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32nd European Symposium on Clinical Pharmacy – Pharmacists in the Health-Care team:
Standards of Practice and Systems of Care
29 October - 1 November 2003 / Valencia, Spain
Grazie al finanziamento della SIFO per giovani farmacisti, abbiamo avuto la possibilità di partecipare al
32° congresso ESCP, tenutosi in Spagna, presso il palazzo dei Congressi di Valencia. Il giubbotto invernale poco si adattava ai 25° C della Spagna, ma questa è stata
l’unica stonatura di tutta l’esperienza.
Tema principale del simposio è stato delineare il ruolo del Farmacista tra le figure professionali che si occupano della salute del cittadino, focalizzando l’attenzione
sulla implementazione della Pharmaceutical Care nei
vari Stati, sullo stato dell’arte evidence-based degli standard di cura, e su come le varie figure professionali possono interagire per rispondere ai reali bisogni del paziente. Al simposio hanno partecipato 596 farmacisti da
47 nazioni non solo europee.
Dopo la cerimonia d’apertura, la prima sessione plenaria è iniziata trattando alcuni progetti riguardanti la
Pharmaceutical Care definita, secondo Hepler e Strand
come “la scelta e l’utilizzo responsabili di terapie farmacologiche con lo scopo di ottenere esiti che migliorino la
qualità della vita del paziente”. Gli outcome definiti sono: la cura di una malattia, l’eliminazione o la riduzione
dei sintomi, l’arresto o il rallentamento della progressione di una patologia, la prevenzione di una malattia o della sintomatologia ad essa correlata.
Sono stati individuati punti chiave comuni ad ogni
realtà nazionale europea che superano le differenze esistenti e questi sono stati così riassunti:
– incentivi per i professionisti che si adoperano per migliorare lo status quo;
– cooperazione tra farmacisti e medici in fase di prescrizione;
– formazione universitaria di figure professionali educate a lavorare in quest’ottica.
Si è passati poi ad una rassegna di alcuni progetti riguardanti la Pharmaceutical Care: si è partiti da molto
lontano con l’esperienza Australiana nelle farmacie
aperte al pubblico; poi la descrizione dei progetti del
Pharmaceutical Care Network in Europe, riguardanti
programmi per i pazienti anziani e per pazienti asmatici
nelle farmacie del territorio e infine il contributo in dettaglio della Spagna, che all’interno del proprio paese ha
realtà molto diverse ma globalmente ha più di mille farmacisti che operano nell’ambito della Pharmaceutical
Care.
Al pomeriggio un interessante workshop ha considerato il ruolo del farmacista ospedaliero nel trattamento di
infezioni ospedaliere partendo da un esempio concreto:
implementare strategie razionali per il trattamento delle
infezioni del tratto respiratorio nosocomiali e acquisite
in comunità attraverso l’elaborazione di linee guida. In
particolare, il farmacista assume un ruolo fondamentale
nello stabilire il farmaco più appropriato per l’infezione,
adatto anche alla situazione peculiare di un determinato
paziente, e di quella particolare realtà ospedaliera, nel
valutare la scelta di un farmaco sulla base delle resistenze e naturalmente sulla base dei costi.
Un altro workshop riguardava le strategie per avviare
una nuova attività inerente la Pharmaceutical Care. Ida
Gustafsen, dell’EuroPharm Forum, ha illustrato diversi
modelli per arrivare allo stesso risultato e poi i gruppi di
lavoro hanno utilizzato una di queste strategie per sviluppare un programma d’informazione per i pazienti che
acquistano in farmacia medicine per i sintomi allergici.
Ogni gruppo doveva difendere il proprio programma di
fronte agli altri colleghi.
L’argomento della seconda sessione plenaria è stato
“standards of care based on scientific evidence”. La
dott.ssa Aymerich, della Catalan Agency for Health Technology, ha posto l’accento soprattutto sul ruolo e l’importanza delle linee guida e sui passi che portano all’elaborazione di una linea guida affidabile e basata sull’evidenza.
Nella discussione sono emersi alcuni problemi tra cui
la disponibilità di tempo e di risorse e la necessità di un
continuo aggiornamento.
L’altro contributo è venuto dalle farmacie aperte al
pubblico in Danimarca, che stanno implementando dei
programmi di Pharmaceutical Care seguendo delle nuove Linee Guida Nazionali.
Uno dei workshop pomeridiani verteva sulle reazioni
avverse ai farmaci e le modalità per stabilire la reale correlazione tra l’assunzione di un farmaco e un determinato evento avverso. Il lavoro in gruppo ha permesso una
chiara percezione di quante siano le variabili coinvolte
nella valutazione di tale correlazione e di come tale
aspetto sia di difficile definizione.
La terza giornata, dal tema “System of integrated Care”, aveva come argomento centrale il rapporto del farmacista con le altre figure sanitarie. Si sono descritte
delle esperienze, inglesi e americane, in cui il farmacista
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Bollettino SIFO 50, 1, 2004
fa parte di un team, assieme al medico e all’infermiere,
responsabile delle decisioni che riguardano la terapia
farmacologica. In questo l’università deve avere un ruolo centrale, dando allo studente subito l’idea di una professione non isolata nel contesto della sanità, ma che
collabora attivamente con gli altri operatori sanitari.
Uno dei workshop pomeridiani riguardava l’aderenza
dei pazienti alla terapia farmacologica e il ruolo del farmacista (specialmente farmacista al pubblico) in questo
settore. È emersa chiaramente l’importanza di definire
esattamente quale sia la causa principale per la mancata
compliance da parte del paziente (scarsa conoscenza
delle modalità di assunzione, mancata percezione della
propria malattia, convinzione dell’inutilità del farmaco,
etc.). Solo dopo un’analisi delle motivazioni è possibile
stabilire quale sia l’azione correttiva da intraprendere e
quale sia la figura professionale da coinvolgere.
Premettendo che non abbiamo molta esperienza in fatto
di congressi, ci preme sottolineare innanzitutto la facilità
con cui è stato possibile seguire tutti gli appuntamenti del
congresso: ogni relatore ha presentato relazioni concise e
schematiche ed è rimasto nei tempi previsti dal calendario
(precisione al minuto secondo). Questo ha permesso di cogliere i concetti più importanti, di memorizzarli con facilità e di usufruire di tutte le pause previste per visitare i poster esposti (numerosi e interessanti). L’organizzazione del
congresso, che prevedeva poi diversi workshop ogni pomeriggio si è rivelato una modalità molto utile per applicare le conoscenze teoriche alla pratica di lavoro oltre a permettere uno scambio più approfondito di esperienze con
colleghi che appartengono a realtà molto diverse.
Anna Fratucello e Laura Marcon
Servizio di Farmacia - Policlinico G.B. Rossi Azienda Ospedaliera di Verona
1. Hepler CD, Strand LM. Am J Hosp Pharm 1990; 47:
533-543.
2. Atti del congresso