Elementi di sociologia – Temi e idee per il XXI secolo Carlo Mongardini Copyright © 2012 - The McGraw-Hill Companies srl La società di massa Parliamo spesso di “società di massa”. Esiste tutta una serie di studi e di ricerche sociali che dall’800 in poi hanno come principale punto di riferimento la “società di massa”. Ma quali contenuti di valore, quali significati nascosti comprende il concetto “società di massa”? Ce lo spiega appunto uno dei più illustri studiosi della società di massa, il sociologo tedesco Theodor Geiger autore di numerose lavori sulla società contemporanea tra il 1930 e il 1950. In un capitolo dal titolo “La società di massa nell’era moderna. Decadenza o sviluppo coerente?” scrive: “ 'Società di massa' è la parola d’ordine con cui è stata bollata la struttura sociale del XX secolo. Quel che si vuole esprimere con ciò non è solo un rapporto quantitativo, il numero gigantesco di uomini oggi riuniti in una struttura politica; “massa ha oltretutto un significato qualitativo, sottintende una presunta deficienza strutturale della società contemporanea, l’assenza di un ordinamento articolato di quelle unità gigantesche comprendenti milioni di individui anonimi. In questo senso Röpke rimpiange una “struttura verticale organica della società”. Così inteso, infatti, il concetto di società di massa è massimo comun denominatore di tutte quelle manchevolezze che a torto o a ragione, sono imputate alla nostra società: l’esser senza patria e l’isolamento del singolo nell’ambito del proprio ambiente sociale, il livellamento, l’uniformità, l’americanismo, la burocratizzazione e lo specialismo, la perdita di un livello culturale, la disintegrazione della vita dei valori e la decadenza dell’orientamento metafisico del mondo. La critica culturale di tipo romantico ama contrapporre la nostra società a quella medievale, o piuttosto ad una immagine spesso assai deformata e lusinghiera del medioevo. Malgrado ciò, il confronto con il medioevo può risultare vantaggioso per certi tratti caratteristici della società contemporanea, premesso che non si tralascino o confondano i suoi molteplici stadi intermedi sia tipologici che storici.” (Th. Geiger, Scritti sulla società medievale, a cura di Paolo Farneti, Torino, UTET, 1970, p. 310).