Conversione Analogico/Digitale La peculiarità di un segnale analogico, consiste nel fatto che il suo valore può variare con continuità in un intervallo temporale anch’esso continuo; esiste cioè un numero infinito di istanti di tempo in cui il segnale assume un numero infinito di valori diversi, me nto. Il numero di campioni deve essere adeguato, in quanto se per esempio dimezziamo il numero dei campioni della figura, potremmo perdere alcune variazioni del segnale. Per determinare il numero adeguato di campioni, in quanto raddoppiandolo nell’esempio precedente, non ci darebbe alcuna informazione aggiuntiva sulla variazione del segnale, si utilizza il teorema del campionamento: “la frequenza di campionamento fc deve essere maggiore uguale del doppio della frequenza massima del segnale” fc > 2 fmax Quantizzazione del segnale (ADC) Ciascuno dei campioni del segnale è ancora in forma continua, in quanto può assumere infiniti valori in un infinito spazio temporale. Trasformare il segnale da continuo a discreto vuol dire quantizzarlo. Si definisce “Quanto” il rapporto tra il valore di fondoscala (VFS) del ADC (Analogic Digital Converter) e 2n dove n rappresenta i bit usati per quantizzare il segnale. Q=VFS / 2n Tutti i valori analogici interni ad un medesimo quanto vengono rappresentati dallo stesso codice digitale. Per tale motivo in ciascun processo di conversione A/D esiste un errore di quantizzazione pari a EQ=+ ½ LSB (Quanto) che non può essere in nessun modo eliminato, ma può essere ridotto aumentando il numero di bit usati per la rappresentazione digitale. Esempio VFS= + 5 V n= 4 Q=VFS / 2n = 5 / 24 = 5 / 16 = 0,3125 V Il numero massimo rappresentabile ,quando i bit sono tutti a 1 è : 1111 * Q = 15 * 0,3125 = 4,6875 V che differisce dal valore VFS per l’ampiezza di 1 Quanto Volendo ridurre tale ampiezza a ½ LSB si può introdurre un offset iniziale della stessa quantità. Antonello Micci