Editoriale Le novità diagnostiche e terapeutiche aprono nuovi scenari di collaborazione tra farmacisti ed oncologi Oscar Bertetto* Avevo sottolineato, in un precedente intervento su questa rivista, le collaborazioni che si erano venute a costituire tra farmacisti ospedalieri ed oncologi, promosse inizialmente dalla necessità di riorganizzare la preparazione e la somministrazione dei citostatici in seguito alla nuova normativa ma successivamente estesasi a numerosi altri temi (compatibilità tra i diversi farmaci in soluzione e loro stabilità, preparazioni per le terapie infusionali protratte, trattamenti antidolorifıci e di supporto). Si tratta di analizzare oggi quali siano le prospettive future in campo oncologico per il farmacista ospedaliero che si interessi di tali problematiche, alla luce delle novità che si stanno delineando in ambito diagnostico e terapeutico. In primo luogo si sta assistendo a un importante sviluppo della radiofarmacologia. Vi è la necessità di preparare i diversi prodotti marcati radioattivamente per l’esecuzione della tomografia ad emissione di positroni (PET). Si è solo all’inizio di questa nuova modalità diagnostica che potrà avere grandi sviluppi proprio legati alla possibilità di individuare nuove molecole che consentano una maggiore specificità e sensibilità dell’esame. Non può che essere un farmacista appositamente dedicato a questo settore ad assicurare la correttezza della manipolazione di prodotti che devono essere iniettati nell’uomo, con garanzia di purezza, stabilità, sterilità, giusta dose, in collaborazione con i medici e i fisici nucleari. Un secondo campo di interesse è quello legato alla terapia immunologica dei tumori. Tali trattamenti sono tanto più efficaci quanto più specifici per le singole neoplasie sono gli anticorpi monoclonali utilizzati. È possibile quindi che si possa sviluppare in futuro una produzione di anticorpi “personalizzati” in laboratori di immunologia collegati ai centri oncologici. Un ulteriore miglioramento potrebbe derivare dalla marcatura dell’anticorpo con sostanze radioattive. Le immunoglobuline così prodotte vedrebbero aumentata la loro capacità di danneggiare le cellule neoplastiche e potrebbero essere utilizzate anche a scopo diagnostico, consentendo l’esecuzione di scintigrafie mirate. *Coordinatore operativo della Rete oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta. Anche qui, trattandosi della preparazione di un farmaco, si dovranno prevedere impegno e professionalità del farmacista, in un lavoro comune con l’immunologo e l’oncologo. Sempre in campo immunologico sono attesi altri importanti sviluppi: – la predisposizione di vaccini derivati dalle cellule neoplastiche del singolo paziente; – la reinfusione di cellule dendritiche prelevate dal malato neoplastico e stimolate con antigeni estratti dalle sue stesse cellule tumorali; – l’utilizzo di linfociti derivati dal malato o dall’infiltrato del tumore, attivati ex vivo con citochine immunostimolanti; – la preparazione di antigeni da lisati di singoli tumori, potenziati con modificazioni in vitro per aumentarne le capacità immunogene. Si tratta anche in questi casi di manipolare e preparare sostanze da reinfondere nell’uomo e non si può prescindere dalle competenze del farmacista. Analoghe innovazioni si delineano nei trattamenti conseguenti alle ricerche di ingegneria genetica. Si tenta, ad esempio, di correggere la carenza di geni capaci di produrre le proteine richieste per la corretta funzionalità cellulare, introducendo il tratto di DNA che codifica la proteina mancante o non attiva, oppure di impedire la trasduzione dell’informazione genetica scorretta, ostacolando con oligonucleotidi antisenso il funzionamento del RNA messaggero. Gli sviluppi in questo settore riguardano sia le diverse manipolazioni possibili con il materiale genetico (DNA, RNA), sia lo studio di nuovi vettori capaci di portare tali molecole all’interno della cellula, senza degradazioni o inattivazioni. Un ultimo aspetto su cui mi vorrei soffermare e che richiederà, anche ai farmacisti, aggiornate conoscenze e rinnovate competenze è quello riguardante le nuove terapie con farmaci derivati dalla ricerca biomolecolare. Si sta infatti chiarendo la modalità con cui, in seguito a messaggi ricevuti dai recettori di membrana e trasmessi al nucleo da successive reazioni enzimatiche a cascata, viene regolata la lettura del patrimonio genetico. L’attivazione dei geni, controllata e modulata nei diversi tessuti in differenti momenti, induce la molti- 126 Bollettino SIFO 50, 3, 2004 plicazione e la differenziazione delle cellule e la loro morte apoptotica. La trasformazione neoplastica è dovuta a successivi errori in punti strategici di tali reti informative molecolari cellulari. Sono stati ricercati e trovati numerosi farmaci capaci di interagire con i siti delle proteine che rivestono tali ruoli strategici nella trasformazione tumorale. Questi farmaci sono sottoposti attualmente a studi di fase I, II, III e stanno rapidamente inserendosi nei nuovi schemi di trattamento in campo oncologico. Sono terapie spesso molto costose, per cui occorre prevederne un utilizzo ottimale. In primo luogo per usarle in modo mirato bisogna accertarsi che il tumore presenti la molecola bersaglio, selezionando in tal modo i pazienti che possono giovarsi dell’effetto terapeutico. Più approfonditi studi di farmacocinetica consentiranno di determinarne meglio la giusta dose, i tempi, i modi e la durata delle somministrazioni. Anche i criteri di valutazione della risposta dovranno essere rivisti: la diversa modalità di azione rispetto ai citostatici porterà a misurarne l’efficacia non in base alla riduzione volumetrica del tumore, ma, con l’aumento della sopravvivenza e della qualità di vita dei pazienti, anche in presenza di una lesione immodificata. Si apre dunque una prospettiva di collaborazione con scenari del tutto nuovi tra farmacisti e oncologi. Sarà uno stimolo per intensificare i rapporti tra queste due professionalità e le loro rispettive società scientifiche, il cui incontro ha già dato proficui frutti negli anni passati, ma ancor più promette di assicurarne in futuro.