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LEZIONI su HEGEL
Dalla fase “teologica” ai capisaldi del “Sistema”
1 - La periodizzazione delle tappe/opere
Il pensiero filosofico di HEGEL si articola parallelamente ai suoi soggiorni
tedeschi che ne segnano l’evoluzione intellettuale e didattica (come studente di
ginnasio a Stoccarda, come precettore privato e poi come professore
universitario).
Complessivamente e per comodità bisogna dividere il percorso hegeliano in
due grandi tronconi: 1) il periodo “giovanile” degli Scritti teologici e 2) il
periodo della “maturità” del “Sistema” filosofico.
PERIODO
Dal 1788: TUBINGA
Dal 1793: BERNA
Dal 1798:FRANCOFORTE
Dal 1800: JENA
OPERA
Non si registrano opere
significative. Bisogna però
ricordare il soggiorno nel Centro
di studi teologici del
Wuttemberg, il famigerato
istituto protestante luterano
dello STIFT.
“Lo Spirito del Cristianesimo e il
suo Destino”.
“Fenomenologia dello Spirito”
(1806/07)
“Logica” (2 voll. Nel 1812 e 1816)
Dal 1808: NORIMBERGA
Dal 1816: HEIDELBERG
Dal 1818: BERLINO, fino alla
morte nel 1831 a causa
dell’esplosione di colera.
„Enciclopedia delle Scienze
filosofiche in Compendio”
(complessivamente ha avuto tre
edizioni)
“Lineamenti di Filosofia del
Diritto” (1821); i suoi allievi
hanno sistemato dopo la morte
di Hegel (1831)gli Appunti delle
Lezioni universitarie raccolti
sotto i titoli di “Lezioni di
Filosofia della Storia”; “Lezioni di
Storia della Filosofia”; “Estetica”;
etc.
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I soggiorni di Tubinga, Berna e di Francoforte segnano il periodo “giovanile”,
caratterizzato dalla riflessione sul tema della Religione Universale, come chiave
per interpretare l’evoluzione storica e spirituale dei popoli. Pur nella sua
cornice teologica,la riflessione hegeliana contiene gli spunti per la grande
tematica filosofica sulla Cultura e sulla Storia (come svolgimento processuale).
C’è da ricordare che la formazione liceale, avvenuta per 11 anni al
RealGymnasium di STOCCARDA, sua città natale, è fortemente imbevuta di
studi umanistico-illuministici: è quindi inevitabile il suo confrontarsi, sin dalle
riflessioni teologiche, con il pensiero di KANT, da cui HEGEL tende a staccarsi,
in funzione di una Filosofia dell’Infinito.
2 - “Lo Spirito del Cristianesimo e suo destino”
L’interesse per la storia dei popoli è maturato in Hegel durante la formazione
classico-umanistica vissuta a Stoccarda. In particolare è l’Ellade, la Cultura
greca periclea a imprimersi come segnale di progresso culturale inteso come
Bildung o Aufkarung (nel senso di illuminazione dello spirito): la corrispettiva
religione è chiarificatrice di una mentalità collettiva “superiore” rispetto al
passato e alle civiltà mediterranee (Persia e Sparta).
Preliminarmente Hegel focalizza e sintetizza la Storia della Cultura delle civiltà
e delle religione entro tre grandi tappe che prefigurano la successiva e matura
logica del processo triadico della Storia (che procede appunto secondo uno
schema di TESI -ANTITESI-SINTESI):
1) Religione ELLENICA (Civiltà periclea del V sec A.C.);
2) EBRAISMO
3) CRISTIANESIMO
Il primo livello di Autocoscienza dello spirito ellenico si fa missione
civilizzatrice dell’Ellade in termini di ideale di kalokagatia/Aretè (“spirito della
bellezza virtuosa”) che si manifesta nel coinvolgimento dell’individuo col Tutto
(in questo caso è lo spirito della collettività della polis e dell’accettazione della
natura umana nella sua complessità proteiforme). Ecco perché risulta essere
importante, ai fini di queste manifestazioni della Cultura (Bildung) greca, lo
spirito DIONISIACO della tragedia Attica, come immagine di una religiosità
“immanente”.
Bisogna specificare che per Hegel lo sguardo sulla Storia, nei primi scritti
giovanili, è dotato della lente della religione come riflesso del grado di civiltà di
un popolo in una determinata epoca. E’ ciò che è necessario precisare: per hegel
la Storia non è, sin da adesso, una successione cronologica di eventi, bensì è il
Processo dello Spirito che culmina, di volta in volta, in “tappe” decisive di
autocoscienza o compiutezza. L’”Epochè” significa, nel pensiero di Hegel, ciò
che significa in greco: “sospensione”, “sguardo sintetico” o sinottico. Insoma,
l’epoca implica uno sguardo d’insieme e organico su un determinato momento
storico, visto come un determinato momento del processo di maturazione del
VolkGeist!
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Il secondo livello è costituito dal momento cruciale dell’EBRAISMO, in cui lo
spirito della civiltà greca si disperde e si dissolve a vantaggio della Cultura del
popolo ebraico la cui caratteristica storica è la SCISSIONE da un proprio senso
di appartenenza o da un proprio tessuto territoriale. Non vi è una cultura della
Polis. Vi è piuttosto la consapevolezza di sentirsi un popolo con un rapporto
esclusivo rispetto se stesso: ergersi come distinto rispetto agli altri popoli e in
contrapposizione con la natura avvertita come “ostile”. A tal proposito si ricordi
che Il Vecchio Testamento parte dall’assioma simbolico della “punizione”
inflitta da Dio sul Popolo ebraico attraverso il Diluvio Universale, come prova
destinale per ricercare una propria identità. L’identità che il POPOLO ebraico
legge nel suo destino è l’assoggettamento al suo Dio - padre terribile e punitivo,
insondabile (sottomissione alla formalità delle tavole di Mosè e dei 10
comandamenti)e, d’altro canto, la frattura da ogni relazione con gli Altri (siano
questi gli stessi legami familiari: si ricordi il ruolo simbolico di Abramo
disposto a sacrificare suo figlio Isacco per “amore” incondizionato di Dio).
Hegel, qui, vede nell’Ebraismo lo spirito di separatezza individuale,
ricollegandolo, in un certo senso alquanto forzato, alla posizione della Moralität
kantiana (non a caso considerato il Mosè della Filosofia) fondata sulla scissione
fra Essere e Dover-Essere.
Il CRISTIANESIMO, nella figura storica ma soprattutto simbolica-etica di
Cristo, costituisce il momento della Sintesi o, comunque, del superamento della
negatività dell’ebraismo arroccato nel formalismo o fideismo della Legge di
Dio. Il Cristianesimo si determina come l’unificazione delle scissioni, delle
fratture, in una armonica visione unitaria di Finito/Infinito, entro il solco
dell’AMORE cristiano (senso di apertura e solidarietà, compartecipazione,
“com-passione” verso il genere umano; gli Altri esperiti come “fratelli”). Cristo
come “simbolo” (SYN-BALLEIN) di riscatto e armonia. L’evangelismo, infatti,
non impone delle prescrizioni la cui trasgressione prevede coercizione o
ritorsione (senso di colpa; il senso del PECCATO; la “Morale del Risentimento”
come dirà poi Nietzsche) bensì si articola per PARABOLE, cioè secondo modelli
etici di vita: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Tuttavia il Destino, cioè lo Svolgimento successivo del Cristianesimo, viene
colto da Hegel come il decadimento dello spirito cristiano di Cristo, in direzione
della sua “Positività”. Il Cristianesimo, insomma, rimane impantanato in una
contraddizione con se stesso incolmata: l’essersi storicamente istituzionalizzato
e determinato come Assoluto potere spirituale/temporale.
Sono emerse le considerazioni relative all’Amore come anche presente nella
grecità e nell’Ebraismo, salvo il considerarle forme morbose di chiusura,
parzialità, sciovinismo confinanti col terrorismo “da crociata”.
Da questa conclusione Hegel intuisce di dover superare il punto di vista della
Religione per poter inquadrare la “purezza” dello svolgimento spirituale nella
sua complessità. Hegel è ormai orientato, sin da un frammento politico del
1800, quando si trasferì a JENA, verso la Filosofia speculativa che attraverso la
“Pazienza del Concetto” svela il processo di svolgimento “dialettico” (cioè
razionale) della Storia (Geist/Bildung)!
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3 - I capisaldi del SISTEMA
La “svolta” del pensiero hegeliano dalla sua fase “giovanile” a quella “matura”
non è da ritenersi nei termini di netta cesura, ma nel solco di un frastagliato
continuiamo. La Realtà spirituale (Wircklichkeit) non è più vista sotto la parziale
lente della Religione di un VolkGeist, ma sotto lo spettro dialettico della Filosofia;
della comprensione concettuale della realtà medesima.
Segue il sintetico elenco degli assi concettuali all’interno del “Sistema” della
Filosofia (nella Prefazione alla Fenomenologia dello Spirito Hegel molto
chiaramente dice che la Verità filosofica deve intendersi come scientifica nella
sua Totalità e Assolutezza compiuta; come Risultato di un processo speculativo
e onnicomprensivo; come SOPHIA e non più come PHILO-SOPHIA!):
1) Rapporto tra FINITO/INFINITO (ci torneremo in maniera più analitica,
reimpostando il rapporto differenziale tra il concetto di “Fenomeno” in KANT e
lo stesso concetto, in chiave storica di “manifestazione” eventuale dello Spirito,
in HEGEL);
2) Identità tra Realtà e Razionalità (“Tutto ciò che è reale è Razionale; tutto ciò
che è Razionale è Reale”);
3) Funzione Giustificatrice della Filosofia (che perde i caratteri illuministici di
“edificazione” e “prescrittività’”) per acquisire quelli di Filosofia dialettico“speculativa” (cfr. immagine dello “Speculum” e della Ri-flessione dello
Spirito). In tal senso chiarire l’immagine celebre della Filosofia che come
“Nottola di Minerva spicca il volo sul calar del crepuscolo”.
In questa chiave, aprire la prossima lezione il discorso sul carattere sistematico
della Filosofia speculativa e conferire ad essa l’immagine non della linearità
(illuministica) ma della circolarità (Idealistica) dello Spirito nelle sue tappe
epocali/processuali di Immanenza Immediata e astratta (IDEA-IN-SE’),
Estraniazione negativa (IDEA-PER-SE’), Ritorno consapevole del Pensiero di sé
(IDEA-IN SE’ E PER SE’).
Si deve puntare l’attenzione sulla struttura triadica dello svolgimento dello
spirito, in termini di quella legge dialettica che costituisce non solo la chiave
logica di tutto il processo (ratio cognoscendi) ma la stessa costituzione ontologica
della Storia stessa (ratio essendi). Il processo dialettico che si snoda in tesi –
antitesi – sintesi, esprime ciò che in lingua tedesca Hegel indica col termine di
Auf-Hebung (verbo sostantivato composto che significa Superamento e
Conservazione di ciò che è stato s-volto o superato)e al cui interno si specificano
i due momenti cruciali di “Estraniazione” (Ent-Aussernug) e “Ritorno” (ErInnerung, che precisamente significa “Rammemorazione”)
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4 - L’Enciclopedia delle Scienze Filosofiche
La filosofia matura di Hegel, rispetto alla fase giovanile, in cui si occupa dello
studio dello Spirito dei Popoli (Volksgeist) e della Religione come espressioni
della Cultura, si determina come Filosofia Speculativa o di “Sistema”.
Con questa parola Hegel intende che la Filosofia è lo specchio globale e assoluto
di tutta la realtà spirituale e storica: la Storia non è la somma di fatti più o meno
casuali ma è invece espressione di un Destino logico immanente che sta alla
“pazienza del concetto” rivelare e svelare (per questo, tra i capisaldi del sistema
e qui sotto sarebbe il terzo da me elencato, per Hegel la Filosofia coincide con la
Storia della Filosofia, ovvero con la Storia dello Spirito e Cultura occidentale in
tutte le sue tappe di sviluppo fino a culminare nella tappa di massima e
assoluta autoconsapevolezza della Filosofia tedesca.
In altri termini la Filosofia di Hegel è sistema nel senso che è il risultato
disvelato e autoriflettente di tutte le filosofie precedenti ed è il punto di vista
globale assoluto di tutto lo svolgimento passato dello Spirito che diventa In Sé e
Per Sè, ossia: ASSOLUTO.
La filosofia è quindi per Hegel Filosofia dell’Assoluto in tutte le sue
manifestazioni e determinazioni finite ed è il solo punto di vista che, nella
purezza del concetto, può rendere conto della Totalità razionale della realtà
storica-spirituale, superando i due punti di vista più parziali e “impuri”
dell’Arte (fondata non sul concetto ma sul gusto, quindi su un’intuizione
sensibile) e della Religione (fondata non sul concetto ma sulla fede, quindi su un
sentimento pur essendo, questo, espressione collettiva di un popolo: collettiva
però non significa universale; infatti esistono tante religioni, mentre per Hegel
la Filosofia è una sola e tutte le filosofie che si sono avvicendate nel tempo non
sono altro che fasi di sviluppo ed espressioni dell’Assoluto).
Per Realtà Hegel, in polemica con gli Illuministi (filosofi del finito) e con il Kant
della Critica della ragion Pura, non intende la somma dei fenomeni percepiti
spazio-temporalmente attraverso l’Intelletto analitico - matematico (con le 12
categorie kantiane appunto), bensì intende la realtà spirituale assoluta (Filosofia
dell’Infinito o, appunto, dello Spirito Assoluto: I fenomeni (= gli individui
singoli, le tappe o epoche della storia), sono infatti le manifestazioni finite e
parziali dell’Assoluto che è la Storia stessa. Hegel parla del processo della
Storia vista come struttura e processo razionale e pensabile concettualmente,
usando di volta in volta termini sinonimi fra loro: per es. Geist, Destino, Idea
che nel suo compiersi e svilupparsi passa nei suoi tre gradi di Idea in Sé – idea
fuori di Sé – Idea In Sé e Per Sé.
Segue il sintetico elenco degli assi concettuali all’interno del “Sistema” della
Filosofia (nella Prefazione alla Fenomenologia dello Spirito Hegel molto
chiaramente dice che la Verità filosofica deve intendersi come scientifica nella
sua Totalità e Assolutezza compiuta; come Risultato di un processo speculativo
e onnicomprensivo; come Sophia e non più come Philo - sophia!):
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a - Rapporto tra Finito e Infinito.
La Filosofia speculativa esprime il rapporto di identità di finito e infinito, nel
senso che tutte le determinazioni finite della realtà, dagli individui singoli
empirici alle singole epoche storiche, sono parti del Tutto, sono espressioni e
manifestazioni dell’Assoluto.
Il finito ha senso solo se lo si relaziona al Tutto e la relazione di cui qui si parla è
una relazione di identità o detta anche dialettica nel senso in cui lo intese il
filosofo Eraclito: cioè come Unità logica delle parti attraverso i legami o la
sintesi concettuale delle parti apparentemente opposte e senza relazioni fra loro
(tesi e Antitesi). Hegel così va oltre ai punti di vista sia di Kant (che nella morale
parlava di una frattura e non identità di essere e dover essere: cioè l’individuo
essendo finito e quindi limitato e soggetto a bisogni materiali ed egoismo non
può mai giungere alla perfezione morale, ovvero all’infinito) sia di Fichte (che
diceva che l’IO finito deve tendere sempre a superare i suoi limiti, detti Non Io, ma che questo superamento non è mai destinato a risolversi in una sintesi
compiuta e finale). Ora per Hegel l’essere della realtà, in tutti i suoi aspetti finiti,
coincide con il suo dover essere, ovvero con una necessità razionale e perfetta
nel senso che ogni determinazione della realtà è già una manifestazione
dell’Infinito; coincide con l’Assoluto. Il finito, insomma, è un modo parziale e
quindi negativo dell’Infinito e non può essere studiato separatamente o
astrattamente rispetto al Tutto.
Come diceva Spinoza “Omnis determinatio est negatio”
b - Identità tra realtà e Razionalità
Come conseguenza del primo caposaldo, Hegel conclude che “Tutto ciò che è
reale è Razionale; tutto ciò che è razionale è reale”;ovvero che nulla è casuale o
indeterminabile concettualmente; ogni aspetto della realtà ha il suo senso e
collocazione razionale, entro un quadro di relazioni dialettiche, ovvero entro un
quadro sistematico di relazioni e sintesi concettuali.
c - Funzione Giustificatrice della Filosofia .
Si deve puntare l’attenzione sulla struttura triadica dello svolgimento dello
spirito, in termini di quella legge dialettica che costituisce non solo la chiave
logica di tutto il processo (il metodo e la ragione conoscitiva del Tutto, in tutti i
suoi aspetti particolari e finiti) ma la stessa costituzione ontologica della Storia
stessa (nel senso che la dialettica è la ragion d’essere reale della realtà come
Processo storico: la realtà dei fatti e delle determinazioni storiche è l’espressione
di una sua logica e razionalità interna: si parla per ciò di Panlogismo, cioè Tutto è
logico e necessario).
Il processo dialettico che si snoda in tesi – Antitesi - Sintesi esprime ciò che in
lingua tedesca Hegel indica col termine di Auf-Hebung (verbo sostantivato
composto che significa Superamento e Conservazione di ciò che è stato s-volto o
superato)e al cui interno si specificano i due momenti cruciali di
“Estraniazione” (Ent-Aussernug) e “Ritorno” (Er-Innerung, che precisamente
significa “Rammemorazione”).
Detto in altri termini, la Filosofia dello Spirito di Hegel esprime lo svolgimento
dello Spirito della Storia secondo tappe che vanno viste come anelli di un
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progresso in cui ogni tappa è funzionale e necessaria per quella successiva e, a
sua volta, ogni tappa successiva è sempre il risultato logico di quella che ha
preceduto.
Hegel esprime questo svolgimento di continuo superamento ma al tempo stesso
conservazione dei gradi precedenti di sviluppo secondo lo svolgimento triadico
dello Spirito (o Idea o Storia) nelle tre grandi tappe di:
a – SPIRITO SOGGETTIVO (Idea in Sè: con questa espressione Hegel intende
che lo Spirito è in Sè nel suo primo grado di sviluppo nel senso che se preso
individualmente, ossia come spirito puramente soggettivo dell’individuo, non
si esprime ancora un senso compiuto dello Spirito. Infatti per Hegel l’individuo
o soggetto è vero che si può studiare astrattamente preso o isolatamente, ma è
ancora più importante studiarlo nello sviluppo delle relazioni col Tutto, con il
suo contesto; cioè con il contesto oggettivo dell’individuo o spirito soggettivo: il
senso spirituale dell’individuo si approfondisce e si evolve quando, appunto, lo
Spirito o la riflessione impara a cogliersi fuori di sè, entro legami e relazioni
oggettive: l’individuo deve uscire dal proprio guscio e confrontarsi con altri
individui e altre relazioni.
In questa prima sezione Hegel parla dell’individuo preso isolatamente e
studiato dal punto di vista semplicemente e superficialmente della Psicologia o
Antropologia, che sono scienze comunque incomplete, ovvero non hanno
ancora la visuale della Filosofia speculativa; trattano l’individuo visto nei suoi
aspetti biologici, psichici, “esterni”, percettivi; ma non rendono ancora conto,
appunto, di come e quando la coscienza singolo divenga Autocoscienza.
Piuttosto a questo livello Hegel preferisce come superiori a Antropologia e
Psicologia il suo punto di vista coincidente con la Fenomenologia dello Spirito,
testo famoso del 1807, in cui lui sottolineava che non basta parlare della
coscienza empirica o studiata dal punto di vista superficiale delle scienza
naturali o con un atteggiamento chiuso, ma bisogna far vedere come la
coscienza individuale divenga Autocoscienza attraverso i rapporti sociali e
dialettici per esempio del lavoro, o più generalmente dei rapporti sociali, in cui
la coscienza singola si arricchisce e prende maggior consapevolezza e senso
spirituale di se’. Per esempio, Hegel in questo testo aveva riportato la
famosissima immagine del rapporto servo - padrone per parlare dell’importanza
dello sviluppo dell’autocoscienza. Il servo, ancora di più del suo padrone, è
capace di evolversi e emanciparsi spiritualmente e di acquisire una propria
dignità, autocoscienza appunto, attraverso il fatto che il servo è attivo nel
lavoro, è autonomo, nonostante sia asservito ad un padrone che solo
apparentemente è libero, ma in realtà non lo è perché dipende dal suo servo e
dalle prestazioni del servo per il suo benessere. Si tratta di una riproposizione
filosofica del detto “il lavoro nobilita l’uomo”: le relazioni sociali in cui ci si dà
da fare e si acquisisce una propria identità e autonomia portano
all’emancipazione; Hegel vede in ciò la chiave di lettura di alcuni rivoluzionari
eventi storici come per esempio l’emancipazione della borghesia dal sistema
feudale; delle lotte contro la schiavitù sociale, sulla scia delle idee di liberalismo,
dell’attività economica borghese, del trionfo della proprietà privata, per es. )
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b – SPIRITO OGGETTIVO (Idea fuori di Sè: come dicevo prima, è necessario che
lo Spirito “esca” dalla chiusura di un proprio individualismo per aprirsi “fuori
di sé” a relazioni con altri individui e soprattutto in contesti che danno senso al
soggetto stesso. Per questo Hegel si concentra sulla importanza di studiare tutti
gli aspetti in cui lo Sprito si fa storia, si oggettiva, nelle sue manifestazioni
concrete e non astratte. Lo Spirito Oggettivo è l’insieme contestuale di tutti i
possibili rapporti morali e sociali in cui l’individuo trova una sua collocazione
di senso: per Hegel gli aspetti di questo oggettivarsi dello Spirito o dell’ Idea
che raggiunge concretamente consapevolezza di sé sono, nel solito ordine
triadico di Hegel: 1) il DIRITTO, ovvero la sfera delle leggi e della legalità,
l’involucro delle regole senza le quali l’individuo sarebbe una bestia lasciata a
se stessa e non consapevole razionalmente di sé; 2) la MORALITA’, che studia
l’individuo come volontà individuale e libera; ma qui Hegel è polemico con
Kant, nel senso che la vera Morale non può risolversi solo in una questione di
volontà singola o di ricerca di una purezza interiore verso forme di perfezione o
“santità” che in Kant coincidevano con la legge morale dell’Imperativo
categorico. Insomma Hegel dice che la vera morale deve poter coincidere e
sintetizzare la volontà singola dell’individuo con il senso di appartenenza alla
comunità e alle sue regole: l’imperativo categorico è solo un principio astratto e
campato in aria di perfezione; la vera perfezione morale consiste nel
coinvolgimento del singolo nel suo tessuto sociale. Quindi, detto questo, il vero
momento di presa di coscienza e di maturazione dello Spirito è quando si
oggettiva nel terzo vero momento 3) ETICITA’, che Hegel chiama così per
distinguerla dalla Moralità kantiana; l’Eticità, come coinvolgimento
acquisizione di senso dell’individuo nel suo contesto, si articola infatti entro
quelli che per Hegel sono i tre grandi e graduali aspetti dello Spirito Oggettivo:
la Famiglia – la Società Civile (cioè i contesti fuori della famiglia che formano un
individuo: scuola, lavoro; associazionismo, etc) e, al di sopra di tutto, lo Stato
etico (che per Hegel rappresenta lo Spirito della realtà fattosi concreto; la
massima espressione spirituale in cui l’uomo può riconoscersi e formarsi come
uomo, come cittadino, come membro di una comunità etica e civile).
c – SPIRITO ASSOLUTO (Idea in Sé e per Sé: parlando dello Stato, come massima
espressione dello Spirito che si Oggettiva nella realtà e ne esprime la perfezione
spirituale e razionale, Hegel può giungere a conclusione del Sistema
sull’Assoluto, articolando quelli che sono i tre possibili punti di vista sull’
Assoluto: l’Arte – la Religione – la Filosofia. Come detto precedentemente è la
Filosofia, come terzo momento sintetico del metodo dialettico e dello sviluppo
dello Spirito, che supera i punti di vista sicuramente spirituali ma parziali, di
Arte (tesi) e Religione (antitesi) per esprimere il vero punto di vista speculativo
(da Speculum, specchio; riflessione; autoriflessione) della filosofia che è come la
“Nottola di Minerva che spicca il suo volo sul calar del giorno”…: è questo l’ultimo
grande caposaldo del Sistema speculativo e significa grossomodo questo: che la
Filosofia per Hegel non deve costruire o inventare nessuna dottrina o nessun
ideale per forzare magari la realtà o il corso della storia (come per esempio
facevano gli illuministi con gli ideali di Egalité Fraternité Liberté prescrivendo
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quindi alla storia come doveva andare), bensì la Filosofia non fa altro che
descrivere e “rivelare” (alla lettera, si tratta della “Apoteosi” dello Spirito
razionale della Storia) della realtà e di ciò che è già accaduto, il senso razionale e
logico: per questo la Filosofia descrive ma non prescrive; la Filosofia e
storiografia per concetti.
La Filosofia è l’assoluto e supremo punto di vista attraverso cui la Storia, l’Idea,
lo Spirito del Mondo acquisiscono piena autocoscienza di sé; attraverso cui cioè
l’ Idea rientra e diventa in Sé e per Sé.
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