Roma – Napoli - Taranto: LA VIA APPIA voluta da Appio

LE STRADE ROMANE
Uno degli elementi della civiltà romana che va ricordato è la costruzione delle
strade. Essi furono degli ingegneri civili validissimi che riuscirono a costruire strade
che ancora oggi possiamo vedere ed utilizzare in molte parti d’Italia.
La prima strada ad essere costruita, fu appunto quella che servì per mettere in
comunicazione Roma – Napoli - Taranto: LA VIA APPIA voluta da Appio Claudio
Cieco intorno al 307 a. C.(VEDI PAG.250).
Altre strade furono:
Dovete assolutamente ricordare oltre la via Appia:
Roma – Firenze – Genova : via Cassia
Roma Ariminum (Rimini): via Flaminia
Rimini – Piacenza (più avanti nel tempo Medilanum): via Emilia
Roma – Pisa ( più avanti nel tempo percorrerà tutta la Liguria) : via Aurelia.
Capua – Reggio Calabria: via Popilia
La costruzione di una strada
La costruzione di una strada romana da parte di legionari (colonna di Traiano, Roma)
Il metodo
Si ritiene che i Romani abbiano ereditato l'arte di costruire le strade dagli Etruschi, e
il metodo andò via via migliorando all'acquisire idee di altre culture.
Dopo un sopralluogo dell'architetto, che stabiliva dove doveva passare all'incirca la
strada, era il turno degli agrimensori, che individuavano il punto preciso per la
costruzione. Essi usavano dei pali e uno strumento chiamato groma, per tracciare
angoli retti. I gromatici piazzavano i pali e stabilivano una linea, chiamata rigor.
L'architetto cercava di mantenere il tracciato dritto spostando i pali. Poi con la
groma si tracciava una griglia sul piano stradale.
A questo punto erano di scena i libratores che, con aratri e aiutati dai legionari con
le spade, scavavano il terreno fino allo strato di roccia, o fino a uno strato solido. La
profondità di questa fossa variava da terreno a terreno, che massimo poteva
raggiungere i 6 metri di profondità.
I materiali
Per costruire la strada si riempiva la fossa con strati di materiali diversi. Il
riempimento variava a seconda della località, del terreno e dei materiali a
disposizione, ma il progetto degli architetti era sempre lo stesso.
Il riempimento consisteva di pietre, mattoni, sassi, brecciolina e materiale di
escavazione. Talvolta il primo strato in basso era di sabbia, se la si trovava in zona.
Come secondo strato si utilizzava del pietrame diviso in tre categorie di sassi a
seconda della loro grandezza: prima venivano posizionati quelli più piccoli per
arrivare poi a quelli più grandi. In questo modo i Romani assicuravano il defluire
dell'acqua senza provocare pozze d'acqua. Come terzo ed ultimo strato si
utilizzavano dei mattoni: sullo strato superiore venivano disposti normalmente (in
orizzontale) e su quello sottostante venivano disposti di taglio (in verticale); questo
assicurava un ottimale sostegno della strada.
Le lavorazioni finali venivano fatte con il calcestruzzo, che i Romani avevano
riscoperto. Prima uno strato di calcestruzzo grezzo di diversi centimetri, il rudus, poi
uno equivalente a grana fine, il nucleus, venivano stesi sul pavimentum o statumen.
Sopra o dentro il nucleus si mettevano le pietre piatte che siamo abituati a vedere
ancora oggi, dette summa crusta. Queste non erano disposte in piano, ma con il
centro strada più alto dei bordi, per favorire lo scolo delle acque.
Non siamo certi se questi termini fossero standard, oppure se fossero diversi da
regione a regione, ma il sistema di costruzione era lo stesso in tutto l'Impero.
Dopo duemila anni il cemento che i Romani misero fra le pietre si è consumato,
dandoci l'idea di una superficie su cui si viaggiasse molto male con un carro, ma la
strada originale era di certo quasi liscia. Queste notevoli strade erano resistenti alla
pioggia, al gelo e alle inondazioni, e non avevano bisogno o quasi di riparazioni,
come si può ben vedere ancora oggi, dopo due millenni.
Se copiate questo link, potete vedere un bel filmato di come venivano fatte le strade
dai Romani. Provate!!
https://www.youtube.com/watch?v=UuJOQRWSsKc
L’ORGANIZZAZIONE DI UNO STATO IN ESPANSIONE.
Dopo le guerre sannitiche e le guerre contro Pirro, Roma ha conquistato tutta
l’Italia meridionale e centrale.
Ora deve organizzare tutti questi territori e pensa di organizzare il suo dominio
attraverso I TRATTATI INTERNAZIONALI. In questo modo gli sconfitti diventano
ALLEATI e assumono degli obblighi se Roma viene coinvolta in una guerra.
Una delle prime differenze fra le città conquistate è quella fra MUNICIPI e COLONIE.
MUNICIPI: città con autonomia amministrativa, ma cittadinanza romana (piena o
senza diritti politici).
COLONIE: solitamente piccole cittadine. Mantenevano la cittadinanza di origine.
Funzione: soprattutto militare, controllo del territorio e delle vie di comunicazione.
COLONIE LATINE: fondate da alleati latini. Funzione più agricola. Gli abitanti
potevano sposare cittadini romani e commerciare con loro.
La società stava diventando sempre più complessa: sempre più importanti le attività
commerciali e quelle legate agli appalti delle opere pubbliche (costruzione di strade,
acquedotti, ponti).
Si arriva anche all’emissione delle prime monete.
La distribuzione delle terre sequestrate ai vinti creò diverse fasce di ricchezza.
Uno dei maggiori riformatori verso la fine del IV secolo fu Appio Claudio Cieco,
censore nel 312 a.C. e poi due volte console.
Egli fece costruire anche 10 km di acquedotto in Roma (oltre la via Appia già citata
più sopra). Ciò migliorò le condizioni igieniche nella città.
Altro fattore importante per organizzare la difesa della città fu quella di costituire
un valido esercito.
I soldati erano reclutati secondo le 5 basi di censo: alle prime 3 classi
appartenevano coloro che potevano dotarsi di armatura pesante, le altre erano la
fanteria leggera.
Inizialmente l’esercito procedeva secondo le regole della falange oplitica, dal IV
secolo passò ad avere sottogruppi più mobili: I MANIPOLI .
Combattevano non più con lance, ma con giavellotti e gladium (spada corta) per il
corpo a corpo.
L’esercito era formato da Legioni, ogni legione comprendeva 5.000 uomini schierati
su tre linee:
1) gli hastati 10 manipoli di 120 uomini fra i più giovani;
2) princeps: soldati di maggiore esperienza in egual numero;
3) triarii: veterani più esperti di 10 manipoli ognuno di 60 uomini. (siamo a 3000
unità).
4)I velites circa 1200 unità venivano posti davanti a tutti;
5) cavalieri sui fianchi dello schieramento.
Nel II secolo a.C. i manipoli furono raggruppati in coorti.
Nel IV secolo l’esercito era formato da 4 legioni, comandate da due consoli aiutati
da tribuni militari e centurioni .
Tutti i cittadini romani tra i 17 e i 46 anni dovevano fare il servizio militare e
venivano pagati questo perché per andare a combattere dovevano lasciare la
coltivazione dei campi.
Mai vennero usati mercenari come invece era consuetudine negli eserciti greci e
cartaginesi.