RISPOSTA 1 Il motivo per cui molti corpi ruotano (attorno al proprio asse, oppure attorno ad un asse esterno a loro) è una legge fisica di conservazione del momento angolare. Tale quantità infatti tende a conservarsi se non ci sono perdite o ridistribuzione della massa del corpo oppure se non intervengono momenti di forze esterne che perturbano il moto. Ad ogni modo la materia che ha generato i singoli pianeti aveva una certa rotazione intrinseca, compattandosi per formare il pianeta ha conservato il momento angolare, quindi è risultato che l'oggetto formato possedeva una rotazione. Questo è il principale motivo (molto semplificato) per cui i pianeti possiedono una rotazione. Se il motivo della rotazione fosse l'attrazione gravitazionale del sole, non si spiegherebbero la molte differenze di rotazioni che i pianeti del sistema solare mostrano. Ad esempio Venere ha una rotazione retrograda (gira al contrario rispetto alla terra), Uranio ha un asse inclinato di più di 90 gradi, quindi è come se quasi rotolasse lungo l'orbita. Questi fenomeni sarebbero assenti se la causa di tutto fosse la gravità, abbastanza uniforme per tutti i pianeti (a parte che per l'intensità). VELOCITA’ TERRA INTORNO AL SOLE Il procedimento per trovare la velocità con cui la Terra gira intorno al Sole è: 29.80 X 3600 secondi ( 1 ora) La Terra gira intorno al sole a circa 29.80 Km/s, che corrispondono a 107280 Km/h. VELOCITA’ TERRA INTORNO AL PROPRIO ASSE La Terra ruota attorno al proprio asse in quasi 24 ore. Considerando che il raggio equatoriale è 6378 km, un punto sull'equatore compie un intero giro, pari a 2 π r = 40053 km, in 24 ore e questo corrisponde a 1670 km/h. Risposta 2 A causa dell'inclinazione dell'asse terrestre, nel corso dell'anno non varia solo la durata del dì e della notte, ma anche l'inclinazione con cui i raggi solari giungono sulla superficie terrestre e quindi il riscaldamento che ne deriva; più precisamente, il riscaldamento è massimo quando i raggi solari formano un angolo retto con il piano tangente alla superficie terrestre in un punto, mentre è minore se il valore di questo angolo si riduce: a ciò si deve dunque l'alternarsi di periodi caldi e periodi freddi, cioè il succedersi delle stagioni. L'inizio e la fine delle stagioni astronomiche, intervalli di tempo fra un solstizio e l'equinozio successivo, o fra un equinozio e il solstizio successivo. Nell'emisfero boreale: la primavera dura dal 21 marzo al 21 giugno. Il 21 marzo il sole culmina (i raggi solari giungono perpendicolari) sull'equatore; l'energia solare trasmessa è massima all'equatore e diminuisce procedendo verso i poli. Il flusso di energia si modifica nel tempo avvicinandosi al solstizio estivo; l'estate dura dal 21 giugno al 23 settembre. Nel solstizio estivo l'energia trasmessa è massima al Tropico del Cancro (i raggi sono perpendicolari a questo parallelo); il polo Nord è illuminato, mentre il polo Sud è in ombra (il flusso energetico è maggiore nell'emisfero boreale rispetto a quello australe); l'autunno dura dal 23 settembre al 21 dicembre. Nell'equinozio autunnale si ripetono le condizioni di quello primaverile, che si modificano via via che si avvicina il solstizio invernale; l'inverno dura dal 21 dicembre al 21 marzo. Al solstizio invernale l'energia trasmessa è massima al Tropico del Capricorno, dove i raggi, a mezzogiorno, sono perpendicolari sull'orizzonte. Il polo Sud è illuminato, mentre il polo Nord è in ombra (il flusso energetico è maggiore nell'emisfero australe rispetto a quello boreale). Le stagioni astronomiche non coincidono del tutto con le stagioni meteorologiche, cioè con il reale andamento del tempo meteorologico. Ciò è dovuto al fatto che l'atmosfera, l'idrosfera e la litosfera assorbono la radiazione solare e cedono calore con un certo ritardo, impedendo di percepire subito gli effetti sul clima dovuti alle variazioni dell'inclinazione dei raggi solari. Inoltre, a causa della variazione dell'angolo che i raggi solari formano con la superficie terrestre, con il succedersi delle stagioni varia l'altezza degli archi che il Sole sembra descrivere nel cielo durante il suo moto apparente, dall'alba al tramonto. Sulla base dell'inclinazione dei raggi solari nelle diverse stagioni astronomiche, si possono individuare sulla superficie terrestre differenti zone astronomiche, caratterizzate da specifiche condizioni climatiche. RIASSUNTO PAG 92-97 Dallo spazio il nostro pianeta è quasi tutto blu. La superficie è per due terzi di acqua. Il resto è giallo-verde-marrone (le terre emerse), due macchie bianche ( i ghiacci polari) e altre macchie bianche che cambiano colore (le nuvole). Dall’alto il pianeta sembra liscio. La catena dell’Himalaya, con montagne di 9000 metri, non è niente in confronto al pianeta. Osservando da molto vicino il pianeta è ricoperto da uno strato gassoso; è l’atmosfera terrestre. Per definire la posizione di un luogo i geografi hanno tracciato una griglia che circonda il pianeta. Questa griglia è formata da linee orizzontali e verticali, a loro volta rappresentate da un numero, in modo che si possa definire la posizione di un punto nella Terra. I geografi hanno tagliato la Terra con un piano perpendicolare all’asse di rotazione e hanno ottenuto un emisfero nord e uno sud. L’intersezione tra sud e nord è l’equatore. Tagliando altri piani paralleli al piano equatoriale si ottengono i paralleli. I meridiani sono semicirconferenze che passano dai poli. La Terra ha 360 meridiani. Ci sono 179 meridiani a ovest del meridiano zero (Greenwich) e 179 a est. La longitudine è l’angolo che separa un punto dal meridiano zero. La latitudine è l’angolo che separa un punto dall’equatore. I 180 paralleli a nord e a sud dell’equatore sono separati da un grado di latitudine. La latitudine e la longitudine si misurano in gradi, minuti e secondi.