successive fasi di indagine. La ricerca di sfondo normalmente prevede: Analisi della letteratura esistente per recuperare le teorie sociologiche che possano risultare utili in relazione al problema d‘indagine; Analisi delle fonti statistiche e documentarie nazionali ed internazionali (riferimenti storici, normativi ed economici) per ricostruire l’evoluzione del fenomeno e ponderare il peso dei fattori strutturali (macro) che, in ipotesi, possono avere un’influenza sulla formazione delle rappresentazioni sociali inerenti al problema d’indagine; Analisi delle ricerche già condotte sul medesimo problema e dei risultati conseguiti; Studio pilota condotto per conseguire una maggiore conoscenza del contesto d’indagine, mediante tecniche di rilevazione non standardizzate (ad es. osservazione all’interno del conteso prescelto, interviste non standardizzate a soggetti aventi le caratteristiche della popolazione interessata dall’indagine, ecc.) e mediante la ricognizione dei dati socio-demografici forniti dalle fonti ufficiali (ad es. ISTAT, ecc.), in relazione alla morfologia del contesto d’indagine e dei caratteri generali relativi alla diffusione dei fenomeni che abbiano attinenza con il nostro problema d’indagine (ad es., in relazione ad un’indagine sulla rappresentazione sociale dello straniero, sarà opportuno reperire dati necessari per constatare qual è la presenza di stranieri immigrati all’interno del territorio o dei territori, entro i quali sarà condotta la ricerca); Fasi procedurali della survey (4) • • 3.2. Predisposizione del piano di campionamento: dovranno essere definite le procedure mediante le quali estrarre un campione di casi di numerosità ridotta rispetto alla popolazione complessiva. Le procedure di campionamento dovranno essere pianificate nel rispetto dei requisiti di rappresentatività statistica, per ottenere le garanzie necessarie a generalizzare i risultati ottenuti sul campione alla popolazione più estesa. In questa fase, facendo riferimento a parametri statistici, sarà stabilita anche la numerosità del campione. 3.3. Concettualizzazione del problema: in questa fase occorre operare dei ritagli all’interno del problema d’indagine, selezionando le aree problematiche generali e le proprietà (i concetti) riferibili a ciascuna di esse rispetto alle quali si intende provvedere alla raccolta di materiale empirico. In questa fase dovranno essere esplicitate anche le ipotesi analitiche che mettono in relazione tra di loro i concetti-proprietà, in modo tale da mettere a punto un modello di analisi. La selezione delle proprietà significative da rilevare e la formulazione delle ipotesi avverrà avvalendosi delle teorie di riferimento e delle conoscenze acquisite durante la ricerca di sfondo. La concettualizzazione è chiusa, nel senso di essere definita completamente prima di procedere alla raccolta delle informazioni. Fasi procedurali della survey (5) 3.4. Definizione operativa dei concetti selezionati: durante questa fase dovrà essere definito il procedimento da seguire (le operazioni), in relazione a ciascuno dei concetti previamente selezionati (cfr. fase 3.3), per giungere a identificare qual è lo stato assunto da ciascun caso sulla proprietà associata a quel concetto. Nello specifico, tale procedimento dovrà essere definito in relazione a quei concetti non immediatamente rilevabili (che non suggeriscono immediatamente le domande di questionario da porre agli intervistati). P.F. Lazarsfeld ha proposto un modello procedurale di traduzione operativa dei concetti, articolato in quattro fasi: a) la rappresentazione figurata del concetto; b) specificazione del concetto; c) selezione degli indicatori riferibili a ciascuna delle dimensioni identificate nella fase precedente; d) costruzione dell’indice. Fasi procedurali della survey (6) 3.5. Progettazione del sistema di rilevazione Tale fase prevede l’organizzazione degli strumenti mediante i quali procedere alla raccolta del materiale empirico. La progettazione del sistema di rilevazione richiede che vengano condotte fasi procedurali orientate a: 1) definire le domande da porre agli intervistati e le modalità di rilevazione delle risposte (questionario); 2) Scegliere la modalità di gestione del questionario (mode of data collection) 3) selezionare gli intervistatori e formarli alla gestione delle interviste mediante questionario; 3) selezionare gli intervistati. Inoltre per avere indizi circa il funzionamento del sistema di rilevazione nella sua conformazione complessiva, è opportuno procedere ad una fase di collaudo (pre-test). Fasi della progettazione del sistema di rilevazione • • • • • 3.5.1. Costruzione del questionario: durante questa fase sarà progettato il questionario, formulando domande atte a rilevare le proprietà più semplici (sesso anagrafico, età, ecc.) e gli indicatori dei concetti più astratti - selezionati durante l’applicazione del modello procedurale di Lazarsfeld (cfr. fase 3.4.c). Dovrà, inoltre, essere stabilito l’ordine di successione delle domande. 3.5.2. Selezione e formazione degli intervistatori: poiché i campioni dotati di rappresentatività statistica sono normalmente piuttosto numerosi, il ricercatore si avvarrà di intervistatori esterni che dovranno essere formati accuratamente in vista della gestione delle interviste mediante questionario. Questa fase non è prevista in caso di autocompilazione del questionario. 3.5.3. Pre-test del sistema di rilevazione: il sistema di rilevazione dovrà essere collaudato, facendo condurre agli intervistatori un numero – generalmente ristretto – di interviste per testare: a) la presenza di domande irrilevanti dal punto di vista dei soggetti intervistati (domande da scartare), b) la tenuta linguistica delle domande di questionario, c) la formazione conseguita dagli intervistatori in ordine alla gestione dell’intervista. 3.5.4. Selezione dei casi da intervistare (campione d’indagine): mediante l’applicazione delle procedure pianificate precedentemente (cfr. fase 3.2) dalla popolazione più estesa saranno selezionati i casi (gli intervistati) che faranno parte del campione d’indagine. 3.5.5. Distribuzione dei nominativi da intervistare tra i vari intervistatori. Fasi procedurali della survey (7) 4) Rilevazione delle informazioni: gli intervistatori dovranno contattare i soggetti entrati a far parte del campione, ottenere la loro disponibilità a farsi intervistare e condurre le interviste con questionario, seguendo le accortezze definite durante la fase 3.5.2. Nella mail survey, che utilizza il questionario postale, non è presente la componente intervistatore. Questo fattore ha delle ricadute anche sulla rappresentatività campionaria (mortalità del campione). Fasi procedurali della survey (8) 5) Organizzazione dei dati all’interno di una matrice casi per variabili e inserimento dei dati: i dati raccolti saranno inseriti all’interno di una matrice, ponendo i casi (gli intervistati) in riga e le variabili, corrispondenti alle proprietà rilevate mediante questionario, in colonna (cfr. fig.). Il contenuto di ciascuna cella è costituito dal singolo dato, vale a dire dallo stato assunto da ciascun caso intervistato in relazione a ciascuna variabile. Struttura generica della matrice dei dati casi per variabili V1 Sesso V2 Età V3 Titolo di studio V4 V5_1 V5_2 V5_3 V5_4 … . … … Vk Caso 1 D1,1 D1,2 … … … … … … … … … D1,k Caso 2 D2,1 D2,2 Caso 3 … … … … … … … … DN,1 DN,2 …. ….. …. Caso N D2,k Dn,k Fasi procedurali della survey (9) 6) 7) 8) Elaborazione statistica dei dati: si procederà, mediante il supporto di pacchetti applicativi informatici, a costruire gli indici sintetici (cfr. fase 3.4.d), ad analizzare la distribuzione dei casi rispetto ad ogni singola variabile o indice costruito (analisi monovariata) e a controllare se i dati confermano oppure no le ipotesi teoriche che prospettavano una relazione tra due o più variabili (analisi bivariata, trivariata, multivariata). Si procederà, inoltre, ad effettuare i controlli necessari per appurare la qualità dei dati raccolti. Interpretazione dei risultati: le elaborazioni statistiche compiute saranno interpretate alla luce delle ipotesi teoriche predisposte durante la fase di concettualizzazione del problema dell’indagine (cfr. fase 3.3) o prospettando nuove ipotesi interpretative, avvalendosi di teorie inizialmente non considerate. Stesura del rapporto di ricerca: all’interno del rapporto finale dovrà essere ricostruito il disegno della ricerca, argomentando le diverse scelte compiute e dovranno essere presentati i risultati della ricerca, corredati dalle relative interpretazioni teoriche. Avanti e indietro…. Naturalmente la successione delle fasi non è così lineare come potrebbe apparire guardando a questa schematizzazione e spesso accade che lo svolgimento di certe fasi induca a rivedere e ad affinare scelte compiute durante le fasi precedenti. • La ricerca qualitativa può essere considerata come un “insieme” cui risultano riconducibili una varietà di approcci e strategie di ricerca molto diversi fra loro (ricerca etnografica, approccio biografico, approccio discorsivo) accomunati dal ricorso a tecniche di rilevazione delle informazioni non standardizzate che prediligono la profondità (osservazione ravvicinata del proprio oggetto di studio) all’estensione. Anche in sede Che cos’è la di analisi della base empirica si ricorre ad un ricerca approccio interpretativo che tende a restituire la qualitativa/non naturalità degli atti verbali e non verbali standard? registrati, rinunciando generalmente ad una piena comparabilità tra le informazioni riferibili a esemplari diversi e con essa ad un’elaborazione in forma aggregata/statistica dei dati. Lo scopo, in ottemperanza ad un paradigma interpretativocostruttivista, è infatti di ricostruire il senso attributo dagli attori sociali alle proprie azioni. Successione (ideale) delle fasi nella ricerca qualitativa Progettazione degli strumenti di rilevazione e selezione dei casi Concettualizzazione Risultati Raccolta delle informazioni Analisi della base empirica Rappresentazione dell’interscambio fra concettualizzazione e costruzione della base empirica nella Grounded Theory FASI DELLA RICERCA QUALITATIVA 1. Il riconoscimento di una situazione problematica 2. Formulazione del problema d’indagine: Anche nelle ricerche qualitative non è possibile avviare l’indagine senza aver preliminarmente definito l’oggetto dell’indagine, con riferimento all’obiettivo cognitivo che si intende conseguire e la scelta del contesto entro il quale condurre la fase di rilevazione delle informazioni. 3. Disegno della ricerca: 3.1. Ricerca di sfondo: in genere, durante questa fase si raccolgono informazioni inerenti lo specifico contesto d’indagine (anche attraverso il ricorso alle fonti statiche e documentarie). Si possono anche intervistare testimoni privilegiati in modo da accedere al campo già provvisti delle conoscenze necessarie per acquisire credibilità al suo interno e per sviluppare un quadro generale del fenomeno da studiare. Si analizza la letteratura esistente, senza però avere lo scopo di derivarne teorie da controllare empiricamente. Anzi, vi sono ricercatori che considerano il riferimento alle teorie una preclusione dello sguardo e che, quindi, avviano l’indagine senza aver preliminarmente enunciato alcun tipo di ipotesi. L’analisi della letteratura esistente è, comunque, fondamentale perché il ricercatore deve avere gli strumenti per operare progressivamente interpretazioni di ciò che osserva e per giungere alla progressiva costruzione di teorie attraverso le quali interpretare le evidenze empiriche emerse. 3.2. (Piano di campionamento): nella ricerca qualitativa non sempre si pone il problema di pianificare la selezione di casi: in alcune situazioni perché ci si propone di studiare un gruppo o una comunità nella sua struttura complessiva, come nel caso in cui si adotti l’osservazione partecipante; in altri casi, perché la selezione dei casi avviene sulla base del loro grado di interesse, senza un piano preordinato, e la stessa numerosità viene stabilita in corso d’opera, adottando criteri su base tipologica o il criterio della saturazione. In ogni caso, ci si avvarrà di tecniche di campionamento di tipo non probabilistico, non orientate alla selezione di un campione statisticamente rappresentativo. Si privilegia il carattere esemplare, tipico rivestito dai singoli casi. Fasi ricerca qualitativa (2) • • 3.3. Concettualizzazione del problema: in genere, nelle ricerche qualitative ci si limita ad identificare gli aspetti generali del problema rispetto ai quali provvedere alla raccolta di materiale empirico (aree problematiche). La concettualizzazione avviene in gran parte in corso d’opera, è un processo che si affina e si ridefinisce continuamente attraverso l’incontro tra il ricercatore (con tutti gli elementi di precomprensione di cui è portatore) e i soggetti che fanno parte del contesto d’indagine. Sono gli stessi soggetti ad introdurre via via gli aspetti che assumono rilevanza dal loro punto di vista. E’ la pratica osservativa, in altri termini, che consente di introdurre progressivamente aspetti che assumono rilevanza per una migliore conoscenza del problema d’indagine. I concetti, di derivazione teorica, non prescrivono cosa precisamente andare a rilevare, ma sono concetti orientativi (sensibilizzanti: Blumer) che suggeriscono la direzione verso la quale orientare lo sguardo, in un processo continuo di auto-correzione con la realtà empirica. In relazione a ciascun caso, le proprietà rilevate potranno, quindi, essere diverse, nella misura in cui la relazione che si svilupperà tra ricercatore a e soggetto sarà volta a rilevare i tratti specifici e peculiari che caratterizzeranno quel singolo caso. 3.4. Progettazione del sistema di rilevazione: lo strumento di rilevazione riproduce l’elevata astrazione e la scarsa strutturazione del sistema di concettualizzazione adottato. Generalmente gli stessi membri dell’équipe della ricerca conducono la fase di rilevazione. Molto si gioca sulla capacità del ricercatore di stabilire relazioni di fiducia e di cooperazione con i soggetti. Molto importante diventa, dunque, la pianificazione dell’accesso al campo e delle strategie di giustificazione della propria presenza sul campo e dell’interesse per quello specifico settore di studio. In determinati casi, può essere essenziale accedere al campo, mediante l’intermediazione di soggetti che rivestono una posizione centrale all’interno del gruppo o che, comunque, possono facilitare l’accoglienza del ricercatore. Fasi della ricerca qualitativa (3) 4. Accesso al campo e rilevazione delle informazioni • E’ la fase più delicata dell’intero impianto procedurale e relativamente alla quale è molto difficile poter rendere ispezionabile il processo che conduce alla costruzione del dato. L’avvertenza è che il ricercatore documenti precisamente non solo i risultati di ordine sostantivo, ma prospetti anche la possibilità di registrare attraverso quali modi si è sviluppata l’interazione con i soggetti e con la realtà indagata. 5. Organizzazione delle informazioni raccolte • Le informazioni possono essere organizzate in vario modo. Si può mantenere come centrale il riferimento al singolo caso, o organizzare il materiale, in funzione delle aree problematiche o di altri criteri che favoriscano l’esposizione e l’interpretazione dei risultati. 6. Analisi e Interpretazione dei risultati • A questo punto diventa essenziale poter interpretare i risultati alla luce di teorie di riferimento o procedere alla costruzione di teorie, che potranno poi essere controllate in altri contesti d’indagine, magari avvalendosi di tecniche di rilevazione standardizzate. 7. Stesura del rapporto finale • Anche, in questo caso, oltre alla presentazione dei risultati, è opportuno riprodurre il disegno di ricerca e argomentare le scelte compiute in relazione alle diverse fasi dell’indagine. La presentazione dei risultati sarà più di tipo riflessivo e narrativo, rispetto alla presentazione dei risultati quantitativi. Le principali strategie di ricerca di tipo qualitativo La ricerca qualitativa rimanda a una pluralità di posizioni, scuole, riferimenti tematici, teorie, procedure operative caratterizzate da impostazioni teorico-epistemologiche spesso molto lontane che costituiscono fronte unitario solo per la loro contrapposizione alla sociologia ufficiale quantitativa. Le principali strategie di tipo qualitativo sono: La ricerca etnografica; La ricerca ermeneutico-discorsiva; La ricerca biografica. Logica dell’indagine scientifico-sociale unitaria Stante le differenze tra ricerca qualitativa e quantità la logica dell’indagine scientifica è unitaria. Non esistono metodi qualitativi e quantitativi, nel senso che il metodo, inteso come insieme dei passi procedurali e delle regole scientifiche che li governano, è lo stesso. Le differenze si identificano a livello delle tecniche e delle strategie di ricerca. Comparazione idealtipica tra ricerca quantitativa e qualitativa Profili tipizzati a confronto Prof. Sergio Mauceri Strategie di ricerca Differenze marcate si evidenziano con riferimento alle strategie di ricerca che le due tradizioni di ricerca adottano con riferimento alle diverse operazioni che presiedono allo svolgimento dell’indagine nella sua logica unitaria, articolata nelle seguenti fasi: • Formulazione del problema d’indagine; • Concettualizzazione del problema; • Costruzione della base empirica (progettazione degli strumenti e raccolta delle informazioni); • Trattamento, elaborazione e analisi della base empirica. SISTEMI DI RIFERIMENTO DELLE STRATEGIE DI RICERCA QUANTITATIVA Paradigmi cognitivi A: Paradigma positivista: (anche detto misurativo o naturalista) oggetto di studio = fatti sociali (reali, empirici, “dati”); compito dell’indagine = darne conto, spiegarli alla luce dei fattori, delle condizioni, delle cause che li determinano; metodo di studio= quello della scienza sperimentale, secondo il modello delle scienze naturali; procedure = essenzialmente osservative e le tecniche strutturate ne sono una componente essenziale; fine dell’attività conoscitiva = pervenire a spiegazioni in forma di generalizzazione; atteggiamento del ricercatore = osservazione distaccata da cui strategia quantitativa Strategia qualitativa B. Paradigma interpretativo (anche detto narrativo o antinaturalista) oggetto di studio = una realtà costruita, relativa.. compito dell’indagine = ricerca del significato del fenomeno/oggetto di studio; metodo di ricerca = lontano dal modello delle scienze sperimentali e, anzi, prossimo alle pratiche cognitive di senso comune; procedure = essenzialmente interpretative, basate su tecniche e strumenti assai flessibili e destrutturati; fine dell’attività conoscitiva = comprensione dell’oggetto, senza pretesa di generalizzabilità dei risultati della ricerca, ma al più di tipizzazione; atteggiamento del ricercatore = pieno coinvolgimento . da cui strategia qualitativa Sistema di riferimento delle strategie miste Paradigma post-positivista o pragmatista: viene a caratterizzarsi distintamente per - l’ammissione della possibilità di conoscenze solo imperfette; - l’enfasi posta sulla centralità del ruolo che la prospettiva teorica svolge nella percezione dei fatti; - la negazione che tra soggetto e oggetto di indagine ci sia separazione, dualismo e, anzi, il pieno riconoscimento della loro relazione, dello scambio reciproco che essi realizzano nel processo conoscitivo; - la valorizzazione del ruolo dei procedimenti deduttivi e di quelli induttivi, congiuntamente; - l’ammissione del carattere provvisorio e probabilistico delle generalizzazioni, cui comunque si tende; - la valorizzazione del ruolo critico della comunità scientifica sulle acquisizioni e sui procedimenti di ricerca, dei quali si enfatizza il necessario carattere di pubblicità, replicabilità e controllabilità. Strategia quantitativa (survey research) Strategia qualitativa Formulazione del problema d’indagine Fabbisogno Estensivo: si punta alla informativo rilevazione di numerose proprietà su un insieme di soggetti (campione) numeroso e potenzialmente distribuito su un territorio anche molto esteso (semplificazione dell’oggetto) Intensivo:si approfondisce piuttosto che procedere estensivamente. L’analisi si estende di solito a pochi esemplari ed è orientata al caso piuttosto che alla variabile (riduzione dell’estensione del dominio osservato). Approccio all’oggetto d’indagine Naturalistico: volto a “rispecchiare” il più possibile l’oggetto nella sua naturalità. Reattivo: volto a cogliere le reazioni a sollecitazioni poste “artificialmente” dall’esterno Strategia quantitativa Strategia qualitativa Formulazione del problema SCELTA DEL CONTESTO D’INDAGINE Contesto esteso: La popolazione dell’indagine può verosimilmente fare riferimento ad un contesto d’indagine dai confini territoriali e spaziali anche piuttosto esteso (Lazio, Italia, Europa, Scuole italiane, scuole del Lazio), per quanto la ricerca quantitativa possa adattarsi altrettanto bene agli studi di caso. Contesto delimitato: poiché è prevista un’osservazione ravvicinata dell’oggetto di studio, le strategie qualitative prediligono la scelta di contesti d’indagine dai confini spazialmente limitati (una piccola comunità, un singolo quartiere, la scuola Di Donato del quartiere Esquilino,……), per quanto non manchino ricerche qualitative che si prefissano un intento comparativo e che prevedono l’estensione della ricerca a contesti diversi. Obiettivo cognitivo Relazione tra teoria e ricerca empirica Generalizzante-Giustificativo: Oltre che a stimare la distribuzione di certi caratteri all’interno di una data popolazione, si è interessati a identificare presenza e intensità delle relazioni tra proprietà diverse, generalmente ipotizzate ex-ante, al fine di produrre generalizzazioni empiriche. La teoria orienta l’osservazione, mediante la derivazione di ipotesi da controllare empiricamente. In ogni caso il rapporto teoriaricerca empirica è circolare, piuttosto che attenersi ad una logica prettamente deduttiva (processo ipotetico-deduttivo). Come suggerisce Merton (1968), la ricerca empirica infatti stimola, riformula, riorienta e chiarifica la teoria in un rapporto di fecondazione reciproca. Esplorativo-Orientato alla scoperta: si punta alla comprensione dei “mondi vitali” dei soggetti studiati appartenenti ai contesti di studio. La strategia qualitativa è particolarmente consigliata quando le conoscenze relative ad un certo problema di indagine siano talmente scarse da suggerire di procedere in modo esplorativo, senza preclusioni premature dello sguardo. Il riferimento alla teoria non è volto alla derivazione di ipotesi da controllare, ma è essenziale per operare le interpretazioni delle informazioni rilevate all’interno di un contesto specifico. I fautori di questo approccio ritengono che in questo modo non si rischi di giungere ad interpretazioni finalistiche e che sia possibile accedere a risultati e dati inattesi, imprevisti, strategici per l’affinamento delle teorie preesistenti e per la costruzione progressiva di nuove ipotesi e teorie (orientamento alla scoperta). Strategia quantitativa Strategia qualitativa Concettualizzazione del problema Selezione dei concetti Concettualizzazione chiusa: per quanto in corso d’opera sia possibile affinare il sistema di concettualizzazione, il ricercatore dovrà predefinire precisamente sia gli aspetti generali del problema (aree problematiche) da indagare sia le proprietà analitiche rispetto alle quali provvedere alla raccolta di materiale empirico. Concettualizzazione a tessitura aperta: lo studio si concentra su macroaree problematiche, orientative e sempre rivedibili e adattabili ai soggetti. La concettualizzazione è sempre aperta all’introduzione di nuovi aspetti da indagare che assumano una specifica rilevanza in corso d’opera. Anche quando la concettualizzazione è più strutturata non è mai definitiva e sempre aperta a cogliere, nell’interazione con i soggetti, aspetti inizialmente non previsti. Formazione e uso Definiti operativamente ex dei concetti ante: i concetti, in quanto elementi costituitivi della teoria, vanno definiti univocamente e tradotti in referenti empirici osservabili (indicatori) in modo tale che siano definibili i modi mediante i quali procedere alla rilevazione standardizzata del concetto. Applicazione del modello in 4 fasi di traduzione operativa dei concetti di Lazarsfeld Orientativi e costruiti processualmente: i concetti sono “orientatitivi” (sensitizing concepts, Blumer, 1969), nel senso che suggeriscono solamente la direzione verso la quale guardare, in una relazione di autocorrezione con la realtà empirica. Lo sguardo può essere continuamente riorientato e la rilevazione dei concetti può avvenire senza prestabilire regole rigide e precise. In Alcune funzioni dell’analisi qualitativa, Lazarsfeld ammette la possibilità che nella ricerca qualitativa si proceda in maniera inversa rispetto a quanto previsto dal modello di traduzione operativa dei concetti. Si parte cioè dal rinvenimento di alcune osservazioni stimolanti per chiedersi poi entro quale concetto esse possano essere ricondotte (costrutti integranti). Relazioni Modellizzazione extra concetti ante: La concettualizzazione implica anche la predisposizione di un modello di analisi che ipotizzi la relazione tra gli aspetti parziali del problema isolati preliminarmente. Il modello è rivedibile alla luce dei risultati di ricerca Modellizzazione ex-post o assente: Il modello delle relazioni tra i concetti rappresenta un esito del procedimento d’indagine, cui si può non pervenire se ci si ferma ad un’analisi puramente descrittiva o di tipo idiografico. Strategia quantitativa Strategia qualitativa Progettazione e costruzione della base empirica Selezione dei casi - Orientata alla rappresentatività statistica: tecniche di campionamento probabilistico. - Numerosità del campione predeterminata. - Orientata alla rappresentatività fondata sul carattere tipico (esemplare) dei soggetti/gruppi: tecniche di campionamento non probabilistico. - A volte la numerosità è stabilita in itinere sulla base del rispetto del criterio della saturazione. - Nella ricerca etnografica l’osservazione può estendersi a tutti i membri di un determinato gruppo. Tecniche di rilevazione Standardizzate: Interviste con questionario, questionari autocompilati, schede di analisi del contenuto, schede di analisi dei contesti Non standardizzate/semistandardizzate: Osservazione partecipante, interviste biografiche, interviste in profondità, interviste focalizzate, focus group, etc. Strategia quantitativa Strategia qualitativa Progettazione costruzione della base empirica Rapporto osservatoreosservato Interazione tendenzialmente unidirezionale e asimmetrica: il ruolo del rilevatore è distaccato e si limita alla raccolta delle informazioni; il ruolo dell’intervistato è di fornire le informazioni necessarie per soddisfare il fabbisogno informativo dell’indagine in risposta alle domande poste. L’interazione segue la sequenza domanda-risposta ed è dunque irreggimentata entro un sistema di regole che limita il coinvolgimento di entrambi gli interlocutori. Relazione bidirezionale e tendenzialmente simmetrica: puntando su un maggior coinvolgimento dei soggetti studiati si intende raggiungere una maggiore simmetria tra i ruoli. Il coinvolgimento si spinge fino a interpellare i soggetti per valutare l’adeguatezza dei risultati. L’osservatore punta alla massima prossimità con i soggetti di studio fino al raggiungimento di un rapporto empatico. Progettazione dello strumento di rilevazione Strutturato: lo strumento di rilevazione prevede le domande da porre, l’ordine con cui porle e spesso le alternative di risposta tra cui scegliere Livello di strutturazione variabile: gli strumenti osservativi e le tracce di intervista possono essere progettati prevedendo i modi attraverso i quali rilevare le informazioni, senza però arrivare mai a prefigurare gli stati possibili sulle proprietà. Stile di Massima direttività e rigidità: conduzione delle l’intervistatore deve necessariamente interviste porre tutte le domande nella forma e nell’ordine previsti; spesso deve indirizzare la risposta invitando l’intervistato a scegliere all’interno di un elenco di alternative prefigurate Meno direttivo e più flessibile: l’intervistato può essere lasciato libero di toccare gli aspetti rilevanti del problema d’indagine (minimo grado di direttività). Anche laddove sono previste delle domande da porre possono essere adattate alla situazione d’intervista. Forma delle informazioni Registrazioni audio e/o video delle interviste: trascrizioni; note etnografiche. Risposte al questionario; stati assunti dai casi sulle variabili Strategia quantitativa Strategia qualitativa Trattamento, elaborazione e analisi della base empirica Trattamento delle Codifica a posteriori delle informazioni risposte a domande aperte; codifica degli stati assunti dai casi su ciascuna variabile Trascrizioni delle registrazioni delle interviste. (In vista dell’analisi lessicometrica) Operazioni di lemmatizzazione e disambiguazione dei corpus testuali Organizzazione dei dati Non formalizzata: I testi rimangono riferiti al singolo caso. Semi formalizzata: se non ci si ferma ad un livello Idiografico si procede a codificare ex-post il materiale empirico per rendere comprabili le osservazioni condotte su elementi diversi. (Nel caso di analisi testuale/lessicale) formalizzata attraverso la costruzione di matrici testuali Formalizzata: Costruzione di una matrice dei dati casi per variabili Inserimento dei dati in matrice Elaborazione e analisi dei dati Elaborazioni statistiche volte a livelli differenziati di analisi: monovariata; bivariata; multivariata. Oltre al controllo delle ipotesi, si procede all’individuazione di regolarità statistiche capaci di specificare l’impianto teorico di partenza. Ci si avvale di pacchetti applicativi specificatamente dedicati all’analisi statistica dei dati nelle scienze sociali (SPSS, SPAD-N) Analisi ermeneutica: L’analisi non è orientata alla individuazione di frequenze o di relazioni statistiche, ma a far emergere categorie concettuali, costrutti teorici (rappresentazioni, tipi ideali, tipologie, forme sociali, costrutti integranti, …) e ipotesi di relazione tra concetti a partire dalla ricostruzione e dalla interpretazione del senso che gli attori sociali attribuiscono alle loro azioni (verbali e non verbali). Ci si può avvalere anche di tecniche computerassistite che agevolino le attività di codifica, classificazione e interrogazione dei testi scritti CAQDAS (Computer Assisted Qualitative Data Analysis Software) L’analisi statistica di tipo testuale (lessicometrica) si avvale di software che consentono di analizzare le ricorrenze terminologiche e le corrispondenze lessicali (analisi quantitativa di dati qualitativi). Esposizione dei risultati In forma sintetica e nomotetica: Presentazione di tabelle statistiche e grafici che mettano in rilievo tendenze e generalizzazioni empiriche da interpretare In forma analitica o idiografica: Esposizione di tipo narrativo e riflessivo, presentazione di stralci di intervista relativi ai singoli casi o di note etnografiche con relative interpretazioni. Fanno eccezione i risultati dell’analisi testuale. Strategie integrate/miste di ricerca sociale(Mixed Methods) L’uso combinato di tecniche standardizzate e non standardizzate di rilevazione TRIANGOLAZIONE Nelle scienze sociali, quando si tratta dell’uso congiunto di tecniche di rilevazione qualitative e quantitative, si usa spesso il termine triangolazione. Qual è l’origine del termine? Geodetica e topografia: La triangolazione topografica consiste nel collegare idealmente una serie di punti nel terreno formando una rete di triangoli adiacenti, per determinare le coordinate planimetriche. E’ usata per stabilire precise relazioni tra i punti della superficie terrestre per scopi topografici o geodetici. È basato sulla misurazione di distanze e di angoli (ignoti) attraverso l’individuazione di una rete di triangoli contigui. Realismo della triangolazione Le scienze sociali, quindi, hanno mutato il termine dalla geodetica e dalla topografia, partendo dal presupposto che “la vera posizione di un oggetto lontano può essere individuata solo mediante la triangolazione, guardando da direzioni e lati differenti” (Lazarsfeld, 1971, p. 49). Quindi, l’uso congiunto di tecniche qualitative e quantitative consentirebbe di guardare un fenomeno da punti di vista diversi e di giungere, per questa via, alla rilevazione dello stato effettivo dei casi su certe proprietà. Se i risultati ottentute mediante tecniche diverse sono intercambiabili allora dal punto di vista della triangolazione avremmo avuto accesso alla verità. Il presupposto è realista: “The convergence of findings stemming from two or more methods enhances our beliefs that the results are valid and not a methodological artifact” (Bouchard, 1976: p. 268). Supplire ai punti ciechi In realtà, quando procederemo a confrontare sugli stessi casi i risultati dello studio pilota (interviste in profondità) con quelli delle interviste con questionario noi opereremo una triangolazione. L’attenzione deve essere posta sul fatto che non sempre l’incoerenza tra le risposte date nelle due fasi è indicativa di distorsione (potrebbe accadere che abbiano rilevato aspetti diversi del fenomeno osservato). Questa osservazione suggerisce che l’uso combinato di procedure qualitative e quantitative consente di supplire ai rispettivi punti ciechi delle tecniche standardizzate e non standardizzate. Soprattutto, la coerenza non indica che non si siano verificate distorsioni: ad esempio la stessa distorsione potrebbe essersi verificata in entrambe le fasi. Meglio parlare di integrazione Proprio in considerazione del realismo sotteso al termine triangolazione, è preferibile parlare di integrazione tra approccio quantitativo e qualitativo, con riferimento a disegni di ricerca caratterizzato dall’uso sequenziale o parallelo di strategie qualitative e quantitative. L’utilità di integrare i due approcci nasce dal riscontro delle peculiarità relative a ciascun approccio. Ciascun approccio assume pari dignità scientifica. Utilità dell’integrazione L’apertura delle strategie qualitative verso i risultati imprevisti può suggerire nuove ipotesi e teorie; Il loro carattere intensivo può consentire di giungere ad una maggiore conoscenza preliminare dei contesti di studio; Le strategie qualitative possono supportare l’attività interpretativa delle relazioni statistiche tra variabili individuate o ipotizzate; I punti ciechi di una strategia di ricerca possono essere compensati mediante l’applicazione di tecniche di investigazione riferibili all’altra strategia; Le tecniche qualitative possono essere utili nell’approfondimento dei processi cognitivi e comunicativi sottesi alle risposte fornite al questionario, consentendo di individuare rischi di distorsione; Le strategie possono costituire un approfondimento di risultati quantitativi, recuperando il ruolo rivestito dalle processualità e dalle dinamiche relazionali (indagine quantitative come ricerca di sfondo). LIVELLI DI INTEGRAZIONE DELLA QUALITA’ NELLA QUANTITA’ Debole (posizione ancillare della ricerca qualitativa) - - prima dell’indagine campionaria, durante la cosiddetta ricerca di sfondo, contribuisce a generare ipotesi che la ricerca quantitativa si propone di controllare, consente di acquisire utili “reperti linguistici”, impiegabili nella redazione del questionario e di segnalare questioni e proprietà che rivestano rilevanza all’interno del contesto stesso. Anche nella ricerca qualitativa si fa uso di dati secondari come elementi di precomprensione. Intermedio (integrazione sequenziale con funzione di supporto) - - Forte (integrazione parallela o sequenziale con funzione costitutiva della base empirica) prima (ricerca di sfondo Si tratta di combinare i due tipi come nell’approccio di approccio considerandoli debole) di pari importanza, per cui i in itinere (durante la fase risultati derivanti dalle di pre-test) tecniche qualitative dopo l’indagine interrogano i risultati campionaria: l’analisi derivanti da quelle qualitativa aiuta ad quantitative e viceversa. analizzare i casi devianti o L’obiettivo è quello di ad approfondire alcune formare un quadro di tematiche, a “mettere un analisi e una base empirica po’ di carne attorno allo più articolati e ricchi. scheletro delle relazioni La combinazione di tecniche statistiche”. differenti (qual/quant) consente di riconoscere e supplire i rispettivi punti “ciechi”. Disegni di ricerca qualitativi e quantitativi Il disegno di ricerca nella ricerca qualitativa è elaborato in modo provvisorio e per linee generali mentre nella strategia quantitativa è rigorosamente predisposto e strutturato nell’articolazione di tutte le sue parti. Ciò comporta una maggiore possibilità per la ricerca quantitativa di commisurare precisamente le risorse ai fini che si intendono conseguire mediante la predisposizione di un analitico piano di lavoro. CRITERI DI ARTICOLAZIONE DELLE VARIETA’ TIPOLOGICHE DEI DISEGNI DI RICERCA SOCIALE OBIETTIVO COGNITIVO (criterio fondamentale): disegni descrittivi, interpretativi, esplicativi, previsionali, multifinalizzati; DESTINAZIONE D’USO: disegni di ricerca pura, strategica, applicata MODALITÀ DI COSTRUZIONE DELLA BASE EMPIRICA: a tavolino (desk research), sul campo (field research) TECNICA PREVALENTE: survey, ricerca etnografica, esperimento…. ORIENTAMENTO DELL’ANALISI: ai casi, alle variabili PROSPETTIVA TEMPORALE: sincronico, diacronico, (panel, follow up, studio di trend, studio longitudinale) GRADO DI STRUTTURAZIONE: rigido, flessibile LIVELLO DI FORMALIZZAZIONE DELLE PROCEDURE: formalizzato, non formalizzato STRATEGIA COGNITIVA: ricerca qualitativa, ricerca quantitativa. Tipi di disegni di ricerca in base all’obiettivo cognitivo Disegno descrittivo quantitativo; Disegno descrittivo qualitativo; Disegno esplicativo quantitativo; Disegno esplicativo qualitativo; Disegno sperimentale; Disegno previsionale; Disegno multifinalizzato.