Ipertensione arteriosa Le cause In serie non selezionate di pazienti, l‘IA essenziale è la causa finale nel 94% dei casi L’ipertensione secondaria curabile è relativamente rara Una nefropatia parenchimale è riscontrabile nel 4% dei casi Tutte le altre cause di ipertensione secondaria sono responsabili solo del 2% del totale Nefro-vascolare 1% Endocrine & miscellanea 1% Nefro-parenchimale 4% Essenziale 94% Iperaldosteronismo primario Feocromocitoma S. di Cushing Altre cause IPERTENSIONE ARTERIOSA Definizione e classificazione CATEGORIA SISTOLICA DIASTOLICA OTTIMALE < 120 <80 NORMALE 120-129 80-84 NORMALE-ALTA 130-139 85-89 I.A. GRADO 1 (LIEVE) 140-159 90-99 I.A. GRADO 2 (MODERATA) 160-179 100-109 I.A. GRADO 3 (SEVERA) 180 110 I. SISTOLICA ISOLATA 140 90 Quando la pressione sistolica e diastolica di un paziente rientrano in categorie differenti, la classificazione va fatta in base alla categoria maggiore IPERTENSIONE ARTERIOSA La terminologia Ipertensione sistolica isolata Ipertensione sisto-diastolica Ipertensione Borderline Ipertensione Labile da non usare Ipertensione ballerina Ipertensione da “camice bianco” Ipotensione ortostatica Ipertensione maligna Aumento dei valori pressori con l’età Aumento della Pressione Sistolica fino e oltre i 70 anni Aumento della pressione diastolica fino ai 50 anni L’ETA’ è di per se un fattore di rischio cardiovascolare Ipertensione Sistolica Isolata PAS >140, PAD< 90, Indice di perdita di elasticità delle arterie maggiori. E’ la forma di ipertensione tipica della popolazione anziana. La prevalenza di questa forma va dal 5-10% a 60 anni ad oltre il 40% dagli 80 in poi, ed ha assunto il ruolo di vero e proprio fattore di rischio CV. Secondo molti autori comunque la pressione differenziale, ancor più della PAS, è il principale fattore di rischio CV CONSEGUENZE Aumento isolato della PS PD normale o diminuita Aumento del rischio di Cardiopatia ischemica Cardiopatia ipertensiva Alto rischio cardio-vascolare L’ipertensione e l’anziano: Punti chiave PA Diastolica Non ha valore predittivo di rischio cardiovascolare E’ ben controllata dal trattamento PA Sistolica Esprime sovraccarico pressorio. Determina la cardiopatia ipertensiva PA Differenziale Esprime il danno aterosclerotico delle grosse Arterie. Importante indice predittivo di malattie CV Nella stratificazione del rischio teniamo conto della PADiff! Stratificazione del rischio cardiovascolare in base alla PA Rischio a 10 a.: Complic. cardiovasc. (fatalità) Basso < 15% (< 4%) Moderato 15-20% (4-5%) Elevato 20-30% (5-8%) Molto elevato > 30% (>8%) Ipertensione arteriosa – linee guida 2007 • PARAMETRI PER LA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE NEL PAZIENTE IPERTESO Fattori di rischio cardiovascolare Livelli di PAS e PAD Età (U>55 aa, D>65 aa) Abitudine al fumo Colesterolo tot>190 o LDL>115 o HDL M <40, F<46 Trigliceridi>150 Glicemia a digiuno 102-125 OGTT alterata Familiarità per malattie cardio-vascolari precoci (M<55 aa e F<65 aa) Obesità addominale (crf addominale M>102 cm, F>88 cm) Diabete mellito (glicemia a digiuno≥126 o glicemia post-prandiale>198) Ipertensione arteriosa – Linee guida 2007 PARAMETRI PER LA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE NEL PAZIENTE IPERTESO Danno d’organo IVS all’ECG o all’ecocardiogramma Ispessimento carotideo o placche (IMT ≥ 0.9mm) ↑creatinina (M 1.3-1.5, F 1.2-1.4) Riduzione FG o della clearance della creatinina Microalbuminuria (30-300mg/24h) Ipertensione arteriosa – Linee guida 2007 PARAMETRI PER LA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE NEL PAZIENTE IPERTESO Condizioni cliniche associate Mal. cerebro-vascolare: ictus ischemico, emorragia cerebrale, TIA Cardiopatia: IM, angina, procedure di rivascolarizzazione coronarica, scompenso cardiaco Nefropatie: nefropatia diabetica, insufficienza renale (creatinina M>1,5, F>1,4), proteinuria >300mg/24h Vasculopatia periferica Retinopatia III grado Pazienti controllati PA <140/90 mmHg Progetto “CUORE” Osservazioni dell’Istituto Superiore della Sanità 1/3 della popolazione italiana è ipertesa DONNE UOMINI 50% non trattati 22% non raggiunge il target 28% trattamento adeguato 34% non trattate 27% non raggiunge il terget 39% trattamento adeguato Pz. Internistici a rischio TEV in Tromboprofilassi = ~ 42% Pz ipertesi in trattamento = ~ 58% Pz ipertesi a “Target” = ~ 33% Pz con recente ictus ischemico idonei a trattamento di prevenzione secondaria con statine (NCEP, ATP III) = ~ 50% Pz in trattamento con statine a “Target” = ~ 50% PRINCIPALI CAUSE D’INSUCCESSO DELLA TX ANTIIPERTENSIVA • Scarsa aderenza al trattamento farmacologico • Non responder veri allla terapia • Impiego non ottimale degli antiipertensivi • Timore di effetti collaterali • Mancata valutazione del rischio CV globale • Presenza contemporanea di altri fattori di rischio: Diabete mellito Dislipidemie Obesità addominale Familiarità • Condizioni cliniche associate: Patologia cardiaca Patologia vascolare Patologia cerebrale Patologia renale IPOTENSIONE ORTOSTATICA Caduta di almeno 20mmHg della PAS o di almeno 10mmHg della PAD nel passaggio dal clino all’orto CAUSE PIU’ FREQUENTI Farmaci Anemia Disidratazione Malnutrizione Stenosi aortica Allettamento prolungato M. di Parkinson Neuropatia diabetica Iponatriemia PRINCIPALI CONSEGUENZE Cadute Sincopi Eventi cardiovascolari TERAPIA / SPECIFICITA’ L’estrema eterogeneità della popolazione anziana rende impercorribile qualunque approccio che non tenga conto della singola realtà individuale: • FRAGILITA’ • COMORBILITA’ • POLITERAPIA • ETA’ BIOLOGICA • MODIFICAZIONI D’ORGANO • LIVELLO DI AUTONOMIA FUNZIONALE Fattori imprescindibili nella valutazione del pz geriatrico per l’alto rischio di esposizione a: Interazioni farmacologiche Effetti collaterali 1 Step La terapia antipertensiva può essere iniziata con un singolo farmaco a basso dosaggio Tenendo presente che la monoterapia, con qualunque farmaco iniziata, riduce la PAS di 20 mmHg e la PAD di 10 mmHg solo nel 50% dei casi… ...e regolarizza la PA in non più del 30% degli ipertesi di grado 2° e 3° 2° Step Incremento del farmaco fino alla dose massima Associazione ad un altro farmaco La terapia d’associazione tra 2 o più farmaci deve essere presa in considerazione da subito nei pazienti con elevato rischio cardio-vascolare PRINCIPI GENERALI DI TERAPIA • Iniziare possibilmente con un solo farmaco a basso dosaggio • Aumentare progressivamente la dose • Aggiungere un secondo farmaco solo dopo aver provato a cambiare una volta il primo • Monitorare gli effetti della Tx adeguandola a: Eventi clinici intercorrenti Modifiche della restante terapia QUALI FARMACI ? La FARMACOTERAPIA DELL’ IPERTENSIONE ARTERIOSA secondo le Linee-Guida Europee si avvale di sei classi farmacologiche 1.Diuretici 2.ACE inibitori 3.Calcio-antagonisti 4.Bloccanti AT1 5.Alfa-bloccanti 6.Beta-bloccanti SCELTE TERAPEUTICHE I principali benefici dipendono principalmente dalla riduzione dei valori pressori e solo in minima parte dal tipo di farmaco impiegato Le classi principali di farmaci antipertensivi - diuretici, b-bloccanti, calcioantagonisti diidropiridinici, ACE-inibitori, bloccanti recettoriali dell’AT I - sono tutte indicate come scelte terapeutiche con cui iniziare e proseguire il trattamento Identificare una classe come prima scelta è di relativa importanza vista la frequente necessità di associare due o più farmaci Non esistono classi di farmaci antiipertensivi precluse agli anziani e non esistono farmaci di prima scelta Tali farmaci si differenziano però per alcuni specifici effetti farmacologici con conseguenti indicazioni differenti Tollerabilità diversa da paziente a paziente Controindicazioni Classe Situazioni favorenti Assolute Diuretici tiazidici Scompenso cardiaco Ipertensione sistolica isolata Soggetti anziani Gotta D. antialdosteronici Scompenso cardiaco Post-IMA Insufficienza renale Iperpotassiemia Betabloccanti Angina pectoris Pregresso IM Scompenso cardiaco Gravidanza Glaucoma Tachiaritmie Asma o BPCO BAV di 2 o 3 grado Relative Sindrome metabolica Intolleranza glucidica Gravidanza Vasculopatia periferica Sindrome metabolica Intolleranza glucidica Attività fisica intensa Controindicazioni Classe Situazioni favorenti Calcioantagonisti DIP Ipertensione sistolica isolata Angina pectoris IVS Vasculopatia periferica Aterosclerosi carotidea Gravidanza Ipertensione nella razza nera Calcioantagonisti NDIP Angina pectoris Aterosclerosi carotidea Tachiaritmie sopraVn Assolute Relative Tachiaritmie Scompenso cardiaco BAV 2 -3 grado Scompenso cardiaco Controindicazioni Classe Situazioni favorenti Ace-inibitori Scompenso cardiaco Disfunzione Vn Sin Post-IM Nefropatia diabetica e non Proteinuria/microalbuminuria IVS Aterosclerosi carotidea Fibrillazione atriale Sindrome metabolica Sartani Scompenso cardiaco Post-IM Nefropatia diabetica Proteinuria/microalbuminuria IVS Fibrillazione atriale Sindrome metabolica Tosse da ace-inibitori Assolute Gravidanza Edema angioneurotico Iperkaliemia Stenosi bilaterale aa renali Gravidanza Iperkaliemia Stenosi bilaterale aa renali Relative ASSOCIAZIONI DI ANTIPERTENSIVI DIURETICI AT1ANTAGONISTI b-BLOCCANTI CALCIOANTAGONISTI -BLOCCANTI ACE-INIBITORI Cardiovascular disease: Role of angiotensin II in the CV continuum Remodelling Remodelling Ventricular dilation/ cognitive dysfunction Myocardial infarction & stroke Atherosclerosis and LVH Hypertension risk factors Diabetes, obesity, elderly Cognitive heart failure/ secondary stroke Microalbuminuria Endothelial dysfunction Macroproteinuria Nephrotic proteinuria End-stage renal disease End-stage heart disease, brain damage and dementia Cardio/ cerebrovascular death Adapted from Dzau V. and Braunwald E.,. Am Heart J 1991;121:1244–1263 Sistema renina-angiotensina Bradykinin/NO Angiotensin I ACE Inactive fragments Angiotensin II AT1 RECEPTOR AT2 RECEPTOR Vasoconstriction Sodium retention SNS activation Inflammation Growth-promoting effects Aldosterone Apoptosis Vasodilation Natriuresis Tissue regeneration Inhibition of inappropriate cell growth Differentiation Anti-inflammation Apoptosis Hanon S., et al. J Renin Angiotensin Aldosterone Syst 2000;1:147–150; Chen R., et al. Hypertension 2003;42:542–547; Hurairah H., et al. Int J Clin Pract 2004;58:173–183; Steckelings U.M., et al. Peptides 2005;26:1401–1409 ACE inhibition Bradykinin/ NO Angiotensin I ACE Inhibitor Inactive fragments Vasodilation Tissue protection NO Angiotensin II AT1 RECEPTOR Vasoconstriction Sodium retention SNS activation Inflammation Growth-promoting effects Aldosterone Apoptosis AT2 RECEPTOR Vasodilation Natriuresis Tissue regeneration Inhibition of inappropriate cell growth Differentiation Anti-inflammation Apoptosis Hanon S., et al. J Renin Angiotensin Aldosterone Syst 2000;1:147–150; Chen R., et al. Hypertension 2003;42:542–547 Gli Ace-inibitori - L’utilizzo degli Ace-inibitori dimostra un miglioramento in tema di mortalità e morbidità - Gli ace-inbitori sono conosciuti come molecole vasculoprotettive come dimostrato dagli studi HOPE e EUROPE. - Lo studio Hope ha mostrato che il Ramipril previene gli eventi cardio-vascolari in pazienti con e senza ipertensione. - Lo studio Europe ha mostrato che il Perindopril riduce gli eventi cardiovascolari in pazienti con malattia coronarica e senza apparente scompenso cardiaco. Studio Hope Coinvolti 267 centri in 19 paesi Criteri d’inclusione: malattia coronarica, stroke, patologia vascolare periferica, diabete più uno dei rischi cardiovascolari. 9297 pz. 4645 trattati con Ramipril (10mg/die) 4652 trattati con Placebo Durata dello studio: 4.5 anni 5128 pz. avevano più di 65 anni. 8162 pz. avevano patologie cardio-vascolari 4355 pz. erano ipertesi 3577 pz. erano diabetici HOPE study results – primary endpoints The HOPE Study Investigators, 2000 Combined cardiovascular endpoint Cardiovascular mortality, myocardial infarction, stroke Cardiovascular mortality Myocardial infarction Stroke -20% p<0.001 -22% p<0.001 -26% p<0.001 -32% p<0.001 Ramipril n=4645, Placebo n=4652 ACE inhibition Bradykinin/ NO Angiotensin I Chymase, tPA, Cathepsin ‘Angiotensin II escape’ ACE Inhibitor Inactive fragments Vasodilation Tissue protection NO (Cough, angio-oedema) Angiotensin II AT1 RECEPTOR Vasoconstriction Sodium retention SNS activation Inflammation Growth-promoting effects Aldosterone Apoptosis AT2 RECEPTOR Vasodilation Natriuresis Tissue regeneration Inhibition of inappropriate cell growth Differentiation Anti-inflammation Apoptosis Hanon S., et al. J Renin Angiotensin Aldosterone Syst 2000;1:147–150; Chen R., et al. Hypertension 2003;42:542–547 ACEI and ARB: the dual RAS blockade Bradykinin/ NO Angiotensin I Chymase tPA ACE Inhibitor Inactive fragments Angiotensin II Cathepsin ‘Angiotensin II escape’ ARB AT1 RECEPTOR Vasoconstriction Sodium retention SNS activation Inflammation Growth-promoting effects Aldosterone Apoptosis AT2 RECEPTOR Vasodilation Natriuresis Tissue regeneration Inhibition of inappropriate cell growth Differentiation Anti-inflammation Apoptosis Hanon S., et al. J Renin Angiotensin Aldosterone Syst 2000;1:147–150; Chen R., et al. Hypertension 2003;42:542–547; Hurairah H., et al. Int J Clin Pract 2004;58:173–183; Steckelings U.M., et al. Peptides 2005;26:1401–1409 Vantaggi del blocco selettivo dell’AT-1 -Blocco degli effetti specifici dei recettori AT-1: vasocostrizione, ritenzione di sodio, infiammazione, promozione fattori di crescita, aumento dell’aldosterone e apoptosi. -Mantenimento degli effetti benefici dei recettori AT-2: vasodilatazione, natriuresi, rigenerazione tissutale, inibizione dei fattori di crescita e di differenziazione. -Blocco degli effetti procoagulativi e proinfiammatori: IL-6 , IL-10 , MCP-1 , NF-B , MMP9 , hs-CRP , TxA2 , ICAM-1 , VCAM-1 , IL-1 , IL-8 , Integrins, Selectins -Blocco del rilascio di catecolamine indotto da kinine (?) Nuove prospettive: ALISKIREN E’ il primo inibitore diretto della renina Numerosi studi (totale 3960 pz.) hanno mostrato riduzioni significative della pressione sisto-diastolica in pazienti con ipertensione arteriosa da lieve a moderata Dosaggi: 150, 300, 600 mg. renina Aliskiren angiotensinogeno Angiotensina I Aliskiren lega la renina con conseguente riduzione dei livelli di angiotensina I, di angiotensina II e di aldosterone Terapia antipertensiva nel paziente anziano • Fino al 2007 non si avevano a disposizione informazioni sui pazienti di età superiore agli 80 anni… ESH/ESC 2007 Nei soggetti con 80 anni o più, NON ci sono evidenze chiare sul trattamento antiipertensivo INDANA meta-analisi 0 0.2 0.4 0.6 7 trials clinici versus placebo o trattamento 1670 pazienti ipertesi over 80 anni 0.8 1.0 Ictus 1.2 1.4 1.6 1.8 2.0 Il trattamento antiipertensivo PEGGIORA il rischio di morire (-34%) Mortalità totale (+6%- NS) Eventi CV maggiori (-22%) Doppio cieco Scompenso Tutti I trials (-39%) A favore della terapia Gueyffier F et al. Lancet 1999:353:793-796. A favore del controllo Dilemma della terapia antiipertensiva > 80 anni RISCHI BENEFICI STUDIO rischio/beneficio nel trattamento di pazienti ipertesi over 80 Criteri d’inclusione •Età ≥80 anni al momento della randomizzazione •PAS 160-199 mm Hg •PAD 90-109 mm Hg Caratteristiche al basale N (%) Età media PA (mm Hg) Frequenza cardiaca tutti (+/- SD) 3.845 83,6 173 / 91 74,5 Pregresso ictus 6,8% Pregresso infarto 3,2% Diabetici 6.6% END POINTS Primario: •Ictus (fatale e non fatale) Secondari: •Mortalità totale •Mortalità cardiovascolare •Scompenso cardiaco Disegno e Pazienti + perindopril 4 mg 50% + perindopril 2 mg 25% Indapamide 1.5 mg LP 25% Target PA PAS < 150 mm Hg PAD < 80 mm Hg Placebo 3.845 pz randomizzati Placebo + Placebo + Placebo M- 2 M- 1 M0 M3 M6 M9 M12 M18 M24 M60 Risultati