CAPITOLO 4 La terra (3° parte) La più evidente conseguenza del moto di rotazione è l’alternarsi del dì e la notte. La rotazione si compie in un tempo molto più breve rispetto alla rivoluzione intorno al sole e ciò fa si che sulla superficie terrestre si alternino un periodo di illuminazione, dì e uno di oscurità, notte. L’emisfero illuminato è diviso da quello in ombra dal circolo di illuminazione. Il passaggio da si alle notte è graduale a causa della presenza dell’atmosfera, i cui alti strati sono penetrati dai raggi un po’ prima del sorgere del Sole sull’orizzonte e un po’ dopo il tramonto. Sembra che il sole compia un moto di rivoluzione intorno alla terra ma in realtà è un moto apparente perché noi non percepiamo il moto della rivoluzione terrestre. Vi sono però prove che dimostrano il movimento di rivoluzione della terra intorno al sole. Una prova è l’analogia con gli altri pianeti del sistema solare che ruotano intorno al sole secondo la legge di Keplero. Un'altra è la periodicità annua di alcuni gruppi di stelle cadenti che fa capire che la terra passa periodicamente attraverso determinate ragioni. La prova diretta più sicura fu scoperta da Bradley ovvero l’aberrazione della luce proveniente dagli astri. Quando noi osserviamo una stella la direzione secondo cui la vediamo non è quella effettiva ma solo apparente. La luce proveniente dall’astro che volgiamo osservare impiega un certo tempo a percorrere l’asse ottico del telescopio e nel frattempo noi ci spostiamo in un punto dell’orbita terrestre che non è più quello di prima: l’ angolo tra la direzione vera e quella apparente è detto di aberrazione e rappresenta l’inclinazione della risultante tra la velocità di propagazione della luce e la velocità di rivoluzione della terra. Come ulteriori prove possiamo considerare fenomeni che portano altre conseguenze. Occorre sapere però che l’asse terrestre è inclinato di 66° 33’ rispetto al piano dell’orbita ed esso si mantiene costantemente parallelo a se stesso durante l’intero tragitto che la Terra compie intorno al Sole. Se l’asse terrestre fosse perpendicolare il di e la notte avrebbero la stessa durata e non ci sarebbero le stagioni. Apparentemente sembra che il sole giri intorno alla terra percorrendo una traiettoria che giace su un piano inclinato di 23° 27’ rispetto al piano equatoriale. Il sole si sposta da un emisfero celeste all’altro mantenendosi per sei mesi a nord dell’equatore e per altri sei mesi a sud di esso. I due punti in cui la traiettoria solare attraversa l’equatore celeste sono gli equinozi: 21 marzo equinozio primavera in cui la durata del di e della notte è uguale in tutti i punti della terra. 23 settembre equinozio d’autunno in cui la durata del di e della notte è uguale in tutti i punti della terra. Le massime elevazioni a nord e a sud rispetto al piano equatoriale terrestre il sole le raggiunge in 2 posizioni delle solstizi. 21 giugno solstizio d’estate i raggi del sole sono perpendicolari al tropico del cancro 22 dicembre solstizio d’inverno i raggi sono perpendicolari al tropico del capricorno Le condizioni d’illuminazione sono diverse per i due emisferi: nel periodo tra l’ equinozio di primavera e quello d’autunno tutti i punti a nord dell’equatore restano per un tratto più lungo nella parte illuminata e quelli a sud rimangono più al lungo all’oscuro. La zona del circolo polare artico resta illuminata per sei mesi. Nel periodo tra l’equinozio di primavera e quello di autunno avvengono le stesse condizioni solo che per l’emisfero sud. Il fatto che il sole non si trovi sempre alla stessa distanza dalla terra comporta variazioni trascurabili a questi eventi. Le stagioni possono essere indicate sull’orbita terrestre con le relative posizioni in cui viene a trovarsi la terra: la linea che, passando per il centro del sole unisce i due punti dell’orbita in cui i raggi solari sono allo zenit sull’equatore è la linea degli equinozi; perpendicolarmente ad esse c’è la linea dei solstizi che unisce i due punti in cui il sole è alla massima elevazione rispetto al piano equatoriale. La linea degli apsidi che congiunge l’afelio col perielio forma un angolo di 12° con la linea dei solstizi. Nei periodi di tempo che intercorrono fra queste quattro posizioni le condizioni di illuminazione sono intermedie, si susseguono periodi più caldi e più freddi; si ha cosi l’alternarsi delle stagioni. Le stagioni astronomiche sono i periodi di tempo compresi tra un equinozio e un solstizio. Le stagioni astronomiche non coincidono con quelle metereologiche cioè con l’andamento del clima, perché il clima è influenzato dalla cessione di calore da parte degli oceani o dell’atmosfera. I due tropici e i due circoli dividono la terra in 5 parti caratterizzate da diverse condizioni di riscaldamento dette zone astronomiche: zona torrida, tra i due tropici e divisa dall’equatore zona temperata boreale, tra il tropico del cancro e il circolo polare artico zona temperata australe, tra il tropico del capricorno e il circolo polare antartico calotta polare artica, a nord del circolo polare artico calotta polare antartica, a sud del circolo polare antartico © Federico Ferranti S.T.A. www.quintof.com